giovedì 9 Ottobre 2025

Il cane che non c’è – quarta ed ultima parte: introspezione per vivere il proprio cane

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Osservare noi stessi tramite l’introspezione può aiutarci a trovare “IL CANE CHE NON C’E'”?
La risposta è SI’.
Pensateci bene: il cane ideale è inevitabilmente in stretto legame con le nostre inclinazioni caratteriali. Solo analizzandoci in modo approfondito e senza maschere possiamo trovare ciò che tanto affannosamente cerchiamo.
Il cane ideale è già nato, poichè vive dentro ad ognuno di noi: la difficoltà sta nel riuscire ad incontrarlo.
Negli articoli precedenti mi sono limitato a fare un’analisi tecnica riguardo al cane ed al mondo della cinofilia: ora invece l’angolazione sarà differente.
Credo che il rapporto e la sintonia che unisce il binomio uomo-cane sia una forma d’arte: e come tale deve essere interpretata.
Scrittori, pittori, poeti e scrittori esprimono attraverso le loro opere emozioni molto profonde: la stessa cosa può succedere quando un uomo incontra il “SUO”cane.
Molto spesso,quando acquistiamo un cucciolo, osserviamo solo le attitudini naturali e gli atteggiamenti innati per tracciarne poi una valutazione tecnica.
In questo modo, però, non teniamo in debita considerazione il rapporto che tra noi potrà crearsi.
La scelta deve quindi essere ponderata anche in merito al nostro modo di essere, valorizzando il binomio uomo-cane e non solo le attitudini naturali del soggetto.
Personalmente, come allevatore, ho sempre cercato  di osservare il cliente per poi scegliere all’interno della cucciolata il cane che più mi sembrava adatto a lui.
Il feeling che si può creare tra uomo e cane ha dell’incredibile, basti pensare ad alcuni racconti che ormai sono diventate leggende.
Inizialmente si potrebbe dedurre che solo a pochi eletti è stata data l’opportunità di incontrare il cane giusto al momento giusto; la verità invece è che sono pochi gli uomini che sanno guardarsi dentro in modo sincero e poi scegliere il “loro”cucciolo.
Crescere con un cane non è cosa semplice, anzi!
Bisogna essere in grado di mettersi più volte in discussione come individui, cercando così di costruire un rapporto di convivenza basato sulla collaborazione.
Quando in ambito sportivo parliamo di binomio intendiamo l’unione di due elementi che collaborano per un obiettivo comune; in questo caso i due soggetti sono un uomo e un cane.
Essendo l’uomo la parte più evoluta toccherà ad esso l’arduo compito di trovare per entrambi gli equilibri necessari al sereno raggiungimento della meta prefissata (es.gare di lavoro).
E’ chiaro che una visione così estremistica dell’argomento potrebbe far sorridere molti cinofili, i quali magari preferiscono basarsi sulla tecnica sia per la scelta che per l’educazione dei propri cani.
Pur rispettando opinioni diverse dalle mie, credo fortemente che l’evoluzione delle tecniche addestrative future sarà sempre più rivolta all’analisi della condizione emotiva scatenata dal rapporto uomo-cane.
La sfera emotiva, infatti, è la parte di noi stessi maggiormente implicata nella realizzazione di un buon rapporto con il nostro amico a quattro zampe.
Potremo considerare il legame che unisce uomo e cane come una forma energetica, che si sviluppa nella sua interezza solo in talune circostanze.
Spesso mi è capitato di vedere utilizzare dai conduttori,durante gli allenamenti pre gara, metodi inusuali ed apparentemente incoerenti, che poi sono risultati inaspettatamente efficaci.
Probabilmente ciò avviene per motivazioni che vanno al di là delle classiche intepretazioni tecniche.
In questi casi si può tranquillamente parlare di ENERGIA POSITIVA che scorre tra le linee del rapporto uomo-cane.
Dall’osservazione di tali esperienze ho imparato che le riflessioni devono spingersi oltre alla semplice introspezione: bisogna infatti riuscire a comprendere gli stati emotivi che il nostro cane cerca di comunicarci.
Ho anche capito che l’introspezione e la capacità di percepire gli stati emotivi del nostro cane sono fondamentali per comunicare realmente con lui.
Un’analisi introspettiva può risultare anche un’esperienza valida per conoscersi e controllarsi meglio ed i benefici possono essere realmente strabilianti.
E’ stato infatti accertato che il cane ha un’influenza positiva notevole sul comportamento dell’uomo; immergersi in una relazione così completa con lui significa mettersi in discussione accettandone le conseguenze.
Esistono molti modi per affrontare la situazione, il modo che io propongo di scegliere per vivere al meglio il cane è sicuramente complesso ma costruttivo.
Il talento di un cinofilo è unicamente valutabile in base alle capacità psico-fisiche con cui riesce ad interagire con il cane in modo ottimale.
Nelle gare di lavoro, per esempio, in condizioni di parità tecnica, vincono i conduttori che riescono a controllare al meglio i propri stati emotivi creando un’atmosfera serena ed ottimale, ottenendo così dal cane il massimo rendimento. Ora guardatevi dentro e cercate di trovare voi stessi!

PROIEZIONI E CONFLITTI
Fino ad ora abbiamo visto ed analizzato diversi aspetti riguardanti i rapporti esistenti tra uomo e cane, cercando di valorizzarne le attitudini ed i condizionamenti; abbiamo così valutato come l’uomo riesca ad interpretarli e ad utilizzarli a suo favore.
Noi uomini, molto spesso, nutriamo delle aspettative nei confronti del nostro cane, dando vita così a delle proiezioni immaginarie di noi stessi che possono facilmente creare dei conflitti emotivi.
Non è difficile scorgere negli occhi dei proprietari di cani grande orgoglio per alcuni atteggiamenti o prodezze dei loro beniamini: tutto ciò succede perchè in questo caso il cane appaga alcune nostre insicurezze latenti.
L’uomo, come tutti gli esseri viventi, ha dei punti di forza e delle debolezze: questo lo rende sicuro o vulnerabile a seconda delle situazioni.
Purtroppo, però, spesso non valutiamo che anche i cani non sono esseri perfetti, come non lo siamo noi: tendiamo a far diventare il nostro cane una proiezione positiva di noi stessi, non accettandone i punti deboli (sia fisici che psichici).
Quando questo avviene nascono conflitti emotivi anche gravi che possono intaccare irrimediabilmente il rapporto uomo-cane.
L’uomo deve sì cercare il suo cane ideale, ma sapendone accettare sia i pregi che i difetti.
Tutto ciò può sembrare paradossale, ma vi assicuro che le considerazioni fatte sono frutto di studi molto approfonditi.

Spesso l’arrivo di un cane in famiglia viene interpretato come il completamento del nucleo familiare stesso; il cane, infatti, crea un filo conduttore che riporta gli esseri umani in stretto contatto con la natura, scatenando sensazioni ataviche ormai assopite nella nostra memoria.
L’essere umano occidentale vive costantemente dei conflitti emotivi, dovendosi dividere tra il potere materialistico e l’istinto che lo riporta a cercare il contatto primordiale con la natura.
Il cane quindi si trova ad essere, inconsapevolmente, lo strumento utilizzato per compensare alcune lacune che troviamo all’interno di noi stessi; si creano così delle proiezioni positive o negative a seconda dei casi.
L’uomo deve risolvere i suoi problemi esistenziali e non cercare di compensare le proprie debolezze con un cane: solo così potrà relazionarsi e comunicare con esso nel migliore dei modi.

Probabilmente vi starete chiedendo perchè il sottoscritto dia così importanza ai problemi di conflitto tra uomo e cane.
La risposta è molto semplice: perché, soprattutto nel settore sportivo, la prestazione agonistica è in stretto legame con il rapporto instaurato tra conduttore e cane.
Personalmente credo che, per trovare delle risposte ai problemi di rapporto, bisogna prendere spunto ed analizzare gli sport agonistici di SCH ed IPO che rappresentano a mio avviso la massima espressione di addestramento del cane.
In campo sportivo ci troviamo spesso e volentieri a dover far fronte e a dover risolvere seri problemi di rapporto tra cane e conduttore.
Questo tema risulta oggi più attuale che mai, poichè l’esasperazione della prestazione sportiva induce i tecnici di settore ad analizzare ogni sfumatura, cercando di arrivare al miglior risultato.
Ritengo che non vi siano metodi di addestramento migliori di altri (esclusi ovviamente quelli che non rispettano il cane), ma credo piuttosto che esistano diversi tipi di addestramento adattabili a molti tipi di cani.
Tutto ciò mi porta a cercare di analizzare molto attentamente gli stati emotivi dei cani.
Molto spesso le situazioni di conflitto esulano dal programma addestrativo, essendo attribuibili a meccanismi educativi sbagliati (il 90% del rapporto che viene instaurato con il proprio cane è una conseguenza del tipo di educazione ad esso impartita).
Un altro aspetto da non sottovalutare è il fatto che spesso il cane viene trascurato: così gestito, non potrà entrare veramente in contatto con il proprietario.
Ignorare un cane in attesa di verificarne le attitudini al lavoro è comunque una forma di proiezione personale che non gioverà assolutamente al rapporto futuro.
Insomma, è chiaro che sono sempre le proiezioni di noi stessi a scatenare i conflitti tra uomo e cane, ma risulterebbe comunque un’ipocrisia sostenere che non si debbano assolutamente avere delle aspettative.
Per relazionarsi al problema in modo corretto bisogna sforzarsi di accettare e rispettare le capacità individuali di ogni singolo cane.

PERCHE’ IL CANE ?
Perchè il cane ha un ruolo così importante nella vita dell’uomo?
Difficile rispondere. Comunque, per molte persone, il cane risulta essere un elemento indispensabile per la propria stabilità emotiva.
In questo periodo storico il cane ha assunto prevalentemente il ruolo di semplice, ma importante compagno di vita e di gioco, con spunti interessanti per quanto riguarda gli sport agonistici a lui dedicati.
Il cane rappresenta per l’uomo, come già accennato sopra, l’anello di congiunzione con la natura.
Anche studi fatti da grandi etologi e comportamentalisti evidenziano l’importanza del cane nella società moderna.
Il perchè rimane ancora da scoprire: sono molte le teorie esposte, ma fino ad ora nessuna riesce a convincere pienamente.
Talvolta anch’ io rimango perplesso, ed è forse questo che tiene viva la motivazione e la passione per questi splendidi animali tanto devoti all’uomo.
Il binomio uomo-cane è un’unione istintiva estremamente profonda; in un mondo dove i computers e gli automatismi elettronici stanno prendendo il sopravvento sui sentimenti, il rapporto e la comunicazione tra due specie così diverse è una roccaforte di valori importanti che devono rimanere presenti nella nostra memoria.
Il cane rappresenta concretamente questi valori ed è una specie che va salvaguardata a tutti i costi, in quanto a volte solo il cane è in grado di far affiorare nell’uomo un briciolo di sensibilità…!

Ovviamente non ho solo una visione ottimistica ed idilliaca dell’argomento: sono perfettamente consapevole che alcune persone considerano il cane come merce di scambio per fare business, infatti sono molte le attività commerciali nate con lo scopo di guadagnare anche in modo deplorevole.
Purtroppo, come in ogni cosa, vi sono i lati negativi e quelli positivi… e mi piace credere che i cinofili appassionati siano più di quelli a cui interessa solo il DIO DENARO!
Vi siete mai chiesti quali sono i motivi che spingono i cani a legarsi all’uomo?
Gli specialisti di settore ci insegnano che tutti i cani, per memoria atavica, manifestano atteggiamenti di branco, considerano così le persone con cui vivono come il loro gruppo, adattandosi alle esigenze del momento.
Inoltre le doti naturali dei cani risultano essere perfettamente adattabili ai bisogni dell’uomo, quindi il tutto è tecnicamente compatibile.
Un’analisi così fatta è sicuramente corretta, ma viene completamente tralasciato il vero fascino del binomio uomo-cane, fatto di EMOZIONI, SENSAZIONI, ISTINTI ed ENERGIE.
Da studi da me condotti in questi ultimi anni è emerso che i cani, una volta introdotti all’interno di una famiglia o più semplicemente in un gruppo di persone, manifestano ben più di un banale adattamento ambientale; scoprii infatti, già molti anni fa, che l’amore espresso da questi nei confronti dei loro amici umani ha degli spunti energetici molto profondi.
Ho osservato, per esempio, che i cani cercano tramite la loro fisicità di entrare in contatto con l’uomo e di “sentirne”lo spirito; infatti essi sono in grado di percepire le paure e le ansie delle persone a loro vicine,solo tramite piccoli contatti fisici.
Oggi sono molti gli specialisti di settore che stanno studiando tali fenomeni e risulta ormai chiaro che i cani possiedono qualità sensoriali molto evolute, superiori a quelle di qualsiasi essere umano.

CONCLUSIONI
Con questa serie di articoli  ho cercato di essere un valido promotore degli studi comportamentali riguardanti i cani, siano essi semplici ma importanti compagni di vita oppure ausiliari dell’uomo in settori più specifici.
Spero anche di essere stato d’aiuto a tutti coloro i quali intendono affrontare in modo coscienzioso la scelta di avere al loro fianco un cane, nel rispetto dell’animale e della società che dovrà accoglierlo.
“IL CANE CHE NON C’E'” è sicuramente un titolo in grado di rappresentare le aspettative dei veri cinofili, essi infatti cercano costantemente il cane ideale per coronare il loro sogno. Io ho cercato di spiegare che per incontrare il “proprio”cane bisogna imparare a conoscere prima se stessi!
Da parte mia spero che la cinofilia si affacci su un futuro più roseo del presente, dove gli appassionati riescano a trovare punti d’incontro per sviluppare obbiettivi comuni.
Intanto spero davvero che quanto ho  scritto possa essere stato utile a qualcuno, non tanto per lo stile o la scorrevolezza (non sono infatti uno scrittore!), ma per i contenuti, in cui credo fortemente.
Ora tocca a voi cercare “IL CANE CHE NON C’E'”!

 

…A WILD AT HEART DETTA CICCIA…
“Il cane che non c’è” è dedicato alla mia prima AMERICAN STAFFORDSHIRE TERRIER, razza che poi – grazie a lei – ho deciso di allevare. Era unica, aveva doti naturali strabilianti, nel suo carattere e nei suoi occhi potevo veramente ritrovare “un coraggio proverbiale”.
Sono ormai diversi anni che purtroppo mi ha lasciato, ma da allora non ho più provato un’intesa così forte con nessun altro cane e forse non la proverò mai più. E’ comunque importante per me pensare che se non fosse entrata lei nella mia vita, anche se per poco tempo, probabilmente io non avrei dedicato la mia vita ai cani.
Ciccia riuscì a prendermi letteralmente in giro: mi convinse che, malgrado la mia poca, anzi pochissima esperienza, io fossi un addestratore fenomenale, quasi bionico!
Lei era tutto quello che a me piaceva, era la proiezione positiva di me stesso. Solo quando non fu più con me mi resi conto che tutte le mie certezze se n’ erano andate con lei.
Passai momenti in cui avrei voluto cambiare mestiere, dimenticare tutto, momenti in cui nulla aveva più senso.
Ma poi fu tutto più chiaro: capii che talvolta un uomo incontra, per motivi misteriosi, un cane, il “suo”cane, ed è come se una strana enegia prendesse forma, dando vita a qualcosa di incredibilmente grande.
Spero in futuro di incontrare altri cani in grado di darmi la possibilità di crescere come individuo.
Riuscire a guardare dentro noi stessi può aiutarci molto nella ricerca del “cane che non c’è”, ma  forse solo il destino può assicurarci l’incontro.

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3 Commenti

  1. E’ proprio come scrivi tu, Valeria. Io ribalto il tuo articolo e ti dico che ho imparato a conoscere me stessa attraverso i tanti cani che ho avuto a fianco, perchè il loro carattere era lo specchio del mio agire. Ora ho con me due cani caratterialmente agli opposti eppure mi rappresentano entrambi.
    Ho imparato a rispettarli per quello che sono, ad amarne le peculiarità.
    Uno è schivo, delicatissimo anche se non manca di carattere, l’altra è atomica, fanfarona delicata come un elefante. Si compensano bene e si adorano. hanno accettato la gattina introdotta in casa qualche mese fa entrambi manifestando il loro carattere ma accettandola da subito come nuovo membro, comprendendo che se IO la amavo anche loro l’accettavano. Grazie per questo articolo!

  2. Il problema é che guardarsi dentro é di per sè già complicato, e riconoscersi per quello che siamo é ancora più difficile, ecco perché il nostro cane ideale é un elemento raro da trovare…. Ti ricordi di Negril? La mia boxerina?

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