di VALERIA ROSSI – Come spesso accade, mi arrivano insieme due email sullo stesso argomento, anche se le domande sono diverse: il tema è il primo viaggio dall’allevamento a casa.
Il primo quesito è questo: potrà essere traumatico, per il cucciolo, essere portato in una casa diversa (quella di parenti che l’acquirente intende visitare) prima di arrivare alla destinazione definitiva?
Il secondo quesito è: come posso evitare di essere considerato “il cattivone” che porta via il cucciolo dalla sua famiglia?
Questo tipo di dubbi mi fa, tutto sommato, piacere, perché mi accorgo che le persone stanno badando sempre più alla psiche del cucciolo e non si limitano più a chiedere “cosa deve mangiare”: d’altro canto, vedo che a volte si esagera un po’ nel preoccuparsi.
No, non è traumatico per il cucciolo “far visita” a qualcuno prima di arrivare nella sua casa definitiva: il trauma, semmai, è quello precedente, ovvero il distacco dall’ ambiente in cui ha passato, finora, tutta la sua vita.
C’è da dire, però, che i cuccioli hanno risorse pressoché infinite e soprattutto hanno una mente apertissima: quindi le nuove esperienze, per quanto possano far insorgere dubbi e insicurezze, diventano rapidamente piacevoli e interessanti… sempre, ovviamente, che non comprendano aspetti negativi.
Tra questi non penso proprio che si possa inserire la figura del “cattivone che mi porta via”: il cucciolo neppure si rende conto che non rivedrà più madre e fratelli, pensa solo di andare a scoprire qualcosa di nuovo. E quando si è inserito nella nuova famiglia, con buona pace di chi pensa a chissà quali tormenti psicologici, il cucciolo non si ricorda più della famiglia di origine e la famiglia di origine non si ricorda più di lui.
Approfitto per aprire una parentesi: la nuova accusa che gli animalisti fanatici fanno agli allevatori, visti come esseri crudeli che “strappano i cuccioli a mamme disperate”, è decisamente ridicola: quando i cuccioli hanno un paio di mesi, le mamme non vedono l’ora di levarseli di torno (ormai hanno i denti e fanno un male cane quando tentano di ciucciare ancora) e lo dimostrano in ogni modo possibile. Ci sono madri a cui i cuccioli, verso i quaranta-cinquanta giorni, vanno proprio tolti di corsa, perché altrimenti li attaccano con cattiveria… e questo non perché siano cattive madri, ma perché in natura, a sessanta giorni, i cuccioli vengono affidati ad altri membri del branco (le balie), mentre le mamme tornano alla loro vita normale e non se ne occupano più. Quindi il distacco a questa età è assolutamente naturale e non c’è alcuna crudeltà (diverso il caso dei cani nati nei cucciolifici, che vengono strappati alle mamme a 35 giorni: quella sì, è una cosa da galera. Ma quelli sono cagnari e non allevatori).
Chiusa parentesi.
Tornando al viaggio dall’allevamento a casa (con o sensa soste intermedie), ricordiamo che le cose importanti sono:

Se è possibile andarlo a prendere in due, chi non guida potrà tenerlo in braccio (dopo essersi STRA-ricoperto le gambe di carta assorbente, perché la vomitatina ci può sempre scappare…); se si è da soli è obbligatorio il kennel.
Un cucciolo sbalottato di qua e di là sul sedile posteriore, o peggio ancora nel bagagliaio, subisce sicuramente un trauma psichico (ma anche fisico, in caso di curve o frenate brusche: lui non ha le mani per tenersi!) e potrebbe diventare un cane che soffre la macchina solo per colpa di quel primo viaggio.
Se siamo in due e non abbiamo un kennel, possiamo mettere il cucciolo in uno scatolone che terremo sulle ginocchia: gli darà una piacevole sensazione di “tana” (possiamo metterci dentro anche una copertina impregnata di “odori di casa”: quello della mamma e dei fratellini);
b) le soste intermedie, utili solo se il viaggio è molto lungo, purché il cucciolo sia già abituato a collare a guinzaglio: metterglieli per la prima volta in un autogrill significa inimicargli di brutto quelli che dovranno essere i suoi “vestiti” per tutta la vita futura. Se il piccolo non ha mai visto un guinzaglio, meglio non fermarsi affatto: farà pipì nel kennel… e pazienza;
c) evitare i condizionatori d’aria sparati a mille: potreste garantirgli una bella tracheite. Meglio il finestrino aperto (se il cucciolo è in assoluta sicurezza e non può lanciarsi fuori, ovviamente!). Se proprio non resistete senza climatizzazione, almeno tenete una temperatura ragionevole: avete comprato un cane, non un pinguino.
E’ meglio che il primo viaggio sia fatto a digiuno: ma se il cucciolo patisce la macchina vomiterà comunque bava e succhi gastrici.
Sarebbe opportuno tenerlo “monitorato” (anche per questo è meglio essere in due…) e fermare l’auto appena comincia a sbadigliare e/o ansimare. Non c’è bisogno di scendere dalla macchina, basta fermarsi per qualche minuto. Ristabilizzato il senso dell’equilibrio, il cucciolo starà di nuovo bene e si potrà ripartire.
Per alcuni cuccioli il primo viaggio è un’esperienza poco gradevole, altri si comportano come se non avessero mai fatto altro in vita loro: dipende tutto dal loro apparato vestibolare (che si trova nell’orecchio). Chi ce l’ha sviluppato meglio soffre meno i continui cambiamenti di posizione e quindi non patisce il mal d’auto.
Tra le razze che ho allevato io, praticamente tutti i pastori tedeschi da cuccioli hanno sofferto la macchina, mentre la stragrande maggioranza degli huskyni ha fatto un primo viaggio tranquillissimo: quindi la razza sicuramente influisce. Poiché è quasi impossibile prevedere in anticipo come andranno le cose, noi prepariamoci comunque al fatto che il cucciolo possa vomitare: parafrasando un noto detto… è meglio portarsi dietro un rotolo di Scottex e non averne bisogno, piuttosto che averne bisogno e non averlo a disposizione.
Sarebbe utile, per il primo viaggio dall’allevamento a casa (circa due ore di auto), portare un membro della famiglia giovane di 8 mesi un po’ irruento (Border Collie) già abituato alla macchina?
Mi fai ricordare il primo viaggio con Nala, lei in teoria era a stomaco vuoto, in pratica s’era appena mangiata la cacca della sorellina XD. L’allevamento sta in un posto bellissimo ma, come si suol dire, InCuloAiLupi, alla fine di una serie infinita di tornanti. Stavamo male noi, la piccola ha fatto la cosa più ovvia, vomitarmi la sorel-cacca sulle gambe.
Fortuna che avevo dietro le traversine. Ma in quel momento ci siam guardate… lei “hey tizia, ho Gomitato!” io “piciulina, mò gomito anche io”… e da li ci siam innamorate ahah.
Il resto del viaggio è andato liscio, ha dormicchiato, è scesa in autogrill come se non avesse mai fatto altro che stare al guinzaglio e all’arrivo a casa la visita dai miei non l’ha turbata.
In tutto cio invece io mi sono sentita tremendamente in colpa perchè l’allevatrice nel mettermi la cucciola in macchina piangeva. E diceva che se van via a 60 giorni si è pronti, ma oltre ci si affeziona. E Nala aveva quasi 4 mesi.
Mi son sentita un mostro :p
Ehy tizia…muhahahahahahahah
Il primo viaggio dall’allevamento a casa con il mio ultimo cane acquistato è stato molto tranquillo. Avevo predisposto un trasportino nei sedili posteriori con l’intento di collocarcelo ad evitare eventuali incidenti fisiologici. Inoltre un rotolone di dimensioni industriali e acqua. In realtà appena aperto lo sportello mi sono seduta dietro con il cane che si è quasi subito accomodato con la testa sopra le mie gambe. Non mi andava più a quel punto di rinchiuderlo e ho rischiato. Però ho approfittato della sua calma per ispezionarlo in largo e lungo e notare l’interno delle orecchie molto sporche…. .(ma questa è un’altra storia).
Pardon dimenticavo di dire che avere un marito a mo di autista è anche piacevole! ;-))))))
allora. le mie mamme, a 2 mesi li trattano come trattano i cuccioli che porto a casa da fuori… non li attaccano, li educano.
però… l’altro giorno sono venuti a prendere la penultima cucciola…
beh, non era paurosa, già provata al parco, già venuta gente millemila volte sempre stata affettuosa e andata incontro. ma … dopo aver visto portar via 6 fratellini scaglionati, beh, quando ha visto arrivar gente andava in casa, e se la chiamavano se ne andava.
messa in braccio a loro era tranquillissima, a casa ha fatto subito amicizia con tutti, non era una cucciola diffidente o paurosa, sono dell’idea che “aveva capito” … e non le stava bene.
un dispiacere… ma… mica li si può tenere tutti,del resto dalle foto pubblicate dai nuovi padronicini, si è anche dimenticata in fretta…
Io, da privata appassionata che fa una cucciolata ogni tantissimo, ho ho imparato che la cosa migliore è abituare il cucciolo prima ai collarini, poi al guinzaglio e poi a brevissimi viaggi in macchina 2 o 3 alla volta con la mamma che adora salire in macchina. Tre cucciolate, viaggi lunghi, mai un problema (almeno con me).
L’ultima cucciola che ho preso per me, invece, fine luglio, un caldo infernale, viaggio fino a destinazione di 5/6 ore, io sono salita dietro con lei, ma lei si è sdraiata sul suo lato del sedile e con l’aria condizionata credeva di essere in paradiso! Se l’è dormita sempre, e non vedeva l’ora di risalire in macchina dopo il paio di tappe fatte per bere e lasciarla sporcare.
Ricordo ancora…..il viaggio per lui non è stato il massimo e…nemmeno per me, mio marito guidava e io lo avevo in braccio, appena smettevo di coccolarlo cominciava a piangere, vomitare e far pipì. Non vi dico quando siamo arrivati a casa come profumavo di rose 😀
maaa non ci sono novità per la piccola rottweiler??
Tra poco arriva! 🙂
Finalmente!!!!
Ma solo il mio Pastore Svizzero ha pianto disperato per tutto il viaggio? Non si sentiva male, non ha vomitato, non ha sbavato, semplicemente la macchina gli fa schifo. Non ci vuole salire. Speriamo a forza di portarlo in posti belli cominci a tollerarla di più.
Che bei ricordi il primo viaggio. Kira, spavalda SH di allora 75 gg, profumava di talco e osservava la macchina incuriosita e iper vigile. Tre ore di viaggio e neppure una pipì. Ce l’avevo in braccio, manco a dirlo, e mi sono dovuta quasi legare le mani per non pastrugnarla per tutte e tre le ore. Viene quasi voglia di fare un altro primo viaggio, sigh.
Due settimane fa abbiamo preso il nostro alanino…il viaggio di 4 ore e mezzo per tornare a casa sembra l’abbia colpito (positivamente) così tanto che adesso ogni volta che si va a fare la passeggiata lui guarda la macchina come a voler dire: “ma un giretto no, eh?”. È stato in braccio tutto il tempo, cosa che ovviamente non è stata mai più ripetuta dato il peso da adulto un tantino esagerato 🙂