venerdì 29 Marzo 2024

Perchè l’allevamento (serio) è la miglior arma contro gli abbandoni

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Davide Beltrame
Davide Beltramehttps://www.tipresentoilcane.com
Figlio di Valeria Rossi dalla nascita, creatura mitologica a metà tra uomo e cane, con tratti bestiali dello yeti. Solitamente preferisce esprimersi a rutti, ma ogni tanto scrive su "Ti presento il cane" (di cui è il webmaster, quando e se ne ha voglia). La sua razza preferita è lo staffordshire bull terrier, perché è un cane babbeo che pensa solo a mangiare e a dormire. Esattamente come lui.

di DAVIDE BELTRAME – Ieri pomeriggio abbiamo riproposto un vecchio articolo, che probabilmente i lettori più affezionati hanno già visto citato diverse volte: “Mille euro per un cucciolo? Ma è un furto…o forse no?“.
Torno sul tema perchè, come già in passato quando si è parlato dell’argomento, sono arrivati commenti sulla linea del “non si compra l’amore”, “per ogni cane acquistato ne muore uno in canile” e similari. Insomma, le solite frasi che possiamo vedere più o meno quotidianamente quando si parla di allevamento.

Ho sottolineato e ribadisco il fatto che sia un vecchio articolo: online lo abbiamo inserito nel 2011, ma la prima stesura del pezzo risale addirittura al 2002, quando “Ti presento il cane” era agli albori, e ci tengo a ribadirlo in questo caso perchè trovo assurdo che dopo 15 anni si discuta sul tema ancora allo stesso modo, con le stesse frasi e gli stessi slogan.
E sono 15 anni solo se consideriamo questo articolo, perchè in realtà la diatriba è ancor più vecchia…

Mi rattrista vedere come continui a non essere colta da tantissime persone la differenza tra l’acquisto consapevole fatto in un allevamento serio, e gli acquisti fatti invece ad capocchiam da cagnari, bacheche online e quant’altro. Perchè, ribadisco e lo evidenzio un attimino…

L’allevamento serio è la miglior arma contro gli abbandoni

Mentre gli allevatori continuano a essere per la massa quelli che “lucrano sulla pelle dei cani” e “sfruttano le fattrici”, andrebbero invece ringraziati ogni 5 minuti per quanto fanno.
E vado a elencarne alcuni motivi:

“Filtrano” gli acquirenti

Non tutti sono adatti ad avere un cane, mettiamocelo bene in testa. O comunque non tutti sono adatti ad avere quel cane. Il primo interesse dell’allevatore è che i suoi cani vadano a stare bene e siano affidati a persone adatte, e per questo motivo effettuano una “scrematura” degli acquirenti: non è che basta presentarsi alla porta con il malloppo, si prende il cane e lo si porta a casa, ma si viene “interrogati” su quali siano le aspettative che si hanno per quel cane, cosa si pensa di fare con lui, eccetera.
Ci sono molti allevatori che se riscontrano che il potenziale acquirente in realtà non cerca quella determinata razza, o comunque magari non è adatto, sono i primi a consigliare delle alternative tra cui l’adozione. E non certo perchè le vadano come una scelta “di serie B”, ma semplicemente perchè magari capiscono che la persona che hanno di fronte potrebbe essere un ottimo proprietario per un trovatello ma magari non lo sarebbe invece per un soggetto della razza che allevano.
Se invece ritengono che sia un emerito pirla, non gli danno il cane e gli consigliano di prenderne uno di peluche.

Anche se poi ci raccontano che “in canile è pieno di cani di razza“, chiediamoci anche la provenienza di quei cani: anche le volte in cui sono davvero soggetto di razza, è molto, molto, molto difficile che la fonte iniziale di acquisto sia stata un allevamento serio, proprio perchè un allevatore serio non vende un suo cucciolo al primo che passa “purchè” paghi, e anche perchè…

Sono disposti a riprendere il cane

Per quanto uno possa impegnarsi nella fase “preliminare”, è chiaro che può sbagliare a giudicare una persona. Succede agli allevatori, succede ai volontari (quante volte leggiamo di cani adottati e poi riportati indietro?), succede a chiunque nella vita di fidarsi di qualcuno e poi rimanere deluso. La grossa differenza è che un allevatore è disposto a riprendere con sè il cane, non è che una volta venduto il cucciolo “bon, chi se ne frega di lui”. Ci sono anche allevatori che il cane se lo sono dovuti andare a riprendere “di forza”, rendendosi conto che non veniva trattato bene. Perchè ripeto, può succedere di sbagliare a valutare, ma si ammette l’errore e si cerca di rimediare.

Smettiamola di vedere gli allevatori come “fabbriche di cuccioli”: quelle purtroppo esistono, le puppy mills però sono quelle che alimentano tutto quel traffico di cuccioli che finiscono nei canali di vendita alimentati dalla domanda del “cane di razza a poco prezzo”.
Loro sì, che sfruttano le fattrici e poi magari le smollano in mezzo alla strada (o peggio) una volta che non possono più riprodursi, che accoppiano i cani così come viene senza fare nessun controllo sulle linee di sangue, che sballottano i cuccioli per lunghissimi viaggi.

Sarebbe la santissima ora di vedere la differenza.
Attenzione, qualcuno comincia a notarla, e qualcuno l’ha sempre saputa…ma è triste vedere come la parte informata sia sempre la minoranza: vedo un sacco di discussioni in cui qualcuno si arma di pazienza e buona volontà e prova a spiegare le differenze tra allevatori seri e cagnari, a spiegare come lo “yorkshair toy puro 300 euro, 700 con pedigree” sia una truffa e quant’altro, ma è come svuotare il mare con un chiucchiano. Bucato, per di più.

Insomma, chi si è fatto un mazzo così per far nascere i cuccioli, li ha seguiti dalla loro nascita fino al momento della vendita, li seguirà “da lontano” anche dopo, e in caso di emergenza (o di errata valutazione iniziale) farà il possibile per garantire al cane un futuro dignitoso, non penserà MAI “va beh, moh cavoli dell’acquirente e faccia quel che vuole”.

Forniscono assistenza nelle difficoltà di gestione del cane

Un altro punto importante è la differenza tra Puffolandia e la realtà.
Mi spiego: in molti sono convinti che avere un cucciolo in casa sia solo gioia, ma in realtà è anche un impegno bello grosso, e la nostra pazienza può essere spesso messa alla prova.
Quanto spesso leggiamo sui social discussioni del tipo “il mio cucciolo è una peste, rosicchia i calzini”, “mi morde le mani per giocare, sono disperata” e quant’altro.

E guardate che spesso dietro agli abbandoni ci sono anche motivazioni banali e stupidissime: problemi che sarebbero facilmente risolvibili ma che qualcuno vede come insormontabili tanto che arriva addirittura a liberarsi del cane.  Quante volte sentiamo di cani finiti mollati in giardino senza più nessun contatto con la famiglia perchè “hanno comprato il divano nuovo e il cane lo riempiva di peli”, magari semplicemente perchè sul divano vecchio invece lo lasciavano salire ma poi con l’arrivo di quello nuovo pretendevano che automaticamente il cane capisse la differenza?

Se acquisto il cucciolo da un allevatore serio e ho qualche problema nel gestirlo, o qualche dubbio…chiamo l’allevamento e avrò un aiuto, ho qualcuno che conosce bene quella razza e mi darà dei consigli per affrontare i problemi e li renderà molto più semplici da superare. Magari mi consiglierà qualcuno a cui appoggiarmi, o semplicemente mi tranquillizzerà sul fatto che un cucciolo che fa pipì in casa non è esattamente l’Apocalisse e non è solo il mio cane che non è in grado di tenerla.
Tanti allevatori forniscono direttamente un po’ di linee guida: c’è chi da un opuscolo, chi omaggia di un libro o comunque consiglia qualche titolo da acquistare, insomma difficilmente “mandano allo sbaraglio” l’acquirente, perchè sanno benissimo perchè le hanno vissute sulla loro pelle le difficoltà che può comportare un cucciolo per casa.

Fanno il possibile per affidare un cane sano ed equilibrato

Questo punto è legato in parte al precedente, ma con una differenza sostanziale: i “piccoli problemi” che sono comuni più o meno per chiunque abbia a che fare con un cucciolo sono (quasi) inevitabili, ma sono anche solitamente superabili molto facilmente, gettano magari un po’ “nel panico” chi è al primo cane, ma sono facili da affrontare e se anche non ci ri riuscisse da soli, più o meno qualsiasi educatore/addestratore/chiamatelocomevolete può dare le dritte giuste.

Discorso molto più complesso è invece se ci si trova a che fare con cani con problemi seri: pensiamo magari a cani con una mancata socializzazione, cuccioli con problemi di salute e quant’altro.
Questi aspetti sono molto più difficili da affrontare, e anche l’aiuto di un professionista può non bastare perchè in quel caso serve trovare magari qualcuno di molto esperto.

Però, di nuovo, è molto raro che questi problemi si possano riscontrare in cani allevati seriamente. Attenzione, questo non vuol dire che l’allevatore sia infallibile, e comunque una grossa parte di impegno è anche del proprietario del cane che dovrà impegnarsi per una crescita equilibrata, però c’è una enorme differenza tra un accoppiamento valutato correttamente, quindi tenendo da conto le caratteristiche fisiche e caratteriali di papà e mamma, una crescita seguita correttamente nei primi mesi di vita sottoponendo il cucciolo ai giusti stimoli, socializzandolo e preparandolo il più possibile ad “affrontare il mondo”, e i già citati accoppiamenti fatti ad capocchiam, con cuccioli che poi vengono solo presi e buttati in giro per il mondo.

Fanno sempre molta impressione le foto dei cuccioli protagonisti dei sequestri, ma quelle non sono le condizioni in cui un allevatore serio tiene i suoi cani! Quelle sono le condizioni in cui li tengono i delinquenti.

Questi sono solo alcuni dei motivi per cui un cane acquistato da un allevatore competente rarissimamente finirà in canile (se avete altri spunti di discussione, i commenti come sempre sono aperti a tutti).

Purtroppo molto spesso i mass media equiparano le immagini dei sequestri dei cani provenienti dall’Est ai cuccioli allevati seriamente, aumentando l’ignoranza in merito e mantenendo ben vivo il “sacro fuoco contro chi vende una vita”, ma ormai le fonti da cui è possibile informarsi sono numerose e non dobbiamo per forza credere sempre alla versione raccontata dalla TV.

Poi per carità, è verissimo che non sia facile (soprattutto per un neofita) distinguere l’allevatore serio dal cagnaro, ad esempio anche l’affisso ENCI non è sempre garanzia di qualità…però il problema al momento è ancora più a monte secondo me, perchè non siamo “solo” al confronto allevatore vs cagnaro, ma ci scontriamo col fatto che un sacco di gente si fidi dell’annuncio su internet, del cane che ti portano dove vuoi ma te lo consegnano nella piazzola dell’autogrill o nel parcheggio del supermercato e quant’altro.
Tant’è che spesso leggiamo di gente incazzatissima con gli allevatori che “a mio cuggino hanno venduto il cane di razza senza pettigri dicendo che era sano e poi invece aveva la displasia”, e scopri che l’hanno comprato dal negozio sotto casa che gli ha raccontato che si trattava di una cucciolata di allevatore italiano al 100% e come libretto delle vaccinazioni gli han dato un post-it.

Purtroppo anche molte campagne animaliste la buttano spesso sul “cane di razza vs meticcio” e sul “se compri un cane ne condanni un altro”, e a volte sfruttano le immagini dei sequestri facendole sembrare la quotidianità di ogni allevamento, aiutando quindi a creare confusione…eppure la realtà è molto diversa, e ne è una riprova il fatto che molti allevatori collaborino con associazioni rescue e canili, invece che essere nemici giurati.
Perchè quello che dovrebbe unire tutti, è il lottare insieme per i cani, e non lottare “tra noi”.

Invece continuiamo a vedere “meticci vs cani di razza”, “canili vs allevamenti” e quant’altro, e alla fine chi veramente lucra sulla pelle dei cani, mettendo in giro soggetti malati, maltrattando e sfruttando le fattrici e facendo le peggiori porcate, agisce indisturbato o quasi, perchè non è certo il saltuario sequestro che danneggia le puppy mills.
Quelle le può danneggiare soprattutto la cultura, il far diminuire la domanda del “cane di razza a poco prezzo perchè tanto gli allevatori lucrano sulla pelle dei cani, io che sono più furbo non ci casco”, far capire che adozione e acquisto in allevamento non sono una scelta giusta e una sbagliata.

Un’ultima cosa: ovviamente tutti i punti che ho indicato sono gli stessi messi in atto da associazioni animaliste serie che si sbattono davvero per combattere il fenomeno del randagismo: anche loro effettuano controlil pre e post affido, cercano di abbinare al meglio possibile cane e adottante, aiutano nella gestione e soprattutto avvisano prima a quali problemi si potrebbe andare incontro adottando questo o quel soggetto: perchè mettiamoci in testa che allevamento e adozione non sono in antitesi, come dimostra peraltro il fatto che tantissime persone abbiano sia cani presi in allevamento che cani adottati (o comunque abbiano avuto soggetti di entrambe le provenienze nella vita).

Le uniche cose in antitesi sono chi opera correttamente e si sbatte per il bene dei cani e chi invece opera per il proprio tornaconto personale, e questa distinzione va fatta in tutti gli ambiti, perchè il marcio purtroppo c’è anche nell’ambito dei canili e del volontariato, non pensiamo che da una parte siano tutti puri di cuore e dall’altra tutti infami: invece di associare “buono” o “cattivo” a intere categorie, impariamo a distinguere il pulito e il marcio di ognuna di esse, e magari mettiamo insieme i vari “buoni”.
Così magari tra 15 anni non leggeremo più “datevi fuoco, allevatori di m***a“.

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5 Commenti

  1. Leggo tutti i commenti qui sopra e rimango un po’ sgomenta.
    La nostra esperienza è del tutto differente e molto serena, al contrario di quanto invece sembra essere la norma.
    Abbiamo preso il nostro CLC dopo più di due anni di studio sulla razza per esser ragionevolmente certi di saperlo gestire ed offrire a noi ed a lui la migliore delle vite possibili -è il nostro primo cane e dopo 3 mesi di convivenza dico che no, nonostante tutto non si è mai preparati abbastanza-. Abbiamo chiesto al nostro vet di fiducia se conosce la razza ed alla risposta positiva ci siam fatti dare il nome di una educatrice che ci seguisse da subito. Solo dopo abbiamo cominciato a cercare gli allevamenti. Ho parlato al telefono e via mail con alcuni in zona e abbiamo scelto di visitarne uno in particolare. Ci ha mostrato i cani, ci ha fatto interagire con loro, ci ha riempito di domande, ci ha detto per ciascuno i risultati dei test eseguiti per displasia e mielopatia. Siam stati con lui per più o meno 3 ore al primo incontro. La mamma del nostro cucciolo in tutto questo non era neanche in calore.
    Caso vuole che poco dopo l’ENCI abbia fatto un controllo a campione per verificare le corrispondenze tra pedigree dichiarato ed effettiva ascendenza di uno dei cuccioli precedenti. Ovviamente tutto in regola.
    Quando siamo andati a scegliere la piccola peste lui era forse più emozionato di noi, e quando siamo andati a prendere la belva per portarlo a casa si è commosso.
    Ci sentiamo via mail a cadenza regolare, lo aggiorniamo e lui partecipa della crescita del cucciolo assieme a noi. Tea poco torneremo a trovare lui ed il suo meraviglioso branco.
    In tutta onestà non pensavo che lui fosse una eccezione ma a legger sopra pare di sì…

  2. Le razze poco diffuse e che mai siano state particolarmente di moda , hanno ottime probabilità di essere allevate da persone serissime e molto appassionate ed accurate. E spesso e volentieri sono anche cani piuttosto sani, perché nessuno si è mai accanito a riprodurli per averne TANTI.
    I pochi allevatori sono seri, vendono a carissimo prezzo animali tipici come morfologia e carattere e passabilmente sani . Per quanto mi riguarda non sono stata sottoposta a particolari interrogatori. Ho solo dovuto aspettare un bel Po. E probabilmente la scrematura era fatta in questo semplice modo. Vero che l’allenatore si sarebbe ripreso il cane se io glielo avessi voluto ridare. Gia piu difficile dal punto di vista legale riprendersi “con la forza” un cane!!
    Assurdo il discorso che se prendi un cane di razza ne lasci uno al canile.! Soprattutto chi vuole un cane particolare per determinate attitudini o prende quello o non ne prende nessuno. Non c’è conflitto.

  3. Prima di portarmi finalmente a casa la mia amica pelosa ho contattato due allevamenti, in uno sono andata di persona, con l’altro ho avuto contatti solo telefonici, ma posso dire che entrambi gli allevatori mi hanno fatto il terzo grado, quello con cui ho solo parlato al telefono mi ha detto chiaro e tondo che prima di impegnarsi a cedermi un suo eventuale cucciolo voleva vedermi in faccia e parlarmi di persona “perchè al telefono sono tutti buoni e bravi, ma poi bisogna vedere come una persona si rapporta con i cani”. Poi alla fine la cucciola l’ho presa in un altro posto ancora, ma anche lì l’allevatrice mi ha “fatto la radiografia” come ha detto lei alla fine dell’incontro, che se non l’avessi soddisfatta il suo cucciolo non me lo avrebbe dato. Quando finalmente è stato il giorno della consegna e me la sono portata via, ero appena arrivata a casa, che il viaggio è stato un po’ lunghetto, non avendola trovata propriamente dietro l’angolo di casa, che lei stessa mi ha telefonato per sentire come andavano le cose, e per due mesi,ogni domenica mattina mi chiamava per sentire come andavano le cose e darmi consigli. E anche l’anno scorso, che l’ho chiamata io per avere un’informazione su dove era stato collocato il microcip, al secondo squillo mi ha risposto e comunque su facebook è stato creato un gruppo con il cuccioli di quella cucciolata e lei vuole vedere le fotografie dei “suoi tesori”. E credo che questa signora, pur non avendo l’affisso ENCI si possa definire Allevatrice con la A maiuscola.

  4. Ho avuto pastore tedesco con super pedigree cane fantastico. Era telecomandato. Una vita senza guinzaglio alla gamba la cosa più naturale del mondo. Poi un jack Russell caso umano di 12 anni che è stato con me altri 3. Grande personalità. Sentiva poco, vedeva meno, era terrorizzato dai botti e dai tuoni. Sclerava coi temporali. Ma era adorabile lo stesso. E ora ho Tea un Breton folletto, dolcissima, abbandonata in Sardegna con microchip. Fattrice USA e getta. È con noi da tre anni. È un cane mite e in casa non sai di averla. Fuori è impegnativa. Molto. Difficile lasciarla libera. Risponde poco ai comandi. O meglio solo quando decide lei. Sarebbe stato diverso fosse arrivata da un allevamento? Chissà?

  5. Ho fatto la volontaria in canile per anni ed è verissimo: la gente non abbandona (e qui mi riferisco a quelli che lo farebbero ovvio, non alle persone che amano i cani) cani che ha pagato. Sono un bene e va custodito. Infatti nei canili al massimo ci sono cani da caccia che non sanno cacciare.
    Quanto agli allevamenti serio di cui parlate spesso, ma si può sapere dove sono? Non c’è più una razza senza le famose “patologie di razza” e di questo chi dobbiamo ringraziare se non gli allevatori?
    Sono un amante dei pastori tedeschi e ne ho avuti ben 5 di cui 3 con la mielopatia. Patologia ereditaria, il cui gene però è recessivo, basterebbe quindi fare un test del costo di 50€ e poi far riprodurre lo stallone portatore con una fattrice sana. Nessuna esclusione dalla riproduzione.
    In Italia gli allevamenti di pastore tedesco che lo fanno sono ZERO.
    Solo due allevamenti di grigioni.
    Per non parlare di cani usciti da allevamenti di quotatissimi, figli di pelone e che pelone non sono. Quindi cani con pedigree falso.
    A mio parere invece fare discussioni adottate Vs comprate, cagnari vs allevamenti seri dovremmo fare battaglie per chiedere a federazioni e enci regole severe e poi buttar fuori dalle esposizioni tutti quelli allevatori che non si attendono

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