di VALERIA ROSSI – A volte si pensa di avere delle categorie “amiche”, in questo mondo cinofilo: così come ci sono le categorie “nemiche”.
Per esempio, per noi che riteniamo corretto l’addestramento naturale (quello che prevede rinforzi e correzioni), gentilisti e cinofilosofi sono indubbiamente “nemici” (sempre tra virgolette perché si spera, quantomeno, che queste definizioni vadano intese in senso accademico e non certo personale!), mentre gli animalisti sono “nemici” degli allevatori (prego notare che mi sono già beccata due categorie di “nemici”, una per ognuna delle mie passate attività…): ma gli etologi, santapupazza, dovrebbero essere amici a 360°. Amici quando si parla di educazione e addestramento, visto che quello che io chiamo “naturale” è basato proprio sui concetti principali dell’etologia; amici quando si parla di allevamento, visto che qualsiasi cinofilo acculturato – come un etologo dovrebbe per forza essere – deve sapere che la zootecnia è basata su un connubio di passione e competenza tecnica che non può certo essere contestato da chi ha una preparazione scientifica; sicuramente amici, infine, quando si parla di adozioni responsabili e consapevoli. Anzi, non solo amici, ma preziosi alleati in grado di dare consigli sensati e utili per l’inserimento in famiglia di un cane proveniente da un canile o rifugio.
Bene, anzi malissimo: ieri mi arriva una email da Marco Anselmino, il presidente dell’associazione Canisciolti che si occupa tra le alte cose dei cani di Avola. La mail consiste solo nel simboletto della faccina triste: 🙁 … ma sotto c’è l’inoltro del messaggio di una signora che aveva deciso di adottare Remì (ve lo ricordate? E’ quello nelle foto, di cui abbiamo già parlato in questo articolo) e che… be’, che adesso scrive – testualmente – così:
La mia risposta – incazzosissima – a Marco, quella che mi è uscita spontanea dalle dita, è stata: “Ma chi le ha dato la patente di etologaaaaaaaaaaaaaa?”
Perchè, santapupazza, ‘ste cose non si possono proprio leggere. Però gradirei anche motivare il mio urlaccio, e lo motivo così:
a) tanto per cominciare, Remi NON è mai stato un randagio: è stato abbandonato in pieno centro cittadino e – come era purtroppo prevedibile – è finito quasi immediatamente sotto una macchina, dopo essere stato attaccato e ferito seriamente da un altro cane. Dopodiché è stato portato al rifugio, curato, guarito e infine messo in adozione. Quindi già costei (che non so assolutamente chi sia… e non lo voglio sape’, perché altrimenti la copro di insulti) parla di qualcosa che non conosce e si fa tutto un film deciso da lei e inventato da lei;
b) anche ammettendo che Remì avesse vissuto da randagio, la sciura etologa forse confonde un canetto sui dieci chili con un lupo: perchè i cani randagi – come può tranquillamente vedere chi abbia due occhi piazzati in mezzo alla testa, e magari un cervello piazzato sopra di essi – quasi sempre imparano MOLTO rapidamente che i gatti non sono prede. Perché i gatti a loro volta randagi, avvezzi a tutte le possibili difficoltà, non scappano quasi mai di fronte a un cane piccolo (se parlassimo di un gigante potrei anche capi’… ma qui si parla di un cagnolino), ma se si trovano in difficoltà danno battaglia. E quasi immancabilmente il cane le busca, perché il gatto è più veloce e dispone di un’arma che colpisce a distanza (le unghie), prima che il muso del cane (che invece dispone solo dei denti) abbia avuto modo di arrivagli abbastanza vicino da ferirlo.
Il risultato è che i cani randagi, anche quelli proprio morti de fame, solitamente pascolano intorno ai bidoni della spazzatura umani in compagnia – e neppure in competizione – con i gatti randagi;
c) anche nel caso in cui Remì potesse avere chissà quale istinto predatorio nei confronti dei gatti, qui non si tratta di mollarli tutti insieme allo sbaraglio, ma di portare il cane in una casa nella quale i gatti sono già presenti.
Il che comporta automaticamente: c1) – il rispetto istintivo che ogni cane del mondo prova nei confronti di chi abitava già nell’ambiente in cui viene inserito; c2) l’ampia possibilità degli umani di intervenire al primo accenno di (eventuale) ostilità, spiegando al cane che i gatti non si toccano. Io l’ho dovuto fare con il mio primo staffy Bolo, che i gatti non li aveva mai visti e che al primo impatto ha tentato di aggredirli, e ci ho impiegato tre minuti netti a fagli capire come stavano le cose (in pratica sono bastati due urlacci: notare che il cane, quando l’ho preso, aveva sette anni e non mi aveva mai visto prima di allora). Sono peraltro certa che se Bolo fosse stato un ex randagio non ci sarebbe stato bisogno di dirgli niente, perché la lezione gliel’avrebbero insegnata i gatti stessi molto tempo prima.
Ora: ad eccezione dell’ultimo punto, che un etologo potrebbe anche non considerare visto che non è un educatore né un addestratore, tutto il resto dovrebbe far parte delle nozioni più elementari di un etologo che si occupa di cani.
Purtroppo la figura dell'”etologo che si occupa di cani”, in Italia, è veramente rarissima: che io sappia esiste una sola scuola di specializzazione che contempla l’etologia canina, perché l’etologo classico, quello che arriva da facoltà come Biologia o Agraria normalmente sa tutto sulla riproduzione della farfalla cavolaia o sul comportamento giovanile dei pinguini, ma di cani non sente mai parlare. Ho già detto altre volte che di argomenti simili a questi trattava anche l’esame di etologia che ho dato io… ed io facevo Medicina Veterinaria, il che tutto dire. Oggi – mi dicono – qualcosa su cani e gatti è stato inserito in questo esame: alleluja. Non credo comunque che uno, dopo aver superato quell’esame, possa definirsi “etologo specializzato in cani”, visto che gli etologi specializzati in cani, in Italia, semplicemente NON CI SONO. O sono rarissimi. Non si potrebbero avere neppure nuovi laureati in questa materia, perchè mancherebbero gli insegnanti.
E allora: perchè, perchè, PERCHE’ la gente non se ne sta zittina, quando non sa cosa dire?
Perché devo leggere che un’etologa ha sentenziato qualcosa che manco la più Sciuramaria delle Sciuremarie si sognerebbe mai di inventarsi (tant’è che decine di migliaia di Sciuremarie riescono a far convivere senza il minimo problema cani – compresi i “veri” ex randagi – e gatti)?
Ripeto: non so e non voglio sapere chi sia questa sedicente etologa, alla quale l’unica vera laurea che darei è quella di cuggina DOC”.
So solo che, “grazie” alle sue cugginate, è andata persa un’adozione che avrebbe potuto rendere finalmente felice la vita di Remì. E ovviamente l’aspirante adottante (ora “ex” tale) non ha la minima colpa: perché lei si è – giustamente – fidata delle parole di quella che ritiene una professionista preparata.
Come ho già ripetuto mille volte nel caso di veterinari spacciapillole, così come in quello degli educatori/addestratori della domenica, il vero problema non sono le persone che si fidano: il vero problema sono questi presunti professionisti che non sanno di cosa stanno parlando. E ai quali, evidentemente – talora per mancanza di regole, altre volte per eccessiva leggerezza – qualcuno conferisce titoli e conseguentemente competenze che questi signori NON HANNO.
Almeno avessero l’umiltà di riconoscerlo con se stessi, e di tenere la boccuccia chiusa… invece no: si sentono padreterni e sputano sentenze.
Morale della favola?
Non c’è.
C’è solo un cane che avrebbe potuto andare incontro alla vita felice che meritava, e invece rimarrà in canile per colpa di una incompetente. Punto e basta.
NOTA: già che siam qua… vi ricordo anche che, se volete, potete aiutare anche voi i cani di Avola. Per sapere come, leggete qui.
cosa sono i rinforzi e le punizioni?
come si fa a non concordare con una domanda
Ciao.
Da buona sciuradriana, voglio raccontare cosa è successo a me.
Mia figlia adora i levrieri e, tempo fa, decidemmo di adottare un levriero proveniente o dalla Spagna o dall’Inghilterra.
Prima di fare passi “ufficiali”, ho girovagato benbene su internet (ancora non esistevano i “veri standard”) e, quasi tutti i siti trovati, descrivevano il levriero come un cane dolcissimo.
Ho fatto questa ricerca in quanto avevo già il mio “branco”, una barboncina toy, e due meticcetti, e volevo capirne di più sul carattere del cane che avrei, di lì a poco, adottato.
Sono passata alla fase burocratica, modulo di iscrizione compilato, e dubbi specificati (tra greyhoun e galgo… non riuscivo a capire la differenza comportamentale).
Non molto tempo dopo, mi ha telefonato la responsabile delle adozioni (me lo ricordo bene, ero dalla parrucchiera e dovetti uscire dal negozio con tutta la carta stagnola sulla capoccia)e, dopo avermi fatto alcune domande, come ha scoperto che avevo una barboncina toy, mi ha subito calorosamente sconsigliato di prendere un levriero, in quanto questo avrebbe potuto scambiarla per un topo e ucciderla.
Da buona sciuraqualsiasinomevabene sono rimasta mooolto colpita dalle sue parole e, ovviamente, non se ne è fatto più nulla.
Ancora oggi vorrei tanto adottare un quatro cagnolino, ma poi mi blocco, ripensando a ciò che mi disse la responsabile.
Buona etologa o no???
Adriana, sinceramente non capisco la domanda finale. L’etologa non ha mai visto Remì se non in foto, del cane non sa nulla e tanto meno lo ha testato con i gatti. Al contrario, presumo che la responsabile adozioni dei levrieri i cani li abbia visti, conosciuti e testati, e forse in quel preciso momento non aveva per le mani soggetti compatibili. Se hai frequentato i siti di adozioni di levrieri (tipo questo: http://www.adozionilevrieri.it/), sai bene che per ogni singolo cane viene pubblicata una scheda di presentazione nelle quale è indicata la compatibilità di quello specifico soggetto (e non dei levrieri in generale) con piccoli cani e altri animali. Alcuni levrieri non sono compatibili, molti altri invece sì. Comunque, levrieri o no, è necessario fare delle prove con i soggetti in questione; questa è la prassi anche nei canili, almeno in quelli che conosco io. Prendere come oro colato le parole di un’etologa che non ha mai visto il cane sul quale pontifica, per me equivale a farsi fare una diagnosi telefonica da un medico ospite di una trasmissione televisiva. Tu lo faresti?
Allora, certo che ho frequentato i siti di levrieri e, ovviamente, la mia scelta si era fermata su due femmine nel cui profilo c’era scritto :compatibile con ogni genere di cane.
La responsabile che mi ha chiamato (e, se è vero ciò che mi ha detto, la ringrazio di cuore) non mi ha parlato di una tendenza specifica di quelle due levrierine, ma di tutti i levrieri in generale.
Ovvio che le ho creduto sulla parola.
Non avrei mai messo a repentaglio la vita della mia cagnolina.
Ciò che intendevo dire è che, per una sciuraqualunque come me, è facile fidarsi di chi si reputa più esperto.
Se un etologo qualificato (o sedicente tale) mi dicesse che il doberman impazzisce a sette anni (beh, no, questa non e la berrei nepure io, adesso… ma tempo fa…mah?) sarei propensa a credergli. In fondo ci si rivolge ad esperti perchè ti indichino la corretta via.
Quindi posso tranquillamente identificarmi nella signora (sempre che abbia agito in buona fede, ovvio).
Io, per prima, se volessi avere informazioni sul carattere di un animale mi rivolgerei ad un etologo (a trovarlo), più che a un veterinario.
In quanto alla domanda finale era rivolta al mio caso e non all’etologa di Remi.
Spero di essermi spiegata bene.
Sapete, non è sempre facile porre dubbi o raccontare qualcosa a voi esperti, come minimo si rischia di fare la figura degli stupidi (un po’ come con i baroni della medicina…)
Siamo in Italia, e sappiamo che oggi più che mai, gli “esperti” spesso sono fasulli, e purtroppo tocca alle persone verificare le qualifiche degli cosidetti perti. Uno può dichiararsi “educatore di cani” dopo avere guardato un CD o seguito un corsetto online, si può dichiararsi “etologa” con una laurea breve e facile, memorizzando nozioncini e con ZERO esperienza. (Alcuni di miei clienti sono VERI etologi bravissimi, professori e non, ma non chiederei a loro un parere simile — semplicemente perchè sono ricercatori che lavorano su cavalli, lemuri, ecc. e non hanno 20 anni di esperienza “hands-on” con cani!
Comunque, l’ipotesi che la “signora” ha usato questa come una scusa mi torna—e prima o poi Remi troverà una padrona più affidabile e meno scema.
scusate l’ OT, ma io stessa ho 2 levrieri greyhound e una meticcia di 6 kg…come la stragrande maggioranza delle persone che conosco con levrieri.
e i galgo sono moooltoooo consigliati per la convivenza con gatti.
basta fare un giro in internet e si trovano foto di convivenze molte belle…
Io ho un cane di taglia media, mai stato randagio, grandissimo istinto di caccia(ma poco dotato visto che non si accorge di gatti a 1 metro di distanza nascosti nell’erba xD) e purtroppo una volta ha ucciso un gattino di due mesi, quindi un po’ capisco la paura…mi dicono che contro un gatto adulto non ce l’avrebbe fatta, soprattutto se padrone di casa, però non so..
La cagna dei miei vicini -mix di golden e maremmano- nota per essere una cacciatrice incallita di piccioni, polli, topi, talpe & affini, i gatti manco li guarda.
L’ultimo che è riuscita ad avvicinare era la gatta di altri vicini di casa, che si era avventurata nel giardino dei miei vicini.
L’ha annusata e poi se n’è andata a farsi i fatti suoi.
La gatta non l’ha toccata manco di striscio.
Ma non si può davvero passare il link di questo articolo alla signora adottante?
Magari leggendo le esperienze di altri, si convince che forse, effettivamente, ha davvero avuto a che fare con qualcuno che non era esattamente la più esperta del mondo a riguardo.
Se davvero ci tiene ad adottare Remì -e non si è inventata tutto come sostengono alcuni- potrebbe essere disposta anche ad ascoltare “un secondo parere”.
E poi..Io lo so che ora la sto buttando giù in modo quantomeno semplice ed ottimista..
Ma non c’è modo di “testare” il carattere di questo cane e vedere se effettivamente ha qualche istinto predatorio nei confronti dei gatti?
Tipo portarlo a casa di qualcuno felino-munito per qualche tempo e vedere come reagisce?
Se non ha nessuna reazione negativa allora la signora potrebbe portarlo a casa senza problemi..
-Ripeto- so che la sto buttando lì semplice, ma non è proprio possibile provare?
Io ho raccolto una piccola cagnetta randagia e pure incinta. Era affamata e dolcissima, avevo 6 gatti e non ho mai pensato che potesse essere pericolosa per loro, visto che erano abituati hai pastori tedeschi. Dopo alcuni mesi, cuccioli sistemati e sterilizzata, la cagnetta cominciò a dimostrare tutti i suoi problemi. Non mi era possibile tenerla in casa, perchè distruggeva ogni cosa e scappava in continuazione, nei miei confronti era sempre dolce. Mi ha ammazzato due gatti prima che capissi che era lei, perchè in mia presenza faceva finta di non vederi. Non sono stata in grado di gestire la situazione ed ho dovuto trovare un’altra casa per lei. Questo problema di non sapere come reagirà un cane adulto al nuovo ambiente esiste realmente e, specialmente se si hanno altri animali, non tutti sono all’altezza della situazione. Conosco molte persone che hanno preso un cane al canile e poi non sono state in grado di gestirlo e l’hanno riportato indietro. Quindi forse la signora non era così sicura di potercela fare ed era preoccupata, per questo ha ascoltato l’etologa.
Scusate,vorrei parlare dell’argomento cane e gatti,dirottando forse un po’ da quello che è il contenuto dell’articolo,che tratta di un caso individuale dove peraltro l’etologa(o presunta tale) neanche sapeva che il cane non è un randagio.
Cmq,considerando un cane normale,non randagio,che entra in una nuova famiglia,che andrà a vivere fuori,con uno spiccato istinto predatorio,di taglia medio-grande,sarà sicuro che il cane porti rispetto ai gatti già presenti??? Mmmmh…..ci sono cani che inseguono i gatti e se li acchiappano sono pronti a ucciderli… L’umano come dovrebbe comportarsi??? Non penso che basti intervenire con un No per fargli passare la voglia…
Ve lo chiedo visto che ho un cane del genere e quindi mi piacerebbe sapere come fare,per ora non ho intenzione di risolvere la cosa perchè ho una gatta anziana che di per suo odia i cani,la mia pastorina quando è arrivata aveva 2 mesi ma non sono cmq riuscita a farglieli amare perchè la gatta lo graffiò e quindi niente… Ma se un giorno volessi prendere un gattino,non ancora “imprintato” alla paura dei cani,ce la farei a farli diventare amici???
Mmmh,la scorsa volta ci ho provato con il gattino dei miei zii,e alla fine non ho concluso niente,troppa la paura che succeda qualcosa di brutto..
Una persona mi aveva detto che in casi del genere l’unica possibilità sarebbe usare la corcizione,ma a me non piace la cosa…
Insomma,sicuri sicuri che sia così facile ??? :/
Domande da inesperta.
Io ho due cani e una gatta, arrivata adulta in mezzo a cane 1 e cane 2.
Entrambi i cani, in passeggiata, guardano sotto le macchine in cerca di gatti, abbaiano furiosamente, non li possono vedere (abbiamo una colonia felina, nei pressi). Il gatto di casa è il gatto di casa.
Cane 1, da adulto, si è visto arrivare una gatta adulta. La prima reazione è stata: ma voi siete fuori, e via di ringhiotti.
Abbiamo fatto tutti i vari step, il gatto dopo qualche tempo ha smesso di soffiare, e il cane non gli ha mai fatto nulla. Cane 2 è arrivato a due mesi, è entrato dicendo: uh che bello, un nuovo amico per giocare e il gatto ha gonfiato la coda di due metri e ha detto: uè, ragazzina, non hai capito bene. Cane 2 (cucciola) non poteva fare nulla che si prendeva schiaffoni e graffiate dalla gatta (infatti ha imparato a muoversi come un gatto e a usare molto le zampe). Adesso cane 2 ha un anno, gioca moltissimo con il gatto e il gatto ha smesso di sgridarla.
Ho da poco addottato una cagnetta con un seppur breve passato da randagia.
E con i gatti ci gioca.
Miii Valeria io parole non ne ho….
Leggendo e rileggendo quello scritto dalla siura… alla quale non ho ancora risposto perchè allla fine non saprei cosa dire a parte che se mi dici che vuoi un cane e voglio dartelo secondo le regole:
1) fare il test leshmania 2) preparare il cane (ics cose) 3) organizzare la partenza fino all’areoporto – areoporto al ns rifugio, organizzarci per portarlo dalla signora 4) prenotare il volo cacciando soldini che non abbondano di certo 5) organizzare fogli vari con il comune
Tu hai visto alla partenza da Avola quanto è difficile, complicato, lungo, impegnativo (anche fisicamente) tutto l’iter!!!
A quello sopra sarebbe da aggiungere le lacrime, la commozione, il dolore per il distacco (anche se poi il cane in questione va finalmente e giustamente in famiglia) delle volontarie che magari l’hanno curato, sfamato ed adottato con il cuore, con le coccole per mesi o per anni!!!
BASTA non dico altro ma una partenza da un canile non è un gioco per inesperti!
Insomma alla signora in questione che devo dire? 🙁 arrabbiarmi? fare rimostranze? chiedere il nome dell’etologa e sbatterla in prima pagina? discutere? Bho? Alla fine si fa finta di nulla, si incassa il colpo basso, molto basso, sotto la cintura, molto sotto la cintura, se fosse un incontro di box sarebbe un colpo da qualifica e si va avanti…
Remì aspetta ancora, aspetterà ancora… Andreina, Beatrice, Jessica, Rosa e le altre volontarie tutti i giorni quando arrivano al cancello se lo vedranno correre incontro felice ed inconsapevole dell’umana crudeltà… tutti i giorni ci sarà qualcuna di loro che per lui e per gli altri verserà una lacrima, gli farà una carezza ed a fine turno gli porterà l’ennesima manciata in più di cibo comprato con i propri soldi perchè almeno non sia magro… già è in prigione senza aver fatto nulla ma almeno la dieta no 🙂 Remì povero meschino almeno la dieta no… 🙁 continua a correre, per il possibile, felice incontro alle volontarie che ti vogliono bene!!!
…marco… l’unica “nota di consolazione” in tutto questo, è che siamo sicuri che Remì non abbia potuto capire niente delle sue future possibilità, e che – così stando le cose – non sia rimasto profondamente deluso come voi, e come noi ora.
Come sai meglio di me, rimostranze ed arrabbiature servono a ben poco per il cane, ma per te (e solo per il tuo sfogo, se me lo concedi) un bel MA BAFFANCULO (correlato di link a questo articolo e di commenti successivi) alla “signora” in questione ci starebbe tutto.
Mi dispiace tanto e continuerò a portare Remì sulla mia bacheca.
Ok, tutto chiaro. Ma una volta che all’adottante è stato spiegato che la sedicente Piera Angela le ha rifilato una serie infinita di balle sesquipedali, perché non è tornata sui suoi passi?
Esempio banale: se un sedicente esperto meccanico mi sconsiglia di acquistare quel modello di macchina perché “è scientificamente dimostrato che appena la metti in moto esplode”, io lì per lì potrei dargli retta. Ma nel momento in cui mi spiegano che ho avuto a che fare con un mitomane complottista, e che nessuna macchina esplode girando la chiave, cos’altro mi impedisce di comprarla? Forse ‘sta macchina mi faceva cagare e volevo la scusa per non prenderla? 😉
Esperimenti sigli umani hanno dimostrato che la prima impressione è la piu durevole e si fatica a staccarsene anche di fronte a evidenze concrete
Permettimi di formulare pesanti dubbi, e ipotizzare l’assoluta relatività di tali esperimenti 🙂
Sono teorie applicabili in politica, in cui è possibile rilevare elettori che non cambiano idea nemmeno di fronte alla più palese ed evidente inadeguatezza, per non dire altro, degli eletti.
Non credo che possano essere applicate ad una donna infinocchiata dalla prima frescona autoproclamatasi “etologa”.
Ripeto, a mio avviso a monte c’è una titubanza che andava crescendo proporzionalmente con l’avanzare della “contrattazione”. Quando ormai la contrattazione era quasi conclusa, occorreva una scusa plausibile per non rimediare una figuraccia. Non dico che l’etologa non è mai esistita, dico che l’adottante ha volutamente dato troppo peso alla sua opinione.
No, in realtà era un esperimento sulla qualità della carne. Adesso non ricordo meglio, ma dissero ad un gruppo di donne che la carne x era migliore della carne y pur essendo uguali, e anche dopo aver rivelato loro la verità continuarono a considerare soggettivamente migliore la carne x.
Che poi tutta sta storia sia una montatura ti do ragione, per me la protagonista dell’articolo si è inventata tutto o ha trasformato “la signora del parchetto che viene ogni tanto” in un etologa, però è vero che la gente a volte preferisce vivere nell’errore che ammetterlo
Rispondo a entrambe le lettrici che presumono un cambio di idea “autonomo”: può anche essere, non dico di no…anzi, spesso “è” e di scuse allucinanti ne ho già sentite a valangate pure io. In questo caso, stando a quanto mi hanno detto, sembrerebbe essere vera la versione “etologa”: ovviamente cercherò di saperne di più!
Guarda, magari non è un cambio di idea autonomo. Diciamo che qualcuno ha mosso una foglia ed è venuto giù tutto l’albero, il che potrebbe significare – secondo me, che mi sbaglio di continuo – che la signora non è (era) graniticamente e profondamente convinta dell’adozione, ma più attratta dal “bel gesto”. Comunque, se va al canile vicino casa, può scegliere un altro cane e fare delle prove di compatibilità con i gatti: un detenuto sarà libero, il bel gesto sarà fatto lo stesso e tutti vissero felici e contenti…
Moka, 12 chili, l’ho adottata il 2 luglio. È vissuta randagia nelle campagne di Ardea per un annetto, mi è stato riferito, poi ha girato stalli e canili prima che la prendessi io.
Quando ha incontrato la mia gatta diciassettenne è scappata urlando (Moka, non la gatta). Posso solo confermare in pieno tutto quanto hai descritto nell’articolo, il comportamento del mio cane rispecchia perfettamente queste descrizioni. A distanza di quattro mesi convivono benissimo, condividendo cuscinone e altri spazi abitativi.
In merito alla signora dell’articolo mi chiedo due cose: se ha paura per i suoi gatti non può prendere un altro cane che ha avuto una storia diversa, in modo da sentirsi tranquilla? e non è possibile inoltrarle tutte queste considerazioni in modo che forse decida di adottare Remi, se ci tiene tanto?
In Maggio ho trovato una micia di due settimane che si è inserita benissimo nel mio branco di cairn terrier.
Notate bene che i miei cani hanno superato il test attitudinale per terriers che comprende una reazione ad alcuni animali tra i quali il cinghiale e la volpe.
Mi è bastato far capire a loro “guardare ma non toccare”,da allora mai avuto problemi di convivenza.
C’è un modo per contattare questa persona per farle capire che tutto è possibile?
Purtroppo concordo in pieno con Aiga. Qui c’è una persona che ha cambiato idea, che si credeva convinta e motivata e in realtà non lo era affatto. Lasciamo perdere l’etologa o chi per lei, ha la stessa valenza delle chiacchiere alla fermata dell’autobus. La signora si è scoraggiata da sola e invece dell’allergia o del trasferimento improvviso in un altro sistema solare ha tirato in ballo l’etologa.
@ Aiga: tremila cavallette africane in giardino… geniale!
…PICCOLO CONSIGLIO visto da una differente prospettiva… avete provato a farvi dire il nome della sedicente?
Non tanto per coprirla di insulti (anche se se lo meriterebbe) quanto per capire se realmente “costei” esista. Te lo dico col cuore Valeria, perchè in 6 (corti?!) anni di adozioni fin troppo responsabili, e di recuperi di cani qua e là, ho capito che molto spesso, anche le persone che ti sembrano – in mail e al telefono, ma anche real live a volte – le migliori del mondo, hanno una spiccata capacità di cambiare idea da un momento all’altro e rifilarti una serie di “vaccate” (con tutto il rispetto per le dolci setolose vacche) per giustificarsi… perchè in Italia abbiamo questo fortissimo spirito di “necessità di coscienza pulita” e “giustifichiamoci (malamente) anche se nessuno ce lo ha mai chiesto” che pervade FORTEMENTE tutta la penisola, da nord a sud, senza distinzioni. E anche perchè, alla fine della fiera, molta gente parla perchè ha la lingua in bocca, sia nel campo della cinofilia, che in quello delle adozioni responsabili, che dovrebbero immancabilmente andare sempre sugli stessi binari, anche se troppo spesso non è così.
Non mi stupirei minimamente se quest’etologa fantomatica fosse frutto di una fervida immaginazione e di una necessità di alibi per la coscienza, perchè mi viene strano pensare che una persona che ha deciso di adottare un cane si confronti con un etologa, invece che con un volontario, un amico con cani, un veterinario… come l’ha trovata questa etologa e chi diavolo è? E inoltre… perchè questa signora, se è così affranta come dice, non può avvalersi di questo articolo e dell’esperienza di Marco (che ho conosciuto tramite Davide Cardia) per capire che questa “etologa” parla in nonsensese e dovrebbe stare solo zitta, e rivede le sue convinzioni …non so, mi suona tanto tanto strano…
Scusate, ma per adattamento agli stimoli del mondo esterno (non per natura, purtroppo) sono diventata dubbiosa, e metto sempre tutti e tutto in discussione, me compresa… quindi chiedo scusa se vi ho inserito questa pulce nell’orecchio… ma questa frase ” Ditemi voi cosa posso fare, ho qui davanti tutte le foto e mi dispiace così tanto…” mi sembra tanto, troppo, la classica frasina dei commenti sotto le foto degli appelli di facebook, ripetuta milioni di volte in salse diverse, che recita al solito: “se solo non avessi tremila cavallette africane in giardino lo adotterei subito”. Come dicevo prima… “necessità di coscienza pulita” e “giustifichiamoci (malamente) anche se nessuno ce lo ha mai chiesto”.
:(((
FORZA REMì. <3
Sottoscrivo in pieno!
Anche le volontarie del canile da cui proviene TEodora , quando hanno saputo che avevo già un gatto, hanno storto il naso è iniziato a fare battutone del tipo “be se TEodora si mangia il gatto non se la prenda con noi” ma io me ne sono fregata..e ho fatto bene (tra l altro, appena arrivati a casa il mio gatto ha immediate te stabilito le gerarchie con una soffiata e da lì sono andati d amore e d accordo).