E’ di nuovo l’undici settembre.
Non è più il decennale, quindi forse quest’anno ci saranno meno manifestazioni e commemorazioni: però noi un piccolo ricordo vogliamo dedicarlo ugualmente ai 300 cani che hanno lavorato indefessamente dopo il crollo delle torri, rammentando che molti di essi hanno perso la vita nei mesi immediatamente successivi a causa delle polveri tossiche inalate.
Altri ce l’hanno fatta, qualcuno è ancora vivo, sono ormai tutti vecchi perché di tempo, per un cane, ne è passato davvero tanto.
Però non vanno dimenticati i loro musi, i loro occhi, il loro lavoro e quello degli umani che li accompagnavano nelle ricerche. Non va dimenticato che per ogni pazzo assassino che trova giusto spegnere migliaia di vite umane c’è sempre qualcun altro che le vite cerca di salvarle: e i cani sono sempre al loro fianco. A commuoverci, ad emozionarci, a farci pensare che dopotutto, per questa nostra stupida specie di animali a due zampe, una speranza – forse – c’è ancora.
Un disperso, un jack russell che scendeva le scale in braccio al padrone e poi apparso nelle locandine di ricerca. nel crollo di una scala il proprietario lo perse di vista…
Davvero commovente ricordare cani che danno la vita per gli uomini, che non sempre la meritano. Grazie Valeria per averli ricordati ancora una volta.
“Non va dimenticato che per ogni pazzo assassino che trova giusto spegnere migliaia di vite umane c’è sempre qualcun altro che le vite cerca di salvarle: e i cani sono sempre al loro fianco. A commuoverci, ad emozionarci, a farci pensare che dopotutto, per questa nostra stupida specie di animali a due zampe, una speranza – forse – c’è ancora”
Grande Valeria. Un pezzo da pelle d’oca. Grazie per averlo scritto.
Se i cani ci amano… ci sarà un perchè, forse loro vedono in noi del buono e cercano di tirarcelo fuori… per fortuna il più delle volte ci riescono…
“forse loro vedono in noi del buono e cercano di tirarcelo fuori”
:’-)
un pensiero ai nostri amici silenziosi…
Ci fu un solo cane morto nel crollo, si trattava di Sirius un labrador, lasciato nello scantinato al momento dell’impatto dal poliziotto che lo aveva con se, purtroppo il poliziotto non fu più in grado di tornare a prenderlo. C’è anche una lapide dedicata a lui a ground zero.
Piccolo, Grande pezzo giornalistico…