lunedì 1 Settembre 2025

Il rientro a casa (e l’uscita da casa): come gestirli

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

saltaddosso1di VALERIA ROSSI – Sembra incredibile, dopo tutti gli articoli che ho scritto o pubblicato in tre anni… ma ci sono ancora argomenti che non ho toccato, o che ho soltanto sfiorato: e i lettori, puntualmente, mi “beccano” (cosa che tra l’altro non solo non mi dispiace, ma mi rende oltremodo felice, perché il mio problema maggiore è quello di svegliarmi al mattino e di pensare “Oggi cosa cavolo scrivo?”).
Tra questi argomenti mai sviscerati (credo di averne semplicemente accennato qua e là) c’è quello dell’uscita da casa e del “ricongiungimento” tra cane e umano dopo qualche ora di assenza: per esempio al ritorno dal lavoro, o da un week end passato fuori casa (caso che personalmente vivo quasi ogni settimana, essendo sempre in giro e non potendomi portare le canesse perché viaggio quasi sempre in treno o in aereo).
Insomma, non parliamo di assenze di settimane o mesi, ma semplicemente del normale “rientro a casa”.
Che si deve fare col cane?
Qualcuno risponderà: “Niente, perché? Che argomento sarebbe? Uno esce, ciao: poi rientra, il cane gli fa le feste e bon, finita lì”.
In realtà non è tutto così semplice, almeno per diversi cinofili che si preoccupano molto di come gestire uscite e rientri soprattutto per evitare l’insorgenza dell’ansia da separazione.
C’è chi consiglia di non filarsi proprio il cane, c’è chi invece sostiene che andrebbe festeggiato moltissimo perché così collega l’idea dell’uscita con quella di un “prossimo rientro” festoso e gratificante: insomma, come sempre accade in cinofilia, si sente tutto e il contrario di tutto.
La mia opinione qual è?
Be’… come al solito, io sono dell’idea che un sano buon senso e delle altrettanto sane “vie di mezzo” siano sempre la risposta migliore.
Ritengo anche che cambi molto da caso a caso, da cane a cane: quindi quello che dirò sarà molto generico e non è detto che vada bene per il vostro amico.
Però, in linea di massima…

feste1a) credo sia sempre consigliabile non eccedere nelle “feste da rientro”, ma soprattutto credo sia consigliabile non esagerare con le manifestazioni ansiose “da uscita”.
Ovvero, trovo pericolosissimo fare mezz’ora di discorsi al cane quando si esce di casa, magari con la faccina triste:  star lì dieci minuti a coccolarlo spiegandogli che “lo so, adesso resti solo, mi dispiace, ma la mamma deve per forza andare al lavoro. Mi fermerei anch’io volentieri qui con te,  solo che proprio non posso, giuro… però stasera torno e vedrai che giochiamo insieme e ci divertiamo tanto…”).
Sono convinta che molti casi di ansia da separazione originino proprio da comportamenti umani di questo tipo.
Sia ben chiaro: non è vietato dire al cane che usciamo. Lo faccio anch’io (la mia frase classica è “Ciao ragazze, fate le brave, ci vediamo dopo”).
Quello che non trovo corretto è fare ogni volta tutta una sceneggiata con spiegazioni dettagliate del perché, del percome, del quanto siamo tristi eccetera eccetera: sceneggiata nella quale il cane – ovviamente – non capisce una parola, ma percepisce forte e chiaro il nostro disagio.
Ancora peggio vanno le cose se variamo il nostro atteggiamento a seconda del tempo che presumiamo di passare lontani dal cane: tipo, dire “Ciao, vado” quando stiamo via un paio d’ore, e piazzar lì tutto il pappardellone di cui sopra se dobbiamo star via due o tre giorni.
Se vostro marito/compagno (che, se solo somiglia un po’ a quelli che ho avuto io, solitamente esce dicendo “sgrunt”) un bel giorno vi facesse tutta ‘sta pantomima prima di partire per un week end… non comincereste forse a chiedervi se ha davvero intenzione di tornare?
Be’, se lo chiede (a modo suo) anche il cane: specialmente se voi vi sentite davvero male all’idea di lasciarlo da solo per troppo tempo (anche se magari avete convocato un mega-team di amici, parenti, conoscenti e dog sitter che si occuperanno di lui).
I cani sono empatici, è un dato di fatto: quindi, se state male voi, stanno male anche loro.
Prendere con filosofia, noi per primi,  il fatto di doversene “stare altrove” – per qualche ora o per un paio di giorni – è sicuramente meglio che farne una tragedia: anche perché  le “tragedie”, se vengono espresse, spesso ottengono una risposta altrettanto “tragica” da parte del cane.
Lui vi mancherà? Certo che sì. I miei cani mi mancano terribilmente ad ogni week end che passo in giro per l’Italia, tanto che telefono almeno due volte al giorno al figlio per sapere come stanno. Però, ai cani, tutto questo non glielo dico e faccio il possibile per non farglielo neppure intuire;

b) quando si rientra… si rientra, e basta. Salutarsi è lecito, fare scene esagerate un po’ meno.
Molti consigliano di “non filare di striscio” il cane: questo lo trovo decisamente eccessivo (se facessi così, i miei cani si chiederebbero come mai sia incavolata con loro).
Il mio suggerimento, di solito, è quello di rientrare senza fare troppa scena: posare la borsa e le chiavi, togliersi la giacca e le scarpe, fare insomma gli indifferenti per qualche minuto… dopodiché si potrà salutare il cane con moderazione (tipo “Ciao, bello, sono tornato”, pat pat, due carezzine e via).
In realtà questo è ciò che consiglio agli altri… ma i miei rientri vengono vengono salutati così:

portasambaa) mi prendo la porta in faccia quando ancora sto tentando di entrare in casa, perché Samba vuole saltarmi addosso e, giusto per riuscirci prima possibile, lo fa mentre passo dalla suddetta porta: il che comporta automaticamente che essa si richiuda, sbattendomi sul naso se non sto attenta (e anche se sto attentissima, ma ho le mani occupate dalle valigie);
b) entro ed effettivamente cerco di farmi due minuti di affaracci miei prima di salutare i cani: solo che farsi gli affari propri con un rottweiler che zompa tipo canguro cercando di lavarti la faccia non è la cosa più semplice di questo mondo.
Con la Bisturi va già meglio: perché lei aiuta, sì, Samba a spararmi addosso la  porta, ma poi non zompa direttamente addosso a me. No, lei salta sulla sedia che sta davanti alla mia scrivania – vabbe’, su quel che ne rimane dopo che Samba se n’è mangiata mezza – perché così sta più in alto e, dal suo punto di vista di canetappo, arriverebbe meglio a lavarmi la faccia.
La cosa ha effettivamente funzionato per un paio di volte (perché quando torno a casa io tenderei a fiondarmi subito sul pc), dopodiché io ho imparato a non avvicinarmi troppo presto alla scrivania, mentre lei non ha imparato che se io giro al largo non arriva più alla mia faccia: quindi continua a zompare sulla sedia, ma non arrivando a festeggiarmi come vorrebbe mi abbaia di tutto e di più (d’altronde è uno staffy, eh… Einstein era un’altra cosa).
Lasciando da parte i casi (anzi, i cani) miei, sono comunque d’accordo sul fatto che il rientro debba apparire come una cosa normale e non come un evento epocale: che poi si riescano a convincere anche i cani è un altro discorso.
Ovviamente è ancora più opportuno rendere “normali” e pacati i rientri quando il cane manifesta sintomi di ansia da separazione: con quelli che restano tranquillamente da soli e non hanno alcun problema di questo genere si può anche “sgarrare” un po’… e infatti, personalmente, sgarro. Non solo perchè i miei cani praticamente me lo impongono – vedi sopra – ma anche perché nessuna delle due si è mai fatta il minimo problema a restare da sola. Con il mio staffy precedente, che invece l’ansia da separazione ce l’aveva a palla (e con validi motivi, dato che il suo passato aveva visto diversi cambi di proprietario) sono stata molto più ligia alle regole del “buon rientro”.

La morale è sempre quella: no, non c’entrano le merendine, nel caso ricordaste il vecchio spot che cominciava proprio così. La morale è che bisogna fare buon uso del senso della misura, ricordando che anche i guru più guru del mondo, quando sono da soli con il proprio cane, col cavolo che mettono sempre pedissequamente in pratica le stesse cose che predicano.
Io almeno lo ammetto: qualcun altro, proprio no. Ma ho visto abbastanza casi da riempire un libro.
Poi ci sono anche qui diversi livelli: c’è chi predica gentilismo e razzola a calcioni e c’è chi si limita a predicare “meglio non fare troppe feste al cane quando si torna a casa”, ma poi qualche coccola di troppo se la lascia scappare.
Per quanto mi riguarda, una certezza ce l’ho: se si fa uso di un po’ di buon senso (oltre ad adattare i nostri comportamenti alle esigenze del singolo cane, e non a quelle di un ipotetico “cane” generico), grossi danni non se faranno mai.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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29 Commenti

  1. La mia etna quando vede che mi trucco.. mi vesto… è già in ansia… si fionda in braccio a mia mamma..al rientro é un disastro… urla.. e fa pipì ovunque!! Non l ho mai lasciata sola per più di qualche ora… ma se dovessi andare 1 settimana via non oso immaginare la sua reazione!!!!

  2. Personalmente cerco di gestire la situazione con un linguaggio sempre uguale all’uscita e al rientro, così da non farlo “agitare” troppo. Quando metto la giacca per uscire, dico semplicemente “ciao, io vado” e lui se ne sale sul divano, tranquillo. Al mio rientro è davanti alla porta, una carezza e via, lui torna sul divano ad aspettarmi perché sa che dopo 5 minuti vado da lui. È super agitato e devo tenerlo sotto controllo per lo scompenso cardiaco, se comincia ad agitarsi tossisce per un pó a livelli stratosferici

  3. Grazie! Mi confermi che per pura intuizione (o buonsenso?) ho sempre fatto bene in uscita e in entrata. “Ciao, torno presto!” (A prescindere dal tempo in cui resto fuori) Frase che capiscono benissimo. Pacchette carezza e saluti veloci al rientro. Certo però salti e code scodinzolanti son sempre una gran gioia

  4. Anche il mio all’inizio, quando uscivo, lo sentivo piangere e abbaiare.
    Poi ho iniziato a salutarlo e accarezzarlo prima di uscire, dicendogli “tu stai qui da bravo che io torno tra un pó”.
    Subito dopo la terza volta che l’ho fatto, il mio cane non si lamenta più e non abbaia più.
    Dopo 6 anni il mio cane quando gli dico stai qui da bravo, salta sul divano e si mette seduto. Come per dire “vai ti aspetto ma tu torna presto”

  5. Buonasera Valeria, scusi il disturbo, vorrei avere un parere riguardo il mio cane solo che non avendo Facebook non sono riuscita a contattarla in altro modo, potremmo sentirci tramite email? Grazie mille

  6. Col cane precedente non avevo nessun problema nè di uscite nè di rientri, con l’attuale si, e per quanto usi tutto il mio buon senso, dopo due mesi i risultati son veramente pochini.
    Esco di casa senza accarezzarlo e nessuna moina, dicendo solo un “fai il bravo”. Chiudo la porta e lui inizia ad ululare disperato (i vicini dicono ci dia dentro per circa 20 minuti, un mese fa invece non smetteva mai!)
    Rientro che mi salta letteralmente addosso, impossibile far finta di niente… meno male che son solo 8 kg di cane, che salta come un canguro però.
    Credo abbia tutte le ragioni del mondo a comportarsi così, il primo proprietario gli deve aver insegnato a non sporcare in casa e ad andare al guinzaglio, ma poi l’ha abbandonato nei boschi. Chi l’ha trovato e voleva salvarlo l’ha tenuto un po’ fino a quando un altro cane di proprietà l’ha azzannato al collo con ferite profonde. Curato e cucito è andato in cura momentanea da dei parenti per evitare che l’intolleranza dei cani si ripresentasse, e dopo poco l’ho adottato io. Se contiamo pure il bosco, questa è la sua 5a casa, ha conosciuto l’amore umano ma anche la disperazione di tutti i distacchi dagli affetti. Malgrado ciò ha grande fiducia nell’uomo, almeno in me e nella mia famiglia, e anche se le uscite ed entrate sono un po’ movimentate, è un cane MERAVIGLIOSO!

  7. E solo da pochi giorni che tento di lasciarlo per un po solo e francamente al ritorno le feste sono meravigliose , purtroppo a fine mese lo dovrò lasciare per almeno un mezza giornata per gravi motivi famigliari e so che ne s offriremo entrambi ma saprò farmi perdonare

  8. Quando esco Iris si piazza davanti alla porta e non vuole lasciarmi passare. Devo farla spostare (per fortuna è obbediente) e sedere e le dò uno snack da rosicchiare. Lei lo sputa e si fionda sul terrazzo per vedermi partire con la macchina, poi rientra subito, ma lo snack non lo mangia quasi mai. Al ritorno, appena apro mi sguscia fra le gambe e corre a fare pipì (è l’unico cane che abbia mai avuto che si rifiuta di sporcare in terrazzo) poi mi saluta. Di solito prende un giocattolo e si mette a fare la pazza ululando e invitandomi al gioco.

  9. Eh, un po’ di sano buon senso fa sempre bene.

    A parte la solita simpatia e capacita’ di ricondurre il tutto a una dimensione ragionevole, lo spnto di riflessione che mi piace cogliere nell’articolo e’ che la morale in fondo porta in se’ il concetto che non esiste la soluzione miracolosa, la pastiglia del soldato buona per tutti i mali, il trucchetto del guru di turno capace di risolvere la situazione al posto di un comportamento sano ed equilibrato costante nel tempo.

    E’ vero, ci sono cani che soffrono di piu’ di ansia da separazione e cani che se ne fregano. Per la mia limitata esperienza, gli estremi sono stati e sono appunto estremi e soprattutto casi numericamente limitati. Nella media, il cane assomiglia al suo umano e piu’ passa il tempo piu’ gli assomiglia. Anche in questo, cioe’ nella separazione e nel rientro a casa, se per l’umano non c’e’ niente di straordinario e questo e’ il “messaggio” che viene passato, anche per il cane non c’e’ niente di straordinario ma fa parte della vita quotidiana.

    Io di solito la condisco cosi’: prima di uscire cambio l’acqua, raccolgo pallina e salsiciotto portando tutto nel suo angolo, grattatina dietro l’orecchio, saluto e via; quando si rientra, saluto, grattatina, giu’ lo zaino con il pc e prima che mi venga in mente di togliermi le scarpe il mio giovane amico, per non saper ne’ leggere ne’ scrivere, ha gia’ portato il guinzaglio in cucina dove attende fiducioso cosi’ sia che sia ora di mangiare sia che ci sia da uscire lui e’ pronto.

  10. Come al solito sono d’accordo con te. Tu dai dei consigli utili ed equilibrati. Io quando esco la saluto dicendo vado a comprare la pappa ci vediamo dopo fai la brava. Questo petche’ sono parole che conosce da quando l’ho adottata : pappa dopo brava e quando torno lei ha dormito mi aspetta nella cuccia ,poso la spesa o la borsa e vado a fargli una carezza

  11. “..Il mio suggerimento, di solito, è quello di rientrare senza fare troppa scena: posare la borsa e le chiavi, togliersi la giacca e le scarpe, fare insomma gli indifferenti per qualche minuto…”
    Mission Impossible….
    Cioè, io ci provo, il problema è che tra la porta di ingresso e lo sgabuzzino ci sono circa 6 metri… il mobiletto per poggiare le chiavi richiede 3 passi…da percorrere con Truzzotamarro che ti fa una sessione di grooming avanzato ovunque riesca a posare il muso e la lupa che vocalizza saltando.. il tutto ovviamente girandoti attorno… Per riuscire ad avanzare devo fare qualche coccola contenuta -prima al Truzzotamarro se no si incazza con la lupa-
    Ma non è ansia da separazione, sono solo contenti che sia tornata (PIU’ contenti se ho anche le buste della spesa perchè vuol dire che la caccia è andata bene… 🙂 )
    Comunque sì, in linea di massima cerco di limitare le coccole giusto per riuscire a togliere scarpe, borsa, posare la spesa, poi due minuti di indifferenza, dopodichè le feste le faccio io a loro!!

  12. Va bene, ovviamente, la via di mezzo; lui sa che lo lascerò con un filmatone di Maigret lungo 3 ore, la voce pacata di Gino Cervi lo tranquillizza e lo troverò addormentato al ritorno. Un pat pat evia così…grazie

  13. Ammetto che su questo punto ho un pochino sbagliato col mio cane… Lui non ha problemi a restare solo, non soffre di ansia da separazione, però quando ti rivede è eccessivo. Lui deve saltarti addosso e leccarsi. Finché non ti ha salutato non si calma, poi bastano quei 10 secondi ed è felice e tranquillo. Ho sbagliato perché non ho mai corretto questa cosa che il 90% delle volte mi fa piacere, eccezione se ho buste della spesa o simili, anzi quando lo fa mi viene istintivo fargli le coccole, ma soprattutto non fa piacere ai miei familiari. Per fortuna è riservato solo ai membri del branco questo trattamento. È un cane meraviglioso ed educato ssimo, un vizietto dovevo pur lasciarglielo

  14. Dopo i primi tempi di sceneggiate napoletane quando uscivamo di casa adesso la mia cana non vede l’ora che smammiamo perché sa che gli arriverà un gustoso kong farcito!!! Quando ci attardiamo ad uscire ci guarda con il fumetto che dice”allora vi levate dalle scatole che voglio il mio kong!!!!”E’ un metodo sbagliato ???

    • Stessa cosa il mio, prima si avvia verso la porta perche’ pensa di andare dai nonni, poi quando vede il Kong o un biscottino capisce e si siede davanti alla cuccia in attesa, arraffa e con aria di strafottenza se na va in terrazza a mangiare mentre noi andiamo via 🙂

  15. Grazieeeee dell’articolo, che avevo onestamente richiesto, mi ha rilassata molto e levato alcuni dubbi.
    Grazie anche di essere sempre onesta perchè effettivamente si leggono teorie interessanti, ineccepibili ma poco praticabili e questo crea in noi poveri umani grossi dubbi sensi di colpa!

  16. Il mio e’ raro che rimanga solo a casa, solitamente si esce tutti assieme, o in casa c’e’ sempre qualcuno, le rare volte che capita gli do una rapida carezza e gli dico “Artu’ a nanna” lui capisce ed aspetta il ritorno, certo ora e’ solo, prima c’era lo yorkie a fargli compagnia, presto poi arrivera’ un altro che nel caso gli fara’ compagnia(sperando che assieme non mi distruggano casa).
    Quando rientro qualche carezza, non troppe smancerie e lo faccio scendere in giardino con me.

  17. ….e quando,se esci di casa,lo viene a sapere tutto il paese???? Ululati e pianti….Penso sia ansia da abbandono,ma le ho provate tutte,non li considero proprio quando me ne vado,ma loro conoscono i rumori:chiave che gira,cancello che si chiude….E parte il concertino.So chi e’ quello con ansia da abbandono (mea culpa,l’ho cresciuto attaccato alla gonnella della nonna umana),ho provato anche a separarlo dagli altri (anche perche’ il concertino inizia solo dopo che attacca lui….) ma nulla da fare….Lui appena sente quei rumori attacca.E l’orchestra inizia……Ora,so che fanno cosi’ per un paio di minuti,ho le telecamere a casa,a me non disturba alla fine dei conti,ma sarei contenta se la vicina (che io chiamo MOLTO amorevolmente piccola vedetta lombarda…………) non sapesse l’orario esatto in cui esco di casa,facendo i conti poi su quando rientro e facendomi anche la manfrina e interrogandomi su dove sono stata……..Diciamo che la mia privacy e’ gia’ minata e i miei cani non mi aiutano nel difficile compito del ninja….Quando rientro a casa?In molti manco mi si filano,qualcuno mi viene a fare le feste,qualcuno mi guarda con la nuvoletta “ce ne hai messo di tempo,eh?su,sbrigati schiava,dacci da mangiare!”.

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