di VALERIA ROSSI – Aveva cominciato Savona (proprio la mia ex città, sigh…) a emanare ordinanze assurde sulle deiezioni canine (ne avevamo parlato in questo articolo): ma Chiavenna è riuscita a fare di peggio. E non era facile! “Gustatevi” (si fa per dire) questa email, inviata da una lettrice:
Premetto che è vero che lo spazio verde fuori dalla città non manca, ma è anche vero che non tutti hanno il tempo di portarci il cane tutti i giorni e tutte le volte che escono. E che non esiste un’area sgambamento. E che su ogni prato, aiuola, fiorellino, parco in città c’è il cartello di divieto di ingresso ai cani!!!
Se la mattina posso alzarmi un’ora prima per portare il cane nei prati o nei boschi a camminare e correre, il pomeriggio devo fare la spesa, il cane deve uscire, la figlia deve essere accompagnata di qui e di là, quindi si esce tutti insieme allegramente in giro per la carissima e ridente cittadina.
Ora, io e mia figlia facciamo pipì prima di uscire: ma il cane, maschio, che per natura alza la zampetta… si trova proprio spiazzato!
Tu hai cercato di essere più educata possibile, di educarlo il più possibile; gli hai già insegnato a non annusare neanche da lontano le vetrine, le porte, gli angoli delle vetrine e delle porte, le fioriere, le panchine, i tavoli… dove la può fare?
Sui muri? no! Sui pali? no! Nel praticello? non può entrare!
Nel comune di Chiavenna non si fa pipì: o meglio, si può solo per terra (“per motivi igienico-sanitari”). Allora cerca di spiegare al tuo amico a quattro zampe che deve farla come le femminucce, o alzare la zampa opposta e farla nel vuoto. Gli offriresti anche la tua gamba… ma lui niente, vuole proprio farla contro quel muro, o nell’angoletto. E allora provi a insegnare al cane a riconoscere i vigili e non fare pipì in loro presenza, ma lui è più onesto di te e la fa lo stesso… e alla fine paghi la multa.
Esiste forse un’operazione per cambiare sesso al cane?
Per fortuna l’ordinanza non si applica a chi ha ridotte capacità visive ed è accompagnato da cane guida: a questo punto, essendo molto miope, io esco senza occhiali, metto una pettorina rossa al mio peloso e me la cavo così!!!
La nostra amica l’ha presa in ridere, e fa bene perché certi exploit di chi dovrebbe guidare e amministrare le nostre città sono davvero paragonabili a comiche: però, i poveri cani di Chiavenna con umani dalla vista buona, mo’ dove andranno a fare pipì?
E’ davvero possibile che un sindaco ignori che i maschi devono alzare la zampa, e che non permetterglielo sarebbe un vero e proprio maltrattamento, visto che sarebbe cosa “incompatibile con le loro caratteristiche etologiche”?
Diventa difficile perfino commentare, quindi l’unico invito che possiamo farvi è quello di sommergere letteralmente la Giunta comunale di lettere prima di tutto informative, spiegando loro com’è fatto un cane e qual è la sua normale fisiologia… e poi indignate, visto che invitare i cittadini a maltrattare i propri cani è cosa che deve per forza suscitare indignazione. Scrivete ai giornali, segnalate la cosa a tutti i media raggiungibili, insomma insorgete! Civilmente, è ovvio… ma ribellatevi!
I savonesi l’hanno fatto (e a Savona le aree cani ci sono!) e il sindaco ha velocemente modificato il tiro.
Ordinanze di questo tipo sono intollerabili e la risposta dei cittadini deve essere fermissima.
beh che dire…sono di Savona e risiedo a chiavenna… per fortuna vivo a Roma di norma e nel grande parco sotto casa la mia pelosa non ha problemi. vero però che la popolazione canina in centro chiavenna e’ palesemente superiore in percentuale ad altri centri e che nella stretta via dolzino portoni vetrine e muri di palazzi tutto del 1500/1700 sono molto usati da cani con padroni che se non agevolano l’istinto del cane non lo ostacolano certo… eppure qualche luogo migliore c’è senza far troppa strada. ora sta al buon senso della polizia locale applicare lordi manza che non avrebbe ragione di esistere se i muri del centro pedonale fossero segnati come ci fosse stata l’alluvione con aloni fino a 50 cm.
qui a savona abbiamo il primato per disoccupazione e popolazione anziana ma il comune sente come priorita’ le pisciate dei cani. per ora ha fatto marcia indietro il sindaco ma ci aspettiamo di tutto.facciamoci sentire!
quand’è che vieteranno ai cani anche di respirare????
Chiavenna sta diventando sempre di più una città anticane..
e penso che con trovate del genere, non aiuterete il vostro amato
turismo, sapendo quanti turisti ormai girano coi propri pelosi..
L’unica cosa buona e utile per i cani, che c’era nella valle (il centro
addestramento/pensione a Prosto), il comune di Chiavenna l’ha fatto
chiudere perchè rovina il decoro del palazzo vertemate. Ci faranno
portare via anche tutti gli altri 26 cani che stanno nei pressi del
palazzo quindi???
E quel bagno pubblico creato 20 anni fa, al
parcheggio, per i turisti che arrivano a frotte a visitare il palazzo,
ma MAI messo in funzione..e che quindi causa spisciate in giro da parte
dei turisti, quello non rovina il decoro????
… Il sindaco non lo conosco, ma il vicesindaco si. Adesso gli dico due paroline, visto che per ste trovate geniali sono solerti, ma se c’è da darsi da fare per cose più serie dormono. Non servirà a un tubo, ma sono proprio curiosa di vedere cosa consiglia di fare a chi ha un cane maschio (come me).
Ecco, proprio quello che volevo dire io! Ma io dico, con tutti i problemi che in ogni città bene o male, ci sono da risolvere, SERI, perchè non usano il loro tempo per cercare almeno di risolverne qualche d’uno invece di inventarsi leggi cazzute che oltre a scocciare turisti e cittadini, non gli fanno fare certamente una bella figura? Mamma mia, sempre più in basso eh?
Ongi tanto capita qualcuno che e’ in vena di grida manzoniane e, onestamente, va proprio trattato per quello che insiste ad essere: un cialtrone. Si puo’ fare civilmente senza insultare in modo gratuito? Io credo di si’; e’ sufficiente non sbraitare a vanvera e mostrare cose e persone per quello che sono. Scrirvere pubblicamente al sindaco informandolo di come sia fatta la realta’ al la’ delle sue fantasie e invitarlo per il futuro a documentarsi prima e da solo per evitare di fare nuovamente figuracce cialtronesche e’ una forma di critica collaborativa.