martedì 30 Settembre 2025

Gli…”incazzing signals”

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Da quando Turid Rugaas ha codificato i “calming signals” e pubblicato il relativo libro, sembra che il linguaggio del cane sia diventato esclusivamente un insieme di segnali calmanti. Ovviamente non è così: il linguaggio del cane è molto più complesso e comprende un insieme di mimiche facciali e corporee, nonché di vocalizzazioni, che vanno lette nell’insieme evitando, se possibile, di focalizzarsi su un unico particolare.
Ma soprattutto, il cane non invia soltanto segnali calmanti: invia, altrettanto spesso, segnali che significano “mi sto innervosendo”, “è meglio se mi lasci in pace”, “gira alla larga da me, non è giornata”. Quelli, insomma, che ho definito scherzosamente “incazzing signals”, ma sui quali non c’è in realtà molto da scherzare, visto che spesso sono segnali che preludono ad un attacco alla persona o a una zuffa tra cani, e che a volte basterebbe saperli leggere per evitare il peggio.
Attenzione: esattamente come i calming signals, anche i segnali di stress, tensione, paura e potenziale aggressività vanno letti “nell’insieme” e non vanno considerati fine a se stessi.

RINGHIO – E fin qua, direi che ci siamo tutti: un cane che ringhia è un cane poco propenso a fare amicizia, lo capisce anche un bambino (finora ho trovato solo una persona convinta che il suo cane, quando le ringhiava, “facesse le fusa”. No comment… anche se in realtà il cane non l’ha mai morsa).
Ne abbiamo già parlato in altri articoli, ma ripeto anche qui che non tutti i ringhi sono uguali: a parte il ringhio per gioco, che spesso si manifesta per pura eccitazione e divertimento nel “tira-molla” (e che è forse il motivo principale per cui alcuni educatori sconsigliano di farlo, perché pensano che aumenti l’aggressività… ma il ringhio giocoso non ha proprio nulla di aggressivo! Semmai può essere possessivo – verso l’oggetto del contendere – ma proprio questo gioco può aiutarci ad insegnare al cane a controllare la possessività), ci sono il “growl” e lo “snarl”: il primo, ringhio a bocca chiusa, significa “non rompere, smetti di fare così, mi stai dando fastidio” ed è un semplice avvertimento, mentre il secondo, a denti scoperti e bocca aperta, è un segnale molto più forte che prelude a un attacco.

ABBAIO – Ci sono svariati tipi di abbaio, ma anche qui torna un po’ il concetto dello “snarl”: se il cane abbaia mostrando vistosamente i denti, è disposto ad attaccare. Se i denti restano coperti, è meno probabile che il cane stia pensando di mordere.

PILOEREZIONE – la “cresta” di pelo ritto sul garrese serve al cane per apparire più grande: ovviamente, se sente il bisogno di sembrare più grosso, significa che si trova in una situazione di insicurezza: quantomeno non ha ancora ben deciso cosa pensare di chi gli sta di fronte, cane o umano che sia. Il pelo dritto non è sicuramente un segnale di pre-aggressività, ma deve comunque suggerire una certa attenzione e cautela.

CODA TRA LE GAMBE – è un segnale di timore, e il cane impaurito, ricordiamolo, è sempre quello che ha le più alte probabilità di mordere. Dal suo punto di vista si tratta di leggitima difesa.

RIGIDITA’ MUSCOLARE – E’ un segnale quasi immancabile, spesso sottovalutato o peggio ancora confuso con l’immobilizzazione (freezing) che fa invece parte dei segnali calmanti.
Il cane che si irrigidisce prima di un’aggressione si muove lentamente o rimane fermo immobile (proprio come nei calming signals), ma irrigidisce tutto il corpo (nel calming signal no) e fissa lo guardo sull’antagonista, mentre nel freezing lo sguardo sfugge quello dell’altro cane o dell’uomo che ha di fronte. Se un cane sembra diventato “di legno” e vi guarda negli occhi, vi sta sfidando e non mandando segnali di calma!

PUPILLE DILATATE, OCCHI STRETTI A FESSURA – se lo sguardo fisso è accompagnato dalla dilatazione delle pupille, il cane è sotto stress, ha probabilmente paura di chi gli sta di fronte ed è pronto a mordere. In alcune razze poco “espressive” la dilatazione delle pupille è l’unico segno percepibile di uno stato di ansia potenzialmente aggressiva.
Anche qui può esserci un fraintendimento con i segnali di calma: infatti socchiudere gli occhi fa parte di questi ultimi… ma stringere gli occhi a fessura, senza chiuderli, è un segnale di tensione e nervosismo.
Certamente, quando ci si trova di fronte un cane di cui non si conoscono le intenzioni, non è sempre agevole andare a guardare come muove gli occhi, se dilata le pupille e così via…anche perché bisogna arrivargli abbastanza vicino e questa non è sempre una buona idea.

CODA CHE SI MUOVE LENTAMENTE – Spesso un movimento lento e rigido della coda (che è un segnale di nervosismo e di potenziale aggressività) viene scambiato per il classico “scodinzola! Allora è buono!”
Attenzione a non cadere in questo equivoco, perchè il cane può scodinzolare anche un secondo prima di attaccarvi.

Personalmente consiglio sempre di osservare, sì, i segnali inviati dal cane… ma intanto di mantenere una certa distanza di sicurezza, di non fissare il cane negli occhi e di non mettersi a fargli tanti discorsi. Molte aggressioni vengono stimolate proprio dal fatto che noi umani sembriamo incapaci di tenere il becco chiuso quando avviciniamo un cane: dal “checccarinooooooo!” al “ehi, ciao, bello, sei buono, vero?”, qualcosa ci scappa sempre di dire. Ricordiamo che il cane non capisce le nostre parole: capisce, è vero, il nostro tono di voce, specie quando si tratta del “nostro” cane… ma un cane sconosciuto, sentendoci blaterare a vanvera (dal suo punto di vista è sempre “a vanvera”, visto che non conosce il significato dei suoni che emettiamo), si chiederà cosa cavolo stiamo cercando di comunicargli con la voce e potrebbe essere distratto dall’osservazione (molto più importante) dei nostri segnali corporei, che invece capisce benissimo.
Quindi la regola generale incontrando un cane sconosciuto (sia che siamo da soli, sia che abbiamo il nostro cane al guinzaglio) dovrebbe essere: “Niente sfide (ovvero: non guardalo negli occhi, non invadere il suo spazio, non chinarci sopra di lui, non allungare le mani sulla sua testa ecc.) e niente parole inutili”.
Se si tratta di un vis a vis tra noi e il cane, mandiamo segnali calmanti distogliendo lo sguardo, restando fermi e cercando intanto di leggere i segnali che manda lui: se abbiamo il nostro cane al guinzaglio, facciamo la stessa cosa osservando, però, i segnali di entrambi i cani. In ogni caso, anche quando i segnali sembrano rassicuranti, aspettiamo sempre che sia l’altro cane ad avvicinarsi, senza invadere i suoi spazi (e se ci riusciamo…teniamo il becco chiuso!).
Se i segnali NON sono rassicuranti, e il cane sembra deciso ad attaccarci, la cosa migliore è allontanarsi con calma, senza mai correre (per nessun motivo al mondo!) e possibilmente senza neppure voltargli le spalle: arretriamo lentamente finché non vedremo abbassarsi i segnali di aggressività. La prossemica è molto importante: il cane che non ha paura normalmente aggredisce soprattutto per difendere il suo territorio, quello timoroso aggredisce per difendere se stesso. Quindi aumentare le distanze, quasi sempre, abbassa la soglia di stimolo e tranquillizza il cane.

 

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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35 Commenti

  1. Sono andata a rileggermi l’articolo..
    Posso dire? Ho avuto modo di vedere applicata la “rigidità muscolare” … non si può fraintendere.
    Credeva fossi in pericolo; oddio, io credo di no, ma erano in 6, una birretta in più, probabilmente zingari e un pò in vena di essere spiritosi, ridacchiavano perchè stavo richiamando il cane (dai tato… vieni..) e uno ha provato a fare mezzo passo verso di me… credo volesse provocare il cane e riderci sopra mentre lo trattenevo..
    Il truzzone si è subito messo tra me e loro, senza un fiato a zampe larghe.
    Io lo vedevo solo da dietro, ma i 6 buontemponi hanno fatto 2 passi indietro e sono andati dall’altro lato della strada…. Forse da davanti era peggio…:) E tutto senza muovere un pelo…
    Sembrava uno di quei guerrieri ninja, tutto nero… stagliato ed immobile…sguardo fisso. Il mio Eroe…!!!

  2. ciao a tutti 🙂 non sono molto d’accordo che la causa della mancanza di comprensione del linguaggio canino sia da attribuire solo al fatto che il cane viene tolto troppo presto dalla mamma. secondo me è sempre e solo da attribuire agli errori che commettono gli esseri umani. ci sono delle situazioni in cui è inevitabile togliere il cane prematuramente alla mamma: alcuni sono casi estremi come il mio in cui i cuccioli sono stati buttati in un sacco a forse nemmeno 20 GIORNI di vita, visto che non erano ancora stati svezzati, altri casi son tipici in campagna quando si prende il cucciolo piccolissimo sennò il contadino di turno fa fuori la cucciolata non gradita, in altri casi ancora è meglio il distacco prematuro piuttosto che lasciarli in un contesto al limite del maltrattamento… ne vedo parecchi di questi casi, e non sono tutti cani rincoglioniti che non sanno spiaccicare segnale 🙂 la situazione ottimale e soprattutto LEGALE è che il cucciolo non venga tolto alla mamma prima dei 60 giorni (ma anche un po dopo, se è possibile), però la realtà quotidiana è un insieme di situazioni in cui non è sempre possibile agire come si dovrebbe… i cani hanno sempre la possibilità di imparare, sia da noi sia dagli altri cani, e ciò dipende dai loro umani… io ho la sensazione che molti cagnini, soprattutto di piccola taglia, non sanno comunicare perchè sono trattati da bambini deficienti invece che da cani… incontri toccate e fuga con gli altri cani al parchetto rigorosamente con il flexi, e via a casa a tornare nei panni del piccolo bambino viziato… e queste situazioni le vedo anche in cani che provengono da allevamenti perciò che hanno avuto il distacco al momento giusto… nella mia esperienza personale con il mio maschio, arrivato a circa un mese, certo che mi sono posta il problema dei vaccini (e comunque il cane ha un rischio seppur minimo anche se viene segregato in casa, visto le cose simpatiche che ci portiamo dietro con le scarpe) perciò gli ho fatto fare il “cane da borsetta” per permettergli di annusare e percepire tutto del nostro mondo, senza che infilasse il naso in qualche virus disseminato per strada 🙂 l’ho fatto interagire da subito con cani sicuri ed in ambienti sicuri, come casa mia o casa di amici… e la lingua l’ha imparata :-)))

    • Sì in effetti potevo specificare che nei casi in cui il cane vien tolto prima, poi non riesce comunque a fare quelle esperienze con altri cani fino gli otto mesi di vita (grosso modo) che poi gli serviranno per relazionarsi meglio con gli altri cani, ad esempio perchè vien tenuto sempre o quasi dentro casa, come giustamente sottolineato. Un cane che arriva poi all’anno di vita con questo scarso bagaglio di esperienze farà sempre molta difficoltà a re-imparare i segnali degli altri cani (calming o incazzing che siano).

      • La nostra dolce Tara (anche bastarda quando serve) l’abbiamo trovata in Bosnia, in un “rifugio abusivo” che contava circa un centinaio di cani. Cani per lo più di media-grossa taglia e per lo più adulti. Lei, una cucciolotta di 3 mesi che pesava 4 chili, si spingeva in mezzo agli altri con tutto il coraggio che aveva per poter arraffare alcune di quelle crocchette che a chili venivano buttate per terra.
        Non abbiamo potuto non portarla via (anche se è ovvio che avremmo voluto portarli via tutti).
        Forse nella vita di Tara in Bosnia questa è stata l’unica esperienza veramente positiva: passare i primi mesi in mezzo ad una marmaglia di suoi simili. Arrivata da noi il mese successivo (tempo sufficiente per farla “preparare” al lungo viaggio con vaccinazioni eccetera) abbiamo subito continuato a farla interagire, con tutti gli animali possibili, non solo cani. Ora che ha poco più di un anno la si può portare ovunque, se un cane non le piace lo ignora… ma è normale avere delle preferenze, nemmeno a noi piacciono tutti!

    • Elisa, non si parla sempre e solo della famiglia di origine, anche se quella sarebbe la situazione ottimale: un cucciolo preso a 20 giorni, magari per salvarlo da un brutto destino, può anche crescere con cani diversi ed imparare perfettamente il loro linguaggio. Però sempre cani devono essere! Invece, mediamente, la situazione è “prendo il cucciolo di 20 giorni, lo piazzo dentro casa, lo tratto come un bambin handicappato e gli faccio vedere il primo cane (sempre che lo veda!) a tre-quattro mesi, quando lo porto al parchetto”. E in questi casi il cucciolo si ritrova con una deprivazione che sarà molto, ma molto difficile da recuperare (se non impossibile, specie quando alla prima uscita al parchetto succede che un cane più grosso, magari, lo costringa a sottomettersi, e la mammina apprensiva vada in crisi e non ce lo porti mai più).

      • Eh si. Però ho visto che un cane cresciuto fino a due mesi solo con i fratelli senza genitori, poi chiuso in casa fino ai quattro mesi e più (così mi aveva detto di fare il vet), può poi recuperare così tanto da diventare regolatore. La mamma conta ma se ne può fare anche a meno, l’interazione tardiva conta ma se si recupera molto in seguito, e se il cane ha un buon padrone.. 🙂 al cane poi basta essere intelligente per imparare i signals, ma ci vuol sempre un buon padrone che gli sviluppa il cervello

    • Si poi il padrone che sbaglia generalmente aspetta di farlo interagire solo quando è quasi adulto e al minimo presunto problema adotta eccessive precauzioni (lo dicevo io che con i maschi…basta maschi, o cani grossi, o basta qualsiasi cane)

  3. pan iniziava con il pelo dritto, la seconda fase era la rigidità muscolare, ma prima di partire l’ultimo avvertimento era la quasi impercettibile vibrazione delle sue guanciotte da boxer, non so se emettesse un suono che non sentivo, ma o lo recuperavo prima di quel momento o era guerra. luna dopo le prime due fasi invece incassa la testa si abassa fa un sorriso arricciato e da un paio di morsi all’aria in direzione dell’avversario poi aspetta. mercurio non lo so per fortuna non l’ho mai visto arrabbiarsi fino allo scontro.

  4. una domanda sulla piloerezione. La mia lo manifesta alcune volte durante il gioco. premetto che ha un modo di giocare molto fisico, oltre alle solite corse, finti morsi e zampe in faccia o sul corpo dell’altro cane. quando manifesta la piloerezione è consigliabile interrompere il gioco?

    • per finti morsi intendo il gesto del morso, magari con la ringhiatina di gioco, senza arrivare in alcun modo al contatto fisico.

    • La mia (ma anche altri, ho visto) durante il gioco fa lo stesso. Credo che, come la velocità della coda, faccia parte del livello di eccitazione, quindi va sempre visto insieme a tutto il resto. Io la lascio fare finchè la lingua non arriva penzoloni e si prende una meritata pausa 🙂

    • Se sta effettivamente giocando, no: lasciala fare. Durante il gioco vengono mimate anche le fasi di lotta, di competizione ecc…con tutta la mimica del caso, piloerezione compresa. Però è appunto “scena” e non effettivo disagio.

      • Riguardo a questo punto ho davvero potuto notare la differenza di gioco tra le varie “razze” di cane. La nostra Tara è un incrocio tra un CLC e non si sa bene cosa e nonostante il fatto sia rimasta piccola (15 kg) gioca da vero lupo: bocca spalancata, denti fuori, poco movimento e tanti finti morsi. Questo lo fa tanto con altri cani che provengono dal lupo, che siano meticci o meno, mentre con razze diverse si “adegua” al rincorrersi, farsi finti attacchi a distanza, o rotolarsi nell’erba.

      • Ciao Sara. E’ un incrocio setter (papa’ setter inglese e mamma meticcia), molto somigliante al papa’, sia fisicamente che per propensione, quindi di lupo non ha moltissimo. Pero’ da quanto hai scritto la mia e la tua Tara hanno un identico modo di giocare!

  5. Perchè certi cani non capiscono un insieme di avvertimenti come sguardo fisso negli occhi, bianco dell’occhio in mostra, labbra rigirate e tirate indietro che mostrano denti, ringhio, posizione immobile? Forse anche i bambini capiscono che quell’insieme di segnali sono di un cane che sta per attaccare o stoppare o stoppare il cane che si trova davanti, ma perchè certi sembrano mon capirlo, specie quelli infoiati con la monta a tutto quello che si muove? E proprio loro dovrebbero montare? Cioè alla fine hanno più probabilità di altri più meritevoli (poro il mio cane, Deve farlo). Comunque, capisco la diversità di segnali tra un Husky e un barboncino, ma ho assistito tante, troppe volte a cagnetti che non sembrano capire niente

    • Perchè nella stragrande maggioranza dei casi sono cani portati via dalla cucciolata troppo presto e non hanno avuto modo di imparare questi segnali dalla madre (e, successivamente, da un maschio adulto) insieme agli altri cuccioli. Purtroppo, per la voglia di portare a casa il cucciolino che è taaaaaaaaaaanto cariiiiiiiiino, soprattutto nei cani di piccola taglia, lo si porta a casa prima degli almeno due mesi necessari e per questioni di vaccinazioni ecc. raramente lo si porta a conoscere altri cani nelle settimane successive, in quel momento della loro crescita che è a dir poco fondamentale in questo senso.

      • Ma hanno anni e da sempre passeggiano nel parchetto, e i proprietari si avvicinano a volte ad altri cani, mettiamoci anche che i proprietari fanno tutto l’opposto di quello che si dovrebbe fare a un cane, mettiamoci che i cani non riconoscendosi allo specchio non possono avere loro stessi come modello di cane incazzato, però sono proprio stupidi, ci rimangono malissimo dopo la sgridata (e pure il padrone), ma se ricapita (per disattenzione del proprietario che mai e poi mai si riavvicinerebbe) tornano (più che altro a) montare, e a ignorare gli avvertimenti e se capita di nuovo la sgridata tornano a rimanerci malissimo. Mi fa pena vedere dei cani col livello celebrale di una mosca

        • Prova chiedere ai padroni di questi cani che età avevano quando li han portati a casa o quando li han tolti dalla cucciolata. O è stato molto presto, o non lo sanno perchè non è difficile siano cani di provenienza esteuropea dove li tolgono alle fattrici spesso a neanche un mese di età (con tutti i problemi connessi).

          Poi abitudini e comportamenti radicati – ed imparare ad interpretare correttamente i segnali negli altri cani – negli anni son più difficili da correggere (a parte che si dovrebbe capire bene cane per cane caso per caso quale sia il problema ed eventualmente da dove deriva).

    • Giampi, c’è pieno zeppo di cani incapaci di comunicare e di leggere gli altri cani: TUTTI i cani dell’Est che ho avuto modo di incontrare, finora, avevano questo problema (chi più, chi meno), perché sono cani sottratti troppo presto alla famiglia di origine e quindi incapaci di di leggere i segnali perché nessuno gliel’ha mai insegnato. In questi casi possono servire moltissimo le classi di socializzazione/comunicazione (se fatte bene), i cani tutor e tutto ciò che può arrivare come insegnamento (postumo) da altri cani, possibilmente preparati e con le giuste competenze (altrimenti scoppiano solo delle gran risse): però quello che è mancato nei primi mesi non si recupera MAI completamente. I tempi dei cani sono, purtroppo, molto ben “fissati”. Si può fare molto, ma non si può rimediare al cento per cento.

      • Mi sembra però strano che non imparino niente da soli con qualche incontro occasionle pur se il padrone rema contro, in fondo i messaggi corporali sono legati all’istinto e dovrebbero essere facilmente recuperabili. Il voltare la testa di lato di fronte a qualcosa che non si vuole lo facciamo noi di tutte le culture e tutti gli animali. Forse non lo capisce solo quel cane cosi’ “a culo” che non sospetta che ci possa essere alcuna forma di comunicazione (e magari il padrone blatera che gli parla e lui capisce tutto). Dovrebbero rendere d’obbligo una visita comportamentale di ogni cane anche per questo, non penso ci voglia molto a iniziare a recuperare un cane così e sarebbe come far nascere una nuova vita perché per ora sono poco più che amebe

  6. Il mio cane ringhia solo per giocare (e sembra davvero che faccia le fusa) quando ha qualcosa in bocca e vuole ingaggiarti in qualche modo… come per dire “guarda che cos’ho, prova a prenderlo”. Posso anche mettergli le mano in bocca e non fa nulla… non gli interessa l’oggetto, ma solo l’ingaggio. Lo fa anche con altri cani, che anche loro capiscono benissimo. Ha una postura molto tipica, che noi chiamiamo la “parata” perché ti passa davanti (su e giù) al piccolo trotto con la schiena arcuata, la testa alta e l’oggetto in bella evidenza in bocca. E ringhiotta…

    Quando va in modalità attaccabrighe non ringhia mai, fa una cresta di 10 cm, abbaia in modo molto comprensibile mostrando i denti e scodinzola come un matto (non scodinzola mai così velocemente per fare le feste, anzi è molto blando).
    Io credo che sia un poco insicuro… ma la coda tra le gambe non la mette mai.

    • pure il mio… sculetta e fa “AH BUrrrrrr, GA, ghrrrrrr, brrr, BRRUgh!” stante a significare “mama guarda c’è una corda, capo guarda c’è una palla, capo giochiamo, dai giochiamo, dai dai, daaaiiiii gioca giocaaaaaaa” solo che gli estranei si spaventano a sentire tutto ‘sto gorgogliamento 🙁

  7. Ci sarebbe da aggiungere (credo di averlo già letto in altri articoli ma anche notato dal vivo) che ci sono razze che mandano tonnellate di calming (ed incazzing) signals, come i pastori tedeschi che fanno intere sceneggiate da teatro greco, ed altri che invece ne mandano pochissimi e/o talmente rapidi che a volte solo l’occhio molto esperto riesce a coglierli in tempo (cosa che io ho notato soprattutto in pinscher e pinscheroidi).

    • Concordo con te Gilas e aggiungerei anche i cugini Schnauzer a quelli che mandano segnali quasi impercettibili, e in più hanno barba e baffi che aiutano a camuffare

      • Concordo anch’io, ma delle differenze tra razze e tipologie canine ho già scritto tante di quelle volte che a ripeterlo ancora rischio di diventare palloserrima…
        Comunque sì, è verissimo: ci sono cani che sono libri aperti e altri di “lettura” moooolto più difficile: però i segnali sempre quelli sono 🙂

    • vero… il mio PT fa proprio sceneggiate e teatrini, tanto che spesso mi domando come si fa a dire che non siano espressivi sti animaletti

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