di VALERIA ROSSI – Ogni articolo che pubblico, in calce, ha uno “spazio commenti” in cui chiunque può – appunto – commentare, ma anche dissentire da ciò che è stato scritto e/o correggere eventuali inesattezze (siccome non sono Dio, può capitarmi di sbagliare).
In calce all’articolo “Quando l’allevatore apparentemente serio è un canivendolo” sono apparsi moltissimi commenti che intendevano smentire la tesi secondo cui “alcuni allevatori” di Hovawart, pur effettuando i test sulla mielopatia degenerativa, non sarebbero stati affatto contenti che di questo argomento si parlasse pubblicamente, diffondendo una corretta informazione.
Inizialmente i commenti sono stati basati su un equivoco: qualcuno ha pensato che intendessi dire che alcuni allevatori rifiutano di fare i test. Mai detto né scritto.
Il problema era solo relativo all’opportunità di INFORMARE il grande pubblico.
A dirmi che qualcuno era contrario, ovviamente, non è stato un Sciurmario di passaggio, ma una persona che ricopre un incarico di responsabilità all’interno del Club di razza ufficiale (specifico “ufficiale” perché ce ne sono due, uno riconosciuto ENCI e l’altro no). Normalmente non pubblico pettegolezzi, ma la conoscenza personale, unita alla carica ufficiale, mi hanno fatto ritenere attendibile questa testimonianza.
Ora sono successe due cose:
a) il presidente dello stesso Club ufficiale ha commentato sostenendo che “non vi siano casi accertati di mielopatia” nella razza. In realtà, se per “caso accertato” intendiamo “caso ufficialmente conclamato dopo esame autoptico”, questo corrisponde a verità: non risulta che siano state fatte autopsie a cani morti per questa patologia, quindi di casi “accertati” forse non ce ne sono: ma di casi “diagnosticati” sì, purtroppo ce ne sono, e più di uno. Alcuni di questi cani sono ancora vivi, quindi non sarebbe carino far loro l’autopsia, ma hanno la MD, o almeno si è convinti al 99% che ce l’abbiano.
Ergo, l’intervento del Presidente sembrerebbe proprio convalidare la tesi secondo cui si stia cercando di insabbiare la cosa, o quantomeno di non fare troppo rumore. Oppure potrebbe trattarsi di semplice “preoccupazione anti-allarmistica”, non lo so.
Sta di fatto che a mio avviso, quando nasce anche solo un vago dubbio sulla presenza di una patologia in una razza, l’allarme si dovrebbe strillare forte e chiaro, cosicché ognuno possa correre a verificare, con opportuni test ed analisi, se ci sia o meno da preoccuparsi. Meglio fare un test in più e scoprire che non c’era alcun problema, piuttosto che non farlo e ritrovarsi con il problema diffuso in tutta la razza. Ovviamente questa è un’opinione personale che si può anche non condividere, ma mi sembra lecito anteporre a TUTTO IL RESTO la salute dei cani (anche all’eventualità, sicuramente esistente, che il grande pubblico possa avere una reazione negativa);
b) in Italia gli allevatori di Hovawart sono molto pochi (la razza è ancora poco diffusa), ma in pratica quasi tutti sono intervenuti per sostenere che loro l’informazione l’hanno diffusa eccome.
Siccome me l’hanno anche dimostrato (anche se ci abbiamo messo un centinaio di commenti per arrivare a capirci…), ritengo che l’accusa di “aver voluto scopare sotto il tappeto” questo problema sia stata poco realistica.
Forse interesserà qualcuno che ancora non si è fatto sentire, non lo so… ma, ripeto, gli allevatori sono intervenuti quasi tutti, e tutti mi hanno dimostrato di non aver scopato nulla sotto alcun tappeto. Quindi non posso che prendere atto e riconoscere che probabilmente mi stata data un’informazione scorretta.
Non ne capisco il motivo, sinceramente, e non capisco perché una persona che occupa una posizione di rilievo in un Club debba parlare in modo negativo di alcuni Soci dello stesso Club (d’altronde l’unica a non intervenire nella discussione è stata proprio questa persona… quindi non posso avere risposte): ma questi non sono certo problemi miei e mi auguro che gli allevatori si chiariscano tra loro.
Ciò che importa è che la mielopatia nell’hovawart non solo sia – purtroppo – accertata al di là di ogni ragionevole dubbio (d’altronde esiste in TUTTE LE RAZZE CANINE, anche se con incidenze più o meno rilevanti), ma soprattutto sia monitorata dagli allevatori (perché basta un semplice test per evitare gli accoppiamenti a rischio) e che la corretta opera di informazione in merito sia stata fatta.
La prima mail che cita Simona e’ un mail mandata a tutti gli allevatori, prima di ogni altra cosa. Che non si dica che non vengono consultati. Detto questo, da parte mia le spiegazioni sono state date e visto che la questione come temevo si sta spostando su vecchie diatribe mai chiuse che nulla hanno a che fare con la questione Mielopatia e che credo non interessino ne riguardino gli utenti di TPIC io mi fermo qui. Cordiali Saluti.
Ovviamente ringrazio Valeria per lo spazio che ci ha concesso e che ci vorra’ concedere per le informazioni che riguarderanno il progetto di ricerca.
Il Club lo ha sempre chiesto.
Valeria è il primo post in cui leggi confronto …peccato che la parola collaborazione, unione e anche confronto ” alcuni” allevatori la chiedano da anni…
…..volevo precisare che la Ultra non usa il carrellino e che abbiamo fatto un percorso di nuoto, ginnastica e stimolazione elettrica per farla degenerare il meno possibile….spero che la mia esperienza possa essere di aiuto a qualcuno….sempre che interessi saperlo!
Cara Valeria prima dici che intendevi l’articolo solo come mancanza di informazione poi devo rispondere a tutto?
Dove solleva dei dubbi sui test dell’Università di Berna, mi sembra non ne parli ma dica solo che i test sono stati fatti fino al 2012 ….
Quando ti vedi arrivare una mail così cosa puoi pensare?
“come alcuni di voi gia’ sanno, perche’ coinvolti o informati, si sta verificando un problema serio con la Mielopatia Degenerativa.
In pochissimo tempo abbiamo almeno 3 casi di cani affetti e diversi cani portatori sani. Purtroppo le linee su cui si sono verificati questi casi sono molto diffuse e ragionevolmente ritengo che nessuno possa ritenersi al sicuro.
A fronte di cio’ ritengo doveroso che il club di razza prenda dei provvedimenti urgenti senza ovviamente creare allarmismo.
Ne abbiamo parlato tra consiglieri e con alcuni allevatori al raduno e l’idea comune e’ che si debbano testare quanto piu’ possibile i riproduttori di tutte le linee nessuna esclusa, perche’ anche quelli che al momento sembrerebbero non colpiti, come detto non si possono ritenere al sicuro”
Allora, se si vuole approcciare il problema seriamente non si manda una mail così e poi qualcun altro scrive che non ci sono casi conclamati…
Io sono per i test, ma test che mi diano la certezza di quello che richiedo….testiamo i cani per tutto quello che sono patologie di razza…. che problema avremmo aggiungere anche un altro test? che tra l’altro già si sta facendo …
Certo che chi aveva fatto i test a Berna , dopo sta mail, si è attivato per sapere il risultato…lo avrebbe fatto chiunque…si è entrati tutti nel panico tant’è che alcuni allevatori a seguito di sta mail hanno scritto che andavano il giorno dopo a testare i cani…. senza chiedere perchè,dove era meglio, cosa fare…..
E cosa devo rispondere? che alla riunione TUTTI hanno detto che il test va fatto ma prima sarebbe stato meglio sapere dove era più affidabile, chi poteva saperne di più…… ah si questo vuol dire non amare la razza…..
Io non amo la razza perchè prima mi informo se quello che sto facendo è giusto? Ahhhhhh OK allora non la amo!
Qualcuno ha spiegato quale è stato il motivo ( visto che io lo avevo anche chiesto) che ha portato alla morte o alla soppressione i cani sospetti? L’età, da quanto la avevano, come era state le diagnosi, come era stato il decorso? NOOOOOOO qualcuno si è alzato la mattina e ha fatto partire tutto, non ha chiesto nulla agli altri allevatori e si è preso la briga di decidere per tutti…chi sarebbe questo neurologo del club? perchè io non lo so visto che tutti sanno che io ho un caso in casa!
Capito….visto che io ce l’ho da due anni e ne ho la certezza , chissenefrega?
Una news letter che riporta questo: “Quando, però, è conclamata e un neurologo veterinario ha escluso altre patologie, ha un decorso che può andare dai sei ai trentasei mesi e, normalmente, si ricorre all’eutanasia dopo dodici mesi.”
Allora chi la conclama?!
Perchè mettere paura alla gente…12 mesi? Ma chi scrive ste cose? chi ha avuto in casa un cane con la mielopatia? si forse qualcuno dopo anche 3 mesi non sopporta vedere il suo cane con la mielopatia ma non per tutti è così…volete un video della mia Ultra che dopo 26 mesi gioca ancora coni cuccioli facendo una vita dignitosa senza una piaga da decubito e riuscendo ad andare a prendere la ciotola dell’acqua da sola con i denti ?
Prosegue così…”Ad oggi su circa 2000 soggetti della nostra razza presenti in Italia, 2 risultano essere casi accertati di Mielopatia Degenerativa, altri 3 sono casi dubbi.”
Allora sono accertati? e quali sarebbero…quelli deceduti a cui non è stata fatta l’autopsia o quelli in vita che l’autopsia non è possibile farla?
Cara Valeria… sinceramente quello che mi premeva far sapere, cioè che non è vero che alcuni allevatori sono contrari alla divulgazione del problema è stato fatto….bravi quelli che club1 che stanno facendo e organizzando incontri sulla malattia… peccato che gli allevatori sono sempre esclusi da queste decisioni e che a me personalmente nessuno ha chiesto nulla….
Le conclusioni ognuno le tragga come vuole…..
Gentile Aquila della Notte,
quando scelsi un Hovawart come compagno di vita, lo feci dopo attenta ed accurata informazione. Non volevo una razza di moda. Non volevo una razza soggetta a malattie o debolezze frequenti. Doveva essere un cane robusto,adattabile tanto ai climi rigidi che a quelli estivi, doveva essere un cane socievole perchè se io viaggio lui viaggia e non deve dar problemi di alcun tipo in alcuna situazione, adatto alla famiglia perchè vive in casa con noi, ho due figli ed altri animali, “da lavoro” ovvero addestrabile in caso riscontrassi qualche problema caratteriale strada facendo. Ed inoltre già che c’eravamo avevo pure la pretesa che avesse una aspettativa di vita mediamente più lunga di quella dei cani grandi (14 anni se sarò fortunata) e un pelo adatto anche all’acqua. L’Hovawart è una delle poche razze, forse l’unica, in cui si seleziona l’animale per carattere più che per caratteristiche fisiche. Per aver cani equilibrati, sani, non agressivi, adatti alla famiglia, al lavoro (protezione civile tanti, o difesa personale, tanti altri).
Personalmente in una delle rare esposizioni cui l’ho portato è stato penalizzato un cane dimostratosi aggressivo verso il mio nel ring con un voto molto basso nonostante fosse uno splendido esemplare.
Non a caso quando ho preso il secondo, nonostante l’impegno di gestire un animale tanto grande quanto intelligente ho scelto proprio la medesima razza. Ma difficilmente avrei trovato tutte queste caratteristiche in tante altre razze. E questo lo hanno permesso gli allevatori per primi.
Mi rendo conto che nelle mode dei “cani da pubblicità” per cavalcare l’onda di avere soggetti vendibili a sufficienza si sono fatte gran castronate buttando sul mercato decine di cani con displasia, code torte ed altri problemi.
A volte la scarsa intelligenza è dell’acquirente che pur di risparmiare si rivolge ai trafficanti che li portano dal confine nel baule della macchina mezzi morti per venderteli a 300 euro senza uno straccio di garanzia che arrivino al domani.
Se venisse fatta una attenta analisi sullo stato di salute e le malattie tipiche conclamate/problemi di ogni singola razza credo che l’hovawart sarebbe in coda alla lista. Quindi resto dell’idea che si è voluto colpire un gruppo di allevatori o una razza più delle altre, forse per paura che un domani le persone si rendano conto del valore reale di questo splendido animale.
Roberta non mi fraintenda il mio discorso non era rivolto alla razza Hovawart(della quale fra l’altro sono un grande ammiratore e no ho fatto prendere un esemplare a dei miei carissimi amici) ma era un discorso generalizzato su un certo modo di allevare finalizzato solo sulle prestazioni da esposizione da bellezza facendo accoppiare caniche vengono spacciati per grandi razzatori invece sono solo un ammasso di patologie ereditarie cosa fra l’altro che sta succedendo anche con il cane che tratto io(cane corso) dove chi non alleva sulla funzione sta tirando fuori cani che passano la vita dal veterinario,e non penso affatto che i pochi allevatori di Hovawart presenti in ITALIA facciano tutti e solo allevamento sulla morfologia da belllezza,senza mantenere le prerogative caratteriali e di robustezza della razza o almeno me lo auguro,sul fatto poi come dice lei che lo abbiano fatto per colpire determinati allavetori non essendo informato sui fatti mi affido al suo giudizio e concordo con lei , sperando poi che la razza prosperi anche da noi perche veramente è un gran cane e merita più di tante altre razze che vanno di moda adesso,cordiali saluti Aquila della notte
In bibliografia scientifica l’unico caso accertato testato portatore sano e poi risultato malato e’ un bovaro del bernese negli stati uniti. Ci sarebbero casi di cani risultati esenti o portatori che si sono ammalati, ma come dicevo, essendo ancora in vita probabilmente non e’ Mielopatia.
Aquila della notte, quelle che fai sono generalizzazioni che servono a poco, c’e’ chi alleva male e ci sono, tanti che selezionano come si deve. Nello specifico il cane con la mielopatia che cito io oltre a campionati di bellezza ha anche sostenuto e superato l’ipo1, quindi non proprio solo un cane da bellezza.
Stefano, l’informazione deriva direttamente dalla dalla dr.ssa Dietschi ed era riferita a un cane Hovawart. Se questo sia rientrato o meno nella “letteratura scientifica” non lo so ma, deucendo da quanto dici, penso di no. Forse sarebbe il caso di intrattenere anche con chi ha esaminato 1200 campioni di sangue Hovawart di cui 118 con sospetta mielopatia e quattro esami post mortem programmati e completi effettuati nel 2012 con ricerca istopatologia dopo la morte con sospetta mielopatia, con biopsie del midollo spinale, nervi periferici , del cervello, dei muscoli. Di questi quattro cani, esistono anche i campioni di sangue, così che si è potuto determinare il loro genotipo. Quindi l’ipotesi che vi sia anche un altro fattore genetico di rischio non è peregrina. Sarà cmq interessante confrontarci sul tema anche della parcellizzazione della ricerca (stato per stato) e quali sinergie s’intenda sviluppare appunto anche con chi la ricerca l’ha iniziata nel 2009.
Posso plaudire al primo post in cui sento parlare di “confronto”? Se da questo “scontro” potesse nascere una collaborazione per il bene dei cani, sarei decisamente felice di aver sollevato un polverone!
P.S.: anche “polverone” comunque andrebbe tra virgolette, perchè io cerco sempre di sdrammatizzare un po’, anche quando utilizzo termini come “incazzato abbestia”, che era ovviamente un’iperbole ironica.
E’ che qui ci si prende tutti troppo sul serio… e magari si prendono un po’ meno sul serio i veri problemi di allevamento. Non parlo per VOI, dico in generale.
Ciao a tutti questo succede (e non finirò ai di ripeterlo) quando si alleva per andare a vincere delle patacche ENCI sulle mostre di bellezza( e naturalmente poi vendere i cuccioli figli di campioni lo scopo è questo),e quando si alleva solo per questo scopo con il tempo certe patologie sono entrano in un ceppo di cani e ce ne accorgiamo solo quando la malattia è già ben consolidata in un ceppo canino,mentre se si alleva in base alla funzione(come si allevava una volta ed era il motivo per il quale sono state create le razze)certe patologie venivano fuori molto prima ,e i soggetti (a quei tempi venivano eliminati per non sapere leggere e scrivere!)non erano ammessi alla riproduzione in quanto i soggetti dovendo lavorare se non erano al top della condizione non si riproducevano,e negli allevmenti si accoppiavano i migliori e i più adatti al lavoro e alla funzione non i più belli,che poi ala fine erano i più vicini allo standar lavorativo,oggi invece con il modo di allevare che ci si ritrova avere i cani pieni di malattie è il minimo che si può pretendere ,esempio Domenica scorsa ero ad una esposizione canina e c’era un mastino dei pirenei che era talmente grasso e pieno di problemi alle gambe che faceva fatica a camminare ed è stato premiato!!!(fra l’altro sono andato dal giudice a chiedergli se aveva le pigne al posto del cervello)e il proprietario poi si pavoneggiava dicendo( e forse ci credeva) di avere un campione mentre aveva in casa solo un povero andicappato,secondo voi messo in riproduzione quel cane(ammesso che ce la faccia altrimenti feconazione artificiale) quante patologie trasmette ai suoi figli? e poi vi meravigliate se il povero Hovawart si è beccato la MD ma è il minimo che può capitere oggi nella cinofilia moderna allevando solo per andare a vincere una nostra di Bellezza cavolo! ciao dal Rapace notturno
Premesso che sono abbastanza informata su cosa sia la Mielopatia, visto che mi informo e mi interesso dal 2009, si deve aggiungere per completezza che nelle conclusioni della genetisa dell’Università di Berna era specificato che la mutazione del gene sod1 omozigote, pur essendo il principale fattore di rischio per la malattia, hanno accertato casi di Mielopatia in cani solo “portatori” ovvero DM/free e quindi esiste potenzialmente un fattore di rischio non ancora accertato.
La riunione “segreta” era ovviamente una battuta!!!
Lunga vita all’Hovawart.
Premesso che non sono abituato ad intervenire in certe discussioni da Bar, che sono solo una corsa a dimostrare chi e’ piu’ bravo e piu’ bello, sono costretto a farlo vista la mole di cose che hanno bisogno di una rettifica.
1- Nessuno ha accusato nessuno di niente. Ho contattato io Valeria per chiederle di dare risalto ad un progetto che, come club ufficiale, stiamo facendo partire. Durante la telefonata, ho espresso la mia opinione secondo la quale c’erano fra gli allevatori approcci differenti sulla questione Mielopatia. Non ho mai detto che qualcuno volesse insabbiare qualcosa. Mi sbagliero’ ma la frase di Valeria a me suonava ironica non certo seria, ma Valeria stessa potra’ confermare, cosi come potra’ confermare che ho espresso solo commenti riferiti alle diverse prese di posizione sulla questione. Di certo non ho sparato a zero su nessuno.
2- Capisco la volonta’ di dimostrare la propria ragione, ma di fatto nella razza Hovawart NON ci sono al momento casi accertati di Mielopatia, perche’ l’unico modo di accertare la patologia e’ post-mortem mediante un autopsia del midollo spinale. Questo anche per spiegare l’intervento del Presidente HCI. I casi di mielopatia con il cane in vita sono casi di SOSPETTA mielopatia. Mi stupisce che chi se ne occupa da tanto tempo non sappia queste cose. Allo stato attuale per quanto a conoscenza del Club ufficiale, e che il Club è stato autorizzato a divulgare, ci sono 2 casi di decessi imputabili a Mielopatia ma non verificati post-mortem e due casi di cani in vita con sintomi riconducibili alla mielopatia. Uno di questi, grazie alla disponibilita’ dei proprietari (che ringraziamo), si sta sottoponendo a tutti gli esami previsti in vita dal neurologo che segue il club ufficiale per questa patologia. Il presidente HCI quindi, non ha voluto insabbiare nulla, si e’ semplicemente espresso in termini scientifici. Quando, malauguratamente, ci sara’ il primo caso di cane deceduto e con diagnosi di Mielopatia accertata dall’autopsia, allora si, ci sara’ un caso accertato e per quanto riguarda il club ufficiale la notizia verra’ divulgata.
3 – E’ vero che alcuni allevatori facenti capo all’AIAH sono tre anni che raccolgono sangue e lo inviano all’universita’ di Berna, questo nessuno lo ha mai negato, pero’ bisogna anche dire che, come affermato da fonti della stessa universita’, la ricerca va avanti a singhiozzo per mancanza di fondi; bisogna anche dire che i test genetici sono stati eseguiti sui campioni inviati entro febbraio 2012 e non su tutti; bisogna chiedersi come mai, i risultati di tutti questi test sono stati chiesti solo a partire dal momento in cui il club ufficiale ha iniziato, quest’anno, ad occuparsi del problema mielopatia. Infine, c’e’ da chiedersi come mai, nonostante gli inviti del club, che potete leggere nelle newsletter mandate ai soci e che spero Valeria pubblichi, di tutti questi risultati, il club ufficiale ne abbia ricevuti giusto un paio, quindi condivisione ai minimi termini. E’ apprezzabile che ci si impegni a contribuire alla ricerca ma se poi ogni risultato non viene condiviso, il valore comune e’ nullo, rimane solo il valore personale.
4 – E’ vero, il club di razza ha iniziato ad occuparsi del problema solo quest’anno. Purtroppo prima ha dato retta alle indicazioni che provenivano dalla federazione internazionale hovawart che non davano credito alle affermazioni l’universita’ di Berna. Ho scritto “purtroppo”, perche’ se avessimo compreso prima che eravamo su una strada sbagliata, ora saremmo anche piu’ avanti con l’effettuazione e i risultati dei test, magari anche con l’avvio del progetto di cui parlero’ piu’ avanti.
5 – Per quanto riguarda i dati esteri, bisogna andarci cauti, ci sono su questi database, cani che risultano ammalati che pero’ hanno prodotto cuccioli sani, cosa che non e’ possibile. I club tedeschi sconsigliano il test genetico, quindi c’e’ da pensare che alcuni casi di presunta mielopatia non siano tali ma, molto probabilmente di malattie con sintomi simili. C’e’ da chiedersi come mai, nonostante venga sconsigliato il test, sono sempre piu’ i proprietari che testano i propri cani. Sottolineo che il club francese ha inserito nei requisiti obbligatori per la riproduzione l’effettuazione del test.
6 – Parliamo dei diversi approcci da parte degli allevatori. Il club ufficiale venuto a conoscenza di due decessi per sospetta mielopatia si e’ attivato per approfondire le proprie conoscenze della patologia. In primis ricercare e studiare le pubblicazioni scientifiche più recenti sull’argomento, ovvero la pubblicazione di J.R. Coates e altri – Missouri Columbia University (2009). Chi si sta occupando della patologia in altre razze sa bene di chi sto parlando. Sulla scorta delle loro pubblicazioni abbiamo informato i soci suggerendo di effettuare il test, non ci siamo mica messi a gridare ai quattro venti che era venuta fuori una brutta malattia e che tutta la razza era a rischio. Sucessivamente, cercando informazioni su esperti italiani ci hanno suggerito ed abbiamo contattato il Prof. Gandini, in quanto neurologo esperto in questo tipo di patologie, che gia’ studia la Mielopatia per altre razze. In seguito a questi contatti abbiamo inviato una prima newsletter a tutti i soci dedicata alla patologia, in cui abbiamo spiegato cos’e’ la mielopatia. Abbiamo chiesto di testare i cani e di inviarci i risultati, non per pettegolezzo ma per istituire un registo cosultabile di tutti i risultati, di rilevanza fondamentale per le scelte di allevamento e stiamo inoltre affrontando i problemi relativi alla privacy. Abbiamo chiesto a chiunque avesse un cane con sintomi riconducibili alla mielopatia di contattarci per dare i riferimenti del Prof. Gandini in modo da metterli in contatto e da parte dei proprietari di cani con sospetta mielopatia di inviarci la documentazione degli esami gia’ fatti. Abbiamo organizzato un incontro con, tra gli altri, lo stesso Gandini, previsto per gennaio per continuare a spiegare cos’e’ la Mielopatia, come si manifesta, come si riscontra e perche’ e’ importante il test genetico e di questo sono già stati informati tutti i soci nella prima newsletter. Sucessivamente ci e’ stato proposto da Gandini e dal professor Gentilini, biologo dell’universita’ di Bologna l’istituzione di un progetto di ricerca sulla Mielopatia nella razza Hovawart, progetto che sta per partire. Affermare che il club ha avuto un approccio non scientifico ma emozionale o dire che il club “non ha speso una parola” fa sorridere. In una recente riunione da qualcuno gia’ citata e quindi con tante persone che possono testimoniare, alla mia richiesta di parlare di mielopatia, oltre al sottolineare la necessita’ di un approccio scientifico (che ancora non ci viene riconosciuto) qualcuno ha affermato che visti i pochi casi non bisognava creare tutto questo allarmismo, qualcun altro invece che non voleva parlare di mielopatia visto che lo scopo della riunione era un altro, come se ci fosse qualcosa di piu’ importante di una patologia genetica e mortale e mi fermo qui, tralascio un’altra affermazione piu’ penosa. Poi l’argomento e’ stato trattato in maniera superficiale e con punti di vista diversi.
6 – Mi rendo conto che nonostante gli anni di impegno, qualcuno abbia ancora le idee poco chiare su cosa sia la Mielopatia Degenerativa. E’ una patologia neurodegenerativa ad insorgenza tardiva, autosomica, recessiva a penetranza incompleta. Non e’ multifattoriale, Il fattore e’ genetico. E’ causata da una specifica mutazione (la mutazione SOD1:c.118G>A che causa la sostituzione E40K) del gene SOD-1. Penetranza incompleta significa che non tutti i cani che presentano la mutazione in omozigosi e che dovrebbero ammalarsi, poi effettivamente si ammalano. Non se ne conosce il motivo ma le ipotesi piu’ recenti sospettano l’esistenza, in alcuni cani, di una seconda mutazione sullo stesso gene (sul gene SOD-1 sono presenti oltre 160 diverse mutazioni). Al momento i recercatori della Missouri Columbia University, con i quali è in contratto il prof. Gandini, stanno proprio cercando di individuare questa seconda mutazione. Come gia’ detto la diagnosi definitiva avviene solo in presenza di autopsia del midollo spinale post mortem. Gli esami che si fanno in vita servono per eliminare, potenzialmente, ogni altra malattia con sintomi simili. Il test genetico indica se il soggetto non presenta la mutazione specifica, se presenta la mutazione in eterozigosi ed e’ portatore sano, se presenta la mutazione in omozigosi ed e’ quindi a rischio di manifestare la malattia. A cosa serve il test?, semplicemente ad effettuare accoppiamenti mirati ad evitare, per quanto possibile, di mettere al mondo cuccioli che sono a rischio di presentare la malattia. Questo non vuol dire che si debbano escludere soggetti dalla riproduzione, ma solo accoppiarli in maniera corretta.
7 – Non c’e’ stata nessuna “riunione segreta”, suggerirei di guardare meno film. Tutto cio’ che stiamo facendo per questo problema lo stiamo rendendo pubblico.
Mi fermo qui. Francamente avrei fatto a meno di dover intervenire con tutte queste precisazioni, ma era necessario. Ovviamente tutto cio’ che ho scritto e’ documentabile. Sono certo che non servira’ a chiarire la questione e dara’ adito ad altri fiumi di parole, ma visto che sono stato tirato in causa e che cio’ che e’ alla base di tutta questa discussione e’ evidentemente un malinteso, come detto, era necessario. Mi scuso con tutti gli utenti di TPIC a cui queste “beghe” interessano poco
Stefano Lovati
Cara Valeria ho letto quest’ultimo articolo “errata corrige” però devo fare alcune precisazioni che so già scateneranno nuovamente alcuni che tu conosci. Io ero presente a quella riunione e sinceramente posso confermare che dopo insistenti richieste da parte di alcuni allevatori di parlare della MD e sorvolamenti da parte di altri, finalmente se ne è parlato. Purtroppo devo confermarti che da parte di alcuni c’è stata una certa resistenza o per paura o per mera opportunità.
Cinzia
Cinzia, questo era esattamente il senso del mio “pezzo di articolo”: non è pensabile che ci siano “resistenze” quando si tratta di parlare della salute dei cani. Siccome però la cosa è stata vista come se intendessi dire che gli allevatori di howy “se ne infischiano dell’MD” in generale, ho ritenuto corretto specificare che no, questa non è la verità, perché il problema suscita il loro interesse e perché è stata fatta una sufficiente informazione in merito.
Attendo comunque una spiegazione più dettagliata dalla mia “fonte” iniziale, che mi ha promesso di scrivere la sua versione dei fatti… dopodiché ognuno sarà libero di trarre le proprie conclusioni.
Concordo in pieno con Roberta. Confesso di essere rimasta di stucco nel leggere l’ articolo, soprattutto perché scritto proprio da Valeria Rossi, che ammiro molto per competenza e preparazione. Essere stata informata del rischio mielopatia ben 3 o 4 anni fa, essere stata invitata a fare il test già allora…e leggere che, tra gli allevatori di Hovawart, si cercava di insabbiare il problema, mi è sembrata proprio un’ assurdità.
Resta da capire a che pro la fonte di Valeria abbia raccontato una simile frottola (per altro tanto facilmente smentibile)….Non ci provo nemmeno. Sono vecchia ed ho imparato che, in tutti gli ambienti, di gente “strana” ce nè tanta!
Ho letto l’articolo, mi ero persa il precedente altrimenti avrei commentato già allora. Sono una semplice proprietaria di due splendidi hovawart, e non parlo dell’aspetto solamente ma del carattere nell’insieme. Il cane che cercavo, posso dire d’averlo trovato.
Scrivo per smentire alcune cose relativamente ai due articoli.
– la prima è che non ci sia stata informazione dal Club verso tutti noi associati, visto che già da mesi siamo stati informati, attraverso mail, ci è stato spiegato il problema accuratamente, ci sono state date indicazioni chiare su come poterci muovere e a chi rivogerci.
– la seconda che gli allevatori stessi, riunitisi ed invitati anche i proprietari che volevano partecipare (ed erano presenti rappresentanti di ENTRAMBI i club di razza ufficiale ENCI e no) hanno portato a conoscenza di tutti noi presenti…posso inoltre confermare che MOLTI allevatori, che ora conosco di persona, hanno da tempo pubblicato i risultati dei test in modo visibile a tutti noi interessati). Presenti anche dei veterinari, anch’essi proprietari e/o allevatori che seguiranno con le loro competenze specifiche questa cosa.
Nessuno ha tentato di insabbiare la cosa o non diffonderla, anzi esattamente il contrario. Siamo stati bombardati di informazioni e possibilità di incontro. Nessuno allevatore, in mia presenza (e c’erano quasi tutti all’incontro cui ho partecipato) ha detto che non s’ha da fare. Anzi, è stato detto in modo chiaro che il test va diffuso il più possibile e che cercheremo di farlo all’interno di un progetto di ricerca molto più vasto al fine di avere risultati VALIDI, usare test VALIDATI e risposte il più possibile utili. Recentemente siamo stati ricontatattati (ben prima di questo articolo)ed informati sul programma di screening in collaborazione con l’università di Bologna, siamo stati invitati TUTTI a portare i nostri quattrozampe presso un incontro informativo previsto a breve dove sarà anche possibile raccogliere campioni per l’università ed effettuare il test. Cosa che sarà ripetuta al fine di estenderla al più possibile ad ogni singolo cane, destinato alla compagnia o alla riproduzione.
Posso solo esprimere un grande ringraziamento verso questi allevatori ed i Club – molti di loro non li conoscevo affatto fino a qualche mese fa – si sono mossi in blocco per affrontare il problema. Disposti a dare informazioni anche a chi come me il cucciolo non l’ha comprato da loro.
Uniti e disponibili del darci consigli ed informazioni, nel creare momenti di unione, confronto e svago fra loro e noi nuovi proprietari, a seguire costantemente anche dopo anni i cuccioli che hanno venduto.
La mielopatia non è diffusa solo negli Hovi, ma abbiamo bastonato per bene solo i loro allevatori…che proprio non meritavano questo trattamento personalizzato.
C’è in altre razze grandi…spero che anche tutti gli altri cani soggetti abbiano la “sfortuna” ironicamente parlando di aver a che fare con allevatori così…
Purtroppo un solo articolo è in grado di ripercuotersi in modo tanto negativo sulla razza e chi la ama da fare fin troppo danno.