giovedì 21 Agosto 2025

Il cane in visita (a casa di un “collega”)

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

“Sei di passaggio da queste parti? Dài, che bello, vienimi a trovare! Come? Hai il cane con te? Ma porta anche lui, non c’è problema! Tommy va d’accordo con tutti!”

Questo tipo di conversazione, oltre che ad amichevoli incontri tra vecchi amici umani, porta spesso ad incontri…di boxe canina. E dopo i primi urletti di raccapriccio; dopo che i padroni sono faticosamente riusciti a dividere i contendenti (spesso rischiando – o beccandosi, a seconda di come gira la fortuna – anche un morsetto); dopo che il cane visitatore è stato riportato precipitosamente in macchina…immancabilmente si sente la Frase Storica: “Ma non capisco! Tommy non aveva MAI fatto così!
Il fatto è che…non c’è nulla di cui stupirsi!
Se Tommy non aveva mai fatto così, probabilmente è solo perché nessun intruso aveva mai invaso proditoriamente il suo territorio.
Anche per il soggetto più amichevole, festaiolo e giocherellone del mondo, infatti, c’è una bella differenza tra l’incontrare altri cani per strada o al parco e il vederseli piombare in casa.
Il cane (specialmente – ma non solo – il maschio) è un animale territoriale, che non accetta mai di buon grado di subire invasioni da sconosciuti, a due o a quattro zampe che siano.
L’uomo, fin dalla notte dei tempi, sfrutta a suo vantaggio questa prerogativa, su cui si basa la selezione delle razze da guardia: esse sono state create accoppiando sempre tra loro cani molto territoriali, diffidenti verso gli estranei, vigili e sempre pronti a reagire al primo apparire (anche lontanissimo) di uno sconosciuto.
Al contrario, la selezione dei cani da compagnia ha visto scegliere i soggetti meno territoriali, meno possessivi, più docili e ben disposti a fare amicizia con chiunque.
Oggi, dunque, se abbiamo un cane di razza X, dovremmo avere le idee abbastanza chiare su quale sarà il suo approccio verso gli estranei: ma dobbiamo anche ricordare che questo lavoro di selezione si è rivolto soprattutto all’atteggiamento del cane verso le persone…anche perché è piuttosto difficile che un barboncino decida di rubarci l’argenteria.
Al contrario, l’atteggiamento del cane verso i suoi simili è stato poco influenzato dall’uomo: e lo è stato quasi esclusivamente per quanto riguardava le razze che dovevano lavorare in gruppo o addirittura in muta (cani da slitta, cani da caccia ecc.).
Oggi questi tipi di cani sono tendenzialmente bonaccioni nei confronti dei loro simili: infatti gli esemplari rissosi e aggressivi, non potendo rendere efficacemente sul lavoro, non venivano usati in riproduzione.
In tutte le altre razze i rapporti inter-canini, per quanto concerne la territorialità, sono rimasti abbastanza “naturali”, liberi di manifestarsi come volevano: ed è per questo che anche il più dolce e pacioso dei cani da compagnia, se gli si porta un estraneo in casa, può trasformarsi in un leone.
E non c’è molta differenza, in questi casi, tra un barboncino, un dobermann e un meticcio.

Ma che cos’è esattamente questa “territorialità”?
E’ l’insieme dei comportamenti che si manifestano quando il cane decide di difendere attivamente una zona che considera “di sua proprietà” (o di proprietà del suo branco).
Quanto più è alta la sua territorialità, tanto più il cane amplierà il concetto di “proprietà”: quindi un cane molto territoriale, probabilmente, farà la guardia alla casa, al giardino e magari tenterà di “appropriarsi” (specie se gli permettiamo di marcarle con l’orina) anche delle zone limitrofe: per questo ci sono cani che tentano di mordere chiunque passi sul marciapiedi – pubblico – che sta di fronte a casa loro.
Un cane meno territoriale potrebbe limitarsi a considerare di sua proprietà la “tana”, anziché tutto il territorio: la stanza in cui vive prevalentemente, o la cuccia su cui dorme.
Come dicevamo poc’anzi, la territorialità nei confronti degli umani è legata alla razza di appartenenza, e quindi prevedibile. Quella nei confronti dei cani lo è molto meno.
Quando arriva in visita un cane estraneo, spesso è proprio il soggetto meno territoriale a causare problemi inaspettati: infatti, mentre un cane con spiccate manifestazioni di difesa attiva darà subito segni di nervosismo all’arrivo dell’intruso (il che, di solito, fa scattare un campanello d’allarme nei padroni), quello meno territoriale potrebbe giocare con il nuovo arrivato in giardino, lasciarlo entrare in casa senza manifestare il minimo segno di aggressività…e poi, magari, partire a denti spianati non appena l’ “intruso” entra in una certa stanza, o cerca di occupare la sua brandina.
In questi casi alla base della reazione c’è spesso un misto di territorialità e di possessività (ovvero senso di proprietà nei confronti di un oggetto) che può rendere la reazione davvero violenta: e siccome i padroni non se lo aspettano, può succedere che ci scappi una rissa seria.

REGOLA NUMERO UNO per i cani in visita, quindi:
accertarsi che il “buon carattere” e il “giocare con tutti” non siano riferiti solo agli incontri al parco, ma anche a precedenti esperienze di visite in casa. Se il cane si è rivelato amichevole con i suoi simili anche tra le mura domestiche, si può andare abbastanza tranquilli (fermo restando che può sempre scattare un’antipatia “a pelle” verso un visitatore diverso dai precedenti).
Se non ne siamo sicuri, o se queste esperienze non ci sono mai state, ecco la:

REGOLA NUMERO DUE:
far incontrare i cani in campo neutro, prima di entrare in casa tutti insieme. Se nasce un’amicizia, è probabile il “padrone di casa” sia più tollerante nel momento in cui l’”invasore” varcherà la soglia.
Però, visto che prevenire è meglio che curare…

REGOLA NUMERO TRE:
prima di accogliere un quattrozampe estraneo è sempre meglio far sparire tutto ciò che il cane di casa potrebbe considerare suo (ossi, giocattoli, brandina), e chiudere la porta delle stanze in cui si presume che il cane possa manifestare intolleranze (se dorme sul letto con i padroni, per esempio, è meglio evitare che il cane visitatore varchi quella soglia).

Queste regole sono praticamente imprescindibili quando i cani in oggetto sono due maschi: ma visto che non sono particolarmente impegnative, meglio seguirle anche se si tratta di due femmine.
Anche quando si tratta di cani…chi capisce le donne è bravo! A volte si amano, a volte si odiano a prima vista, a volte si amano per settimane o mesi,  poi magari vanno in calore contemporaneamente e si scannano.
Solo gli esperti cinofili solitamente (ma non sempre!) riescono ad intuire quando e se si avvicinano i guai: per i neofiti è molto più difficile, quindi la cautela non è mai troppa.

Quando i sessi sono opposti, invece, dovrebbe filare tutto liscissimo qualora sia una femmina a entrare in casa di un maschio (se poi si tratta di uno stallone usato spesso come riproduttore, l’entrata sarà sicuramente accolta da grandi manifestazioni di giubilo, alla faccia della difesa attiva. Per la serie “territoriale sì, ma scemo no”). Mal che vada, il maschio tenterà di montare la femmina, che potrebbe non gradire e difendersi: ma queste son cose che tra cani di sesso opposto succedono in continuazione, e non hanno quasi mai conseguenze serie: il rischio può esistere solo quando l’arrapato-maleducato, insomma, quello che appena entrato in casa d’altri cerca di scoparsi la padrone di casa, sia di taglia molto inferiore alla padrona di casa stessa (intesa come quella a quattro zampe, ovviamente).
Se è un maschio a entrare in casa di una femmina…dipende.
Ci sono certe “zitelline bisbetiche” (particolarmente diffuse tra i cani di piccola taglia con proprietarie anch’esse femmine e iperprotettive) che in casa loro non sopportano neppure la più educata annusatina e passano subito alle vie di fatto (solitamente molto ritualizzate, più fumo che arrosto).
Ci sono poi le cagnoline tutto-pepe che, felicissime di aver trovato un compagno per qualche ora, lo invitano al gioco e si danno alla pazza gioia. E qui, finché si tratta di yorkshire e bassotti, tutto va bene: mentre dal Labrador in su…il gioco potrebbe essere divertentissimo per i cani , ma devastante per la casa della persona che ci ospita.
In questi casi conta moltissimo l’educazione del cane in visita: se si tratta di un cane controllato e/o controllabile, il suo “aplomb” contagerà molto probabilmente il padrone di casa, e dopo qualche attimo di effervescenza i cani si metteranno tranquilli ai piedi del rispettivo umano, o opteranno per un rilassante gioco a terra.
Se il cane estraneo è un esagitato, e per di più è fuori dal controllo del padrone…be’, allora la visita potrebbe trasformarsi in un incubo, con repentina modifica del famoso proverbio: l’ospite non puzzerebbe più dopo tre giorni, come il pesce, ma dopo cinque minuti!
Quindi…

REGOLA NUMERO QUATTRO (ma forse dovrebbe essere la numero uno):
non portiamo MAI in casa d’altri cani di media/grande taglia disobbedienti, esageratamente giocherelloni, indisciplinati, in una parola…casinari.
E’ bellissimo vedere due cani che saltano, si rincorrono, rotolano in un prato: ma quando saltano sui tavoli, si rincorrono sui letti e rotolano sui tappeti anche il più grande cinofilo di questa terra potrebbe seccarsi un po’.
Certo, anche lui ha un cane: sicuramente può capirci, sicuramente sa cosa significa… ma questo non significa che si diverta. Magari il suo cane non sarà un esempio eclatante di civiltà e di educazione: ma è il SUO cane, appunto. E sta in casa sua. Anche se fosse viziato, ringhioso, insopportabile, anche se dormisse nel letto e mangiasse a tavola nei piatti degli umani…questo non deve autorizzarci a pensare che il proprietario debba (e tanto meno voglia) sopportare che anche il nostro faccia le stesse cose.
Prima di ogni altro accorgimento, dunque, facciamo una cospicua scorta di buona educazione prima di recarci in casa d’altri col cane al seguito: o la prossima volta potremmo trovarci di fronte a un soggetto territoriale e ringhioso, sì…ma a due zampe!

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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1 commento

  1. Io ho una cockerina e spesso in occasione di raduni tra appassionati di cocker ci troviamo a gestire situazioni di convivenza di anche più di dieci cani sotto lo stesso tetto. Sono presenti sia maschi che femmine con caratteri completamente diversi, non c’è mai stato nessun problema, a parte qualche “pisciatina” indesiderata da parte dei maschietti! Anche se i cani si vedono raramente si riconoscono e fannno immediatamente branco da buoni vecchi amici, questo è sicuramente dovuto al fatto che si sono inizialmente conosciuti in ambienti neutri! L’anno scorso 12 cocker e una splendida meticcia hanno festeggiato allegramente il Capodanno tutti radunati intorno all’albero di Natale. Il 2011 non è stato salutato con i botti ma con i loro abbaiare festosi ed è stato fantastico! Auguri a tutti!

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