sabato 16 Agosto 2025

Tre fatti di cronaca a confronto

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Poche righe, solo poche righe per confrontare tre storie lette su tre giornali diversi… e per tirare, forse, qualche conclusione amara.
Primo titolo: “Sbranato nel letto dai suoi quattro cani”.
Questo è il link , tratto da “La Stampa”.
Piccolo particolare collaterale: lo sbranato era già abbondantemente morto, probabilmente d’infarto. Se il titolo fa letteralmente schifo, l’incipit riesce ad essere ancora peggio: “aveva 67 anni e quattro cani, di quelli piccoli e non di razza che non fanno un bracco intero se li metti tutti insieme”.

zatterinOra… questa è la foto del giornalista, che si chiama Marco Zatterin.
Possiamo dire che non fai un Brad Pitt neanche se ne metti insieme una dozzina, di questi?
Possiamo dire che ha un bel coraggio a dare del “brutto” a qualcun altro?
Ma il punto, purtroppo, non è certo questo.
Sulla faccia e sulla battutaccia di Zatterin si può, al massimo, sorridere.
Il punto “vero” è che questa storia, accaduta in Belgio, avrà una conclusione assurda: i cani saranno uccisi.
Quattro poveri cagnolotti restano per giorni chiusi in casa con il loro umano morto, non hanno cibo né acqua… e che dovrebbero fare? Lasciarsi morire a loro volta, magari per soddisfare la pruderie dei giornalisti e degli animalisti che così avrebbero potuto darci dentro con la retorica del cane “fedele fino in fondo”?
I quattro cagnolotti hanno fatto la scelta più logica: hanno cercato di sopravvivere mangiandosi il povero umaro (povero non in quanto “sbranato”: povero in quanto morto per cause naturali. Tanto, una volta che sei defunto, in pasto a qualcuno ci finisci comunque: che siano vermi o batteri – e quelli non li chiudi fuori neppure dai sepolcri a tenuta superstagna – qualcuno ti mangia, ed è così che funziona la vita su questo pianeta).
Perché ammazzarli? Non si sa.
So solo che, come ho scritto su Facebook, sono ben felice che i ragazzi che sono sopravissuti all’incidente aereo sulle Ande, negli anni ’70,  mangiando i loro compagni morti, non fossero belgi.

carab_minerStoria numero due: il link è questo, il giornale stavolta è Repubblica… e se non voleste rovinarvi la giornata vi consiglierei di non leggere l’articolo, anche perché i contenuti si capiscono perfettamente già dal titolo: “Il  cane gli calpesta l’orto, lui lo lega a un palo e lo uccide a picconate”.
Siccome immagino, però, che il titolo basti già a rovinare parecchie giornate…. vi chiedo di leggere tutto, da cima a fondo.
Fino a scoprire le “gravissime” pene previste dalla legge italiana per questo reato: da quattro mesi a due anni di galera, che intanto il lurido bastardo non si farà mai perché in Italia, in galera, non ci finisce mai nessuno.

Dunque, giornalisticamente parlando: a) quattro cani  mangiano il padrone (morto da giorni, forse da settimane) per sopravvivere…e leggiamo cose come “Sbranato nel letto – Orrore ad Anderlecth”, “Orrori che la Polizia sta svelando con inquietante frequenza”, “Sbranato a bocconcini dai quattro migliori amici dell’uomo con cui aveva scelto di condividere l’esistenza da due anni”.
Il fatto che il poveraccio fosse già morto lo si scopre solo nel secondo paragrafo e non ce n’è traccia nel titolo.
b) Un lurido pezzo di merda ammazza a picconate un cagnolino colpevole solo di aver passeggiato nel suo orto, e l’articolo è freddissima cronaca senza commenti e senza paragoni con alcun “orrore” passato.

Giuridicamente parlando: a) i quattro cagnolini colpevoli di aver tentato di sopravvivere vengono condannati a morte.
b) Il lurido pezzo di merda che ammazza un cagnolino colpevole di avergli calpestato l’orto “rischia” (e presumibilmente non farà mai) da quattro mesi a due anni.
C’è giustizia, in tutto questo? Direi proprio di no. Anzi, di NO, maiuscolo e grassetto.

doePerò… peeeeeeeeeeeeeeerò… una soddisfazione, alla fine, arriva: da un terzo articolo (questo il link), pubblicato stavolta sul “Messaggero”.
Titolo: “Tortura il suo cane: ferite, ustioni e ossa rotte Padrone condannato a 55 anni di carcere”*.
Questo leggetelo, anche se fa male al cuore pensare a quel disgraziato cucciolo (quello nella foto, che è stato eutanasizzato perché le sue ferite erano troppo gravi).
Ma leggetelo, perché scoprirete che la polizia si è impegnata “come se si dovesse dare la caccia a un serial killer. Infatti gli agenti hanno trovato tracce di peli e di sangue nella casa del sospettato e accertato che questi coincidevano con quelli del cane, secondo il test del Dna”.
Che la cauzione, per il bastardo, è stata fissata in un milione di dollari.
Che “la storia del cucciolo Doe (questo era il nome) ha avuto enorme eco sulla stampa” e che “più di 70.000 persone hanno prima chiesto l’arresto del torturatore e poi hanno seguito da vicino il processo“.
Ah… sì, certo.  Si parla di dollari. Perché tutto questo è avvenuto a Quincy, negli Stati Uniti.
Invece noi stiamo in Italia.

*ATTENZIONE: RETTIFICA –  ci hanno segnalato che l’articolo de “Il Messaggero” riporta una notizia inesatta: in realtà l’inumano è stato solo rinviato a giudizio con la richiesta di 55 anni, che ancora non gli sono stati comminati perché il processo non c’è ancora stato. Teniamo quindi questo articolo come buon auspicio, augurandoci che, se non saranno proprio 55 anni, si tratti comunque di una pena esemplare.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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18 Commenti

  1. Non ho parole. Solo i brividi e un senso di nausea. Il secondo articolo era già tutto detto nel titolo e poi … evviva gli Stati Uniti

  2. L’ultimo articolo del Messaggero è errato, ho cercato informazioni sui giornali americani, e il presunto torturatore di Quincy non è ancora stato condannato, ma semplicemente RINVIATO A GIUDIZIO!

    http://www.dailymail.co.uk/news/article-2511829/Puppy-Does-illegal-immigrant-alleged-torturer-faces-decades-prison-hes-hit-12-counts-abuse.html

    http://www.all4animals.it/2013/11/20/quando-la-speranza-diventa-una-bufala-i-presunti-55-anni-di-carcere-al-torturatore-di-animali/

    Ma poi, volendo fare l’avvocato del diavolo, siamo sicuri che condannare un torturatore di cani a 55 anni(se avesse torturato una persona avrebbe rischiato meno!), un immigrati clandestino(che probabilmente non ha le stesse possibilità di difesa di un cittadino americano) sull’onta dell’indignazione mediatica(senza petizioni la macchina della giustizia si sarebbe attivata lo stesso?), in uno stato in cui è legale l’eutanasia di cani sani(e probabilmente anche il taglio delle corde vocali), sia VERA GIUSTIZIA?

    Sbaglierò io, ma mi sembra un mondo di pazzi, in cui si va da un’estremo all’altro, da chi uccide cani a picconate e se la cava con niente, a chi per la stesso identico reato rischia una punizione draconiana, più severa di quella che rischierebbe un assassino di esseri umani! Non sarebbe meglio una via di mezzo, un po’di equilibrio?

    • Peccato. E’ un vero peccato che si tratti solo di un rinvio a giudizio (e mi dispiace pure di essermi fidata di un giornale italiano… non li dovrei più fare, questi errori!).
      Per il resto delle tue considerazioni, il fatto che in USA sia ancora praticata l’eutanasia dei cani non adottati è sicuramente riprovevole (però, prima di proibire questa pratica, bisognerebbe anche mettersi in condizione di garantire una vita dignitosa ai cani di canile, come per esempio NON avviene in Italia), ma non c’entra nulla con il percorso della giustizia umana.
      Per il resto… vie di mezzo, equilibrio? Mah.
      Per me è assolutamente equilibrato dare 55 anni a un essere sub-umano che tortura a morte un cane.
      Non concepisco e non ammetto la pena di morte, ma che gente come questa marcisca in galera mi pare proprio il massimo dell’equilibrio possibile.

      • Equilibrio nel senso che la vera giustizia si dovrebbe distinguere dal linciaggio popolare, e ci dovrebbe essere una proporzione sensata tra le pene.
        Io sarei favorevolissimo ad equiparare il maltrattamento-uccisione di cani, a quello di esseri umani, e nel codice penale italiano l’omicidio preterintenzionale (in cui rientrerebbe a pieno titolo il cane morto in seguito alle torture), è punito fino a un massimo di 18 anni. E a meno di voler considerare il canicidio molto più grave dell’omicidio, 55 anni sono decisamente sproporzionati!

        Credo che passare dalle irrisorie pene attuali, a 10-15 anni di carcere per canicidio preterintenzionale/doloso, sarebbe già un enorme passo avanti, senza sconfinare in eccessi forcaioli, che tanto sarebbero pura utopia!

        Chiusa questa parentesi, aggiungo che mi sono informato meglio sul caso di Quincy, e devo dire che purtroppo come al solito i giornalai italiani si sono rivelati dei cantaballe tremendi; in realtà il presunto(deve ancora essere processato) torturatore, tale Radoslaw Czerkawski , rischia al massimo 2 anni e mezzo di riformatorio. I 55 anni di carcere, sono solo una richiesta-petizione popolare per infliggere il massimo della pena possibile, ma solo un intervento straordinario della Corte Suprema potrebbe infliggere i 55 anni richiesti dagli animalisti!

        Quindi a meno di un intervento straordinario della Corte Suprema, molto probabilmente sto tizio, ammesso che ci siano le prove sufficienti per condannarlo, se la caverà come l’italico picconatore di cani, con un paio d’anni che si risolveranno in niente(o al massimo pochi mesi)
        Morale della storia, gli Stati Uniti d’America dal punto di vista del diritto degli animali domestici, non sono affatto più evoluti dell’Italia, anzi…

  3. Ma… il primo articolo parla testualmente del corpo che galleggia “in una pozza di sangue rappreso”? Se il tizio era già morto, il sangue avrebbe dovuto coagularsi in mancanza di pressione sanguigna; avrà certamente macchiato il letto e/o il muso dei cani ma non al punto di formare una pozza, da quello che mi ricordo dalle ferite inferte dopo la morte il sangue non dovrebbe nemmeno uscire in grandi quantità! Ma perché lo sciurscribacchino si guarda i film splatter prima di scrivere, se poi lo influenzano a scrivere questa roba?

    Il picconaro impazzito propongo di farlo espatriare (possibilmente trascinandolo per le palle) e chiedere l’affidamento in Belgio. Almeno, se gli viene lo schiribizzo di riprovare a prendere a picconate qualcosa che non siano gli ortaggi del suo giardino, ha già un compagnuccio di cella che lo aspetta.

  4. Quello che ha preso a picconate il cane è da rinchiudere, su quello non ci piove, saprei io dove mettergli il piccone. Per quanto riguarda quei poveri cani, condivido quello che ha scritto Valeria Rossi e l’altra Valeria: alcuni esseri umani: egoista, ignorante, stronzo e cattivo, bugiardo e contaballe ( ne ho aggiunto qualche d’uno). Valeria, non si può far nulla per quei poveri cani?
    Non so se succede anche a voi, ma io oltre a inc…. notevolmente, mi viene come una fitta al cuore quando sento certe cose, ma come può una persona arrivare a tanto? Per quanto riguarda i giornalisti…bè, no comment

  5. Sarà che nella vita passata ero un cane…..sarà che li amo e nn concepisco alcun maltrattamento x loro….e nn concepisco nemmeno chi nn li ama onestamente……..ma odio l’essere umano….soprattutto quelli che si alzano sugli altari del giudizio e dell’informazione ,forviando le notizie e celando sotto falsi titoli la verità. Una cruda verità! I poveri cucciolotti che verranno uccisi …..il signore morto da solo e dopo tanto qualcuno si è reso conto che qualcosa nn andava. In italia no comment…scandaloso!!! Conclusione : siamo degli incivili, strafottenti, indifferenti, manipolatori, ignoranti…..

  6. In Italia non si riesce proprio a capire che uno che uccide a picconate un cane perchè gli ha camminato sull’orto è pericoloso per tutti e non sono solo per gli animali… Meno male che negli usa, da questo punto di vista, sono avanti! Lo dimostra la pena!

  7. A proposito del secondo articolo: meno male che IL PICCONE E’ STATO SEQUESTRATO! Metti che se ne andava in giro da solo a spicconare crani…e se è posseduto??? E se ha segnalato lui al padrone la presenza del cane??? Davvero, meno male che è stato sequestrato.

    • Già, meno male. Così la prossima volta il vecchiodimmerda sarà disarmato. D’altronde è estremamente difficile reperire un altro piccone di questi tempi -.-. O forse serviva a quelli di CSI per un confronto col DNA del cane.

  8. (continuo il commento sopra non completato a causa della connessione)dunque non riuscendo a contattarla chiamiamo la polizia dopo aver verificato dalla finestra che era riversa in terra nella sua cucina. Da quel momento è caos: la polizia, i giornalisti si precipitano a Torre Gaia (Roma) e irrompono nella casa trovandosi MOrfeo, il gigante buono e la piccola Chicca vicino al corpo inerme di Maria che ha le vesti strappate sul colletto. Quindi questi fenomeni dichiarano senza la minima indagine che la signora è stata aggredita dai cani e per questo morta, articoli su articoli di giornale in merito alla faccenda, i cani in canile municipale di Muratella. Esperti cinofili imbecilli espongono le teorie più assurde finché finalmente Roberto Marchesini e Raimondo Colangeli fanno presente che per come si presentavano i graffi sul collo ed i segni sulle vesti di Maria era evidente che i cani avessero tentato di rianimare la signora (deceduta a causa del diabete e disturbi di salute vari) non comprendendo cosa fosse accaduto e perché fosse immobile. Nel frattempo lancio un comunicato stampa e inizio a rivoltare il mondo preoccupata per le sorti dei due cani sfortunatissimi e circondati da un mondo di ritardati. Per fortuna interviene Rai due con “la vita indiretta” che insieme a me ed al volontario gira le riprese in canile raccontando la storia dei due cani e della triste sorte in canile che li attende. Tra la rabbia, l’amarezza e l’ansia tiro fuori Morfeo da li e lo metto in pensione…il cane grosso e nero che nessuno voleva considerato aggressivo anche da qualche operatore di Muratella che non riusciva a leggergli il microchip…né a fargli le analisi…il cane l’ho portato via da li e me ne sarà sempre grato. ora è anziano, vive con me dopo anni di catena, 4 interventi, 3 anni di pensioni. è sempre stato un coccolone, bravissimo con tutti gli animali, con i bambini e le persone di ogni sesso.

  9. Buongiorno, in merito al primo caso purtroppo l’Italia dei deficienti giornalisti non e’ da meno del Belgio : nel 2008 denunciai per maltrattamento il proprietario di un cane tenuto in condizioni assurde.trovai un’adozione contestualmente alla sanzione che fece la ASL veterinaria.il cane fu adottato malgrado già adulto taglia grande e nero meticcio da una buona signora che gli regalo una casa un’amichetta e tanto amore. purtroppo dopo un anno la.signora buona Maria, che soffriva di diabete mori da.sola nella.sua casa.Fu grazie a Morfeo se venne ritrovata prima.della putrefazione perché io e un altro volontario non riuscendo a cobtattarla

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