di VALERIA ROSSI – Da un paio di giorni non si parla d’altro, e in molti mi hanno chiesto di scrivere qualcosa sulla “liberazione” di 25 beagle (70 secondo altre fonti), quasi tutti cuccioli, dalla “fabbrica della morte”, ovvero dall’allevamento Green Hill che produce cani per la sperimentazione animale.
Sono costretta a dire che… non so cosa dire.
Impossibile, infatti, non gioire al pensiero che almeno qualcuno di quei disgraziati cagnolini sia riuscito a sfuggire ad un destino che non dovrebbe proprio essere legale (e invece, purtroppo, lo è).
Altrettanto impossibile, però, non pensare che gli attivisti abbiano compiuto un illecito e che questo, in una società assurda come la nostra, possa rallentare (ancora) la battaglia di tutti coloro che si stanno battendo da anni per far chiudere questo posto infame, ma che si battono rispettando la legge.
Ora è stato finalmente approvato, almeno alla Camera, l’emendamento che impone la chiusura degli allevamenti di animali destinati alla sperimentazione. Il 9 maggio sarà discusso in Senato.
Era davvero questo il momento per un blitz?
Forse sì, visto che è sicuramente servito a dare una spinta clamorosa all’opinione pubblica; forse no, se il “nemico” (costituito anche da alcuni parlamentari che sono e resteranno favorevoli alla vivisezione non perché credano al suo valore scientifico – ormai solo i completi ignoranti possono ancora bersi questa favoletta – ma perché pressati dalle potentissime lobby farmaceutiche che rappresentano un corposo bacino di voti e di interessi economici) troverà un’arma nella tesi che gli animalisti (e per estensione, tutti coloro che alla vivisezione sono contrari) sono dei pazzi fanatici che non esitano a danneggiare proprietà pubbliche e a commettere reati.
Una cosa è certa: se non fosse insorta l’opinione pubblica, se non si fossero tenute manifestazioni e cortei, se non ci fossero stati gli attivisti sul tetto di Green Hill, nessuno avrebbe mai conosciuto il destino dei cani detenuti in quella struttura e la nostra politica se ne sarebbe bellamente infischiata per altre decine di anni, con conseguente dolore e morte per altre migliaia di cani.
Però, se mi stanno benissimo le azioni di protesta legali e civili, resto perplessa sui blitz come quello di sabato. Da un lato, se fossi stata presente, credo proprio che sarei entrata anch’io e che avrei rubato più cani che potevo: dall’altro, pensandoci a mente fredda, mi chiedo se questo non possa essere stato un boomerang. Nel qual caso, per salvare 30 (o 70 che siano) cani, ne avremmo condannati altri 2000.
La risposta l’avremo, probabilmente, il 9 maggio.
Oggi come oggi, io non ce l’ho e non riesco a trovarla.
L’unica cosa che mi fa MOLTO piacere è che gli attivisti arrestati sabato siano stati tutti liberati: in un Paese che vede assassini, stupratori e mafiosi girare allegramente a piede libero, sarebbe stata davvero una beffa che rimanessero in galera persone che hanno semplicemente cercato di salvare degli animali innocenti da una fine infame dovuta ad una legge immonda.
Anche se l’emendamento passasse e Green Hill venisse chiuso, comunque, si sarebbe vinta una piccola battaglia e non certo la guerra: perché gli allevatori di carne da macello si sposterebbero semplicemente in altre nazioni e i cani continuerebbero a soffrire e morire inutilmente.
Inutilmente: perché è questa la parola chiave.
La sperimentazione animale è inutile e non dà alcuna garanzia reale sull’efficacia o meno di farmaci, cosmetici e quant’altro: quello a cui serve in realtà è a sdoganare il prodotto in attesa di una verifica che arriverà solo con la sperimentazione sull’uomo.
I veri animali da esperimento siamo sempre e soltanto noi: ricordiamocelo.
Solo che, quando un prodotto ha “passato” il filtro della sperimentazione animale, può essere commercializzato: e in questo modo, anziché essere pagati per fare da cavie, siamo noi a pagare i farmaci o i cosmetici che, a nostra insaputa, vengono sperimentati sulla nostra pelle.
Il sistema è evidentemente molto comodo: specie se poi ci raccontano una storia tutta diversa sulla funzione dei test sugli animali, facendoci credere che siano fondamentali per la tutela della nostra salute…e noi ce la beviamo.
Per fortuna molti scienziati, negli ultimi anni, hanno rotto il velo dell’omertà e hanno cominciato a parlare: le loro testimonianze si possono trovare ormai ovunque, anche in rete, e solo chi non vuol sapere può continuare a credere alle lobby farnaceutiche.
I veri mostri, però, sono i politici (di ogni parte del mondo) che non ci credono in buona fede, ma per interesse.
Ed è contro questi mostri, ancor più che contro Green Hill, che ci si dovrebbe scagliare: liberando noi stessi, anziché qualche povero cagnolino, dalla mostruosa truffa della vivisezione “utile”.
Per approfondimenti sul NO alla vivisezione, vedere anche questo articolo , che parla anche della vergognosa direttiva europea del 2010 in cui si è, di fatto, approvata per l’ennesima volta questa pratica incivile, fingendo ipocritamente di preoccuparsi del “maggior benessere” di animali comunque destinati alla tortura e alla morte INUTILE.
Ho letto tutto, Valeria, e attentamente per ben oltre 2 ore, anche se avrei dovuto in quel tempo portare avanti il mio lavoro a casa…. (Lo finirò stanotte.) Non mi sembra lo stesso Dan che ha commentato qui contro la vivisezione… Non capisco, sono un po’ allucinata! A te, come sempre, un ringraziamento x ciò che scrivi (del resto accolto chiaramente coi miei voti appena aggiunti a quelli di tanti altri!)
Una curiosità personale: con che criterio la Redazione sceglie di “nascondere” alcuni commenti, quelli x es. indicati con “Hidden due to law comment rating”?
La redazione non c’entra nulla! Questo plug in dei “voti” ai commenti funziona così: quando un commento raggiunge un tot di voti positivi (non so neanche quanti) si colora di gialli: quando raggiunge tot voti negativi, lo nasconde. Ma noi non abbiamo nessunissima voce in capitolo su questo! Sono solo i voti a decidere.
Ti ringrazio x la chiarezza, xkè sono imbranata e vorrei capire molte cose… Mi hai dato una spiegazione perfetta (dai 4 voti in su, mi pare, diventano gialli, mentre sotto i meno 4 vengono “nascosti”), ma ora insito (spero di non rompere troppo): e i commenti in rosa? e quelli bianchi contro quelli che invece sono azzurri?…. Boh, ne hai qualche idea? La mia è solo una stupida curiosità…! Chiedo scusa x la faziosità!………
Quelli rosa sono i commenti che hanno ricevuto commenti sia negativi che positivi, e che quindi vengono definiti (sempre dal plug-in) “argomenti scottanti”.
Questa è bella, Redazione! Mi sono persa qualcosa? xkè Dan è stato bannato??? Cos’ha combinato in questi 2 giorni? Dai!!! Mi sembrava così in gamba…. Hai voglia di spiegarmelo?
Pepe, leggiti i commenti in calce all’articolo sul collare elettrico e forse capirai…
Grazie Redazione, ora cerco l’articolo. Ma vorresti dirmi che Dan, l’unico che (pur non appoggiandomi apertamente) la pensava come me sulla sperimentazione, era d’accordo sui collari elettrici??? No, forse insultava atrocemente chi non li disapprova…. Ora vado a vedere.
Era assolutamente d’accordo sul collare elettrico ed insultava ME perché non lo approvavo.
A Dan (circa il suo commento del 7 maggio, h.13,30): io sono TROPPO spontanea e arrabbiata, tu sei maravigliosamente scientifico e chiaro. Dammi una mano tu, visto che la pensiamo assolutamente nello stesso modo.
Ti ringrazio della stima, ma non ho pretesa nè titolo di scientificità in ciò che scrivo: sono solo un pochino più informato della media su un argomento che mi sta particolarmente a cuore. Tutto qui.
Se mi permetti, comunque, ho l’impressione che tu stia inquadrando la questione in maniera impropria: qui non si tratta di convincere Francesca a convertirsi alla causa animalista, ne viceversa, di convincere me o te, della fondatezza e utilità della vivisezione. Non ci sono nè vincitori, nè vinti. Ciascuno ha le proprie idee, maturate attraverso l’esperienza e/o l’informazione e la documentazione, nonchè sulla base di convincimenti e sensibilità personali, e presumibilmente se le tiene.
Quello che è importante è che della vivisezione si parli, che si faccia informazione il più possibile completa; bisogna dare alle persone la possibilità di farsi un’idea precisa e realistica di come stanno le cose, pensando liberamente con la propria testa, senza soggiacere ai ricatti morali dei sostenitori che evocano ad hoc malati terminali e altre situazioni penose facendo leva sull’ignoranza e sulla disinformazione.
La stragrande maggioranza delle persone ancora oggi ignora le proporzioni e i termini del problema: molti non sanno neppure che la vivisezione esiste, oppure pensano che sia stata messa al bando anni fa; non conoscono i test di tossicità; non sanno che oltre agli sgraditi ratti, gli esperimenti coinvolgono anche cani e primati; ignorano i maltrattamenti e le sevizie gravi che spesso si aggiungono al già inquietante calvario “clinico” che queste sfortunate creature sono COSTRETTE a subire.
Internet ha dato una mano grandissima in questo senso, ha aiutato a portare alla luce e divulgare a livello planetario certe becere porcherie, ma la strada è ancora lunga, e passa anche attraverso discussioni come questa…
No no, Dan, non voglio appiopparti “titoli” che forse non hai, dico solo che sei più razionale e scientifico di me, quel poco che basta perchè la maggior parte della gente riesca ad ascoltarti, mentre a me (troppo impulsiva) alla fine mi danno contro…
A me, che sin da bimba mi informo sulla vivisezione, sembra strano che esista ancora una totale becera ignoranza. Non certo quella di Francesca!!! Anzi! Ma mi fa male scoprire che troppe zone d’ombra restino, appunto, ancora in ombra. Mi fa male scoprire che molti di noi credano tuttora “alle favole” (no, Francesca, non parlo di te, che sei del settore).
Volevo solo dirti, Dan, che se io sono l’irrazionalità impulsiva ed incazzata di molti, tu invece rappresenti il tentativo oggettivo di fare arrivare ai più la “triste novella”: ben venga!
“Basta far sapere che la vivisezione esiste” dici. (“Che esiste ancora!”, aggiungo io.)
Magari, chissà, il buono e la cattiva insieme potranno fare miracoli…………
Problema etico: mi pare che siamo tutti d’accordo che il problema etico c’è. E, senza nulla togliere ai roditori, (che hanno fregato i dinosauri e fregheranno di certo anche noi, nei secoli a venire) c’è più per cani e primati non umani (come vengono definite le scimmie da esperimento) che non per topi ratti e conigli. E che il problema etico sia posto all’attenzione di chi poi decide è necessario.
Però non si può dire che il modello animale non abbia basi scientifiche e non sia un modello di riferimento valido (con tutti i possibili difetti cui abbiamo fatto riferimento).
Problema degli attori: ci sono le multinazionali del farmaco, che non sono enti di beneficienza, ma aziende che vogliono vendere dei prodotti al mercato che li chiede (e sta aumentando molto la richiesta di farmaci veterinari,tra le altre cose). Per l’azienda in se, se la sperimentazione è fatta su animali o su campioni di altro genere non importa granchè, l’importante è che sia un metodo attendibile ed accettato. L’immissione sul mercato di una molecola costa decine di milioni di dollari e una decina di anni di lavoro, e non tutti i farmaci vendono come l’aspirina. Certo le aziende fornitrici di animali e mangimi hanno interesse a mantenere lo status quo, però tentativi di alternativa sono in atto da diversi anni ormai, ma ancora non hanno riportato risultati tali da sostituire in toto la sperimentazione animale. Io tifo (e lavoro, almeno in parte) per questa alternativa, ma capisco che deve essere più che convincente. Nel frattempo, possiamo far pressione per minimizzare il numero di specie e di esemplari usati.
Problema etico: che siamo d’accordo noi, gliene frega gran poco al mondo.
La questione dovrebbero porsela gli addetti ai lavori, soprattutto i neo-ricercatori, che dovrebbero cominciare a riscoprire le loro coscienze addormentate.
Ci dovrebbe essere l’interesse a smantellare da dentro un sistema che ormai è divenuto obsoleto e che finora si è retto solo su un modello EMPIRICO spacciato per scientifico, un sistema più attento ai profitti e alle carriere che al conseguimento di una finalità realmente benefica. Solo una pressione di questo tipo sortirebbe un vero effetto-crollo. Ma questo accadrebbe solo in un mondo ideale: un ricercatore disposto a buttare alle ortiche una carriera promettente boicottando il proprio lavoro e osteggiando il barone di turno per rispetto di una decina di ratti geneticamente modificati non esisterebbe neppure nella più visionaria delle proiezioni hippie…
Guarda Dan che non è vero che il problema etico non è sentito anche all’interno della comunità scientifica, e le norme per il benessere degli animali da laboratorio è una risposta che è stata fornita alla pressione di tipo etico. Possiamo giudicarla ancora insufficiente, ma tempo fa del benessere degli animali veramente non importava nulla a nessuno. E poi, sarò stata fortunata io, ma qualche brava biologa e biotecnologa che facevano obiezione di coscienza con cui ho avuto il piacere di lavorare c’è, quindi le proiezioni hippie non sono così visionarie.
Circa il benessere degli animali che hanno a che fare con gli uomini diciamo che il discorso porterebbe lontano: non so quanto gli animali da reddito siano più fortunati di quelli da laboratorio, per non parlare di quelli usati per lo sport…
Ma hai assolutamente ragione, Francesca, sugli animali che hanno a che fare con gli uomini (ossia non con gli scienziati……)!!! Al di là di chi non sa come trattare cani, gatti, roditori e uccellini da compagnia, ho sentito ripetere che i cavalli da corsa sono “felici”… Come no! dopo qualche anno vengono macellati!… (x non parlare, x es., di quelli del Palio di Siena: almeno uno ad ogni gara si fa del male, dal medioevo ad oggi… E non voglio assolutamente accennare alle corride oppure a qualsiasi altra gara con scommesse clandestine, xkè sarebbe troppo banale.)
Certo che gli animali da stabulario non se la passano meglio, norme o non norme europee! Questo in generale. Ma purtroppo è ancora lunga la strada se c’è ancora chi è convinto che servano alla ricerca. E insisto che con “ricerca” comprendo tutto: medica, farmacologica e cosmetica; xkè le cavie, alla fine, sono sempre quelle.
Le norme per il benessere degli animali da laboratorio sono una risposta alla pressione di tipo etica, sì, ma imposta dall’ ESTERNO, ossìa dall’opinione pubblica, e volute soprattutto per poter continuare a lavorare senza perdere committenti per motivi di pubblica deprecabilità…
Cominciano a fare capolino alcuni obiettori, per fortuna, così come qualche medico/ricercatore comincia a schierarsi apertamente e pubblicamente CONTRO LA VIVISEZIONE, divulgandone limiti e contraddizioni, ma sono ancora TROPPO POCHI, e crescono troppo lentamente, segno che le coscienze giacciono ancora piuttosto sopite e che il binomio soldo/carriera tiene banco tenacemente…
Poi, concordo che il contatto uomo-animale spesso si risolve con danno evidente di quest’ultimo, e qui si potrebbe discuterne per anni cominciando dalle selezioni di razza di cani e gatti, agli allevamenti, agli animali sfruttati negli allevamenti intensivi, o per le pellicce, o nelle competizioni sia autorizzate che abusive, negli addestramenti cruenti e quant’altro, ma qui si andrebbe fuori tema, come si diceva alle medie…
A questo (giustissimo) commento di Francesca (7 maggio, h.16 ca.), rispondo anche a tutti quelli che in questi giorni mi hanno criticato: si tratta solo di questioni ECONOMICHE! e’ così difficile da capirlo? Un beagle costa tanto? Una cellula artificiale ancor di più? Perfetto, la normativa europea ci permette di utilizzare cani randagi…! Che sono gratis! Basta. Tutto qua. (Anestesia? Ad ogni operazione? No, costa troppo… Recidiamo una volta x tutte le corde vocali! Basta. Il probl. si risolve qua…)
Insomma, possiamo anche parlare di cani da caccia, corride e, soprattutto, di allevamenti x pellicce…!!! Va benissimo, ma travalica il discorso: i maltrattamenti sugli animali sono “infiniti ed eterni”. Ma “qui ed ora” si sta discutendo su GreenHill, la più becera roccaforte della VIVI-sezione.
No, Pepe scusa non mi sono spiegata: il motivo per cui si usano gli animali è che (al netto degli errori e approssimazioni che ci sono in tutti i modelli sperimentali) SOSTANZIALMENTE FUNZIONANO, sono attendibili (attenzione non infallibili). Usare colture cellulari in vitro costa meno di usare gli animali (e per questo si usano in maniera infinitamente maggiore), ma non danno lo stesso numero/qualità di informazioni. Circa i cani randagi, tu e fruit non vi siete capite: lei dice che la direttiva indica di usare i randagi SOLO se lo studio prevede esplicitamente l’uso dei randagi (e qui lei faceva esempi di studi per cui può essere interessante osservare il comportamento di animali allo stato semi sevatico come i randagi appunto).
Spiacente, ma il discorso sull’attendibilità del modello animale non è così semplice da liquidare…
E’ proprio quello che non riesco a capire bene, Dan. Tu che ne pensi?
Dan non ne pensa, visto che dopo due giorni che se la va cercando è stato gentilmente bannato.
Se non vogliamo usare aggettivi assoluti, visto che la medicina è scienza complessa (e come tale include massicciamente concetti di probabilità) possiamo dire che il modello animale è attualmente il più completo e attendibile per alcuni quesiti sperimentali tra le tecniche oggi a disposizione. Tra l’altro i progressi ottenuti con i modelli animali hanno grande peso anche nella veterinaria: gli animali, ed in particolar modo i cani, negli ultimi decenni stanno sviluppando in maniera sempre più massiccia quelle che erano tipicamente patologie umane (questo per allungamento della vita media, fattori ambientali, ecc ecc): dai tumori alle immunodeficienze; e quindi beneficiano dei test fatti sui loro conspecifici. Volevo inoltre portarvi all’attenzione, tra i vari scienziati, la posizione di Veronesi, vegetariano per scelta etica e quindi molto attento alla questione dell’uso degli animali (nei suoi laboratori non si usano animali), che spesso si esprime perchè sia assolutamente minimizzato il numero di specie e di individui coinvolti nella sperimentazione e siano migliorate e monitorate le condizioni di vita negli stabulari, ma ammette che al momento non si può prescindere dalla sperimentazione sul modello animale. Per quanto riguarda la cosmesi, specie in area erboristica ormai è facile trovare cruelty free.
Più che d’accodo, Francesca! ripartiamo da qui?…
Grazie Dan, finalmente 6 arrivato a darmi manforte!… Dov’eri finito prima?
Vedi, Francesca, parlando di vivisezione non posso non riferirmi anche alla becera ricerca cosmetica! Soprattutto xkè i cosmetici “non testati sugli animali” sono ancora rari e difficili a trovarsi (o, almeno io, che ultimamente sono diventata povera [!!!], faccio fatica a trovarli nei supermercati!)
Poi: a te, a Fruit e ad altri, ripeto che davvero era una battuta quella sui ratti come “mangime x serpenti”, ma garantisco x esperienza diretta che, avendone scelto uno A CASAO oltre 10 anni fa, questo topone bianco e nero mi è durato anni e anni in ottima salute, pulitissimo, vispissimo, intelligentissimo, affettuosissimo, libero x casa con il suo angolo dove defecare, quello dove dormire, quello dove mangiare: non l’ho comprato nè malato, nè denutrito, nè pieno di parassiti. (Poi mi è sparito dopo 5 anni xkè qualche brutto idiota l’ha fatto uscire in terrazza dove si apriva una grondaia…)
Infine: tagliamo la testa al toro sui costi abnormi di cavie e cuccioli in quanto “attentamente selezionati”: se così fosse necessario, davvero chiedo con genuina umiltà ed estremo interesse (e qui non sono ironica, giuro!) xkè allora è passata nella normativa europea del 9/9/2010 la possibilità di USARE X LA RICERCA CANI E GATTI RANDAGI!!! (Sono rigorosamente selezionati prima di venire torturati??? xò sono gratis……!)
Scusa, non avevo colto l’ironia ^^ Non metto in dubbio che anche adesso ci siano in commercio ratti da pasto sani e puliti(anche per la sicurezza del serpente) però basta andare in un negozio e visitare la sezione roditori per vedere che la maggior parte degli animali, ratti o criceti d’affezione, non sono al massimo della forma. Oddio, in realtà tutti gli animali in generale, la cosa non è ristretta solo ai roditori…5 anni cmq sono un’enormità, adesso i ratti da compagnia, allevati con cura e evitando l’imbreeding stretto vengono considerati dei matusa a 3 anni 😐 Chissà cosa è cambiato…
Cmq non mi intendo di politichese, ma se leggi l’articolo 11 della normativa viene espressamente detto
“Articolo 11
Animali randagi e selvatici delle specie domestiche
1. Gli animali randagi e selvatici delle specie domestiche non sono utilizzati nelle procedure.
2. Le autorità competenti possono concedere deroghe al paragrafo 1 soltanto alle condizioni seguenti:
a) è essenziale disporre di studi riguardanti la salute e il benessere di tali animali o gravi minacce per l’ambiente o la salute umana o animale; e
b) è scientificamente provato che è impossibile raggiungere lo scopo della procedura se non utilizzando un animale selvatico o randagio.”
Tieni conto che sperimentazione animale non comprende solo la vivisezione, ma anche studi di psicologia animale e osservazioni del tipo “è più intelligente il lupo o il cane?”
Non fare confusione, Fruit, con l’osservazione psicologica!!! (è stato il campo, x decenni, di mia nonna che mi ha allevato: mi ha regalato più di un ratto albino da quando ho memoria, che tenevo libero x casa come compagno affettuoso da rispettare…) Decine di volte li ho visitati nei laboratori del dipartimento di psicologia di una città universitaria veneta: stabulari ampi ed igienici, topi ben tenuti e nutriti, e soprattutto NON TORTURATI FISICAMENTE! (Magari, sì, qualche test nei labirinti x vedere chi imparasse prima la strada giusta x arrivare al cibo.) MA IO PARLO DI VIVISEZIONE!
Poi spiegami il lapsus che hai scritto nel tuo ultimo commento sulla normativa europea: “b) è scientificamente provato che è impossibile raggiungere lo scopo della procedura se non utilizzando un animale selvatico o randagio.” Te ne sei accorta?……….
Forse non mi sono spiegata, la normativa riguarda la SPERIMENTAZIONE ANIMALE, che comprende oltre alla vivisezione(peraltro già vietata da decenni se intesa come “affetta il cane non anestitizzato”), i test di tossicità, studio delle malattie e tutti gli altri bla bla medici, anche le osservazioni di psicologia animale(che specifico per chi non lo sapesse, si effettuano in laboratorio. L’osservazione nell’habitat naturale è etologia).
Topo nel labirinto=sperimentazione animale.
Il punto 11-1b dice: si possono usare gli animali randagi o selvatici solo se non puoi fare lo studio senza di essi.
Non dice come l’hai intesa tu che è impossibile fare ricerca senza randagi o selvatici..
Quali esperimenti necessitano di animali selvatici o randagi? Appunto le ricerche del tipo “è più intelligente il cane o il lupo?” “I ratti dumbo sono più scemi dei ratti selvatici?” “I cani randagi del sud stanno diventando più aggressivi?” etc
La confusione tra vivisezione e sperimentazione animale ha portato erroneamente alcuni(me compresa per un bel po) a pensare che fosse possibile sostituire le cavie “tradizionali” con i randagi, ma non è così 🙂
Grazie davvero del chiarimento, Fruit! Se l’utilizzo dei randagi fosse “concesso” solo x la sperimentazione psicologica, un po’ mi rincuorerebbe, ma la normativa x me non è chiara. Secondariamente, un cane o un gatto tolto dagli stenti e dai pericoli della strada e rinchiuso fino alla morte in una gabbia, suvvia, non è molto contento, che dite?… Per non parlare degli scimpanzè portati via dalle foreste!
Inoltre, se “topo nel labirinto = sperimentazione animale”, anche “topo avvelenato lentamente con iniezioni al piombo x studiarne la tossicità nell’aria che noi respiriamo (v. tesi di laurea in biologia di mia zia)= sperimentazione animale”!….
Non capisco come fare a rispondere al tuo post delle 15.46 pepe, spero che così vada bene lo stesso..
Nella normativa c’è scritto che bisogna provare che è necessario usare i randagi, non so come funzioni, ma non credo ci siano test del tipo “effetti dell’aspirina sui cani randagi mezzi morti di fame”, sarebbe da controllare le pubblicazione scientifiche e vedere cosa si trova.
Che poi i cani, randagi o allevati che siano non siamo felici concordo ovviamente, gli animali di cattura soffrono e questo credo sia innegabile, ma ciò riguarda più la questione generale “è giusto sperimentare sugli animali” che “si possono usare i randagi per gli esperimenti”.
E sì, il termine sperimentazione animale racchiude un sacco di sfaccettature diverse, dal topo nel labirinto al topo creato malato, per questo bisogna conoscerle per capire cosa dice effettivamente la normativa. In fondo, non si dice che per combattere il nemico bisogna conoscerlo? 🙂
Scusate rispondo qui anche a Dan sennò è difficile seguire i vari rivoli della discussione. Problema COSTI: mi rendo conto, che, per chi non ci lavora, pensare che un topo possa arrivare a costare 2000 dollari è difficile, però è così (ed è verificabile) ed è così perchè gli animali da esperimento devono essere geneticamente caratterizzati: alcuni sono portatori di geni difettosi, altri hanno una immunodeficienza congenita, ecc ecc. E questo perchè gli scienziati quando cercano di capire una malattia devono avere un modello il più vicino possibile alla malattia e il più esente possibile da altri problemi, di tipo genetico o ambientale. Costi di mantenimento: uno stabulario prevede la presenza di tecnici specializzati, veterinari e locali idonei. Uno si immagina solo il costo del mangime, ma quello è nulla in confronto a quello che c’è intorno. Per darvi una idea, spesso i ricercatori i topi non li toccano proprio, vengono toccati solo dagli operatori, anche per minimizzare lo stress degli animali. Il costo di mantenimento di uno stabulario va dalle diverse decine di migliaia alle centinaia di dollari o euro l’anno. Protocolli che prevedano centinaia di animali per un esperimento non ce ne sono molti, di solito si viaggia su numeri più piccoli, e per quanto concerne animali adulti, nella stragrande maggioranza dei casi l’anestesia si fa, eccome (spesso gassosa).
Questione semantica: nella ricerca attuale, la VIVI-SEZIONE (il taglio di un animale vivo e senziente come si faceva in passato) si fa poco o nulla, se poi con quel termine si vuole intendere anche tutto l’ambito di chi gli animali li usa ad es per produrre anticorpi o per osservare lo sviluppo di una malattia, si può sempre fare, ma è semanticamente scorretto.
Per quanto mi riguarda: sono biofisica e ho un dottorato in patologia umana, quindi anche se io non ho mai direttamente usato animali per le mie ricerche, ho lavorato in laboratori in cui talvolta venivano usati animali (e in alcuni casi per avere gli animali bisognava appoggiarsi ad altri centri perchè lo stabulario da noi non c’era), soprattutto roditori. Problema della significatività del modello animale: come ho accennato sopra, come dicono anche le fonti che ho citato, il modello animale NON E’ PERFETTO, come non lo è alcun modello, però è la migliore approssimazione che si ha a disposizione, è universalmente ritenuto valido (nella comunità scientifica), e anche grazie al modello animale si deve la quasi totalità di scoperte (specie terapeutiche) in tutti i campi della medicina. Ci sono alcuni campi in cui questo contributo è stato fondamentale: oncologia e neuropatologia. Animali diversi: perchè? Perchè in alcuni (tipo topo) si riesce, modificando il genoma, a “ricreare” la malattia umana con sorprendente somiglianza e quindi si possono studiare i meccanismi della malattia. Se, compresi i meccanismi, c’è un potenziale farmaco, lo si testa per verificare a) se combatte la malattia b) se ha problemi di tossicità, magari ad altri organi. Lo si prova su diverse specie (e il tipo di specie dipende dal tipo di patologia) prima di provarlo sull’uomo proprio per escludere, in organismi geneticamente diversi, che ci siano problemi di non utilità o di effetti collaterali importanti. Ovviamente il topo ha anche il vantaggio di essere piccolo, riprodursi velocemente ecc e quindi, se serve fare studi su diverse generazioni. è gestibile. Animali più grandi hanno dato il loro contributo a campi tipo trapianti d’organo (vedi maiali).
Personalmente ho sempre lavorato con cellule e nel mio piccolo sto cercando di andare nella direzione di colture di cellule 3D che “mimino” tessuti, ma la strada è ancora lunga, ed è questo il motivo per cui la sperimentazione animale non sarà abbandonata nel breve, temo (ma magari qualche tecnologia innovativa mi smentirà, come spero). Però si può insistere per avere sempre meno animali, tenuti sempre meglio e possibilmente di specie per cui la deprivazione sensoriale cui sono sottoposti anche in uno stabulario ben tenuto non sia maltrattamento in sè.
Io me lo auguro tanto, Francesca! ma qual’è la specie animale per cui, essedo rinchiusa “in uno stabulario ben tenuto”, non sia “sottoposta ad un maltrattamento in sè”?
Non sono esperta in etologia dei roditori, ma penso che converrai con me che un cane o uno scimpanzè in gabbia possa soffrire più di un topino, un pò per le questioni di dimensioni fisiche, un pò per le esigenze di socialità che sono molto diverse. Per un topo francamente una gabbia di stabulario non è molto diversa di una gabbietta da negozio di animali, ci sarebbe da fare a quel punto un discorso ampio sull’uso degli animali in sè ma penso che andremmo decisamente fuori dal seminato…
Ma certo!!! E’ esattamente quello che intendevo (i topini erano stati una mia battuta, sebbene pure loro, ratti ovviamente compresi, sono sempre mammiferi senzienti!) Io mi sono sempre principalmente riferita a cani, gatti e scimpanzè (ma non solo….)
Vedi, Francesca, alla fine ci troviamo d’accordo, basta riflettere un po’ su quanto si intende dire.
Mmmh.. io non sarei così sicura che topi, criceti e soprattutto ratti non soffrano stando in 3-4 in una vaschetta di 40 cm senza niente. Anzi, da come conosco io queste bestiole soffrono tanto, magari non nello stesso modo di un cane, ma sono molto infelici. Il fatto è che questi animali sono trattati “male” universalmente e quindi Fruit ha ragione, starsene in laboratorio o in casa della maggior parte dei privati è uguale. Ma sono comunque condizioni lontane anni luce da quelle ideali per far vivere senza soffrire un qualsiasi roditore.
Possiamo perderci dietro la semantica se ti fa piacere, ma la sostanza non cambia: agli animali viene inflitta una SOFFERENZA. Spesso reiterata, e prolungata; che si tratti di un taglio chirurgico o della riproduzione di un tumore, piuttosto che di un intossicazione, è del tutto irrilevante.
La posizione dei ricercatori VIVISETTORI di oggi NON è meno pesante o eticamente più accettabile solo perchè non squartano la povera bestia a crudo, o perchè praticano l’anestesia; la VIVISEZIONE NON si può accettare eticamente, punto. Neppure in nome del conseguimento di un “bene più alto” quale la salute umana.
E sostenere che la strada è ancora lunga, è solo un alibi per lasciare le cose come stanno, soprattutto se a pesare sul cambiamento ci saranno le pressioni delle aziende “fornitrici” che sul sangue di creature innocenti hanno imbastito un business MILIARDARIO
Dan,
se tu pensi che la salute umana (ma anche quella degli animali stessi) e del pianeta non meriti di essere studiata e difesa perchè rifiuti di valutare del tutto il rapporto costo beneficio la tua è una posizione lecita, per quanto un tantino ideologica e che penso sia difficile da vivere con coerenza. Ti segnalo che ci sono tanti esperimenti in cui gli animali non vengono per nulla sottoposti a sofferenza (si è scoperto che la sofferenza, anche quella emotiva influenza il risultato degli esperimenti, per cui è anche interesse dello scienziato far si che questa sia trascurabile).
Io non ho mai detto di lasciare le cose come stanno, sto solo spiegando i veri motivi per cui c’è forte resistenza. Il cosiddetto business miliardario delle aziende fornitrici può essere rimpiazzato da altrettante aziende che infatti si stanno dando da fare per sviluppare modelli alternativi (magari più affidabili) ma per il momento non sono ancora riuscite ad ottenere risultati attendibili, questo è il problema.
Non ho mai detto che la salute umana, animale, planetaria, universale, non meriti di essere studiata.
Ho solo detto che è quantomeno paradossale che lo si faccia compromettendo la salute di altri esseri viventi, per di più NON consenzienti. E’ un problema etico non indifferente, ma sepolto dagli interessi economici del comparto…
Esisteranno di certo delle sperimentazioni che per via della loro finalità non prevedono sofferenza per l’animale, ma non sono evidentemente quelle che ci interessano; peraltro, che la sofferenza potesse pregiudicare i risultati è cosa talmente nota da essere una delle principali argomentazioni a detrimento del modello (NON)scientifico animale. Qui ci interessano invece quelle sperimentazioni – e sono ancora molte, troppe – nelle quali l’animale soffre, eccome. E non parlo solo della sofferenza clinicamente indotta, ma anche di tutta quella generata collateralmente/indirettamente (mancanza di spazio, attività fisica, stimolazione mentale, affettività, umiliazione e mortificazione fisica, contenzione, riduzione all’impotenza…).
Per alcune decine di ratti che se la godono in stabulari grossi come piazze, dove si fanno pulire la popò dai veterinari e giocano a carte con gli etologi tra una tossina e l’altra, centinaia, migliaia di cani e primati se la passano pessimamente: L’ Huntingdon Life Sciences Institute è sotto osservazione dal 1997 se non sbaglio; le associazioni animaliste hanno denunciato (e documentato) periodicamente episodi di maltrattamento anche grave a danno degli animali detenuti; l’ultima di queste denunce (inascoltate) risale al 2008, quindi non stiamo parlando di realtà che non esistono più; è evidente che in questo istituto la crudeltà sugli animali è un problema cronico, una routine normale e consolidata. Ma non esiste solo l’Huntingdon, e gli animalisti non possono arrivare dovunque, non so se mi spiego…
Quando parliamo di vivisezione non dobbiamo guardare solo a qualche stabulario ben tenuto in terra nostra, ma alla situazione globale, mondiale.
I veri motivi per cui c’è resistenza si conoscono: il business miliardario non è “cosiddetto”, ma reale: Green Hill è una MULTINAZIONALE. Passando per HARLAN e altri squallori similari…
Perchè non si cambia?
Se vogliamo essere ingenui, pensiamo che è solo per la paura e/o la temporanea impossibilità di trovare un modello alternativo affidabile ( ma dovremmo ricordare SEMPRE che il modello animale NON lo è MAI stato).
Se vogliamo essere realisti, sappiamo che è solo per motivi di convenienza economica: gli animali costano poco. E comunque poco in proporzione agli investimenti totali e relativo ritorno. A fare i conti della serva non occorre una laurea: abbiamno detto che pochi studi prevedono popolazioni superiori alle centinaia di esemplari, dunque facciamo una media di 50; prendiamo come specie i ratti; facciamo un costo medio di 100 euro ad esemplare geneticamente modificato, per tenerci larghi; totale 5000 euro; supponiamo di ripetere lo studio per tre volte; 15000 euro; aggiungiamo generiche spese di mantenimento; a quanto andiamo? 30mila? 50mila? Teniamoci larghi: 100mila euro. Ossìa, un inezia che l’azienda committente recupera entro i primi dieci minuti dall’immissione del farmaco sul mercato. Se vogliamo considerare altre specie, cani o primati costano senz’altro di più, ma si usano generalmente in numero minore; ad ogni modo si parlasse anche di 500mila euro, sarebbe ancora un’inezia, a paragone dei rientri previsti. Un’azienda tecnologica, per esempio, elettronica, spende mediamente gli stessi soldi per la realizzazione e l’omologazione di un prototipo da destinare alla produzione, quindi, non si scopre niente di nuovo nella logica aziendale, nè vi sarebbe motivo per cui un’azienda farmaceutica dovrebbe spendere meno. Se poi parliamo di istituti pubblici, ancora meglio, i soldi sono dei contribuenti, quindi non vi è neppure l’ansia di rientrare dei costi…
Accanto a questo, vi è sicuramente tutto l’indotto che sulla vivisezione ci campa allegramente, e che, come accennavo, non sarebbe così lieto di accogliere una totale inversione di tendenza: dallo smantellamento del sistema attuale alla riconversione delle strutture i costi sarebbero abnormi, senza contare tutti quei “terzisti” che non avrebbero una simile capacità, e che sarebbero costretti a chiudere i battenti. In fondo, perchè rimettere tutto in gioco solo perchè qualche beagle guaisce (sempre che abbia ancora le corde vocali per farlo)…
Di nuovo concordo su tutto, Dan! Sarò anche stata attaccata x giorni, finchè 6 arrivato tu…!
non stiamo facendo una guerra di religione, stiamo cercando di capire le cose…
ciao a tutti ^________^
Volevo dirvi che L’8 maggio sarà la giornata contro ….Quei mostri.
MILANO – Piazza Mercanti – Ore 17.00
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BRESCIA – Corso Zanardelli – Ore 16.00
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ROMA – Piazza della Rotonda (Pantheon) ore 17.00
Contatto: romacontrogreenhill@gmail.com
BOLOGNA – Piazza del Nettuno – Ore 15.00/20.00
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PARMA – Piazza garibaldi – Ore 17.00
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CAGLIARI – Scalinate di Bonaria – Ore 20.00
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NAPOLI – Piazza del Plebiscito – Ore 10.00
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TORINO – piazza Castello lato garibaldi – dalle 15,30 alle 18,30
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FIRENZE – Piazza della Repubblica – Ore 16.00
RIMINI – piazza Tre Martiri – ore 11.00 | 13.00
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UDINE – piazza san giacomo – ore 20.00
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SORESINA (CR) – Piazza Garibaldi – Ore 18.00
GENOVA – Piazza Caricamento da palazzo San Giorgio – Ore 14.00
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FINALE LIGURE – Via Pertica – Dalle 10 alle 17
PORDENONE – Pzz. Cavour – ore 14.30
VIAREGGIO -Di fronte Hotel Royal lato mare – ore 17.00
LIVORNO – VIa Buontalenti – dalle 10.00 alle 19.00
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BARI – PUGLIA PIAZZA FERRARESE ore 14/17
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LE PROTESTE NEL MONDO:
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PRAGA – REPUBBLICA CECA
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BERLINO – GERMANIA
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NEW YORK – STATI UNITI
AMSTERDAM – OLANDA
LONDRA – UK
PARIGI – FRANCIA
MONTPELLIER – FRANCIA
MARSIGLIA – FRANCIA
LIONE – FRANCIA
KRAKOVIA – POLONIA
VARSAVIA – POLONIA
GDYNIA – POLONIA
BRUSSELS – BELGIO
MADRID – SPAGNA
BARCELONA – SPAGNA
SARAGOZA – SPAGNA
ATENE – GRECIA
MONTEVIDEO – URUGUAY
PRETORIA – SUDAFRICA
CAPE TOWN – SUDAFRICA
ADELAIDE – AUSTRALIA
CLUJ-NAPOCA – ROMANIA
GOTHEBORG – SVEZIA
HELSINKI – FINLANDIA
HERZLIYA – ISRAELE
BIRMINGHAM – UK
STOCCOLMA – SVEZIA
VANCOUVER – CANADA
GUADALAJARA – MESSICO
Dal canto mio, ci vediamo a Roma =) SPERO VI POSSA ESSERE D’AIUTO.
Grazie a Dio, Francesca, chi ha parlato di sperimentazione sui detenuti è già stato giustamente attaccato…! Su questo punto non si discute (vorremo mica imitare gli Stati Uniti fascisti degli anni ’60 ?!?) Io mi riferivo solo ad una certa pratica indiscriminata e generalista con cui vengono utilizzati troppi animali diversi dall’uomo, e sulle sofferenze spregiudicate e molto spesso inutili a cui vengono sottoposti. Tutto qui. Trovo troppe poche giustificazioni a favore della vivisezione, e molte, moltissime, contro.
Anche io sono dubbiosa per la cifra di 3000 dollari/euro a cane, però c’è da dire che un minimo di selezione ci deve essere. Pensa se esce fuori una cucciolata con la displasia(dico a caso, non so i problemi tipici dei beagle) e durante i test iniziano a mostrare i sintomi, che ne sai se è perché i cani sono geneticamente carenti o a causa dei test? Devono stare in ambienti protetti, altrimenti se s’ammalano in blocco, è sempre la questione…si sono ammalati a causa di fattori esterni o per causa nostra? Se hanno problemi ai reni, è a causa del mangime di scarsa qualità o a causa nostra? I ratti non credo li prendano da pasto, conosco un po l’ambiente(ho due ratte domestiche) e gli animali da pasto spesse volte sono malaticci, pieni di acari e parassiti, frutto di allevamento in consanguineità. E’ più probabile che muoiano a causa dell’incuria del negoziante che per gli esperimenti…Pepe, sembri molto sicura delle cose che dici, perché non posti un po di fonti e testimonianze? O parla solo per “buonsenso”? Francesca starà pure dicendo cose che non ti piacciono, però sono cose verificabili e documentate. Sembrava partita come una discussione razionale, cerchiamo di non cadere nei soliti clichè da CAPS LOCK
Guarda che il “mangime x serpenti” era solo una battuta (magari dovuta a una certa mia esasperazione…)! Cmq sono d’accordo sul restare alle discussioni razionali, i bla-bla li detesto anch’io. Sono molti anni che mi occupo di vivisezione (da quando, come ho già detto, a 11 anni ho letto “L’imperatrice nuda” di H.Reusch e ho vomitato tutto il giorno…), da adolescente ho fatto la volontaria x la LAV, e ritenevo un obbligo l’informazione costante. Fammi cercare le molteplici fonti a cui mi sto riferendo, ma in quanto a impostarle devi avere pazienza… Sono così imbranata col PC! Dammi il tempo di rivedere mio fratello e gli chiedo di aiutarmi, promesso.
ciao, ho trovato (e letto almeno in parte) l’imperatrice nuda: lo trovate tutti qui: http://www.dmi.unipg.it/mamone/sci-dem/nuocontri_1/ruesch_IN.pdf
Il testo è (in seconda edizione) del 1976. E’ vero che, soprattutto in passato, c’è stato una sorta di delirio di onnipotenza in alcuni scienziati che li ha portati a eseguire esperimenti atroci senza giustificazione etica, nè scientifica. Quello che dico io è che oggi, 36 anni dopo, la crudeltà gratuita è molto ma molto rara (per motivi di costi, controlli, sensibilità maggiore) e credo più concentrata nel campo dei test di tipo cosmetico che in quelli di farmacologia e ricerca di base, dove invece si cerca di prendere ogni precauzione per minimizzare il danno. Sono contenta che siamo tornati più sul binario dello scambio di opinioni/informazioni che non sulla reazione emotiva. Avete visto ieri la puntata
Mi dici “no Pepe”, cara hass fidanken, ma sulla tua ultima risposta sono d’accordo con te… Forse non mi ero spiegata troppo bene, ma sottoscrivo quanto hai appena aggiunto.
“no pepe” era per darti una calmata, hai cominciato la risposta a me ed a altri dicendo che nn avevamo capito niente e hai aggredito un pò tutti.. capisco magari la tua situazione emotiva ma i nemici nn sono gli altri lettori di tpic. la tua giusta rabbia sfogala su chi se la merita 😉
Francesca, mi rendo conto che tu fai la ricercatrice ed io l’insegnante di storia, ma certo non volevo riferirmi solo alla “mia triste storia personale”… Sono oltre 25 anni che leggo articoli scientifici sulla vivisezione, e 2 cose mi sconvolgono: innanzi tutto xkè “VIVI-sezione”? xkè torturarli senza anestesia e invece recidere le corde vocali? E poi spiegami in quante e quali malattie topi, cani, gatti e conigli siano simili agli umani. (Promesso che presto leggerò con interesse il tuo link, ma tu hai mai letto il vecchissimo “L’imperatrice nuda” di Ruesch, tanto x dirne una?)
Che interessi economici, mi chiedi? Anche questo non l’ho invento io: una cucciolata di ratti o di beagles costa cmq meno di coltivare tessuti artificiali.
Non credo che dei beagle da 3000 euro l’uno(almeno così dicono) costino meno di una cultura di cellule…fonte: http://www.ilpost.it/2012/04/30/greenhill-foto-beagle-liberati
Ma che non raccontino palle… quei beagle sono normalissimi cuccioli che hanno il valore di un normalissimo cucciolo. Visto che non si fanno controlli sulle patologie genetiche (a che servono? Tanto li fanno ammalare loro), che non si fanno monte esterne, che non ci si cura certo di alimentare i cuccioli con mangime di alta qualità (per quale motivo? Tanto devono crepare…), che ovviamente non si portano i cani in esposizione o simili… togli pure uno zero a quella cifra.
Tremila euro mi’ nonna. E’ brutto pensare al valore economico quando qui è in ballo la vita stessa dei cani… ma visto che si vogliono far cifre…se ne valgono trecento, è già tanto. E non credo che vengano venduti a molto di più.
Ovviamente il discorso economico non è relativo a “una coltura di cellule”, ma a tutto il contorno: tecnologie, ambulatori, personale, logistica che, se si lavora su modelli sperimentali e non viventi, deve essere rivoluzionata. E questo ha costi elevatissimi.
“Dopo” la rivoluzione, non so: forse si spenderebbe addirittura meno. Non lo posso dire, non conoscendo i prezzi effettivi: ma se fosse così, la sperimentazione animale sarebbe una DOPPIA presa per i fondelli.
Scusate c’è un pò di confusione di fondo. Bisognerebbe fare un discorso lungo intanto per separare il concetto di VIVISEZIONE e quello di SPERIMENTAZIONE ANIMALE. Sono due cose molto diverse. In due parole, ma vi rimando ad approfondimenti facilissimi da trovare in rete, la prima è la sezione di animali vivi, la seconda l’uso di animali per esperimenti scientifici. Io penso che la prima sia completamente evitabile, per la seconda ci si sta attrezzando, ma al momento non è possibile abbandonarla completamente. Posso dire, per quello che è stata la mia esperienza (quello che ho visto nei laboratori e parlando dai colleghi), che:
– gli animali costano tantissimo (io ho visto usare solo roditori, ma so che più si sale in dimensioni, più i costi aumentano): costa comprarli e costa mantenerli a standard sanitario.
– impiegarli in esperimenti è burocraticamente difficile (approvazione comitato etico, vincoli di necessità, limiti di numero, adesione a protocolli di benessere, ecc)
– io ho visto stabulari ben tenuti e sofferenze ridotte al minimo (ad es la scoperta e uso degli anestetici e analgesici si deve a sperimentazione animale)
Questo mi fa sperare che le cose (che da tempo si stanno muovendo) cambino, anche se modelli complessi come un organismo sono difficili da mettere a punto.
Per i numeri che hai citato, Valeria due considerazioni: sono modelli, in quanto tale approssimazioni (anche lo stesso farmaco somministrato a persone diverse può funzionare o no) e per ora sono i modelli più efficaci (pur con i loro limiti). Per i numeri che citi: i farmaci che vengono sintetizzati non arrivano al mercato in misura del 99% per motivi diversissimi. L’opinione dell’ex direttore è generica: a che si sta riferendo (reazioni a farmaci, a malattie, a stimoli fiosiologici)? Di quali danni sono preoccupati i medici inglesi? E poi: il fatto che topi e ratti abbiano differenze di risposta è proprio sfruttato per avere modelli diversi che si avvicinino alla risposta umana. Che i farmaci (drugs in inglese), potendo scegliere meno se ne prendano, meglio è, SEMPRE, è cosa nota.
Dobbiamo premere per minimizzare (e poi azzerare)l’uso di animali, ma avendo ben presente il panorama
Vabbè, “un po’ di confusione di fondo”, posso esserne pure d’accordo…. MA BASTA CREDERE A BABBO NATALE!
Io ahimè Babba Natale la faccio da qualche anno per chi, ancora per un pò, può godersi l’esperienza di crederci. Però non capisco a cosa tu ti riferisca in questo caso. Quello che penso io è che se non si capiscono bene i vari lati della questione, non si può neanche incidere (come consumatori o come opinione pubblica) efficacemente per migliorarla. Non ne farei questione su chi sta da una parte, chi dall’altra, è ovvio che noi che leggiamo in questo sito siamo tutti coinvolti dalle sofferenze degli animali (e dei cani in particolare). Però mettersi a fare discorsi tipo sperimentiamo sui detenuti non penso potrebbe mai aiutare la causa degli animali, non credi?
a proposito di approfondimenti facilissimi da trovare, qui si può leggere la definizione di “vivisezione” secondo Treccani:
http://www.treccani.it/vocabolario/vivisezione/
ma ancor più interessante è la definizione che si trova su Wikipedia:
“I termini sperimentazione animale, ricerca animale, ricerca in vivo e il termine vivisezione hanno lo stesso significato ma una diversa connotazione. Letteralmente, il termine vivisezione (dal latino vivus, vivo, e sectio – onis, taglio), indica operazioni di dissezione effettuate su animali vivi, e storicamente si riferisce agli esperimenti compiuti nei secoli passati e in particolare alle metodologie di studio diffuse nel secolo XIX. Oggi il termine vivisezione viene spesso usato dai critici della sperimentazione animale (detti anche antivivisezionisti) in virtù della sua connotazione negativa che implica tortura, sofferenza e morte, e per estensione viene talvolta usato anche dai media[1] o in documenti politici o legislativi[2]. Anche su alcune enciclopedie e dizionari il termine vivisezione viene indicato come sinonimo di sperimentazione animale. Ad esempio, nell’Encyclopædia Britannica alla voce vivisezione si legge: « operazione su un animale vivo per scopi sperimentali piuttosto che terapeutici; più generalmente, qualsiasi esperimento su animali vivi »[3] .”
In particolare è utile soffermarsi su questa precisazione:
“In ambiente scientifico prevale invece l’uso del termine sperimentazione animale (insieme a ricerca animale e ricerca in vivo), preferito anche dai sostenitori di questa pratica in quanto privo di connotazioni emotive.”
In altre parole è solo una questione di semantica: tra vivisezione e sperimentazione animale, passa più o meno la stessa differenza che c’è tra un bombardamento ed un'”azione aerea preventiva”.
Per il resti, i costi “elevatissimi” di sperimentare su animali, le difficoltà burocratiche, le precauzioni prese, sono tutte da dimostrare: per esempio, mi riesce difficile credere che in uno studio su migliaia o anche solo centinaia di animali si provveda a fornire sistematica anestesia a tutti gli esemplari coinvolti e/o a fornirgli un qualche “protocollo benessere”…senza parlare del fatto che la validita scientifica del modello animale NON è MAI stata dimostrata.
…dimenticavo di chiedere a Francesca quale sia la sua specifica esperienza in merito, e a che titolo.
Dal momento che sembra ferrata in materia, e che io sono un tantino confuso, vorrei anche chiederle in base a quale criterio si sceglie di sperimentare sui ratti, piuttosto che sui topi, piuttosto che sui cani, piuttosto che sui maiali, piuttosto che sui primati; chi di questi, alla fine, ha una fisiologia che si avvicina maggiormente a quella umana?
Il fatto che abbiano risposte diverse (strano eh?…), non sarà per avere la possibilità di orientare i risultati secondo convenienza? Cioè, magari, sperimento sui ratti e non funziona, sui topi neppure, sui cani invece funziona, dunque, quest’ultimo studio sarà quello accreditato di validità, ma solo in funzione del fatto che soddisfa le aspettative del committente…
Ma soprattutto, è accettabile da un punto di vista scientifico parlare di “risposte simili”, “fisiologie che si avvicinano a quella umana” e così via??
Cioè, se ad un amatore dico che una Punto è molto simile ad una Ferrari, perchè entrambe hanno quattro ruote ed un motore a scoppio, è piuttosto verosimile che verrò mandato a quel paese in circa quindici millisecondi; eppure, quando un concetto simile si applica in ambito di sperimentazione animale, diventa universalmente accettato e condiviso…
Bravissima Redazione! E ora rispondi a Francesca che dice che un topo da laboratorio costa sino a “MIGLIAIA DI DOLLARI”!!!…. Io non ho più fiato.
se non credi a me puoi dare un’occhiata qui: http://www.taconic.com/wmspage.cfm?parm1=2203 ed è solo un esempio. Ti propongo anche questa presentazione che ho trovato in rete di un veterinario che si occupa proprio di animali in stabulario e inquadra in modo equilibrato i limiti e i costi (economici ed etici) e i limiti dell’uso degli animali: http://www.unipi.it/ricerca/animali/convegni/archivio/gazzano.pdf penso che sia molto utile per avere qualche elemento in più.
Ma x piacere!!! I cuccioli li danno via in boccio e non costano praticamente niente! Informati bene prima di parlare!
Se stai parlando di valore commerciale sul mercato di quei cani, non saprei darne valutazione, se parliamo del costo che hanno per un laboratorio, è tutto un altro discorso. Tu calcola che per topi si pagano ad esemplare dai 25 alle migliaia di dollari (questo perchè rispondono a determinate caratteristiche genetiche) . E questo è solo il prezzo per acquistarli, poi bisogna mantenerli in stabulari (a norma) che prevedono la presenza di veterinari, operatori specializzati dedicati solo a quello, ecc ecc. Tenere gli animali da esperimento costa, e non è un caso che in Italia non tutti i centri di ricerca abbiano stabulari.
E allora Francesca ti chiedo: xkè non fare esperimenti sulle cellule artificiali? E poi: un topo costa MIGLIAIA DI DOLLARI????? Ma siamo fuori di testa?!? “x certe caratteristiche genetiche”??? Ma x piacere!!! Compra in boccio 1000 topi come cibo x i serpenti e dopo ricava da lì le tue caratteristiche genetiche….!
Non ci credo, sono bufale, non potrò mai accettare un’inutile sperimentazione sugli animali. Nel XXI secolo certe crudeltà gratuite non devono più esistere!
Premesso che sono assolutamente d’accordo con la redazione sulla sperimentazione animale, ossia sul fatto che si DEVE trovare un’alternativa, perchè non è valido il detto MORTE TUA, VITA MIA, a onor del vero devo scrivere che non è che, una volta superata la sperimentazione animale, il farmaco venga immesso in commercio. In realtà deve superare almeno altre 4 fasi cliniche, in cui viene effettivamente provato su persone, ma che dovrebbero essere informate del fatto (per esempio nella prima fase lo si testa su volontari sani, che, se non sbaglio, vengono anche pagati per questo). Solo dopo queste 4 fasi il farmaco viene effettivamente venduto al pubblico. Forse è una precisazione inutile, ma visto che sono assolutamente d’accordo con l’articolo, non vorrei che ci fossero imprecisioni a cui attaccarsi. Purtroppo capita spesso che gli animalisti, per quanto a fin di bene, dicano cose sbagliate e per questo non vengano considerati dalla comunità scientifica. Questa, almeno, è la mia esperienza.
Comunque… che abbiano fatto bene o no a liberare i cuccioli (per il futuro, intendo, perchè per il presente sono stati fantastici!) speriamo che Green Hill chiuda prestissimo i battenti!
Ovviamente la questione è estremamente complessa: sto parlando soltanto da cittadina comune, amante di qualsiasi animale, non approfonditamente informata su aspetti scientifici e politici. Un merito alla Redazione ed a alcuni lettori che insistono che la vivisezione è INUTILE, CRUDELE E FUORVIANTE: bastano un paio di letture-chiave divulgative e molto semplici: che ha a che fare, x es., il nostro organismo con quello dei conigli, dei gatti o dei cani? (non cito in questo momento decine e decine di articoli scientifici che lo confermano). Così come, in questo istante, lasciamo x ora perdere la vergognosa ricerca di creme e shampoo su cui sono perfettamente d’accordo con moltissimi di voi.
Voglio solo brevemente accennare a 2 punti toccati da voi e dalla Redazione. Innanzi tutto, la direttiva europea del 2010 mi ha sconvolto e schifato e DEMORALIZZATO: non volevo e non potevo crederci!!! Brava Valeria che ci fa presente di rivolgerci ai politici!… Ma quanti? E soprattutti quali??? Non dovremo e non dovrebbero, secondo me, far finta di niente…! ma è necessario prendere subito una posizione precisa.
Secondariamente, i cuccioli “rapiti” e liberati sono stati adottati (pare!) e non abbandonati sul territorio come ad es. è successo circa 25 anni fa coi gatti infettati dalla leucosi felina per portare avanti gli esperimenti sull’AIDS… (Da allora mi sono morti 2 gatti che hanno preso questa malattia prima inesistente). E neppure parlo delle migliaia di nutrie che da ben oltre 30 anni infestano gli argini dei fiumi veneti per “salvare i castorini” dagli allevamenti di pellicce a basso costo.
Parlo invece di un lager “scientifico” da troppo tempo conosciuto da moltissimi di noi e di cui era ora si facesse qualcosa! Come ho scritto ieri, è una piccola vittoria che rigurada una grandissima guerra, e di cui, sinceramente, sono per il momento fiera.
Alice, io non sono un’esperta, ma se cerchi un po’ oltre ai siti animalisti/complottisti scoprirai che adesso, 2012, prima di procedere a qualsiasi operazione gli animali vengono anestetizzati a meno che non sia necessario(es per testare farmaci analgesici), gli animali dopo gli esperimenti sono adottabili(l’università di pisa li cede gratuitamente per esempio). La loro stabulazione non è ovviamente il top, ma a vedendo video “neutrali” non sembrano stipati come galline e sembrano stare meglio che in molti negozi o addirittura meglio che nelle case di certi privati(soprattutto i roditori). Anche i cani liberati ad un’occhiata superficiale sembrano stare fisicamente bene, nei video i cuccioli sono cicciotti e curiosi, non sembrano usciti dal canile della brambilla per capirci..
Devi anche considerare che molte foto riguardo alla vivisezione sono sì vere, ma anche datate a tempi in cui non ci si faceva problemi a condizionare un neonato in modo da fargli tenere tutte le cose morbide e pelose…Ti lascio questo video riguardo alla stabulazione nei laboratori http://www.youtube.com/watch?v=dm5ETeX8eNM&feature=my_liked_videos&list=LLvqM7Vshu5nQvvge_X6z3CA non credo abbiano creato una scenografia per l’occasione..
Mi piacerebbe davvero tanto poter credere che gli animali considerati un necessario tributo al progresso scientifico vengano tenuti in modo decoroso poi, però, scopro che Green Hill offre pacchetti di cani con le corde vocali tagliate per non farli abbaiare. Che all’interno di Green Hill i cani vivono in condizioni pessime, che quelle condizioni sono considerate legali e che quindi legalmente non si può far nulla per migliorarle.
Io sono legata, e lo sarò per tutta la vita, all’assunzione di un farmaco. Ho subito più di un intervento chirurgico e non son mai stata un’estremista in nessuna decisione. Ma la dignità di una vita umana credo vada rispettata. Sempre.
Sorry “la dignità di una vita, umana o animale che sia, vada rispettata. Sempre”
Ecco: “umana o animale”!… E se è questo che vuoi dire, mi compiaccio x la tua dignità, x la tua sensibilità e (se riesci a capire cosa intendo) anche x la tua orgogliosa sofferenza… In poche righe hai espresso un pensiero importantissimo: le cavie animali non possono avere la tua stessa malattia, le loro torture sono inutili x aiutarti. Lo sai anche tu, vero, Elena?
Sono pienamente consapevole che le loro torture sono del tutto inutili, mi sto informando sull’argomento da anni. Mi riferivo ad un messaggio scritto con provocazione poco più su da Adriano in cui più o meno si diceva che non possiamo lamentarci e protestare contro Green Hill perché di fatto utilizzatori di farmaci. La cosa mi ha un ‘filino’ toccata, sai, io ne fare volentieri a meno.
Il mio intervento era un cercare di andare incontro al suo pensiero per non chiudere la conversazione trincerandosi dietro barricate ideologiche e cercare comunque di ragionare. Io sono contro Green Hill e contro la sperimentazione. Lui mi dice che è necessaria (io non sono d’accordo) ma provo ad andargli incontro dicendo “Ok, capisco che tu la ritenga necessaria, ma a questo punto pretendo che almeno sia fatta con dignità”. E a Green Hill non c’è assolutamente nulla di nemmeno lontanamente simile alla dignità. In molti dicono che nei laboratori i cani vengono tenuti bene, ma stiamo scherzando? Ammesso e non concesso che vengano davvero tenuti bene, prima di giungere in quei laboratori i cani vivono in lager come quello di Montichiari. La luce naturale non sanno cosa sia, il calore e l’affetto umano non sanno cosa sia. Il frastuono e le condizioni igieniche in cui sono costretti a crescere sono allucinanti. Ai cani vengono asportate le corde vocali e alcune ghiandole. Mi spiace ma questo, nonostante sia legata ad un farmaco a vita, io non lo accetto. Va fermato, punto e basta.
Huntingdon Life science, 2005:
http://www.shac.net/resources/movies/2005.html
come si può vedere, gli animali sono anestetizzati, e trattati con rispetto…
Mi attacco qui perché ho perso il filo: scusate 🙂
Il fatto che in alcuni laboratori si sperimenti su animali ben trattati, anestetizzati eccetera è sicuramente vero (e ci sono testimonianze a iosa); il fatto che in altri laboratori si sperimenti su animali svegli e che provano dolori atroci è altrettanto vero (e ci sono testimonianze a iosa). E’ anche vero (perché ci sono testimonianze a iosa) che ci sono laboratori in cui si ripetono da decenni gli stessi identici esperimenti – proprio identici, eh! – traendo sempre le stesse conclusioni, per continuare a ricevere sovvenzioni che altrimenti verrebbero sospese, se si dicesse chiaramente “ue’, qui non c’è niente di nuovo da scoprire, ‘sto lavoro sarebbe finito”.
Ma di tutto questo, sinceramente, mi importa relativamente poco. Sì, lo sdegno c’è, ovvio, per chi si comporta da vera “bestia”. Ma dell’altro lato non c’è il corrispettivo rispetto per chi, invece, tratta gli animali in modo umano: e non c’è perché moltissime fonti diverse riportano questi dati, che non trovo smentiti da nessuna parte:
92 per cento
Sono i farmaci che risultano innocui sugli animali e vengono poi scartati durante le prove cliniche sul’uomo
(dato di “Pubmed”, Inghilterra)
5-25 per cento
E’, secondo Ralph Heywood, ex direttore del centro di ricerca inglese Huntington Life Sciences, la coincidenza tra la reazione dell’animale e quella dell’uomo
82 per cento
E’ la quota dei medici inglesi preoccupati per i danni prodotti dalla sperimentazione su animali (Studio di Tns Healthcare)
60 per cento
E’ quanto differiscono le risposte dei test fatti sui topi in laboratorio da quelle fornite dai ratti, loro stretti parenti
4° posto
è la posizione delle malattie iatrogene (cioè provocate dai farmaci) nella classifica delle cause di morte dei paesi industrializzati
Smentitemi questi dati, please…e potrei anche cambiare idea ed attaccare SOLO chi fa “vivisezione” vera e propria e non sperimentazione animale. Finché qualcuno non smentisce questi dati, io continuerò a ripetere che la sperimentazione animale è una bufala fatta non solo sulla pelle degli animali, ma anche sulla nostra.
Vorrei ricordare che la vivisezione non è solo “sperimentazione medica”, ma anche test di tossicità. Per legge, QUALSIASI sostanza chimica immessa sul mercato deve passare preventivamente sulla pelle degli animali:
http://it.wikipedia.org/wiki/LD50
E quindi? Intendi dire che è una vergogna, giusto?….
Sono esterrefatta x tutti i commenti che ho ricevuto contro la mia categorica condanna verso la vivisezione, soprattutto in questo sito di cinofili…… Ma fa niente. Per rispondere a tutti, sottoscrivo al 100% questo commento della Redazione. Lo approvo totalmente. Mi sono stufata di perdere tempo aggiungendo dell’altro.
Gentile Valeria,
in risposta ai suoi punti mi permetto di presentarle le FAQ del sito In Difesa della Sperimentazione Animale. Sono discretamente esaustive e presentano, soprattutto, una corposa bibliografia (bibliografia che, riferito ai punti da lei elencati, online non ho trovato… Ho spulciato un po’ di siti dove venivano riportate ma regolarmente mancano le fonti).
http://difesasperimentazioneanimale.wordpress.com/2012/02/14/le-faq-della-sperimentazione-animale/
Personalmente mi permetto solo di specificare che la vivisezione in Europa non si pratica più (intesa come dissezione di un animale vivo), che la normativa in merito alla sperimentazione animale (scritta insieme ad alcune associazioni animaliste europee) tutela moltissimo gli animali da laboratorio indicando molto chiaramente che non debbano subire stress e traumi (che sarebbero negativi per l’effetto dei test) e che la quantità di animali usati per la sperimentazione, fortunatamente, diminuisce di anno in anno.
Ah, e che la sperimentazione in ambito cosmetico è anch’essa bandita.
Purtroppo la sperimentazione in ambito medico è ancora necessaria. Sia per noi che per i nostri animali dato che i farmaci li prendono anche i nostri amici a quattro zampe. Quello che possiamo sperare e richiedere è che vengano RISPETTATE le norme già esistenti in materia di tutela degli animali da laboratorio e che vengano puniti i delinquenti (che esistono in qualunque ambito, vedi i cagnari). Chiudere allevamenti come Green Hill in realtà peggiora solamente la condizione degli animali sui quali la sperimentazione animale avverrà comunque solo che avverrà su animali comprati all’estero, magari nell’Est Europa, dove non vigono le stesse leggi e le stesse tutele che possiamo applicare in Italia.
Per rispondere poi alla classica affermazione “il mondo della ricerca è spaccato, moltissimi ricercatori sono contrari, etc” su Nature è stato pubblicato un sondaggio relativo alla sperimentazione animale.
Fra gli “addetti ai lavori” (i ricercatori), alla domanda “La sperimentazione animale è essenziale per l’avanzamento della ricerca biomedica hanno risposto positivamente il 91,7%. Il 5% non risponde e il 3,3% è contrario. Mi sembra abbastanza netta la posizione del mondo scientifico (ovvero di coloro i quali sanno di cosa si sta parlando (un po’ come chiedere pareri a un allevatore serio o ad una sciuramaria)).
Cordialmente,
un fan del suo lavoro 🙂
Orso Pedriali
Mi sono dimenticato di postare il sondaggio di Nature, chiedo venia.
http://www.nature.com/news/2011/110223/full/470452a/box/1.html
Questa caduta gombloddisdica mi rattrista Valeria:
“favorevoli alla vivisezione non perché credano al suo valore scientifico – ormai solo i completi ignoranti possono ancora bersi questa favoletta – ma perché pressati dalle potentissime lobby farmaceutiche che rappresentano un corposo bacino di voti e di interessi economici)”
Purtroppo c’è un fatto che nessun animalista potrà mai cambiare: per alcune ricerche e in alcuni ambiti la Scienza non conosce altri metodi sperimentali che escludano gli animali.
La stessa ricerca scientifica sta andando avanti per trovare sostituti sempre più efficaci agli animali, ma per ora una sostituzione totale di sperimentazione animale non si può fare senza dare un grandissimo colpo alla ricerca, specie quella medica.
Le alternative non sono COMPLETE purtroppo.
Questa è una cosa da considerare, anche se si amano gli animali: non poter sperimentare sugli animali significa rallentare la ricerca medica che serve sia per la salute degli uomini sia per la salute degli stessi animali (noi diamo ai nostri animali farmaci o pratichiamo cure che sono state sperimentate su altri animali…)
Detto questo, se vogliamo credere che ci sia un gombloddo e che la sperimentazione animale sia attualmente ELIMINABILE IN TOTO possiamo farlo, ma stiamo semplicemente dicendo cose non vere.
Non ho parlato di gomblotti, ma di puri e meri interessi 🙂
Ok, sarà anche vero che a volte è necessaria la sperimentazione animale… Però c’è modo e modo.
Intanto, non credo proprio che sia necessario lavorare sugli animali senza anestesia e senza cure adeguate dopo “l’uso”: anche per i casi in cui bisogna per forza sperimentare su un animale non accetto che questo debba soffrire più di quanto serva ad aiutare la ricerca.
Poi, penso che i casi che necessitano assolutamente di sperimentazione animale siano relativamente pochi (e comunque non certo la maggioranza): questo implica l’uso pochi animali quando strettamente necessario; quindi non è giustificato l’enorme giro d’affari di produttori di cani da vivisezione com Green Hill.
Inoltre, se decidiamo di accettare la vivisezione nei casi strettamente necessari, è doveroso garantire agli animali condizioni di vita nei laboratori accettabili: siccome non è necessario ai fini della ricerca che gli animali stiano ammassati in gabbie minuscole, se uno decide che gli serve assolutamente sperimentare su un animale allora si prende carico anche della responsabilità di garantirgli condizioni di vita adeguate.
Lavoro come ricercatrice in ambito biomedico, e anche se personalmente sono assolutamente convinta che si possa (e si debba) fare di più per sviluppare modelli di tessuto umani più o meno complessi per molte delle sperimentazioni di tipo cosmetico e farmacologico (anche per le questioni già dette di affidabilità dei test), penso che la questione non sia riducibile agli sporchi interessi economici delle multinazionali del farmaco (che pure ci sono). La verità è che la storia della medicina è stata fatta con il contributo (certo non volontario!) di milioni di animali e quello che sappiamo oggi (soprattutto in certi campi come la neurobiologia) lo dobbiamo in gran parte ai lavori sugli animali. Queste scoperte hanno permesso di migliorare la qualità della vita (e a volte di salvarla) di milioni di uomini, ma anche degli animali stessi. Moltissimi meccanismi di malattia sono assimilabili tra uomini e animali, e per comprenderli (prima di curarli) è stato necessario passare dal sacrificio degli animali. Ora potrebbe e deve essere diverso, però vorrei sottolineare che la sensibilità in questo ambito per fortuna è molto aumentata negli ultimi anni e quindi i protocolli di uso degli animali sono piuttosto rigidi e tengono conto non solo dell’esigenza di ridurre al minimo gli animali usati, ma anche di ridurre al minimo la sofferenza del singolo.
Quanto a Green Hill, penso che la presentazione dei fatti e dei protagonisti portata dai media aiuterà la causa dell’anti vivisezione, almeno tra i cittadini (dai nostri cosiddetti rappresentanti non saprei che aspettarmi).
Francesca, chiarisco intanto il mio pensiero: non ho mai pensato che la sperimentazione animale non sia stata preziosa, in passato, per far compiere veri balzi in avanti alla medicina. Altro non v’era a disposizione, e quello si usava (pur con tutti i limiti che ci sono sempre stati). La parola chiave, però, è “in passato”. Perchè adesso ci sono ben altri mezzi e ben altre possibilità di sperimentazione, e il fatto che si resti ancorati alla preistoria “è” legato agli interessi in ballo almeno nel 90% dei casi.
Io direi che è ora di finirla e di destinare tutte le risorse oggi sprecate per testare (inutilmente) sugli animali alle nuove tecnologie e alle metodologie più moderne, che esistono e che hanno il solo difetto di costare più delle cavie. Ma in una società civile questa non può essere una giustificazione.
ooops mi sono sconcordata da sola (volevo capire chi non concordasse). Dunque siamo d’accordo che la questione è complessa e colpisce al cuore le persone da prospettive opposte: c’è chi sente il dolore degli animali e chi li vede come mezzo per arrivare alla cura di malattie terribili. E c’è chi cerca di vedere le due facce della medaglia come qui stiamo cercando di fare. Dal punto di vista delle tecnologie alternative disponibili non è necessariamente vero che costino meno di modelli animali (che devono essere tenuti in stabulari molto controllati e la cui gestione è molto costosa), il problema è che per il momento questi ultimi sono quelli più accettati dalla comunità scientifica. In pratica se si fa un esperimento in alcuni campi senza il modello animale la ricerca non viene pubblicata dalle riviste e quindi i ricercatori in alcuni casi sono obbligati ad includere gli animali. Ma c’è una buona notizia: la sensibilità sta cambiando (qualche decina di anni fa nessuno si sarebbe sognato di scrivere un protocollo per il benessere degli animali da esperimento) anche se la direttiva europea è stata in qualche modo un’occasione persa, e soprattutto c’è un interesse forte industriale per far accettare metodi alternativi che si stanno sviluppando e che includono spesso anche simulazioni al computer (che sono le meno costose di tutte). In fondo alle farmaceutiche interessa testare per poi vendere, se i test riconosciuti diventeranno quelli che includono solo l’uso di poche cellule o simulazioni al Pc tanto meglio! In questo senso, noi come cittadini (oltre che come consumatori) avendo le giuste informazioni possiamo accelerare o meno questi processi. E’ una occasione da usare direi
Ci son tanti pedofili, stupratori, mafiosi, che occupano le carceri con vitto e alloggio gratis. Testassero tutte ste cose su di loro.
Quello che è accaduto è di grande rilevanza..ne ho parlato (forzando la penna) su “il vero standard del beagle”—>spero che qualcuno mi darà venia. Dal mio punto di vita, credo che per essere un’Amante degli Animali (cani, gatti, lupi, elefanti, tigri) bisogna Necessariamente essere Schierati e Politicizzati.
Bisonga sempre e in ogni caso “alzare la voce” per denunciare, per fermare, per ostacolare chi usa gli animali a fini…(come poterlo dire) di guadagno; che sia esso nell’ambito della “ricerca” della moda..della Cosmetica…
EX) Un giorno ero al centro commerciale con una mia amica; in una vetrina un bel vestino nero (alla audrey hepburn) con una volpe al collo….”VA BENE” …”CALMA..” : Sono entrata nel negozio e ho solo aspettato che una commessa venisse verso di me;
“Mi scusi, posso darle una mano?”
“certo!!” (falsissima…) “potremme dirmi se la volpe in vetrina è vera o finta?”
“Assolutamente vera!” con fare soddisfatto
” e mi dica..è vostra usanza METTERE CADAVERI IN VETRINA??”
a questo punto tutto il negozio era girato verso di me..mentre la mia amcia mi trascinava fuori al grido di “Nausicaa lascia stare…”
CAPITE DA SOLI CHE CON Green Hill sono infuriata da SEMPRE.
Quello che hanno fatto lo avrei voluto e dovuto fare anch’io se..come mi piace credere sono una che RISPETTA GLI ANIMALI SEMPRE E COMUNQUE (stando attenta anche alla spesa che faccio…e poi, sono vegetariana(vegana) da 10 anni)
Eppure questo è un paese strano..lo vediamo tutti i giorni, una penisola contraddittoria fatta di odio di risentimento di mafia di politici ladri..di uno stato governato dalle banche … non è uno stupore vedere che la polizia ha arrestato queste BRAVE PERSONE.
Adesso il punto è un’altro…se questo sarà un caso isolato..se Tutta l’opinione pubblica non si Sveglierà per dire NO! sarà tutto inutile e sarà stato più dannoso che altro..perchè si vendicheranno con altri animali..altri beagle saranno aperti in due…
QUESTO LAGER DEVE CHIUDERE PERCHè UNA SOCIETà EVOLUTA SI RISPECCHIA NELLA SUA CAPACITà DI DIFENDERE CHI è PIù DEBOLE…difendere invece i ricchi, i potenti…è solo lo specchio di una società di servi..di schivi che le catene le hanno dentro la testa prima che ai polsi!!!
Nausicaa non so chi sei: MA TI STIMO!
^^”” e che ho fatto per meritare tanto?
Colgo l’occasione per ricordare a tutti che si trovano in commercio anche cosmetici NON testati su animali, certificati ICEA. Basta cercare su internet la lista dei prodotti certificati ICEA, qui per esempio http://www.consumoconsapevole.org/cosmetici_cruelty_free/lista_cruelty-free.html o direttamente alla pagina della LAV.
E’ sempre molto bello condividere link sui poveri cani della Green Hill, poi andare in profumeria a dare soldi a chi testa su animali. E neanche con la scusa di salvare vite umane, ma con quella di essere più belli…
Ricordatelo anche ai vs. amici, smettere di comprare marche testate su animali è davvero semplice, se lo facessero tutti, almeno sui cosmetici, avremmo già fatto una rivoluzione. Senza andare in galera.
Anche smette di comprare farmaci testati sugli animali (cioè tutti) o fare esami diagnostici (testati sugli animali) o sottoporsi a operazioni chirurgiche (sperimentate sugli animali)
Centinaia di migliaia di animali sono morti per queste tre conquiste della scienza medica, non potete assolutamente rendervi complici…
questo commento nn mi piace.. mi sembra superficiale e talebano.. puoi decidere di nn prendere farmaci, nn fare analisi o operazioni chirurgiche se fondamentalmente sei in buona salute, quindi rinunci all’ aspirina, al controllino annuale o alla plastica al seno.
se invece sei un malato vero nn sei un complice, ma un’ altra vittima di una scienza medica mossa dall’ interesse economico invece che dallo scopo di aiutare chi ha problemi di salute, una scienza che nn ti dà alternative.. o mangi questa minestra o salti dalla finestra..
puoi decidere di nn accettare le cure per nn renderti complice ed affrontare con coraggio una morte dolorosa e lunga se nn hai famiglia, affetti, responsabilità verso altre persone, cose cominciate da portare a termine..
in tutti gli altri casi chi ha problemi seri di salute, ma anche una profonda sensibilità al tema della vivisezione, spesso accetta le cure pur sapendo a che prezzo sono arrivate a lui, vivendo un grosso conflitto, provando tanta rabbia perchè le alternative nn vengono cercate dalla comunità medica, o se esistono nn vengono divulgate.. e magari si devono pure sentire trattare con disprezzo da pseudoanimalisti che si sono dimenticati che anche l’ uomo è un animale..e fino a prova contraria merita anche lui rispetto e solidarietà nelle difficolta!
ti auguro di stare sempre bene, caro adriano, altrimenti ti toccherebbe vergognarti proprio tanto di cosa hai scritto qui, inoltre questo talebanesimo stupido e pieno di luoghi comuni è controproducente molto più delle possibili ripercussioni di un’ azione di liberazione animale fuori dalla legalità.
purtroppo credo che Adriano non sia un animalista talebano ma una persona favorevole alla vivisezione che voleva fare della provocazione. Quello che si rifiutano di capire queste persone è che sebbene le conquiste della scienza della medicina (la cosmesi non voglio nemmeno prenderla in considerazione) siano state fatte a costo della vita di migliaia di animali in test di laboratorio la scienza permette ora (anche se con investimenti probabilmente maggiori in termini economici di utilizzare altri metodi di sperimantazione. Ecomunque l’ultimo animale su cui vengono testate le cure è l’uomo inteso come volontari che si sottopongono per necessità (in quanto malati in cerca di cura) o in cambio di denaro alla sperimantazione dei farmaci. Quindi ritengo sarebbe stupido non utilizzare quello che la scienza ci mette a disposizione per curarci (anche se a costo di vite animali) ma sarebbe altrettanto stupido sfruttare metodi così antiquati per studiare nuove medicine.
marco hai ragione ho letto ora i commenti successivi dello stesso autore.. è che queste idiozie le ho sentite anche dire seriamente e mi sono stizzita invece di cogliere la provocazione 😛
concordo anche sul resto del commento, tranne sul fatto che la sperimentazione umana sia sempre “volontaria”..
Non so, Marco, ho cercato di rileggere più volte il commento di Adriano… Sono perplessa (e se fosse invece in buona fede? non avrebbe tutti i torti!) Sai qual’è l’inghippo? Che la vivisezione è ormai talmente accettata dalla scienza medica (anche se sbagliata), che non si riesce ad uscirne. Voglio dire che gli interessi economici ormai sono così elevati, che tutti continuano a cascarci! Sebbene (è la terza volta che lo ripeto tra ieri e oggi) si sappia ormai da anni che pochissimi esperimenti compiuti sugli animali possano effettivamente servire per le cure umane! Un paio di munuti fa ho spiegato che mia madre sta morendo a poco a poco x un morbo raro, una “deviazione genetica” che certo non hanno nè topi, nè cani, nè scimmie, ma solo pochissimi umani!… Magari si potesse salvarla trovando una cura, ma la sperimentazione animale non è la soluzione adatta! Tu dici di “utilizzare quello che la scienza ci mette a disposizione x curarci (anche se a costo di vite animali)”. IO DICO DI NO! Di no, xkè ormai è scientificamente risaputo che non è possibile (il nostro organismo umano nulla ha a che vedere di simile con quello di gatti o conigli). Di no xkè non è vero che le cavie vengono “trattate bene”, di no xkè le torture senza anestesia continuano imperterrite: tutt’al più, recidono le corde vocali alle vittime.
Avevo appena 11 anni quando ho vomitato x un giorno intero dopo aver letto “L’imperatrice nuda” di Ruesch: SMETTIAMOLA DI PRENDERCI IN GIRO E DI CREDERE A BABBO NATALE!
No hass fidanken, forse non hai capito… La questione è che la maggior parte delle sperimentazioni sugli animali è INUTILE!!! Il nostro organismo nulla ha a che fare con quello di un coniglio o di un gatto: mica me lo invento io, ma sono anni e anni che le pubblicazioni scientifiche divulgative antivivisezione lo stanno dimostrando. Mia madre ha una malattia rara e sta morendo a poco a poco… Ha un gene “impazzito”: un gene che non hanno nè cani nè scimmie, ma solo noi umani! Eppure la ricerca medica continua a basarsi sulle torture inutili di topi, beagles e scimmie… Cresdi che non vorrei che si trovasse una cura per mia madre che ha appena poco più di 50 anni??? Ma non con la vivisezione!!! Si tratta solo di interessi economici, ora basta!
Mi dispiace per il tuo caso personale Pepe, e penso che ognuno di noi ne abbia almeno uno nella cerchia di familiari o amici. Ma se non tutte le malattie sono note e curabili non vuol dire che la sperimentazione su animali abbia fondatissime basi scientifiche. I topi e ratti sono biologicamente e geneticamente molto vicini a noi, e il loro sacrificio è servito a capire e curare in alcuni casi moltissime patologie. I modelli “alternativi”ci sono, ma per il momento non sono abbastanza completi (e questo non vuol dire che i modelli animali siano infallibili, ma rappresentano al momento la migliore approssimazione che abbiamo per studiare alcuni problemi in particolare. Ti invito a leggere la pagina dell’AIRC dedicata alla sperimentazione animale (http://www.airc.it/ricerca-oncologica/sperimentazione-animale.asp). Infine una riflessione: parli di interessi, ma esattamente di chi sarebbero gli interessi a sperimentare su animali anzichè su un modello diverso (ad es. un tessuto artificiale)?
no pepe, purtroppo capisco benissimo.. come molti altri..
proprio perchè capisco mi interessa poco dimostrare se la vivisezione ( animale ed umana) funzioni o no come metodo di sperimentazione: anche se funziona è un metodo di merda, è crudele amorale e ha scopi economici più che curativi, quindi bisogna cercare l’ alternativa, adesso che la conoscenza e la tecnologia sono progredite.
la ricerca alternativa nn prende piede perchè ci sono figure ben precise che la screditano e ne osteggiano la diffusione per motivi ben precisi..
mi piacerebbe che il dibattito sulla vivisezione partisse da qui..
non sai cosa dire ma poi dici sempre cose giustissime…spero solo che quei piccolini che sono riusciti a mettersi in salvo ora non tornino in quel posto…in rete si leggono un sacco di cose e non si capisce quali sono le vere e quali no…=(
ciao valeria, brava come sempre! ma per una volta sono stata orgogliosa del mio paese: negli usa siamo stati pubblicamente applauditi come un popolo civile! bravi gli attivisti: sarei entrata anche io e mi sarei fatta arrestare di sicuro (sono lenta a correre)
Hanno fatto non bene ma benissimo a mettere in campo quel tipo di azione in quel preciso momento storico. Quello di osservare sempre e comunque la legge è una battaglia persa in partenza poichè le leggi sono fatte ad uso e consumo degli interessi rappresentati in parlamento. Specialmente ora che i parlamentari vengono scelti direttamente dalle segreterie di partito e quindi rappresentano un corpo totalmente separato dal resto della società.
Anzi la storia ci insegna che laddove si sono registrati significativi passi in avanti è stato SEMPRE e SOLO perchè qualcuno ha forzato in avanti e messo in pratica forme differenziate di disobbedienza civile.
Questo oltre tutto è uno di quei tipici casi dove bisogna ragionare solamente con il cuore perchè se si antepone il ragionamento di cervello si resta fregati. Insorgono solo pare e condizionamenti che nulla hanno a che vedere con la realtà dei fatti, uno di questi è pensare che serva a poco perchè la produzione di morte verrà spostata altrove: chissenefrega, un territorio alla volta verrà sottratto a questi barbari, un passo alla volta piuttosto che nessun passo.
Bravi, avete fatto benissimo e sono con voi e più animali si riescono a strappare da quel lager meglio è.
Dal punto di vista legale la scarcerazione all’udienza di convalida la dice lunga sul sentire generale rispetto alla vicenda. Il magistrato infatti poteva a norma di legge prolungare il fermo dal momento che in questo caso cìè la pacifica possibilità di reiterazione del reato ma così non è stato.
L’eventuale non approvazione dell’emendamento il 9 maggio in senato rappresenterà l’ulteriore distanza tra la casta ed il resto del paese dal momento che i sondaggi parlano molto ma molto chiaro e indicano una disapprovazione alla vivisezione praticamente identica a quella verso il nucleare post Fukushima.
Una situazione in cui non mi sembra il caso di essere più realisti del re ma di andare giù a spron battuto contro le multinazionali anche come miglior garanzia a difesa degli attuali imputati.
Quoto in pieno su tutto cio’ che hai scritto……BRAVO