di VALERIA ROSSI – Mai una volta che si possa scrivere solo di cose belle, di risultati importanti, di cani felici.
Mentre da un lato mi arrivavano le foto e i video che potete vedere nella puntata di oggi della storia di Raul, su FB un’amica mi raccontava questa storia veramente brutta. E non ditemi che giornalisticamente “bello” e “brutto” sono aggettivi da evitare, in quanto troppo banali: lo so. Ma questa è una storia proprio brutta e basta. Brutta perché intrisa di squallore, di pochezza e… sì, di banalità, visto che di storie come questa se ne sentono fin troppe e che alla fine appaiono davvero banali, addirittura scontate (mentre dovrebbero far saltare sulla sedia, friggendo di indignazione, chiunque le legga).
Lascio direttamente la parola alla mia amica, eliminando ovviamente dal suo racconto qualsiasi riferimento a persone e luoghi …non perché sia lei ad avere timori di sorta ma perchè, per assurdo, potrebbe finire nei guai proprio l’unica persona che, in questa storia, ha mostrato di avere un cuore.
La mia cagna sembrava in gravidanza isterica, quindi non mi sono preoccupata per la mancanza di segnali, né esterni, né interni (non si muoveva nulla). Poi , di colpo, appaiono perdite rosso scuro. Ho chiamato immediatamente un vet qua vicino, che – mi disse – era disposto alle visite domiciliari, ma al momento non poteva venire. Al telefono, senza aver visto la cagna, prescriveva Tetraciclina e Methergyn.
Non so perché non le ho dato il Methergyn, ma penso di averle salvato la vita.
Tre giorni dopo la temperatura scende a 37°, dalla vagina escono perdite verdognole. Chiamo il mio veterinario di fiducia, che dovrebbe intervenire d’urgenza, (ha una clinica, laboratorio di analisi ecc. ).
NON apre perché è festa: faccio notare che abita a 5 minuti da me e a 3 minuti dalla clinica.
Allora richiamo quello del Methergyn e chiedo se può venite a vedere la cana.
Si incazza perché non ho dato il Methergyn, sostiene (sempre per telefono) che la cagna è sicuramente in setticemia, lo capisce dalla temperatura: allora mi incazzo io e dico che non do proprio niente al cane se non viene a vederlo.
“Va bene, vengo… DOMANI”!
Sono disperata, mi viene un’idea…quello là, LUI!!!
Lo chiamo e mi dice: “Fammi portare il cane, perché mio figlio è in expo e non ho l’auto (sta a 30 km da me), per i soldi non ti preoccupare, quando li hai me li dai”.
Gli dei lo benedicano!
Chiamo un’amica, le pago per la benzina e mi porta la cagna da LUI, che la mette subito in gabbia parto, le fa pennicillina e ossitocina: dopo un po’ esce il primo feto, morto e stramorto. Si va avanti così fino a sera, tre feti: uno è ben fermo in un corno, decidiamo di aspettare.
Il giorno dopo mi chiama, la cagna sta bene, ma non espelle: non vuole fare altra ossitocina. Siccome è comunque da sterilizzare, decidiamo di operare. La cagna, al momento, sta bene e si sta riprendendo dall’intervento.
Ora ti dico chi è LUI. Lo conosco dall’89. E’ un praticone, opera le capre, i bufali, i maiali, i cani, i gatti, gli uccelli pesci serpenti iguane gechi eccetera. Non ha mai sbagliato una diagnosi o una cura, ma soprattutto c’è.
Non chiude, viene a casa, non ti dà l’angoscia perché conosce le situazioni economiche dei suoi clienti, ama gli animali, non va a dormire senza controllare come stanno i pazienti, non li “cura” all’infinito per farti pagare anche l’ultimo giorno di vita di un cucciolo che sta morendo.
Ti ho già spiegato in che zona sto? Una mattina due persone mi chiamarono fuori casa e mi fecero entrare in auto. Senza se né ma, mi portarono in una scuderia abusiva a visitare un cavallo azzoppato. Che io non fossi un vet non interessava: avevo un cavallo, mi intendevo di cavalli, dovevo visitare il loro. Lo feci, dissi di non farlo correre per due settimane almeno e di strofinare il nodello con tintura iodo-iodurata: una cosa che sanno tutti.
Mi riportarono a casa, mentre io me la facevo sotto in attesa della volante della polizia. Pensavo a tutte le storie sulle carceri femminili….non successe niente.
A lui sì. Con le stesse modalità è stato portato ad un pit, a ricucire dei cani da combattimento. Solo che lì la retata c’è stata e lui c’è andato di mezzo.
Tre anni. Non li fa chi stupra, a volte neppure chi ammazza…ma lui se li è fatti tutti. Per aver aiutato dei cani.
Se non ci fosse stato, mercoledì non avrei nessuna cana da abbracciare e sbaciucchiare e far dormire sul letto. L’anno scorso ho lanciato un’invettiva contro un veterinario: oggi dovrei farlo per due. Ma non ne vale la pena. Però, se ci fosse un minimo di giustizia, a LUI dovrebbero dare una laurea honoris causa.
Ecco: questo è il racconto. E i commenti sono difficili da fare.
Certamente io non intendo perorare la causa dei praticoni: anche perché, per un LUI che davvero, stando alla mia amica, meriterebbe una laurea ad honorem, ce ne sono millemila che fanno soltanto pasticci e danni. Chi ha letto i libri di James Herriot ricorderà sicuramente la storia di “povero papà” che sapeva tutto su come curare le vacche: i figli mettevano regolarmente in pratica i suoi consigli prima di consultare il veterinario, che regolarmente si trovava di fronte animali in fin di vita (e non riuscendo a salvarli, rafforzava nei contadini di quella fattoria l’idea che i veterinari fossero degli inutili mangiasoldi).
Sono contenta che la mia amica abbia avuto la fortuna di incontrare qualcuno che sapeva davvero dove mettere le mani, ma so anche per certo che questi sono casi rarissimi e che, in condizioni normali, bisognerebbe stare molto alla larga da chiunque professi una professione per la quale non è mai stato abilitato. Purtroppo, però, resta il fatto che quella cagna a quest’ora sarebbe morta e sepolta se la sua umana si fosse fidata solo dei veterinari “veri”, che in questa storia fanno una pessima figura.
E siccome non è certo la prima storia di questo genere che mi viene raccontata… mi chiedo se, prima di concedere una laurea (in veterinaria, ma forse anche in medicina umana), dopo aver accertato il superamento degli esami e discusso la tesi, non sarebbe il caso di fare anche un bell’elettrocardiogramma ai laureandi. E che non potesse accedere ad alcun dottorato chi non dimostrasse di avere un cuore.
Pessima e dolorosa la mia esperienza al CVT di Torino dove ho perso il mio cane per un semplice intervento che poteva concludersi diversamente, invece mi è stato restituito MORTO. il mio cane finito nelle mani sbagliate, nella mani di una di un incompetente veterinario che ha avuto diverse segnalazioni, Elisabetta Vasconi. diffidate di questo centro e di questo veterinario. Il dolore e la sofferenza che ho vissuto non la auguro a nessuno. Silvia
chiara in tutta onestà penso che un veterinario capace sia capace di riconoscere una cagnolina incinta a termine..
comunque credo fermamente che se trovi un medico di cui ti fidi non sia necessario girare la provincia in cerca di conferme.
del proprio veterinario ci si deve fidare, punto.
se non ha la tua fiducia meglio proprio cercare altrove,come faresti con il tuo medico di fiducia o il pediatra
io faccio 25 km all’andata e 25 al ritorno per portare il mio cane dal veterinario!
quello di zona, quando anni fa le portai una cagnolina trovata in mezzo alla strada, senza collare nè microchip, che era evidentemente incinta (ora, io non sono un veterinario e non ho mai avuto in casa animali gravidi, però insomma…stava scoppiando!), ha avuto bisogno di farle l’ecografia per accorgersi della gravidanza, che toccando a mano non aveva notato!!!! ed esattamente 7 giorni dopo la cagnolina ha partorito 4 tenerissime cucciolotte!
io non voglio generalizzare, sarà stato un caso, un eccezione, quel giorno lì non stava bene, era distratto, tutto quello che si vuole! sicuramente non metto in dubbio le sue conoscenze, però da quella volta lì prima di affidarmi completamente ad un veterinario, prima di far operare il mio cane, lo faccio visitare da più di uno! credo che sentire più pareri possa essere la soluzione ideale per evitare problemi poi!
Io avrei fatto esattamente come il veterinario per te distratto. faccio qualche considerazione, e non per polemica, ma come spunto di riflessione. Personalmente reputo che una cagna di cui non si sa nulla (dato che era appena trovata) con la pancia grossa, ci metto pure le mammelle sviluppate, molto probabilmente è gravida (incinta è un termine riferito alla donna, lo dico giusto per conoscenza), ma questo non è così scontato, né è possibile appurarlo con palpazione quando la gravidanza è troppo avanzata. Nulla vieta che vi possano essere altre cause di dilatazione addominale. E poi, una valutazione di vitalità fetale la posso fare solo così. Se, per ipotesi, la gravidanza non fosse andata a buon fine, magari in modo simile alla storia riportata, il giudizio in caso l’ecografia non fosse stata fatta sarebbe stato lo stesso? O avresti detto che il veterinario, nonostante sembrasse gravida, non si era preoccupato di vedere se tutto fosse regolare?! Lo dico solo perché a posteriori le cose cambiano e tutto sembra scontato. Ma in clinica niente è scontato.
Giusto, ma nessuno ha mai detto il contrario, almeno non lo leggo in nessuno degli interventi fatti dagli addetti ai lavori. Ma in compenso comparare il percorso di medicina veterinaria a quello di un educatore cinofilo mi sembra molto improprio, da qualunque parte la voglia vedere, fermo restando che sono percorsi di pari dignità professionale. Un ennesimo sintomo di come si butti pericolosamente tutto in un unico calderone.
Bah.. il veterinario che finito il percorso quinquennale non si aggiorna o non fa pratica in una struttura dove la sua mancanza d’esperienza viene coperta da altri (tutti devono imparare), vale lo stesso di un educatore che uscito dal corso si apre il campo: una emerita cippa. Ed in entrambi i casi, spesso, si gioca con la vita e la morte degli animali..
..quanto ringrazio il cielo di avere il veterinario che ho.. che c’è a qualunque ora del giorno e della notte, che tira giù dal letto il ferrista per operare come si deve, che è sempre, perennemente in studio anche a orari e giorni assurdi, con febbre e nei festivi. a quanto pare è un caso raro.. me lo tengo stretto…
Fai bene a tenertelo stretto, ma non è un caso isolato. Ciò non toglie che nessuno possa essere disponibile 365 giorni all’anno e 24 ore su 24, e che anche i veterinari hanno diritto ogni tanto a farsi una vacanza, a rispettare alcune esigenze familiari e ad avere impegni di varia natura che gli impediscono in quel momento di essere disponibile. E comunque, salvo imprevisti, danno sempre un’alternativa di riferimento. Ma l’omissione di soccorso è ben altra cosa e non è neanche lontanamente ipotizzata in umana (in questi termini).
esiste, ora anche per chi non soccorre un animale investito.
ho un rispetto profondissimo per la medicina veterinaria, ma come allevatore mi sento anche un po’ “praticona”: non perché non mi rivolga ai vet quando un cane ha problemi medici, ma perché in assenza forzata del vet per irreperibilità mi è capitato anche di far da sola… sempre, bene inteso, su cani miei, tanto che confesso… se ne avessi la possibilità mi piacerebbe da morire studiare veterinaria all’università, è uno dei miei grandi sogni nel cassetto. Però credo anche che le cose forse sarebbero un po’ più semplici se ci fosse una legge che punisce l’omissione di soccorso anche nei confronti degli animali.
Mariachiara, come sempre apprezzo molto l’onestà intellettuale, e tu almeno ammetti che ogni tanto fai di testa tua (ma rimango sempre dell’avviso che non vada fatto; se uno alleva, oltre al veterinario referente dovrebbe avere almeno un’altra struttura a cui fare riferimento in caso di assenza del proprio vet, magari indicata da lui). Però non confondiamo l’omissione di soccorso (verso cui esiste già una legge) con la non reperibilità o la non disponibilità di un veterinario. Capisco che la nostra professione è fatta anche di disponibilità, ma non si può pretendere che un veterinario viva 24 ore su 24 al servizio dell’utenza (sia chiaro che non mi sto riferendo a questo caso, in cui secondo me le cose sono state condotte malissimo, ma da parte di tutti). Ormai sono realtà diffuse le cliniche aperte 24 ore, e tra l’altro, se come dovrebbe essere (il condizionale lo metto sempre) si tratta di emergenze serie, richiedono il supporto di strutture ben allestite.
Faccio un piccolo sunto di quello che si legge in questa discussione dall’insieme dei commenti riguardo la professione veterinaria: i veterinari (la maggior parte,da quello che leggo qui) si laureano e poi non si aggiornano,i veterinari aprono un ambulatorio senza avere grosse esperienze ma poi nelle necessità urgenti si rifiutano di curare un loro paziente,i veterinari prendono in giro i loro pazienti parlando di lesioni osee inesistenti,i veterinari dovrebbero sottostare a leggi più severe e accusati di omissione di soccorso se irreperibili quando il cliente chiama per un’urgenza.A quanto pare devo ricredermi,viva i praticoni,gli allevatori con trentacinque anni di esperienza ma nemmeno un anno di studio e viva i proprietari che reputando il proprio veterinario flat,non si preoccupano di capire se in caso di urgenza nella propria città\paese ci sia un’alternativa all’ubiquitarietà del proprio medico.
che la cagna potesse essere rimasta incinta lo sapeva, scusa Redazione ma la sua disabilità non è un alibi in questo caso..può esserlo nel caso il cane abbia una torsione gastrica, non nello specifico.
anche perchè immagino che la signora abbia parenti o amici che la possono aiutare a trasportare il cane.
non posso giustificare in nessun caso il rivolgersi a questi praticoni, come non giustifico l’allevatore che diagnostica una tracheite per telefono.
e concordo appieno con la collega Luisa, il bravo clinico non deve essere nè umano nè simpatico..il bravo clinico fa bene il suo lavoro, punto.
e per quanto riguardo l’urgenza festiva ti assicuro che se un veterinario lavora da solo è impossibile per lui/lei essere reperibili 24 h su 24 365 giorni all’anno, non hai una vita…è più serio, se non si ha la possibilità di fare un vero servizio urgenze, avere un pronto soccorso di appoggio.
però capisco che per un cliente è difficile considerare la nostra effettiva umanità, fatta di casa oltre che lavoro.
vorrei fare una domanda e poi darmi una risposta…alla Marzullo!
se uno ha una colica renale piuttosto che un parto incipiente o un ascesso dentale, va da un medico o da Vanna Marchi?
bene , credo che portare il proprio cane dalla Vanna Marchi di turno vuol dire non considerare la vita del proprio cane alla stessa stregua della propria, mancargli di rispetto, anche se lui non lo saprà mai!
xD il mio primo veterinario, esercitava senza licenza….
Io ci ho messo un po a trovare il veterinario, ma ne è valsa la pena.
Le mie dottoresse sono fantastiche, mi avvelenarono il cane il giorno di natale, aprirono
lo studio all’isante.
Chiunque dovrebbe avere un veterinario (serio) di fiducia, che qualsiasi problema sappia aiutarti.
Anche se chiedo per telefono, difficilmente fara una diagnosi ma chiedera sempre di vedere il cane.
Almeno che non sia qualcosa di riconoscibile.
Una storia raccapricciante e l’ennesima pessima figura di alcuni Medici Veterinari.
Due anni fa ho lasciato Medicina Veterinaria ma a digiuno non sono, e di vet in vita mia ne ho visti anche troppi; finalmente ne ho trovata una che non solo è brava è mette la salute degli animali al primo posto, è anche onesta e coscienziosa. Ma… che fatica per trovarla! Troppe ne ho viste e troppe ne ho vissute, ed è un peccato che i professionisti seri vengano spesso “annegati” dal mare di incompetenti/furbi/avidi/ignoranti.
Felice che la cagna stia bene 🙂
possiamo evitare che in una qualsiasi categoria professionale ci siano incompetenti e furbi?
purtroppo no…e convengo con voi che nella mia professione ci sia in gioco la vita degli animali.
nella storia raccontata però, permettetemi, le prime gravi negligenze ci sono state dalla parte della proprietaria dei cani, che non si è minimamente preoccupata di verificare a tempo debito se la cagna fosse o meno incinta (ecografia dopo 25 giorni, sarebbe stata sufficiente a evitare il patatrac) e soprattutto, dopo aver visto perdite verdognole non si è PRECIPITATA in una clinica attrezzata (e non credo nella maniera + assoluta che non ci siano strutture adeguate a napoli, anche in giorni di festa).
dei colleghi che prescrivono farmaci in un caso così serio per telefono meglio che non parli…non li considero colleghi
Calzini, forse ti è sfuggito (l’ha detto in una sua risposta) che la proprietaria del cane sta sulla sedia a rotelle e quindi ha qualche problema a “precipitarsi” in qualsivoglia luogo. Il fatto grave è che i suoi vet la conoscono, quindi conoscono anche le sue difficoltà di spostamento: giorno di festa o meno, io un salto a vede’ sta cagna ce l’avrei fatto eccome. E penso anche tu.
Qualche anno fa la mia cagna, un pastore tedesco, ha inizato a zoppicare da una zampa anteriore. Vado dal vet, molto conosciuto in zona, che la visita velocemente dicendomi “zoppica di spalla” mentre io sostenevo zoppicasse di piede. Ma il vet è lui, quindi… lastra. Pre-anestesia alle 9:30 di mattina, la cagna l’abbiamo portata di peso in macchina e di peso (40kg) portata in casa. Assolutamente non in grado di reggersi sulle zampe fino alle 20:30 – 21:00 di sera. Il tutto per una lastra alla spalla. Ma non è questo il bello. L’esimio vet mi mostra la lastra e mi indica una macchia sulla spalla definendola una micro frattura. Mi dice di non praticare più artroscopia e mi da l’indirizzo di un collega amico a cui rivolgermi per l’esame e l’eventuale rimozione della scaglia ossea. Pago, saluto e me ne vado. Definitivamente!
Il grande vet non sapeva che per motivi professionali mi ero occupato anni prima di immagini diagnostiche e che ho avuto modo di allenare l’occhio alla ricerca dei cosidetti artefatti, oltre ad aver necessariamnete studiato anatomia. La macchia che mi indicava era semplicemente la sovrapposizione della scapola sull’omero che, nella proiezione fatta, era impossibile da evitare.
Ovviamente ho fatto successivamente controllare la lastra da altri due vet, senza dire nulla, i quali quando indicavo la macchia, rispondevano confermando la mia interpretazione.
La zoppia venne risolta da altra vet che, con grande calma e attenzione, visitò la cagna e trovò che aveva una sub-lussazione ad una falange… risolta con la semplice manipolazione.
Ora ditemi: come classificare il primo vet? Un furbo?
Di veterinari incompetenti è pieno il mondo,soprattutto di quelli particolarmente bastardi (scusate) che si fingono esperti in esotici e invece NON lo sono, per causa loro sono morti un sacco di animali. Credo che i modi per proteggersi da loro siano pochi… ma in ogni caso dei “praticoni” non credo riuscirò mai a fidarmi. Gli animali soffrono di così tante patologie che, se non vengono studiate, come si fanno a conoscere tutte?
Io vi racconto solo una cosa.
Lo scorso anno ho tentato il test di ammissione alla facoltà di veterinaria a Messina.
Il ragazzo seduto dietro di me (con cui ho fatto 4 chiacchere) è venuto all’esame con la cugina, che ha fatto anche lei il test..chiedendo un po’ cosa facessero nella vita,di cosa si occupassero, vengo a sapere che la cugina a parte dare una mano al ragazzo che lavora con il padre in un maneggio,è laureata in medicina e lavora in un laboratorio di biologia.
Alla fine dell’esame i due ragazzi si sono scambiati il test.
Lui è entrato. Io no.
Sono sicura che ci siano persone validissime nelle università (un paio di veterinaria li conosco) ma c’è anche gente che entra con delle agevolazioni,e poi va a fare il macellaio con le bestie degli altri.
Mi spiace molto leggere una risposta come quella della redazione riguardo questo argomento,perchè la faccenda “praticoni” è totalmente differente dalla negligenza di un professionista.L’alternativa ad un veterinario poco cosciente,poco disponibile o poco preparato è un veterinario professionale,cosciente,che ama il suo lavoro.Invece mi pare di comprendere che si prenda anche solo in considerazione l’idea che l’alternativa a tutto ciò possa essere un praticone.Se bastasse studiare,per poi sentirsi professionisti,durante un corso di studi non occorrerebbero lezioni di persone competenti o tirocini guidati e più di tutto esami…verifiche per intenderci.Credo anche,non me ne vogliate,che spesso si pensa che un professionista possa essere giudicato da chiunque,quando in realtà (tranne in situazioni palesi) spesso ci si slancia in interpretazioni di negligenza solo perchè alcuni passaggi nel lavoro di un professionista sono poco comprensibili o non portano nell’immediato il risultato atteso (non mi riferisco alla storia nell’articolo). Dico tutto ciò,perchè oltre a noi,ci sono altri potenziali lettori di tutto ciò: i praticoni,che secondo la mia idea non dovrebbero MAI avere appigli o giustificazioni ad una scelta lavorativa scorretta,quando in realtà a nessuno,a nessuna età è vietato iscriversi ad un corso di studi.Si è parlato di regolamentazioni più severe per i veterinari e su questo potremmo essere tutti d’accordo,ma mi domando,quali regolamentazioni poi ci sarebbero per chi un titolo professionale non lo ha?
Non voglio entrare troppo nella vicenda specifica,anche perchè ciò che penso a riguardo è stato riportato nel commento precedente,voglio solo rafforzare quello che l’autore dell’articolo ha già specificato nelle ultime righe,ma che secondo la mia idea è alla base del “buon senso”…la teoria,lo studio,la crescita guidata da chi può essere definito “insegnante”,sono solo l’inizio per una formazione pratica e secondo questo concetto,chiunque faccia credere a chi ha difronte di potersi affidare ad un titolo inesistente,dato solo dalla pratica (pratica,ricordiamoci nel caso specifico,fatta su essere viventi) deve essere trattato come tale. Chi crede di avere una pratica tale,da poter addirittura fare di questo il proprio lavoro,non avrà nessuna difficoltà nell’affrontare un persorso di studi,che lo renda poi alla fine un vero professionista.
Come in tutte le categorie c’è il professionista serio e quello meno. E, inoltre, quello serio non sempre è preparato, come chi lavora speculando non è detto che sia ignorante, anche se venale e non onesto. Detto questo, però, questo articolo mi lascia molto perplessa. In primo luogo perché comunque lascia intendere che un praticone possa anche essere bravo (sia pure in via eccezionale). Ora, il praticone può anche raggiungere un livello dignitoso nel suo saper fare, ma gli manca il sapere (tradotto in parole povere, non ha le competenze per riuscire a districarsi in situazioni che vadano oltre la sua routine, e gli eventuali insuccessi saranno già stati ampiamente messi in conto. Poi, è da vedere se effettivamente per il paziente doveva andare così). Poiché, in genere, la sua attività si basa sulla sua disponibilità e sulla sua economicità, il proprietario lo vede come persona onesta e integerrima e che tanto ama gli animali. Onesta non lo è, in quanto è un millantatore, e la sua disponibilità è l’arma che lo fa campare, e lo sa benissimo. L’economicità deriva da tanti fattori, in primo che lavora a nero, non ha costi di struttura, né di Ordine professionale, e in genere usa materiali scadenti, affidandosi al fatto che nonostante tutto gli animali spesso si riprendono. Sul discorso che non sbagli mai…parla da sé, in quanto il clinico più bravo è quello che fa meno errori. Chi non ne fa è per due motivi: o non lavora, o è abile nel far passare come previsto un evento negativo. E la cosa incredibile è che chi si rivolge a questi, in genere non li mette mai in dubbio, come i santoni. Però, le inadempienze dei proprietari non vanno mai considerate (come il fatto che tanto più un proprietario ha responsabilità, tanto più sarà attento a scaricare sul veterinario le proprie colpe). Ora, dal resoconto leggo che a questa cagna non è mai stata fatta una diagnosi di gravidanza nonostante l’accoppiamento fosse avvenuto sotto gli occhi della proprietaria (secondo la cui esperienza pratica, la cagna non era gravida ma pseudogravida…E infatti…). Inoltre, appurata la non disponibilità del primo veterinario che ha (molto poco professionalmente) fatta diagnosi telefonica, perché la signora ha atteso ben 3 giorni prima di consultare un altro collega? Se, come lei stessa dice, e a ragion veduta, non si lavora così perché non ha portato la cagna presso un’altra struttura? Il mio non vuole essere un processo a nessuno, ma bisogna anche che i proprietari qualche volta si facciano un esame di coscienza.
Luisa, ti rispondo prima io e poi passo parola alla diretta interessata, che mi ha mandato in mail la sua replica: non mi pare di aver fatto l’elogio dei praticoni, anzi… però è innegabile che un veterinario che non approfondisca il suo “sapere” spesso ne sa meno del praticone. Io posso portarti la mia esperienza personale: non mi sono laureata, per motivi vari, ma quando ho sospeso gli studi avevo dato 48 esami, quindi ero “lì lì”…e mi ero fatta anche sei mesi di tirocinio. Bene, quello che ho imparato allevando cani è stato decisamente MOLTO superiore a quello che avevo studiato all’Uni (parlo ovviamente solo di cani: sulle mucche ne sapevo tantissimo…peccato che non allevassi mucche, però!).
Conosco altri allevatori che sui propri cani le mani non le lasciano mettere a nessuno, salvo casi in cui necessita l’attrezzatura particolare o la competenza iper-specializzata (ma quella non la trovi comunque dal vet generico) e che si sono studiati tutto quello che ho studiato io, PIU’ molte altre cose di cui in facoltà non avevo mai sentito parlare. Insomma, la difesa della categoria è lecita, ma il corporativismo cieco non lo trovo troppo corretto: perché purtroppo i vet “non seri” esistono e i “non vet” competenti (magari solo su una singola specie, o addirittura su una singola razza…pure). Ho conosciuto allevatori a cui erano morti cani solo perché più di un vet non li aveva avvisati che quella razza aveva problemi con il composto X o con l’anestetico Y: e se poi si sono messi a studiare in proprio, come fai a dargli torto?
Con questo non intendo certo sdoganare i praticoni, che – come dici giustamente tu – non pagano le tasse, non pagano l’Ordine professionale (poi però mi dovresti spiegare a cosa servono gli Ordini, almeno per come funzionano in Italia…) e così via.
Ma se i praticoni possono esistere e prosperare, la colpa è anche del fatto che esistano troppi veterinari di cui non ci si può fidare e/o che mostrano totale disinteresse per il “lato affettivo”. Per questo ho parlato, scherzosamente ma non troppo, di “ECG obbligatorio”. E’ vero che gli incompetenti esistono in ogni categoria professionale, ma non dovrebbero esistere in quelle categorie che hanno in mano la vita di animali (o persone). Credo che abbia ragione Lisabetta, nel dire che occorrono regolamentazioni più adeguate per queste professioni. E continuo a credere che qualsiasi veterinario, anche se regolarmente laureato e abilitato, un po’ “praticone” in qualche caso lo sia: perché cinque anni di studi non sono sufficienti per conoscere davvero tutte le specie animali. Quando il mio pappagallo ha avuto un problema di salute neanche particolarmente serio, sono dovuta andare fino a Milano per trovare uno specialista in animali esotici, perché nessun veterinario “normale” ci aveva capito un tubo. Eppure, quando ti laurei, “teoricamente” dovresti conoscere tutte le malattie di tutti gli animali…
Allora Valeria (credo sia tu), la mia non è stata affatto una sperticata difesa corporativista, per nulla, e so anche io che ci sono delle “bestie” nella mia categoria, né ho detto che veterinario è sempre garanzia di professionalità e competenza (dovrebbe esserlo, ma non lo è, come in tutti gli altri settori). Inoltre, permettimi, non è pensabile che dopo un corso di studi universitario si possa conoscere tutto lo scibile medico, non conosco neanche io tutto della mia branca nonostante, credo, abbia una visione più approfondita e specialistica della media, e mi avvalga anche dell’attività di ricerca, che integro con quella clinica. Non mi fate dire cose che non ho detto! Però, un dubbio sullo studio fai da te me lo dovete concedere. Io non conosco questo grande uomo (ma perché non si è laureato, anche nel tempo?), ma conosco altre realtà devastanti di praticoni simil-veterinari e, di queste a me note, nessuna felice. Le stragi sono tante, ma ciò non toglie che i relativi proprietari le giustifichino sempre, forse perché ammettere di aver voluto fare le cose a prezzi bassi, senza poi porsi dei dubbi, farebbe scattare problemi di coscienza? (in molti di questi casi le tariffe sono al di sotto del possibile per acquistare i materiali! come facciano è da vedersi. Poi, come fanno i non addetti ai lavori a discernere le qualità e i relativi usi per me rimane un mistero). L’efficienza degli Ordini professionali è sicuramente dubbia, ma rimane il fatto che a me annualmente costa un botto perché obbligata a pagare una cassa previdenziale che non utilizzerò, dato che sono dipendente statale, ma altrimenti non posso svolgere l’attività clinica, che non mi incrementa lo stipendio e in compenso mi crea molte tensioni(anche se rimane una grande passione, alcuni proprietari a parte), ma serve per formare i veterinari in erba, e si fa. L’intervento che ha fatto Lisbetta, e a cui non ho voluto rispondere perché altrimenti non finirei più, è quello di una persona che ha una visione molto parziale e un po’ “presuntuosa” della professione veterinaria. Mi spiace dirlo, ma molte persone credono di sapere perfettamente come vada svolta un’attività clinica, ma questa è molto più complessa di quello che la gente pensi e un po’ meno catalogabile, anche se uno frequenta per motivi vari ambulatori o ambiti veterinari. Poi, io di ragazzi neolaureati che continuano a fare percorsi formativi ne conosco diversi, contrariamente a lei che ne ha vista solo una, ma non sempre è tutto arrosto, come non sempre l’aspetto formale corrisponde a quello sostanziale. Passo all’altro dicorso, i proprietari. Bene, ne ho visti e sentiti troppi dire che gli hanno ammazzato il cane, dimenticandosi però di averlo portato già semi-cadavere (ma era giusto dal giorno prima che stava vomitando…), o fare di testa propria e poi scaricare molto abilmente le responsabilità sul veterinario di turno. E mai, dico mai, nessuno che abbia avuto il dubbio che la versione fornita sia stata quanto meno edulcorata. Tralascio il fai da te dilagante indotto da Internet, tra siti divulgativi e di allevatori veterinari in pectore, che danno consigli a destra e a manca. La gente è più preparata? Forse, a volte, ma sicuramente è convinta di esserlo. Ma la clinica è una cosa seria, che richiede conoscenza, esperienza, confronto e verifiche continue e che non va banalizzata. Tutti invece sono clinici, in grado di fare diagnosi e terapie. A volte molti clinici mediocri sono bravissimi perché “amano gli animali”. Personalmente, reputo che quando si lavora in ambito clinco bisogna essere “asettici”, che non vuol dire “aridi”, altrimenti la mente non ha la giusta lucidità. Poi, sono daccordo che molti aspetti siano poco, o niente affatto, sviluppati. L’approccio corretto al paziente è parte integrante della professionalità e spesso è sottovalutato, come tante altre cose. Ma questo non basta ad annullare la validità di un percorso formativo, sia pure imperfetto.
Luisa credo che nessuno – né l’amica autrice della lettera (credo), né Lisabetta (credo)…e sicuramente non io (e qui sono sicura, mentre sugli altri posso solo fare ipotesi!) – abbia voluto “annullare la validità di un percorso formativo”.
Quello che tutti intendevamo dire è che il percorso formativo è una base a cui dovrebbero seguire (anche in umana, ma mille volte di più in vet, vista l’infinita varietà di possibili pazienti) degli step successivi che qualcuno compie, mentre molti altri se ne infischiano. Succede dappertutto, è vero: però io continuo a pensare che quando si gioca con la vita (di animali o persone, poco cambia) si dovrebbe avere qualche garanzia in più. Tutto qua. E quando queste garanzie non le trovi (anzi, siccome non le trovi in troppissssssssimi casi) ecco che finiscono per acquistare credibilità anche figure che, in un mondo migliore, non verrebbero neppure considerate, come quelle dei vari praticoni.
Tutto qua.
P.S.: sì sì,sono Valeria: la “redazione” so’ solo io…:-) o meglio, il figlio ed io, ma lui si occupa solo di smanettamenti web.
Valeria (ora vado sul sicuro :)!), non è solo questo. Quello che dici è vero, ma ti garantisco che i percorsi formativi post laurea sono fatti, e da molti seguiti. Tra l’altro immagino che il tuo periodo di studi corrisponda al mio (sono un po’ più giovane, ma appartengo a quell’epoca come percorso didattico). Attualmente l’impostazione è cambiata e nell’ultimo anno ci sono indirizzi in modo che uno studente possa fare esperienza clinica sulle specie su cui prevede di lavorare. E ti garantisco che sono pochi gli studenti che pensano alla laurea come punto di arrivo. E’ ovvio che non tutti gli studenti saranno bravi professionisti, diversi sì; qualcuno raggiungerà l’eccellenza. Ma la clinica è qualcosa di molto complesso e troppi ne parlano e troppi pensano di capirne. Io conosco bene il mondo allevamento e relativi allevatori (me ne sono allontanata, poi mi sono riaccostata ma in modo diverso e marginale), e ho trovato in genere le tue disamine sul settore molto puntuali, oltre ché intelligentemente ironiche. Ma, credimi, tutta questa competenza scientifica non c’è, salvo eccezioni. Io vorrei sapere le loro fonti di studio e aggiornamento scientifico quali sono e, soprattutto, che confronti e che verifiche fanno. In compenso c’è una grande presunzione, legittimata dal fai da te, che fa tanti danni. Troppi cani muoiono giovani, per strane malattie o tumori, e troppi problemi sono indotti da usi impropri di antibiotici e antinfiammatori (dati come l’acqua minerale); lascio perdere altre categorie farmacologiche. Ma a nessuno viene il dubbio, né nessuno si sogna di obiettare. E, guarda caso, ho visto vere e proprie farmacie, e relative terapie effettuate con grandissima disinvoltura da allevatori “esperti” e che hanno grande ascendente sull’acquirente del cucciolo e diventano poi il suo faro. Ti garantisco che nel settore clinico di mia competenza (ma non solo) sento e leggo cose che mi fanno a dir poco preoccupare. Se a questo aggiungi che ormai si aprono tavole rotonde su facebook, in cui tutti provvedono a dare i loro consigli e terapie (in genere lo spunto è: il mio cane ha…, il mio veterinario ha detto che (a volte questa parte manca)…., voi che dite? Le risposte sono tante e spesso terribili!), ti rendi conto di come è banalizzata la clinica; e non è una giustificazione, ma un fatto. E questa banalizzazione fa danni, grandi, di cui molti proprietari sono in parte cor(responsabili). Un tempo si diceva che in Italia ci sono 60 milioni di allenatori di calcio, adesso mi viene da aggiungere anche di veterinari, medici, ecc. E’ vero che la categoria veterinaria ha in molti casi rappresentati non degni, ma ti dico che questo è un problema generalizzato ed è il frutto di un’epoca che ha delegittimato la cultura in favore del tecnicismo e anche del fatto che non sempre chi accede all’università ha le giuste caratteristiche (non basta il test, ormai blindato). Sicuramente gli effetti sono più devastanti, hai ragione. Ma, per un cattivo veterinario, sicuramente ce ne sono altri più che validi, mentre mi risulta difficile trovare vera competenza clinica in altre figure verso cui c’è troppa benevolenza. E questa è una considerazione in generale, non riferita a te, ma al modo in cui molte persone valutano le cose in modo troppo sbilanciato e approssimativo.
Ciao Luisa, lieta di sapere che tu sia una veterinaria perché mi interessa molto parlare di questo argomento con una del settore. Visto che tu non hai voluto rispondermi direttamente (salvo farlo di striscio) ti rispondo io. Veramente volevo rispondere al tuo commento successivo ma non ho trovato il link “rispondi” e perciò prenderò due piccioni con una fava, come si dice, parto da qui e replicherò a entrambi.
Sono assolutamente d’accordo con te che ci sia una banalizzazione della clinica, leggo con raccapriccio i forum dove la gente ascolta i consigli di persone che, saranno anche brave e piene di buon senso, ma direi che queste non siano doti sufficienti a rilasciare diagnosi e/o prescrizioni di cure. I primi tempi intervenivo per mettere in guardia, per suggerire che si andasse dal veterinario, ma siccome mi prendevo secchiate di male parole, alla fine sai com’è… chi è causa del suo mal… ho smesso proprio di andarci su quei forum.
E mai porterei il mio cane o gatto che sia da un praticone, peraltro non ne ho mai conosciuti di persona, magari ce ne saranno anche di bravi. Ma esistono anche medici, ogni tanto li beccano, che medici non sono in quanto non hanno nessuna laurea e per quanto possano essersi dimostrati bravi vanno giustamente puniti.
Nel mio intervento non mi pareva di avere fatto generalizzazioni, io parlo per quello che ho sperimentato di persona in tanti anni, ho avuto a che fare esclusivamente con veterinari, direi 23 se non me ne sono scordata qualcuno per strada. Tra questi ho incontrato 5 eccellenze sia professionalmente che umanamente, 2 che avevano paura dei cani e dei gatti uno dei quali era pure allergico e visitava da una certa distanza (non scherzo), una che somministrava medicinali scaduti sostenendo che funzionavano lo stesso,il che oltre a essere una balla nel senso che se presi entro 6 mesi dalla data di scadenza il principio attivo è meno incisivo ma almeno non ci sono danni, se non la grave scorrettezza di non dire nulla al proprietario e di fargli pagare lo stesso prezzo di un medicinale che agisce al 100% della sua potenza. Se somministrati scaduti da oltre sei mesi possono fare male e lei li somministrava fino a che il flacone o la confezione non era finita. Aveva un ambulatorio che pareva un reparto dell’ospedale Meyer con pareti color pastello, decalcomanie con animali formato cartoon, poster spiritosi, di cui gli animali non se ne facevano una beata mazza e tante scale, due rampe, per accedere alla sala visita e sala operatoria e degenza. Scale che spesso i cani non erano in grado di salire e quando il cane è 40 chili non è semplice portarlo su in braccio, senza contare che non tutti i cani vogliono essere presi così. Però l’ambulatorio era tanto bellino… Una, sempre questa, che lavava nello stesso lavello, con la stessa spugnetta, le lettiere dei gatti e i tubi che si infilano in gola durante le operazioni. Che mi ha prescritto per il mio cane, con alle spalle un serio avvelenamento con danni permanenti alla cistifellea, svariate necrosi al fegato e molto altro, un antibiotico nel cui foglietto illustrativo si raccomandava di non somministrare nel caso di problemi epatici anche pregressi.
Un’altro che si ostinava a cercare di tirare via con delle pinzette dall’interno coscia del mio cane quello che lui aveva stabilito essere una zecca e che era invece un lipoma.
Un’altra facendo un’ecografia addominale ha sentenziato che la cistifellea del mio cane era normalissima, non vedeva le melmosità che c’erano e mi ha detto di sospendere le medicine, cosa che mi sono guardata bene dal fare per fortuna. Ho riportato il mio cane da una delle eccellenze di cui dicevo anche se dovevo fare chilometri.
Ah, le eccellenze erano tali solo come bravura non come esosità di costi, si facevano pagare più che equamente venendomi peraltro sempre incontro.
Altre 4 hanno visitato il cane e diagnosticato una gravidanza isterica senza mai fare un’ecografia, nonostante ci fosse stato un probabile accoppiamento e anche una fuoriuscita di latte (forse è più esatto dire siero) dalle mammelle nel frattempo ingrossate.
Secondo un altro era inutile la profilassi per la filaria perché in quella zona non esisteva pericolo. In quella zona, precisamente a 50 chilometri, il mio cane la filaria l’aveva presa. Colpa dei precedenti proprietari che non gli avevano fatto la profilassi, non c’è dubbio. Ma come si fa a sconsigliare di farla???
Tutto questo per sottolineare che non intendevo banalizzare la clinica, parlavo di fatti. E sinceramente non capisco dove il mio intervento ti fosse sembrato presuntuoso. Non sono un medico né un veterinario, mai ho somministrato alcunché al mio cane senza prima avere consultato il veterinario, nonostante le sue molte patologie mi avessero resa un filino “esperta”.
Ma pur non essendo un veterinario, né un educatore cinofilo, né un’allevatrice, qualcosina la so anche io. E non mi pare di essere presuntuosa se parlo di come un veterinario dovrebbe lavorare.
Poi sono di nuovo d’accordo con te quando si parla delle responsabilità dei proprietari, dei ritardi con i quali si muovono, spesso peggiorando la situazione se non addirittura rendendo vano ogni intervento medico. Ma a me pare che non si possano mettere sullo stesso piano.
Per concludere, sono , e ancora, d’accordo con te che la categoria dei veterinari non sia l’unica ad avere rappresentanti indegni e che, questo sì, sia un problema generalizzato (copio le tue parole perché sono chiarissime e condivisibilissime) “il frutto di un’epoca che ha delegittimato la cultura in favore del tecnicismo e anche del fatto che non sempre chi accede all’università ha le giuste caratteristiche (non basta il test, ormai blindato)”.
Scusa la lunghezza ma l’argomento mi appassiona…
Cara Lisabetta, credimi, apprezzo veramente le tue parole finalmente incisive (dette da un esterno e quindi non sospette di faziosità) sul fatto che la banalizzazione della clinica, e degli ambiti biologici in genere, è una realtà. L’elenco che tu hai fatto delle tue disavventure veterinarie è veramente triste e non ho motivo di dubitare quanto da te riprortato, ma solo dispiacermi come rappresentante della categoria. L’aspetto su cui io ho trovata un po’ di presunzione è quello sulle problematiche relative a come si fa (o meno) a costruire un percorso formativo. E questo perché, per una che le cose le vede dall’esterno, non credo che possa tout court definire problematiche e relative soluzioni. Purtroppo, un bravo clinico fa un Master, o aggiornamenti, ma questi non fanno il bravo clinico. E proprio perché vedo, in modo molto positivo, che hai una visione molto corretta dei ruoli, dico ciò. Per quanto riguarda le responsabilità dei proprietari, io non metto nulla sullo stesso piano, ma è indubbio che in molti casi ci siano (e alcune sono anche gravi e poco giustificabili), ma in nessun caso queste vengono lontanamente considerate. E per esperienza diretta, ti posso assicurare che molte cose vengono riportate in modo parziale, o del tutto alterato. Io leggo tanti articoli su questo sito, che trovo in genere molto interessanti e utili, oltre ché scritti con una leggerezza ironica che non guasta. Ma questo mi ha lasciata dubbiosa, per tanti versi, da me già ampiamente esposti negli altri interventi. E poi, troppe volte leggo il fatto che il veterinario bravo è quello che ha passione. Questa definizione non mi piace perché è letta in una maniera “sentimentale” da molti, che danno una valenza distorta e riduttiva. Il bravo veterinario clinico è colui che conosce il suo mestiere e lo porta avanti con professionalità (sicuramente anche con passione). Punto. Ciao e a presto.
Questa invece è la risposta dell’autrice della lettera pubblicata nell’articolo:
“Luisa, sono la tizia, quella della storia, impegnata al momento in un parto normale, di una cana che sarà sterilizzata ed andrà in pensione, in quanto io NON firmataria del documento sul comportamento etico degli allevatori.
Una che tiene orrendamente i suoi cani a dormire sul letto, a mangiare premium di pesce e patate, che si fa le diagnosi di gravidanza da sola, perché in 35 anni ne avrà viste un po’…una cagnara, insomma!
Io non ho mai detto di aver visto l’accoppiamento: ho visto che il maschio era entrato nel recinto dove stava la cagna, ma sono spariti per dieci minuti al massimo: per questo non ero affatto sicura che fosse avvenuta una monta. Poi… niente diagnosi, perché, per l’appunto, il vet che sarebbe dovuto venire a prenderla per gli esami del caso NON è venuto.
Un’altra clinica? e dove, a Napoli? a Caserta? E chi la portava la cana, io, a tutta velocità sulla carrozzella in tangenziale?
Il mio compagno a piedi? Il 25 Aprile, la Festa della Repubblica, qui è presa MOLTO sul serio: non passa un autobus.
Millantatore? Non millanta, tutti sappiamo chi è.
Il materiale che usa viene dallo stesso fornitore di altri veterinari e mi è capitato di vederlo quando ancora camminavo (una vita fa). Ago e filo da sutura della stessa qualità sono stati usati su di me per rabberciarmi il femore. Ricordo che quando vidi la sutura dissi che a saperlo mi sarei portato un praticone che cuciva meglio di un cerusico da ospedale.
Non ha preparazione ne’ cultura?
Diciamo che i due con l’ambulatorio provvisto di pavimenti Valentino ed aria condizionata hanno dato gli esami e mai più aperto un libro, mentre il millantatore passa le nottate a studiare, ad acculturarsi e quando si cominciava a suturare in intradermo, lui lo faceva da anni…
Sarà che mi ha telefonato 3 volte al giorno per dirmi come stava la canetta, mentre il signor scienziato della clinica si è ben guardato, l’anno scorso, di dirmi che i miei cuccioli si perdevano feci, sangue ed urina, per “guadagnarci” altri 100€…
E basta, sennò un paio di vet rischiano di farci una figura di merda: e ti lascio, perché questa incompetente cagnara deve aiutare la sua cagna nel suo ultimo parto ed è già uscito il primo cucciolo. La madre penserà che non servo a niente!”
Scusami, ma riporto con copia-incolla “Libero i cani in giardino, succede l’incidente: un maschio fa i salti mortali che solo i cani sanno fare e mi copre una femmina che non era destinata alla riproduzione. Spero che non sia rimasta incinta, ma se dovesse esserlo… pazienza”. Frase successiva “La mia cagna sembrava in gravidanza isterica, quindi non mi sono preoccupata per la mancanza di segnali, né esterni, né interni (non si muoveva nulla)”. Questo per chiarire che se faccio osservazioni, si basano su quanto leggo e null’altro. Non ho mai per questo dato etichette, né le ho pensate, però continuo a credere che a volte bisognerebbe fare un po’ meno affidamento sulla propria esperienza pratica. Se poi le cose sono andate come riporti in questo secondo intervento, devo dire che non coincidono. Poi, sul resto non entro nel merito, perché avrai trovato pessimi veterinari e me ne dispiace per la categoria, ma continuo a pensare che a volte esistono anche responsabilità dei proprietari (in genere) e che i praticoni sono sempre pericolosi (i veterinari, solo a volte). Non me ne volere, ma non reputo che, come dici tu, i veterinari rischiano di fare una figura di m…., se mai i veterinari che hai consultato tu. Spero che ne possa trovare di migliori, giuro che ce ne sono.
Rispondo io perché è colpa mia: siccome la descrizione della “fuitina” e del forse-accoppiamento (a cui l’amica non ha assistito) era molto lunga, ho accorciato la parte iniziale e ho scritto solo quelle due righe riassuntive, perché in realtà c’entravano poco con il tema di cui si voleva parlare. Chiedo venia: non pensavo che si sarebbe finiti a discutere sul fatto che l’allevatrice si fosse fatta scappare i cani e quindi non avevo ritenuto opportuno approfondire quella parte lì.
Infatti non era l’oggetto della discussione il fatto che si fosse fatta sfuggire i cani, ma la gestione successiva…Comunque mi arrendo, le colpe sono esclusivamente dei veterinari, e la gestione dell’allevatrice è stata eccellente e sempre conseguenziale. E io ho capito male un resoconto. 🙂
James Herriot, dove sei?
Cara Lauradeijack, se per me è poco professionale un veterinario che fa diagnosi telefoniche (ma che comunque ha ben altri percorsi formativi, almeno sulla carta, e comunque è abilitato a fare diagnosi), un allevatore (salvo non sia anche veterinario) non ha nessun criterio (tranne le sue convinzioni, i suoi percorsi formativi faidate, i passaparola, ecc.), né lo può fare, per legge. Quanto tu affermi denota veramente quanto alcuni rappresentanti della categoria allevatori si equiparino al clinico. Tra l’altro l’oggetto dell’obiezione era un altro. Leggi meglio questa discussione e ti renderai conto che l’osservazione verteva sul fatto che, per il proprietario della cagna, un allevatore può fare diagnosi telefonica (non può proprio farlo, lo ricordo!!!!) mentre la veterinaria era stata superficiale, pur avendo almeno vista la cagna. Non mi risulta che esista la tracheite (?) genetica del Cane Corso, tale da giustificare questa grande specifica competenza dell’Allevatore, per quanto possa conoscere i SUOI cani. I due pesi e le due misure li faccio, eccome!! Al pessimo veterinario va contrapposto solo il bravo veterinario, e niente più. Altrimenti, la cura è peggio del male, sempre. Forse sarebbe ora che anche molti allevatori iniziassero a fsrsi un bagno di umiltà e si mantenessero nei giusti ruoli (ovvero di conoscitori tecnici della razza, sempre che lo siano. Punto), se veramente amano il cane.
non è poco preofessionale , E’ VIETATO !!! LO SEGNALI AL SUO ORDINE
Io ho “abbandonato” proprio la settimana scorsa la veterinaria di zona…
Sì, perché andavo da una vicino casa per le calate e per le cose serie (vedi sterilizzazione) ne ho uno di strafiducia…ma è a 50 km.
Comunque vado perché la mia cucciola tossiva da un paio di giorni e lei, senza neanche toccarla con un dito, ha sentenziato che magari si era graffiata la gola mangiando qualcosa e di non preoccuparmi!
Visto che 2 giorni dopo non era migliorata, anzi, mi avvio verso un altro veterinario in zona che ha una buona fama ma è un po più lontano e nel frattempo chiamo l’allevatore per un consiglio.
L’allevatore capisce subito che si tratta di tracheite, visto che metà dei suoi cani ne soffre in questo periodo, mi consiglia un farmaco e nel giro di 2 giorni la mia cucciola era già migliorata!
La veterinaria mi ha quasi dato l’impressione che avesse paura a toccare il mio cane, perché è una cucciola di 1 anno…ma di Cane Corso!
Basta dirlo che come taglia massima cura i cocker e io ne avrei cercato un altro…cosa che farò comunque ora!
Caro Luigi, perché reputi che la veterinaria sia stata ìncompetente in quanto non ha nemmeno visitata la tua cucciola (ma almeno l’ha vista) mentre il consiglio telefonico dato dall’allevatore (che quindi non l’ha neanche vista) è invece stato ponderato e pieno di competenza (derivata da…? Perché i suoi cani ne soffrono in quel momento?!)? Non è almeno un po’ contraddittorio? Scusami, ma è solo per far notare come si sia sempre pronti a valutare con occhio diverso in relazione alla persona con cui si interagisce in quel momento.
Ovviamente la cagna era con me dalla veterinaria quando non si è neanche degnata di guardarla…altrimenti non mi sarei dimostrato così scandalizzato!
Per quello che riguarda l’allevatore, oltre a fidarmi ciecamente di lui e ad essere un appassionato ed esperto vero della razza e dei SUOI cani, mi ha detto solo che avevano gli stessi sintomi anche alcuni dei suoi e li ha curati con il farmaco X !
Abbiamo spesso scritto su queste pagine di cagnari e allevatori senza scrupoli, e quando si ha la fortuna di trovarne uno serio va elogiato e non attaccato!
In effetti nella mia storia una contraddizione la leggo anche io, e cioè che è strano che un problema sia più in grado risolverlo un appassionato con una consulenza telefonica che una laureata con una visita…naturalmente pagata!
Sostengo anche io che il veterinario è un lavoro che va fatto con un minimo di passione e di cuore…e a livelli umani tocca anche me, visto che il mio lavoro è l’Operatore Socio Sanitario!
Ma ti posso assicurare che anche nella sanità le cose non si fanno per passione, anzi…probabilmente è anche peggio che la situazione veterinaria! :'(
Caro Luigi, la passione per una razza e la sua conoscenza sono una cosa, sentirsi in grado di fare diagnosi e terapia telefonica, un’altra. Non ho detto che l’allevatore è un cagnaro, ma sicuramente non ha competenze clinica vere. E te lo posso sottoscrivere (salvo a dimostrarmi che ha fatto precisi percoirsi formativi). Quando si riuscirà a capire che allevamento e conoscenza di razza non sono sinonimi di conoscenza clinica? La mia osservazione comunque non era a difesa della veterinaria (probabilmente superficiale), ma, semplicemente, un far notare che per te (come per altri) qualunque cosa dica l’allevatore (che comunque non ha neanche visto la cucciola, è un fatto) va bene, perché appassionato e conoscitore della razza (e quindi in grado di dedurre tutto e profondo conoscitore della fisiologia e della clinica). Poi, scusami, ogni volta io capisco male quando leggo (sarà l’invecchiamento). Nella prima mail dici che ti ha consigliato un farmaco, nella seconda che lui lo dava solamente, e tu hai colto al volo il dato. Credimi (allevo amatorialmente, e seguo allevamenti di allevatori che per fortuna non confondono i ruoli, pur esperti della loro razza), finché si crederà che la passione permette di fare qualunque cosa, gli unici a pagarne saranno solo i cani. Aggiungo, anche, che forse la tua cucciola è migliorata per il farmaco (a volte ci prendono) ma, forse, l’irritazione ha fatto solo il suo decorso (so che dirai che non appena hai dato il farmaco, la tosse è rientrata, per cui non specificarmelo). Se mi affanno a dire queste cose, non è per difesa della categoria (che ha eccellenze e incompetenti, come tutte), ma del cane, che amo profondamente. Conosco tanti colleghi che svolgono il loro ruolo con competenza e disponibilità, evitiamo generalizzazioni.
Hai ragione al 100% sul non generalizzare, cosa che io odio!
Infatti in tutte le categorie ci sono persone competenti valide e gentaglia…e il mio parallelo di prima con la sanità voleva dire proprio questo!
Conosco un veterinario di cui mi fido ciecamente e dal quale vado per cose serie, ma è a 50 km da casa mia… per un po’ di tosse mi aspettavo che la veterinaria dietro casa bastasse!
Come ho già detto non ci andrò più e pace!
Il discorso allevatore è più complesso, diciamo che la vedo più come Valeria…
Comunque ti assicuro che mi ha consigliato lui stesso quando ho avuto dei problemi di consultare il veterinario perché non poteva consigliarmi lui…e anche che non seguo alla lettera tutti i suoi consigli…anche se legge spesso questo portale e ora rischio che mi becchi!
Ah ah, apprezzo la tua temerarietà. Sul discorso delle competenze cliniche dei “fai da te”, mi dispiace, ma non dò credito perché non ne ho visto uno avere conoscenze approfondite (salvo appunto quelli che hanno avuto vere basi), ma sempre molto settarie e superficiali in quanto derivate solo dall’esperienza personale (che ha un suo indiscutibile valore, ma non nel campo medico, salvo come integrazione), a volte corredata da studi monchi e pertanto con visioni molto parziali. Quando sento gli allevatori parlare di cose mediche entro in uno stato di taciturna sofferenza (non ha senso neanche rovare a smuoverli dalle loro certezze). L’aspetto difficilissimo da comprendere (credimi, è lo sforzo massimo che faccio con gli studenti e per loro è difficile metterlo a fuoco) è che tutto quello che uno studia (e poi bisogna vedere la qualità della fonte) è un estrema sintesi e catalogazione di un mondo che ha molte più sfumature e molte più variabili. Il clinico più bravo è quello che le considera tutte, o quasi. Guarda caso, un clinico esperto è molto più cauto di un pragmatico. E l’insuccesso per il pragmatico (che può anche aver letto tanti libri) per lui è sempre dovuto ad altro, perché non ha la visione di insieme. Diverso è il discorso sulla conoscenza della razza, sulle sue problematiche e sui criteri di allevamento. Allora, sicuramente, la competenza di un valido Allevatore è molto importante e può molto aiutare il clinico che sicuramente non conosce tutte le problematiche di razza e, a volte, di specifiche linee di sangue. Come sempre, le cose migliori derivano dall’integrazione delle competenze e non dalle invadenze di campo.
Scusa , ma mi pare di aver letto nell’articolo che un vet ha prescritto il methergyn al telefono. Non facciamo due pesi e due misure, oppure salviamo tutti.
c’è una disciplina che si chiama SEMEIOTICA = studio dei sintomi . Noi diamo 3 esami di semeiotica per laurearci . Il suo allevatore quanto ha preso agli esami ?
La mia cagnolina,la mia migliore amica,mia sorella è morta all’improvviso,una mattina ha iniziato a perdere sangue dalla bocca,abbiamo chiamato il veterinario e la collega,lei una donna inqualificabile,ogni volta che è stata chiamata per emergenza era in ferie,giorni in cui però risultava aperto.Lui,peggio di lei,lo chiamiamo,risponde dop0 10 chiamate,glu chiediamo aiuto erano le 9 e 30,sue parole,non posso venire,alle 10 e un quarto apro,non prima,quando è arrivato,peraltro in ritardo,la mia amata cagnolina non c era più,e lui così indifferente,non c’è piu nulla da fare.È uno schifoso,se fosse successo a qualsiasi altro cane,lo avrebbe fatto morire,in quel tempo anche un cucciolo si sarebbe dissanguato.Sul suo biglietto da visita ovviamente c’è scritto reperibilita h24,vergogna.meglio un praticone con un cuore,che un medico senza la minima passione per il suo lavoro.
Forse a questa categoria succede quello che sta succedendo a molte altre, anni di finto studio, lauree che diventano simili a passeggiate più che a percorsi faticosi di studio serio. Professioni che vengono intraprese non per reale passione e interesse ma in base alle possibilità di far soldi che lasciano intendere. Zero controlli, nessun obbligo di corsi di aggiornamento, una legislazione inesistente, in pratica, che regolamenti la professione, almeno negli standard…
Le persone che decidono di condividere la propria vita con un animale sono decisamente aumentate in questi ultimi anni, così come è aumentata, almeno rispetto al passato, la preparazione di queste persone, l’attenzione al benessere del proprio animale. Di conseguenza gli interventi di cui c’è bisogno sono ben altro rispetto a quelli di una volta. Eppure conosco veterinari che al di là di tagli di palle non sanno andare, che danno consigli da far accapponare la pelle, che non sono in grado di riconoscere un lipoma da una zecca!!!! Che riempiono di medicinali per togliere i sintomi di una gravidanza isterica diagnosticata senza alcun esame né ecografia. Col risultato che isterica non era per nulla… Che dissuadono i clienti dalla profilassi per la filaria sostenendo che tanto in quella zona non esiste…. Potrei scrivere un libro sui miei incontri con i veterinari e non è detto che prima o poi non lo faccia.
Per fortuna ne ho trovati altri non solo competenti, non solo aggiornati, non solo che intendono la loro professione come quelle per cui gli orari e la disponibilità non possono e non devono essere rigidi, ma, come dice Valeria, se venisse fatto loro l’ elettrocardiogramma l’apparecchio comincerebbe ad accendere tutte le lucine come fosse un albero di Natale per mostrare un’anomalia. Un cuore smisurato, decisamente fuori dalla norma… ;D
Che la persona in questione si sia scontrata con due veterinari superficiali e poco competenti è fuori discussione, ma da studente di veterinaria vi chiedo di non permettervi di parlare di “percorso di studi simili a passeggiate” perche questo è stupido,falso e offensivo…vi inviterei a fare anche uno solo dei nostri esami, per il qualeci prepariamo per MESI
Non è in discussione la preparazione di TUTTI i veterinari, ma ormai spuntano come i funghi laureati che SANNO che il proprietario di un cane è come il genitore di un bambino. Farebbe qualsiasi cosa e spenderebbe qualsiasi cifra. QUALSIASI è proprio il nocciolo della questione.
Per troppi anche l’obiezione di coscienza è un modo di lucrare.
Se non ti piace che lo si pensi di te, sappiti regolare di conseguanza…ah, di amore per gli animali nel tuo commento offeso non si legge nulla.
Vorrei solo puntualizzare una cosa. Se qualcuno si iscrive a medicina veterinaria per fare soldi si sbaglia di grosso, grossissimo. Il veterinario è ad oggi al penultimo posto nella classifica tra i professionisti con laurea. Peggio di noi solo gli Psicologi…
Ciao Alice, già a me quando si dice “non permetterti di dire o di parlare”… mi salta la mosca al naso. Se poi si aggiunge che quello che uno ha appena detto è stupido… beh… Prima di tutto mi spiace se ti sei sentita offesa dalle mie parole, se hai letto tutto avrai anche trovato che mi sono sperticata di lodi per quei veterinari che svolgono con scienza e coscienza la loro professione.
Strano che spesso la gente salti su solo quando si dice qualcosa di negativo nei confronti della categoria di appartenenza, e non si esprima invece per rafforzare le cose positive dette.
Tutte le facoltà (diciamo quasi tutte) ma sicuramente Veterinaria è tra queste, hanno esami seri, il problema è come li si danno questi esami, come vengono giudicati gli studenti, come vengono attribuiti i voti, come si arriva alla laurea.
E questo, come dicevo nel mio commento, riguarda un po’ tutto l’andazzo moderno.
Con la mia frase “percorso di studi simile a passeggiate” non intendevo dire che gli esami da sostenere siano bazzecole, tutt’altro. Intendevo però dire che si lascia che spesso i percorsi di studi siano affrontati come passeggiate. E dico in generale non solo a veterinaria sia chiaro.
Lisa, avendo dato 48 esami a vet ti posso assicurare che una passeggiata NON è. Non so se sia cambiato qualcosa dai “miei tempi” (sempre preistorici), ma col finto studio non si andava da nessuna parte. Se c’è un limite (e purtroppo c’è) alla facoltà di veterinaria è, semmai, quello di concentrare in cinque anni di studio il “decuplo” (si dice? Boh, vabbe’, mi hai capito) di quello che si studia a Medicina (umana) in sei anni: solo che lì devi occuparti di una sola specie, e qui di millemila… PIU’ la specie umana, perché gran parte del percorso di studi veterinari è anche teso a “proteggere l’uomo” dagli animali (vedi tutta la parte relativa allo studio dei cibi di origine animale, per esempio).
Insomma, per quanto tu ti impegni e studi come un dannato, dopo la laurea ti tocca per forza ricominciare daccapo e decidere di cosa ti vuoi occupare: e se sono i cani ad interessarti, devi proprio ricominciare quasi da zero, perché (sempre che non sia cambiato qualcosa, magari qualche studente può dircelo) sempre “ai miei tempi” quello che si studiava davvero a fondo erano i bovini…e a seguire gli altri animali da reddito (cavalli, pecore, maiali eccetera). In cinque anni io di cani e gatti ne avrò visti una decina, metà dei quali sul tavolo di Autopsie.
Oggi che cani e gatti sono quasi più degli umani, e che servono competenze molto più specialistiche, ho l’impressione che gli studi di base siano diventati ancora più insufficienti di quanto non fossero trent’anni fa: devi specializzarti per forza e continuare, anche dopo, ad informarti, studiare, seguire i nuovi sviluppi: perché ne arrivano in continuazione.
E’ difficile, è dura, è una vitaccia: e per di più il mondo lavorativo è inflazionato, quindi il classico “veterinario” ha una strada tutta in salita. Non mi stupisce che qualcuno scelga, dopo la laurea, strade più “facili”, come quella di infilarsi nell’ASL di turno e diventare. di fatto, un esperto soprattutto in scartoffie. Mi fa inorridire, però, che qualcuno scelga – ufficialmente – la strada della medicina vera, quella che imporrebbe l’uso di scienza e coscienza…e poi si scordi allegramente della seconda.
Valeria, col finto studio si va avanti eccome!La nostra società è piena di medici per umani e per animali che quando li incontri ti chiedi a questi chi gliel’ha data la laurea, come hanno fatto ad ottenerla perché si dimostrano talmente incapaci che non ti spieghi.
Con questo non intendo dire che TUTTI i medici o TUTTI i veterinari siano così, per fortuna nostra e degli animali.
Ho incontrato diversi veterinari giovani, laureati negli ultimi anni e di tutti questi solamente una ha continuato a studiare, a specializzarsi, a fare master, ad andare ai corsi di aggiornamento. Gli altri si sono fiondati ad aprirsi il loro bravo ambulatorio dopodiché ovviamente, è iniziata la selezione sui casi da accettare o meno (stazza, razza, problematica) con le scuse d’ogni tipo. Orari rigidi, nessuna reperibilità, ovviamente nessuna tenuta di cartelle cliniche, visite a domicilio rarissime.
Strumentazione non ne parliamo.
Io penso che la professione abbia un urgente bisogno di regolamentazione, seria regolamentazione, che il percorso formativo vada rivisto, che si cominci a dover rendere conto degli errori fatti.
Io non li voglio più trovare veterinari che hanno palesemente paura del cane che devono visitare e perfino del gatto (mi è successo).
Ma ripeto e lo ripeterò fino alla nausea: per fortuna esistono anche Veterinari con la V maiuscola, che non guardano gli orari, che sono reperibili, che si fiondano a casa se è necessario, che sono competenti, generosi, e salvano moltissime vite.
Ecco, mi piacerebbe che fossero anche loro a chiedere profondi cambiamenti nel settore veterinario perché tutto ciò che succede di male, di brutto, di indecente, non fa del bene neppure a loro.
Il problema è distinguere tra il bravo e il non-bravo veterinario… E quella della filaria-che-non-esiste-in-questa-zona mi angoscia un po’ visto che è esattamente quello che mi ha appena detto (proprio mezz’ora fa) il mio veterinario! Devo preoccuparmi o è davvero possibile che a Belluno ( città ) non esista? A me ha detto che a causa dell’escursione termica il parassita muore nella zanzara e che il problema c’è solo in zone più basse della provincia ( da vittorio veneto in giù ). Però non capisco che guadagno ne abbia a sconsigliarmela, visto che con due cani del peso dei miei in totale verrebbe 120€… Mi ha consigliato piuttosto, se eventualmente vado, per meno di un mese, in zone a rischio, di fare una puntura al ritorno che elimina il parassita se c’è, ed è più economico… Però continuo a non capire che guadagno ne abbia lui a farmi spendere meno!!
Non so che cosa stia succedendo a questa categoria perchè episodi simili sono sempre più frequenti.A me è successo un paio di mesi fa per un’ urgenza, fortunatamente è finita bene perchè, al secondo tentativo, ho trovato un veterinario “vero”…ma è stato un incubo.
Purtroppo i veterinari si dividono in due categorie: quelli che lo fanno per mestiere e quelli che lo fanno per passione.
Se ti capita il primo tipo il tuo pet è rovinato in caso di reale emergenza. Vanno bene sono per fare le vaccinazioni, ma a patto che sia tu a sapere quando, cosa e come.
Se invece sei fortunata e ti capita il secondo tipo di veterinario… tienitelo stretto, è qualcuno che sarà sempre presente.
grandissima cazzata ! non si faccia sentire dai miei colleghi se non vuole finire linciato .
Ne abbiamo piene le balle , di quelli che visita no per telefono ( non si puo’ , lo segnali all’Ordine ) di quelli che vengono il giorno dopo ( non si puo’ si deve mandare in Pronto Soccorso ) di quelli che lo fanno per passione e si fanno pagare poco ( lo fanno anche loro per soldi , di solito lavorano di merda ma ahnno costi piu’ bassi ed evedono il fisco , ma sono mediamente piu’ paraculi degli altri ) e sprattutto ne abbiamo piene le balle dei praticoni . Quella cagna andava diagnosticata correttamete e operata in tempi brevi . La colpa di quanto è successo è dei de veterinari , del praticone che ha rischiato grosso facendo ossitocina ad ina cagna che poteva essere ostruita e lui non lo poteva sapere senza rx o ecografia , e della PADRONA !!! CHE NON CAPISCE UN CAZZO E HA MESSO A RISCHIO LA VITA DEL PROPRIO CANE PER RISPARMIARE E NON ALZARE IL CULO !
SE UNO STA MALE DAVVERO VA IN OSPEDALE E NON CHIAMA IL MEDICO A CASA !
mi scuso per gli errori di battitura e le parolacce , ma fate davvero andare fuori dalla grazia di Dio !
il morale di questa storia è : DUE PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI PER DUE VETERINARI SCORRETTI + UNA DENUNCIA PER ABUSO DI PROFESSIONE DI UN CAGNARO + UN CANE CHE HA PATITO MOLTO PIU’ DEL DOVUTO E HA RISCHIATO GROSSO . COMPLIMENTI ALLA PADRONA DEL CANE CHE LO VIENE A SCRIVERE SU UN BLOG !
SI VERGOGNI !
LEI NON DEVE DETENERE CANI !
Perfettamente d’accordo con Massimo Pelizza.
I due veterinari hanno colpe che vanno segnalate all’Ordine di appartenenza per il procedimento disciplinare. La signora ha le sue colpe perché pretende di curare un cane con sintomi che giustamente la preoccupano senza muovere un dito se non per comporre dei numeri telefonici. I pronto soccorso veterinari ormai sono dovunque così come i professionisti poco seri li troviamo in qualsiasi professione: medici, avvocati, commercialisti etc
Però ciò che più mi lascia perplesso è l’articolo di Valeria Rossi che dà enfasi all’indiscutibile malpractice dei due veterinari e, pur non perorando la causa dei praticoni, propone per LUI addirittura una laurea ad honorem glissando sui gravi reati penali commessi dal praticone e dalla proprietaria del cane.
Il reato di abuso di professione commesso da entrambi è forse il meno grave se paragonato agli altri reati commessi sia dalla proprietaria del cane che cura un cavallo in una scuderia abusiva sia dal praticone che sutura cani utilizzati in combattimenti abusivi. Gestire scuderie abusive che vivono di scommesse clandestine sfruttando e maltrattando i cavalli fino allo sfinimento è un reato quanto i combattimenti tra cani e prestare cure senza denunciare si chiama favoreggiamento oltre ovviamente al reato di abuso professionale ma per la giornalista forse questi sono peccati veniali che non vanno nemmeno evidenziati. L’indolenza dei due veterinari invece…..
qui gli errori sono veramente tanti, a partire da chi non ho capito se alleva cani ma non è in grado di riconoscere una gravidanza a si limita a sperare che la cagna non sia gravida (ma farla vedere per capire no?), poi appunto l’unica azione che in caso di guaio intraprende è chiamare qualcuno e poi spedire il cane facendolo accompagnare da altri da un praticone.
Lo pseudo vet è più bravo dei vet e più onesto oltre ad avere più tempo? Ma certo che sì, non ha passato 5 anni della sua vita a studiare e superare esami, non ha una partita IVA o fatture da emettere, fa tutto in nero (ovviamente), non è perseguibile perchè se fa casini va di mezzo anche chi lo fa lavorare perchè chiamasi favoreggiamento di reato penale, per cui anche crepassero due cani su tre di quelli su cui mette mano chi gli dice qualcosa? Certo in questo caso hanno sbagliato anche i vet chiamati che non hanno risposto dato che dovevano inviare ad altri in grado di provvedere, ormai di vet se ne trovano ad ogni angolo di strada, a volte pure a chiedere la carità… ma la signora non ha sicuramente fatto quello che avrebbe dovuto, sono troppi gli animali che crepano o soffrono perchè chi li “ama tanto” è di una ignoranza colossale e pure di una pigrizia infinita.
Ovviamente i Veterinari (anzi i colleghi)non sono angeli, non sono anime elette e tra loro trovano posto eccellenti e mediocri professionisti, onesti e ladri, appassionati e annoiati. Non è giusto idealizzarli come neppure generalizzare negativamente.
Alcune considerazioni sul fatto specifico:
1) Lo so che è bello poter avere un Veterinario sempre pronto a qualsiasi giorno del giorno e della notte e nei festivi ma questo comporta una fatica immane da parte nostra. Lo so perchè ho fatto 10 (dieci) di pronto soccorso 24h con turni massacranti di 36 ore filate (giornata, notte e mattina) e tre incidenti a causa della stanchezza con l’auto. Ora che non faccio più il PS io e un mio collega abbiamo deciso di dare comunque la reperibilità notturna e festiva. Non capita spesso di dover fare interventi notturni (festivi si ma pazienza) ma quello che più fa fatica è dover organizzare in due tutto il tempo libero fuori dalla clinica. Vuol dire non poter invitare un amico a cena, non poter andare a trovare i parenti, non poter fare sorprese, uscire all’ultimo etc. Vabbè abbiamo deciso di dare questo servizio ma vi prego di pensare a questa cosa e a quanti sacrifici implica fornirlo. Questo perchè nella nostra zona manca un PS 24 ore. Dove invece i PS ci sono usateli ma soprattutto informatevi preventivamente della loro esistenza in modo da non dover fare tutto all’ultimo momento.
2) Il collega che ha fatto una diagnosi al telefono ha fatto una cazzata (valeria si può dire cazzata?) ed è una cosa che fin dal 2° anno di università ci hanno detto di non fare MAI. Piuttosto fare la figura di quelli che vogliono vedere il cane per spillare i 30 euro di una visita ma non fare mai una diagnosi a voce.
3)I praticoni non mi piacciono, per nulla. Un po’ perchè penso al culo che mi sono fatto per fare l’università. I momenti di smarrimento, le crisi esistenziali le notti a studiare e lo svuotamento che provavo dopo che un esame non era andato come speravo. La delusione di vedere quanto sia poi difficile farsi spazio nel mondo professionale pur rimanendo onesto. Le tasse da pagare, i corsi di aggiornamento obbligatori etc etc etc. Poi perchè un praticone come giustamente fatto notare ne trovi uno buono su millemila e io non mi prenderei la responsabilità di elogiare una categoria a così alto rischio di cialtronaggieria. Poi come detto l’incapace lo trovi anche tra i veterinari ma se permetti stiamo parlando di proporzioni ben diverse.
4) la professionalità dei veterinari si sta deteriorando. Penso che sia vero. Le facoltà sono molto più propense (e costrette) a facilitare il percorso degli studenti trattandoli come liceali irresponsabili e coccolandoli per non perdere iscrizioni. I corsi più facili e a dimensione “umana”.
Ecco credo di aver detto quello che mi premeva dire.
Il tuo pensiero è perfettamente condivisibile. Però faccio una precisazione sull’ultimo punto: la professionalità si sta deteriorando non solo nell’ambito della Veterinaria ma, purtroppo, in tutti gli ambiti; fermo restando che, per fortuna, esistono diversi ottimi studenti. Questo a un’analisi di massima, perché, contrariamente a quanto si crede, il livello di formazione si è sicuramente elevato e i professionisti di oggi (quelli validi) hanno competenze (e mezzi) molto superiori a quelli di 20-30 anni fa. Non è esatto pensare che c’è il problema delle iscrizioni, in quanto il numero dei partecipanti ai concorsi di ammissione supera di molto quello dei posti disponibili (che ormai sono a numero chiuso). Il docente non tratta gli studenti come irresponsabili, ma è in qualche modo costretto a confrontarsi con la realtà che ha di fronte, che è spesso molto disomogenea. Un corso universitario (qualunque esso sia) non può sopperire a una formazione di base lacunosa, che è il prodotto di tanti fattori. Le responsabilità partono da lontano, ma non è il caso di fare analisi sociologiche che vanno ben oltre.
Ribadisco, però, che nessun pratico (o, peggio, praticone), acquisirà mai una vera formazione professionale solo sulla base del fai da te e, quindi, diventare bravo nel vero senso della parola. Anche io ho cani da quasi 40 anni e leggo tutto il leggibile sull’etologia e sui criteri di educazione del cane ma, nonostante sia avvantaggiata da una formazione clinica-biologica e supportata dall’esperienza, non mi sognerei mai di sentirmi educatrice o addestratrice cinofila, né di aprire un campo di attività cinofila, né, tanto meno, sindacare sui criteri di come si forma un educatore-addestratore, non avendo alcuna percorso formativo in tal senso (mi scuso se faccio un riferimento personale).
L URGENZA SI PORTA IN PRONTO SOCCORSO . SE SI CERCANO QUELLI “COMODI ” SI RISCHIA , CARO SIGNORE