lunedì 1 Settembre 2025

Cani e bambini: convivenza possibile?

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Secondo la maggior parte degli esperti, la presenza di un cane è molto utile per lo sviluppo dei bambini, per diversi motivi:

– Il bambino impara a essere responsabile di un altro essere vivente, ad occuparsi di lui e comprende l’esistenza di regole.
– Il bambino ha un compagno di giochi e di confidenze.
– Il cane è una valvola di sfogo anche per gli eccessi sentimentali del bimbo, del suo bisogno di affetto.
– I due imparano a conoscere i reciproci limiti e a non oltrepassarli. Il bambino impara così i comportamenti sociali.

Però il cane può anche rappresentare un pericolo per il bambino, soprattutto se l’animale non viene gestito correttamente all’inizio di questa convivenza.
Purtroppo in letteratura sono riportati diversi casi di morsi a bambini e diverse indagini hanno riscontrato che i bambini sotto i 4 anni di età sono le vittime più frequenti di aggressività con conseguenze molto gravi.
Nella maggior parte dei casi i cani sono di proprietà dei genitori stessi.
Queste ricerche indicano la necessità assoluta di sorvegliare sempre il cane quando è presente un bambino piccolo.
Naturalmente, moltissimi sono i casi di cani e bambini che vivono insieme in modo perfetto ed equilibrato.
Prima di proseguire, però, devo fare una premessa: non tutti i cani sono in grado di convivere con dei bambini.

Sono molto importanti le esperienze vissute dal cucciolo nei primi 3 mesi di vita.
Se in questo periodo il cane ha avuto contatti con bambini, allora sarà in grado di riconoscerli come tali e di interagire con loro. Ma ci sono cani che, non avendo mai visto un bambino, alla loro vista dimostrano un comportamento di aggressività.
Il bambino, soprattutto se piccolo, emette suoni e fa dei movimenti inconsueti, che possono essere interpretati in modo non idoneo da un cane non correttamente socializzato. Un bambino che corre, ad esempio, potrebbe essere identificato con una preda da inseguire e catturare.
Quando un cane ha mostrato tali comportamenti, quando è aggressivo con i proprietari, quando la sua posizione gerarchica non è chiara e, comunque, quando non ha mai avuto possibilità di incontrare bambini, è sempre bene rivolgersi ad un esperto di problemi comportamentali del cane, che potrà certamente dirvi se il cane è idoneo o meno a convivere con un bambino in casa.

Il problema comportamentale più frequente nei confronti di un bambino appena nato è quello della gelosia.
Ma se questa gelosia viene controllata fin dall’inizio, e vedremo come, la convivenza tra bambino e cane può divenire priva di pericoli.
Alcuni cani reagiscono interponendosi continuamente tra proprietari e bambino, altri piangono ed abbaiano per attirare l’attenzione, oppure saltano per separare il bambino dai genitori.
Se comprendiamo perché un cane diventa geloso, allora potremo evitare questo problema.
Il cane, infatti, generalmente prova gelosia perché con l’arrivo del bambino, improvvisamente, tutte le attenzioni vengono spostate su di lui, ed il cane si sente trascurato ed abbandonato.
Una cosa che succede molto spesso, comprensibile, è che solo quando il bambino dorme o non è in casa, i proprietari, che hanno un momento di pausa, tornano ad interagire con il cane.
Solo quando il bambino non c’è il cane riceve attenzioni. In questo modo, però, il cane impara a collegare la presenza del bambino al fatto che i proprietari non interagiscono con lui, quindi il bambino rappresenta qualche cosa di negativo, una punizione.Un altro aspetto da non sottovalutare è che il cane può risentire molto anche del cambiamento di abitudini, della presenza di nuovi oggetti in casa e di nuovi odori.

CHE FARE

· PRIMA DELL’ARRIVO A CASA DEL BAMBINO

1. Prima dell’arrivo a casa del bambino, i proprietari devono iniziare ad abituare il cane a ricevere meno attenzioni.
In questo modo il cane non può collegare l’arrivo del bimbo con la diminuzione dell’attenzione. In generale, se i proprietari prevedono dei cambiamenti nello stile di vita, è bene che li anticipino e non inizino in modo brusco all’arrivo del bambino.
2. E’ risultato molto utile portare a casa dall’ospedale gli indumenti del bimbo e della madre per farli annusare al cane, proprio per abituare il cane ai nuovi odori.
3. I proprietari possono iniziare a fare le normali operazioni (cambio pannolini, dare il latte, fare il bagnetto) utilizzando una bambola.
Se il cane si dimostra calmo, premiarlo.

· ALL’ARRIVO A CASA DEL BAMBINO

4. Lasciare che il cane si avvicini al bambino, per annusarlo e conoscerlo. Il cane deve imparare a capire di cosa si tratta. I proprietari devono controllarlo, ma non devono evitare che ci sia questa curiosità. Non devono mandarlo via, né punirlo quando si avvicina al bambino, a meno che non ci siano reali pericoli.
5. All’inizio soprattutto, essere sempre presenti e premiare i comportamenti corretti (se il cane si avvicina ed è tranquillo: bocconcino…)
6. Se invece si comporta in modo troppo agitato, meglio distrarlo con un bocconcino o un gioco, ma non punirlo.
7. La cosa più importante è che il bambino rappresenti per il cane qualche cosa di positivo.
Quindi, quando il bambino è presente, cercare di dare il maggior numero di attenzioni al cane, lasciare cadere dei pezzettini di cibo, accarezzarlo, parlare e giocare con lui. Quando invece il bambino non c’è, i proprietari daranno meno attenzioni al cane. In questo modo la presenza del bimbo viene associata al premio, all’esperienza positiva, all’interazione.

· BAMBINI PIU’ GRANDI

8. Quando il bambino sarà più grande, è bene che divida con lui il cibo, lasciando ad esempio che il cane lecchi gli avanzi del barattolino di omogeneizzati o dando dei bocconcini al cane. In questo modo il cane collega il bambino al premio, cioè al cibo.
9. I genitori devono insegnare ai bambini a rispettare le esigenze del cane, ad esempio, a non disturbarlo quando dorme.
Se il bambino è troppo piccolo, ma inizia a gattonare o camminare, la cuccia del cane deve essere posizionata in modo tale che quando il cane riposa il bambino non possa raggiungerlo.
10. I bambini devono essere tenuti sotto controllo anche per proteggere il cane stesso, che può diventare, anche se involontariamente, vittima di dispetti e maltrattamenti.
11. Il bambino deve essere abituato a chiedere al cane di eseguire alcuni comandi. Sarebbe opportuno che, prima di dargli un bocconcino, lo facesse sempre sedere. In questo modo il cane capirà che il bambino ha una posizione gerarchica superiore alla sua, e che deve obbedirgli e rispettarlo.
12. Spesso i bambini che vivono con dei cani in casa, tendono ad avere una fiducia assoluta anche nei confronti dei cani che non conoscono. Questo può essere pericoloso. Bisogna insegnare ai bambini (tutti, non solo a quelli che vivono con cani) il modo corretto di avvicinarsi ai cani: chiedere sempre il permesso, rimanere calmi, accarezzarli sotto il muso e non sulla testa, non fare movimenti bruschi ed improvvisi.
13. Si deve insegnare ai bambini a come evitare i morsi dei cani: immobilizzarsi, accucciarsi, non guardarli fissi negli occhi e non gridare.
I bambini devono sapere che i movimenti troppo bruschi, correre di fronte ad un cane libero e le grida possono provocare, involontariamente, un cane.

In ogni caso, sempre e comunque, BISOGNA ESSERE PRESENTI E MONITORARE IL CANE QUANDO E’ IN PRESENZA DI UN BAMBINO PICCOLO.

Naturalmente, a seconda delle reazioni che il cane ha avuto nei primi mesi, i proprietari saranno in grado di comprendere se il cane rappresenta o meno un pericolo per il bambino.
Di sicuro, se tutto si svolgerà in modo idoneo, i genitori potranno contare su un vero, grande ed unico amico per loro figlio, il migliore amico dell’uomo!

Ecco un video che da solo dice tutto:

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7 Commenti

  1. Ciao a tutti… vorrei un consiglio da voi… la mia famiglia è composta da me, marito, bimbo di 1 anno e un micio di 2 anni e mezzo… abbiamo sempre desiderato un cane e ora ci stavamo pensando…la settimana scorsa abbiamo adottato un cane in un’associazione, a detta dei volontari sembrava un cucciolone (2 anni) giocherellone mansueto ecc e poi quando è arrivato a casa l’educatore cinofilo che lo seguiva è emerso che si tratta di un cane da pastore, che necessita di molta attività motivazionale, che odia le manipolazioni e ha problemi a relazionarsi con gli uomini (infatti ringhiava in continuazione a mio marito). Morale: dopo 3 giorni abbiamo dovuto riportarlo perché completamente incompatibile con la nostra famiglia. Ora la mia domanda è… esiste un cane adatto ad una famiglia come la nostra? a sentire in giro sembra che chi ha bimbi non dovrebbe pensare al cane per questo o quel motivo…siamo un po’ giù di morale.. lavoriamo con i turni quindi in un modo o nell’altro qualcuno a casa c’è, per portarlo fuori due o tre volte.. solo che vorremmo conciliare le attività da fare con il cane con l’educazione di nostro figlio, vorremmo che in qualche modo condividessero gli spazi (nel rispetto reciproco, ovvio!).. partendo comunque dal presupposto che il primo posto spetterebbe al bimbo. Dovremmo aspettare che compia qualche anno in più (poi probabilmente arriverebbe un fratellino quindi saremmo daccapo…!)? Su che razza dovremmo orientarci? Ci piacciono le taglie medio grandi.. grazie a tutti

  2. Salve, sono tornata a rileggere questo vecchio articolo adesso che ne ho “necessità”.
    aspetto il mio quarto bimbo e attualmente ho due cani in casa (una Flat e una Jack), sono entrambe femmine e abbastanza equilibrate, la nostra routine oramai è abbastanza stabile e gli altri miei figli sono grandicelli e autonomi (hanno i loro compiti anche nei confronti dei cani e tutto fila liscio quasi automaticamente) la mia preoccupazione però è come reagiranno le mie pelose alla mia maternità: fino ad ora sono stata sempre io il punto di riferimento di entrambe, le ho prese che i bambini non erano più piccolini proprio per avere tempo da dedicare loro, tempo che adesso per ovvi motivi verrà a mancare, inoltre non hanno mai avuto neonati per casa, con mia nipote di un anno non ci sono stati problemi, anzi in più di un’occasione abbiamo trovato la bimba “imboscata nella cuccia dei cani, con un neonato però è diverso, anche perché sarebbe spesso in braccio a me… inoltre avremmo dovuto far accoppiare la Flat in estate, ritenete sia opportuno? non ha mai avuto cuccioli, sarebbe utile dal punto di vista “educativo”?
    con i tempi ci staremmo perfettamente, i suoi nascerebbero ai primi di Settembre e il mio a fine Novembre, lo spazio non mi manca e tantomeno la voglia, ma sarebbe utile o controproducente?
    Grazie in anticipo.

  3. Aggungo un consiglio per l’arrivo a casa del bambino:
    oltre ai consigli già dati, consiglio alle mamme (soprattutto se il cane è di grossa taglia), di non entrare a casa con il bambino, ma di lasciare il nuovo arrivato qualche minuto in macchina con un altra persona (c’è sicuramente qualcuno che le è venute a prendere in ospedale) e di entrare a casa da sole per farsi festeggiare senza problemi dal proprio cane.
    In questo modo, oltre a non “accusare” il nuovo arrivato per la nostra assenza di qualche giorno, non inizieremo neance un rapporto a base di “no” “giù” “piano” “fermo” limitandogli magari i normali festeggiamenti che ci farebbe dopo una nostra assenza.
    Facendo così, gli permettiamo anche di sfogare la sua voglia di festeggiarci, non ci facciamo ritrovare “cambiate” potendolo ricambiare come al solito, dopodichè arriva il papà (di solito sono i papà) con il piccolo neonato e si passa alle presentazioni e alle prime “istruzioni per l’uso” :-DDD
    …questo è quello che ho fatto io e credo fermamente che un senso ce l’abbia.

    • Io ho fatto una cosa simile, al “nostro” rientro, io e il nano abbiamo aspettato giù… il papà è salito a prendere i cani.
      Quando sono scesi le feste si sono sprecate, la carrozzina non l’hanno considerata, abbiamo poi fatto una passeggiata tutti insieme e solo al rientro in casa, con i cani stanchi e appagati abbiamo fatto le presentazioni 🙂

  4. Per noi che alleviamo cani di piccola taglia il problema principale è quello di “proteggere” il cane dal bambino. Molto spesso ci chiedono “un chihuahua per la nostra bimba che lo desidera tanto”. Cerchiamo subito di sapere l’età della bimba e, se ha un’età inferiore ai 10 anni, cerchiamo di dissuadere da questo tipo di razza. Spesso i genitori si offendono. Si affrettano a dire che il loro figlio/a è attentissimo, giudiziosissimo, ubbidientissimo. Vogliamo crederlo, ma il numero di incidenti di cui veniamo a conoscenza ci ha abituati a dare un’informazione corretta e completa. La caduta di un cucciolo di chihuahua da mezzo metro può essere fatale. I bambini, ingenuamente, prendono il cagnolino e lo mettono sul divano o sul letto… e patapunf, è la tragedia. Oltre al dispiacere per il cucciolino bisogna anche considerare il senso di colpa per il bambino che in buona fede ha causato l’incidente. Quindi riteniamo che chihuahua e yorkshire siano adatti a ragazzini più maturi e in grado di valutare il pericolo di volta in volta. Inoltre sono cani ben equilibrati ma hanno anche un carattere forte che li può portare, molto raramente, ad una reazione aggressiva se esasperati da giochi non adatti alla loro taglia (questo credo valga un po’ per tutte le razze, il bambino spesso non ha il discernimento per comprendere se un cane si sta innervosendo o si diverte). Il cane che riteniamo più adatto per i bambini piccoli è lo shih-tzu; pur essendo di taglia piccola a 3/4 mesi è già abbastanza robusto, è infinitamente paziente e non sa cosa sia l’aggressività. Resta il fatto che i bambini, come già esposto, devono essere educati ad un rapporto corretto e rispettoso con il cane e mai lasciati da soli.

    • Pienamente d’acccordo con la vostra linea.
      Se il bimbo è al di sotto dei 10 anni sono dell’idea che ci voglia un Cane, capace di contrapporsi alle “molestie” dei bimbi con la sola presenza fisica…
      Al parco ho visto tiranneggiare cani di talgia medio piccola, quasi mai quelli di taglia medio grande.
      Vuoi che il cane grande incute un certo rispetto, vuoi che un genitore vigila di più per paura di una possibile reazione avversa, sta di fatto che chi ci rimette è sempre e solo il cane di piccola taglia.
      Hanno poi voglia i genitori di dire che i loro sono “angioletti”, la verità è che i bambini sono bambini, e questo prescinde dalla loro volontà.

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