di JOHN DEWIS – Era un freddo cane sulla spiaggia di Rimini quella mattina di un anno fa… stavo passeggiando sul lungomare con Valeria, mia moglie, quando di fronte a noi si materializza una scena agghiacciante, un piccolo cucciolo di border collie terrorizzato si era sfilato la pettorina e stava correndo nel traffico cittadino… la ragazza che lo accompagnava era disperata, lo rincorreva schivando auto e motorini, in pochi istanti è il panico generale, anche Valeria inizia a urlare, il cucciolo in quei pochi istanti è già scomparso.
La ragazza sta piangendo visibilmente scossa per l’accaduto, mia moglie insiste per cercarlo… iniziamo le ricerche del piccolo fuggitivo, la proprietaria nel frattempo mi racconta la sua storia, il cucciolo ha 4 mesi, era stato adottato da una signora di Venezia ma il giorno dopo averlo preso lo aveva riconsegnato perché non si era resa conto dell’impegno che un cucciolo comporta, l’allevatore riprende con sé il cucciolo ma non ha molto tempo per socializzarlo per cui ora si presenta impaurito e poco socializzato. Le ricerche proseguono per diverso tempo, poi ad un tratto lo avvistiamo in spiaggia mentre vagava confuso, la proprietaria lo richiama e lui ritorna, lo recuperiamo sano e salvo tutto inzuppato di acqua marina e sabbia, la ragazza ci ringrazia per l’aiuto, Valeria le chiede il numero di telefono, che lei cortesemente ci dà.
Non volevo un altro cane dopo la morte del nostro, di certo non volevo un cane impegnativo come un border collie, Valeria insiste per prenderlo, stavamo passando un periodo difficile io e mia moglie, il nostro cane era morto, i figli non arrivavano e mille altri problemi… le dico no, abbiamo già i nostri problemi, un cane non sostituisce un figlio che non riusciamo ad avere, Valeria ci rimane male.
Quella notte però la sentii piangere, Vale voleva quel cucciolo, non socializzato ed anche abbastanza aggressivo… non era una buona idea, anché perché per portarlo in America non sarebbe stato semplicissimo e noi non potevamo rimanere ancora molto in Italia, la mattina dopo però presi il telefono e feci quel numero, il cuore diceva sì ma la mente continuava a dire no. Chiesi se il piccolo border fosse ancora in cerca di famiglia, mi rispose che oramai se lo sarebbe tenuto anche se era un cucciolo problematico, okay, le dissi, lo avremmo preso volentieri… ci salutammo così… ma a questo punto mi resi conto che mi dispiaceva un bel po’.
Poco dopo mi richiamò, mi disse, ve lo do volentieri mi sembrate una bella coppia. Dopo poche ore ci incontrammo sulla Darsena di Rimini, un freddo cane tagliava il viso ma quando lo prendemmo in braccio ci scaldò il cuore.
Oggi Jax vive con noi a Seattle da un anno, è cambiato totalmente, è un cane sicuro, intelligente, sicuramente ha un carattere non facile ma lo amiamo immensamente, non so ma questo è stato un anno magnifico, ci sta regalando anche una figlia, che arriverà a fine gennaio.
Quella fredda mattina di fine dicembre ci ha cambiato la vita.
Faceva un freddo cane quel giorno sul litorale romagnolo, ma quel cucciolo ci ha scaldato il cuore come un fuoco che arde!
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