giovedì 18 Aprile 2024

Ti presento… la cerca del tartufo – Fasi di cerca (I parte)

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NICOLETTA
NICOLETTA
Classe 1989, laureata in Biologia con specializzazione in Biodiversità e gestione degli ecosistemi. Da sempre innamorata del mondo naturale. Mette in pratica la sua passione al servizio della natura, come guida naturalistica, finche la cinofilia entra a gamba tesa nella sua vita e decide di diventare addestratore cinofilo enci. Unendo le sue grandi passioni la natura e la cinofilia, lavora come addestratore di cani da tartufo, cercando di costruire la sua strada un tartufo dopo l’altro.

di NICOLETTA CONTE – Ciao a tutti, nello scorso appuntamento vi ho parlato di cosa è un tartufo dal punto di vista biologico, oggi finalmente entriamo nel vivo della disciplina!
Come si insegna da un cane a trovare i tartufi? Nel mio lavoro io divido l’addestramento in due grandi fasi: l’insegnamento della cerca di base in campo e l’insegnamento in ambiente boschivo, il cosiddetto sblocco sul naturale.
Nella parte di campo, si spiega letteralmente al cane cosa dovrà andare a cercare e come cercarlo, nella parte in bosco si inizia la ricerca del tartufo spontaneo, spesso con l’ausilio di un cane esperto che fa da guida.
In questo articolo vi racconterò la prima fase, quella in campo, la più importante, perché è in questa occasione che noi fonderemo le basi di un futuro cane da tartufo che sarà solido ed affidabile… ma soprattutto divertito ed appassionato di cercare con voi.

Sarebbe molto lungo spiegare in un solo articolo l’intera fase di campo, ho deciso per questo di dividerla in due parti, per cui oggi vedremo la prima parte della prima fase; lo so, sembra uno scioglilingua, ma vi prometto che è più facile di quanto sembri!
Prima di tutto, prima di cercarlo il tartufo il cane deve conoscerlo, ma soprattutto amarlo: in questo compito la natura ci viene in aiuto.
Il tartufo ha per il cane un buon odore, un odore attraente, poiché il tartufo è fatto per essere mangiato dal selvatico, come il suo odore attira un cinghiale, attirerà anche il nostro cane.
Ma non si può lasciar fare tutto a madre natura, un pizzico di aiuto lo mettiamo anche noi.

Quindi come si fa a far “amare” il tartufo ad un cane? Semplice, si associa al tartufo qualcosa di positivo.
Ci sono diversi metodi, chi utilizza il clicker, chi usa il tartufo come una pallina, oppure chi (come la sottoscritta) costruisce un focus sul tartufo, si premia il cane ogni volta che si avvicina al tartufo, all’inizio può bastare solo un sguardo, poi un’annusata, poi l’abboccata completa.
La cosa importante è che il cane abbia chiaro in mente che dove c’è un tartufo c’è anche un premio.
Il premio utilizzato in questa fase è generalmente in cibo, in modo da mantenere il nostro cane più concentrato. L’utilizzo del premio in cibo ci aiuta anche nell’insegnare il “lascia” comando che si insegna simultaneamente al focus sul tartufo, poiché bisogna spiegare sin da subito che il tartufo va consegnato al conduttore dopo essere stato trovato.
Il lascia lo si insegna con uno scambio, il cane lascia il tartufo e in cambio riceve un premio appetitoso. Possibilmente MOLTO appetitoso dal momento che il tartufo è edibile. altrimenti come dire… il cane si papperà il nostro prezioso tartufello.

Bene, il nostro cane ora ha imparato che il tartufo è una cosa bellissima, come facciamo a farglielo trovare?
Giochiamo a nascondino. Si andranno a posizionare dei tartufi in lontananza, facendo in modo che il cane osservi attentamente quello che il conduttore sta facendo. Una volta terminata la disposizione a terra del tartufo, si scioglie il cane che correrà immediatamente a vedere cosa il conduttore stava sistemando.
A questo punto, siccome il senso principale del cane è l’olfatto, il cane metterà naso a terrà e scoprirà cosa aveva di misterioso il suo proprietario, ritroverà annusando l’odore di tartufo, che ha imparato a conoscere, si andrà a premiare il cane ad ogni tartufo trovato.
L’esercizio si ripete associando allo sgancio del moschettone la parola “cerca”, costruendo così un tartufo per volta il comportamento di cerca.
Successivamente i tartufi saranno nascosti non più alla vista del cane, ma “al buio”, ovvero il cane non vedrà dove verranno nascosti, e si potrà affidare quindi solamente al naso.

L’ultimo esercizio di cui vi parlerò oggi è insegnare a scavare, a questo punto il cane deve sapere cosa vuol dire cercare ed alla parola “cerca” correre in cerca del tartufo.
Se siamo stati bravi ed il cane avrà un’alta motivazione sul tartufo questa fase sarà molto semplice da impostare. Si fa un passo indietro e si ripete l’esercizio del “nascondino” ma facendo delle buche, ricoperte solo da poche foglie. Il cane cercherà il tartufo come ha appreso, ma non vedendolo in superficie sarà portato ad usare le zampe per “catturarlo”, a quel punto arriviamo col premio, in questo modo si costruisce lo scavo.
Terminata una sessione di cerca è consigliabile far giocare il cane, con tira e molla o pallina, per scaricare la tensione e premiarlo ulteriormente, inoltre l’alta motivazione sul gioco aiuta ad aumentare quella sul tartufo. Una cosa importante è che le sessioni di cerca devono essere brevi e con parecchie pause tra una cerca e l’altra, per dare modo al cane di riposare. Usare il naso è a dir poco faticoso!

Quello che è interessante notare è come in realtà il cane impari da solo a cercare il tartufo.
Mi spiego meglio: il nostro ruolo in fin dei conti è premiare qualcosa che il cane propone di sua sponte, noi ci limitiamo a dirgli “bravo, hai fatto la cosa giusta, continua cosi”. Insegnare a cercare il tartufo è solamente tirare fuori un comportamento che il cane possiede naturalmente, ovvero cercare usando l’olfatto: per questo tutti i cani possono andare a tartufi! Loro sanno già farlo, noi dobbiamo solo aiutarli a mettere i pezzi al posto giusto.
Arrivederci al prossimo articolo!

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