venerdì 12 Settembre 2025

Accoltellato per difendere un cane

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – L’articolo non è leggibilissimo,  ma la storia è presto detta: Cristian Lombardi, che ha adottato una bulla dal gruppo  “bull terrier rescue”, è al bar con la sua Olly (che nell’articolo viene definito “bulldog terrier”: stendiamo un velo pietoso). Il cagnolino di un altro avventore, un meticcetto “che sarà stato alto 20 centimetri”, come racconta Cristian, dà uno strattone al guinzaglio del suo padrone (questo non posso chiamarlo “umano”, capirete subito perché) e gli fa rovesciare il cocktail che stava bevendo. Il bastardo a due zampe prima gli tira due calci, poi usa il guinzaglio come una frusta per infierire sul cagnolino… e a questo punto Cristian interviene cercando di fermarlo.
Volano prima le parole, poi gli spintoni: e alla fine, quando Cristian si allontana, il bastardo a due zampe gli arriva alla schiena – da buon vigliacco – gli dà quattro coltellate in una gamba e poi scappa.
Quando torna a riprendersi il cane, che aveva mollato ad un amico, trova vigili e polizia, aggredisce anche loro e viene finalmente arrestato, con l’accusa (scrive il giornale) di “lesioni personali aggravate e violenza a pubblico ufficiale”: manca il maltrattamento all’animale, si vede che avendo tirato coltellate a un umano questo reato passa in secondo piano.
Invece non dovrebbe, perché alla base c’è la stessa identica violenza ed incapacità di rapportarsi in modo civile sia con i cani che con gli umani: quantomeno dovrebbe essere considerata un’aggravante tale da prendere questo sub-umano per il coppino, chiuderlo in galera e buttar via la chiave.
Invece, con ogni probabilità, il “signor” Loris Anedda (così si chiama il sub-umano) sarà fuori nel giro di una settimana (o di un giorno: dipende dall’avvocato che può permettersi, oltre che dagli eventuali precedenti. Sembra strano che un tipo così non ne abbia, ma non si sa mai).  Si dirà pentito (anche… se col cavolo che lo sarà), dirà che è stato un raptus, insomma le solite storielle con le quali la nostra strana giustizia manda in giro liberi e giocondi pure gli assassini. E figuriamoci uno che si è “limitato” a quattro coltellatine.
Due le cose da dire: la prima è ovviamente una standing ovation per Cristian, che si è messo in gioco per difendere un cagnolino mai visto e conosciuto… ma questo mi sembra scontato.
La seconda è che, con ogni probabilità, non appena il sub-umano verrà liberato, il suo cane gli verrà restituito. Perché il cane, ricordiamolo, per la nostra legge è una “cosa”: e siccome questa “cosa” gli appartiene, gliela ridaranno mettendolo così in grado di torturare ancora quel povero animaletto. Purtroppo c’è pieno così di casi in cui è successo esattamente questo.
Ecco, questa è un’altra delle battaglie che bisognerebbe condurre con forza: le vittime di maltrattamenti vanno sequestrate e tolte per sempre ai maltrattatori. Sempre, comunque, in ogni caso. E non solo: a gente così bisognerebbe interdire per sempre il possesso di qualsiasi altro animale. Se davvero gli piacciono i cani, vada a fare volontariato in canile e troverà tutti quelli che vuole.
Quando la giustizia funzionerà così, forse gli animali saranno davvero tutelati decentemente.
Nel frattempo auguriamo a Cristian una pronta guarigione, e speriamo che non pensi mai che avrebbe dovuto farsi gli affari suoi e ignorare quello che vedeva. Certo, verrebbe spontaneo a chiunque pensarla così (anche a chi legge questa storia, probabilmente): ma non è così che funziona una società civile. E’ vero che difendendo un innocente maltrattato si corrono dei rischi, ma è anche vero che il rischio peggiore che tutti noi corriamo è quello di guardarsi allo specchio la mattina e pensare “che schifo”.
A Cristian questo non succederà. E le ferite alla gamba guariranno, mentre l’orgoglio e l’autostima che DEVE provare per ciò che ha fatto resteranno per tutta la vita.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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12 Commenti

  1. Grande Cristian!!! Speriamo che quell’essere, non voglia infierire ulteriormente né su Cristian né sul cagnolino, purtroppo se ne sentono tante da averne fin la nausea. Gli esseri come quello sono pericolosi e che non mi venga a raccontare che ha avuto un raptus, le persone, la gente normale, non gira col coltello!!!

  2. Beh, però non siamo contenti neanche se viene a sfogarsi con i cani del canile eh!!!!
    Se gli piacciono li guarda su una rivista o in tv piuttosto!

  3. Che strana la legge italiana: i figli vengono ingiustamente sottratti anche alle famiglie che non hanno mai avuto colpe di violenza su minori e i cani maltrattati si restituisco anche ai delinquenti che li avevano adottati per torturarli.

  4. “A Cristian questo non succederà. E le ferite alla gamba guariranno, mentre l’orgoglio e l’autostima che DEVE provare per ciò che ha fatto resteranno per tutta la vita.”

    GRAZIE Cristian, per fortuna ci sono persone come te!!

  5. mi associo alla standing ovation…quanto al sub-umano, le guinzagliate potrebbero essere una valida alternativa al carcere che non si farà mai. tre volte al giorno, prima dei pasti.

  6. No Valeria non credo proprio che questo “signore” non andrà in carcere o se ne uscirà pulito con una sanzione pecuniaria. Capisco che siamo sfiduciati da tutto (politica in primis) e che i media ci restituiscono un’immagine non particolarmente felice del sistema giustizia, ma ti assicuro che nessun giudice dice “ahhhhh ok, è stato un raptus di follia, allora può andare…” . Non funziona così. E non ci sono avvocati che tengano. Pagherà quanto deve.

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