di VALERIA ROSSI – Mi sono ritrovata oggi, per caso, a leggere (in posti diversi) alcuni articoli e commenti che tiravano tutti in ballo il “rispetto per il cane”. Così mi sono resa conto che anch’io ne parlo in continuazione (anche quando mi scanno con qualcuno che, evidentemente, di questo termine ha una concezione molto lontana dalla mia)… ma che forse non ho mai spiegato che cosa intendo con questo termine.
Che significa “rispettare” il cane?
Ho deciso di provare a rispondere a questa domanda, ovviamente dal mio punto di vista: e mi farebbe piacere che anche altri dicessero la loro, così da poterci confrontare.
Innanzitutto direi che il cane viene rispettato quando lo si mette in una condizione di benessere psicofisico: e fin qui credo che ci sia poco da discutere. Tutto sta a capire quando, come e perché il cane “stia bene”.
Allora:
a) è vero benessere quello del cane bambinizzato, ovvero trattato “come un figlio”, straviziato, rimpinzato di bocconcini, portato in borsetta o nel passeggino per non stancarlo troppo e subissato di coccole, carezze e moine?
La mia risposta è “assolutamente no”.
Il cane non è un bambino: è un cane. Quindi, ammesso e tutt’altro che concesso che un bambino potesse veramente godersi una situazione del genere, il cane non ne ricaverà alcun benessere perché tutto questo si allontana paurosamente dal suo stato naturale, dal suo etogramma, dalla sua caninità.
Il cane è costruito per muoversi, per correre, per cacciare: è un atleta, ma proprio “atleta inside”, nel più profondo del suo essere.
Se non può almeno muoversi, correre, giocare, interagire con altri membri del suo gruppo sociale, il cane si annoia a morte.
Coccole e carezze non fanno parte della sua vita: avete mai visto due cani farsi le coccole l’un l’altro? Al massimo – se proprio sono amici per la pelle – si fanno un po’ di grooming reciproco: si danno due leccatine e via. Altrimenti il loro modo di trasmettersi reciprocamente affetto è quello di “stare vicini vicini”, di dormirsi addosso, di stare appiccicati dandosi calore e sicurezza, ma non continuando a spacioccarsi a vicenda.
Neppure i vizi (e stravizi) fanno parte della vita di un cane: il divano non è il suo habitat naturale.
Il cane è un animale sociale e tutti abbiamo ormai imparato che non ci sono gerarchie piramidali ma circolari, che non ci sono “cani alpha” dittatoriali e “cani omega” che le buscano da tutti… ma sembra che sia sfuggito ai più il concetto fondamentale, e cioè il fatto che ognuno, nel branco-gruppo-sistema-chiamatelo-come-vi-pare, deve avere un compito preciso.
Se non ce l’ha, se è un animale inutile e superfluo, non solo rischia di venire emarginato (e magari anche fatto fuori, perché la natura non è disneyana), ma si sente anche un derelitto, un paria, un infelice.
Ergo: il cane bambinizzato è un cane che non sa cosa fare della sua vita e che non si sente assolutamente a suo agio.
Viene rispettato? A me parrebbe proprio di no.
b) è vero benessere quello del cane a cui viene chiesto di autodeterminarsi, di scoprire da solo cosa gli conviene fare, di ragionare su ogni problema che si pone di fronte e di trovare in proprio le soluzioni?
Personalmente ritengo di no, e questo farà immediatamente saltare la mosca al naso dei cognitivisti e di tutti quelli che seguono i vari approcci “relazionali”, “emozionali” eccetera eccetera, che proprio sull’autocoscienza e sull’autodeterminazione basano il rapporto con il cane.
Eppure io non riesco a vedere cani felici, in quelli che vivono questo genere di approccio: vedo invece molti cani rassegnati, “spenti”, apatici… e un’infinità di cani confusi, che a volte reagiscono manifestando problemi comportamentali più o meno seri.
Perché? Perché il cane, come ho già ripetuto più volte, è sicuramente in grado di pensare, sentire, ragionare: ma lo fa con una mente paragonabile a quella di un bambino di 3-4 anni. E un bambino di 3-4 anni non può autodeterminare un bel niente.
Non è neppure in grado di autocontrollarsi in ogni circostanza (altra “parola chiave” del cognitivismo), perché è assai più impulsivo e istintivo di quanto non sia capace di “fermarsi a pensare”.
E’ per questo che ha bisogno di qualcuno che gli spieghi chiaramente, in modo semplice e lineare, ciò che ci si aspetta da lui: per questo ha bisogno di conoscere il significato di “giusto” e “sbagliato”, di “corretto” e “scorretto”, insomma di “sì” e di “no”.
E’ vero, ho detto appena sopra che il cane non è un bambino: ma ragiona come un bambino.
I suoi processi mentali sono gli stessi (o quasi, perché il cervello di un umano, per quanto giovane, è pur sempre diverso da quello di un cane) ed è uguale la sua esigenza di trovare qualcuno capace di indirizzarlo verso la vita.
Il fatto che molti metodi moderni (dal gentilismo in poi) abbiano completamente cancellato il “no” dalla vita dei cani porta (forse non sempre, ma spesso) alla confusione di cui sopra: ci sono centinaia, migliaia di cani che sono perfettamente in grado di capire quando hanno fatto bene, ma che non riescono a capire quando invece hanno sbagliato, e perché.
E non è poi così scontato che siano in grado di afferrare il concetto di “sbagliato=contrario di giusto”.
Per capirci: un cane che approccia gli umani in modo esageratamente irruento verrà probabilmente premiato nei rari casi in cui si avvicina a qualcuno con delicatezza (magari perché gli è antipatico). Quando invece si scapicolla addosso all’amico in visita, viene ignorato.
Pensate forse che sia in grado di distinguere e di rendersi conto che questo tipo di approccio è sgradito? Ovviamente no, perché lui si sta premiando da solo: fare le feste stendendo secca la zia in visita gli piace da morire. E’ eccitato e felice, non sente minimamente la mancanza del bocconcino o del giochino. Ce l’ha già, il giochino: è la zia!
Quindi questo cane continuerà ad approcciare in modo incivile chiunque entri in casa (esclusi gli antipatici), fino al momento in cui i suoi umani daranno di matto e reagiranno con un urlaccio assai poco gentilista (del quale poi si pentiranno amaramente, andandosi a flagellare dall’educatore e chiedendo pietà, perché “non ne potevano proprio più” e sono esplosi loro malgrado), di fronte al quale il cane andrà in totale confusione.
Perché gli hanno urlato addosso? Cos’ha fatto di male? Si è sempre comportato così e nessuno gli ha mai detto nulla (perché il nostro “ignorare” è stato visto come un esempio eclatante di “chi tace acconsente”)!
Cosa sarà mai successo, stavolta?
Ecco, io non penso che rispettare il cane significhi mandarlo in tilt, confondergli le idee, non dargli mai modo di capire – con un semplice segno di approvazione da una parte e di disapprovazione dall’altra – cos’è che vogliamo esattamente da lui.
c) è vero benessere quello del cane sportivo a cui si chiede la perfezione in ogni esercizio, in ogni movimento, in ogni secondo (almeno della gara)?
Ancora una volta, temo di no.
Il cane sportivo è un cane che ha modo di muoversi, di correre, di sfogare le proprie energie; è un cane che sa qual è il suo posto nel mondo e cosa ci si aspetta da lui; è un cane che ha nel suo conduttore (o, male che vada, almeno nell’istruttore…) un punto di riferimento, una guida da seguire.
Insomma, sembrerebbe (ed effettivamente sarebbe) un cane che vive una situazione davvero ideale… se gli umani non avessero la smania di andare sempre oltre, di vincere, di fare meglio degli altri.
Nel momento in cui il cane diventa un mezzo per raggiungere un podio, e non più un partner con cui collaborare per divertirsi insieme “comunque vada”, il benessere si diluisce parecchio e il rispetto per il cane va allegramente a farsi benedire: questo al di là degli strumenti più o meno “buoni” o “cattivi” che si possano usare.
Se fossi un cane, e se proprio dovessi scegliere tra l’essere addestrato con metodi un po’ bruschi (non intendo dire “crudeli” né “dolorosi”: diciamo con qualche pacca sul sedere, se proprio “ce vo'”) o l’essere addestrato con metodi gentilissimi, ma tenuto in kennel 23 ore al giorno e mollato solo per l’oretta di allenamento, non avrei alcun dubbio e sceglierei il metodo magari meno “gentile”, ma che mi permetterebbe anche di “fare il cane”.
Ovviamente ritengo che la giusta via sia quella di lasciar fare il cane al cane “e” di addestrarlo nel modo più gentile possibile: non so perché, però, su questa via sembra esserci ben poco traffico.
d) è vero benessere quello dei cani da show, che passano giornate intere sul tavolo da toelettatura?
Ahimé, temo proprio di no.
E anche se per anni ed anni ho portato i miei cani in esposizione, penso che loro considerassero la cosa così come la consideravo io: una rottura di scatole. Necessaria per me, che lo facevo per scelta: mentre per loro non c’era scelta, ci dovevano venire e stop.
C’è da dire, però, che le esposizioni si tengono un solo giorno alla settimana. Se il cane dovesse passare anche il resto dei suoi giorni a farsi toelettare-spazzolare-cotonare eccetera eccetera, allora credo che saremmo al limite del maltrattamento (se non altro psicologico)… altro che benessere!
Se però quell’unica giornata di rompimento è bilanciata da altri sei giorni di corse, gioco, sport, libertà… allora posso dire che fa parte dei piccoli compromessi che il cane ha accettato quando ha scelto di vivere al nostro fianco. O almeno, così ho sempre raccontato a me stessa (considerando anche il fatto che i miei cani, sul tavolo da toelettatura, ci passavano al massimo dieci minuti: un po’ perché gli husky hanno bisogno solo di una bella spazzolata, e un po’ perché io non so dare bene neanche quella).
Devo aggiungere, però, che ci sono razze (per esempio i barboni) che amano essere spazzolati, cotonati, pettinati eccetera: per loro questo significa “attenzioni” da parte del proprietario e se le godono proprio, tanto che sul tavolino ci saltano allegramente da soli.
Però, dài… per me il vero “benessere canino” è un’altra cosa.
Ma allora, come si fa a rispettare davvero un cane e a renderlo felice?
Forse trattandolo semplicemente come tale: non come un bambino, né come uno strumento (sportivo o di lavoro che sia), né come uno status symbol. Non considerandolo né un genio, né una sorta di povero demente.
Non forzandolo mai oltre i propri limiti… e soprattutto non raccontando favole né a noi stessi, né agli altri: perché l’idea di scrivere queste righe mi è venuta da un commento che si riferiva alla pet therapy definendola un’attività “al limite del maltrattamento”… e purtroppo, in alcuni casi, è davvero così.
Magari un altro giorno ne scriverò più approfonditamente: per ora mi basta dire che ci sono cani che amano fare pet therapy (la Bisturi non la fa, ma sarebbe indubbiamente la cagna più felice del mondo se potesse essere coccolata a sangue da chicchessia e a tempo indeterminato), ma ce ne sono altri che “subiscono” questa attività e che, se potessero, probabilmente preferirebbero finire alla catena in un cortile, piuttosto che continuare ad annoiarsi a morte tra bambini che strillano e vecchietti che li smanacciano sulla testa.
Rispettare il cane significa ricordarsi che si possono fare insieme tantissime cose, divertendosi entrambi. Ma entrambi, appunto.
Rispettare il cane non significa considerarlo superiore all’uomo: magari lo sarà pure, per certi versi… ma il cane non è quella figura retorica che “ama incondizionatamente e per sempre”, che “ti resta fedele anche quando lo prendi a calci”, che “si accontenta di una ciotola di cibo e di una carezza sulla testa” e così via.
Il cane è un animale senziente e raziocinante, e forse proprio per questo è un simpatico opportunista che, più o meno quindicimila anni fa, ha deciso che gli tornava comodo stare con noi.
Ma anche oggi, ogni singolo cane sceglie ciò che ritiene più opportuno per la sua sopravvivenza: se fosse così “fedele e innamorato” non ci sarebbero così tanti cani che tra il proprietario con cui stanno da anni e l’addestratore che vedono da due lezioni… scelgono quest’ultimo.
L’ho già scritto altre volte, credo, ma lo ripeto: Hachiko ha passato dodici anni alla stazione ad aspettare il padrone morto solo perché a casa sua non ha trovato nessuno in grado di dargli le stesse cose che gli dava lui. Se qualche familiare l’avesse preso e portato a fare agility o mondioring, probabilmente del professore si sarebbe scordato in una settimana.
Il cane che resta con un umano che lo maltratta, ci resta solo perché il mondo al di fuori di lì gli fa ancora più paura (e purtroppo la stessa cosa succede a molte donne maltrattate).
Rispettare il cane significa accettarlo per quello che è, senza mitizzarlo e senza sminuirlo, cercando di capirlo e non di “reinventarlo” così come vorremmo che fosse.
E questo vale sia per “il cane” in generale, sia per le razze in particolare: non è giusto, non è corretto, è proprio “irrispettoso” costringere una malinois a fare una vita da chihuahua, o viceversa. Il DNA non è acqua!
Certo, poi bisogna anche evitare di fargli del male: non bisogna impiccarlo, strattonarlo o prenderlo a calcioni.
Ma non basta! Non basta evitare la violenza e il dolore, per rispettarlo davvero: bisogna tenere conto anche della sua mente. Delle sue esigenze. Di ciò che è davvero meglio per lui.
“Striscia la notizia” ha sollevato un polverone sull’uso collare elettrico… e per carità, mi sta benissimo: però mi piacerebbe vedere, prima o poi, Edoardo Stoppa che fa un cazziatone a Paris Hilton con il suo chihuahua in borsetta.
Perché… se dovessi dire quale dei due cani è il più “maltrattato”, giuro che avrei molti dubbi.
Anzi, no: forse non ne avrei neppure uno.
Io sono un allevatrice di quelli che sono considerati tipici cani da borsetta (sob!)….Ma il mio credo e’ quello che sono cani.Dunque niente borse,camminare giu’ con il guinzaglio anche se mi danno della maltrattatrice di cani (oddiooooo,troppo piccoloooo,lo pestanoooo,lo tenga in braccioooo!!!),lasciarli interagire con tutti i cani di tutte le taglie,fare una testa tanta ai futuri e attuali clienti che non sono bambini o bamboline,che non bisogna vestirli ecc ecc….Ma….
Negli anni mi sto accorgendo che anche loro si comportano in modo “bambinesco”.Ovvero,sono loro alla fine che cercano le cose che gli nego perche’ per me fa cane bambinizzato.
Ho una femmina che appena vede una borsa per terra ci si fionda,addirittura anni fa ha levato portafoglio,chiavi,cellulare ecc ecc da una mia borsa (a fatica) e si e’ infilata lei dentro (con mia somma gioia nel vedere tutti i miei averi sparsi sulla spiaggia……..).La stessa femmina se vede una borsa in casa ci si fionda dentro e vuole essere trasportata….Basta pure una borsa della spesa!E non esce di li’ finche’ non gli hai fatto fare il giretto per le stanze di casa(secondo me tanto sana di mente lei non e’…ahahahahahah!)
Ho un maschio nato da me e che quindi non ha mai conosciuto l’emozione di una borsa e non ne ha mai vista una per animali che esattamente lunedi’,dal veterinario,mentre un suo fratello era in visita,e’ entrato e ha dormito dentro la mia borsa (anche scomoda,piena di roba….) con tutto che aveva il trasportino di plastica li aperto…..
Perche’ si comportano cosi’? Una serie di “copertina di Linus”? Non riesco a capire…..
Preferiscono una borsa alle cuccie/trasportini di sicuro piu’ confortevoli,contando che l’unica borsa che vedono e’ la mia.
Ciao Moni,ho letto ora il tuo messaggio, grazie sei gentile! 😉
Guarda, io avendo un Border, leggere come si comportava quel cane, mi è venuta una tristezza…E’ vero che ogni cane, anche della stessa razza può avere un carattere diverso (più aggressivo, meno socievole, ecc), indipendentemente dal padrone? Lo chiedo a Valeria che queste cose le sa, io sinceramente posso dire che se paragono il mio Border a quello raccontato da Moni…bè, c’è un abisso. Devo dire che è un gran coccolone, se ad esempio stai leggendo e lui è in zona, ti spinge la mano o il braccio col muso, lo appoggia sulle tue gambe e ti guarda con sguardo supplichevole per farsi fare i “grattini”, a volte è fin esagerato; gioca, salta, non sta quasi mai fermo se non dopo una lunga corsa o una giornata all’aperto, è ubbidiente e se siamo in qualche posto pubblico sta tranquillo, ma se siamo al parco e ci sono altri cani gli piace giocare con loro, rincorrere e farsi rincorrere (insomma a me sembra un cane normalissimo, forse sbaglio?), devo dire però che è diventato un po diffidente verso gli altri cani, nel senso che quando era un po più piccolo, appena vedeva un cane si fiondava verso di lui, io dicevo che gli partiva l’embolo hi,hi dopo che è stato aggredito sta più attento, si avvicina piano, si accuccia proprio come farebbe con le pecore e poi si avvicina ancora, mooolto lentamente, se l’altro cane è…disponibile, bene, altrimenti sta ben lontano e si avvicina alle nostre gambe uggiolando perchè quello non vuole giocare! Insomma, credo che sia un cane…felice ecco, mentre i cani che se ne stanno sempre lì, attaccati ai loro padroni, che non abbaiano mai, non giocano, non corrono, mi fanno una tale tristezza…forse sbaglio? Magari loro sono felici così!? Chissà
NO, non sono felici e basta saperli “leggere” un attimino per capirlo. Il tuo è un cane felice, da come l’hai descritto. Un cane che fa il cane, e anche un border che fa il border.
Tra i cani della stessa razza qualche differenza individuale c’è (la selezione fa la differenza), ma sicuramente gli umani sono responsabili per un buon 70% delle “variabili” caratteriali.
Son d’accordissimo, Valeria, anzi, mi sa che sei stata buona, io direi più dell 80%! Mi capita spesso di incontrare un tipo con un Border Collie che appena vede un’altro cane, comincia ad abbaiare talmente tanto che fin si ingozza, ma ho notato che il centravanti del padrone lo istiga e poi lo sgrida! Ehhh, il mondo è bello perchè avariato!
un cane che fa il cane on si fionda a razzo sugli altri cani per poi prendersi un morso, per poi nelle volte seguenti ritualizzare fino all’eccesso un avvicinamento un po strano che può anche risultare sospetto, comunque ok
@Lella grazie, anche a me fanno ridere i tuoi commenti (in senso buono :)) e condivido spesso quello che scrivi.
@redazione tutto l’articolo mi ha fatto ricordare di un cane che conoscevo di vista anni e anni fa. Era un cane fantastico sotto molti punti di vista, però punti di vista umani. Era un border collie e non l’ho mia visto fare il border collie. La sua umana lo portava al mercato, a comprare il pane, il giornale… il cane aveva il pelo sempre pulito e la sua umana di lui diceva con orgoglio “sa dare la zampa, in casa non sai di averlo, fuori non si stacca da me”.
Lui non abbaiava, non correva, non trottava, non annusava, non puntava, non giocava, camminava lento sempre e solo al guinzaglio. Non era aggressivo e nemmeno socievole, per lui gli altri cani, persone, bambini, volatili, palloni, non solo non erano interessanti, per lui erano tutti invisibili. Non aveva reazioni di nessun tipo, zero totale.
Sbaglio a non stupirmi di cani “rustici” che non rispettano a mille il primo che passa ? O aveva ragione quel cane a non reagire a nulla di nulla? (Tipo: era equilibrato a livelli zen e stava benissimo)
Per tutti era un cane perfetto, proprio da città, “sembra un bravo ometto” dicevano. A me veniva voglia di portarlo a correre in mezzo alle pecore. Sbagliavo? Se la tua risposta è no, lo sapevo 😀 ma avevo sei anni e non mi calcolava nessuno.
Premetto che non ho il cane, e che, pur avendo un ottimo rapporto con gli animali non ne tollero la presenza in tutti gli ambienti, ma sono diventato, mio malgrado, abbastanza informato sull’argomento sia perché ho tanti amici che li posseggono sia perché, in presenza di un cane molesto vicino a casa, ho dovuto informarmi su come risolvere il problema senza far del male all’animale (a proposito, quando una articolo sul disturbo da latrato?). Leggo spesso questa pagina perché la ritengo (quasi sempre) equilibrata, e ho trovato questo articolo veramente piacevole poiché riporta esattamente il mio pensiero su ciò che dovrebbe rappresentare il cane. Aggiungerei che non è benessere portare il cane nei centri commerciali affollati, trascinato su pavimenti scivolosi, così da godere dei gridolini di piacere di chi guarda la vostra passerella. Perché quella di costringere il cane in certi luoghi è l’ultima frontiera del diritto animale. Trovo interessante proprio la tua opinione sul cane da borsetta, e posso testimoniare che il micro chihuahua di un amico,abituato da sempre a camminare e non a stare in borsetta, non ha la reazione isterica che hanno tipicamente questi cani quando si avvicina qualcuno. Sarà un caso? Saluti. (Valeria, posso darti del tu?).
Sì, puoi darmi del tu e ti ringrazio per l’apprezzamento. Però temo che tu abbia una visione un po’ alterata del “portare il cane nei centri commerciali”: certo, se non lo porti da nessun’altra parte non è proprio il massimo della vita… però possono esserci molte persone che non lo fanno per snobismo/”passerella”/dimostrazionediquantoso’fighi, ma soltanto per socializzare il cane, che bene o male in questa società ci deve vivere 🙂
Sarà solo una mia sensazione, ma io non li porterei la domenica quando, ahimè, i centri commerciali si sovraffollano di gente. Io stesso dopo un paio di acquisti domenicali, ho deciso che la domenica è preferibile una gita all’aria aperta che stare a sgomitare tra la folla, e penso che il cane preferirebbe lo stesso!
Per Moni: anche leggere te è un piacere, almeno per quanto mi riguarda, condivido in pieno quello che scrivi!!!
Per quanto riguarda Valeria, non ci sono parole, l’ho detto e ripetuto più volte: sei bravissima e chiarissima nell’esprimerti. PS: Condivido in pieno i paragoni fatti: più chiari di così… hi, hi,hi (non sto prendendo in giro nè, ci credo veramente)
Per Accio:
sarò anche in torto, ma se mi “mette una mano sulla spalla”, in tribunale ho da discutere…
Tornando al tema, ho avuto la fortuna di avere una Rottweiler fantastica, che se solo sentiva che mi montava qualsiasi sentimento poco sereno, mi si avvicinava e fissava l’altro. Non è mai servito che intervenisse più di così. Questo dopo averla molto frenata (controllandola con i metodi classici dell’addestramento di 20 anni fa) nella sua aggressività e indipendenza. Dopo i suoi 2 anni, avevamo raggiunto un accordo. O forse lei aveva imparato a leggermi così bene che sapeva gestire le situazioni in base alle mie espressioni.
Alla fine, forse, stiamo dicendo la stessa cosa: io sono contraria al cane sotto controllo “militare”, ma anche ai biscottini e palline e scemate varie. Il cane deve imparare. E poi collaborare in base alle sue capacità.
Il controllo era definito “militare” in contrapposizione ad un’idea gentilista che abolisce ogni forma di cerarchia e controllo. Intendevo molto semplicemente che nel bisogno fa ciò che dico io e non quello che gli aggrada.
Credo, come dice lei, che le nostre idee siano espresse in modi differenti ma che il succo sia quello.
Il punto è che cani così bisogna viverli, solo in questo modo i vari teorici del cosidetto metodo gentile capirebbero che le loro teorie sono esclusivamente una bella favola
nel caso arrivi qualcuno a dire che gli umani sono tutti tutti tutti più intelligenti dei cani ecc, oggi c’erano molti cani liberi al parco che non disturbavano nessuno, mentre una coppia di umani per farsi le foto al cellulare, si è piazzata con due pargoli sulla ciclabile in curva. Ho imparato dei bestemmioni in toscano che non conoscevo dai ciclisti che dovevano volare per evitare almeno i bambini.
a Daniela per commento del 2 giugno delle ore 8.00:
COMPLIMENTI! Se tutte le sciurette fossero tanto intelligenti, intuitive e sensibili, la vita dei cani sarebbe molto migliore!
BRAVA!
Riguardo al cane con un intelligenza paragonabile a quella di un bambino di 3-4 anni:
Dire che il cane adulto ha in media un’intelligenza pari a quella di un bambino di 3-4 anni è un estrapolazione eseplificativa basata sulle capacità medie di astrazione e problem solving ecc, di un cane e di un bambino di 3-4 anni…
Ma vuol dire che il cane ha IN MEDIA, e x certi versi, un’intelligenza PARAGONABILE a quella di un bambino umano di 3-4 anni (però ad es le capacità di interazione sociale interspecifica e intraspecifica di un cane adulto ben socializzato sono senza dubbio superiori a quelle di un poccolo umano ancora immaturo cerebralmente e socialmente), non che la sua intelligenza o la sua mente o le sue capacità (sia quelle “da cane generico”, che quelle tipiche della razza a cui appaertiene) siano UGUALI a quelle di un bambino di 3-4 anni in tutto e x tutto.
…o almeno io è sempre così che ho interpretato la cosa…
Io interpreto che tutti interpretano che i cani arrivano all’intelligenza di un bambino di 3 anni, e stop. E questo sulla base di un singolo cane che ha molta memoria, e l’intelligenza di andarti a prendere le cose.
PEr me chi per primo ha decretato 3 anni o è il primo di una lunga lista di stupidi o dovrebbe dire a tutti del granchio che stanno prendendo perché parlava di memoria e non intelligenza e che quest ultima non la sa valutare.
Perché valutare l intelligenza di un essere evoluto in base alla sua memoria è una cagata pazzesca. Io rimango su una valutazione di circa 7 anni e in qualche occasione ho sgridato le mie nipoti che avevano 8/9 anni mentre interagivano con buck, gli ho detto che lui era più grande di loro. Era vero se si paragona l’età canina, ma era vero anche dal lato testa/indipendenza/interazioni
Posso dire una cosa? Sono CERTA che l’intelligenza dei cani (o gatti ecc) A VOLTE sia nettamente superiore a quella di certi umani, adulti o meno che siano.
Poi per i cani da borsetta, sarei quasi curiosa di sentire che spiegazione danno quelli che fanno vivere un cane solo in quel modo. Quando è iniziata? Che è arrivato un espertone e ha sentenziato che il cane chiuso in una borsetta si diverte un casino? Alla faccia del rispetto e dell’intelligenza umana.
@AliceOltreLoSpecchio adoro quando dai spiegazioni che non fanno una piega 😀 non sono ironica, anche mia cugina che ti legge e non è cinofila, non riesce a controbattere 😀 vale anche per altri di voi ma Alice e Valeria Rossi in particolare; non potevo non dirlo.
ma si può? mi hanno telefonato per dirmi di specificare che il mio commento precedente dove scrivo “non certo quella di una donna adulta. *_*” non è un riferimento ad ogni donna adulta del mondo (così imparo ad avere amiche femministe :P)
aspetta.. dipende dall’intelligenza bambino ^_^ oggi c’era un bambino a passeggio con un un pastore tedesco al guinzaglio. Arriva una sciura con un altro pt e i due cani si sono ringhiati. La mamma del bambino dice “dai vai a conoscere l’amico di *nomedelcane* guarda come si guardano” =_= e il bambino “ma mamma sei scema? al guinzaglio? e poi si stanno ringhiando al massimo quando saranno liberi” beh si, direi che in questo caso il cane ha l’intelligenza di un bambino, non certo quella di una donna adulta. *_*
Anche io ho dubbi sul paragone bambino cane. Ho letto anche qualche relazione eta bambino e razza. Senza entrare nel merito dell’articolo che per molti aspetti posso anche condividere preferisco raccontare un mio ricordo da bambino di un cane che hanno avuto i miei genitori e che ancora mi fa riflettere sulle nostre pretese di conoscere il mondo dei cani e sapere cosa è meglio per loro. Premetto che parlo di circa 50 anni fa, di genitori che vivevano in campagna con una scarsa istruzione scolastica e quindi senza la più pallida idea di etologia canina e quant’altro. Mi racconta mia madre che la scuola si trovava a circa 2 km da dove abitavamo e per raggiungerla bisognava percorrere un viottolo sterrato e attraversare un corso d’acqua. Avevo sei anni e lei ogni giorno “mandava” un cane lupo ad accompagnarmi a scuola e a riprendermi all’uscita. Un giorno, nell’accompagnarmi, ricordo ancora il salto che il cane fece per superarmi e mettere in fuga una serpe nera a chiazze bianche che si trovava arrotolata in mezzo al viottolo. Questo cane viveva libero attorno alla casa. L’unica istruzione, se così si può definire, l’aveva ricevuta da mia madre per altro giovanissima. Quando sentiva un pericolo invece di abbaiare bussava alla porta e appena mio padre si affacciava si avventava sull’intruso, volpe o cane che fosse. E’ stato il compagno di giochi mio e di mio fratello. Da allora ho sempre avuto cani e ho sempre cercato di fargli vivere al meglio la loro vita di cani ma con regole, necessarie per poter convivere nella nostra società attuale.
Esclusa l’ultima frase (ma tu per una volta riuscire a non cercar rogna, mai? 🙂 9 bellissimo articolo.
Io rimango convinto che non si possano quantificare in 3 anni celebrali umani l’intelligenza di un cane. Può essere vero per certe cose, e credo che chi abbia “scientificamente” stimato i tre anni lo abbia fatto in base al grado di memoria di un border collie, quanti nomi di pupazzetti conosce, ne conosceva tanti per fortuna, avesse avuto il singolo cane meno memoria forse staremmo parlando di un anno e mezzo.
Invece credo che per certe cose li si possa paragonare a bambini di 7 anni, che sanno autonomamente cosa è giusto cosa è sbagliato, e cosa fare in base alla situazione. Non è assolutamente vero per tutti i cani, così come pochissimi sanno riconoscere centinaia di oggetti (ma si prende il migliore come base), ma alcuni cani, il mio compreso, sa bene cosa è giusto, cosa è sbagliato, se non altro sul tema regole canine. Per me i regolatori (e non i cani tutor) hanno comportamenti dettati da ragionamenti così complessi che sfuggirebbero a bambini umani di cinque o sei anni.
Alcuni comportamenti del mio cane che mi vengono in mente:
-fa finta di giocare con un cane col quale non ha mai giocato per farsi inseguire via dal bordo della strada (l’altro cane era finito lì e la padrona lontana cominciava a disperarsi).
-Non permette a un cane che sta subendo giochi fastidiosi di correre, perchè sa di non poter bloccare il terzo cane che insegue(in un altra occasione ha capito di non riuscire a bloccare direttamente l’altro)
-Fregare il bastone a un cane prendendone in bocca un altro, appena il cane lascia quello che ha glielo va a prendere
-Non ricordo come si chiama la percezione di un altra persona nello spazio, comunque, se i cani per non vedenti li si deve addestrare parecchio per non passare sotto ad esempio a panchine, il mio, io in bici, rete a sinistra, montagnetta ripida subito confinante sulla sinistra con alberi dai rami bassi, lui che passerebbe benissimo mi guarda chiedendosi se ci passo. E così fa quando decido che faccia strada lui, cerca scivoli (e rimane su marciapiedi e striscie, e zigzaga meno quando è lui a portarmi).
nelle aree cani fa sempre:
-difende le femmine non in calore da maschi che le vogliono…violentare. Se ci provano li sgida/allontana, se stanno buoni non fa niente (viene per scambiato per un dominante che tiene al suo harem, ma così non è).
-monta determinati tipi di cani, quelli che un po usano la monta per gioco e un po per sesso, gli fa capire che non è bello, lo fa quando lo vogliono fare loro, a lui o a altri, come questi dimostrano che non gradiscono lui interrompe, per poi riprendere a farlo se loro reiniziano.
-Ha deciso che non fa troppo casino vicino alle panchine dove stanno gli umani e i cani che vogliono tranquillità. Tutti a dire che mi difende, è vero che mi difende, ma lo fa anche quando io sono fuori l’area, lo fa quando c’è un gruppo agitato troppo vicino a un gruppo calmo.
-Altre cose più “tecniche”, insegna la gerarchia in tanti modi.
Non penso che un bambino di 3 anni riuscirebbe a fare certe cose, senza contare che un cane di 6 mesi (non tutti) potrebbe arrangiarsela a vivere da solo
Grazie Valeria, scrivi sempre parole meravigliose e ricche di spunti di riflessione per ‘neofiti’ come me!
@Matteo: Io ci riprovo anche con la terminologia se solo sapessi di cosa stai parlando…Sembra tanto una provocazione la tua…
ma proprio per nulla…
scrivere “tanto attaccamento verso le scuole di pensiero diverse dalle tue (gentilismo,cognitivismo ecc…)” significa dire che, a tuo parere, valeria difende e dipende da scuole di pensiero diverse dalla sua…che non è per nulla quello che, immagino, volessi dire tu.
Vi racconto un caso di ‘maltrattamento’di cui mi interessa il vostro giudizio perchè il ‘maltrattatore’ ero io.
Recupero un meticcio ci cane lupo di circa 10 mesi su una spiaggia del sud in cui girovagava da 5 mesi.
Mi porto la meticciona a Ts, il cane ha fobia degli esseri umani (sacro terrore dei bambini), è di una dolcezza inimmaginabile, fatica ad abituarsi a stare in appartamento alla terza vlta che quando torno vomita da stess da chiuso, decido di portarla con me al lavoro. Lavoro sul carso triestino, la finestra al piano terra del mio ufficio dà su dolina, dove passano gatti e a volte caprioli. Lego il cane all’albero fuori, lei mi sente parlare dalla finestra il cane era felice. Pranzava con me e i miei colleghi. Avevo trovato una associazione campo giochi vicinissimo all’uffico, in cui c’erà un campo, un’orto recintato e mi tenevano la cana a gratis 3 ore dopo pranzo. Una settimana dopo l’inizio del tran tran, qualcuno si accorge della presenza del cane, cominciano le prime critiche circa il fatto che il cane non può stare legato all’albero e tenerlo legato è maltrattamento(il cane stava legato circa 3 ore al dì all’ombra con 3 metri di corda in bosco… poi 3 ore di campetto). Il tutto dura 2 mesi, poi una signora (che ama tanto gli animali) mi dice che se continuo mi denuncia, cominciano a farmi pressioni dall’alto perchè qualcuno è andato a lamentarsi dai capi.
Morale sono costretta a lasciare il cane di nuovo a casa per 8 ore al dì.
Sono stati 2 mesi preziosi per il mio cane. Rifarei tutto da capo nonostante il richiamo dall’alto.
Ho maltrattato il mio cane come dicevano alcuni miei colleghi? Notare che la signora che mi ha rivolto le critiche più pesanti è una ‘animalista’.
Sono convinta che il cane fosse tanto più felice legato, ma vicino a te (che magari tra una pratica e l’altra andavi a fargli una carezza), che da solo a casa per 8 ore… Anzi CONVINTISSIMA!
Già ma questo non è stato compreso da alcune persone. Persone amanti degli animali ma con un punto di vista sul cosa sia o meno più rispettoso per un animale diverso dal mio.
Tanto diverso da fare pesanti pressioni affinchè lasciassi il cane a casa.
Per loro il concetto di corda a cui era attacato un cane era inaccettabile, tutto il resto non contava niente, quello che io vedevo a casa era una mia suggestione.
L’importante era bloccare quello che loro vedevano lì e che concettualmete non gli garbava (la corda), non importava cosa accadesse al cane altrove, i loro occhi non andavano oltre la corda.
In realtà l’articolo parlava di rispetto, ho solo in apparenza cambiato tema… il punto è che per me rispettare il cane era darle quello che più la rendeva felice. Stare in bosco legata e poi aver la possibilità di giocare con gli altri cani nell’associazione la rendevano felice e rilassata. Sì la legge dice un sacco di cose sul cane in catena… ma per quel che mi riguarda c’era più rispetto nei confronti del cane tenerlo alla ‘corda’ e dandogli poi la possibilità di socializzare piuttosto che fissarsi miseramente sulla corda e sulla legge come facevano i miei colleghi (ripeto… animalisti) secondo i quali il cane in appartamento è felice…
Io sono rimasta della mia idea e i colleghi della loro, collegi che continuano a definirsi animalisti (2 sono vegetariani) e posso assicurarvi che fanno tante coccole ai cani quando li incontrano…
Ho osservato che (almeno qui) molti “animalisti” non sanno una minima cosa sui cani e ostacolano loro rieducazione, adozione, e felicità. Tuo cane era felice — forse meglio rischiare la denuncia! Magari devi far queste signore sentire una m…a, raccontandole che tuo cane piange angosciata, lasciata sola tutto il giorno… ma le testioline dlle fanatiche sono un po’ dure…
a casa il cane non piangeva… sostanzialmente non emetteva suoni, la ritrovavo esattamente dove la lasciavo la mattina, non beveva e non mangiava (i premietti che lasciavo in giro per casa per controllare se si muoveva li trovavo intonsi), la sera quando la portavo fuori vomitava (stress accumulato). L’animalista in questione sapeva… le avevo raccontato… credo avesse preferito non credermi. Cmq alla fine ho rischiato più della denuncia… ho rischiato il posto di lavoro (il mio capo dipartimento mi inviò una mail intitolata “caro cane”), ma in fondo era solo per il bene del cane se si sono sentiti in dovere di far presente la situazione coi capi.
La cana adesso stà bene, non è meno equilibrata di molti cani presi da cuccioli.
In tema di ‘rispetto’ ti racconto cosa è successo ad una nostra cagnetta, tanto diffidente da non poter essere avviata all’adozione. Ho tentato di farle superare la diffidenza portandola a casa mia e cercando di farle superare la paura degli umani facendola addirittura dormire sul mio letto. Il risultato dopo un mese di questa ‘terapia’ è stato che sul letto potevi farle qualunque cosa, si arrendeva completamente e gioiva delle mie carezze sul pancino, sollecitandole quando smettevo. Fuori dal letto si nascondeva in un angolo e tendeva a mordere se l’avvicinavo. Eppure ero la stessa persona che le faceva le carezze sul letto. Ma, consapevole che il letto fosse senz’altro molto comodo, ma non assomigliava nemmeno lontanamente alla vita che lei avrebbe voluto fare -e che l’avrebbe ridotta ad un vegetale- l’ho riportata al rifugio dove è libera di correre e giocare con gli altri cani in 6000 mq di terreno. Pochi giorni fa, quando ho dovuto catturarla nuovamente per cambiarle il collarino Scalibor, non solo si è lasciata prendere ‘abbastanza’ facilmente, ma si è anche lasciata accarezzare per almeno un buon quarto d’ora ed ha anche preso i biscotti dalle mie mani. E questo lo considero un successo, pur se la cagnetta difficilmente potrà andare in adozione. In molti che la vedono dicono ‘poverina, non ha un padrone’… a me a volte viene da dire ‘beata lei che non ha un padrone’… Libera, ma protetta, vive la sua vita ‘da cane’ pur in un contesto dove è comunque circoscritta, ma non in gabbia. Il suo lavoro è quello di osservare ben nascosta quello che fanno gli umani, ma è comunque socievolissima con gli altri cani. E tener lontani gli importuni. E’ un ottimo cane da guardia, e sa perfettamente chi sono gli importuni e chi i semplici visitatori. Come faccia a saperlo non lo so, ma se lei abbaia al cancello è di sicuro una scocciatura!
La stessa cosa faceva la nostra Polly, andata in adozione 4 volte e 4 volte riportata perchè si comportava alla stesso modo della tua: immobile per tutto il giorno, non mangiava, non beveva, vomitava appena fuori (dove dovevano portarla di peso). Alla fine l’ha adottata una nostra volontaria, ma con il patto che Polly rimanga a vivere al rifugio. Lei è felice così.
a daniela:
quimndi il cagnotto stava in pratica 8 ore in freeezing dalla paura/stress quando era in casa…
forse sarebbe stato da filmare con una telecamera x tutte le 8 ore (tanto se l’animali non si sposta ne narebbe bastata una, anche una webcam da 12 euro con cui far vedere l’animale in tempo reale alla sedicente animalista e poi darle i filmati da 8 ore di vari giorni x far vedere che anche scorrendoli il cane sta sempre li come se avesse le zampe incollate al pavimento) e dare i filmati ai sediucenti colleghi anti-corda, magari paragonarti ad un filmato del cane alla corda che è sereno e attivo e che non rischia di impiccarsi ne si strozza strattonando ne mugola disperatamente ne cerca di fuggire o simili…
Poi se si beccano persone veramente di coccio finisce che pure con i filmati si arrampicano sugli specchi x non diire che l’animale sta male in casa e bene legato (poi molti pseudo-animalisti hanno tante buone intenioni, ma non hanno alcuna cognizione minima x leggere il linguaggio del corpo del cane ne x comprendere oi suoi bisogni etologici)…
Meno male che ilo cane in questione ora sta bene, però è un peccato che tu abbia dovuto faticare di + x roabilitarlo e lo abbia dovuto costringere ad una sotiuazione di grave stress evitabilissima x colpa di pseudo-animalisti talebani ignoranti be arroganti!
…è perfino peggio della storia della signora animalista che fregava (o almeno cercava di fregare: solitamente il colpo le andava male, soprattutto quando i punkabbestia accortesi della cosa hanno cominciato a legare con cordini i cani cuccioli a cani adulti e/o alle proprie caviglie/polsi/zaini durante la notte) di notte i cani ai punkabbestia x portarli in canile (e io parlo di cani sia cuccioli che adulti tenuti tutto sommato decisamente bene, curati quando necessario, assolutamente non denutrirti ne maltrattati in alcun modo e che vivevano in simbiosi con i loro umani: magari non mangiavano le crocchette superpremium, ma in canile i cani sono assai + magri di quelle bestiole e hanno il pelo ben peggiore, insomma, cani che tutto sommato fanno una vita + che dignitosa e migliore di quella di molti canmi di casa nevrotici e annoiati a morte, infatti solitamente sono animnali equilibrati e molto educati e ubbidienti)!
…certa gente è talmente accecata dalle ideologie da avere “fette di seitan” davanti agli occhi e “tofu nelle orecchie”…
un ANIMALISTA dovrebbe essere x definizione un AMANTE DEGLI ANIMALI, che vuole quindi il loro BENESSERE A 360°…quindi dovrebbe andare oltre le apparenze x giudicare il presunto benesere/malessere di un animale, e soprattutto dovrebbe studiare BENE l’etologia di quell’animale x poter capire quando è maltrattato e quando non lo è, senza scadere in un approccio utopico Dysneiano e superficiale degno di un bambino di 6 anni che si basa solo sui cartoni animati!
Gli animali NON sono come noi vorremmo che fossero o come noi “li disegnamo”: hanno una loro dignità e delle loro esigenze, che a noi umani possono anche apparire bizzarre, “non politically correct” o perfino raccapriccianti, ma se li amiamo VERAMENTE dobbiamo fare il possibile x soddisfarli, in modo da renderli realmente felici x ciò che sono!
…questo purtroppo è spsso ignorato da pseudo-animalisti totalmente disinformati sull’etologia animale e farciti di concetti dozzinali e errati degni del + melenso film Disney x famiglie…
Per fortuna avendo degli orari flessibili cercavo di accumulare ore per poi riuscire a tornare a casa a ora di pranzo. Inoltre il mio ragazzo e’ informatico e un paio di giorni a settimana lavorava da casa, altrimanti avrei dovuto trovarle un’altra sistemazione. La facevo mangiare prima di andar via. La cosa peggiore era che neanche bevesse quando faceva caldo (piazzavo i miei capelli sulla ciotola per controllare).
Per tornare alla questione della mia collega…
Lei era ed e’ convinta di quanto ha detto/fatto, e in fondo il suo approccio nei confronti degli animali non e’ dissimile da quello di molte altre persone (vedasi anche il caso di Vanessa in basso), che vogliono fare il bene dell’animale (secondo i loro canoni) e finiscono col fare il contrario.
Se c’e’ una cosa che mi ha insegnao la mia cana e’ che a volte DEVI andare contro il senso comune per fare il loro bene, non fermarti alle apparenze e guardare gli effetti sul cane. Questo credo sia anche quello che intendesse anche Valeria. Non fissarsi piu’ di tanto sui mezzi, ma sulla salute e i miglioramenti del cane, e’ vero che ci vuole una grandissima sensibilita’ e cultura cinofila ( che io non ho, sono una sciuretta a cui e’ stata cambiata la vita da un cane, e per necessita’ ho cominciato a leggere etc… ma mi mancano le basi), non e’ facile, ma se c’ e’ profondo rispetto per l’animale e Non per le Convinzioni e le Teorie ce la si fa’. Non ci si puo’ fissare su un metodo perche’ il metodo deve a tutti costi funzionare, bisogna fissarsi sul cane e sulle risposte che da’, una cosa che va’ bene per un cane potrebbe amdare malissimo per un’altro, ma questo vale anche per noi esseri umani, le sensibilita’ sono diverse….
io sono stata denunciata dai soliti per benisti buonista del c…o che neanche 2+2 sanno fare.Lavoravo all’epoca in un centro commerciale come commessa e avevo salvato un cucciolo di barboncino, il cane aveva subito un operazione all’anteriore visto che “l’allevatrie” l’aveva trovato con tre fratture scomposte. Fatto operare con i ferri esterni il cane doveva stare ancora in gabbia. a casa mia il cane non sarebbe stato in pace percio decido di lasciarlo in una gabbia(poco piu piccola di dove stava abitualmente in allevamento…era quella usata dal mio dobermann) in macchina nel parcheggio riservato ai dipendenti meta sottoterra vicino ai finestroni dove passava la luce, il parcheggio era “climatizzato” (ooviamente radio accesa al minimo, coperte e boule del ‘acqua calda se per caso avesse avuto freddo(settembre)) tra l’altro usato pochissimo percio poco discturbato. Mentre lavoravo non sono mica arrivati i vigili che avevano ricevuto la denuncia (devo ancora beccarlo sto stronzo) andiamo insieme alla macchina e gli spiego il tutto e il vigile dice che cmq anche se ho ragione devo evitare la cosa perke il cane non puo stare in macchina…
Mi considero un animalista, nel senso che cerco e richiedo il massimo rispetto per gli animali, tutti, uomini compresi, per ciò che sono.
Altra cosa sono i fanatici, dai quali prendo le distanze maggiori possibili. Fanatici sono quelli che vorrebbero i cani vegani per non nuocere (leggi “uccidere”) ad altri animali, sono quelli che vedono una situazione e non chiedono nemmeno spiegazioni prima di sparare giudizi, sono quelli tengono in ostaggio alcune scuole di pensiero con i loro assolutismi e con le loro verità in tasca. Da queste persone invito tutti a prendere le distanze: non rappresentano alcuna scuola, (anzi la danneggiano), non hanno nulla da insegnare a nessuno perche sono i primi ad essee chiusi agli altri. I cognitivisti, quelli veri, non sono fanatici. Credetemi.
a daniela:
ma certo che no!
il cane chiuso a casa era a disagio mentre legatoo non dava problemi e sembrava sereno, inoltre era legato in un punto con ombra e x un periodo limitato (se la cosa fosse continuata avresti potuto magari portare una cuccia di plastica da mettere li x quelle ore e poi da portare nel recinto, trovare il modo x legare il cane in modo che sia impossibile che si arrotoli, trovare il modo di creare un riparo in caso di pioggia ecc, ma questi sono alla fine dettagli visto che si trattava di poche ore e il cane era in un luogo da te visibile quindi in caso di problemi, disagio del cane o pioggia forte e improvvisa potevi benissimo andare a spostarla in pochi minuti…)…
ma quella demwnte di pseudo-animalista quando gli hai spiegato il PERCHè tenevi il cane così e SOLO X QUALCHE ORA AL GIORNO e quale fosse l’alternativa (ovvero 8 ore a casa solo con conseguente stress) ha continuato imperterrita a dire che era maltrattamento da denuncia? che pensava, che il cane magari sequestrandotelo e mettendolo in un canile sarebbe stato meglio? credeva che il cane x un paio di ore legato comodamente e controllato a breve distanza fosse un gravissimo maltrattamento mentre chiudere x ore un cane da solo in casa senza poterlo controllare e sapendo che va in stress no, quello è l’ideale?
poi un cane stressato può sviluppare ansia da separazione e magari distruggere mezza casa x stress e così facendo ingerire pezzi di pastica acuminati o soffocarsi ingoiando qualcosa ecc, insomma, è molto + al sicutoro legarto sotto all’ufficio ben controllabile e tranquillo che a casa solo dove evidentemente non è a suo agio e non è controllabile x 8 ore di fila (e in 8 ore ad un cane può succedere di tutto, se la paura della pseudo-animalista era che si impiccasse alla corda a cui era legato o roba simile…poi poter anche solo pranzare con te e i colleghi x un cane timoroso verso gli umani era una costante terapia volta a fargli capire che gli umani sono in genere innoqui e magari ogni tanto allungano anche un peetto di panino al procoiutto se si fa la “faccina da cane tenero e affamato”, mentre chiuso in casa sino a sera non impara nulla di tutto ciò)!
Poi magari il cane interpretava l’essere portato al lavoro come un suo ruolo di qualche tipo nel branco, ad es “difesa dell’albero dai gatti” o “sorveglianza caprioli” o “scorta quando il boss mangia”, e ciò in un simil pastpore tedesco è importante ancor + che in altri cani…
…mi dispace tanto sia x te che x il cane che x i colleghi con cui pranzavi che probabilmente apprezzavano come uno stacco dallo stress del lavoro la presenza del cane durante la pausa pranzo (e involontariamente aiutavano il cane a socializzare naturalmente con tanti umani diversi e a comprendere il loro linguaggio corporeo)..
Ma non è stato proprio possibnile spiegare al tuo capo, magari con il supporto di qualche collega a cui piaceva avere il cane a pranzo, che il cane stava bene li ed era una sorta di “mascotte” e che quei falsi animalisti avevano frainteso tutto e quindi dovevano essere mandati gentilmente a quel paese se proprio nopn capivano?
Poi non so esatattamente come sia la legge (forse ci si pyò informare perchè certa gente x cosytringerti a gestire il cane come vuole lui tende a sparare cavolate immani: mi è capitato + volte che persone mi minacciassero di assurde denunce o di farmi sequestrare o sopprim,erte il cane x motivi assolutamente illegali tipo che quando la madre del mio cane aveva la cucciolata i cuccioli UNA volta si erano svegliati alle 4 di notte mettenmdosi a giocare rumorosamente in casa x 20 minuti; e un’altra volta una tipa mi ha minacciato di denunciarmi x maltrattamento perchè avevo detto in modo un po’ brusco al mio cane di non abbaiare al suo, perchè “i cani è NORMALE E GIUSTO che si abbaino furiosamente a vicenda ogni volta che si vedono e non vanno MAI sgridati x questo”: se non avessi avuto tema x la sorte del suo cane mi sarebbe venuta voglia di liberare la mia e aizzarla contro il suo cagnetto nevrotico tanto x farl vedere come va a finire se si permette ad un cane di litigare con un’altro cane che pesa 5 volte meno..), ma non credo che sia maltrattamento legare un cane x qualche ora in un luogo sicuro e dotato di ombra e un minimo di confort, x di + a vista o quasi e che non da alcun segno di stress mentre ne da a casa.
poi il cagnotto si è abituato a stare in casa suo malgrado o hai trovato una sistemazione alternativa durante le ore di lavoro?
non capisco che abbia nella testa certa gente…
Matteo, speriamo di no. Nelle scuole onestamente andrebbe divulgato qualcosa di scientifico o almeno un minimo obiettivo.
Valeria ha scritto cose di ben altro interesse piuttosto che queste 4 righe orientate ed ambigue.
@Redazione: un pezzo da antologia della cinofilia. roba da far studiare alle scuole medie insieme all’educazione civica
@bastiancontrario: “attaccamento” = attrazione (fisiologica o patologica) verso qualcosa/qualcuno. riprova, anche con l’uso della terminologia.
Cara Valeria, confesso di non evere letto tutto l’articolo ma di essermi soffermato sulle prime righe di ogni capoverso. Credo che quanto scrivi sia talmente ovvio a chi, a prescindere dall’approccio abbia a cuore il benessere del cane, da rendere superfluo qualunque commento. Ma vorrei comunque spezzare una lancia in favore dei cosiddetti “cognitivisti” che tanto ti fanno prudere le manine… (sto sorridendo, Valeria, non prenderla come un attacco, ti prego): forse io sono un “cognitivista” anomalo e forse non ho capito nulla dell’approccio “cognitivo-zooantropologico” (mea culpa, ho abbandonato il corso prima della fine), ma mi pare che tu estremizzi un tantino i principi su cui tale approccio si basa.
Non credo che nessuno abbia mai pensato di chiedere ad un cane di “autodeterminarsi, di scoprire da solo cosa gli convenga fare, di ragionare su ogni problema e di trovare in proprio le soluzioni?”. Nella parte di corso che ho seguito nessuno, credimi, ha mai lontanamente provato ad instillare questa idea nella testa dei corsisti. Come te sono assolutamente d’accordo che un cane abbia la capacità cognitiva di un bambino di 3/4 anni ma non è vero che un bimbo di quell’età non abbia capacità di autodeterminarsi. Ovvio, tutto è relativo e ad ogni età si pongono problemi diversi, ma se affrontati nel modo giusto, diventano bagaglio esperienziale e aumentano le capacita di problem solving del cane e anche del bambino).
Allo stesso modo sono convinto che l’attività sportiva, (e ora rischio che Marchesini mi tolga il saluto), se affrontata in modo “sano” e non esasperato, possa essere una bellissima esperienza per molti cani e che possa addirittura essere complementare all’educazione, in alcuni casi. Io la vedo più o meno così, considerando l’addestramento come “imparare ad utilizzare le corrette tecniche di un’arte marziale” (solo a titolo di esempio), compreso e imprescindibile, il rispetto dell’avversario e la capacità di incorniciare e contestualizzare l’attività stessa e l’educazione come “imparare a dire buongiorno e buonasera al tuo maestro” ogni volta che entri in palestra.
Ma tu, Valeria, queste cose le sai benissimo (e immagino tu stia pensando che ho appena scoperto l’acqua calda). Molti di coloro che leggono, però non lo sanno o lo sanno solo per sentito dire. Sarebbe davvero bello se si riuscisse ad abbattere le barricate, se si potessere dialogare fra diverse scuole di pensiero: si scoprirebbe che, tolti i pregiudizi e i campanilismi, in diversi casi la pensiamo esattamente allo stesso modo ma abbaiamo talmente forte che non riusciamo a entire cosa ci diciamo.
Prendendo lo spunto di Francesco, ritengo che il fatto principale della discordanza sia nel considerare il solo maltrattamento quello fisico; la redazione vuole invece mettere il risalto quello prettamente psicologico con l’ ultima frase, e personalmente sono d’ accordo con il considerarlo alla pari, o a volte peggio;Perché un cane (e non solo cane, ma umano, cavallo, gatto o qualsiasi altro essere vivente) secondo me soffre a lungo termine e guarisce lentamente (e a volte non guarisce affatto) molto di più da ferite della mente che non del corpo.
Sante parole!!!
Concordo con precedenti commenti. Ti ritengo una persona intelligente ma l’onestà intellettuale vorrebbe che si evitasse di parlare di cose di cui non si ha la più pallida idea, come dimostri al punto due. Poi per carità il sito è tuo e ci scrivi quello che vuoi. Però sparare giudizi e sentenze senza sapere nulla dell’argomento non mi sembra una gran cosa.
Del resto il perchè di tali affermazioni trova espressione nell’idea arcaica e obsoleta della possibilità di paragone tra cane e bambino di 3/4 anni. Il che non è ovviamente la realtà ma una scelta di campo. La scelta di chi non intende percepire una relazione diversa ma deve avere sempre il cane sotto controllo e naturalmente uno scalino più sotto nell’ordine gerarchico (inteso in senso militare, non etologico).
Impossibile paragonare due specie diverse, l’intelligenza è sempre relativa, mai globale. Mi stupisco di certe affermazioni con l’esperienza che ti ritrovi.
Dubbi sempre Valeria, Senza dubbi non si progredisce.
“La scelta di chi non intende percepire una relazione diversa ma deve avere sempre il cane sotto controllo e naturalmente uno scalino più sotto nell’ordine gerarchico”
Ti chiedo, seriamente incuriosito, quale sarebbe secondo te l’alternativa ad avere un cane sotto controllo e che quindi lascia a te la “scrematura” tra persone pericolose o meno in un cane che se fosse per lui “schiaccerebbe al muro” ogni persona che lo guarda neglio occhi? Non parlo di un cane insicuro, pauroso o con alcun problema caratteriale, ma solo di una cane selezionato per avere quel determinato carattere, che se controllato ed indirizzato è in grado di svolgere preziosi compiti di utilità e difesa ed allo stesso tempo di essere totalmente “gestibile” quando richiesto.
Come faccio senza un controllo totale e militare a gestire un cane del genere senza “reinventarlo” labrador e inibire la sua vera natura?
Un cane che se fosse per lui “schiaccerebbe al muro” ogni persona che lo guarda neglio occhi onestamente è un cane che non può stare bene, alla faccia del problematico. Se un cane si comporta in questa maniera è perchè è stato portato a comportarsi così e non mi sembra gli sia stato fatto un gran favore. Se qualcuno ha operato una selezione in tal senso non si può parlare di cinofilia ma di folle esaltazione, cinofollia semmai.
Comprendo che ci sia gente che ha questa idea del cane e non mi sorprende la grande diffusione di collari elettrici in giri di questo giro.
Il collare elettrico è un’infamità imparagonabile a qualsiasi altra cosa che potremmo ritenere maltrattamento dovuto ad incompetenza dei proprietari. E’ molto peggio perchè è maltrattamento inflitto con lucida determinazione.
Cosa diavolo centra il collare elettrico poi lo sai solo tu, ma sempre meglio citarlo quando non si sa cosa rispondere..
Certo come al solito la soluzione per un gentilista è che tutti i cani devono essere dei labrador.
Aboliamo ogni forma di selezione che nel corso degli anni ci ha permesso di avere cani realmente utili all’uomo che svolgono preziosi compiti in polizia e nell’esercito solo perchè se lasciati a loro stessi si sentono provocati se sconosciuti non sono in grado di relazionarsi correttamente con loro. Guai decidere per loro in specifiche situazioni in cui il giudizio di un uomo sarà sempre superiore a quello del cane e farli invece lavorare quando realmente sono utili.
Certo il cane perfetto è un povero obeso privo di istinti, che non sa nemmeno cosa sia essere eccitati e che provando pena per il padrone si mette ad inseguire frisbee, questo è un perfetto cane in autocontrollo che vive a pieno ls propria esistenza..
Mi permetto di rispondere io.
CRESCENDOLO NEL MODO GIUSTO. Partendo dal presupposto che il cane abbia il carattere da manuale, se vive la maggior parte del tempo con la sua persona di riferimento, impara a conoscere il mondo. Al momento opportuno interviene.
E questo è il nocciolo dell’articolo. Conoscere la razza con la quale si ha a che fare e poi conoscere il soggetto. Garantisco che un Rottweiler di indole timorosa, se lo si costringe a fare UD, alla fine fa danni. Come un Rottweiler con un carattere forte e un minimo di addestramento di base è pronto a fare il miglior attacco, se (e solo se) necessario.
Dire semplicemente “CRESCENDOLO NEL MODO GIUSTO” vuol dire tutto e niente perchè il modo giusto è dannatamente soggettivo, la discussione verteva proprio se avere un cane in pieno controllo e un gradino sotto a livello gerarchico oppure no.
Se hai rott saprai bene che seppur socializzati ed educati nel modo migliore tendono ad avere numerose iniziative personali, non volondelo io inbire trasformando un rott in un cane che non è semplicemente lo controllo quando queste iniziative non sono opportune al contesto.
Anche il rott più pacato del mondo ma non controllato se vede avvicinarsi a lui ed il padrone il classico tossico(con adatura traballante che si avvicina per chiederti del denaro e magari ti tocca anche una spalla) tende a mettersi in mezzo, scacciarlo con qualche abbaio e se il malcapitato fa qualche movimento troppo brusco lo stende a terra. E se un rott tuo pari grado e lasciato a se stesso non fa tutto questo non è un vero Rott e non è un cane da difesa, è un labrador nero focato oppure è stata inibita allo spasimo la sua vera natura.
Quindi chiedo ancora quale sarebbe il metodo alternativo per gestire un cane tosto senza trasformalo in ciò che non è ed allo stesso tempo senza impartirgli ordini perchè è una cosa brutta brutta e cattiva.
Si è risposto da solo. Il modo giusto è dannatamente soggettivo. Suggerisco di leggere il commento di Daniela del 2 giugno ore 8.00. Non c’è un metodo da far funzionare. E’ la simbiosi che si riesce ad avere con il proprio animale. E non succede dall’oggi al domani. Ci vuole tempo e imparare a conoscersi, capirsi, accettarsi e rispettarsi (oltre ovviamente a far vivere all’animale tutte le esperienze possibili senza creargli traumi). Il frenare il cane nel periodo in cui sta imparando a relazionarsi con il mondo in cui deve vivere fa parte del socializzarlo nel modo giusto. Si può chiamare consiglio invece di ordine, ma in qualche modo il cane deve capire che determinate cose non le può fare. Sara poi il cane stesso, per via della conoscenza del proprio umano, a capire quando questo è in tensione, nervoso, impaurito e agirà di conseguenza.
Anche se parte del discorso non si capisce, per quanto mi riguarda, se il mio cane stende il drogato di turno che mi si avvicina troppo, io sono giusto contenta.
Non capisco cosa Lei voglia dal cane. In tutti i casi la risposta sta nella “soggettività” (e nella capacità della persona di “sentire” il proprio cane).
Guardi condivido in parte il suo post, ma credo che non abbia letto o capito il perchè di ciò che ho scritto io e della domanda che ho posto a Jolly Roger.
Tutto nasce da questa frase:”“La scelta di chi non intende percepire una relazione diversa ma deve avere sempre il cane sotto controllo e naturalmente uno scalino più sotto nell’ordine gerarchico” presa appunto da un post di Jolly.
Non ho fatto altro che esporre dal mio punto di vista i limiti del metodo gentile, del conseguente mancato controllo ferreo che si ha del cane, di un rapporto paritario e basato sempre sulla cooperazione anche in contesti(vedi determinate situazioni con cani tosti) in cui a mio modo di vedere il cane non deve avere la possibilità di decidere in proprio.
Riguardo la frase da lei scritta:”per quanto mi riguarda, se il mio cane stende il drogato di turno che mi si avvicina troppo, io sono giusto contenta.” sarà pure contenta ma secondo la Legge italiana è nel torto marcio sia lei che il suo cane in quanto non è reato avvicinarsi troppo..
ao’ ma che c’avete contro i labrador???!!!! 😉
guarda, qui i casi sono due…o non ho capito il cognitivismo io, o non l’hanno capito i cognitivisti. perche’ sono loro a spiegare le loro scelte nel modo che ho trascritto nell’articolo. quanto alla mente del cane, il paragone con il bambino di quell’eta’ non l’ho fatto certo io,ma svariati scienziati. sai, quei tizi che si portano in palmo di mano quando la pensano come te, ma poi diventano obsoleti in caso contrario? ecco, quelli li!
avendo avuto innumerevoli cani e anche un bambino, io posso solo dire che il paragone, con gli ovvi limiti, sta in piedi.
Ti manca un cane come il mio 🙂
Gli esempi li ho fatti sul momento, ma ti assicuro che ha più giudizio di me, e so che non fai fatica a crederlo 🙂
Valeriaaaaaaaaaaa 🙂 e non hai capito no cosa vuol dire cognitivismo. Ti prego daami le fonti dove hai letto che il cane deve autodeterminarsi sempre, trovare le soluzioni per conto suo, che non gli si possa aumentare la capacità di autocontrollo, che si confonde. Le voglio leggere anch’io le perle di sti professoroni.
Io ritengo che rispetto per il cane è innanzi tutto relazionarsi con lui rispettando le sue caratteristiche etologiche, quello che affermi tu è intriso di, a dir poco, antropocentrismo.
Penso che la redazione abbia tutto il diritto di esprimere il suo pensiero.
È importante che lo faccia e si conoscano i veri punti che emergono da questi scritti … Interessanti? Provocatori? Populisti? Demagogici? Illuminanti? … Ognuno dei lettori si farà la sua opinione in merito.
Solo una cosa mi preoccupa, i veri significati subliminali di questi scritti: la difesa del collare a strangolo e anche in parte di quello elettrico …
Mi sembra, leggendo la fine dell’articolo che si paragoni il cagnolino nella borsetta a all’uso del collare elettrico … e non solo si sostiene che il collare elettrico sia il MALE MINORE tra i due.
Ecco come si chiude:
Perché… se dovessi dire quale dei due cani è il più “maltrattato”, giuro che avrei molti dubbi.
Anzi, no: forse non ne avrei neppure uno.
Non è una difesa del collare elettrico: è PROFONDO SCHIFO, oltre che profondissima riprovazione, per il maltrattamento dei cani da borsetta.
Dire: “Meglio Berlusconi che Hitler” non significa che mi piaccia Berlusconi: significa che Hitler è addirittura peggio di ciò che, subito dopo, mi disgusta di più.
Così è più chiaro? 🙂
Ops! Ho letto solo adesso… ma ormai il commento l’ho mandato! Sorry!
Non mi pare di aver mai letto negli scritti di Valeria una strenua difesa del collare a strangolo e tanto meno di quello elettrico. Ho letto -semmai- che questi tipi di collari non sono quegli strumenti di tortura che si vuol far credere, ma strumenti che in ALCUNI CASI, possono risolvere dei problemi, USANDOLI con criterio. Perchè come sempre succede per qualunque tipo di strumento non è l’uso che lo rende pericoloso, ma l’ABUSO. Dare un’informazione corretta, come ritengo siano tutte le info di Valeria, che seguo da anni, non credo sia difendere nè demonizzare questo o quell’altro strumento.
“difesa del collare elettrico”
mumble mumble mumble mumble…
boh, l’unica soluzione è che il mio browser mi carica a random degli articoli diversi da quelli che caricano i browser degli altri, perchè io la difesa di stukàze collare elettrico mica la trovo!
magari se insisto a fare F5, carica che ti carica, mi spunta il terzo segreto di Fatima, poi lo vendo a Chi e faccio un sacco di soldi…
Come al solito, nei tuoi ultimi articoli, vedo tanto…tanto…tanto attaccamento verso le scuole di pensiero diverse dalle tue (gentilismo,cognitivismo ecc…). Alla faccia che poi saremo noi quelli con la mente chiusa e che non vogliono il dibattito ecc…A me sembra tutto il contrario!!! Stai forse facendo di tutto,cara Valeria, per avere un ennesimo confronto e avere la meglio vista la tua fila di “seguaci”??? Darci “in pasto” ai tuoi fans??? Ovviamente si!
Comunque, tornando al tuo articolo condivido il punto A!!!! Il punto B appunto e’ un attacco a scuole che alla fine…TU NON CONOSCI! Come puoi dire che il cane fa tutto da solo???????????? Proprio per questo dico che TU non conosci la nostra scuola, perche altrimenti sapresti bene che NON E’COSI!!! Parli di cio’ che non conosci? Un cinofilo non dovrebbe conoscere TUTTI gli strumenti/metodi ecc prima di parlare? Predichi bene ma….
Un’ultima cosa riguardo le tue ultime frasi….Il cane secondo te e’ un’OPPORTUNISTA???? (Madonnina cosa sentono le mie orecchie!)A mio parere il cane che “sceglie” l’addestratore al posto del padrone che ha da anni e’ semplicemente x il fatto che il cane e’ UN ANIMALE SOCIALE! Un animale che HA NECESSITA’ di “fare qualcosa”… E vedendo ed imparando cose nuove da quest’ultimo lo vede come una bella novita’, a differenza magari del padrone che sicuramente gli fa fare una vita poco stimolante o peggio ancora per niente gratificante.
Il cane è definito etologicamente un opportunista (e non un predatore puro).
Il resto forse non l’hai letto bene: riprova.
Scusi se mi intrometto considerando soprattutto la sua ultima affermazione. Ma se un cane sceglie di fare una vita più gratificante o più stimolante non fa una scelta di opportunità, quindi come si fa a definire che è un animale sociale e non opportunista? Comunque qualunque scelta di socialità viene in genere fatta non su basi ideologiche o filosofiche, ma di opportunità. Una formica da sola non potrebbe sopravvivere, ma in un formicaio si; la scelta quindi non è perchè la formica è un animale sociale ma perchè altrimenti non sopravviverebbe quindi anche la formica è un’opportunista
Per “opportunismo” in etologia non si intende quello che intendiamo noi, quando usiamo questa parola riferendoci al comportamento umano, ai nostri più banali difetti.
In etologia si parla di predatori, mangiatori di carogne, “ladri”, “opportunisti”, ecc.
Si tratta di differenti comportamenti che gli animali, coerentemente alle proprie caratteristiche fisiche ed esigenze, mettono in atto per assicurarsi la sopravvivenza. Non solo i cani, ma moltissimi altri animali vengono definiti “opportunisti”. ma non nel senso che sono dei maleducati approfittatori(lol), piuttosto nel senso che hanno capito che per avere maggiori opportunità di sopravvivere fa comodo “vivere nella scia” di altri animali dotati di capacità che loro non possiedono.
Ora, io non sono un’etologa, purtroppo, ma più o meno approssimativamente il significato dovrebbe essere questo.
Per quanto mi riguarda avere rispetto per il cane, in senso ampio, significherebbe anche smetterla di selezionere e allevare razze che morfologicamente sono insostenibili e condannano il cane a sofferenze e problemi infiniti. Quando la natura ti segnala ( con la morte facile, o con il fatto che devono essere operati per sopravvivere, o passare la vita dal veterinario) che quel muso, o quel peso, o quelle rughe,o quella misura, o quel cranio non sono una buona idea, perché il cane nel migliore dei casi fa fatica a vivere e sbagliando un minimo abbinamento genetico diventa uno storpio, l’uomo dovrebbe fermarsi.
Direi che è qualcosa di molto opinabile, questo tipo di discorso.
Direbbe la stessa cosa se si trattasse di persone , invece che di cani?
Perchè con questo discorso, dovremmo a questo punto, lasciare alla selezione naturale anche le persone con evidenti handicap, o con malattie genetiche…
ma che cavolata, @nicolò! perchè, esistono persone che sono state VOLUTAMENTE selezionate nane, o col naso rincagnato, o incapaci di muoversi sotto il solleone senza farsi venire un colpo di calore? o con le pliche cutanee sempre più profonde sulla faccia? o con la fontanella aperta in testa? Tosca ha detto una cosa sacrosanta e pertinente. Tra l’altro non ha scritto “sopprimiamo tutti gli storpi alla nascita”, ha scritto “piantamola di fare fesserie con il corpo (=con la genetica) dei cani”!
Cosa c’è qui che non ti garba? anche negli esseri umani sono consigliabili le indagini genetiche per evitare di mettere al mondo dei bambini malati!
Parole sante!!!!
Signor Niccolò, mi spiace ma non sono d’accordo.
L’uomo è il solo responsabile della condizione moderna del cane, del prognatismo esasperato, delle rughe, della displasia, ecc. ecc. Queste cose esistono negli antenati ancestrali dei cani? No. Nei canidi selvatici moderni? No.
Noi siamo intervenuti, nel corso dei millenni, sul loro aspetto per modificarlo a nostro uso e consumo. Perciò, noi siamo responsabili del loro malessere, non la “selezione naturale”.
Le persone portatrici di handicap e tare genetiche sono un discorso a parte, perché l’umanità – almeno nella maggior parte dei casi – non ne ha colpa né responsabilità. Queste persone non sono state rese malate dalla selezione genetica operata dall’uomo ma, semplicemente, da questi sono aiutate a sopravvivere in un ambiente che, a causa dei limiti imposti dal loro malessere, è ostile alla loro sopravvivenza.
Riguardo al concetto di rispetto del cane, di cui si è discusso nell’articolo, condivido in pieno quanto affermato. E’ un articolo molto lucido che esprime esaustivamente concetti fondamentali sui quali io, se avessi dovuto parlarne, mi sarei limitata a dire che rispettare il cane significa rispettarlo dal SUO “punto di vista”, cioè in base a come LUI concepisce un ideale di vita che, facciamocene una ragione una volta per tutte, non corrisponde al nostro.
Onestamente, quanti di noi credono di fare il bene del cane regalandogli vestitini, dandogli le pappine perché sennò fa fatica a masticare e Non-sia-mai-si-strozzasse-con-l’osso-di-montone!, mettendogli i pannolini così non è costretto a uscire quando piove, e le scarpine per non bagnarsi le zampe, e i collarini di strass perché anche a loro piace essere glamour, facendoli dormire sul letto perché sennò è peccatuccio, e pagandogli addirittura le vacanze nelle pet-spa…?
Oh, mamma. XD
Una persona saggia, una volta, mi ha detto che il danno peggiore può venire dalla migliore delle intenzioni. Io sono sicura che sia così.
Standing Ovation!
Ho letto tante cose (probailmente non tutte) che hai scritto…ma questo a mio parere è uno degli scritti più belli. Secondo me, il nocciolo vero del rapporto cane-uomo!
Grazie
Io dico sempre ai miei clienti (negozio e toeletta) che se devono trattare il cane come un bambino lo facciano a 360 gradi, percio se tuo figlio ti morde e ti manda a quel paese non lo sgridi, se ti distrugge il divano quando a tutti i suoi giochi lo sgridi, se non vuole andare a scuola lo mandi lo stesso (ergo vet, toeletta, addestratore ecc.) se non vuole lavarsi lo fai lavare, se prende a pugni un altro bambino lo sgridi…TUTTO QUESTO SEMBREREBBE LOGICO, ma ho avuto alcune mamme che mi dicono e ma effettivamente anche mio figlio mi manda a c…. oppure se non ha voglia di andare a scuola, poverino non va…e allora li non sai più a che santo votarti e ti rendi conto che per quanto vuoi bene ai cani forse c’è qualcosa di peggio che succederà tra 15 anni…