martedì 30 Settembre 2025

Come eravamo: rough collie e dobermann

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.


Vi ricordate di Lassie?
Sì, certo, ma… siete proprio “sicuri” di ricordarvi di Lassie?
Perché, per esempio, nei miei ricordi di bambina Lassie aveva un mantello fluente e lunghissimo, una vera nuvola di pelo: era un cane simile a quello della foto in alto.
Anche voi la ricordavate così?
In realtà, se la confrontiamo con un rough collie di oggi, la povera Lassie – che era femmina solo nelle intenzioni, perché è sempre stata interpretata da cani maschi – risulta quasi… spelacchiata, come si può vedere nelle foto qui sotto.

Delusione?
Ma no!
In fondo quello di Lassie è un mito immortale: ma non per il lungo mantello che catturava la nostra ammirazione da ragazzi.
No, di Lassie noi ricordiamo tutt’altro: il coraggio, l’abnegazione…insomma, il carattere.
Quel carattere che quasi nessuno, purtroppo, ha più selezionato da quanto il collie ha smesso di essere un cane da lavoro per diventare esclusivamente un cane da compagnia e da show.
Il collie di oggi è bellissimo: molto più bello, esteticamente, di quello di ieri. Però è una razza che ha perso la sua dote più grande. E’ quasi impossibile impiegare un collie moderno nelle prove di utilità, ma cosa ancor più grave…è difficilissimo usarlo nello sheepdog, la disciplina in cui dovrebbe eccellere sopra ogni altro!
Oggi abbiamo moltissimi collie timidi, perfino qualche collie mordace (soprattutto per paura), pochi collie che rispecchino almeno le caratteristiche richieste dallo Standard: “atteggiamento socievole, né timoroso, né aggressivo”.
Solo alcuni allevatori italiani hanno ancora voglia di testare i cani sulle pecore, per mantenere le caratteristiche tipiche della razza: ma nell’insieme il collie…non è più Lassie.
Può essere, quando è ben allevato, un ottimo cane da compagnia: ma almeno vorremmo che fosse quello, non un cane fifone. E per avere “almeno” quello gli allevatori dovranno smettere di pensare che la prima ragione della loro vita sia il mantello.
Il pelo fa vincere sui ring, forse: ma un cane, per avere successo, deve vincere nella vita, conquistando il cuore di chi decide di scegliere quella razza.

ROUGH COLLIE del 1936

ROUGH COLLIE  – anni 50


ROUGH COLLIE MODERNO

DOBERMANN

“Ma povere bestie!” viene quasi spontaneo pensare osservando i cani degli anni ’30.
Di ossatura leggera, tristi, con quelle orecchie cortissime…sembrano più “rescue” in cerca di adozione che grandi campioni come invece, ai loro tempi, erano.
Quanto al cane degli anni ’50…se gli mettessimo un po’ di pelo addosso, con quel musino a punta, faticheremmo a distinguerlo da Lassie!Decisamente il dobermann è cambiato: e non ci vuole uno scienziato per capire che è cambiato MOLTO in meglio.
Ha acquistato solidità e ossatura, la testa è migliorata immensamente…e in questo caso il carattere, pur essendo cambiato, non ha avuto un crollo come nel caso del Collie.
E’ cambiato perché dall’immagine “aggressiva” degli anni ’60-70 si è passati a un’immagine immensamente più soft, di cane prima di tutto da famiglia, e solo secondariamente da difesa.
Personalmente non sono entusiasta di questo “adeguamento alla vita cittadina” che interessa un po’ tutte le razze: ma lo comprendo, perché i dobermann che piacevano a me non erano decisamente cani per tutti.
Quelli di oggi possono esserlo, sempre che per “tutti” intendiamo “tutti i padroni responsabili ed equilibrati”.
Di sicuro oggi non si sente (quasi) più dire che il dobermann è un killer (resta ancora diffusa la “cugginata” secondo cui “a sette anni impazzisce”… ma molto meno di un tempo): l’immagine soft sta, lentamente ma inesorabilmente, facendo piazza pulita delle leggende metropolitane più stupide…e se il prezzo da pagare è un temperamento un po’ meno spiccato, ok, accetto senza problemi che lo si paghi.
L’importante è non esagerare, trasformando il dobermann in una caricatura di se stesso: ma questo è un rischio che si correrà – ancora una volta – solo se ci si “fisserà” troppo sulla bellezza, dimenticando che quello che conta, per chi acquista un cane, è il carattere.
Al momento il rischio sembra limitato a poche linee di sangue (ma forse dovrei dire “a pochi allevatori”): ma finché ci arrivano notizie di dobermann di proprietà italiana che passano la difficilissima Korung tedesca…be’, riteniamo di poter dormire sonni tranquilli.
Ora mancherebbe solo l’ultimo salto di qualità, e cioè l’adeguamento allo Standard tedesco, che prevede che ai cani siano lasciate code e orecchie integre (e che nessuno si azzardi a dire che integro è “un brutto cane”!): ma per questo non siamo, evidentemente, ancora pronti: perché da un lato vogliamo che il cane perda l’immagine del “cane delle SS” e che si capisca che è un ottimo cane da famiglia, equilibrato e sensibile… ma dall’altro ci piace ancora “con la faccia cattiva” e abbiamo paura che, con orecchie e coda, non si venda più.
Beata coerenza…

Dobermann degli anni ’30

Testa di dobermann degli anni ’50

Dobermann moderno (italiano)

Dobermann moderno (tedesco)

Autore

  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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21 Commenti

  1. Vedere la foto del mio Willy (I will love you – il rough collie a colori, in alto sotto il titolo dell’articolo ), nonostante siano anni che vi seguo, mi ha un po’ spiazzata: eppur vero che quando è uscito l’articolo io ero in un luogo dove internet non era assolutamente possibile avere. Un ringraziamento vi giunge in ritardo e spero che la “Grande” signora della cinofilia, ovunque sia, ascolti.

  2. Anche io era una bambina innamorata dei collie. Da che io ricordi, ho sempre desiderato avere un collie, prima o poi. E il cane di cui ero innamorata era quello delle vecchie foto, un pò per colpa di Lessie, un pò per colpa di una mia zia che abitava in campagna e allevava pecore, e aveva deciso che come cani da pastore le piacevano i collie, i maremmani erano troppo poco amichevoli secondo lei. Quindi ogni estate, vedevo questi due collie in mezzo al gregge, sporchi di fango, col pelo tutto arruffato, ma che erano bellissimi. Non li ho mai visti al guinzaglio e, da bravi cani da lavoro che erano, dormivano fuori casa, col bel tempo e con la neve. Dei cani spettacolari, e forse è colpa loro (e del pastore tedesco della mia bisnonna) che per me, un bel cane, deve essere un cane “rustico”.
    Poi l’altro ieri, per la prima volta in vita mia, sono andata ad un expo, e cercavo i collie. Li ho visti e mi sono detta “questi sono sheltie… Ma i collie?”, e ho chiesto ad un allevatore che mi ha guardata schifato “questi sono collie!”. Gambe cortissime e pelo sufficiente da rifornire di maglioni un battaglione italiano durante la campagna in Russia. Anche gli occhi erano diversi da come li ricordavo, così piccoli che non si era in grado capire se i blue merle li avessero azzurri, se non da una distanza ravvicinatissima. Ci sono rimasta male… Me ne sono andata pensando “possibile che io li ricordassi più alti?”

  3. Il Dobermann è (o forse è più appropriato dire era) un cane coraggioso, tenace, forte e di un eleganza in grado di mozzare il fiato. Quelli moderni sembrano la brutta copia dei massicci Rottweiler. D’accordo migliorare, irrobustire e mitigare un po il carattere, ma da qui allo stravolgere completamente la razza e le sue attitudini non ha il benché minimo senso.

  4. Il Doberman degli anni 50 era un cane funzionale da difesa veloce leggero e solido, bellissimo da vedere con quel muso affilato e non aveva paura di niente, certo non era un cane per tutti ma era un cane eccezionale( ne ho avuto uno e aveva un coraggio che rasentava la follia,mi ha salvato la casa 2 volte da tentativi di furto) e con i padroni che si sapevano conquistare la sua fducia era devoto e affidabile ,il Doberman moderno è solo un patatone da compagnia troppo grosso e fifone che non saprebbere difendere nessuno e se devo prendere un cane solo per compagnia tanto vale prendere un Golden Retriever almeno con coda e orecchie integre è bello da vedere ciao dal rapace notturno PS quello tedesco con quel pettone grosso poi sembra un pollo a 4 zampe

  5. I doberman, come fai a dire che sono migliorati? Guarda l’ampiezza del petto, la proporzione tra lunghezza anteriori e posteriori. Cosa cercano di fare, avere un pastore tedesco?
    Quelli del ’36, avranno forse avuto un muso meno tipico, ma il resto del corpo era perfetto, proporzionato e funzionale.
    Cos’è quella cosa tedesca? è corto, tozzo, e completamente sproporzionato. Il muso è enorme rispetto al resto del corpo. Gli anteriori rispetto ai posteriori sono lunghi quasi il doppio. Sarei curiosa anche di vedere la funzionalità delle gambe e quanti dei doberman che arrivano al ring hanno degli appiombi decenti.

  6. NO non sono d’accordo: il dobermann non è un animale che vive in natura (non ci potrebbe vivere neanche con le orecchie tagliate) per l’igiene auricolare ci deve pensare l’uomo (ma anche all’igiene dentale,del pelo, al taglio
    delle unghie e a tutto il resto)e cmq se ha le orecchie tagliate le devi pulire lo stesso….. poi nel primo commento hai detto ” interventi chirurgici fatti IN TUTTA SICUREZZA igienico-sanitaria” non è assolutamente vero: ho visto molti veterinari che fanno l’intervento male e quindi devono poi sottoporre il cane a un secondo intervento per riparare ai danni del primo, ma a parte i veterinari incompetenti, si sottopone un cucciolo all’anestesia totale senza motivi strettamente necessari(e non penso proprio che gli faccia bene),il rischi di infezione nelle settimane seguenti è altissimo (ho visto un sacco di dobermann imbottiti di antibiotici perchè la feritasi infettata facilmente)per non parlare del dolore a cui il cane viene sottoposto( se ne va della sua salute non c’è che fare ma per deliziare gli occhi delle persone mi sembra un idiozia)…. anche a me i dobermann piacciono molto di più con coda e orecchie tagliate ma quello che piace a me passa inevitabilmente in secondo piano di fronte al benessere del cane…. in Germania se hai il cane “tagliato” in expo ti tolgono punti anche se hai i certificati falsi( come qua in italia hanno praticamente tutti)… io ho due dobermann una adottata, che aveva già orecchie e coda tagliate, e un cucciolo acquistato poco tempo fa da un allevatore(integro)…. UN BEL DOBERMANN (cioè un degno esponente della razza) LO é SIA CON “TAGLIO” SIA INTEGRO….. scusa il ritardo nel risp non avevo guardato 😉

  7. Ares vieni a vedere cosa si accumula nell’arco di una settimana nelle orecchie del mio dobermann LEGALEMNTE INTEGRO ………per la mancata areazione-ventilazione del canale auricolare !!!!!!!!
    2 anni fa per gioco gli è stato strappato mezzo pendolo del cavolo e allora si che il cane ha sofferto con un’emorragia che neanche ti puoi immaginare ……….
    in natura NON ESISTONO ANIMALI CON LE ORECCHIE “CHIUSE” quello è il risultato in deformita’ della domesticazione …….o “prigionia” legata alla convivenza forzata con l’essere “umano” ………..anche le orche detenute nel mega acquario di Genova iniziano ad avere la pinna dorsale non eretta ………..fatevi un giro su google e trovatemi un canide selvatico che non abbia le orecchie erette quindi APERTE ………e poi basta osservare il gatto che è un FINTO animale “domestico” per opportunismo ………..e convenienza alimentare !
    Ripeto la CODA la si potrebbe lasciare secondo natura, oggi che i cani non svolgono piu’ le mansioni belliche di un tempo alla fine è un prezioso TIMONE nelle coordinazioni e nell’equilibrio in movimento nel suo insieme per non parlare dei messaggi che invia a seconda della posura ………..
    Ciao .

    • …….con tanto di DIVIETO in giro tutti cuccioli incerottati ……….senza che nessuno prenda provvedimenti in piu’ nelle expo’ cani di 1 o 2 anni amptati e giudicati come se tutto fosse nella norma ………..io che sono egoista e maniaco dell’estetica a tuo dire ho il dobermann integro ………

  8. Ma quali ritocchi scusa quelle sono delle vere e proprie amputazioni fatte su un cane solo per “DELIZIARE” padroni
    fissati su una visione passata del dobermann, e cmq sono pratiche ormai illegali(per fortuna)

  9. SPLENDIDO ARTICOLO come sempre e sono daccordissimo con tutto ma se dovessi prendere un dobermann vorrei che sia tale e quindi se mi viene impedito di “completarlo” esteticamente perchè oltre al cuore ed all’anima mi deve deliziare anche la vista allora opto per altre razze tradizionalmente “pendule” che ne so un kurzhaar anche se nel kurzhaar la coda comunque veniva “accorciata” ………….insomma prima di vietere e proibire interventi chirurgici fatti IN TUTTA SICUREZZA igienico-sanitaria si doveva selezionare un dobermann che avesse le stesse caratterisitche estetiche di quelli amputati con metodi naturali e genetici ………..che sia chiaro se un proprietario vuole un dobermann integro è liberissimo di tenerlo cosi’ ………..ma se gia’ rimpiangiamo come lei Valeria SOTTOLINEA i dobernmann anni ’70 per il carattere ……….con il divieto della conchectomia e della caudectomia non si vuol far altro che cancellare una splendida razza che doveva la sua ELEGANZA UNICA anche ai ritocchi chirurgici .
    I dobermann dei quali lei parla o deiquali lei era proprietaria Sig. Valeria ERANO INTEGRI o amputati ?

    • Silvia, grazie al cielo le razze non vivono o muoiono a seconda di ciò che piace a te :-)!
      Io potrei rispondere: “Che meraviglia il dobermann integro, è come se fosse nata una nuova, splendida razza!”… ma neanch’io faccio testo (e meno male: ci mancherebbe che una singola persona potesse decidere le sorti di una razza).
      Il problema è un altro, a mio avviso: è che scegliere un cane in base all’aspetto fisico è come sposarsi la velina strafiga, ma oca e scema come la luna. Dopo un paio di mesi, quando ti sei stufato di guardartela e cominci a cercare altro…trovi il vuoto assoluto. E allora ti separi.
      Siccome la velina scema non ci metterà molto a trovarne un altro, mentre per il cane l’abbandono è una tragedia che lo segna per la vita, io posso solo essere contenta del fatto che chi basa le proprie scelte sull’aspetto fisico non si prenda un dobermann. E magari nessun altro cane.
      Senza offesa, eh.

  10. Vi dico solo una cosa. Un vecchio collie sarebbe in casa mia, certo magari selezionato tra quelli più temperamentosi, con più voglia di fare, di mantenere attenzione, un nuovo collie è bene che se ne stia in show e basta, ovvero lontano da casa mia !!

    Che tristezzza !!!

  11. Giustamente un cane da pastore non si deve muovere bene :-))
    Magari gli capiti di dover stare fuori con un gregge per una decina di ore e non farsi venire crampi e/o nel tempo problemi articolari
    E volendo si potrebbe iniziare a selezionare sull’istinto, sulla steadiness, sulla copertura

    Ma, no, in un cane da pastore sono importanti tessitura, lunghezza e colore del pelo

  12. Posso dire che gran parte di quelli di oggi non sono neppure belli? Un cane bello è prima di tutto un cane che si muove bene…mentre stare attorno al ring dei collies in expo è spesso una gran tristezza…

  13. Oh… non so se si è capito, ma anch’io preferivo i vecchi collie, eh! Quelli di oggi sono peluche: saranno anche belli, ma non servono più a un tubo!

  14. io preferivo “il lassie” dei piumini di oggi,ma che vuoi farci, sono fatta così sonoperil cane più rustico e funzionale e quel mando non lo è per nulla.
    le teste dei dobermann invece le trovo decisamente meglio oggi, il fisico invece NO, anche se troppi ancora vorrebbero code e orecchie tagliate (e specialmente le code…le tagliano) e ancora troppi dicono che a 7 anni impazziscono perchè il cranio è troppo piccolo,o cambiano strada quando ne incontrano uno.

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