Abbiamo pubblicato qualche tempo fa, indignatissimi, la storia di quel becero personaggio che indossa un abito talare (di cui dovrebbe vergognarsi) e che ha lanciato ai suoi parrocchiani l’invito a NON spendere soldi per aiutare i cani (chiedendo invece di darli a lui): per par condicio ci sembra più che giusto segnalare l‘articolo pubblicato oggi da “la Zampa.it” , che racconta la storia di un cane che invece viene visto con grande benevolenza dai religiosi del suo paese.
Quella di Tommy, derivato pastore tedesco, è una storia particolarmente commovente: il cane va quasi tutti i giorni in chiesa da quando ha perso la sua umana ed ha assistito al suo funerale. Ora si accoda a tutti i cortei funebri e don Antonio de Marco, vice parroco della chiesa di Santa Maria degli Angeli di San Donaci, lo fa entrare e non gli lesina attenzioni e coccole.
Lo stesso articolo racconta anche la storia di Rocky, “cane di quartiere”: un meticcio malato di insufficienza renale. In questo caso è stato il Comune che (rispettando tra l’altro la legge, che dice che i cani randagi sono di proprietà del sindaco: ma quanti sindaci se ne ricordano?), l’ha fatto curare a proprie spese e poi ha affisso volantini per tutto il paese specificando quali alimenti può mangiare e quali invece gli fanno male.Due piccole storie che dimostrano quanto basti poco per manifestare amore e rispetto verso gli animali.
Piccola nota aggiuntiva: tutto questo succede in Puglia, quindi in quel Sud spesso accusato proprio di essere arretrato dal punto di vista cinofilo.
Meditate, gente, meditate…
Quando anche i preti sono cinofili

Io sono un prete e mi sto formando con il mio cane all’ interno di un nucleo cinofilo di soccorso. Non mi riconosco minimamente nelle cose che hai scritto. PENSA… CHE IL MIO CANE È CON ME A SERVIZIO DEL PROSSIMO!
Per quanto riguarda il cso di Tommy, il cane che andava in chiesa, secondo me si poteva aiutare. Un cane affetto da sindrome post traumatica si lascia morire, addirittura smette di respirare, infatti il cane e’ morto. Andava curato urgentemente con antidepressivi e bisognava trovare un nuovo proprietario per fargli superare il trauma della morte della proprietaria.
Io non sono favorevole all’uso degli psicofarmaci ma in questo caso non c’era altra soluzione.
Probabilemente non ci sono stati eredi che si potevano occupare di lui, e’ stato un cane sfortunato.
Tommy è morto. 🙁
certamente, non si deve generalizzare, però in quarant’anni ho avuto a che fare con più preti cinici e aridi dentro, rispetto a quelli che si possano definire brave persone, sarò stata sfortunata io.
Invece io sono rimasta sorpresa, pur non essendo i preti la mia categoria preferita, di quando qualche anno fa il parroco del paese passato da mia nonna per la benedizione della casa ha preteso che portassimo dentro anche il cane(lasciato fuori perchè abbaiava) perchè faceva anche lui parte della famiglia e quindi è “toccata” la benedizione pure a lui. Anche se non ha affatto apprezzato ‘essere schizzato di acqua (anche se santa ) da un estraneo!
se per quello i preti vedono anche le donne come esseri inferiori al pari di cani, insetti o altre forme di vita.
Se fosse come dici antonella,non si spiegherebbero i tanti preti missionari o che stanno nelle caritas aiutando le donne icinte,barboni ecc ecc…dai su non generializziamo(e cerchiamo di distinguere la chiesa come istituzione dai singoli componenti )
Mario…ma che stai a dì!!!
Un prete non puo’ essere cinofilo perche’ vede Dio al centro del suo interesse, invece il cinofilo vede il cane al centro del proprio interesse. Insomma c’e’ conflitto di interesse. Il cane per sua natura e’ molto bravo a dirottare verso se stessi gli affetti e le attenzioni che il propriatrio aveva in precedenza orientato verso i suoi simili (la famosa carita’ e la fratellanza cristiana), il cane ha impiegato centinaia di migliaia di anni per diventare un esperto di rapporti sociali.
Il cane viene visto dai preti e dal catechismo della Chiesa Cattolica come un essere subordinato all’uomo, non alla pari dell’uomo. Quindi non scandalizziamoci se i preti di norma non sono interessati ai cani o se qualcuno ci dice di non essere egoisti rivolgando l’attenzione verso il proprio cane invece che verso il “prossimo”. E’ normale.
ma chi lo dice che il cane deve sostituire gli affetti umani? E cosa c’entra con la carita’ cristina, che non e’ elemosina ne’ semplice affetto, ma condivisione del messaggio di salvezza?
scusa Mario, ma tu parli di un rapporto malato, non di un sano rapporto padrone-cane, che e’ alla base della cinofilia. Non c’e’ nessun conflitto di interesse tra religione cattolica e animalismo in generale, o cinofilia. Dio vede negli uomini le sue creature predilette? Vero. Le altre creature sono create ad uso e consumo degli interessi umani? Falso. Il creato e’ un dono di Dio agli uomini, e il dono va preservato e accudito. Gli animali sono visti con grande dignita’ un po’ dappertutto nelle scritture. Poi se vogliamo mettere sullo stesso livello un uomo e un cane credo che il torto lo facciamo al cane, in quanto non riconosciamo la dignita’ della sua essenza.
questo in generale.
Poi, tanto per portare qualche esempio, come ho gia’ scritto il parroco della mia parrocchia si e’ fatto carico di un pastore tedesco abbandonato probabilmente perche’ malato di tumore alle mammelle, l’ha curato e adesso vive con lui. Con la mia associazione ogni anno organizziamo la benedizione degli animali in cui alcuni nostri cucciolini entrano in chiesa.
LOL!!!
…cambia pusher.
riferito a Mario, ovviamente.
Per lo stesso motivo un prete non potrebbe avere nessun hobby/passione/interesse: per esempio, non potrebbe essere insegnante ( come invece spesso capita ) perché il centro dell’interesse dell’insegnante è l’educazione e lo sviluppo delle conoscenze e della mente dei suoi allievi.
E per lo stesso motivo un antropologo, che ha il centro del suo interesse nell’uomo, non potrebbe essere un filosofo ( centro di interesse la filosofia/il pensiero ) o uno scienziato ( centro di interesse la scienza ), e lo stesso cinofilo non potrebbe avere nessun altra passione o interesse, quindi io che sono cinofila ma allo stesso tempo appassionata lettrice, sarei assieme alla mia amica cinofila e fotografa, una contraddizione e paradosso vivente?
Mario, l’uomo PUÒ avere più di una cosa/animale/persona nel centro del suo interesse, e in più, l’interesse per Dio è un interesse “metafisico”, diverso da quello “terreno” per qualunque altra cosa… Il discorso che fai tu, il “conflitto d’interessi”, varrebbe per cose sullo stesso piano metafisico e in completa antitesi tra loro, per esempio un cinofilo ( interessato ai cani ) non può allo stesso tempo essere non cinofilo ( non interessato ai cani ), però può essere un ailurofilo ( interessato ai gatti )
Mi sono spiegato male perche’ ho mescolato due argomenti diversi fra di loro:
1) la posizione della Chiesa sugli animali, ma anche di tutti i cristiani e credo anche delle altre religioni monoteiste e’ molto chiara. Basta leggere la Bibbia. Sul Catechismo della Chiesa Cattolica e’ spiegato meglio il corretto rapporto fra l’uomo e l’animale che non deve essere umanizzato (non usano questo termine ma il concetto e’ quello). Gl animali sono creati da Dio e sono subordinati all’uomo, quindi non perdo tempo e per i dettagli ve lo andate a cercare visto che sono informazioni di pubblico dominio.
2) Il cane e’ un animale sociale, estremamente esperto di comunicazione non verbale, la cui sopravvivenza e il suo stile di vista e’ garantito solo da quanto e da come il suo proprietario si relazioni con lui. Ne consegue che per sopravvivere adotta tutta una serie di strategie per attirare l’attenzione dell’uomo. Spero che fino a qui ci siamo.
L’uomo viene gratificato dalla presenza del cane che da molto di piu’ di quello che riceve ed e’ una strategia vincente che funziona sia sul breve e sul lungo periodo, per tutta la vita del cane.
Persone che per svariati motivi hanno carenze di affetto sono molto legate al cane, questo legame potrebbe in certi casi A MIO PARERE distogliere in parte l’uomo dalle sue normali attivita’ sociali ma anche per un discorso pratico perche’ avere un cane richiede tempo e per forza si toglie un po’ di tempo alle altre attivita’ quitidiane.
Ci sono persone che non vengono influenzate dalla presenza del cane e ci sono persone che vivono in simbiosi con il cane e hanno un attaccamento morboso, insomma ci sono vari casi.
Secondo me una persona che ha un comportamento morboso verso il cane e’ a rischio di isolarsisi dalla societa’, se non siete d’accordo io rispetto le vostre idee ma io ho osservato questo.
della Puglia segnalo il canile di Barletta, dove ogni giorno si lotta come se si fosse in trincea e c’è gente che fa davvero l’impossibile con totale dedizione.
due storie meravigliose…. <3
Ho appena finito di asciugarmi le lacrime dopo aver visto le foto e le immagini di Tommy (anche il tg gli ha dedicato un servizio e io sono una nota piagnona). Di Rocky non sapevo niente. Vedi però? Mai dire mai.
meditiamo, ma meditasse anche chi si scaglia contro la chiesa tutta appena un prete dice qualcosa che non va bene. Quando don mazzi diceva stupidaggini tutti a dire “preti pedofili, chiesa schifosa”. Ora che questo prete “cura” il cane, allora tutti i preti sono bravi, no? Bisognerebbe imparare a “giudicare” (passatemi il termine) la singola persona e le sue parole, non estendendo quello che pensa e quello che fa a tutti gli altri.
No, non tutti i preti sono bravi e ovviamente non tutti i preti sono pessimi. Ma quanto a “estendere quello che pensa e quello che fa a tutti gli altri”, direi che la Chiesa non è seconda a nessuno…
Difatti, è proprio quello che è successo nel primo articolo che parlava del prete anti-cinofilia dove si criticava QUEL PRETE, non tutta la categoria dei preti.
Allo stesso modo, in questo articolo, l’aver giudicato positivamente l’operato di un prete non fa della categoria dei preti necessariamente una categoria di santi.
Perchè vogliamo cercare per forza dispar condicio anche quando non ve ne è proprio traccia?