Capita spesso che i cani imparino ad attirare l’attenzione dei proprietari nei modi più stravaganti. Alcuni lo fanno abbaiando, saltando addosso, prendendo un oggetto per farsi inseguire; altri distruggono, scavano in giardino, ingeriscono oggetti. Taluni arrivano perfino a fingere di stare male.
Non sempre è facile capire quando un cane ha un comportamento di richiesta di attenzione, proprio perché sono abilissimi a capire le nostre debolezze e ad inventarsi i modi più incredibili pur di richiamare la nostra attenzione su di loro.
Vediamo alcuni casi reali:
1) Spice è un maschio di Pastore Tedesco di un anno
I suoi proprietari sono persone anziane e sono preoccupati perché il cane abbaia continuamente e gli salta addosso in modo insistente.
Inoltre, a volte, inizia a correre per casa come un matto, facendo cadere i soprammobili e spostando tutti i tappeti.
Considerata la loro età ed il fatto che vivono in un condominio, tutto questo genera non pochi problemi.
Quando sono andata a casa loro per vedere il cane devo dire che ho faticato molto perché Spice non ha mai, ripeto mai smesso di abbaiare e di saltarmi addosso per quasi due ore consecutive, anche se sempre in modo giocoso.
Fin dal principio ho capito che Spice era un cane pieno di energie, che voleva sempre attirare l’attenzione su di sé: lo faceva fin da quando era piccolo.
Ecco cosa era successo, secondo il mio parere: il cane aveva imparato a fare così per ottenere ciò che desiderava.
Spice infatti, come tutti i cuccioli, quando è arrivato a casa ha cercato prima di osservare i suoi nuovi padroni per capire come doveva comportarsi per ricevere le loro lodi: quando si metteva tranquillo nessuno gli faceva caso, nessuno lo premiava, lo coccolava o lo sgridava.
Così il giovane cane ha subito compreso che il suo stare tranquillo non era un “buon comportamento”. Quando invece appoggiava le sue zampe anteriori sulle gambe delle persone tutti allungavano la mano per dargli una dolce carezza…chi non resiste ad un batuffolo di pelo che si allunga per farsi coccolare? Quindi il cane iniziò ad acquisire un nuovo comportamento che, dal suo punto di vista, era idoneo e corretto, visto che veniva regolarmente premiato.
Quando il cucciolo diviene più grande, ecco che i proprietari iniziano a stufarsi di avere 30 kg che si appoggiano su di loro. Ma il cane insiste: se ha sempre funzionato, perché smettere?
E in effetti il cane vede che a volte lo accarezzano ancora; a volte lo sgridano, ma comunque riesce ad attirare la loro attenzione.
Purtroppo i coniugi non avevano molto tempo e forze per giocare con il cane e tendevano a non considerarlo molto. Allora Spice dovette inventarsi nuovi metodi per farsi notare: se correva per casa come un matto, se abbaiava, se saltava, allora ecco che tutti lo guardavano, lo rincorrevano, gridavano!
“Ecco! – deve aver pensato Spice – ecco come devo fare!”
Il cucciolo aveva compreso che quando voleva attirare su di sé l’attenzione poteva farlo abbaiando, correndo per casa e saltando loro addosso: immediatamente i proprietari si voltavano verso di lui. Anche se lo sgridavano, se si alzavano per punirlo, effettivamente aveva ciò che voleva: la loro attenzione.
Per i cani, infatti, molto spesso l’attenzione negativa è ugualmente gratificante, è comunque un modo per essere considerati.
Lo fanno anche quelli molto coccolati, che comunque hanno capito come ottenere ancora più attenzioni.
A questo punto ho spiegato la situazione ai proprietari di Spice, che si sono stupiti, ma hanno compreso perfettamente il meccanismo.
Per migliorare il comportamento di Spice, che fortunatamente era giovane e quindi non aveva ancora radicato in sé questi atteggiamenti, avrebbero dovuto fare l’esatto contrario di quando avevano fatto fino a quel momento: ignorare tutti i comportamenti scorretti di richiesta di attenzione, non guardarlo, non accarezzarlo e non sgridarlo.
Naturalmente, ho detto loro, se quando andavano in giro Spice saltava sulle persone, queste non dovevano accarezzarlo, altrimenti avrebbero rovinato tutto il lavoro.
Se Spice si metteva seduto, invece, avrebbero dovuto premiarlo: in questo modo insegniamo al cane qual è il comportamento corretto che desideriamo da lui e lo premiamo.
E’ essenziale insegnare al cane il comportamento che vorremmo da lui, altrimenti, come abbiamo visto, cercherà da solo le strade per ottenere ciò di cui ha bisogno e l’inventiva dei cani è sorprendente.
Il seduto è un mezzo molto semplice e molto utile.
Allo stesso tempo avrebbero dovuto_premiare il cane tutte le volte che era calmo e tranquillo.
E’ stata impostata anche una serie di esercizi e di giochi che avrebbero dovuto fare insieme: tirare una pallina e farsela riportare, nascondere un oggetto ed insegnargli a cercarlo e trovarlo, esercizi semplici di fiuto, come piste con bocconcini. Dopo un mese e mezzo Spice aveva smesso di abbaiare e saltare loro addosso ed era, in generale, più tranquillo e sereno.
2) Roma è una femmina meticcia di due anni.
Il problema che più preoccupa i suoi proprietari è che ruba tutti gli oggetti per casa, dalle pantofole ai maglioni, dai cuscini al telecomando, li porta tutta fiera davanti a loro e poi non li lascia fino a quando non riescono a prenderla e a toglierle dalla bocca ciò che ha rubato.
Anche in questo caso Roma ha capito come attirare l’attenzione dei suoi proprietari.
In principio deve essere stato un caso, magari aveva preso la classica ciabatta e se la portava per casa. Quando la proprietaria l’ha vista ha iniziato subito a rincorrerla per casa nel tentativo di riprendersela: Roma correva felice e la proprietaria la inseguiva…che bel gioco!
Allora la piccola ha iniziato a provare la stessa cosa con altri oggetti, magari il telecomando o un cuscino, ed effettivamente ha visto che, se li portava davanti a loro, tutti si mettevano a rincorrerla gridando come matti…veramente un bel gioco!
Ho spiegato i motivi di questo comportamento, ma in questo caso il problema era che non potevano certo rimanere indifferenti mentre Roma distruggeva tutto ciò che trovava.
Allora abbiamo messo in atto un stratagemma: per i giorni successivi tutti gli oggetti sarebbero dovuti essere nascosti o posizionati in alto.
Ho spiegato loro che avrebbero però dovuto lasciare qualche oggetto alla portata di Roma, in modo tale che, se lei lo avesse preso, avrebbero dovuto rimanere indifferenti.
Per far questo avrebbero dovuto comprare un telecomando finto (giocattolo), lasciare le vecchie ciabatte ormai distrutte ed alcuni oggetti che non avevano alcun valore.
Quando la cagnolina li prendeva, nessuno la considerava.
Allo stesso tempo abbiamo impostato delle sessioni giornaliere di gioco ed interazione.
In breve tempo Roma perse ogni interesse nel rubare oggetti e trovò più divertente e remunerativo fare altre attività con i suoi proprietari.
3) Pet è un maschio di un anno di Dobermann
Vive con la sua famiglia in una villa con giardino, ma, da circa un mese, la notte abbaia insistentemente.
I proprietari hanno provato a sgridarlo, ma sembra non funzionare affatto.
Anche in questo caso Pet aveva studiato il modo per ricevere attenzioni, seppur negative. Tutto sembra aver avuto inizio per caso, una notte in cui i vicini furono svaligiati dai ladri. Quella notte Pet deve averli sentiti ed ha iniziato ad abbaiare forsennatamente. La proprietaria, che mai aveva sentito il cane abbaiare di notte, si è preoccupata ed è immediatamente scesa a controllare. Non vedendo nulla di strano, ha accarezzato il cane per calmarlo ed è tornata a dormire. La notte successiva e quelle dopo ancora Pet ha continuato ad abbaiare e la proprietaria ogni volta scendeva, in principio per controllare e poi per sgridarlo.
Ecco che Pet aveva scoperto come far venire a sé la proprietaria anche durante la notte.
Scrissi una lettera per i vicini, spiegando loro che per qualche giorno avremmo lasciato il cane abbaiare senza interromperlo in modo da risolvere il problema.
In una settimana Pet smise di abbaiare la notte.
4) Una è una bassotta a pelo raso di 5 anni.
I motivi per cui mi chiamarono erano molti, ma io vi parlerò di uno solo di questi, il più interessante.
Tina, quando aveva circa un anno, era stata investita da un’auto e così dovettero operarla agli arti posteriori. La sua proprietaria la adorava – è una persona molto apprensiva ed affezionata a Tina – per cui fece di tutto per curarla e per assisterla. Dopo circa un anno soffrì anche di una tosse che faticò a passare e nuovamente la sua proprietaria non perse d’occhio Tina neanche per un minuto e la curò con molta attenzione.
Oggi Tina è un cane molto esigente, ma anche un po’ ansioso. Ha un continuo bisogno di coccole e rassicurazioni, che la sua proprietaria non manca di darle.
Abbiamo potuto notare però che Tina aveva iniziato a fare una cosa veramente stravagante: quando la proprietaria era distratta, se ad esempio parlava a lungo con me, ecco che Tina iniziava improvvisamente ad avere la tosse ed a zoppicare in modo evidente.
La proprietaria, vista la storia clinica, mi raccontò che era veramente preoccupata perché la portava sempre dal veterinario per questi suoi colpi di tosse e per la saltuaria zoppia, avevano fatto ogni sorta di esame, ma nulla sembrava spiegare questi problemi.
Tina era molto furba: faceva l’attrice per attirare su di sé le cure e le attenzioni della sua proprietaria, raggirandola con impareggiabile maestria.
La proprietaria comprese la situazione, ma preferì lasciare che Tina continuasse questo comportamento, trovandolo molto divertente e segno della sua intelligenza.
Probabilmente, evitando di darle attenzioni quando iniziava a tossire o zoppicare, Tina avrebbe smesso di farlo.
Questi sono alcuni esempi di un problema che ricade nella definizione di “richiesta di attenzione”, ma possono essercene tanti altri: i cani sono maestri nell’osservarci e nell’inventarsi nuovi modi per ottenere ciò di cui hanno bisogno.
Un buon etologo è in grado di individuare questi comportamenti e di indicarvi le strade migliori per risolvere tali problematiche. Ricordate comunque che, se togliamo al cane un modo per attirare la nostra attenzione, dobbiamo comunque dargliela in altro modo, più corretto.
E’ la regola che descrivo così: “dopo un no, ci vuole un sì”, dopo aver sgridato un cane è importante premiarlo se smette, ma ancor più educativo è indicargli cosa dovrebbe fare. Il cane che salta addosso deve conoscere il comportamento giusto per accogliervi a casa, ad esempio mettersi seduto.
La richiesta d’attenzione, in ogni caso, non dovrebbe essere punita mai perché è solo una manifestazione dell’affetto che il cane prova per noi: va semplicemente reindirizzata e incanalata in comportamenti più corretti.
Credo che il mio vecchio Gordon Setter, di ormai 13 anni e mezzo, abbia deciso assolutamente che deve avere la mia attenzione ad ogni costo. E’ sempre stato un chiacchierino, ogni tanto piagnucolava per uscire in terrazzo per esempio, o perchè voleva raggiungerci in una stanza… ma abbiamo sempre considerato abbastanza normali questi atteggiamenti e non troppo invadenti. Da diverso tempo però, forse addirittura anni, ha iniziato ad essere particolarmente vocale in mia presenza; con il resto della mia famiglia è capace di passare ore e ore a dormire o comunque senza “disturbare”, ma quando ci sono in casa io piagnucola in modo molto insistente, abbaia “a bassa voce”, si alza e fa qualche saltello vicino alla porta finestra… Lo porto anche fuori, ho pensato diverse volte “Povero, magari gli scappa”, e invece fa magari una pipì da niente e quando torniamo dopo un po’ ricomincia la tiritera. Oppure quando bisogna uscire in passeggiata con me diventa una lagna impossibile di latrati e mugolii e giravolte, mentre con il resto della famiglia non ha quasi mai reazioni così petulanti. Mi domando perchè faccia questa distinzione.
Premetto che sono andata via di casa da qualche mese, ma questi comportamenti avevano luogo anche quando abitavo ancora con i miei.
Io invece penso che la mia boxer di 3 anni abbia capito che distruggendo le cose attira attenzione…questo perchè ho fatto il grosso errore di sgridarla quando da cucciola tornavo a casa e aveva combinato disastri…ora ogni qualvolta esco di casa, anche solo poco tempo (spesa o commissioni) ho la paura di tornare a casa e trovare tutto distrutto..l’ultima cosa che ha fatto è stato mangiare il cappotto esterno dell’appartamento..certe volte davvero mi riesce difficile ignorarla perchè mi sembra di farle “passare” le sue marachelle…
Utilizzo una tecnica semplicissima, che consiglio vivamente a tutti i cani, soprattutto quelli sopra i miei dieci chili: per attirare la Loro attenzione, sedetevi comodamente sopra loro pancia, infilate il musetto tra il collo e l’orecchio e iniziate a fare ronf ronf….restano come paralizzati! Interrompono immediatamente qualunque attività e iniziano a pensare…oh come sono fortunato! Il problema è che dovrete restare paralizzati anche voi…che se iniziate a mordicchiare o a muovervi…si ricordano subito che avevano altro da fare….Teo
la mia cucciolona mi si posiziona davanti e mi fissa con un peluche in bocca, se non la calcolo, mentre cammino mi afferra continuamente le caviglie con le zampe come se facesse lo sgambetto!
@Darnov, vero entrare in casa non risolve necessariamente il problema della richiesta di attenzione tout court; ma un dobby isolato dalla famiglia non stupisce richieda il reintegro immediato.
Per il primo punto, io sono certo che la vera natura del cane sia una natura sociale, partecipativa alla vita del gruppo. Isolarlo in giardino (leggermente diverso se con altri cani) è una forzatura. In particolare nell’articolo si parla di dobermann, cani che non solo patiscono molto il freddo (ok dipende da dove sta il giardino ma l’Italia non è il Belize) ma soprattutto patiscono tremendamente la “distanza” dal gruppo. Se i miei accidenti hanno in qualche modo offeso lei o altri, chiedo venia e li ritiro immantinente, pur rimanendo fermo nelle mie convinzioni. Cordialmente
Per ridere un po’ al minuto 02:55 http://tinyurl.com/85387mb
(purtroppo non l’ho trovato su YT)
Interessante articolo…
Il mio incrocio Golden di 6 mesi ha/aveva trovato un modo che difficilmente lascia indifferenti: mi mordeva. Non tanto da lacerare la pelle, ma abbastanza da fare male. Se gli voltavo le spalle mi mordeva il sedere invece che le mani o i polsi.
Ho provato a portare con me qualcosa di alternativo da mordere, ma a parte che è scomodo, preferiva comunque mordere me.
Una strategia che sta funzionando è quella di mettersi a fare degli esercizi: seduto, terra, lascia, guardami, etc. se sono in un contesto in cui è possibile. Questo gli piace molto e lo calma istantaneamente.
Altrimenti (per esempio per strada) lo faccio sedere e aspetto…
Nel suo caso è un misto tra la voglia di giocare e la richiesta di attenzioni…
Un’altra cosa che fa è spiantare le piante dai vasi, cosa che mi fa accorrere (quando lo vedo, cioè raramente). Se non lo vedo si diverte lo stesso.
Avevo pensato di fare delle piante finte mettendo nei vasi dei semplici rami tagliati e poi appunto reagire… ma come? Con indifferenza se è una richiesta di attenzioni.
Ma, se questo delle piante è solo un gioco, non è meglio “tendergli degli agguati” e quando lui le distrugge uscire e dire “no”?
Il dubbio è quello: vuole attenzioni? E’ una sfida? E’ solo un gioco e deve capire che non si fa?
Perché la reazione è diversa caso per caso…
andrebbe visto. di certo se cerca attenzioni facendo certe cose se corri e gli dici no ottiene quel che vuole quindi non è il caso. se semplicemente sta giocando invece dovresti uscire e proporre un gioco che possa fare MA è importante che non capiti MAI che possa farlo in un momento che nessuno può correggerlo. per questo io non lascio liberi i cuccioli fino ad una certa età quadno non ci sono in post dove possono far danni. per il discorso di mordere per attirare l’attenzione, sarò “vecchia scuola” ma se ci provano con me glia rriva un apedata che sbattono contro il muro… altrochè metodi gentili… tu mi mordi e io ti dfo un calcio nel culo. vediamo chi si stanca prima?
Io alle volte lo scuoto per la collottole.. mi pare più “canino”… un po’ capisce, ma il metodo di dargli dei comandi funziona di più, devo ammettere…
Scuotere per la collottola non è canino: è “afferrare” per la collottola che è canino!
Tu mi tocchi un tasto dolente, perché in millemila libri di valeria rossi troverai scritto che il cucciolo si punisce “scuotendolo per la collottola”.
La storia è la seguente: c’era una volta (anni ’80…) una cinofila che aveva scritto il suo primo libro sull’addestramento del cane, che era andato molto bene. Le chiesero allora di scrivere un’intera collana sull’educazione del cucciolo (varie razze), incarico che lei accettò con gioia perché le piaceva scrivere e perché i soldini erano bei soldini che tornano sempre tanto comodi. Purtroppo l’editrice, che aveva avuto in mente un autore diverso, non era entusiasta di questo grosso lavoro affidato a una novellina: quindi la “sorvegliava a vista”, leggeva tutto, controllava tutto, faceva le pulci a tutto e voleva mettere il naso in tutto… SENZA sapere un accidenti né di cani, né di educazione, né di addestramento, ma avendo per ovvi motivi il coltello dalla parte del manico.
L’aspirante scrittrice cinofila – che ancora non sapeva che in futuro avrebbe appestato il mondo di libri – era molto preoccupata di far bene e ovviamente diceva quasi sempre di sì quando l’editrice le dava una direttiva: ma si impuntò – e di brutto – quando l’editrice le cancellò tutto il paragrafo che spiegava che non si dovevano comprare cuccioli in negozio, con la seguente motivazione: “Ma noi i libri li vendiamo nei negozi di animali! E’ pazza, a dire che non sono affidabili per comprarci i cani?”.
Ne seguì una litigata storica, al termine della quale l’aspirante scrittrice ottenne NON di poter sconsigliare l’acquisto in negozio dicendo papale papale che era una fonte sicura di bidonate, ma almeno di poterlo “non consigliare” (e già era una vittoria!): però l’editrice cominciò a diventare veramente pressante (mi verrebbe un altro termine, ma siccome la sciura non c’è più, mi limito per rispetto all’anima sua).
Tra le varie cose che la sciura ottenne per quieto vivere ci furono: a) l’immancabile e costante presenza del Test di Campbell (che la sciura adorava) su TUTTI i libri e per TUTTE le razze, comprese quelle in cui non serve assolutamente a nulla; b) la costante presenza del termine “padrone”, che già stava sulle palle alla sottoscritta ma che per la sciura era l’UNICA definizione appropriata a chi aveva un cane (la sciura, sotto sotto, aveva un pizzico di animo nazista); c) il maledettissimo “scuotimento per la collottola”, che l’autrice aveva cercato di definire “presa di collo”: ma il termine non era piaciuto all’editrice perché “sembrava un incontro di lotta libera” (testuale). Venne suggerito il termine “scuotere per la collottola”… e scuotere fu, anche nei libri successivi, anche perché ogni volta che io tentavo di scrivere (a tradimento, sperando che non se ne accorgesse) “prendere per il collo”, “afferrare il collo” ecc., i redattori sostituivano con “scuotere”. Fine della storia (fine un po’ ignominosa, a dire il vero, perché appaio come la codarda che sono effettivamente stata: ma la verità non si può sempre abbellire a proprio piacimento).
Comunque: NON SI SCUOTE nessun cucciolo e nessun cane! Semmai si “afferrano” sia i cuccioli che gli adulti, per sgridarli/distoglierli da un’azione, per il collo o per il muso, perché questo è quanto fanno le mamme con i propri piccoli (e anche gli adulti, come segno di dominanza bonaria). “Scuotere” è quanto i cani fanno per uccidere le prede, e non sarebbe carino trasmettere a un cucciolo il messaggio “mo’ ti ammazzo”! 🙂
A me pare una cazzata e pure grossa
Quale?
Ho detto scuotere (senza sapere nulla di questa storia che tuttavia posso capire benissimo) ma in realtà è più un afferrare… scuotere davvero 24 chili di cane per la collottola è del tutto superiore alle mie forze… e comunque, come dicevo, non si turba granché…
Commento Cattivo (ma non troppo).
Per il caso di Pet, bastava farlo dormire in casa. Accidenti ai proprietari di giardini! 😛
(so che lo sai, lo hai scritto mille volte! ma non ho resistito)
Grazie per gli accidenti, ma io, proprietario di giardino, sono convinto della scelta di lasciare vivere i miei cani in un ambiente più adatto alla loro natura e di fare tutto ciò che posso per non farli sembrare sopram_mobili da riscaldamento. Aggiungo che non credo basti far entrare in casa un cane che richiede attenzione. Se nella causa o nella gestione di essa c’è un problema relazionale, dentro o fuori casa è ininfluente; le soluzioni sono nel corretto rapporto proprietario/cane.
Darnov, l’ambiente adatto alla natura di un cane è il suo branco.
Sono d’accordissimo sul giardino, a patto che ci stia anche tutta la famiglia 🙂
Sì appunto: nel we io e il mio cane stiamo in una casa con un ettaro di bosco e prati attorno. Se io sono fuori lui è felicissimo di venire con me, ma se sono in casa, preferisce di gran lunga stare sul tappeto del salotto mentre sto sul divano e su quello della cucina mentre io cucino o rigoverno… Fa dei giretti anche da solo (non è un cane appicicaticcio) ma dopo 15 minuti al massimo decide che gli basta. Poi dipende anche dalla razza del cane: avevamo un beagle che stava via delle ore…
OK. Un motivo (anche mille) in più per alzarmi dal mio trono_pc lavorativo. Poi sia io che loro (i cani) dobbiamo imparare a stare anche da soli in serenità ed equilibrio.
Grazie.
spesso i cani in giardino abbaiano e distruggono perchè primo si trovano qualcosa da fare e quindi o distruggono o fanno “la guardia” continuamente e soprattutto a meno di non passare parecchie ore con lui non si sentoe aprte del branco. a parte alcuni cani vedi il maremmano presentato oggi che proprio soffrono in casa, meglio il cane in casa con i propri umani che da solo in un bellissimo giardino. il cane non è un bovino che ha bisogno di brucare è un animale sociale e ha bisogno di stare col suo branco.quindo come dice valeria o vai a dormire anche tu in giardino o sarebbe meglio il tuo cane stesse in casa con te.non so come mai ma di 6 cani che ho a parte in momenti di “bisogno”… preferiscono stare in casa con me… davvero strano eh.