venerdì 22 Agosto 2025

Quando gli “angeli pelosi” uccidono i cuccioli (e non solo)

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

angeli3di VALERIA ROSSI – Inizio subito con una polemicuzza, altrimenti perdo l’allenamento: tra tutti i libri, gli articoli, gli ebook che stanno uscendo a raffica in materia cinofila… ogni tanto io mi rileggo Trumler, che almeno parla di etologia “vera”.
Per di più è l’unico che parla dell’etologia dei cani domestici, non dei lupi né dei cani randagi o ferali o sperimentali (e neppure di animaletti disneyani che esistono solo nella mente di certi cinofilosofi). Trumler viveva insieme a un branco di cani di razze diverse (compresi alcuni dingo australiani), tutti impregnati e socializzati con l’uomo, osservandone però il comportamento spontaneo: ad oggi non ho trovato nessun altro Autore che abbia vissuto un’esperienza simile e che possa riportare osservazioni simili, quindi ritengo che l’opera di questo etologo debba essere considerata la bibbia di qualsiasi cinofilo (ricordando che Lorenz, inventore e padre dell’etologia, disse un giorno a Trumler che la sua cagna aveva appena avuto i cuccioli “con tutti i crismi, proprio come nel suo libro!”. Ovvero, il padre dell’etologia, quando si trattava di cani, prendeva Trumler come punto di riferimento. Ecco perché, a chi oggi vorrebbe considerarlo “sorpassato”, io rido spudoratamente in faccia).
Dunque, io ogni tanto me lo rileggo: e ogni volta ci trovo qualcosa di interessante, che magari la volta precedente mi era sfuggito… e questo forse è dovuto anche al fatto che i miei neuroni sono ormai alla frutta e che mi dimentico le cose.
Però c’è anche il lato buono, perché così quello che leggo mi riserva sempre qualche novità.
Comunque: anche ieri stavo rispolverando “Il cane preso sul serio”, e nel capitolo “Il cane come aggressore” ho ritrovato un episodio di cui appunto non mi ricordavo, e cioè quello del cucciolo che si avvicina a un recinto contenente due dingo adulti e viene aggredito ferocemente da entrambi.
Il racconto è raccapricciante: “Una volta capitò per caso davanti al recinto un cucciolo di cane da pastore di tre mesi, desideroso di stringere amicizia, com’è tipico dei cuccioli. Tanila lo afferrò attraverso la cancellata per la zampina protesa e gli si avventò contro immediatamente anche Motu. Tutti i tentativi per far desistere Motu dalla presa furono vani. Questo piccolo cucciolo dovette venir eliminato“.

angeli4Purtroppo io sono particolarmente sensibile a queste scene, perché risvegliano un mio vecchissimo senso di colpa: infatti qualcosa di molto simile avvenne nel mio allevamento, quando avevo i pastori tedeschi.
Una riesenschnauzer, arrivata in pensione, uccise una delle mie cucciole con modalità molto simili (a differenza della dingo di Trumler lei non si limitò ad afferrarla da fuori della rete, ma saltò proprio la rete fiondandosi in mezzo a una cucciolata che stava prendendosi la sua dose quotidiana di sole e gioco: non feci neppure in tempo a raggiungerla, due scrollate ed era tutto finito).
Succede: purtroppo molto spesso, tant’è che nelle zone in cui il randagismo è ancora molto diffuso è tutt’altro che insolito trovare cuccioli ammazzati dai loro simili.
Però sono passati più di trent’anni e ancora mi chiedo perché non abbia pensato che potesse succedere una cosa simile, perché non avessi messo i cuccioli in condizioni di maggiore sicurezza (quella rete era bassa), o non avessi lasciato la madre con loro, quando sapevo che era in arrivo un cane estraneo di cui non sapevo ancora nulla.
Eppure Trumler l’avevo già letto: non è che mi illudessi che le femmine fossero tutte buone con i cuccioli altrui e permeate di “spirito materno”.
In realtà la mia fu soltanto stupida superficialità, perché non mi era mai successo nulla di simile e perché, sotto sotto, non avrei mai pensato che un cane “moderno”, cresciuto e abituato a vivere nella nostra società, potesse manifestare comportamenti primitivi e aggressivi come quelli dei dingo.
Lo imparai, purtroppo, sulla mia pelle – o meglio, su quella della povera cuccioletta – e da allora raccomando sempre a tutti di non fidarsi MAI di lasciare un cucciolo molto piccolo insieme ad una femmina adulta sconosciuta.
Perché le femmine adulte hanno, sì, l’istinto materno: ma con i cuccioli propri.

angeli5Quelli delle altre li vedono come “rivali genetici” della propria cucciolata (anche quando non ce l’hanno).
Di solito si limitano ad ignorarli o tollerarli… ma possono arrivare anche ad aggredirli, come accadde nel mio caso e in quello narrato da Trumler.
Poi ci sono, sia chiaro, anche moltissime cagne che non provano affatto questo impulso distruttivo verso il materiale genetico “concorrente”.
Ci sono cagne che i cuccioli estranei li fanno giocare, cagne che insegnano loro nuove competenze, cagne che letteralmente “adottano” tutti i cuccioli con cui vengono a contatto, anche quelli di specie diversa. Ci sono le cagne “balia”, di cui abbiamo parlato in questo articolo).
Però, quando ancora non si conosce una femmina adulta, è consigliabile la massima prudenza.
Detto questo, nell’episodio di Trumler appare una variabile decisamente insolita: e cioè la partecipazione del maschio all’aggressione.
Questa è davvero un’anomalia, perché i maschi, normalmente, considerano “figli” tutti i cuccioli del mondo (d’altro canto, la madre sa benissimo quali sono i figli suoi e quali no: ma il maschio non può saperlo, perché non è mai presente alla nascita e quindi non ne conosce l’aspetto né l’odore): quindi per loro l’aggressione di un cucciolo è un assoluto “tabù”.
Perché, allora, Motu contribuì all’uccisione dello sventurato cucciolo, anzi ne fu il principale responsabile?
Per quello che normalmente chiamiamo “effetto branco”, e che in realtà diventa ancora più intenso quando si tratta di un “effetto coppia”.
Tra due cani conviventi e legati da un legame di coppia si può osservare quasi sempre un totale asservimento del maschio alla femmina: da lei lui tollera comportamenti che, se si trattasse di un altro maschio, darebbero il via a risse feroci. Si lascia ringhiare, si lascia mordere senza reagire, spesso le permette di fregargli il cibo o i giocattoli… insomma, si comporta come un vero tontolone innamorato perso e in totale balia della fanciulla di turno (non che gli umani siano del tutto esenti da comportamenti simili).

angeli6In questo caso, però, intervenne un particolare atteggiamento che a volte può sfuggire a un’osservazione superficiale, e cioè la tendenza del maschio ad imitare la femmina in tutto ciò che fa, spesso “spegnendo il cervello”. Il maschio non si comporta più come gli suggerirebbero la sua intelligenza o il suo istinto, ma segue ciecamente quello che fa lei: e se lei decide di attaccare qualcuno, cane o umano che sia, il maschio collabora senza neppure chiedersi perché.
Questo origina probabilmente dal comportamento di caccia tenuto prevalentemente da coppie. Ricordiamo che i branchi di lupi, in media, sono formati da una coppia e dai loro figli, che però sono solitamente giovani ed inesperti (perché quando diventano maturi ed autosufficienti tendono a costruirsi un proprio nucleo): quindi, di fatto, a caccia ci vanno mamma e papà.
In alcune specie è soltanto la femmina a cacciare (l’esempio più noto è quello del leone), ma in molte altre, che cacciano in branco, è la femmina alpha a decidere quale animale si dovrà predare e a dare indicazioni su come e dove trovarlo. Il lupo è una di queste specie: quindi, per quanto concerne la caccia, la parola della femmina è legge, anche quando poi sono i maschi a “fare il lavoro sporco” (perché più grossi e robusti, quindi più favoriti negli scontri fisici).
Questo potrebbe spiegare il fatto che spesso i maschi, quando si manifesta un comportamento aggressivo, smettano di ragionare e seguano pedissequamente quello che fa la loro compagna.
Ovviamente questo non accade soltanto nei confronti di malcapitati cuccioli troppo fiduciosi, ma si verifica anche nei confronti di altri adulti. Penso che tutti i possessori di coppie abbiano avuto occasione di scoprire che maschi solitamente amichevoli con tutti, possano cambiare drasticamente atteggiamento quando sono in compagnia della loro femmina.
Da soli pensavano solo a giocare col cane del vicino: se lo incontrano insieme alla femmina, che invece lo trova antipatico, può venirne fuori una rissa epocale… e gli umani non se ne spiegano il motivo: “Ma come? Ma perché? Sono sempre andati così d’accordo…”
In questi casi… cherchez la femme. Perché probabilmente è lei la causa di tutto.

angeli1In ogni caso, il consiglio più importante resta quello di liberarsi della retorica dell'”angelo peloso”, ricordando sempre che i cani sono cani e che hanno comportamenti da cani.
Non c’è alcuna cultura, non c’è alcuna etica o morale che imponga loro di non infierire su un cucciolo o su un anziano: e se una femmina, anche da sola, può aggredire ed uccidere un piccolo, una coppia o un branco possono diventare molto pericolosi anche nei confronti di un anziano o di animale ferito. Perché la legge naturale è spietata, e chi non può più essere utile alla sopravvivenza del gruppo diventa un peso da eliminare.
Ho già raccontato, credo, del branco di husky di un amico allevatore che in una notte fece fuori quello che era stato il loro “capo”, ma che aveva avuto la pessima idea di diventare vecchio.
Tutto sommato io penso che la nostra etica, la nostra morale e le nostre stesse leggi siano state create e scritte proprio per evitare che noi stessi seguissimo un istinto molto simile a quello di lupi, cani ed altri animali che optano per l’eliminazione dei soggetti “inutili”. Ma questo in realtà si fa ancora in alcune popolazioni umane primitive, che non possono avvalersi delle scoperte scientifiche in grado di assicurare non solo la mera sopravvivenza, ma anche una qualità della vita accettabile per i soggetti più deboli.
Per questi umani, esattamente come per i lupi, l’eliminazione diventa una forma pietosa di eutanasia, perché impedisce che il debole, vecchio o ferito muoia lentamente e dolorosamente.
I cani che vivono  insieme all’uomo moderno e civilizzato, al contrario, potrebbero sfruttare le nostre stesse possibilità: solo che non gliel’ha mai detto nessuno, quindi continuano a ragionare come lupi.
Ripeto: non c’è una regola fissa.
Molto dipende dalla razza (e in particolare dalla scala neotenica, per chi la ritiene valida), dall’educazione ricevuta (comprensiva di regole e inibizioni) e anche dalla personalità individuale: così come ci sono femmine che coccolano i cuccioli altrui, così ci sono adulti (di entrambi i sessi) che assistono amorevolmente i malati o cercano di aiutare i feriti (per esempio, portando loro del cibo).

Però ricordiamo sempre che:

a) non va sempre così, e se per caso salta fuori il lato più primitivo del cane possono accadere cose davvero sgradevoli, o addirittura tragiche;
b) un conto è il cane singolo, un altro la coppia e un altro ancora il branco: e la pericolosità di una situazione aumenta proporzionalmente al numero di cani coinvolti;
c) i maschi, quando imitano/seguono il comportamento della femmina, perdono facilmente la testa. Quindi, anche se sembrano loro i più forti, i più grossi e i più pericolosi, in caso di situazioni a rischio è sempre meglio tenere sotto controllo lei;
d) in tutto quanto detto fin qui non c’è alcuna connotazione “morale”.

angeli2I cani non sono angeli pelosi, ma non sono neppure diavoli con la coda: e tantomeno passano da un ruolo all’altro a seconda di come si comportano.
I cani sono cani.
Punto.
Non vanno umanizzati, non vanno idealizzati e non vanno neppure criminalizzati quando fanno qualcosa che contrasta con la nostra etica… perché è appunto la “nostra”, non la loro.
Il nostro compito è quello di studiarli, di cercare di capirli e di conoscerli, di educarli e garantirci di averli sotto controllo (il che non significa vessarli, ma fare in modo che loro siano felici di collaborare con noi); e, nel caso, di prevenire i problemi anziché stupircene dopo, pensando magari (anche solo inconsciamente) che il nostro dolce angioletto si sia improvvisamente trasformato in un mostro di crudeltà.
Non è affatto così.
Non c’è mai crudeltà cosciente, dietro alle azioni di un cane: a volte, però (anzi, piuttosto spesso), ci sono istinti e pulsioni che dal loro punto di vista – e da quello di Madre Natura – sono assolutamente sensati… anche se noi non siamo d’accordo.

Autore

  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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35 Commenti

  1. Valeria, ti chiedo un parere su alcuni particolari. I due episodi che hai descritto, il tuo e quello di Trumler, vedono tra il cucciolo aggredito e gli aggressori sbarre/recinto/rete.. pensi che questa separazione abbia un suo ruolo? Cioè, è possibile che le aggressioni avvengano anche perchè per via di queste “separazioni fisiche” il cucciolo non è parte di quel branco? Ossia considerato elemento esterno e quindi “competitore” rispetto ad una propria progenie mancando una relazione intraspecifica. La femmina non mamma di quel cucciolo si può comportare così pur essendo stata sterilizzata? O il rischio è minore? E, ultima domanda, in presenza di un branco (parlo sempre di cani, eh) gerarchicamente consolidato, potrebbero verificarsi (quasi imprevidilmente salvo essere osservatori molto molto attenti..e poi forse neanche) uccisioni di cuccioli di una femmina di “rango superiore” da parte di un’altra che intende scalare le posizioni? In questo ultimo caso, considerando le dinamiche di branco come assodate ma fino ad un certo punto ..quindi potenzialmente dinamiche, o si mette in conto il rischio o la presenza di cuccioli con gli adulti, come dicevi giustamente, va sempre attentamente monitorata…ops, ne ho ancora una..quanto conta il predatorio di una data razza in queste situazioni?

  2. Non ho mai pensato che i cani tutti fossero “angeli di pelo” né “diavoli con la coda” ma esseri viventi diversi da noi. Concordo pienamente con l’autrice dell’argomento soprattutto quando scrive “Non c’è mai crudeltà cosciente, dietro alle azioni di un cane”. Infatti non credo sia mai esistita in nessuna forma di vita animale, estinta o presente, tranne che la per la ns. specie ….
    Possedevo un piccolo cane che ormai anziano e dolente in tutte le sue membra necessitava essere lavato quotidianamente poiché non più in grado di controllare le sue funzioni fisiologiche. Quel giorno, forse per una mia maldestra azione nel sollevarlo, gli procurai ulteriore dolore ricevendo un morso d’istinto ad un dito. Lacerazione non di poco conto; se fosse stato anche solo di media taglia o in una condizione fisica di minor debolezza quasi certamente mi avrebbe reciso la falange di netto.
    Rimango dubbiosa invece “…..i maschi, normalmente, considerano “figli” tutti i cuccioli del mondo.…”. Alcune specie come ad es. le leonesse o le orse con prole debbono anche lottare ferocemente per difendere la propria cucciolata dagli attacchi mirati dei maschi della stessa specie che intendono accoppiarsi affinché siano i loro geni ad affermarsi nella continuità della razza.
    La differenza sostanziale tra noi è gli animali è che il potere che deteniamo è sempre e comunque superiore al loro e ne abusiamo.

  3. Sig.ra Valeria, articolo davvero interessante ed “educativo”.
    P.S.
    Trumler lo sto leggendo (“a tu per tu con il cane”) ed è una edizione che ho recuperato in biblioteca.

  4. sono in ritardo,ma la domanda è IMPORTANTE.

    la mia femmina di pt,daisy, ha tentato 2 volte di uccidere
    un’altra femmina meticcia di piccola taglia,sally,di 10 anni.
    daisy uccide tutto quello che entra,
    ovviamente molti gatti ma anche serpenti,faine,topi,uccelli se li prende ecc
    livello di predazione 10 su 10.(abito in aperta campagna).
    la sally è capace di arrampachirsi come un gatto e scavalcare la rete alta 2 metri.
    quando rientrava,i2 pt ,ma in special modo la daisy,la rincorrevano di brutto,ma lei è velocissima ed aveva sempre trovato un posto dove rifugiarsi.
    niente sono valse le sgridate,x ben 2 volte la sally è stata ferita molto gravemente,si è salvata x miracolo.
    adesso “abita” al sicuro da una mia cara amica.
    da allora abbiamo preso 2 nuovi cuccioli,un labrador e un bauceron,
    x i primi tempi li lasciavamo sempre in un luogo diviso del giardino.
    adesso che hanno circa un anno vivono insieme ai pt anche quando non ci siamo,ma abbiamo sempre un pò paura..

    pensate che possano correre dei pericoli??
    x ora non ci sono mai stati problemi,ma anche se ormai sono sui 30 kg,
    non avrebbero minimamente la possibilità di difendersi dalla daisy
    che ha tutta un’altra potenza ed aggressività.

    • Sì, corrono dei pericoli. Il che non significa che sicuramente succederà qualcosa. Quando più cani vivono insieme e nessuno sorveglia, i pericoli ci sono sempre: ma per sapere se davvero la daisy combinerà qualche guaio ci vorrebbe la sfera di cristallo. Tra l’altro, non so, forse sbaglio… ma ho l’impressione che a te non dispiaccia più di tanto il fatto di avere una cagna così aggressiva. Forse è solo una mia idea, eh. Però… boh, mi è sembrato di notare un certo compiacimento nella tua descrizione.

      • purtroppo la daisy ha una storia un pò particolare.
        cercavo una femmina di pt da affiancare al maschio x “alzare” l’efficacia della guardia.
        quando mi recai all’allevamento,mi fu offerto questo cane che era andato fuori standard,
        ovvero era troppo alto,2 cm di troppo.
        è un cane bellissimo,ma bellissimo,nonostante fosse uno scarto lo pagai caro.
        aveva 1 anno e lo aveva passato fra il box e le mostre,dove aveva anche vinto.
        ma non fu il suo trascorso a farmi decidere,semplicemente mi fece pena.
        errore……
        così la presi,era ed è un cane dolcissimo con noi e molto ubbidiente ed educato,
        facile da portare a spasso(al guizi) ma…
        proprio xchè chi sa cosa ha passato,non si “mescola” con il resto del branco,
        x es è quasi impossibile che venga in casa,nonostante abbia fatto di tutto.
        un mio amico vet mi ha detto che x lui sarebbe addirittura da abbattere xchè prima o poi
        diventerà aggressiva anche noi.
        mi sembra impossibile……e comunque non ci penso proprio.
        + che aggressivo poi,è proprio un cane feroce con gli estranei,
        sono certo al 100×100 che se entrasse qualcuno senza permesso lo sbranerebbe
        e questo è x me motivo di angoscia,altro che compiacimento….
        le ho visto uccidere un gatto una volta,lo ha fatto in modo spietato,
        ho visto il suo sguardo mentre “controlla” a distanza gli ospiti “legali”.
        niente di buono,quando ci sono bambini la chiudo insieme al maschio in una parte del giardino.
        che devo fare? mica la posso uccidere,solo una volta mi è passato x la mente:
        quando la sally era stata tutta ricucita ed era tornata dalla clinica,
        stava al caldo nella sua cesta vicino alla stufa.
        presi la daisy e al guizi la feci avvicinare con tutte le precauzoni.
        se non la tiro via morde senza esitazioni la sally.
        ecco,in quel momento l’avrei uccisa io.
        non prenderò mai + cani adulti.

    • Dalla descrizione più che aggressività vedo predatorio, in ogni caso non vedo problemi nel compiacersi nell’avere un cane aggressivo, ma piuttosto i problemi arrivano quando non si sa controllarlo a dovere e si fanno scelte discutibili(il tuo pt era agressivo anche prima della scelta di prendere altri 2 cuccioli e cambiare l’equilibrio del branco immagino..)

      • sì,ma…
        anche il maschio è aggressivo,del resto è un pt…
        ma la daisy è tremenda……
        x es.ci farebbe tanto comodo un gatto in campagna,ma ovviamente non lo possiamo prendere.
        la daisy è sempre stata così,dr.jackil & mr. haide.
        il labrador l’ha preso la mia compagna xchè il suo cane era morto,
        il bauceron l’ho preso io x avere un cane “pronto”in prospettiva alla guardia
        visto che i 2 pt hanno 7 e 8 anni.
        anche io mi sono chiesto tante volte se era la cosa giusta da fare.
        x ora la daisy li ignora e loro,furbi,
        ci girano alla larga.
        mha,speriamo bene.

  5. Ecco perchè nemmeno i “cuccioli d’uomo” devo essere lasciati incustoditi. E’ di poche settimane fa che una femmina si è avventata su un bimbo di 1 anno e mezzo, il padre non era presente, e unitamente ad altri 3 cani l’hanno sbranato (i cani erano di proprietà del nonno).

  6. è proprio quello che succede al mio Pluto con Gaia…assieme mi fanno una gran paura..fortunatamente stiamo lavorando con la fantastica Grazia e i suoi gioielli Luna e Ares per cercare di attenuare almeno in parte il rischio..splendido articolo, tanto per cambiare…

  7. Non si finisce mai di imparare: non avrei mai pensato che le femmine potessero essere più pericolose dei maschi nei confronti dei cuccioli. Pensavo l’esatto contrario! E non avrei mai immaginato che i maschi avessero un “istinto paterno” verso i cuccioli sconosciuti.

  8. Buongiorno! bellissimo articolo. Ho sempre avuto curiosità rispetto a quei casi in cui invece la mamma uccide i suoi piccoli e li sbrana. Mi chiedevo se ci fosse qualche Suo articolo in merito. Fortunatamente non ho mai vissuto una simile esperienza in prima persona, ma so di molti amici che si sono trovati sfortunatamente davanti a simili scempi…

    Grazie

  9. Ora mi spiego un episodio avvenuto quando il mio secondo Collie era cucciolo. La mia femmina Didone appartiene alla categoria adotto qualunque cucciolo, anche non di cane, anche una cornacchia appena involata con grande preoccupazione e strepito conseguente dei genitori sui rami circostanti. Quindi quando ho portato via il cucciolo da un “allevatore” a 45 giorni da una fattrice sfruttata e ultimo rimasto della cucciolata, ho avuto una bravissima ed attentissima balia asciutta. Loro venivano in scuderia con noi tutti i giorni ma una sera al crepuscolo, nell’andare verso il parcheggio con lui rimasto indietro ad annusa di circa 10 metri, e’ stato aggredito da due femmine di altre scuderie, un incrocio pt che aveva preso in antipatia , ricambiata, Didone (unico caso fra i circa 20/30 cani del comprensorio) e una pitt che invece di solito era molto amichevole con la mia e che veniva tutte le mattine a chiederai un panino secco da sgranocchiar si poi in santa pace e che quindi conosceva bene e tollerava molto bene il cucciolo (ovviamente noi sempre presenti ed attenti ma ci pensava Didone a metterla al suo posto se vedeva o basava qualcosa che non le andava). L’aggressione e’ stata fulminea come la reazione di Didone che si è letteralmente catapultata sulla pitt mandando la gambe all’aria parecchio distante per poi saltare alla gola della pt con chiari intenti omicidi (in senso canino). Il cucciolo e’ riuscito a scappare verso la scuderia ed è stato recuperato prontamente fortunatamente spaventato ma illeso. Didone non ha abbaiato ne’ emesso alcun tipo di segnale vocale così come nel silenzio si era svolto l’agguato. Nel tempo i rapporti con la pitt sono rimasti buoni con una prossemica limitata e attentamente mantenuta oltre determinati limiti da Didone con chiari segnali fisici e vocali e la pitt li ha sempre poi rispettati. Con la pt che era stata lasciata su comando e aveva pensato saggio eclissarsi quella sera, ovviamente non è mai corso buon sangue e la rissa era sempre evitata per l’interferenza fisica (dal loro punto di vista) degli umani di riferimento. Io avevo pensato che al crepuscolo, un po’ distante da noi, loro non lo a essere riconosciuto ma ora è chiaro che era un attacco deliberato e premeditato.
    Siamo stati fortunati grazie a super chioccia Didone!

  10. grazie per questo articolo
    ormai avrò già scritto mille volte di un cane che attacava sempre le mie già da cucciole quando ancora si mettevano a pancia in su e lei (un cane da caccia femmina) se ne fregava alla grandissima e infieriva. La padrona di quel cane scappava perchè si impressionava (..lei..) e ogni volta diceva che il suo cane era bravissimo e “mii non ci posso credere ma perchèè??”. Noi, tutte e mille le volte a spiegargli che non si trattava di bravo o non bravo ecc e lei di nuovo a sconvolgersi al pensiero di richiamare il cane in presenza di cuccioli, perchè la cana si stressava a non star libera ed era tanto brava (eddai!!).
    Beh insomma è come quando ti lanciano un cucciolo in mezzo alle tue (o ai tuoi) mentre stanno giocando solo fra loro due, due che conoscendosi da sempre sanno come andarci pesante visivamente senza in realtà farsi male. Però un cucciolo di mini micro stazza e sconosciuto non è un idea geniale lanciarlo in mezzo così alla cacchio; allora richiami i tuoi per il bene del cucciolo e far le presentazioni con calma e la sua umana si offende dicendo “eh che snob, non vogliono giocare con te, str**e” e tu “no ma bisogna fare le cose per bene” e lei “non siete snob” e allora vada via i ciap e non le spieghi niente andando via… ogni riferimento è a caso? No

    @redazione: le bestione sono molto individuali caratterialmente, hanno amici diversi (capita), caratteri diversi ma se un cane fa l’isterico con una delle due a caso, l’altra parte in difesa a razzo, poi tornano entrambe a farsi gli affari loro una di qui, l’altra altrove. Dinamiche di coppia o da branco? Grazie, saluti.

    • @redazione, cit. mia “dinamiche di coppia o da branco?” scusa non volevo mettere il punto di domanda 😀 intendevo: penso sia un mix tra effetto coppia o comunque effetto branco.. vabbè vado a durmì 🙂

  11. Su un libro che ho letto di recente sui lupi della costa canadese si fa riferimento ad una lupa con una zampa deforme, forse una vecchia frattura, che viene nutrita dal resto del branco, e non essendo utile alla caccia fa da baby-sitter ai cuccioli. Tempo fa lessi anche del ritrovamento di un lupo morto con la mandibola che presentava segni di una vecchia frattura che probabilmente era stato anche lui nutrito fino alla guarigione. Al che mi chiedo qual è il confine tra la “solidarietà” di branco (lo so, non è un termine azzeccato) e la “necessità” di eliminare l'”inutile”?

  12. L’ultimo paragrafo dovrebbe essere dato come compito da imparare a memoria, parola per parola, da qualsiasi proprietario di cane o aspirante tale… altroché patentino e altre ca**ate simili…

  13. Interessante articolo. Ultimamente parlando con vari allevatori di diverse razze mi hanno raccontato di fatti simili accaduti ai loro cani. I casi si riferivano a razze diverse: bassotti, carlini, jack russell e anche l’uccisione riguardava cuccioli, adulti subalterni o anziani. In un caso anche un’anziana gatta sempre vissuta in casa con i cani. Questo mi ha preoccupata ( ho un “branco” di 9 cani) e fatto pensare cosa avesse scatenato l’aggressione, ma sono arrivata a pensare che ogni caso doveva avere una motivazione diversa.Anch’io non ho trovato autori che parlassero di “branco” di cani se non Jan fennell con i suoi springer.

  14. Per quello che normalmente chiamiamo “effetto branco”, e che in realtà diventa ancora più intenso quando si tratta di un “effetto coppia”.

    L’effetto coppia, c’è anche se la femmina è sterilizzata? ormoni o no, il “branco” c’è comunque?

      • io ho notato che i cani maschi continuano a fare la corte alla mia cagna sterilizzata anche dopo l’operazione anche cercando di montarla… immagino che gli ormoni entrino in gioco solo durante il calore…non saprei

  15. Articolo interessantissimo! Ho perso due cuccioli le uniche due volte che li ho lasciati in mani non mie, rispettivamente a mia mamma, che ha lasciato 5 minuti insieme in giardino i piccoli ed una yorkie che stavamo seguendo in un percorso di rescue (e che comunque si era sempre dimostrata una cagnolina equilibrata con cani e cuccioli), e al mio veterinario, che pensando che una cagna potesse fare da balia ad un mio cucciolo ricoverato lo ha inserito nella sua cucciolata. Il cucciolo è stato in un primo momento accettato, poi morso quando la cagna è stata lasciata sola. dopo questi episodi… Oltre ad allontanarmi dai cuccioli a malincuore e solo per cause di forza maggiore, vieto categoricamente che vengano presentati agli adulti in situazioni che non possano essere gestite direttamente da me fino all’età adulta e attraverso un inserimento graduale. Spero di non sbagliare. Ho notato una cosa molto strana però.. Una certa insofferenza da parte dei miei cani da guardia (maschi) e dagli altri cani in generale di taglia grande, nel tollerare carlini. Anche se la nostra carlina da compagnia è cresciuta qui, i miei cani da guardia la maltollerano… E quando andiamo in giro viene scansata… I miei cani da guardia sono molto protettivi nei confronti degli altri cagnolini, sia cuccioli che adulti, maschi e femmine… Non capisco il loro atteggiamento verso Camilla quindi, che non penso potrebbe mai diventare pericoloso, però semplicemente mi chiedevo se potesse influire la razza nel rapporto…

  16. Grazie per questi spunti di riflessione…
    per chi come noi ha avuto modo di interagire con un gran numero di cani è noto questo comportamento, che si evidenzia di più o di meno in base alla razza, anche.
    Volevo chiederti una cosa: io ho notato che c’è una tendenza anche tra i cuccioli a coalizzarsi ed attaccare un fratello (forse più debole o caratterialmente inadeguato) e a causargli danni a volte anche letali.
    Pensi che (come diceva una amica allevatrice brasiliana) sia un loro modo… istintivo e naturale di fare selezione all’interno del branco lei diceva “gli hanno fatto eutanasia”? E se tali soggetti/vittima vengono salvati e cresciuti grazie alla presenza umana, pur se apparentemente senza problemi, possono essere poi visti dagli altri cani come vittime sacrificali? Cioè, nonsosemisonospiegata, può essere che abbiano magari dalla nascita un atteggiamento che istiga il branco ad attccarli?

    • E’ una bella domanda, Dany, ma credo che nessuno abbia ancora trovato una risposta certa, anche perché sono abbastanza convinta che in queste dinamiche intervengano molto i fattori olfattivi, che a noi sfuggono completamente. Io posso solo dirti che mi è capitato un’unica volta di vedere un cucciolo “vittima sacrificale” (un huskyno), che ho separato dai fratelli. Finché l’ho seguito dopo la vendita (un annetto, direi) è stato un cane con normali rapporti intraspecifici (a dire il vero tendeva ad essere più “bullo” che “vittima”, ma niente de che). Può darsi che atteggiamenti o odori o quel che sia si modifichino nel tempo… ma in realtà non lo so!

      • non vorrei dire cavolate, ma non potrebbe essere che i cuccioli “sentivano” che questo cucciolo aveva un carattere più instabile? magari il fatto che sia diventato un bullo è significativo… anche se il fatto che i cuccioli capiscano il carattere dall’odore mi sa di fantascienza…

      • No, il caso specifico è di altro tenore, diciamo che avevo individuato all’interno della cucciolata due o tre soggetti più tosti degli altri (e tali sono rimasti, acquistando equilibrio, eh, ma cani con forte temperamento e reattività… La “vittima” che ho salvato in un paio di occasioni dai fratellini, invece era di una dolcezza disarmante e anni dopo ha fatto una brutta fine in un contesto simile… Per cui mi ha dato da pensare che forse aveva un atteggiamento da vittima, che è rimasto tale anche da adulta… Ma forse è stato solo un caso…

  17. Grazie Valè…
    Adesso ci vedo un po’ più chiaro sulle ringhiatacce feroci combinate M/F. Questo vale anche se il maschio è dominante rispetto alla femmina?

    • Di solito il maschio è dominante sulla femmina… il che non toglie assolutamente che lei lo faccia ballare come vuole. Ti ricorda qualcosa? 🙂
      Scherzi a parte, un conto è la dominanza e un conto sono i ruoli… ognuno ha il suo, e la femmina ha quello di “capo caccia”.

  18. Sarebbe bello leggere Trumler…peccato che non se ne trovi più una copia! Basta, ora vado in biblioteca e cerco di reperirlo in qualche modo!

  19. Grazie per l’articolo! Non solo mi hai fornito un autore da leggere, ma mi hai anche risposto a una domanda che non sapevo di avere. Avevo notato che in effetti maschi, di solito estremamente gentili con il mio, si trasformavano in bestie feroci se uscivano con la loro femmina ma non mi ero mai posta il problema, attribuendo il comportamento a una sorta di “protezione” della propria compagna. E’ davvero interessante l’idea che sia uno dei due (e la femmina tra l’altro) a decidere chi o cosa rappresenta un problema per il gruppo

  20. articilo molto bello ed interessante..mi è capito proprio l’altro giorno di vedere una Setter appena liberata dal box avventarsi su una cucciola di nemmeno tre mesi di un’altra femmina sempre dello stesso branco.
    Ciò ha scatenato un eccitazione incredibile da parte di tutti gli altri cani (sono 9 + la piccolina), il tutto apparentemente senza motivo! Tra l’altro la piccola esce abitualmente con gli altri membri, 5 femmine (di cui una la madre) e 4 maschi.. Il tutto si è risolto con un niente di fatto ma perchè il proprietario dei cani era presente e stava sistemando i box!! La convivenza è poi ripresa abitualmente anche se ogni volta sotto stretta sorveglianza!!!
    Cmq..la cucciola non sembra assolutamente aver riportato traumi anche se sembra preferire i maschi alle femmine per i suoi giochi..i maschi si limitano a qualche ringhiotto ma niente di che, rimettendo subito in riga la cucciola che esagera!! Anche la “nonna” che ha 13 anni è molto tollerante verso di lei e si lascia fare praticamente di tutto!!!! Ad osservare un “branco” così variegato c’è tantissimo da imparare!!!

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