di VALERIA ROSSI – L'”American Humane Association Hero Dog Awards™” è un’associazione nata nel 2010 per celebrare il legame tra cani e umani premiando i cani che si sono maggiormente distinti in otto diverse categorie: tra gli otto finalisti, poi, il pubblico può votare l'”eroe dell’anno”.
A questo link (in inglese) potrete vedere e conoscere gli otto finalisti di quest’anno: a me fa particolarmente piacere che nella categoria relativa ai “therapy dogs” si sia distinta Ellie, un’american pit bull terrier protagonista, tra le altre cose, di un programma chiamato “Tail wagging tales” (“racconti di code scodinzolanti”), teso a migliorare le capacità di lettura dei bambini che hanno problemi in questo ambito e di permettere loro di godersi il piacere di un buon libro.
Ancora una volta Ellie, ospite abituale di scuole elementari, medie e superiori, dimostra che la razza più bistrattata e più criminalizzata del mondo, quando è ben allevata e ben gestita, è in assoluto una delle più adatte al lavoro di pet therapy.
Tutte le storie di questi cani eroi meritano di essere conosciute e apprezzate, ma i pit bull impegnati in attività sociali non lavorano soltanto per il benessere degli umani: si impegnano anche per liberare la propria razza da tutte le stupide dicerie, leggende metropolitane, “cugginate” e pregiudizi che la accompagnano, soprattutto in campo giornalistico (se non l’aveste ancora vista, qui sotto trovate la spassosa “Guida all’identificazione delle razze canine per giornalisti”, tragicamente comica… e comicamente verissima!).
Per questo Ellie, senza nulla togliere agli altri, merita forse un applauso in più.
Un pit bull finalista degli “Hero Dog Awards” per la categoria “pet therapy”
