domenica 17 Agosto 2025

Controllo ed autocontrollo

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Confesso che, le prime volte in cui ho sentito parlare di “autocontrollo” nel cane, mi è scappato da ridere: la prima immagine che mi è venuta alla mente, infatti, è stata quella del cane Zen che, quando gli girano i cinque minuti, si mette in posizione yoga, magari facendo “OMMMMM”…
Adesso utilizzo spesso anch’io questo termine, visto che le cinofilosofie l’hanno portato ad essere di gran moda e che in fondo rende bene l’idea, pur facendo presente che di vero e proprio “autocontrollo” in realtà non si tratta: il cane, infatti, non decide autonomamente di gestire  le proprie emozioni e di “trattenerle”, ma viene indotto da noi a comportarsi così.
Quindi proprio “auto-auto”, questo controllo, non sarebbe.
In ogni caso, l’importante è capire cosa intendiamo con questo termine: ed intendiamo il fatto che il cane, in preda all’impulso fortissimo di fare una determinata cosa (mangiare, correre, abbaiare, mordere, saltare addosso…), decida spontaneamente di non farla, o di farla in modo assai più moderato di quanto non gli direbbe il suo istinto.
Che differenza c’è tra un cane addestrato (ovvero un cane che riceve un comando che lo obblighi a moderarsi/fermarsi) e un cane “autocontrollato” che si modera/ferma da solo?
Apparentemente nessuna per quanto riguarda il risultato finale: ma ce n’è molta dal punto di vista della psiche del cane, che NON è un animale naturalmente dotato di particolare autocontrollo.
Il cane è un animale esuberante, istintivo, impulsivo, che tende sempre a manifestarsi “al massimo”: un po’ di autocontrollo gli viene insegnato fin da piccolissimo dalla mamma (e in parte dai fratellini) che gli fanno capire, per esempio, che ci sono diversi modi di usare la bocca e i denti (regolazione del morso); o che bisogna frenare l’impulso di esplorare un territorio, non allontanandosi troppo dall’areale di appartenza.
Tolte queste piccole cose, però, il cane è naturalmente un estroverso… e personalmente non trovo giusto né naturale, appunto,  chiedergli una continua gestione controllata delle emozioni e degli impulsi (in cinofilosofese: “di mantenere sempre un arousal intermedio”), semplicemente perché lui NON è fatto così… e lo dimostra il fatto che un eccesso di autocontrollo finisce per creare cani non calmi, ma spenti. Cani che non sanno più fare i cani, che non provano più interesse per nulla; cani che  (purtroppo ne abbiamo visto in quantità industriali nel corso dei seminari “Cooperazione tra specie”) non usano neppure più il naso, perché intanto, qualsiasi odore sentano e qualsiasi impulso gli venga stimolato da quell’odore, sanno già di non potergli dare seguito.

L’eccesso di autocontrollo, insomma, porta a una sorta di “cani zombie” che personalmente osservo con puro orrore, ma che per assurdo fanno la felicità di gran parte dei proprietari.
Un cane che non abbaia, non morde, non corre, non salta addosso eccetera è infatti il sogno di molte, troppe persone che non si rendono conto di non volere un cane, ma un peluche.
Purtroppo ci sono moltissimi educatori/istruttori che anziché dire proprio al cliente: “Affida il cane a qualcun altro  prenditi un trudino, perché è di questo che hai bisogno”, lavorano talmente sugli autocontrolli da finire per… trudineggiare il cane stesso.
E con immenso disappunto di chi invece ama il cane-cane, l’abbinata “cane spento-padrone soddisfatto” si incontra sempre più frequentemente, specie nelle nostre città. Molti educatori/istruttori, sulla realizzazione di questa abbinata, hanno costruito business milionari.
Personalmente, l’avrete capito, NON sono una fanatica dell'”autocontrollo”: io preferisco di gran lunga che il cane sia libero di esprimersi da cane per la maggior parte della sua vita, ma che sia sotto il mio controllo nei momenti in cui esagera, o in quelli in cui è necessario che stia più calmo di quanto non vorrebbe.

Ma proprio qui sta la differenza tra l’avere un cane addestrato, che per esempio può essere messo seduto e rimanere immobile di fronte a uno stimolo forte (il classico gatto che gli passa davanti) e un cane zombie, che gli stimoli non li sente neppure più, o comunque li ignora tutti.
La linea di demarcazione è sottile, molto sottile, e noi umani tendiamo a varcarla con troppa facilità proprio perché il cane spento, il cane zombie, il  cane-peluche, è purtroppo è un cane comodo.
E’ sicuramente la vita moderna, piena di impegni, di preoccupazioni e di nervosismo, a farci desiderare questi non-cani, così come, ancor più tragicamente, ci porta a desiderare dei non-bambini.
L’abuso di psicofarmaci, sia nei cani che nei cuccioli umani, deriva proprio da questa necessità di non avere altre rotture di scatole oltre a quelle che già ci impone la vita di tutti i giorni: ma se ci soffermassimo un attimo a pensare a quali mostri stiamo creando, penso che ci renderemmo tutti conto di quale drammatico errore stia alla base di queste scelte.
Ma se i bambini, bene o male, è normale volerli… avere un cane NON è obbligatorio, non ce lo ordina il dottore, non serve alla conservazione della nostra specie: e proprio per questo, per assurdo, prima di prenderne uno bisognerebbe farsi un esame di coscienza ancora più profondo di quello che si fa quando si decide di mettere al mondo un figlio.
Vogliamo davvero “un cane”? Benissimo. Prendiamoci un cane.
Vogliamo qualcosa che non morde-non abbaia-non fa le feste-non corre-non annusa?  Trudino forever!
O in alternativa, robottino: ormai ce ne sono di graziosissimi.
Sì, lo so che vi state chiedendo “ma che sta a di’, la Rossi, stamattina? Noi speravamo che ci spiegasse come insegnare l’autocontrollo al cane e questa ci proprina lezioni sulla responsabilità e sulle scelte!”
Calma. Mo’ ci arrivo, agli esercizietti: però, prima, ci tenevo a farvi notare la differenza tra cane sotto controllo, cane autocontrollato e cane zombie.
Perché se non ci si pensa un attimo sopra, si tende troppo spesso a cercare quest’ultimo: e nun se deve fa’!
Detto questo: come si insegna al cane un giusto autocontrollo, nei giusti limiti?
Per esempio, mettendolo in condizione di doversi per forza calmare prima di ottenere il risultato voluto.

Facciamo un esempio molto classico:  quello del cane che, all’apparire della ciotola, si mette a dare i numeri. Salta, abbaia,  dà capocciate alla ciotola dal di sotto, rischiando di farci scatafasciare tutto il cibo per terra… e una volta che siamo riusciti a posare la ciotola a terra, ci si avventa sopra con la delicatezza dell’incredibile Hulk e magari comincia a ringhiare a tutti quelli che passano nei dintorni. Questo comportamento è ovviamente inaccettabile, e per cambiare le cose abbiamo due soluzioni:
a) insegnargli ad attendere a comando, in posizione seduta,  che posiamo la ciotola (controllo);
b) metterlo in condizione di capire da solo che deve calmarsi per poter mangiare (autocontrollo).
Come si fa? Nel primo caso si dà l’ordine “seduto” (o “seduto-resta”) e si attende che il cane abbia obbedito prima di posare la ciotola a terra.
Nel secondo caso si tiene la ciotola in alto, anche sopra la testa, e si comincia lentamente ad abbassarla: ogni volta che il cane fa un passo verso la ciotola, o abbaia, o smatteggia, si riporta la ciotola in alto. La ciotola verrà posata a terra solo quando il cane avrà atteso pazientemente, senza far casino.
Lo stesso vale per i cani abbuffoni: con il controllo si può dare l’ordine “piano” (o altro equivalente) per far sì che il cane mangi più lentamente.
Per insegnare l’autocontrollo si può utilizzare una ciotola divisa in scomparti, o inserire qualche grossa pietra in mezzo al cibo  (“grossa” vuol dire GROSSA, ovvero di dimensioni tali che il cane non abbia alcuna possibilità di ingurgitare pure quella), cosicché il cane sia costretto a ragionare su quello che fa e a mangiare con maggior calma.
Il risultato è lo stesso e anche le procedure possono sembrare simili: ma in realtà c’è una differenza abissale tra l'”ordinare” al cane di fare (o non fare) una cosa e il farlo arrivare da solo, ragionandoci sopra, alla soluzione giusta. E detto così potrebbe anche sembrare che la seconda opzione sia di gran lunga la migliore… ma attenzione all’effetto-zombie di cui ho parlato a lungo in apertura. In realà è verissimo che imparare a controllarsi fa bene al cane: l’importante è che non gli si chieda di controllarsi sempre, ovunque e comunque… perché alla fine si potrebbe ottenere l’effetto opposto a quello sperato, ovvero un cane che non fa più niente di spontaneo e istintivo. Il che lo renderebbe un non-cane.
Per non varcare questo pericoloso confine occorrono sensibilità, buone basi di etologia, profonda conoscenza del cane in generale e del proprio cane in particolare: quindi, per favore, fate molta, molta, ma molta attenzione a non abusare delle richieste di autocontrollo. E okay, basta, non lo ripeto più: ora vi parlo di alcuni altri esercizietti di autocontrollo.

SALTARE ADDOSSO:

Il classico metodo di interporre una gamba piegata tra il proprio corpo e quello del cane (gamba ferma immobile, non gamba che ammolla ginocchiate!) insegna al cane a controllarsi, perché alla fine si rende conto che saltando NON raggiungerà il nostro petto o il nostro viso (che è quello a cui mira).

SCENDERE DALLA MACCHINA:

Anche qui, il metodo classico (richiudere la portiera o il portellone se il cane si scapicolla, lasciandolo scendere solo quando attende il nostro ordine) è un misto tra controllo ed autocontrollo. E’ controllo se aggiungiamo l’ordine “aspetta!” o “resta”, è autocontrollo se lasciamo che il cane capisca da solo che buttandosi fuori prima dell’ordine si vede richiudere la via d’uscita.

LASCIA:

Quando giochiamo col cane (per esempio col salamotto), possiamo ottenere il “lascia” immobilizzandoci con il salamotto vicino a corpo e dandogli un ordine (controllo), oppure immobilizzandoci nello stesso modo ed aspettando che il cane molli da solo (autocontrollo). Nel primo caso si tratterà di un esercizio di obbedienza, nel secondo il cane imparerà ad autocontrollarsi quando, durante un gioco, il suo partner smette di collaborare.

BASTA:
Lo stesso esercizio (con immobilizzazione, ma stavolta anche mettendo le mani aperte in avanti davanti al muso del cane) si può utilizzare per fermare qualsiasi azione (cercare coccole, cercare attenzione, giocare corpo a corpo eccetera). Si può dare il comando “BASTA” unito al gesto delle mani, oppure immobilizzarsi semplicemente non collaborando più con il cane: il primo è controllo, il secondo autocontrollo.

ESERCIZI DI CALMA GENERICI (abbassamento dell’arousal):

1 – imparare ad approcciare con delicatezza la mano che tiene un boccone.
Si prende un bocconcino molto gradito al cane e lo si tiene poggiandolo su indice e medio, come nella foto: dopodiché si appoggia il pollice sopra alle altre dita. In questo modo il cane vede e sente il cibo, ma non lo può raggiungere.
Un cane casinaro, frenetico ed esaltato (tutte cose che non ci piacciono) farà mille cose diverse nel tentativo di prendere il cibo: darà musate, tenterà di mordicchiare (per questo NON bisogna chiudere la mano a pugno: altrimenti a mordere ci riesce! Invece la mano va tenuta stesa), gratterà la mano con la zampa, forse abbaierà di frustrazione… fino al momento in cui si darà una calmata e verrà a leccare la mano con delicatezza, oppure si siederà in attesa delle nostre decisioni.

A quel punto la mano “magicamente” si aprirà e lui potrà accedere al cibo, imparando così che con la calma si ottiene qualcosa, e facendo casino non si ottiene un bel nulla.
Attenzione: per fare esercizi col cibo è indispensabile:
a) che il cane abbia fame (quindi, mai farli a pancia piena);
b) che il cane desideri moltissimo il tipo di cibo che gli proponiamo (quindi bisogna individuare ciò che gli piace di più al mondo e usare quello, anche se a  noi fa un po’ schifo: io ho sempre addestrato gli husky col fegato bollito, di cui andavano pazzi, anche se il solo odore mi fa venire la nausea.
Siccome il fegato di odore ne manda molto, lo mettevo a bollire (oppure in forno), me ne andavo altrove e al ritorno spalancavo le finestre e spruzzavo deodorante a tonnellate. Però non ho mai scelto qualcosa che piacesse di più a me: era troppo importante avere ciò che desideravano loro.
Molto spesso l’educazione/addestramento fallisce solo perché i proprietari utilizzano crocchettine comode da tenere in tasca, carucce, inodori… e probabilmente anche insapori.
Il che equivale a dire a un bambino  “se fai per benino tutti i compiti ti permetto di leggere l’Ulisse di Joyce”, anziché “se fai per benino tutti i compiti ti lascio giocare con la playstation”.
Usare il cibo come esca, in alcuni casi,  è lecito… ma l’esca deve essere appetibile, altrimenti nessun pesce abboccherà mai: neppure il pesce-cane (vabbe’, battutaccia. Passatemela).

2 – I giochi di attivazione mentale, oltre a risvegliare appunto l’intelligenza, insegnano anche al cane l’autocontrollo: infatti lui imparerà molto presto che il cibo contenuto nei giochini NON si raggiunge distruggendoli, nè spingendoli in giro per casa, né abbaiandogli contro, ma solo mettendosi lì tranquilli a pensare e trovando infine la soluzione.

Gli esempi potrebbero essere migliaia, ma credo che il concetto si sia ormai capito: al cane può essere “ordinato” di fare o non fare qualcosa, oppure lo si può mettere in condizione di capire da solo che restare calmo è più conveniente dell’agitarsi. Ovviamente il secondo metodo richiede molto più tempo e pazienza: inoltre, come abbiamo detto e stradetto, c’è il rischio di creare cani troppo calmi (e quindi spenti).
Per evitarlo bisogna usare sensibilità e fantasia: per esempio, nel gioco del tiramolla, quando il cane accetta di lasciare il giocattolo perché noi abbiamo smesso di collaborare bisognerà tornare a farlo giocare allegramente (se non lo facciamo, il cane tende a spegnersi: e la prossima volta che prenderemo il salamotto è probabile che partecipi al gioco con minore entusiasmo. In questo modo si possono creare cani che non sanno più giocare, purtroppo frequentissimi). Quando il cane smette di saltarci addosso, dovremo essere noi ad abbassarci verso di lui e a dargli due coccole. E così via.
Insomma:
a) bisogna sempre che a una frustrazione segua una soddisfazione;
b) bisogna tenere molto ben presenti i limiti tra autocontrollo ed autoinibizione, che purtroppo sono limiti labili proprio perché, per il cane, l’autocontrollo non è una cosa del tutto naturale.
Il controllo invece lo è, perché il cane, da animale sociale qual è, tende spontaneamente ad aspettarsi che qualcuno gli dica ciò che deve fare.
Ecco perché io non sono una fan sfegatata degli esercizi di autocontrollo e preferisco, in linea di massima, il controllo (ovvero, l’addestramento propriamente detto: che non consiste nell’obbligare il cane con la violenza, come qualcuno vorrebbe far credere, ma nel dirgli ciò che desideriamo che faccia), pur ammettendo che una giusta dose di autocontrollo possa essere molto utile per una miglior convivenza tra cani e umani.
La parola chiave, però, è “giusta dose”.
Se ci si ricorda di questo, tutto sarà possibile e non si avranno cani spenti, ma semplicemente cani più sereni ed equilibrati: il che significa, in due parole, che i primi ad “autocontrollarci” dovremo essere noi!

Autore

  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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52 Commenti

  1. Io sono disperata…ho un pastore tedesco di 14 mesi che in passeggiata di autocontrollo ne ha 0 verso altri cani o gatti.
    Il problema è che non posso uscire senza la paura che tirando per reagire ad uno stimolo mi faccia volare da qualche parte…perchè parliamoci chiaro: di forza per tenere un cane di 40 kg ce ne vuole e purtroppo io non sono una culturista…Come gli posso insegnare l’autocontrollo in questa determinata situazione? sono abbastanza avvilita…

    • Ciao Alessia, io ho una situazione simile con il mio pastore tedesco. Hai fatto qualcosa per la tua situazione? Hai risolto? In che modo? Grazie

  2. Ciao a tutti,volevo un consiglio ,io ho un jack russel di nome roy di 2 anni quasi ma non capisco perche quando giochiamo con la pallina alcune volte la prenda e la morda con foga perche fa cosi? Poi per il resto è bravissimo in tutto ,tranne quando alcune volte sconnette il cervello quando c’é un gatto o un altro cane nn riesco piu a comandarlo

  3. I primi tempi dopo l’adozione della mia meticciona frequentavo un campo in cui l’addestratore addestrava cani da catastrofe, uno dei MUST era tenere il cane a terra dopo aver dato l’ordine creando disturbi piuttosto forti.
    Alla mai protesta:
    “non posso plagiare il cane al punto che davanti ad un pericolo resterà a terra senza muoversi perchè ho dato un’ordine es: metto il cane a terra ai piedi di una scarpata cade un sasso il cane si ferisce perchè ho dato l’ordine terra e lui non si muove”, un atteggiamento del genere può diventare pericoloso quanto il cane fuori controllo che attraversa la strada inseguendo un gatto.
    Sono stata trattata abbastanza da idiota.
    Mi è stato poi raccontato che durante una esercitazione di ricerca di superfice l’addestratore si sia dimenticato uno dei 2 cani (quello in “pensione”) a terra, e sia ripartito in auto solo con l’altro. Ad un certo punto qualcuno gli ha fatto notare che mancava un cane. Girata l’auto, hanno ripercorso tot. km indietro e recuperato il cane che aspettava pazientemente ancora a terra. Il raccontato metteva particolare enfasi sulla qualità dell’addestramento del cane che era rimasto lì ad aspettare il padrone.
    Io da ultima arrivata, con conoscenze di cinofilia pari a zero, ho pensato che fosse semplicemente folle.
    Ma che volete nei corsi di gruppo /socializzazione passo sempre per la peggio. I padroni che secondo molti addestratori hanno i cani meglio addestrati (i cani che hanno occhi solo per solo il padrone, si quelli con la cervicale perchè ormai gli si è bloccato il collo in quella posizione… che poi piangono se il padrone si allontana di messo metro… pura dimostrazione di “autentico ammmmore nei confronti del padrone”) però fanno domande del tipo:
    Perchè il mio cane ha sempre il naso a terra e annusa schifezze? Come faccio a correggerlo?
    E quando sento queste domande a me mi prende proprio male… e in campo non mi faccio vedere per un pezzo!

  4. l’autocontrollo non lo insegnano solo gli educatori cz, basta vedere come si comportano i cani equilibrati davanti ad un cane che di controllo non ne ha.
    Dei cani equilibrati davanti ad un cane che non fa altro che morderli e saltargli addosso in genere iniziano ad ignorarlo e poi iniziano ad interagire con lui quando l’arousal si abbassa, nei branchi di cani del sud Italia i soggetti che dimostrano di avere reazioni esagerate vengono emarginati, ed il loro destino e’ spesso segnato, eppure credo che nessuno di questi cani abbia mai seguito l’approccio cz.
    La madri sono le prime ad insegnare gli autocontrolli ai cuccioli, si osserva infatti che i cani che stanno 4-5 mesi all’interno del loro gruppo famigliare si relazionano in modo corretto con gli altri cani e raramente hanno reazioni eccessive, eppure non sono certo degli zombie.

  5. io non ho avuto istruttori CZ e non so cosa sia l’arousal, sono stata da istruttori molto più terraterra, che, nonostante questo, volevano il cane che non rompesse le balle. Proprio papale papale. Non puoi prendere alcuna iniziativa, devi fare come ti dico e non devi far sentire mai la tua presenza.
    E se il cane faceva qualcosa fuori da questo, era un rivoltoso rompiscatole, stronzç che faceva apposta a farti dannare.
    Stiamo ancora riparando i danni commessi da questo metodo e da ieri (quando ho letto l’articolo) sto pensando che sì, uno dei miei cani è troppo autocontrollato. Per fortuna ha di suo un carattere, non forte, ma polemico, quindi non l’abbiamo spento del tutto. Ma quanto è brutto scoprire di averlo spento PER ANNI.

    • L’arousal è lo stato di attivazione emozionale del cane, per intenderci è un parametro quantitativo che va da alto_medio-basso, se è alto ho un cane esuberante, “eccitato”, Reattivo e molto attento; se è basso ho un cane apatico, molto concentrato su se stesso; se è intermedio ho un cane calmo, riflessivo, con la giusta dose di concentrazione e attenzione.Questo non vuol dire che non posso proporre attività che per esempio alzano lo stato di arousal, come il gioco, l importante è poi riportare il cane alla calma e non lasciarlo “eccitato.
      fatta questa premessa, ci terrei a dire che chi lavora veramente con l approccio cognitivo zooantropologico, poco a che fare con l’inibizione e il controllo del cane, ma anzi lavora affinchè le sue doti siano integrative.
      Non è mai una relazione a senso unico, ma ci si concerta con il cane sulle decisioni da prendere.
      L’idea che il cane “faccia i dispetti” è solo una delle tante idee di chi purtroppo antropomorfizza il cane e pensa e gli attribuisce pensieri e sentimenti esclusivamente umani!

  6. I giochi di attivazione mentale, se non erro, danno anche autostima al cane (da preferire al riporto per cani insicuri ad esempio). Tra i tanti giochi disponibili e fattibili quali utilizzereste?
    Altra domanda: per un cane di 6 mesi che morde vestiti mentre si cammina (pantaloni, scarpe e maniche) cosa consigliereste?
    Grazie

    • L’attività cognitiva è molto ma molto più stancante di quella fisica e si ,lavorano sull autoefficacia del cane se però impostati nel modo giusto, altrimenti rischi l effetto contrario.
      Inizialmente sarebbe preferibile semplificare i problem solving in tanti piccoli problemi a cui sottoporre il cane, tenendo in considerazione sempre il soggetto che ho di fronte ma devo tenere in considerazione anche quali sono le modalità solutive che lui normalmente utilizza: bocca, zampa, naso ecc

      Posso consigliare un libro molto interessante che è “giocare con il cane ” della Sonderman…ci sono tanti spunti per fare dei giochi con il cane e usando materiale di riciclo.
      L’uso di bicchierini di plastica dove sotto metto dei bocconcini per esempio è un idea per iniziare in modo semplice.
      quelli che si trovano nei negozi vanno bene, ma bisogna sempre valutare il livello di difficoltà e capire prima se il nostro cane può avere le conoscenze per risolverlo e come aiutarlo, ricordandoci anch che una volta che il cane ha trovato la ricetta solutiva per più volte, poi non risulta più essere un gioco cognitivo.

  7. Certo che fra inibizione (o uso di psicofarmaci) autocontrollo c’è una bella differenza. E credimi valeria che non traspare dall’articolo.

      • Il tuo italiano è assolutamente comprensibile. È il concetto che è fumoso 🙂 e l’accenno all’abuso di psicofarmaci (al quale sono in totale disaccordo) lo trovo fuori luogo, in un discorso sul lavoro sugli autocontrolli.Accomunare chi abbraccia il CZ a chi bomba i cani di merda rincoglionendoli non è simpatico.
        Questo è sempre IMHO. 🙂

        • Enrica, per carità, non mi offendo mica se qualcuno è in disaccordo con me :-)! Però, a mio avviso, il discorso psicofarmaci (nel senso di “abuso di“) c’entra eccome, perché sempre l'”abuso di” autocontrollo (che è quello che critico) ha la stessa identica origine: ovvero, vogliono entrambi soddisfare il (malsano) desiderio degli umani di avere un cane – o peggio ancora,un bambino – che non si agiti, non si muova, non strilli/abbai, non faccia casino: insomma, un piccolo zombie casalingo mooolto comodo da gestire.

          • Enrica, non per ripetermi ma c’è un equivoco di fondo. Per la CZ l’autocontrollo si realizza con un livello di qurosal intermedio, mentre Valeria intende dire autocontrollo come risultato di un addestramento troppo severo e inibitorio.
            Per questo motivo chi legge se ha un approccio CZ fraintende la questione e non riesce a capire cosa c’entra l’autocontrollo con i psicofarmaci.
            Certo che sarebbe buona cosa chiarire i termini ma è il suo blog e può farne che vuole.

          • Jolly, non per insegnarti a leggere, ma: “personalmente non trovo giusto né naturale, appunto, chiedergli una continua gestione controllata delle emozioni e degli impulsi (in cinofilosofese: “di mantenere sempre un arousal intermedio”), semplicemente perché lui NON è fatto così… e lo dimostra il fatto che un eccesso di autocontrollo finisce per creare cani non calmi, ma spenti>”… mi pare piuttosto chiaro.
            Però provo a chiarire meglio:

            Autocontrollo “normale” e corretto = arousal intermedio,
            Eccesso di autocontrollo = arousal sotto i livelli di guardia, ovvero cane troppo spento almeno per i miei gusti (ma, ci scommetterei una manina, anche per quelli del cane).
            Non sono una fan dell’autocontrollo e preferisco il controllo = gusto personale e basta, ma motivato: e motivato dal fatto che vedo TROPPI cani spenti (enfatizzato in “cani zombie”) perché, evidentemente, o non recepiscono nel modo corretto gli insegnamenti CZ e quindi vanno ben oltre la ricerca di un arousal intermedio, oppure vengono accontentati (colpevolmente) dall’educatoraddestratoristruttorecc. ecc. nella loro ricerca/richiesta di un cane zombie, che fa maledettamente comodo perché non rompe mai le palle a nessuno.

          • Jolly,probabilmente ho frainteso per quello. Ma valeria, tra strillare abbaiare e far casino ed essere degli zombie ci sarà una via di mezzo. Avere un arousal intermedio nella vita di tutti i giorni non vuol dire mica essere zombie. I miei cani in casa si spengono (salvo non li inviti al gioco o giochino fra loro)ma se li porto in campagna escono di testa. Se dopo andiamo al ristorante si piazzano sotto al tavolo….sono zombie? No, però hanno abbastanza chiaro il concetto di autocontrollo (oddio…almeno la grande). Sono cani. A proposito, io credo che lo psicofarmaco come è inteso sia SEMPRE un abuso sul cane. Di tutti i cani che ho conosciuto sotto farmaco nemmeno uno ne aveva realmente bisogno. E praticamente mai era stata: associata una terapia comportamentale. Un educatore NON prescrive psicofarmaci, e quelli seri che conosco molto difficilmente si rivolgono a veterinari che ne fanno uso.
            Un cane educato non è uno zombie, ma un compagno che ci si può portare ovunque e vivere serenamente. Che all’uopo sta sotto al tavolo mentre si prende l’aperitivo, e all’uopo si rotola nel fango. Su questo siamo tutti d’accordo. Arousal medio non è arousal basso: li si parla di apatia, ed è un problema cosi come lo è il cane schizzato in ogni situazione che si arrampica sui muri. 🙂 certo che non ti offendi, manco io mi offendo, sarebbe solo bello che se io vado in consulenza da un cliente e gli parlo di autocontrolli lui non mi guardi come un mostro perché ha letto il tuo articolo e pensa che voglia spegnergli il cervello al cane 😀 capisc’a mme

  8. Non sono d’accordo con l’articolo, il cane che sopporta il suono delle campane, il cane che si controlla quando aspetta il proprietario anche se ha ansia di separazione, il cane che non va a prendere la pallina di altri cani (ma prende con grande energia la sua) non e’ addestramento, o semplicemente il cane che non abbaia in determinate situazioni che lui sa e’ un autocontrollo che il cane ha acquisito da solo.
    Il cane-spento o il cane-zombie e’ un’altra cosa, e’ un cane inibito artificialmente dall’uomo, questo modo di rovinare un cane io non lo sopporto.

  9. Bell’articolo, condivido . Personalmente quando vedo un cane ben socializzato, che sa comportarsi bene e tuttavia senza inibizioni in qualsiasi situazione, che ogni tanto sa anche farsi gli affari suoi, che qualche volta combina anche una marachella, tipo rubare un salame dalla tavola o partire dietro una pista, beh, mi dico che è un cane davvero felice (usando un sentimento umano)

  10. quoto tutto, al mio ho insegnato il “lascia stare” di fronte al suo boccone preferito che lascio per terra, e vedo che è un controllo pericoloso perchè lui lascia stare si ma tende a spegnersi, conscio di questo ora lo faccio raramente e solo quando è eccitato.
    Però mi ricorderò sempre un suo autocontrollo quando era ancora piccolo, mi ero scordato i suoi fegatini in un posto a lui accessibile, ero in un altra stanza quando me lo vedo arrivare con una faccia da un lato strana e dall’altro che indicava di seguirlo… mi ha portato davanti ai fegatini che aveva fatto cadere, ora erano per terra ma non li aveva toccati, quindi l’espressione più o meno voleva dire: senti non li ho toccati ma sono lì e ne faccio una gran voglia, posso?

    • forse si è chiuso perchè non gli hai dato un alternativa…se ti dico lascia stare il boccone che è a terra e lo fai…bravo e subitoun premio molto ma molto più prelibato….questo è essere propositivi! Ribadisco autocontrollo non è uguale a inibizione! Certo devo valutare il cane che ho di fronte..se è un sogg che tende a chiudersi, lavorerò su altro

      • forse perchè gli lascio poi prendere quello che è per terra, che è il più prelibato. Non ho mai provato a dargli qualcosa di migliore, proverò, so che così come faccio è pericoloso, infatti lo faccio molto di rado, per variare e quando è eccitato e in buona

  11. Ti leggo da poco e ogni volta apprezzo sempre di piu il tuo modo di mediare tra le teorie dei patiti di “cognitivismo zooantropologico” (perdonami ma non so se si dice così o qualcosa di simile) e quelli di vecchia scuola.
    Io sono sempre convinta che la verità sta nel mezzo e nel buon senso, adoro interagire con i miei cani ( pastori tedeschi, jackrussel, bastardini e due Husky che purtroppo non ci sono piu) sono tutti cani buonissimi e vivono in sintonia tra di loro e con la famiglia nonostante i caratteri completamente diversi!
    Quando mi chiedono ” ma come fai ad avere sempre cani cosi bravi!? ” La mia risposta è : ” Niente! ” adoro che i miei cani siano sempre cresciuti liberi di essere se stessi!! Ognuno ha un gioco preferito diverso dagli altri, sensibilità diverse, tutti possono girare liberi nelle passeggiate nel bosco, interagire con altri cani, io sono tranquillissima perchè so che tornano, non uccidono nessuno ( a parte forse qualche lucertolina ma è piu forte di loro!) e non distruggono niente.
    MI FIDO DI LORO! E LORO SI FIDANO DI ME!
    Nessuno di loro è mai stato a scuola, anche se io ho sempre frequentato Istruttori cinofili di tutti i tipi e di tutte le varie scuole di pensiero. Ho ascoltato, imparato e letto da loro, ma nel grande calderone della cinofilia ho sempre cercato di ragionare su tutto quello che mi veniva detto, senza prendere niente per verità assoluta.
    Io mi ritengo adoratrice dei cani ma so di essere ignorante in educazione cinofila!
    Però i miei cani sanno il “seduto” il “resta” il “terra” e tantissimi altri comandi base che sono necessari a un GIUSTO CONTROLLO DEL PROPRIO CANE nelle situazioni di emergenza. Per il resto … che corrano a perdifiato finchè vogliono!
    ODIO I CANI ZOMBIE!

    Un consiglio però adesso te lo devo chiedere! I miei cani sono adorabili ma non perfetti!
    La mia Jackina (la piu furba) ha imparato da un po di tempo ad abbaiare come una pazza ogni volta che vuole qualcosa!!!
    Mentre sono occupata con i mestieri… a cucinare… stirare… Niente! sta buona tranquilla!
    Appena mi siedo sul divano rilassata, arriva come un treno e abbaia come una matta!
    ” Come per dire : adesso non stai facendo niente di importante quindi DEVI giocare!!!! ” e ti fa capire che dovresti alzarti e andare a prendere la pallina.
    Ho gia provato un milione di volte la tecnica IGNORA fino a farla calmare.
    Ma è una cosa pazzesca, sono arrivata a 40 minuti di abbaio ininterrotto sotto il divano, mentre io faccio finta di niente e continuo a guardare la tv ( senza sentire niente!). Piu musate sotto il gomito… tentativi di leccarmi la faccia….. graffiate con la zampa…. Io immobile come una statua!!! dopo 40 min così la mia pazienza era terminata e lei non aveva mollato un secondo!!!!! ( e i vicini non molto contenti!!!! )
    AIUTO !!! Nessuno è riuscito a darmi una tecnica alternativa!!!! e io devo ammetterlo…. sto cedendo sempre piu, con il rischio di rafforzare il richiamo di attenzione.

    Scusate il poema…. ma è la prima volta che scrivo e avevo troppe cose da dire, e questo argomento mi interessa un sacco!

    • Hai provato ad andartene piuttosto che rimanere immobile e ferma? quando si calma hai poi preso tu l iniziativa?comunque quando si lavora per cambiare un comportamento, c’è sempre un picco di peggioramento perchè il cane capendo che abbaiando piano non serve, aumenta inevitabilmente il tono finchè poi se tu non cedi, tenderà a presentare sempre meno frequentemente il comportamento, questo vuol dire che dopo un apparente peggioramento ci sarà verosimilmente un miglioramento, inteso non come l estinzione immediata del comportamento problema ma come una sua sempre minor frequenza di presentazione fino all’estinzione. Se si cede quando il comportamento è al massimo della sua espressione, glielo si va a rinforzare, ma su un livello maggiore!

    • @MONICA:Io credo che ognuno debba trovare il “proprio modo” di agire con il cane.Tu conosci il rapporto che hai creato con lui e quali potrebbero essere i punti di forza suoi/tuoi e le leve che potresti usare (premi,giochi,ecc..). Io penso a cosa farebbe la madre o un cane adulto del branco in natura.Se un cane risulta “fuori sincrono” dal gruppo (a meno che sia cucciolo) viene redarguito subito. In natura non ci si può permettere di essere fuori sincrono dal proprio branco si può mettere a rischio la sopravvivenza stessa del branco. Quindi lo scopo è portarlo a sincronizzarsi con te.
      Premetto che io ho il tuo stesso approccio all’educazione cinofila.
      Potrebbe essere che per qualche motivo il cane associ il fatto che tu stia in riposo al gioco o cmq ad un messaggio eccitante per lui.Insegnandogli il comando BASTA come interruzione immediata del gioco il cane impara ad accettare la cosa e smetterà.
      hai provato questa alternativa?

  12. Alice non sono propriamente in accordo con quanto scrivi. E’ ovvio che un cane deve muoversi, ma sfogarsi non vuol dire granchè dal punto di vista educativo. A meno che tu non sia un’atleta che può permettersi di allenarsi col cane perchè più fai fare movimento al cane più questo si irrobustisce e fa fiato. E nel 90% dei casi avrai un cane a cui non riuscirai più a stare dietro. Sono d’accordo invece se intendi incanalare le sue motivazioni in un percorso psicofisico per lui soddisfacente. Ma sono pochissimi i proprietari di cani che sono anche atleti.
    Dal punto di vista dell’addestramento pensare che l’autocontrollo significhi impedire qualcosa lo trovo assolutamente deleterio. Autocontrollo significa insegnare al cane a fare le cose insieme, in collaborazione.

    • No, non riesco a seguire il tuo ragionamento… Io sto dicendo che i cani sono animali attivi, e che hanno bisogno di fare attività, in quantità che dipendono dal tipo di cane ( i miei sono molto vivaci per esempio ). Se non gliene viene data la possibilità, spesso reagiscono diventando esagitati ogni volta che succede qualcosa, suona il campanello, appare del cibo, arrivano ospiti, ma questo non è un problema di autocontrollo del cane, ma di troppa poca stimolazione. Cosa centra l’essere atleti? Io ho scirtto sfogarsi facendo movimento per abbreviare ma intendevo che il cane deve lavorare, giocare, imparare cose nuove, fare corse/camminate, ma non serve che il padrone sia un atleta, e cmq ci sono cani che per essere soddisfatti hanno bisogno di attività molto intensa e altri che si accontentano di un po’ di giochi e una passeggiata in centro, se sei sedentario sceglierai un cane più pigro. E cmq scusa ma non condivido che fare attività non significhi molto dal punto di vists educativo: ovvio che non risolve tutto ma ci sono parecchi problemi nei cani che si risolvono impegnando di più il cane invece che lasciandolo ad annoiarsi sul divano 24 ore al giorno, e diversi problemi nel rapporto cane padrone che si risolvono quando i due cominciano a fare cose assieme invece che semplicemente coesistere nello stesso appartamento

      • Alice se la metti così sono assolutamente d’accordo con te. Io dicevo un’altra cosa, lo stato di attivazione mentale varia da cane a cane e da momento a momento. Se fai fare tanta attività ad un cane che è perennemente in stress mica vero che risolvi i problemi, anzi il cane non capirà quasi niente di quello che sta facendo pur mettendoci gran foga. Meno che meno apprenderà ad autocontrollarsi. Io dico che meglio sarebbe lavorare sull’autocontrollo e parallelamente fare attività consone a formare un cane equilibrato. Altrimenti rischi di creare, per capirci, un cane da aglity che corre in piena, ribalta tutti gli ostacoli, con una relazione a senso unico col suo partner. Sicuro che anche questo cane a fine serata sarà stanco, ma senza aver appreso quasi niente. Spero di essere stato più chiaro.

      • non capisco e se potete aiutatemi…perchè lavorare sugli autocontrolli vuol dire non fare attività con il cane, mi pare ci sia una grande confusione in merito.

  13. Sono d’accordo con te circa l’autocontrollo… Ammetto che è una cosa che non mi piace molto.

    Intanto perché la maggior parte dei cani presunti “incapaci di controllarsi” sono semplicemente cani che fanno troppo poco movimento e sono troppo poco stimolati: perciò appena c’è un minimo stimolo partono con un casino immane, della serie “mi annoio tutto il giorno, ogni minima scusa è buona per fare qualcosa”; la gente che viene da me dice sempre “ma che calmi i tuoi cani, il mio non lo è mai”: no, non sono calmi, sono solo stanchi 🙂 ti assicuro che dopo 5 ore di corse, camminate e addestramento, lo è anche il tuo cane :-).

    Poi perché in generale, secondo me il cane non ha bisogno tanto di autocontrollo o di controllo ( inteso come impedire semplicemente al cane di fare qualcosa ), ma di indicazioni chiare: intese come incanalare il suo entusiasmo in qualcosa di costruttivo ( o almeno non dannoso ), e indicargli con chiarezza cosa deve fare o come deve comportarsi ( cioè il controllo inteso come addestramento ) in una certa situazione. Mi viene in mente per esempio certe persone che conosco che hanno un cane molto entusiasta con cui fanno agility, e gli fanno fare esercizi di autocontrollo perché sul campo, il cane corre avanti e indietro, abbaia, fa gli ostacoli sbagliati ecc. Senza rendersi conto che loro sono continuamente in ritardo coi comandi, si fermano in mezzo al campo a pensare dove devono andare, non indicano con chiarezza al cane dove deve andare ecc. perciò il cane semplicemente non sa cosa deve fare, non capisce le indicazioni, e quindi va dove gli sembra più logico ( tipo seguendo una sequenza ripetuta spesso in allenamento ) e abbaia per frustrazione. Lo stesso nella vita quotidiana, se non dici chiaramente al cane “fermo” quando vuoi che non salti su o che non insegua un gatto o che non rubi cibo dal tavolo ma gli dici “guai a te”, poi “smettla”, poi “fai basta”, poi gli dici “guarda che mamma si arrabbia se lo fai” non puoi dire che il tuo cane non sa controllarsi se alla fine fa quello che non volevi che facesse.

    In generale io sono convinta che un cane sappia controllarsi… Non ho mai visto un cane che non sappia stare fermo se vuole! Secondo me si dovrebbe parlare di problemi di autocontrollo nei casi come quello del cane di una conoscente, che per quanto stanco fosse non riusciva a stare tranquillo, a riposarsi, nemmeno se non succedeva nulla, non dormiva mai più di un ora. Un cane semplicemente vivace secondo me ha bisogno do sfogarsi facendo movimento, e di imparare QUANDO deve controllarsi, non A controllarsi.

  14. Io non la vedo propriamente così, ma mi sembra più che lecito esprimere le proprie opinioni.
    Lavorare sugli autocontrolli, non ha l obiettivo di spegnere il cane ne quello di lavorare solo sulla calma.
    Tra gli obiettivi vi è quello di far si che il cane scelga la cosa giusta da fare e non dia luogo a comportamenti impulsivi , se è vero che questi fanno parte della storia filogenetica del cane è altresì vero che non sono adattativi nella società in cui viviamo.
    Il lavoro sulla calma è propedeutico al lavoro sugli autocontrolli, se vado ai 200 km/H posso avere anche i freni più efficienti del mondo…ma non mi fermerò! Un cane calmo è un cane più sereno,un cane più riflessivo, con una capacità di apprendimento mille mille volte maggiore!
    Se riconosco il cane come compagno di vita con il quale concertare le decisioni, non ho nessun bisogno di controllarlo….questo non vuol dire che i segnali di “controllo” non vengono usati da quelli che lei chiama “cinofilosofi” semplicemente vengono concordati con il cane all’interno di un “patto comunicativo”. Il cane ci da il suo consenso….e poi cosa importa se ci aspetta in piedi seduto, a terra o su una zampa?

    • Franca, ma chi ha detto che lavorare sull’autocontrollo ha “l’obiettivo” di spegnere il cane? Io ho detto che i cani spenti sono il risultato dell’esasperazione di questo lavoro, non certo di un lavoro fatto bene!

      • Mi era sembrato di aver capito così e mi scuso se ho frainteso.
        Però devo dire che non ho mai visto un progetto pedagogico improntato solo sugli autocontrolli, posso non aver bisogno di inserire per quel cane attività che lavorano in tal senso…

  15. Messa così mi sembra un po’ troppo teorica e idealista.
    Va bene per far capire la dinamica ma non rende giustizia alla realtà delle cose.
    L’educazione alla calma, fondamento della cinofilosofia, non può puntare al totale autocontrollo del cane (visione ideologica) ma semmai deve puntare ad accorciare il più possibile il tempo di recupero di un livello di aurosal al di sotto del limite del distress. Quello che illustri come cani zombie non è autocontrollo, al contrario. E’ un cane che è andato ben oltre un aurosal intermedio attestandosi a livelli di apatia.
    Sottolineo inoltre che educare alla calma non ha senso se non si lavora anche sulle motivazioni del cane.
    Se l’interesse del proprietario è avere un cane che non rompe, allora hai ragione. Ma quello non può essere il progetto pedagocico di un educatore, addestratore, istruttore serio.
    Attenzione anche a credere che un cane che fa il cane nel senso di essere sopra le righe sia un cane felice e che si diverte. E’ un cane stressato invece e starà ben poco per combinare casini perchè non è nella possibilità di ragionare e prendere decisioni adeguate al contesto in cui si trova. Se entrassi nell’ottica di un addestratore mi guarderei bene dal volerlo controllare ad ogni costo con i comandi. Il limite con la coercizione è assolutamente labile a quel livello.

    • Jolly Roger, purtroppo l’ho “messa così” perché vedo in giro un quantitativo pauroso di “cani zombie” che non hanno un livello di arousal al di sotto del limite del distress, ma al di sotto del limite di un normale cane allegro e felice.
      Non dubito che esistano ANCHE cani che sanno autocontrollarsi senza diventare delle patate bollite, e infatti ho soltanto messo in guardia dall’esagerazione, mica dall’autocontrollo in se stesso, che anzi è necessario per ottenere un cane più sereno.
      Avere cani zombie non è il progetto pedagogico di un educaddestristruttore serio? Sono perfettamente d’accordo con te! Però è il progetto economico di chi è interessato solo a spillare soldi ai clienti dando loro esattamente quello che sognano (un peluche), anziché responsabilizzarli e far loro capire cos’è davvero un cane. Purtroppo non è colpa mia (e neanche tua!), se gli educaddestratori di questa fascia sono MOLTO più numerosi di quelli che hanno davvero un progetto pedagogico serio.

      • Un cane zombie non è un cane che si autocontrolla. L’autocontrollo si realizza solamente con un livello di arousal medio. Livelli troppo alti o troppo bassi vanno lavorati. E’ un errore affermare che un cane apatico sia un cane che si autocontrolla, al contrario non si autocontrolla per niente tanto quanto un cane esagitato.

      • Salve,
        a mio avviso il cane, come tutti gli animali noi compresi, è dotato di autocntrollo, se così non fosse si sbranerebbero a vicenda invece di comunicarsi tutte le intenzioni del caso, per questo credo che dare al cane competenze, fra cui l’autocontrollo, è segno di fiducia e conoscenza del suo essere cane e non piegarlo al nostro volere come se fosse una macchina. Non penso che l’autocontrollo generi cani zombi, anche perchè generalizzare e estremizzare a mio avviso crea solo confusione. Ogni cane è a sè, esattamente come un essere umano siamo tutti diversi, per questo ogni cane affronta diversamente ciò che gli si propone e diversamente reagisce. Il cane zombi non esisterebbe se fosse inserito in un corretto nucleo sociale, perciò il problema non è l’autocontrollo ma come sempre siamo noi esseri umani che pretendiamo di avere un cane anche se siamo via dalle 8 di mattina alle 7 di sera, e magari non deve abbaiare, saltare, ululare e quant’altro. Un cane può esprimere la sua personalità esattamente come possiamo fare noi essere umani, a seconda del contesto e della situazione esterna ed interna. Se l’autocontrollo fosse così pericolosamente deleterio non capisco perchè non venga impartito ai violentatori, agli assassini, etc non sarebbe meglio averli come zombi? Nel branco vigono delle regole, nate per garantire la sopravvivenza dello stesso ed è naturale che anche nelle famiglie ci siano e non vedo il motivo per cui un cane non le debba seguire, ovviamente questo non vuol dire picchiare o addestrare il cane a essere come noi lo vogliamo, ma che ci siano dei momenti in cui si gioca, in cui si fà ricerca, altri in cui ci si coccola e così vià rispettando i bisogni fisici e “psichici” del cane. Se il cane ha la possibilità di stare con altri cani interagendo correttamente con loro, stare con le persone, vivere posti nuovi, giocare, annusare, comunicare, cercare soluzioni a piccoli problem solving che li proproniamo e se il tutto è fatto con gioia da parte nostra vedo molto difficile che diventi uno zombi.

  16. Cara Valeria, a proposito di autocontrollo, il mio cane affronta appunto i giochi di attivazione mentale distruggendoli e spingendoli in giro per casa, perchè ormai quello è il suo metodo! Colpa sicuramente mia che gli do proprio oggetti da distruggere e da spingere. Che altri giochi validi ci sono per modificare questo atteggiamento e ‘attivarlo mentalmente’?

  17. Oscar è strano però… si autocontrolla benissimo sulla ciotola: è in grado di spezzare con i denti un bocconcino di 2 cm dalle mie mani senza farmi male (gliel’ho insegnato apposta), sta fermo in macchina aspettando il comando “scendi”… ma in altre condizioni perde la testa.
    Quando giochiamo ha imparato il “lascia” (non ancora spontaneo).
    Cioè, io riesco a tenere la sua attivazione (arousal) non troppo alta mentre interagiamo noi… ma non riesco ad abbassarla quando è attivata da altri stimoli (anche solo una bella corsa).
    Se arrivo a toccarlo, in qualunque parte del corpo, però, si quieta immediatamente (e si siede, che nella sua mente, è sempre giusto e va sempre bene).

  18. Porca puzzola, tu sei diventata la mia bibbia… inizierò ad adorarti come il mio Guru… ahahahahah… condivido praticamente sempre quello che scrivi e spesso sono cose che da “ignorante” della materia cinofila penso con convinzione già prima di leggerti, sulla base della sola mia personale esperienza, ma che non ho il coraggio di sostenere con chi coi cani ci lavora e, in particolare, lavora col mio cane (per il quale arrivare all’autocontrollo tramite il “ragionarci sopra” è stato moooolto difficile ma senz’altro utile per molte cose)… anch’io ritengo però che un buon addestramento ed un buon controllo sul cane siano molto più importanti dell’autocontrollo che spesso porta il cane a “spegnersi” (non morde più il manicotto con gioia, addirittura non lo stringe e questo mi rattrista…) bene dai, almeno così posso dire: “L’ha detto Valeria Rossi!”.
    Evviva i cani veri che spesso ti rendono la vita faticosissima ma che ti danno anche tante soddisfazioni! I cani amorfi, autocontrollati, inibiti e lobotomizzati non fanno per me!

  19. una domanda per chiarire un dubbio.
    Ho notato che il mio cane in termini di controllo reagisce differentemente a secondo delle persone coinvolte, anche se la situazione e’ la stessa. Mi spiego meglio: a ora di cena ci sono solo io? Il mio cane si mette sulla sua copertina, non abbaia, non salta, aspetta che sia io a prendere l’iniziativa per la cena. C’e’ in casa mia mamma (sciuramaria doc)? Salti, ululati, corse, ecc. La pappa e’ a stessa, il contesto (casa) e’ lo stesso e la fame e’ la stessa, visto che l’orario non cambia, e’ cambiato solo il numero di persone.
    In questo caso si parlera’ di controllo da parte mia? E perche’ questo controllo viene a mancare in presenza di altre persone?

    • Perché il cane “nun è fesso”… ed è altamente probabile (anche se magari non l’hanno mai confessato) che la mamma, magari in passato, gli abbia allungato qualcosa dalla tavola. Fai confessare la mamma, se ci riesci, e soprattutto convincila che così non solo si diseduca il cane, ma lo si manda in confusione e si incrina anche il rapporto con te (che passi per “quello cattivo” che non allunga bocconcini: non è proprio vero, ma sulle mamme fa colpo).
      A lato di tutto ciò, lavora sul controllo e chiedi al cane di restarsene al suo posto anche quando c’è la mamma presente.

      • come sospettavo…guardi, gia’ mi ha rovinato il “basta”, che per il mio cane significa “torna pure che ti do un altro bocconcino”…

  20. Brava bell’articolo come sempre!!!
    Io sto lavorando molto sull’autocontrollo con una dei miei cagnolini, Perla, ma non perchè nn la voglia cane
    (anzi io pur essendo sposata da 9 anni sono perplessa circa il mettere al mondo figli, ma di un cane nn potrei fare a meno), ma perchè lei tende ad avere una personalità iper e quindi l’eccitazione la porta a comportamenti eccessivi e deleteri non solo per chi le sta in torno, ma in primis per se stessa….ora siccome l’autocontrollo è ancora lontano 😀 (diciamo che si migliora…nn è autocontrollata, ma nn sembra più un isterica) non avevo mai preso in considerazione il rovescio della medaglia ossia che un cane diventi “finto” o un “trudy” cosa che mi fa tristezza e che trovo però purtroppo molto da “umani”…ovvero io vorrei che Perla si autocontrollasse di più per rendere la convivenza (con me mio marito e gli altri 2 cani) più serena, ma anche perchè sia più serena e tranquilla lei, ma se nn abbaiasse mai, non giocasse nn si entusiasmasse e nn mi facesse più le feste…mi preoccuperei! Non sarebbe più lei e nn sarebbe più un cane! Purtroppo mi rendo conto che molti vorrebbero il cane non cane, cioè che soddisfi i propri bisogni (affetto, protezione ecc…), ma senza “l’inconveniente” di avere davvero un cane e questa cosa mi fa molta tristezza, per aggiungere un pizzico di antropomorfizzazione sembra quasi chi si sceglie un partner di cui non apprezza il 90% del carattere, ma ci si incaponisce lo stesso pensando “tanto io lo cambierò”, quasi inevitabilmente condannando entrambi all’infelicità….ma scegliere qualcuno di più indicato?

  21. La foto dei pastori tutti fermi a guardare la “sfilata” del gatto mi ha fatto sorridere… soprattutto se penso alla mia pelosa, che appena vede un gatto non si da’ tregua. E’ stata abituata a vivere con molti gatti prima che l’adottassi, a rincorrerli e ad avere con loro un rapporto di amore/odio (o direi meglio gioco più che odio!).
    In genere mi ascolta in quasi tutte le situazioni, anche se sto continuando a lavorarci su, ma quando vede un gatto non vuole proprio darmi ascolto e lo rincorrerebbe per tutta la città.

    Come posso fare a dissuaderla?

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