di MORENA ARANZULLA – Mi chiamo Zagor, classe 2004. Sono un Siberian Husky e so che la mia razza ha a che fare con il “freddo cane”!
Mi ricordo molto bene della prima volta in cui lo conobbi… ma partiamo dall’inizio. Sono nato in Sicilia ma non in quelle belle zone di mare, bensì, in montagna dove gli inverni sono rigidi. Mia madre non è stata una buona madre e mio padre non l’ho mai conosciuto ma mi hanno trasmesso i loro geni, quelli che mi rendono un piccolo lupo siberiano come ama definirmi Morena, la mia umana.
Nei miei primi anni di vita le stagioni trascorrevano in modo normale e Morena mi ripeteva sempre che prima o poi anche io avrei conosciuto la Neve, portatrice di un freddo cane; dovevo solo essere paziente! Finalmente, accade una notte… una di quelle senza vento in cui il cielo assume uno strano colore. Non ho mai apprezzato il calore di casa (dopotutto, sono un Siberian!) per questo motivo riuscii a fiutare in tempo qualcosa di strano. Dal cielo, cadevano strane gocce (perbacco, non era acqua!) che ben presto ricoprirono tutto il giardino, formando uno strano cuscino. Lo trovai molto comodo ed il mio istinto pensò che scavare una buca fosse una buona idea.
Di colpo però, quel giardino mi sembrò troppo piccolo e qualcosa in me fremeva, avrei voluto tanto uscire a passeggio ma era notte e Morena dormiva, perciò, mi accontentai di quelle strane gocce che cadevano sul mio muso. Le ore trascorsero, arrivò il mattino ed un sole pallido illuminò debolmente un cielo troppo bianco.
D’improvviso, la voce allegra di Morena accompagnò la sua figura… ma come si era conciata? Pesanti stivali, guanti, sciarpa… mi disse di prepararmi, si usciva perché era giunta l’ora di conoscere il freddo cane!
Ero emozionato più del solito mentre mi allacciava il collare ma non riuscivo ancora a comprenderne il motivo.
La città era desolata, l’atmosfera innaturale e non c’erano le strane scatole di ferro con 4 ruote, così ci recammo al solito posto.
Mentre camminavo, sentivo le mie zampe sprofondare ma non era un problema, anzi, mi sentivo stranamente a mio agio come non mai. Morena, invece, procedeva più lentamente. Fu allora che il gesto della mia umana sconvolse la mia mente: di colpo aveva sganciato il moschettone, niente più mi legava a lei e quel fremito sopito di colpo scoppiò in una forte emozione, la guardai lei mi fece cenno di andare e nel giro di qualche istante tutto fu maledettamente chiaro: il mio corpo e la mia mente si liberarono in una corsa sfrenata!
La mia figura leggera e veloce andava incontro al freddo cane e alla sua compagna Neve. Rivivevo ricordi lontani: strani uomini, fuochi spenti e veloci slitte che, pur non avendo visto mai, riaffioravano prepotentemente nella mia mente.
Poi sentii una voce familiare: era Morena! Quanto tempo era trascorso? 10 minuti? Un’ora? Non lo so ma era tempo di tornare a casa. Adesso, ogni anno, attendo con ansia il freddo cane ed anche Lala, la piccola peste meticcia, ha imparato ad apprezzarla.
Vuoi partecipare anche tu al “quasi-concorso” natalizio “Freddo cane”? Invia il tuo scritto a tipresentoilcane@gmail.com!