lunedì 4 Agosto 2025

Ti presento il… Mastino spagnolo

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

ORIGINI E STORIA

Una delle teorie più accreditare attríbuisce al Fenici l’arrivo dei primi Molossi in Spagna: i grandi cani erano, probabilmente, insieme agli ovini, parte dei commercio con gli indigeni.
Un’altra teoria, ugualmente valida, ne attribuisce invece l’origine alle migrazioni delle popolazioni asiatiche in tutto il continente: in questo caso i molossi spagnoli sarebbero discendenti diretti del Mastino del Tibet.
All’epoca del dominio degli  antichi Romani nelle terre spagnole, le varie tribù locali, per quanto avessero territori geografici molto ben definiti, usavano trasferire il loro bestiame nei terreni in altura. E’ logico pensare che il Mastino di allora, guardiano di greggi, percorresse la stessa strada accompagnandoli.
Risale al 504, per opera del Re Visigoto Eurico, la prima disposizione per regolare la transumanza.
Con la Riconquista. le condizioni socio-economiche cambiarono radicalmente, la quantità e la qualità della lana delle pecore Merinos diventarono una parte fondamentale della ricchezza di tutti i re e feudatari dell’epoca.
Riconquistando i territori ai Mori, nuovi grandi spazi rimasero a disposizione delle greggi, e quindi anche del Mastino.
Nel 1273 Alfonso il Saggio emanò alcune leggi per regolare la transumanza.
In quest’epoca il regno di Castilla aveva a disposizione grandi estensioni di territorio, mentre il  regno di Aragona era rimasto confinato ai di sopra del fiume Ebro, fatto questo che influenzerà notevolmente la relativa pastorizia.
E’ proprio in questo periodo che furono fissati i  percorsi delle greggi transumanti, percorsi condizionati da confini geografici, naturali, ma soprattutto politici.

Al contrario di quanto accadeva nel regno di Castilla. dove le greggi percorrevano anche 900 km nelle loro migrazioni, nel regno di Aragona il bestiame non era mai impegnato per più di sei o otto giornate di cammino. I mastini non si separavano mai dal gregge, al quale appartenevano come parte integrante; le loro capacità dissuasive erano vitali per la conservazione dello stesso. E’ interessante notare come già allora esistesse una legge che cercava di impedire li maltrattamento o la crudeltà nel confronti del Mastino, in base alla quale chiunque recasse danno ad uno di questi era punito con una pesante ammenda.
I cani dovevano essere trattati con una particolare attenzione, tanto che, ad ognuno di loro, era assegnata la stessa razione di cibo che spettava anche ai pastori.
Il mantenimento di questi cani giganti rappresentava un costo molto elevato per il mondo rurale, ma la loro esistenza era giustificata dalla necessità di avere efficaci guardiani contro fiere e ladroni che infestavano il territorio.
I differenti sistemi con cui si effettuava la transumanza nel regno di Castilla e in quello di Aragona, l’autonomia politica effettiva che segnò la storia di entrambi i regni, fecero sì che, partendo da un cane probabilmente unico arrivato nella Penisola Iberica, si consolidassero due tipi – che più tardi divennero due razze – ben differenziati: il Mastino dei Pirenei e il Mastino Spagnolo, entrambi perfettamente adattati al lavoro che la storia gli aveva assegnato.

Il Mastino spagnolo  è sempre stato utilizzato, oltre che dai pastori transumanti, dai grandi proprietari terrieri e dai nobili. Veniva ammesso addirittura alla corte reale, come testimoniato dall’opera “Las Meninas” di Diego Velázquez, che ritrae l’Infanta Margarita e le sue dame in compagnia di un Mastino.
Ci sono testimonianze della presenza di Mastini spagnoli anche accanto ai conquistadores del Nuovo Mondo, come Diego de Salazar e Nunez de Balboa.
Come tutte le razze di taglia gigante, anche il Mastino rischiò l’estinzione nel corso della seconda guerra mondiale; in seguito venne recuperato da alcuni appassionati cinofili ed entrò nella cinofilia ufficiale.
Il primo standard di razza venne stilato nel 1949. Nel suo processo evolutivo il Mastino rappresenta la trasformazione da “cane primitivo nomade da pascolo” a “grande cane transumante da pascolo iberico”, con tanta bellezza come l’antica razza epirota che Aristotele descriveva come cane da pastore, grande e forte.
Alcune sagge osservazioni di Carlos Guinea hanno mostrato l’errore di utilizzare la parola spagnola “Alimanera” che significa “guardia da caccia impiegata nell’uccisione di animali selvatici”.
Quest’idea del mastino spagnolo come cacciatore di animali selvatici si é sviluppata principalmente a partire dagli anni ’80.
Incorrere in questo errore vuol dire disconoscere la razza e la sua etologia.
Il mastino spagnolo non é nè guardia da caccia, nè si usa per l’uccisione di belve selvatiche.
Julius Klein afferma che esso difendeva le pecore contro i lupi e i ladri che si aggiravano intorno al gregge, ma non parla affatto di uccisione di animali selvatici

CARATTERE ED ATTITUDINI
Parliamo di Mastini con il dottor Paolo Valle, allevatore dal 1986 con l’affisso “del Dharmapuri”.

D: Quali sono i tratti caratteriali salienti di questa razza?
R: Lo definirei un cane molto nobile nel suo aspetto caratteriale. Nobile e dolcissimo. Si inserisce benissimo con gatti, criceti ed altri animali, perché è molto socievole e non ha assolutamente istinto predatorio.
Certamente, se il cane è già cresciuto, bisogna avere degli accorgimenti per inserirlo in un nuovo ambiente, come del resto si fa per tutte le razze.
La sua caratteristica peculiare è di essere estremamente protettivo con gli altri animali, forse per il suo istinto atavico di difesa del gregge.
Per lo stesso motivo, probabilmente, è eccezionale con i bambini, che protegge da tutto e da tutti senza essere aggressivo, ma mettendosi semplicemente “in mezzo” tra il bambino e il resto del mondo!

D: E’ un buon cane da guardia?
R: Sì, ma anche in questo caso non è un cane aggressivo: tende a girare intorno e a far mantenere alla persona indesiderata la distanza. Il suo comportamento è sempre equilibrato.

D: Cosa mi può dire riguardo all’apprendimento?
R: E’ un cane molto attento, che apprende facilmente. Non sono d’accordo con i padroni che insistono a mandare i cani ai corsi d’addestramento, perché gli cambiano la natura. E’ inutile ricostruire un cane caratterialmente “umanizzandolo”: bisogna tenerlo secondo la sua natura e secondo le sue espressioni. È l’uomo che deve imparare a relazionarsi con l’animale e non viceversa.

D: Però il cane va almeno educato…altrimenti non credo sia facilissimo da gestire!
R: Sì, sull’educazione siamo sicuramente d’accordo. Però, se può vivere in modo “naturale”, il Mastino difficilmente dà problemi, proprio perché è dolce e docile di natura. Quello a cui sono contrario sono le forzature, per esempio i tipi di addestramento che stimolano l’aggressività e inficiano l’equilibrio.

Il mastino spagnolo dà una dimensione tutta nuova al concetto di "cucciolo"...

D: A che età consegnate i cuccioli alle loro nuove famiglie?
R: Quando hanno terminato le vaccinazioni e hanno già ricevuto una buona socializzazione; di solito a due mesi e mezzo. Se possiamo, anche oltre.

D: Qual è l’attività fisica più appropriata per questa razza?
R: Per sua natura è un cane abbastanza pigro, che tende ad “adagiarsi” sulle situazioni, anche se è più dinamico di altre razze di taglia equivalente. Da cucciolo non deve esagerare con l’esercizio, anche se bisogna stare attenti a non farlo neppure muovere troppo poco, perché altrimenti i muscoli si atrofizzano.
Il mio consiglio è di portarlo regolarmente a fare passeggiate al passo e al trotto, regolando la lunghezza a seconda dell’età. La virtù sta nel mezzo.

D: Su quale tipo di impiantito è bene far crescere, e in seguito far vivere, questi cani?
R: E’ senz’altro meglio la terra. Va bene anche un terrazzo spazioso, ma solo se il cane fa almeno una passeggiata al giorno su terreno naturale.

D: Quali cure particolari consiglia per la crescita?
R: C’è ben poco da fare, quando si usa una buona alimentazione. Qui in allevamento, somministriamo il Mesoflex per migliorare le cartilagini; a volte è il caso di aggiungere qualche altro integratore, come l’olio di fegato di merluzzo, ma non si può fare uno schema generale.
Bisogna seguire ogni cucciolata – e ogni soggetto – secondo le caratteristiche particolari che presenta. Per qualcuno è necessaria l’integrazione, per altri no. Una volta i veterinari insistevano sul dare sempre calcio ai cuccioli: noi siamo contrarissimi. Non si possono “bombardare” i cuccioli, non è naturale né salutare.

D: Secondo lei qual è il proprietario ideale di un Mastino?
R: Be’…un vero amante dei cani! A parte questo, ci piacerebbe che i nostri clienti si informassero un po’ di più sulla razza; ma come al solito manca la cultura cinofila. Spesso ci chiedono un Mastino solo perché hanno visto una fotografia…o peggio ancora, siccome noi alleviamo anche Tibetan Mastiff, ci chiedono “un cucciolo dell’una o dell’altra razza, purché sia pronto subito”!
Ovviamente mi passa subito la voglia di darglielo, perché le due razze sono estremamente diverse l’una dall’altra, e chiederne “una a caso” è indice di una superficialità che non può portare a nulla di buono. Una persona che sceglie il cane così, non vuole il cane come incontro caratteriale, quasi “spirituale”, come noi vorremmo che fosse. Acquista un “oggetto”…e questo è lontanissimo dalla nostra filosofia.

E qui dedichiamo un piccolo “stacco”  fatto che l’allevamento Dharmapuri non è soltanto un allevamento di cani; in realtà è un centro di cultura e filosofia induista nel quale la cinofilia è entrata proprio nel suo aspetto più nobile; quello del connubio e dell’armonia tra uomo e natura.
“Noi cerchiamo di comunicare con i nostri cani, di imparare da loro a gestire la nostra parte “animale” – ci spiega ancora Paolo Valle. Dopodiché torniamo alla cinotecnia.

D: Voi siete in pratica gli unici allevatori italiani con un buon numero di cani. Come vi regolate per evitare gli eccessi di consanguineità?
R: E’ stato un lavoro fatto a priori, quando abbiamo acquistato i nostri cani. Grazie ai moltissimi viaggi in Spagna (e alle estenuanti trattative con i migliori allevatori locali!) oggi abbiamo in allevamento undici linee di sangue diverse. Questa “preselezione”  ci ha risparmiato anni e anni di lavoro.
Oggi siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti, lo dico senza nessuna presunzione ma con la certezza di aver lavorato bene…anche se non è stato facile.

D: Siete già riusciti ad ottenere un tipo omogeneo?
R: Questo è un lavoro…ancora in corso, perché la razza, anche nel suo Paese d’origine, è caratterizzata proprio da una certa eterogeneità.
Fissare un tipo non è semplice, anche perché ci sono linee molto diverse: da quelle più alte e longilinee, con musi più lunghi, al tipo più brachimorfo e brachicefalo, che tende a somigliare un po’ al mastiff.
Il problema è che io amo alcune caratteristiche di entrambi i tipi!
Ma in fondo questa eterogeneità è una caratteristica della razza, quindi perché negarla? Preferisco lavorare per ottenere cani che mi piacciano, piuttosto che fissare un unico tipo di cane, perdendo magari altre caratteristiche… altrettanto tipiche!

D: I Mastini riescono a riprodursi naturalmente?
R: Per quanto riguarda i parti, sì, quasi sempre. Non c’è un’incidenza particolarmente alta di cesarei. Le monte, invece, sono tutte artificiali: i maschi sono troppo pesanti, nella monta naturale tendono a schiacciare le cagne, che quindi si abbassano e rendono l’operazione difficoltosa, con conseguente stress del maschio. Alla fine si sarebbe costretti ad imbragare , sorreggere…e in tutto questo, di naturale, non resterebbe molto! Quindi noi abbiamo optato per l’artificiale a priori.

D: E il post partum, com’è? Le madri hanno problemi di schiacciamento dei cuccioli?
R: Purtroppo sì, come accade in tutte le razze di questa taglia. Ma di parti è meglio che parliate con Ida, che è la nostra bravissima
“ostetrica”!

Passiamo quindi ad intervistare Ida Politano.
“Le mamme vanno aiutate anche durante il parto – ci spiega Ida – perché a volte si stancano dopo l’uscita dei primi due o tre cuccioli.
Allora bisogna sostenerle… e tante volte fare il lavoro al posto loro!
In media partoriscono otto cuccioli, ma abbiamo avuto addirittura una cucciolata di 16! Il problema più grande è che dopo le prime espulsioni cominciano a non spingere più: spesso si addormentano proprio…ma se il cucciolo è già nel canale bisogna intervenire, altrimenti rischia di morire.
Molto più raramente si presenta il problema inverso: la cagna continua ad avere spinte ed il cucciolo non esce. Ci è successo con un cucciolo che era rimasto intrappolato nel cordone ombelicale.
Sono stata un’ora con la mano dentro il corpo della madre per salvarlo, e alla fine ce l’ho fatta. È stata una grandissima soddisfazione!
Devo riconoscere che sono cani… molto elastici!”

D: Una volta nati i cuccioli, cosa bisogna fare?
R: Toglierli da sotto la mamma e portarglieli solo per le poppate… ma anche in questi momenti non si può perdere d’occhio la mamma, perché con questa mole basta davvero il minimo movimento per schiacciare un cucciolo. Questo significa controllo e cura delle cucciolata per 24 ore su 24! Non è una razza che può allevare chiunque: occorre una dedizione totale.

D: Vorrei chiedere anche a te, che ci vivi così strettamente a contatto, quali tratti salienti hai potuto notare nel carattere del Mastino.
R: Posso affermare di aver notato in questi splendidi cani una grande intelligenza intrinseca, indipendentemente dall’educazione che essi possono avere o meno ricevuto. Hanno un rapporto molto “umano” con tutto e con tutti, anche se non gli si insegna nulla! Il maschio è molto coccolone e giocherellone, ma un po’ più indipendente della femmina, che invece è una “coccolona globale” con una docilità molto più spiccata.

VIVERE CON UN GIGANTE
Come si gestisce un…quintale di cane?
La cosa non è poi “improponibile” come potrebbe sembrare a prima vista.
Anzi, come spesso ripeto da queste pagine, a volte un gigante è più facile del “presunto” cagnolino da appartamento, che in realtà ha un bisogno folle di correre e di saltare.
I cani di grande taglia hanno un bisogno molto relativo di esercizio fisico e sono felici di starsene sdraiati tutto il giorno ai piedi del padrone. Come ha sottolineato il dottor Valle, ovviamente, non si può neppure tenere un cane di questa taglia “troppo” fermo, quindi un bel paio di passeggiate quotidiane sono indispensabili: ma si tratta appunto di “passeggiate” e non di corse sfrenate, con i ritmi lenti tipici della transumanza!
Il mantello è facile da gestire oltre ad essere davvero “per tutte le stagioni”. Grazie alla presenza di sottopelo, è caldo d’inverno e fresco d’estate. Ovviamente, d’estate, il sottopelo se ne va…ma essendo corto e fitto, anche le mute non sono mai troppo “drammatiche”.
L’unico inconveniente che può presentare il mantello è che questo tipo di sottopelo funziona come una spugna, trattenendo l’acqua se i cani si bagnano. In questo caso bisogna asciugarli immediatamente, perché il primo nemico del Mastino, come avviene un po’ per tutti i cani, è proprio l’umidità.
Nonostante la stazza, il Mastino Spagnolo è un cane con pochi problemi di salute (grazie, probabilmente, a una selezione che fin dalle origini è stata prettamente utilitaristica): sono rari i casi di displasia dell’anca invalidante e quasi del tutto assenti le patologie cardiache. Ovviamente la razza è a rischio per quanto riguarda la dilatazione/torsione di stomaco, ma l’incidenza è inferiore rispetto ad altri cani di taglia similare
e sembrano esistere linee di sangue completamente esenti.
Per tenere un Mastino Spagnolo occorrono evidentemente spazi adeguati, ma non è indispensabile avere un giardino smisurato: tanto, come tutti i cani grandi…lui in giardino ci si sdraia a dormire!
L’attività fisica gli va “imposta”, per così dire, portandolo con sè a passeggiare, cosa che si può fare benissimo anche se il cane vive dentro casa. Diciamo che…il monolocale è sconsigliabile, ma in una casa grande un Mastino può vivere felicissimo, purché  lo si porti fuori e lo si faccia camminare almeno due-tre volte al giorno.
Come ci ha già spiegato l’allevatore, la famiglia-tipo di un Mastino può comprendere bambini e altri animaletti, che lui istintivamente amerà e proteggerà a spada tratta.
E’ un cane estremamente affidabile: non esiste alcuna casistica al mondo che veda aggressioni a bambini da parte di un Mastino spagnolo.
Il suo umano ideale, oltre ad essere innamorato dei cani, deve essere una persona non troppo sedentaria, ma neanche eccessivamente sportiva, perché la mole rende questi cani inadatti alle discipline sportive.

FCI Standard N° 91 / 26.05.1982 MASTINO SPAGNOLO
ORIGINE: Spagna
DATA DI PUBBLICAZIO9NE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 26.05.1982
UTILIZZAZIONE: Guardia e difesa.
Questa razza è intimamente legata alla transumanza e in modo particolare a quella delle pecore Merino, che il Mastino Spagnolo sempre accompagnò fin dai tempi della Mesta (associazione, nel Medio Evo, di allevatori di greggi transumanti), difendendole dai lupi e dagli altri predatori, in tutti gli spostamenti e nei pascoli, nelle diverse stagioni. Attualmente accompagna numerose greggi, tanto stanziali che transumanti, svolgendo la sua funzione ancestrale. È anche un cane da guardia e difesa di fattorie, persone e proprietà i generale CLASSIFICAZIONE F.C.I. Gruppo 2 Cani tipo Pinscher e Schnauzer Molossoidi e Bovari Svizzeri Sezione 2.2 Molossoidi

ASPETTO GENERALE: E’ un cane di grande taglia, ipermetrico, di medie proporzioni e struttura sub-longilinea. Ben proporzionato, molto potente e muscoloso. Struttura ossea compatta. Testa massiccia e corpo ricoperto di pelo semilungo. Si debbono ricercare la proporzione e l’armonia funzionale, tanto in stazione quanto nel movimento. Abbaia con voce rauca, grave e profonda, di grande intensità, udibile a notevole distanza.

PROPORZIONI IMPORTANTI: La lunghezza del corpo è superiore dell’altezza al garrese · Il rapporto tra la lunghezza del cranio e quella del muso deve essere di 3/2

COMPORTAMENTO CARATTERE:  È un cane molto intelligente, non sprovvisto di bellezza; la sua espressione manifesta entrambe queste qualità. Rustico, affettuoso, mansueto e nobile, è un cane di gran fermezza verso gli animali selvatici e gli estranei, specialmente quando deve difendere proprietà o greggi. Nel suo comportamento si nota che è un cane sicuro di sé, che dosa le sue forze poiché conosce la sua enorme potenza.

TESTA: Grande, forte e tronco cuneo di basi ampie. L’insieme cranio-muso, visto dall’alto, deve essere quadrato e uniforme, e senza una diminuzione molto marcata tra la base del muso e i temporali. Gli assi cranio facciali sono leggermente divergenti. REGIONE DEL CRANIO Cranio cranio ampio, forte, di profilo sub-convesso. L’ampiezza del cranio sarà uguale, o superiore alla sua lunghezza. Seni frontali accentuati. Cresta occipitale marcata. Stop soave, poco accentuato
REGIONE DEL MUSO: Tartufo: nero, umido, grande e ampio Muso canna nasale diritta. Visto da sopra il muso appare moderatamente rettangolare; diminuisce gradualmente verso il tartufo, conservando un’evidente ampiezza. In nessun caso deve essere appuntito. Labbra: le superiori ricopriranno ampliamente le inferiori; le inferiori, con mucose pendenti, formano commessura labiale ben discendente. Le muscose devono essere nere. Mascelle/Denti . Chiusura a forbice. Denti bianchi, forti e sani, canini grandi, affilati che formano una buona presa. Molari forti e potenti. Incisivi piuttosto piccoli. Devono essere presenti tutti i premolari). Palato nero, con creste molto marcate Occhi piccoli se rapportati al cranio; a forma di mandorla, preferibilmente scuri, color nocciola; sguardo attento, nobile, dolce e intelligente, duro verso gli estranei. Palpebre di pelle spessa, pigmentate di nero. La palpebra inferiore lascia vedere parte della congiuntiva. Orecchi : di media misura e pendenti, di forma triangolare; piatte. Inserite sopra della linea dell’occhio. A riposo cadenti e aderenti alle guance, senza essere troppo addossate al cranio. In attenzione, separate dalle guance e parzialmente erette nel loro terzo superiore. Non devono essere tagliate.

COLLO: Troncoconico, ampio, forte, muscoloso, flessibile. Pelle spessa e rilasciata. Giogaia doppia di ampio sviluppo.
CORPO: Rettangolare. Forte e robusto, che dimostra gran potenza, ma flessibile e agile Linea superiore: diritta, orizzontale, anche in movimento Garrese : ben marcato Dorso: potente e muscoloso. Rene lungo, ampio e poderoso; si restringe man mano che raggiunge il fianco Groppa: ampia e forte. La sua inclinazione è di circa 45° rispetto alla linea dorso lombare e all’orizzontale. L’altezza alla groppa è uguale di quella al garrese. Torace ampio, profondo e poderoso. Punta dello sterno marcata. Costole con ampi spazi intercostali e ben cerchiate, non piatte. Il perimetro minimo del torace supera di circa ⅓ l’altezza al garrese. Linea inferiore: ventre molto moderatamente retratto; fianchi discesi e molto ampi.
CODA: molto grossa alla radice e inserita né alta né bassa,. Forte, flessibile e ricca di pelo più lungo che in tutto il resto del corpo. A riposo è portata bassa, arrivando completamente al garretto, a volte forma una curva nel suo ultimo quarto. Quando il cane è in movimento o eccitato, è levata a sciabola, con anello all’estremità, però mai arrotolata in tutta la sua lunghezza o appoggiata sul dorso.

ARTI ANTERIORI: perfettamente in appiombo, diritti e paralleli se visti dal davanti. La lunghezza dell’avambraccio sarà tripla di quella del metacarpo. Ossatura forte con metacarpo potente. 2 Spalle oblique, multo muscolose. Più lunghe dell’avambraccio. L’angolo scapolo-omerale è vicino ai 100° Braccio : forte, di lunghezza simile a quella della scapola Gomito aderente al torace. L’ angolo omero-radiale è vicino al 125° Avambraccio forte, perpendicolare. Metacarpo: visto di lato, leggermente inclinato. È praticamente la continuazione Dell’avambraccio. Ossatura solida Piedi anteriori: di gatto. Dita ben chiuse. Falangi forti, alte e ben arcuate. Unghie e tubercoli plantari molto robusti e duri. Membrana interdigitale moderata e provvista di pelo.
POSTERIORI: potenti e muscolosi. Visti lateralmente: angolature adeguate, ampi angoli articolari.. Appiombi corretti, visti di fronte e di lato. Garretti senza deviazioni. Debbono essere capaci di trasmettere la spinta con facilità, forza ed eleganza. Coscia forte e muscolosa. L’angolo coxo-femorale è vicino ai 100° Ginocchio angolo femoro-tibiale: vicino ai 120° Gamba lunga, muscolosa e di forte ossatura Garretto l’angolo aperto del garretto è di circa 130° Metatarso : ben marcato, con i tendini ben visibili Piedi posteriori di gatto, leggermente ovali. Presenza o meno di speroni che possono essere semplici o doppi; E’permessa la loro amputazione.
ANDATURA L’andatura preferita è il trotto, che deve essere armonico, poderoso, senza tendenza ad andar di lato. Niente ambio.

PELLE Elastica, spessa, abbondante e di colore rosaceo, con zone di un pigmento più scuro. Tutte le mucose devono essere nere. MANTELLO
PELO: fitto, grosso, semilungo, liscio, esteso su tutto il corpo fino agli spazi interdigitali. Ci sono due tipi di pelo: uno, di copertura, sul dorso e uno, di protezione, sulla cassa toracica e i fianchi. È più corto sugli arti e più lungo e serico alla coda.
COLORE: Colore indeterminato, ma si apprezzano maggiormente i colori uniformi, giallo, fulvo, rosso, nero, color lupo e color cervo. Sono pure apprezzati i colori combinati come il tigrato e pezzato o cani con il collare bianco.

TAGLIA: Non esistono limiti massimi di taglia, poiché sono meglio apprezzati, se armoniosamente proporzionati, gli esemplari di maggior altezza. Altezza al garrese Limite minimo: per i Maschi 77 cm per le Femmine 72 cm Si desidera che queste misure siano ampliamente superate, dato che si stima conveniente che i maschi superino gli 80 cm. e le femmine i 75 cm. .

DIFETTI: qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerato come difetto e la severità con cui questo difetto sarà penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità
DIFETTI LIEVI · Muso dal profilo leggermente montonino · Chiusura a tenaglia: mancanza di qualche premolare · Linea dorso-lombare debole, non diritta o ondulante in movimento · Metacarpi metatarsi e piedi deboli (ma non eccessivamente) · Timidezza, non eccessivamente accentuata
DIFETTI GRAVI · Aspetto fragile o linfatico esagerato. · Muso appuntito · Enognatismo moderato · Assenza di diversi premolari o canini, non dovuta a trauma · Eccessivo entropion o ectropion · Orecchi amputati · Coda appoggiata sulla groppa · Linea dorso-lombare insellata · Altezza della groppa visibilmente superiore a quella del garrese · Coda amputata · Appiombi incorretti; deboli o deviati · Garretti vaccini in stazione o ravvicinati in movimento · Arti deviati in fuori (lateralmente) durante il movimento · Pelo ondulato,arricciato, o eccessivamente lungo · Carattere squilibrato, eccessiva timidezza o esagerata aggressività
DIFETTI ELIMINATORI · Tartufo o mucose depigmentati · Naso diviso · Qualsiasi grado di prognatismo; eccessivo enognatismo · Occhi chiari Qualsiasi cane che presenti in modo evidente anormalità d’ordine fisico o comportamentale sarà squalificato.

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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3 Commenti

  1. mi piacerebbe sapere se vengono organizzati raduni di razza. mi sono interessata a questo cane per più di un anno ormai ma purtroppo non ne ho mai visto uno dal vivo… non vorrei scegliere un cane alla cieca, ma allo stesso tempo non me la sento di recarmi in allevamento visto che non prevedo di acquistare un altro cane nell’immediato futuro

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