di ISABEL BAGNA – Per una volta bisogna andare contro quello che insegna la canzone e infatti “se mi lasci non vale” per un disc dogger… non vale, anzi, vale doppio se il disc dog… LASCIA! Questo sì che vale! Se mi lasci (il disco) vale, per non dire che è fon-da-men-tale!
Ecco perché è importantissimo cominciare con il piede… opsss, la zampa – anche umana – giuste! E chi ben scambia (in questo caso), è a metà dell’opera!
Infatti non crediamo che il primo passo sia insegnare il famigerato “lascia” al nostro compagno, ma convinciamoci piuttosto che per iniziare a giocare bene, con la gratificazione di entrambi, è importante che il cane sappia – perché glielo abbiamo fatto capire – che il disco che tiene in bocca ha valore solo perché viene tirato o fatto rotolare da noi.
Ed è qui che entra in gioco il succitato “scambio”, che giustamente evoca in noi lontani ricordi scolastici, di quando le antiche civiltà vivevano di baratto e per avere una gallina bisognava consegnare al contadino un paio di misure di farina.
Il principio è lo stesso! Se vuoi un nuovo gioco devi lasciare quello che hai in bocca e se il gioco deve valere la candela, i due moccoli devono essere belli e interessanti allo stesso modo! Ma bado alle ciance e facciamo entrare in scena i nostri attori provetti, che simuleranno per noi la situazione-problema di partenza. Eccoli qua, belli come il sole: Giangiorgio e Gianpoldo.
Situazione A: Giangiorgio ha capito che il suo fedele amico è proprio interessato ai piattelli di plastica (vedi le puntate precedenti), ma ha anche notato con un certo rammarico che dopo aver carpito al volo il frisbee (Gianpoldo è un fenomeno, soprattutto perché Giangiorgio ama bruciare le tappe), lo stesso viene o sgranocchiato con soddisfazione maxima, o abbandonato sotto un albero mentre il quadrupede va a occuparsi di interessantissimi scoiattoli fantasma (sempre dalle puntate precedenti).
Giangiorgio quindi durante le sessioni di gioco deve interrompersi o per convincere Gianpoldo a mollare la presa – perché i dischi gli sono costati parecchio, mica per altro – o per recuperare giochi, cane e scoiattoli fantasma (perché no) e ricominciare tutto da capo.
Il nostro amico (bipede) potrebbe però tenere in mano due dischi (poco sforzo, si tratta di qualche centinaia di grammi ognuno) e dopo aver sganciato il primo, preferibilmente in roller se il binomio è all’inizio e magari il Gianpoldo in questione è pure junior, e attirare l’attenzione del cane sul secondo frisbee dopo che il primo è stato preso in bocca.
Poi sganciare il secondo, aspettare che il giocator-canide lo insegua, e recuperare quello che è stato LASCIATO, appunto, strada facendo dal nostro amico. E ricominciare la sequenza di scambio. (Si raccomanda ai Giangiorgi possessori di Gianpoldi che dimostrano poco entusiasmo per il gioco di essere INTERESSANTI e DIVERTENTI durante il momento ludico; correre, incitare, fare versetti – non vietati da appositi regolamenti – sono tutti mezzi che si hanno per attrarre il cane e per comunicargli di essere partecipi di ciò che stiamo facendo INSIEME a lui. E se in più nascono da un vero sentimento di felicità per il momento che si sta costruendo, sono persino più apprezzati)!
Situazione B: Ciò fatto, Giangiorgio intuisce che lo scambio non può andare avanti all’infinito perché lui comincia a sentire un formicolio sospetto al braccio, e Gianpoldo non segue la sua preda di plastica con tutto l’ancestrale entusiasmo con cui le dava la caccia all’inizio. Cosa fare? Beh prima di tutto interrompere il gioco – sempre – prima che l’entusiasmo per lo stesso cali.
E i tempi variano molto da cane a cane (con il mio dalmata all’inizio facevo sessioni di un minuto).
Eh, ma come la finirla lì? Anche qui non c’è una formula. Ci sono Gianpoldi che, abituati a mordere e contendere, gradiscono molto concludere la sessione con il “tira e molla” con il disco stesso. Si può anche attirare l’attenzione su un altro gioco, conosciuto e motivante per il cane, o adescarlo con il molto comodo “bombo-biscottino-premietto” che dir si voglia, che all’inizio aiuta il disimpegno perché azzera il problema di tirare via al cane ciò che ha in bocca, questione che comunque alla lunga dovrà essere affrontata.
Situazione C: Gianpoldo corre, prende, si gira ma poi si inchioda con il disco in bocca. Giangiorgio nel frattempo mette bene in evidenza il disco, lo sventola per aria, ci piroetta attorno, lo lancia in aria e lo riprende, ci balla sotto improvvisando una “danza del riporto”, ci picchietta sopra con le dita intonando “Ma-ra-caibo…” ma niente.
Come nel duello finale di un film western Gianpoldo è fermo. Frisbee rinfoderato in bocca. Grilletto pronto a sparare perché la zampetta è impaziente di correre (lontanissimo rispetto a dove si trova il suo compagno umano ma sicuramente nei pressi degli scoiattoli fantasma).
Gianpoldo fissa Giangiorgio, immobile.
Giangiorgio lo scruta, non muove un muscolo, solo il disco che ha in mano emana un riverbero e si profila all’orizzonte.
E poi… scappa! Scappa nella direzione opposta rispetto a quella in cui si trova il giocator-canide, corre facendo saltelli di entusiasmo e sbandierando il disco come se agitasse la bandiera col gagliardetto della sua squadra del cuore. E forse Giangiorgio, un po’ incuriosito dal bizzarro comportamento umano, un po’ attratto dal desiderabile gioco brandito dal suo amico, superato lo stupore iniziale, inizierà a inseguirlo mollando ciò che custodiva tra le fauci.
E così Giangiorgio, assecondandone il movimento, quasi “risucchiandolo” con la sua corsa, potrà srotolare nella direzione verso cui i loro cuori stanno correndo all’unisono, un altro disco. Nel tramonto (che ci sta sempre bene).
E per tutto il resto? Per tutto il resto non c’è “…nota marca di carte di credito”, ma educatori ed addestratori cinofili, che se sono anche onesti, oltre che preparati, non richiedono “M********d”.
La foto di apertura dell’articolo, quella dei dischi e il cane al tramonto sono dal web, mentre le prime due foto interne all’articolo sono rispettivamente di Marco Dottarelli e Sabrina Rossetti.