di VALERIA ROSSI – Vi prego, vi supplico, vi imploro fin dall’inizio: non fraintendete il senso di questo articolo. Perché non intendo dire né che educatori e addestratori non possano essere “disturbati” con richieste e domande, né tantomeno che non si debba dare ascolto a quello che dicono.
Peeeeeeerò… non è neppure possibile delegare tutto-tutto-tutto-tutto ciò che riguarda il vostro cane a queste figure che, per brave, competenti ed esperte che siano, restano marginali.
I proprietari del cane siete VOI, i veri ed unici educatori del vostro cane siete VOI. Altre persone possono darvi una mano, ma non potranno mai fare il lavoro al posto vostro.
Provo a spiegarmi meglio: avete presente il proverbio cinese che dice “Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno, insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita”?
Ecco, questo sarebbe il compito che ci prefiggiamo noi educatori-addestratori e affini. Vorremmo passarvi delle competenze, non rendervi dipendenti da noi: almeno, io di sicuro non lo voglio. Tantissime persone che conosco e che stimo non lo vogliono. E’ indubbio che qualcun altro la pensi diversamente; c’è chi cerca proprio di ottenere una dipendenza (presumo per poter spillare più soldi possibile ai clienti …), ma questo non può essere un modo sano di affrontare la cinofilia.
In questo modo, infatti, nascono i guru, le sette e tutto quanto sta rovinando il nostro mondo: ma nessuno riuscirebbe mai a creare una sudditanza in qualcun altro, se questi non fosse già predisposto al ruolo.
Di cosa sto parlando, esattamente?
Vedrò di spiegarmi con qualche esempio.
Esempio numero uno: il signor X va al campo Y con il suo cane Birillo. L’istruttore gli spiega gli esercizi di base, ma ovviamente gli parla anche di come impostare un rapporto, di come essere un buon leader, di come spiegare al cane quali sono le regole della sua famiglia.
Ecco: se dopo due giorni il signor X telefona chiedendo “posso far vedere il bocconcino al cane quando gli chiedo di sedersi?”, va benissimo. E’ una cosa normalissima. E’ una richiesta di tipo “tecnico” e può significare che l’istruttore non si è spiegato abbastanza bene quando ha spiegato il seduto in campo, o che è stato il cliente a non capire bene… ma questo è ininfluente. Sta di fatto che questa è una telefonata “normale”.
Siamo in presenza di proprietario iperdelegante, invece, se il signor X telefona all’istruttore per dirgli qualcosa di questo genere: “Oh, meno male che la trovo! Perché ho un dilemma terribile… non so che fare. Sa, Birillo ha dormito fino ad oggi vicino alla poltrona di mia moglie, ma adesso avrei pensato di spostare la sua cuccia vicino al divano. Cosa ne pensa?”
L’istruttore può pensare una cosa sola, che non dirà mai apertamente ma che non può proprio esimersi dal pensare: “MACHEMMIFREGA di dove dorme il tuo cane?!?”
Poi, dipende: ci sarà l’istruttore che risponderà “Lo sposti pure”, punto e basta, e ci sarà quello che farà al signor X tutto un infinito pippone sull’abitudinarietà del cane, sul fatto che cambiare posto alla cuccia potrebbe essere visto come uno stress e quindi andrà affrontato con grande cautela (e magari necessiterà di una decina di lezioni)… ma posso assicurarvi che entrambi pensano la cosa che ho scritto sopra.
E se ci riflettete un attimo, hanno pure ragione di pensarla: perché quello non è il loro cane, non è casa loro e non è nemmeno la loro poltrona.
Come può, un perfetto estraneo, stabilire le regole di casa vostra e addirittura decidere dove va messa una cuccia?
E soprattutto, perché la cosa dovrebbe interessargli ?
E’ vero, è lui che vi aiuta ad educare il cane; ma anche la maestra di vostra figlia vi aiuta ad educarla… eppure non mi pare che nessun padre telefoni mai a un’insegnante per chiederle “Cosa ne pensa, posso lasciarla andare a vedere il concerto di Fedez?”
Ci sono cose per le quali non è soltanto lecito, ma è assolutamente necessario che sia il proprietario del cane a decidere: non si può sempre aver paura di sbagliare, non ci si può rodere nei dubbi per qualsiasi cazzata, non si può temere di “rovinare per sempre un rapporto” se si sposta una cuccia, ma neanche se si commette un errorino.
Anche con i figli si sbaglia, anzi con loro si sbaglia quasi in continuazione: eppure la vita continua, i rapporti restano saldi, i figli di solito sopravvivono e i genitori sono pronti all’errore successivo.
Perché col cane abbiamo tutte queste folli paure che ci spingono a mollare qualsiasi patata bollente (fosse anche una patatina di infime dimensioni) all’educatore/addestratore/istruttore, quasi volessimo liberarci da qualsiasi responsabilità nei confronti di quello che invece è un membro della NOSTRA famiglia?
E’ proprio per questo che spesso paragono figli e cani, anche se ovviamente il paragone è abbastanza campato in aria: perché una cosa in comune ce l’hanno di sicuro, ed è l’essere “affar nostro”.
Se un figlio (minore) sbaglia, i responsabili siamo noi.
Se un cane combina qualche disastro, i responsabili siamo noi: e lo restiamo, attenzione, anche se tentiamo di delegare tutto il delegabile all’educaddestristruttore.
Per la legge siamo noi a rispondere di ciò che fa il nostro cane: è meglio che cominciamo a sentirci altrettanto responsabili di fronte a noi stessi e alla nostra famiglia. Ed è bene che cominciamo a prendere in proprio qualche decisione, se vogliamo sentirci davvero leader e maestri anziché tenutari di un guinzaglio appeso al quale c’è un oggetto misterioso che ci dà più preoccupazioni che gioie.
Io all’inizio ero terrorizzata dal fatto di non essere o meglio diventare il “capo” più bello e bravo che c’è per il mio cane. Sono arrivata quasi a piangere le poche volte che non ha obbedito al richiamo. Ma si poteva ridursi così? notare…cane nemmeno di un anno….Ad un certo punto si deve solamente vivere il proprio cane (una volta appresi i meccanismi di base per la relazione uomo-cane diventa quasi automatico applicarli…un po’ come quando si impara a guidare (parte pratica, ma anche teorica)…ad esempio quando si vede uno stop non si ha tempo di pensare “cartello dello stop, controlliamo sui libri di scuola guida, ah ecco: fermarsi senza riserve…ora vediamo, pigiamo…quale pedale? mi sembra….ah no…era l’altro”)…dopo un po’ di dimistichezza non ci si pensa nemmeno più, ma si reagisce in tante situzioni diverse allo stesso modo, sulla strada. stessa cosa col cane, ma ci adattiamo di volta in volta (non so, dopo un po’ non viene nemmeno in mente, che so, di dirgli seduto prima di mangiare (la mia si mette da sola, che furbona! – ha capito che altrimenti niente pappa)…ma ci accorgiamo se non lo fa. La mia allevatrice, ai miei dubbi prima di portare a casa uno dei suoi cuccioli, mi disse: “con naturalezza”. Credo sia vero….ora qualche volta vado in confusione ancora, ma davvero poche volte…Forse prima di frequentare un campo o un educatore si potrebbe leggere (non proprio studiare), ma leggere dei libri di testo seri, magari quelli su cui si preparano gli educatori per il loro esame (aiuto, se ho detto fesserie, lapidatemi virtualmente)…presumo ci sia qualcosa sul rapporto umano-cane. Io mi ero informata prendendo qualcosa di generico in biblioteca e in libreria…fortuna volle che mi capitò tra le mani un libro sull’adozione di un cane di Valeria Rossi…mi sembrava davvero scritto bene (intendo soprattutto per il contenuto – obiettivo…). allora ho digitato il suo nome in Internet alla ricerca di altri testi e…ta daaaaaa: ecco il sito! mi son letta subito gli articoli che ritenevo più urgenti…ho poi frequentato un corso di obbedienza col mio cane….e per testare il maestro cinofilo ho confrontato quel che spiegava con quel che sapevo (ovviamente qualcosa di nuovo è saltato fuori, ma per fortuna coincideva praticamente tutto). Alcune cose uscite, dette a me (non al cane…):”Calma” “Ti devi organizzare”. Altre cose uscite:” Ma noooo sempre legato” (al guinzaglio)” “I vostri cani vanno a scuola meglio di come andavate voi” “più sicuri”. Ironia, per fortuna, ma tante verità! Un proprietario di un Jack russell mi disse, un giorno:”Si cresce insieme al proprio cane”…Si può fare! p.s. prima esperienza con un cucciolo, paura di sbagliare, paura superata, cane cresciuto che se lo vedessi da fuori farei un’offerta….e sono Sciuramaria anche io! il problema è davvero che le fonti sono tantissime…e quando parli con persone che hanno già il cane tanti ti rispondono (in buona fede) fesserie allucinanti…ma se possono essere sensate, come fa una persona a capire cosa deve fare? e se si becca al campo un incompetente, cosa si capisce poi? Senza una base teorica di preparazione capire poi come comportarsi è dura! A volte non si sa da dove partire (io ho trovato fonti che sembrano serie per caso – tranne le dispense del mio AAAAAAAAAllevamento – una solo A maiuscola è poco)
Cara Valeria,
Sono troppo contenta di aver trovato questa pagina perchè ti giuro, mi aiuti un sacco. Spieghi cose in modo semplice, divertente e mi rallegri la giornata.
Non posso che concordare con quanto hai scritto, il cane deve dar retta a noi, sopportare l’umano che hanno scelto, per cui continuo ad incoraggiare il mio cucciolo a prestarmi attenzione 😀
Hum… ci sono persone ansiose e insicure he hanno bisogno di continue conferme senza le quali non fanno un passo da sole. E’ cosi’ per qualunque cosa facciano e allora perche’ no dovrebbe esserlo anche con il proprio cane?
Pero’ e’ anche vero che l’avvento di internet, dei fora (che sarebbe il plurale di forum) prima e i social network poi hanno agevolato il diffondersi di questo tipo di atteggiamento delegante. La riflessione sarebbe lunga e noiosa, ma ridotta in estrema sintesi secondo me e’ legata alla “virtualizzazione” delle proprie esperienze e di conseguenza delle proprie competenze da un lato, e alla facilita’ di reperimento di figure alle quali si riconosce il ruolo di “guru” del settore.
Non e’ pero’ un fenomeno che si sviluppa solo su internet; semmai internet e’ il veicolo che rende possibile la sua diffusione pandemica. Se invece che sui numeri della sua diffusione ci si concentra per un attimo sulle caratteristiche del fenomeno, quello che viene fuori e’ che il comportamento delegante ha come presupposto per il suo verificarsi l’esistenza di un rapporto tra due persone, cioe’ deve pur esistere qualcuno a cui delegare.
Ora, non c’e’ niente di male nel delegare, tutti lo facciamo per comodita’ quando siamo pigri o preferiamo fare altro, per necessita’ quando abbiamo a che fare con un problema che richiede competenze o tempo che non abbiamo etc… Quando invece ci si sente inadeguati a prendere una decisione e desideriamo avere qualcuno a cui chiedere di decidere al posto nostro allora c’e’ qualcosa che non va. Se poi ogni ogni volta che ci si trova davanti a un eterno insicuro ci si scopre dietro il guru di turno allora c’e’ piu’ di qualcosa che non va, Qui pero’ ci si addentra in un cinepraio dove io finirei per dire che il mondo si divide in modo piu’ o meno manicheo in persone che insegnano o fanno onestamente quello che sanno fare e poi ognuno va per la sua strada, e in guru che insistono perche’ tu faccia un “percorso” per capire che hai bisogno di fare un “percorso” e che senza il loro aiuto non riusciresti a stare al mondo, figurarsi scegliere dove mettere la cuccia del cane.
ahahahah questo termine mi ha fatto morire: “educaddestristruttore”
Grande Valeria! 😀
Cara Valeria, sono la varietà delle idee e la possibilità che ha chiunque di divulgare le proprie idee che creano il proprietario iper-delegante. Unita alla personalità insicura di alcune persone.
Basta passare due ore in rete che si trova ogni possibile pensiero… il cane sul letto si sul letto no accanto al letto si ma dal lato del padrone, no della porta, no in fondo alla stanza, no in corridoio, no in cuccia, in kennel, fuori, sul tetto a bandieruola (e tutti ti dicono che se non fai così il cane o il tuo rapporto con lui avrà terribili ripercussioni)…
Mettiti nei panni del proprietario che magari con buona volontà ha pure deciso di andare al campo ma è pur sempre sciurmario, non avresti anche tu il patema di sbagliare? E a chi chiedi, dopo esserti fatto il casino in testa leggendo in rete? All’unico punto di riferimento certo che puoi contattare, il tuo istruttore o la persona che hai scelto come mentore.
Fai il paragone con bambini e genitore … ma gurda che non è come dici tu, non è diverso da padrone-cane.
Hai idea di quante madri ci siano in rete che sui forum chiedono all’esperto di turno se sia il caso di mandare la figlia al concerto di fedez o se la cosa creerà ripercussioni psicologiche? Fatti un giro sui forum genitoriali vedrai che cose allucinanti. Seno si, seno no, tetta alternata durante la stessa poppata o in poppate differenti? ODDIO ho attaccato mio figlio alla destra invece che alla sinistra, mangerà abbastanza?
E così via per qualsiasi argomento.
Ma di che ti stupisci.
Ci sono persone altamente insicure e ben poco decisionali e son queste che diventano iper-deleganti. E se sono così non saranno mai il contrario.
Mamma mia, quanto è vero!!! Credo però, che sia proprio quello che voglia dire Valeria! A parte forse casi molto particolari e difficili, siamo comunque noi a farcene carico, prendendoci le nostre responsabilità, anche sbagliando, proprio per evitare di diventare troppo dipendenti da…tutto e tutti, come è ogni problema e/o difficoltà nella vita!
Beh, ho smesso di fare la baby-sitter perchè la mia attività andava sempre più somigliando ad un’adozione coatta… E, come con i cani – e come con qualsiasi cosa – se sbagliavo era colpa mia, se ci azzeccavo…il merito era di qualcun’altro.
Cara Valeria, spero di aver letto bene. Forse sì, forse no, se ho inteso male sarò felice di essere corretta. è vero, i proprietari dei cani siamo noi e la figura dell’educatore dovrebbe/potrebbe rimanere marginale. Ma a parte i casi di cucciolosi acuta, spesso ci si rivolge ad un educatore/ri-educatore perché con il proprio cane si è provato ad avere una certa condotta istintiva di comportamento ma il risultato è che il cane proprio non lo si sa gestire. Neanche nelle piccole cose. Tipo spostare o meno una cuccia. E dopo l’incontro (il primo, il secondo o…) con l’educatore ci si sente confusi e inabili a prendere decisioni responsabili di qualunque tipo sul proprio cane. Tante volte ho pensato che riuscire a impostare una buona relazione con il proprio peloso sia una questione di ricerca/raggiungimento del ‘giusto mezzo’, quel giusto mezzo di cui parlava Aristotele e che servirebbe per misurare la passione, un giusto mezzo che presenta criticità nel suo dover essere mantenuto in equilibrio e che mai (dico MAI) nessun ‘manuale di istruzioni per l’uso’ è in grado di insegnare ma che si acquisisce con anni di esperienza. Quell’esperienza che voi educatori avete e in cui noi, novelli proprietari di cani, difettiamo. Perché a voi educatori le varie situazioni critiche in cui può trovarsi un binomio oramai appaiono tipicizzate in classi e categorie, a noi proprietari invece, varietà di difficoltà ogni volta dissimili. Difficoltà su cui, se abbiamo un cane problematico, chiediamo ogni volta – nella loro variabilità – conforto. Personalmente ho pagato molto caro aver delegato ad altri le ‘istruzioni’ da dare al mio cane nei primi mesi in cui l’ho preso. E l’ho pagato caro perché il mio ‘bastardo’ ha “sentito” (passami il termine…) che io non ero in grado di gestirlo ed ha “pensato” (a-ripassami il termine…) che se non ero in grado di prendere decisioni su di lui figuriamoci riguardo al mondo… Risultato: si è completamente sfiduciato nei miei confronti cercando sicurezza e indicazioni di comportamento altrove. Ecco: in questo senso sì, essere iper-deleganti può creare disastri. Ma “purtroppo” trovo del tutto normale che un proprietario di cane, inabile a stabilire una corretta comunicazione con il proprio peloso come sono stata io, tema di sbagliare in ogni circostanza e in ogni circostanza si rivolga a voi per aver consiglio. Del resto è proprio perché ci si sta confrontando con un universo altro, sotto alcuni aspetti incomprensibile, che ci si rivolge a un educatore… e quali siano i tratti pertinenti o importanti di questo universo… beh, se ci si rivolge a un educatore è proprio perché non si sanno e si vorrebbero sapere. (scusa la lungaggine)
Sono d’accordissimo con quello che dici: però è proprio questione del famoso “giusto mezzo”. E’ questione, soprattutto, di riuscire a distinguere le questioni serie da quelle di lana caprina: e purtroppo un certo tipo di cinofilia (ma anche di pedagogia, forse…) oggi non fa che mettere apprensione su chi, invece, potrebbe anche rilassarsi un po’ e pensare che, dopotutto, cambiare posto alla cuccia o permettere/non permettere al figlio di fare una certa cosa non siano i perni su cui ruota l’universo (e neppure il nostro rapporto con loro). Insomma, il mio era semplicemente un invito a responsabilizzarsi un po’ di più (da un lato), ma anche (dall’altro) a riuscire a sorridere un po’ di più, a rilassarsi di più, a vivere qualsiasi rapporto come una gioia e non come una costante fonte di ansia.
Ma menomale che hai scritto di sorridere e rilassarsi un po’ di più,
perchè davvero, a furia di leggere pagine su pagine e milioni di
commenti in cui il cane è raccontato come un oggetto dalla psiche
delicatissima che sarà irreparabilemente danneggiata anche solo da UN
singolo errore, c’è da perderci il sonno!
Anch’io all’inizio che andavo a scuola ero istintivamente una così, avrei chiamato l’istruttore venti volte al giorno per mille angosce, e non lo facevo solo per educazione e un po’ di vergogna, mi limitavo a chiedergli i miei dubbi al campo e di volta in volta ho imparato a distinguere cosa potevo decidere da sola e cosa andava precisato dal punto di vista “tecnico”, perché lui con molto tatto mi faceva capire che effettivamente c’erano cose che dovevo decidere da sola senza interpellarlo. E’ proprio vero che anche da questo si vede un buon istruttore. Non solo, anche se non sono più così dipendente da lui, continuo ad andare al campo pur avendo finito il corso “base”, perché lo considero un ottimo allenamento, sia per me che per il mio Six, e dunque lui non ci ha perso neanche i soldi a rendermi indipendente.
provo a dare una risposta…….
perchè delegare tutto tutto tutto ???
perchè poi si ha chi incolpare.
quanta gente dice “il mio cane è stato strattonato dall’istruttore ed è stato traumatizzato “??
quanta gente incolpa lo strangolo, piuttosto che i comandi dati a toni elevati, lo schiaffetto (sottolineo schiaffetto )sulla chiappa della cane ??
ho visto due ragazzi con due labradorda lavoro devastati, iper stressati, svogliati acquistare dei grigioni (mettengo i labrador in cortile come nani da giardino)perchè “si sa che i grigi sono migliori “.
il cane lo fa il padrone.