LA STORIA (da “Il Boxer” di Valeria Rossi – ed. DeVecchi)
Il boxer è riconosciuto ufficialmente dal 1895: la razza, quindi, ha poco più di cent’anni.
In Germania si hanno notizie di molossoidi di media taglia fin dai tempi dei Celti: da questi cani, ancora una volta, discesero tre ceppi diversi:
– cani pesanti e massicci, simili all’odierno mastino napoletano;
– cani alti sugli arti e di taglia piuttosto alta, simili all’odierno alano;
– cani di media taglia ma agili, a muso corto e testa massiccia.
Fu quest’ultimo ceppo ad avere maggior successo in Germania, tanto che questi cani furono divisi in vere e proprie “razze” legate alla zona di provenienza e/o alla funzione a cui venivano adibiti i cani.
Le razze erano le seguenti:
– bullenbeisser (morditore di tori)
– baerenbasser (morditore di orsi)
– brabanter (cane del Brabante, zona del Belgio)
– danziger (cane di Danzica, città della Polonia)
E’ probabile che il bullenbeisser sia stato il progenitore del boxer: di questo cane, infatti, abbiamo descrizioni sia scritte che figurate molto simili a quella di un boxer moderno.
Il motivo per cui disponiamo di tante descrizioni, purtroppo, non è molto lusinghiero: infatti il più famoso bullenbeisser, un cane di nome Thyras, apparteneva al famoso bandito Mathias Klostermaier e viene descritto negli atti relativi al suo processo.
C’è da dire, in compenso, che il carattere di Thyras viene elogiato a più riprese (a differenza di quello del suo padrone): si dice infatti che il cane fosse “fiero, leale e molto coraggioso”. Le leggende narrano che salvò più di una volta la vita di Klostermaier.
Il bullenbeisser, d’altro canto, era un vero e proprio cane da difesa anche per i macellai e birrai del tempo, che lo usavano come “scorta armata” dei carri quando si recavano al mercato.
Ma la progressiva scomparsa dei carri, con la comparsa di mezzi di trasporto più evoluti, rischiò di far estinguere la razza. I pochi superstiti, abbandonati a se stessi e non più soggetti neppure ad una primitiva forma di selezione, cominciarono ad incrociarsi a casaccio con altri tipi cani divenendo meno massicci e più bassi di statura: inoltre mostrarono un notevole aumento dell’aggressività. Verso la fine dell’Ottocento il bullenbeisser originario era quasi scomparso: ma tre cinofili dell’epoca decisero di ricostruirlo accoppiando i soggetti rimasti (e piuttosto degenerati) con il bulldog inglese, che a quei tempi era assai più alto e più snello di quello odierno, pur avendo già lo stesso carattere tranquillo ed equilibrato.
Da questi esperimenti nacque Flocki, il primo iscritto nel libro di allevamento della nuova razza.
I tre cinofili (Roberth, Konig e Hapner) erano riusciti nel loro intento: nel 1902 veniva stilato il primo standard ufficiale del boxer.
Il nome “boxer”
Non si sa di preciso quando sia nato il nome “boxer”: le prime notizie risalgono al tempo in cui la razza stava degenerando e rischiava l’estinzione.
Fu allora che i tedeschi, non riconoscendo più il glorioso bullenbeisser nei cani piccoli e ringhiosi che accompagnavano i pochi carri rimasti in circolazione, cominciarono a chiamarli “bierhunde” (cane dei birrai) o “bierboxer” (pugile dei birrai). Sicuramente il nome è legato alla “faccia da pugile” tipica dei molossoidi: il muso corto e schiacciato richiama alla mente una faccia umana col naso rotto, come sono spesso quelle dei pugilatori. Altrettanto sicuramente, all’inizio, il nome fu scherzoso: più una presa in giro che un tentativo di definire una vera e propria razza.
Il concetto, però, fece presa: tant’è vero che l’unico ad osteggiare il termine inglese “boxer” fu il grande allevatore Philip Stockmaun, che avrebbe voluto chiamare il cane “kampfer”.
Ma anche “kampfer”, in tedesco, significa “pugile”: l’immagine era decisamente vincente, e il fatto che alla fine abbia prevalso il termine inglese in fondo è poco importante.
IL CARATTERE DEL BOXER COME CANE DA LAVORO
di Antonio Bartolini, allevatore e giudice di lavoro
Se vogliamo parlare seriamente del carattere del boxer dovremo staccarci un po’ dagli stereotipi che normalmente si trovano su libri e riviste…e in cui i cani sembrano tutti uguali.
In realtà non è affatto così, perché ogni cane ha uno Standard caratteriale diverso: il boxer in particolare deve avere un carattere che io amo definire “in sintonia con la sua taglia”.
Il boxer è un cane di taglia media o medio-grande e deve avere un temperamento da medio a medio-alto, con una soglia di stimolo da media e medio-alta.
Il cane con una soglia di stimolo molto bassa può essere piacevole per il neofita, che lo vede “pronto a reagire” e si convince di avere un soggetto di grande carattere: in realtà è vero il contrario, perché un “vero” boxer, che corrisponda al carattere TIPICO della razza, è un cane che prima di reagire ha bisogno di pensarci un attimo e di convincersi che quella certa cosa va fatta.
Questo lo rende sicuramente meno facile da addestrare, ma lo rende anche molto facile da gestire nella vita sociale: il vero boxer è un cane che difficilmente creerà problemi di aggressività fondati sull’equivoco. E’ un cane sicuro in famiglia e con i bambini, è un cane che si può portare con sè ovunque.
Sul campo di addestramento, poi, non è detto che il particolare carattere del boxer debba per forza fare impazzire il conduttore: se si trova la chiave giusta per la razza, e poi quella per il singolo soggetto, il cane può dare grandi soddisfazioni anche in campo sportivo.
Fin qui la teoria, ovvero lo standard caratteriale del boxer così come lo si conosceva fino agli anni 70-80.
Purtroppo, dall’inizio degli anni ’90, il carattere tipico del boxer si è PERSO, e lo dico senza mezze misure, inseguendo una particolare struttura “da ring” che a mio avviso non è neppure la struttura corretta per la razza. Le linee di sangue che permettono di avere i “cagnoni con grandi testoni” tanto ricercati oggi sui ring si portano come conseguenza una soglia di stimolo altissima, quasi inesistente, e poco temperamento.
Così questi cani o sono apatici, spenti, del tutto privi della gioia di vivere e della curiosità che dovrebbero caratterizzare la razza…oppure (specie se intervengono anche fattori ambientali negativi) sono cani paurosi che tendono a reagire aggressivamente per difesa anche in mancanza di un vero pericolo.
Il “vero” boxer è un cane sicuro di sè, con una grande voglia di affermazione nel compito che gli è stato affidato, sia esso quello della difesa personale (come era quando è stata creata la razza), o quello sportivo che è praticamente l’unico richiesto ai giorni nostri.
Il “vero” boxer è un cane che di fronte allo stimolo ci pensa un attimo, decide se è il caso di reagire, e quando reagisce parte per vincere il confronto, senza starsi a preoccupare se c’è o meno una via di fuga percorribile.
E’ un cane tanto sicuro delle sue possibilità che non pensa mai “chissà se uscirò vincitore o meno?”. Lui pensa “questo tizio mi ha provocato? Bene, adesso vado lì, lo riempio di botte e chiudiamo la discussione”.
Ecco perché non sopporto di vedere boxer nervosi, quasi nevrotici, che si allertano anche di fronti a stimoli neutri e che mordono guardandosi intorno, come per accertarsi di poter scappare in caso di bisogno.
Questi NON sono boxer.
Questi sono anche cani che faticano a fare il “lascia”, ma bisogna vedere i MOTIVI per cui faticano.
Venticinque anni fa i cani più forti e combattivi faticavano a loro volta a fare il “lascia”: ma quando si è trovata la chiave giusta, e cioè lo stimolo positivo che facesse pensare al cane che il “lascia” non fosse la fine del gioco, ma un momento indispensabile per poter continuare a giocare, ecco che i cani davvero forti hanno cominciato a lasciare senza problemi.
Loro non lasciavano perché temevano che il conflitto (a cui si appassionavano) finisse in quel momento: e siccome si divertivano, volevano continuare.
I cani che non lasciano oggi sono cani che pensano “se mollo la manica, chissà questo cosa mi combina”.
Ecco perché bisogna sempre cercare di capire i motivi per cui un cane si comporta in un certo modo. Non sempre un certo atteggiamento è sinonimo di grande carattere, anzi a volte è proprio il contrario.
Un altro problema oggi sta nel fatto che per fare i brevetti in fretta si addestrano tutti i cani nello stesso modo, dimenticando che il boxer non è un pastore tedesco e ha bisogno di un approccio al lavoro totalmente diverso.
Se i cani da pastore obbediscono al conduttore “perché lui è il capo”, senza porsi domande, il boxer deve capire PERCHE’ gli si chiede di fare una certa cosa e deve convincersi che è giusto farla.
La ricompensa per un boxer di carattere non dev’essere necessariamente un boccone: lo si può usare, certo, ma a lui può bastare anche il semplice “BRAVO!” , perché è un molossoide e la cosa che gli interessa di più è il contatto, il rapporto con l’uomo.
Per questo io sostengo che il boxer si addestra con il salamotto tenuto dal conduttore, con molto contatto fisico.
Così il cane impara il “lascia” nei momenti di gioco, capisce che lasciare significa riprendere il gioco subito dopo, e quando si arriverà agli esercizi di difesa avrà già capito perfettamente il concetto e non porrà difficoltà nelle fasi di obbedienza.
Il cane che non lascia, come ho già detto, è un cane insicuro e difficilmente controllabile.
Purtroppo oggi questi cani sono in continuo aumento, e la causa è genetica, legata ai soggetti che hanno portato certe caratteristiche fisiche “vincenti” sul ring.
Queste linee di sangue andrebbero abbandonate, facendo un serio esame di coscienza e rendendosi conto che il pubblico si sta allontanando dalla nostra razza perché non trova più il boxer che conosceva un tempo.
In Germania, dove c’è il culto del carattere e del lavoro, dove non c’è casalinga o anziana signora che non abbia il cane addestrato, si sono resi conto di questo gravissimo problema e stanno già correndo ai rimedi.
L’indirizzo di allevamento si sta rivolgendo a cani di giusta media taglia, perché l’altezza eccessiva è uno dei segni principale della selezione sbagliata degli ultimi anni.
I tanto ricercati “cagnoni con capoccioni” portano con sé la debolezza caratteriale, l’abulia, la mancanza di equilibrio che continuando così finirà per rovinare irrimediabilmente la razza.
Qualche tempo fa, in una riunione di giudici, ho chiesto al dottor Bonetti cosa ne pensava di un boxer con una testa “a sviluppo verticale”, che sembrava un elmo da corazziere, piazzata su un tronco alaneggiante, pesante e linfatico.
Lui mi rispose: “Ma quello non è un boxer!”, e io ribattei: “Allora perché questi cani vincono?”
La perdita di carattere è la conseguenza indesiderata di una selezione che dovrebbe apparire altrettanto indesiderata, perché rincorre un tipo fisico che non corrisponde neanche più allo Standard.
Quindi per salvare il boxer bisogna abbandonare questo tipo di selezione, rendendosi conto dei propri errori e accettando l’idea che non si potrà mai avere l’attuale tipo morfologico abbinato a un giusto carattere “da boxer”, con quella che io definisco “asprezza positiva e simpatica”, quel cane “che morde con l’occhio che ride”, perché è sicuro di sè e si diverte a fare il suo lavoro.
Bisogna tornare alla linee di sangue giuste, anche se forse per qualche tempo dovremo accontentarci di teste meno “scenografiche”, e badare soprattutto a usare femmine con il giusto carattere: perché è vero che padre e madre passano il 50% dei loro geni ai figli…ma poi il padre sparisce, mentre alla madre spetta il difficile compito di dare l’imprinting ai cuccioli.
I figli di cagne che sobbalzano al minimo rumore, che scappano di fronte a stimoli inoffensivi, che corrono a nascondersi se c’è un temporale, “assorbiranno” queste caratteristiche negative e lavorare con loro sarà doppiamente difficile.
Infine bisogna imparare a conoscere la razza prima di mettersi a lavorare con un boxer, perché oltre alla genetica sbagliata spesso ci sono gravi errori di addestramento…e il problema più comune è che molti proprietari, quando il boxer manifesta i primi segni di nervosismo e aggressività, sotto sotto sono contenti.
Questo è un grave errore, perché ci si compiace di un difetto! Invece bisognerebbe correre subito ai ripari, cercando di incanalare l’aggressività verso quella sicurezza indispensabile per rendere il cane gestibile e controllabile in ogni occasione.
Forse l’unico modo per salvare il boxer in Italia, visto che gli allevatori pensano solo a vincere in bellezza (perché è quella che paga) e spesso ignorano il lato caratteriale (che invece è quello che rende una razza più o meno amata dal pubblico), sarebbe una maggior cultura cinofila, e soprattutto la cultura del “vivere lavorando” con il proprio cane, così come avviene in molte altre nazioni, Germania in testa.
Se la gente volesse cani da lavoro, l’allevamento sarebbe costretto ad adeguarsi al mercato e le attuali linee di sangue verrebbero ben presto abbandonate, perché non possono dare cani da lavoro efficienti.
Ma questa è una strada che qualcuno – me compreso – ha cercato di intraprendere…finendo però per rinunciare.
In Italia manca ancora la cultura cinofila di base: una cultura avanzata, capace di dare il giusto peso alle doti caratteriali, per ora è un’utopia.
Nazionalità: Germania
Classificazione Morfologica: Molossoide – Mesomorfo – Brachicefalo
Classificazione Utilitaria: Gruppo 2, Cani da guardia, difesa e utilità – Categoria 2.1, Cani da pastore, da guardia, difesa e utilità – a) sottoposti a prova di lavoro.
Lo Standard fu stabilito nel 1902 e revisionato completamente nel 1920. Nel 1925 furono esclusi i Boxer neri e quelli bianchi e nel 1938 quelli pezzati. Con la modifica dello Standard, avvenuta in data 13/03/2001 e pubblicata il 02/04/2001, coda ed orecchie devono essere integre.
GIUDIZIO DEI CANI CON ORECCHIE E CODE AMPUTATE
Italia – L’Ordinanza del Ministero della Salute del 12 dicembre 2006 pone il divieto agli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un cane, o finalizzati ad altri scopi non curativi, in particolare:
i) il taglio della coda;
ii) il taglio delle orecchie;
iii) la recisione delle corde vocali.
Il divieto di cui al punto 1 lettera e) non si applica agli interventi curativi necessari per ragioni di medicina veterinaria.
I cani nati in Italia successivamente al 12.1.2007 dovranno essere giudicati con orecchie e coda integre.
L’esperto giudice deve comunque procedere alla valutazione ed al giudizio dei soggetti con orecchie e/o coda tagliate purché nati prima del 12.1.2007.
Si ricorda che l’articolo 1.2 dell’ordinanza Turco prevede che il divieto di interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un cane non si applica agli interventi curativi necessari per ragioni di medicina veterinaria e che questi ultimi dovranno essere attestati da apposita certificazione medico veterinaria.
Germania – E’ fatto divieto di esposizione per i boxer con orecchie erette a seguito di conchectomia nati dopo il 1° Gennaio 1987 e per i boxer caudectomizzati nati dopo il 1° Giugno 1998.
Dal 1° gennaio 2011 non sono più ammesse certificazioni mediche giustificanti uno o entrambi gli interventi di cui sopra.
Austria – i cani con coda e/o orecchie amputate, nati dopo il 1° Gennaio 2008, non possono più essere esposti in Manifestazioni ufficiali.
Nell’ambito della riunione del Comitato Generale FCI svoltasi il 26/27-11-2002, quest’ultimo ha deciso di ricordare a tutti i paesi membri e partner con contratto le decisioni seguenti:
La legge riguardante il taglio delle orecchie e della coda è diversa nel mondo. Sono possibili tre alternative:
1. Paesi nei quali esiste un divieto totale nelle esposizioni per cani con orecchie/code amputate: in questo caso, essendo le maggiori autorità le leggi del governo del paese del comitato organizzatore, non c’è possibilità di esporre, in esposizioni a CACIB, cani appartenenti a razze abitualmente amputate.
2. Paesi nei quali esiste un divieto per l’allevamento di cani amputati insieme con un divieto parziale per le esposizioni di questi soggetti: in questo caso, cani appartenenti a razze abitualmente amputate possono essere esposti, purché soddisfino i requisiti specifici a questo divieto parziale di esporre. Non considerando quel che lo standard afferma riguardo sia la coda
amputata/non amputata sia le orecchie amputate/non amputate, nelle esposizioni CACIB, non ci può essere discriminazione, da parte dei giudici, tra cani con orecchie amputate/non amputate e tra cani con coda amputata/non amputata. Spetta agli espositori di queste razze abitualmente amputate (coda/orecchie) contattare i comitati organizzatori per essere informati su questi requisiti specifici.
3. Paesi nei quali non esiste nessun divieto sull’esposizione e allevamento di cani con coda e orecchie amputate: in questo caso, cani appartenenti a razze abitualmente amputate (coda/orecchie) possono essere esposti senza qualsiasi restrizione, sia che siano amputati o non.
Non considerando quel che lo standard afferma sia per la coda amputata/non amputata sia per le orecchie amputate/non amputate, nelle esposizioni a CACIB, non ci può essere nessuna discriminazione, da parte dei giudici, tra cani con orecchie amputate/non amputate e tra cani con coda amputata/non amputata.
ASPETTO GENERALE
Il Boxer è un cane di media grandezza, a pelo raso, di costruzione quadrata e con forte ossatura. La muscolatura é asciutta, fortemente sviluppata e plasticamente rilevata. I movimenti sono vivaci, pieni di forza e di nobiltà. Il Boxer non deve apparire né tozzo o pesante, né privo di sostanza o eccessivamente slanciato.
PROPORZIONI IMPORTANTI
a) Lunghezza della costruzione – riferita all’altezza al garrese: La costruzione é quadrata, ossia le linee che la delimitano, una orizzontale che tocca il dorso e quelle verticali che discendono, anteriormente dalla punta della spalla, e posteriormente dagli ischi, formano un quadrato.
b) Altezza del torace – riferita all’altezza al garrese: Il torace é disceso sino ai gomiti. L’altezza al torace é pari alla metà di quella al garrese.
c) Lunghezza della canna nasale – riferita alla lunghezza della testa: La lunghezza della canna nasale, misurata dalla punta del naso all’angolo interno dell’occhio, sta nel rapporto di uno a due alla lunghezza del cranio, misurata dall’angolo interno dell’occhio sino all’occipite.
COMPORTAMENTO E CARATTERE
Il Boxer deve essere saldo di nervi, consapevole di se, tranquillo ed equilibrato.
Il suo carattere é di massima importanza e richiede una avveduta cura. Il suo attaccamento e la sua fedeltà al suo padrone e a tutta la casa, la sua vigilanza e il suo coraggio quale difensore sono da tempo famosi. E’ innocuo in famiglia ma diffidente verso gli estranei, é allegro e cordiale nel gioco ma é impavido in situazioni gravi. Si addestra facilmente grazie alla sua disponibilità alla sottomissione, al suo slancio e coraggio, alla sua naturale tempra e al suo fiuto. Dato che non ha pretese ed é pulito, é piacevole e prezioso sia in famiglia che come difensore, accompagnatore o cane di servizio. Il suo carattere é leale senza falsità e perfidia anche in età avanzata.
Difetti: aggressività, malignità, insidia, inaffidabilità, mancanza di temperamento, vigliaccheria.
TESTA
Essa conferisce l’impronta di tipicità, deve essere in buona proporzione rispetto al corpo e non deve apparire né troppo leggera né troppo pesante. Il muso deve essere il più possibile largo e potente. La bellezza della testa dipende dall’armonica proporzione fra sviluppo del muso e del cranio. Da qualsiasi direzione si guardi la testa, di fronte, di sopra o di lato, il muso deve essere sempre in giusto rapporto con il cranio e non deve mai apparire troppo piccolo. La testa deve essere asciutta, quindi non deve mostrare rughe; naturalmente si formano delle rughe sul cranio quando il cane è in attenzione. Partendo dalla radice del naso verso il basso, su entrambi i lati del muso sono sempre accennate delle rughe. La maschera scura si limita al muso e deve distaccarsi nettamente dal colore della testa, affinché l’espressione non risulti cupa.
Cranio: il cranio deve essere il più possibile stretto e angoloso. E’ leggermente convesso, non deve essere corto e globoso, né piatto e neppure troppo largo, l’occipite non troppo rilevato. Il solco frontale é soltanto leggermente accennato e, soprattutto fra gli occhi, non deve essere troppo profondo.
Stop: la fronte forma con il dorso nasale un salto chiaramente marcato. Il dorso nasale non deve spingersi dentro la fronte come nel Bulldog ma non deve neppure essere discendente.
Guance: le guance sono sviluppate in armonia con la mascella forte, senza tuttavia risaltare in maniera troppo accentuata. Esse si raccordano, con una leggera curvatura, al muso.
Muso: il muso deve essere fortemente sviluppato nelle tre dimensioni dello spazio e quindi non deve essere appuntito, né stretto né corto, né piatto. La sua conformazione viene influenzata:
a) dalla forma delle mascelle
b) dalla posizione dei denti canini
c) dalla forma delle labbra
I denti canini distanziati il più possibile l’uno dall’altro devono essere di buona lunghezza, in maniera che la superficie frontale del muso diventa larga, quasi quadrata, e formi con il dorso nasale un angolo ottuso. Sul davanti il margine del labbro superiore poggia sul margine del labbro inferiore. La parte ricurva verso l’alto della mascella inferiore insieme al labbro inferiore, denominata mento, anteriormente non deve superare vistosamente il labbro superiore né, tanto meno, scomparire sotto di esso, ma deve essere ben marcata sia vista di fronte che di lato. I denti canini e incisivi della mascella inferiore, a bocca chiusa, non devono nemmeno mostrare la lingua. Il solco delle labbra superiori è ben visibile.
Labbra: le labbra completano la forma del muso. Il labbro superiore è grosso e rigonfio; esso riempie lo spazio vuoto determinato dalla prominenza della mascella inferiore e viene sostenuto dai denti canini della stessa.
Naso: il naso é largo e nero, leggermente rivolto all’insù, le narici sono ampie. La punta del naso è posta un pò più in alto rispetto alla radice del naso stesso.
Dentatura: la mandibola sopravanza la mascella superiore e si incurva leggermente verso l’alto. Il Boxer “morde in avanti”, ossia é prognato. La mascella superiore ha una larga attaccatura al cranio e si restringe soltanto di poco nella parte anteriore. La dentatura é forte e sana. I denti incisivi devono essere il più possibile regolarmente disposti su una linea, i canini molto distanziati l’uno dall’altro e di buona grandezza.
Occhi: gli occhi scuri non devono essere né troppo piccoli né sporgenti o inseriti profondamente. Lo sguardo esprime energia e intelligenza, ma non deve apparire minaccioso o insidioso. I contorni devono essere di colore scuro.
Orecchie: le orecchie, integre, sono di grandezza appropriata. Sono attaccate lateralmente al cranio, il più in alto possibile e in posizione di riposo aderiscono alle guance. Quando il cane è in attenzione, le orecchie dovrebbero ricadere in avanti formando una piega ben evidente.
Difetti: mancanza di nobiltà e di espressione, apparenza cupa, testa di Pinscher o di Bulldog, bavosità, denti o lingua visibili a bocca chiusa, muso troppo appuntito o troppo leggero, canna nasale spiovente, tartufo di colore cuoio o stagionale, il cosiddetto occhio di uccello rapace, terza palpebra depigmentata, orecchie svolazzanti o a rosa, mandibola deviata, impianto sghembo dei denti, disposizione difettosa dei denti, denti poco sviluppati, dentatura compromessa in seguito a malattia.
COLLO
La linea superiore del collo scorre con una elegante curvatura dell’attaccatura della nuca, chiaramente marcata verso il garrese. Il collo deve essere di abbondante lunghezza, rotondo, forte, muscoloso e asciutto.
Difetti: corto, massiccio,giogaia.
COSTRUZIONE
Costruzione: quadrata. Il tronco poggia su membra robuste e diritte.
Garrese: deve essere marcato.
Dorso: il dorso, compresa la regione lombare,deve essere corto, solido, diritto, largo e molto muscoloso.
Groppa: leggermente inclinata, dolcemente arrotondata e larga. Il bacino deve essere lungo e, soprattutto nelle femmine, largo.
Torace: disceso, giunge sino ai gomiti. L’altezza del torace é pari alla metà dell’altezza al garrese. Petto ben sviluppato. Le costole sono ben cerchiate, ma non arrotondate a forma di botte e sono proiettate molto all’indietro.
Linea inferiore: scorre con elegante curva risalendo verso la parte posteriore. Fianchi corti, tesi, leggermente retratti.
Difetti: petto troppo largo e basso, torace appeso tra le spalle, dorso di carpa, dorso insellato, dorso stretto, lombi stretti, fortemente incavati e debolmente collegati con la groppa, regione lombare arcuata,groppa scoscesa, bacino stretto, ventre cadente, fianchi vuoti.
ANTERIORE
Gli arti anteriori, visti dal davanti, devono essere diritti, paralleli fra di loro ed avere ossa forti.
Spalle: lunghe e oblique, saldamente unite con il tronco non dovrebbero essere troppo cariche di muscoli.
Braccio: lungo e posto ad angolo retto rispetto alla scapola.
Gomiti: né troppo pressati al costato, né discosti.
Avambraccio: verticale, lungo e con muscolatura asciutta.
Carpo: forte, ben marcato, ma non rigonfio.
Metacarpo: corto, quasi verticale al suolo.
Piedi: piccoli, rotondi, chiusi, cuscinetti plantari ben pieni con suole dure.
Difetti: mancinismo, spalle non aderenti, gomiti scollati, carpo debole, piedi di lepre, piedi piatti e dita divaricate
POSTERIORE
E’ fortemente muscoloso, la muscolatura è dura come il legno e risalta plasticamente. Gli arti posteriori visti da dietro devono essere diritti.
Coscia: lunga e larga. L’angolo dell’anca e della articolazione del ginocchio deve essere il più possibile poco ottuso.
Ginocchio: nella sua posizione normale deve spingersi tanto in avanti da toccare ancora una verticale tirata a terra dalla punta dell’anca.
Gamba: molto muscolosa
Garretto: forte, ben marcato, ma non prominente. L’angolo del garretto è di circa 140 gradi.
Metatarso: é corto, con una lieve inclinazione di 95-100 gradi rispetto al terreno.
Piedi: sono un pò più lunghi di quelli anteriori, racchiusi, hanno i cuscini plantari ben pieni con suole dure.
Difetti: muscolatura debole. Posteriore troppo poco oppure esageratamente angolato. Arti a sciabola, arti a botte, vaccinismo, garretti ravvicinati, speroni, piedi di lepre, piedi piatti e dita divaricate.
CODA
L’attaccatura della coda è piuttosto alta che bassa. La coda è di lunghezza normale e lasciata integra.
Difetti: attaccatura bassa e malformata da deviazioni
ANDATURA – MOVIMENTO
Vivace, pieno di forza e nobiltà.
Difetti: andatura barcollante, scarsa copertura di spazio, ambio, rigidità.
PELLE
Asciutta, elastica, priva di pieghe.
PELO
Corto, duro, lucido e aderente.
COLORE
Fulvo o tigrato. Il fulvo si presenta in diverse tonalità, dal fulvo chiaro fino al rosso cervo scuro; tuttavia le tonalità più belle sono quelle intermedie (fulvo-rosso). La maschera è nera. La varietà Tigrata ha sul fondo il fulvo nelle predette tonalità, delle strisce scure o nere che seguono la direzione delle costole. Il colore e le strisce devono distaccarsi nettamente fra loro. In linea di massima le macchie bianche non sono da respingere, possono essere addirittura assai attraenti.
Difetti: maschera che oltrepassa il muso, strisce troppo addensate o soltanto singole, poco riconoscibili. Colore di fondo sporco. Colori che si mescolano, macchie bianche disarmoniche, come una testa interamente o a metà bianca. Altri colori o colori di fondo più di un terzo di bianco.
ALTEZZA
Misurazione eseguita dal garrese a terra, sfiorando il gomit maschi cm. 57-63; femmine cm. 53-59
PESO
Maschi (di circa 60 cm. al garrese): oltre 30 Kg; femmine (di circa 56 cm. al garrese): circa 25 kg.
Annotazione: i maschi devono presentare due testicoli di evidente sviluppo normale, completamente alloggiati nello scroto.
Foto: archivio “Ti presento il cane” e Allevamento dei Casperini
Le foto in gara sono tratte dalla gallery di Boxerforum
Lo Standard è tratto da sito del BCI
salve a tutti ho un appello da fare, una bellissima boxer di 4 anni cerca una famiglia, ha un carattere molto tranquillo,poco tempo fà nel forum c’era qualcuno che cercava un boxer anche da canile, questa infatti si trova presso un’amica in un rifugio: proviene da un’allevamento dove dopo vari..cesarei questo bravissimo allevatore ha pensato di sbarrazzarsene!!!Purtroppo non è il primo caso..anch’io ho preso una femmina tempo fa’ nelle stesse condizioni ed è stata la più bella cosa che ho fatto!lascio la mia mail ha disposizione grossomarina@libero.it