di SONIA L. – E’ quasi Natale.
Accendo la tv e mi ritrovo a guardare l’ennesima pubblicità di un panettone. Facciamo che cambio nella speranza di non ritrovarmi la pubblicità del torrone. Ed ecco invece: un telegiornale. Sono spettatore di terremoti… attentati… catastrofi naturali e non; immagini ben distanti dal clima famigliare e amorevole del panettone di prima. Sento un fastidio, ma nemmeno troppo perché nella frenesia della vita moderna quel leggero malessere l’ho già dimenticato. Poi però penso e penso che ci abituiamo a tutto, e penso che abituarsi a tutto è una pericolosa abitudine perché alla lunga poche cose riescono a raggiungere quel lato del petto che ci fa prima sentire, poi emozionare, poi incazzare e quindi forse, poi anche agire. Ognuno di noi di fronte a certe immagini ha il diritto e specialmente il dovere di sentirsi OFFESO.
Di fronte a questa realtà così troppo… reale, non resisto e ricambio canale.
Ahimè un documentario sugli animali… e in casa si scatena l’inferno. Il mio cane spelacchiato, abbaiando, prende a correre per tutta casa alla ricerca di un elefante che sicuramente (speriamo) non troverà… dopo qualche secondo si ferma e mi guarda con quello sguardo sempre così pericolosamente fiducioso e io con un sorriso che fatico a trattenere sento il cuore scaldarsi. Decido comunque di cambiare canale.
Esattamente tre anni fa, alle soglie di un Natale come troppo spesso succede molto illuminato ma poco illuminante, in una giornata, non so se più grigia o più fredda, nel bel mezzo della campagna annebbiata… ho incontrato lei. Uno strano, piccolo e infreddolito esserino che chiunque avrebbe faticato a definire come facente parte della razza canina, sembrava più simile a un topo gigante, spelato e decisamente meno agile.
Che dire? Secondo la consuetudine oramai certificata che “ogni scaraffone è bello a mamma sua”… beh… è stato amore a prima vista o a prima svista, come direbbe qualcuno.
Da allora le mie giornate cominciano con lei e terminano con lei.
Da allora il suo odore, all’inizio insopportabile è diventato, non dico Chanel n 5, ma sicuramente una dolce puzza conosciuta… insomma: odore di casa.
Da allora, se tutte le mattine, e per mattine intendo proprio TUTTE LE MATTINE ALLE SEI (festivi inclusi), non sento il suo nasone bagnato e freddo sulla mia guancia calda allora che mattina è???
Da allora uscire da lavoro alle cinque, equivale a cambiarsi le scarpe velocissimamente, per fare una passeggiata cercando di lasciare il più possibile l’odore del nostro passaggio…più o meno ogni due metri.
Da allora non esistono documentari sugli animali e il relax sul divano equivale a tirare per N volte infinite una sbavosa pallina da tennis.
Da allora non ci sono giornate fredde… non ci sono giornate grige… ci sono giornate più tristi forse… più difficili anche… ma quando entro in casa e guardo quella meraviglia spelacchiata e scodinzolante, che ha così tanta fiducia in me, allora ritrovo la fiducia che pensavo di non avere.
Questi angeli con la coda possono aiutarci a vedere un mondo migliore che non sarà esattamente colorato come il loro, ma arricchirà di dolci sfumature di colore la nostra immagine di bianco e nero perenne. Ogni giorno ci aiutano a sentirci adulti migliori anche se non sempre lo siamo, ma la loro costante e ferrea convinzione, ci fa convincere un po’ anche noi; forse un po troppo a volte, ma quantomeno potrebbe spronarci a migliorare sul serio.
Da allora ho rischiato di perderla sul serio, una volta, quando ha pensato che poteva volare, ma vuoi per fortuna, vuoi per destino o semplicemente perché alla fine i miracoli esistono ce l ha fatta… e sono sicura che ce l’ha fatta, per me.
Da allora il FREDDO CANE, che non è tanto il freddo fuori, ma piuttosto quello dentro, si è sciolto.
Vuoi partecipare anche tu al “quasi-concorso” natalizio “Freddo cane”? Invia il tuo scritto a tipresentoilcane@gmail.com!
