di VALERIA ROSSI – Per circa due anni ho osservato il di Claudio Mangini e i suoi cani tutor: in questi due anni gli avrò sentito rivolgere la parola a un cane non più di cinque volte, almeno durante il lavoro. In altri ambiti ci parla eccome, ma quando lavora sta zitto. O meglio, parla esclusivamente col corpo. Utilizza i concetti di “pressione e rilascio” per dire al cane che è stato bravo o che non approva quello che sta facendo.
Da altrettanto tempo, più o meno, frequento Davide Cardia, che invece sostiene che si debba dire tutto al cane; da quello che stiamo per fare (“ora facciamo il salto”, “ora facciamo l’invio in avanti”, “ora facciamo gli attacchi”) a quello che pensiamo di lui (“Bravissimo”, “Sì”, “No” ecc.).
A fine lavoro lui cazzeggia molto meno: non è che i cani non li coccoli, però di solito lo fa in silenzio, o quasi.
Ora… qualcuno potrebbe pensare che, se sono d’accordo con un metodo, non dovrei poter essere d’accordo anche con l’altro, visto che si comportano in modo diametralmente opposto. E invece li trovo entrambi corretti… pur comportandomi in modo ancora diverso da entrambi.
Infatti io blatero moltissimo con i cani, ma a differenza di Davide – che bisbiglia i suoi “si”, “no”, “okay” – io faccio le sceneggiate napoletane: “SIIIIIIIIII!” “Bravissimoooooooooo!” “MA NOOOO!”, con tutta una serie di gesti e di facce esagerate.
Perché dico che approvo sia Mangini che Cardia, pur facendo qualcosa di ulteriormente diverso da loro? Semplice: perché entrambi i loro modi di rapportarsi col cane (e pure il mio, almeno così credo e spero) funzionano.
Siccome i cani reagiscono positivamente, capiscono e danno risposte, significa che vanno benissimo tutte le soluzioni: insomma, ancora una volta non ci sono “manualetti stampati” da dover seguire ad ogni costo, ma ci possono essere modi diversi di approcciarsi e di comunicare, senza che per forza di cose uno sia “quello giusto” e gli altri siano sbagliati.
Dipende molto anche dall’umano, ovviamente.
Per esempio, Mangini è bravo nel comunicare in silenzio perché conosce a menadito tutte, ma proprio tutte le sfumature di ogni suo movimento e le gestisce una per una.
Ma questo gli è possibile anche perché è magro come un chiodo, è un fascio di muscoli e nervi… e soprattutto è allenatissimo e sa muovere in modo armonico ogni parte del suo corpo (essendo anche uno stuntman ha fatto un sacco di palestra, di arti marziali e di tutte quelle cose che l’armonia te la rifilano anche senza che tu neppure te ne accorga).
Se ci provassi io, con tutta la ciccia che sballonzola e l’eleganza innata di un ornitorinco, i cani probabilmente mi riderebbero in faccia.
Per questo, sapendo benissimo di non essere brava come lui, io devo dare un po’ meno importanza ai movimenti del mio corpo e sopperire con la voce a ciò che i miei muscoli (o quel che ne resta) hanno dimenticato e/o mai saputo.
Questo non vuol dire che non cerchi anch’io di utilizzare il corpo: so bene che i cani danno più importanza alla mimica che alle parole. Ma se guardando un cane e Mangini che camminano sembra di vedere due lupi che danzano insieme, guardando me si vede solo un’anziana signora che arranca e cerca invano di tenere il passo: magari cercando di usare i mezzi più semplici, come i segnali di invito o i blocchi corporei… ma aiutandosi parecchio con la voce, perché sa bene che i suoi segnali corporei sono decisamente sfocati e confusi.
Per quanto riguarda la voce, poi… sappiamo tutti (almeno spero) che la nostra voce è un marker: come il clicker.
Ovvero, è la “promessa” di un premio (o la minaccia di una punizione, o di un mancato premio), che dà già al cane la consapevolezza di stare facendo bene o male.
Ovviamente chi preferisce lavorare in rinforzo userà i marker negativi non come “minaccia di punizione” (che non viene mai usata), ma come “minaccia di non dare alcun premio”: ma il concetto è sempre quello. Il marker serve ad anticipare al cane quello che succederà in base al suo comportamento.
Il motivo per cui, a differenza di Davide io “marco” in modo molto incisivo è lo stesso per cui non mi piace il clicker: ovvero, è che voglio un rapporto il più possibile emozionale, in cui i miei sentimenti: a) siano sempre chiaramente comprensibili dal cane; b) possano sfruttare l’immensa empatia di cui i cani sono capaci; c) convincano anche me… e questo a volte è il punto più dolente, perché è facilissimo sentirsi (oltre che mostrarsi) entusiasti quando un cane ti ha fatto un invio in avanti perfetto… ma è mooolto più difficile sentirsi altrettanto entusiasti quando un cane che hai chiamato alle 14,20 arriva alle 15,50 (e quando si lavora con i cani fobici, può succedere davvero che passi questo tempo qua). In questi casi avresti voglia di ammazzarlo, altro che di dirgli “bravo”: quindi fare la sceneggiata entusiastica mi aiuta ad essere la prima a credere di essere davvero contenta che sia arrivato.
Ovviamente le sceneggiate napoletane le utilizzo soprattutto all’inizio di un lavoro, o quando ancora devo costruire il rapporto con quel cane: poi, gradualmente, le riduco. Quando sono abbastanza avanti nel lavoro somiglio abbastanza a Davide: non sarò mai così “sussurratrice”, temo (oddio, utilizzare questo termine ultimamente mi turba un po’: facciamo “bisbigliatrice”, va’…), ma di sicuro faccio meno scena.
Ci sono anche casi in cui di scena non ne faccio fin dall’inizio: con i cani fobici di cui sopra, quando hanno ancora paura anche di me, ovviamente non mi metto a strillare “BRAVOOOOOOOOOOOOOOO!!!”, perché rischio di ritrovarmi il cane su un albero.
In quei casi tengo a bada la voce (o almeno ci provo), ma sopperisco enfatizzando i gesti: e so benissimo di sembrare una perfetta cretina, ma a me interessa quello che pensa il cane, non la gente. Soprattutto, mi interessa che il cane capisca che sono felice di lui (o moooolto delusa di lui).
Insomma, possono esserci metodi diversi e “stili” diversi per comunicare con i cani.
Chi è bravo a “parlare da cane” (ovvero ad usare soprattutto il corpo) è sicuramente agevolato, perché questo (insieme alla comunicazione olfattiva, che noi non sappiamo e non sapremo mai mettere in atto) è il linguaggio che loro capiscono meglio: è il più immediato e il più diretto.
Però, se non lo sai fare bene, diventa chiaro e diretto come un cinese che cerca di farsi capire da un italiano.
Chi non ha la grazia e l’animalità innata sufficienti ad esprimersi solo con il linguaggio corporeo, può utilizzare tranquillamente la voce: e qui sono pienamente d’accordo con Davide, è giusto dire al cane tutto, compreso quello che stiamo per fare insieme.
E’ giusto con i cani da lavoro ma è giusto anche con i cani di famiglia, perché dà loro la sensazione di cooperare anziché di essere sballottati qua e là. Quando io esco con la Bisturi, la mattina, le do tutte le indicazioni sul “dove andiamo”: “Sigarette”, “Pane”, “Casa” e così via (che poi spesso lei decida di capire “pane” anche quando le dico cose del tutto diverse, perché la panettiera le dà ogni volta un pezzetto di grissino, è un effetto collaterale secondario – oltre ad essere la dimostrazione che la mia cagna è una lenza e una mortadefame perenne).
Sta di fatto che, quando non le parte l’embolo per il grissino, la Bisturi mi anticipa entrando nel negozio che le ho indicato, fermandosi sulla porta e guardandomi tutta fiera e scodinzolante: “Ho capito bene, vero? Dobbiamo entrare qui!”.
Questo la fa sentire mia partner nel far la spesa, anziché “cane trainato in giro per negozi”. E vi assicuro che c’è differenza.
Ovviamente, quando si lavora insieme, la cosa è ancora più importante: stringe il legame, costruisce un rapporto, aiuta a creare una partnership.
Altro lato della medaglia: non serve a molto, se non a confondere le idee al cane, il “parlare a vanvera” (tipo: “Dài, tesoro, la zia ha detto che adesso dobbiamo fare la condotta al guinzaglio, quindi mettiti bene vicino al ginocchio della mamma che adesso le facciamo vedere come siamo brave“. Frase che riporto testualmente dopo che una mia cliente – ed amica – l’ha detta esattamente così all’ultima lezione). Ovviamente in tutta ‘sta blaterata il cane non può aver capito un’emerita cippa.
Oddio… “quella” cagna, secondo me, qualcosa ha capito: è una pastora tedesca da lavoro di cinque anni che pende letteralmente dalle labbra della “mamma” 24 ore su 24, quindi credo che ormai disponga di un vocabolario italiano-canese che comprende un numero impressionante di vocaboli. Però diciamo che un discorso del genere fatto ad un cane più giovane, o che vive meno in simbiosi con noi, otterrebbe l’unico risultato di confonderlo.
Concludendo: parlare o non parlare al cane – e “come” parlare al cane – è questione di scelte personali: basta che la comunicazione sia efficace.
Più riusciamo ad andare vicini al linguaggio canino e meglio è… ma se non ci riusciamo, o se ci riusciamo solo in parte, possiamo sopperire con mezzi diversi.
L’importante è che, una volta scelta la forma di comunicazione che più ci si adatta, manteniamo in essa una certa coerenza (pur potendola modificare gradualmente nel tempo, come faccio io): ma soprattutto, se abbiamo scelto di parlare, l’importante è che ciò che diciamo sia comprensibile per il cane, al quale non possiamo chiedere di imparare millemila vocaboli (mentre è sicuramente in grado di interpretare e capire millemila gesti).
In caso contrario non saremo “espressivi”, ma casinari: creeremo solo una gran confusione e il cane ci guarderà col fumetto sulla testa: “Ma che cazzo hai detto?”.
Ecco: se vediamo quel fumetto lì (e si vede benissimo, ve l’assicuro… se solo ci si fa caso), forse è il caso di provare a comunicare in modo diverso.
Io amo questa donna mi dispiace tanto che se ne sia andata prima che la potessi conoscere <3. Dev'essere stata quel tipo di donna alla san francesco che ogni creatura vivente sulla faccia della terra avrebbe amato, ormai dico sciuramaria pure io quando qua a Caserta parlar milanes è tipo reato, c'è tanta umanità e anche tanta caninità in lei 🙂 .
Essendo solo leggermente orsa, il vocalizzo che percepiscono meglio i miei cani è il mio “growl”, il suono che emetto più spesso durante la giornata. Sì, anche verso le persone.
Ottimo aticolo e ricco di spunti … per una come me che sembra un elefante in una cristalleria…
Uso tanto la voce proprio perché motoricamente sono un po’ “rigidina”? e funziona comunque ma sarebbe bello poter abbinare le due cose vero?
con Michi andiamo a sguardi lui mi fissa e sa già cosa accadrà e viceversa, come quando c’è gente e lui fa lo sguardo da pecora io abbasso le braccia impercettibilmente e lui mi salta in braccio con le zampe anteriori strette al collo, tutti ridono deliziati e lui è sempre molto felice di fare questo spettacolino, specialmente per chi non lo ha ancora visto.
Con la Susy invece è tutto un urlare e agitarsi di ogni parte del corpo, sembriamo due matte sconclusionate. 🙂
@Antonella che carino, hai un cane abbraccione, adoroooooooo ^o^
…mi sembra evidente che il prossimo sarà il seminario “Rossi-Fassbender-Mangini”.
E che sarà parecchio affollato.
:-/
avevo scritto che non ho mai visto Mangini, magari dal vivo è uno spettacolo, chissà. Sono d’accordo anche con Davide Cardia “dire tutto al cane”. Mia mamma lo fa e a volte sembrano proprio capire le sfumature tipo “arriva la nonna, fingete di dormire” e quando arriva la nonna.. non la salutano.. non so se per noia o rispetto però funziona, la nonna è intoccabile XD
O.T. : mi sapreste spiegare perché Asia ritiene sempre che io sia lercissima, e mi voglia sempre “lavare” dalla testa ai piedi, con predilezione per le estremità? 😉
perchè sono saporite!
lo dite anche a me? 😀 🙂 😉
😀 Perché rido? Lo sai bene il perché 😀
Oh, sì che lo so! 😀
Che bello…. sono capitata su questo sito quasi per caso, e non ricordo nemmeno se stessi cercando qualcosa sui cani…. (ma immagino di si, scusate ma ormai mi sento alla frutta, dal punto di vista mnemonico!). Comunque, a prescindere dalla premessa, dicevo: che bello! Che bell’articolo, che bel sito, che belle cose che dite. Amo gli animali, almeno spero che il mio modo di raffrontarmi con loro sia amore. Ho di nuovo un cane, dopo un lunghissimo periodo di astinenza, direi circa 9 anni. Ho una cucciola meticcia, Asia, incrocio con un Pinscher, dal quale ha preso molto moltissimo.
E mi sono ritrovata una blaterona incredibile, che usa il linguaggio verbale con la sua cucciola (presa a 50 giorni, che è letteralmente la mia ombra, anche se ombra molto indipendente…). Che tenta goffamente di usare il linguaggio del corpo, ma poi torna sul verbale. Che talvolta (o sovente???) non viene ascoltata da Asia, che peraltro è un tantino ribelle (oppure è la sua “mamma” che non è una buona educatrice?)
Insomma, ho trovato sul sito un sacco di spunti, e in questo articolo molte risposte a domande che mi faccio continuamente.
Ringrazio moltissimo te, Valeria, che hai una straordinaria capacità comunicativa di grande efficacia, almeno con questa “bestiola” che sono io :-)))
Da ultimo, avrei in ogni caso maturato la decisione di portare me e la mia Asia in un centro di addestramento, perché ho l’impressione di essermi fortemente “rammollita” (per non dire rincoglionita, ihihihi) e pertanto non riesco ad ottenere da Asia l’ascolto necessario per evitare a lei possibili guai, e a me corse in tondo per cercare di acchiapparla ogni volta che c’è da andare da qualche parte con l’auto.
Grazie grazie Grazie
Cle
non ho mai visto Mangini dal vivo. Descritto “fascio di muscoli e nervi… e soprattutto è allenatissimo e sa muovere in modo armonico ogni parte del suo corpo” ho immaginato Michael Fassbender 😀
Anch’io parlo tantissimo durante il gioco e nelle occasioni di svago, faccio la serissima invece quando per qualche motivo è fondamentale che mi ascoltino davvero, allora uso monosillabi. Associo anche i gesti. Una volta stavo dando il destra con la mano, la posizione e la voce e tre ciclisti si sono buttati anche loro a destra.. allora quando passa qualcuno canticchio, così gli umani mi stanno alla larga U_u il mio canticchiare per le belvette vuol dire “fa l’indifferente” 🙂
Ciccia, se andassi in giro da due anni con Fassbender non mi vedreste certo più a scrivere qui sopra… con tutto il rispetto per il Mangini, nè.
oddio, il canticchiare=fai l’indifferente è fantastico! Mi immagino sti cani che guardano per aria e cercano di canticchiare anche loro 😀
@Alice 🙂 alzando il muso per guardare me (probabilmente si chiedono “ma che fa?? Sta male?'”) la scena sembra proprio: una persona e due cani che guardano per aria. Capita che il passante, si blocchi in mezzo a noi per capire cosa stiamo guardando noi….. sembra un mini flash mob 😀
@Valeria se tu lavorassi con Fassbender, io vivrei a casa tua.. a tua insaputa 😀
care signore, ora anch’io so chi è Michael Fassbender …..
Paola, non so che dire…G R A Z I E!
Anche a me è piaciuto moltissimo quest’articolo! 😉
Mi chiedo una cosa.. è possibile “imparare” a comunicare con il corpo e la postura come fa Mangini? Oppure è una cosa che “devi avere dentro”? Si può “studiare” il modo in cui farlo?
Io personalmente parlo e abbino anche gesti e a volte la postura..ma sono cose che mi sono venute naturalmente, le due cane hanno imparato, ma non so se sia “nel modo giusto” o meglio “nella loro lingua”..
😀 grazie come sempre!
Si può imparare, certamente: o almeno ce se po’ prova’ 🙂
Scherzi a parte, il linguaggio gestuale si impara eccome: almeno il modo in cui ci si può muovere per comunicare certe cose, si impara. Il “come” muoversi, però, pur sapendo bene ciò che si intende dire… be’, quello credo proprio che dipenda in gran parte dalla propria natura.
Io ho un’idea abbastanza chiara del “come” fare, ma neanche in mille anni riuscirò mai a muovermi con la naturalezza di Mangini: e su questo (purtroppo) non ci piove. Però i cani sembrano capire lo stesso…anche se da vedere, per gli umani, sono decisamente meno bellina di lui 🙂
Questo articolo mi è piaciuto tantissimo!!! Pero’ Valeria mi piacerebbe che qualcuno insegnasse alla Bisturi a trascinarti via dal tabaccaio!!!!!!
Io a Nala parlo e lei mi risponde… chissà perchè con la voce di mio marito XD (e viceversa). Ebbene si noi parliamo PER il cane ahah.
Scherzi a parte con lei va a momenti, che ci parlo tanto e che non parlo per nulla… quando facciamo esercizi sono una bisbigliatrice anche io e quando sbaglia o sta per sbagliare ricorro o al “no” o se voglio essere più incisiva le ringhio.
Devo aver imparato a ringhiare proprio bene perchè subito lei risponde 🙂
Grazie.
Confrontarsi con la scuola di Mangini (ho auto molto piacevolmente modo di frequentare il suo cucciolo, pardon, il suo allievo/capolavoro Alessio) è, per una sciuramaria come me, un po’ frustrante.
Per carità, è interessantissimo e utilissimo, illuminante in certi momenti. Ma ci si rende conto che una signora un po’ avanti negli anni e nei chili non ce la fa a “pogare” con un Malinois (o con una meticciotta come la mia) per cumunicare loro che è contenta.
Capire che anche per noi c’è modo e speranza è mooooolto confortante.
Non smettere mai di fare questo impagabile lavoro di divulgazione: tu non hai idea di quanto bene fai, ai cani e alle persone che hanno avuto la fortuna di incrociarti in rete.
Anche io e il mio compagno doppiamo i cani XD… è da morì XD…
già… con tutto il corollario di “ciao mama!” quando il cane sbuca dai luoghi inaspettati, “cativi!” quando esci lasciandolo a casa, “cusa c’è?” quando lo chiami a duecento metri e il delinquente gira solo il testone, sia mai che faccia la fatica di venire fino lì, e “vojo lo yogurt” che è autoesplicativo.
p.s che fatica sscriverecol samsung..
Personalmente sarei di poche pretese… se l’ultima pisquana che mi ha invaso la vita (incrocio squalo-coccodrillo-faina) cecoslovacco femmina di sei mesi di stampasse nella zucca cos’è il NO! mi potrei anche stendere sulla nuvoletta rosa del mio karma preferito.
da proprietaria di Squali-coccodrilli-faine (oddio, il maschio mica tanto faina) Cecoslovacchi suggerisco a mo’ di esperimento: prova con un ringhio sommesso … funziona meglio del no a casa mia XD…
ooh giusto l’articolo che cercavo giorni fa trs i tuoi..ed eccolo! Cercavo questo argomento perche stufs di sentirmi dire ” eh ms non ti hs sentito! oppure “eh na devi dirglielo piu arrabbiata!e di nuovo ” senza patacca non capisce la gravità! (questa è la perla). Vivo con Kira da 9 mesi da quando ha 55 giorni 24 ore al giorno. Sa perfettamente cosa penso,quando come e perche!!! Se non risponde o non obbedisce è puramente perche il mio corpo le suggerisce che in quel momento puo!! Aaaaaaaah ma per il mondo se non urli,se non sembri un generale incazzato allora “sei troppo permissiva,la vizi.. Ti guardano con quello sguardo da compatimento con la testina mezza piegata r ti imparticono la lezioncina di leadership. Mo va a cagher!!!!! (scusate lo sfogo)
Ciao,io in ogni cosa che faccio io utilizzo sia i gesti(e le posture del corpo) che la voce…Sbaglio?
Ad es. il seduta glielo ordino alzando il ditino e mettendomi bene davanti a lei(se possibile) e dicendole seduta..oppure se siamo in strada al guinzaglio quando bisogna attraversare la strada le dico “andiamo” mentre accorcio il guinzaglio verso di me e svolto completamente il mio corpo…Se non deve fare una cosa che sta facendo le dico un forte “no” e se serve l’allontano con la collottola(senza scuotere,ma solo prendendola e allontanandola) ecc.
In realtà lei forse a volte bada più ai gesti e al mio corpo che non alla voce…però io non riuscirei mai ad avere solo ed esclusivamente una comunicazione silenziosa. Ma non riuscirei mai neanche a non comunicare con il mio corpo,è una cosa troppo naturale..anche tra noi esseri umani in realtà comunichiamo molto con il corpo,che solo non ce ne accorgiamo come invece fanno i cani.
Non è possibile unire le 2 cose armonicamente?
ecco, io sono una blateratrice compulsiva…ovviamente ad ogni comando è associato un gesto (perchè sono anche gesticolatrice compulsiva) ma col cane ci parlavo eccome…però sempre modulando la voce. ovvero: se ti stai comportando bene dico tante cazzate, ma con il tono da “come sei bravo”. se stai facendo qualcosa che non mi piace, il tono cambia. forse dovrei imparare a stare più zitta, ma il fumetto di cui sopra non è mai comparso….quindi: in vista del mio prossimo cane,mi devo azzittare o no?
BRAVISSIMA!!!!! Con abbraccio annesso…
Articolo stupendo!