domenica 17 Agosto 2025

Una serata tra “killer”

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

bla_valdi VALERIA ROSSI – “Pericolosi a chi?” era il titolo dell’incontro sui terrier di tipo bull che si è tenuto domenica sera a Poirino. Lo scopo era quello di fare un po’ di chiarezza, appunto, sulla “pericolosità” di queste razze intesa in senso generale, ma anche su specifici comportamenti considerati ad alto rischio sia nei confronti delle persone che in quelli degli altri cani.
I relatori sono stati tre: la sottoscritta, Abramo Calini (allevatore di american pit bull terrier e presidente del Working pit bull club italiano) e Mauro Gargiulo, allevatore di american staffordshire.
Abbiamo parlato tanto, spiegato alcune cose, mostrato un po’ di slides… ma forse avremmo anche potuto risparmiare il fiato, perché i relatori in assoluto più convincenti sono stati i cani. Infatti, nonostante l’organizzatore dell’evento, Nicholas Leuci, avesse spiegato che l’ambiente era piccolino (la saletta della sua caffetteria “Vittorio Veneto”) e che quindi pressarci dentro troppi cani avrebbe potuto causare qualche disagio, in pratica sono arrivati quasi tutti col cane!

abramoI cuccioli “perché intanto sono cuccioli e quindi nessuno vorrà litigarci”, gli adulti perché “siccome Nicholas aveva detto di non portarli, ma non sapevo dove lasciarlo, ho pensato che ci sarebbe stato solo il mio e che quindi non sarebbe stato un problema”…
Peccato che l’abbiano pensato in tanti e che quindi si siano dovuti davvero “pressare” molti cani in uno spazio ristretto: e se pensiamo a tutte le dicerie sul fatto che i pit bull, essendo stati cani da combattimento, dovrebbero per forza lanciarsi a testa bassa contro qualsiasi altro cane… sarebbe dovuto  succedere per forza un patatrac!
Come nel “Gorilla” di De Andrè, “il seguito prova che (quelli che considerano questi cani rissosi per natura) avevano torto”.
Infatti ci siamo limitati a chiedere ai proprietari se i loro cani fossero obbedienti e sotto controllo, dopodiché, ottenuta risposta positiva, abbiamo accettato di farli partecipare: e i cani si sono comportati tutti come dei veri gentledog. Non si è sentito un abbaio, non un ringhio, non un’intemperanza.

pubblicoA che serve spiegare quello che abbiamo detto? Abbiamo detto, ovviamente, che socializzazione prima ed educazione dopo sono in grado di rendere assolutamente sicuri tutti i terrier di tipo bull, compresi i famigerati pit bull.
Abbiamo ribadito l’importanza di responsabilità e competenza da parte degli umani,  tutte cose che in realtà sarebbero indispensabili con qualsiasi cane, ma che diventano più importanti ancora quando si tratta di animali di una certa taglia e possenza.
Io ho fatto una piccola presentazione generale delle quattro razze, Abramo ha parlato dei (moltissimi) falsi miti sul pit bull, Mauro ha spiegato le differenze (o presunte tali) tra pit bull e amstaff.
Il pubblico, numerosissimo (si sono seduti perfino sulla scala, perché in sala non ci stavano più) è sembrato interessato e divertito, soprattutto quando ha parlato Abramo che ha un modo estremamente “rustico” di esporre le cose (dice perfino più parolacce di me, il che è tutto dire…), ma che ha anche l’abilità di mantenere l’attenzione altissima e di far sorridere spesso con le sue battute. Una piccola botta all’orgoglio dei relatori è arrivata invece dalla reazione dei cani, che si sono tutti annoiati a morte, piccoli e grandi.

bianco

cucciolo

Qualcuno ha tentato di giocare, senza neppure porsi problemi di razzismo nei confronti degli “intrusi” (c’erano anche alcuni “non terrier”). E’ stato molto interessante vedere la lupa cecoslovacca Maya parlare in stretto “lupese” con pit bull e amstaff che la guardavano un po’ perplessi (anche i cani hanno i loro “dialetti”… legati soprattutto alla scala neotenica) e che cercavano, forse, una traduzione dai loro umani: ma poi sono riusciti a spiegarsi benissimo l’un l’altro e hanno, appunto, provato a giocare un po’.

marco

Purtroppo lo spazio disponibile era veramente troppo esiguo, ragion per cui si sono dovuti rassegnare ad ascoltare gli umani blateranti. Ma siccome questi non riuscivano proprio a seguirli, ecco il risultato (prego notare le facce):

killer
Insomma, che altro dire? Al di là dei contenuti delle nostre relazioni, la vera lezione ce l’hanno data loro (come quasi sempre accade). Credo che nessuna parola possa essere più esplicativa di queste foto per quanto riguarda la presunta “pericolosità” di questi cani e la loro incapacità di rapportarsi con i propri simili senza scannarsi a prima vista.
E con gli umani? Ahhhh be’… con gli umani sì, che sono pericolosi! Infatti il cane della foto sotto (che non mi aveva mai visto né conosciuto, sia ben chiaro) mi ha lavato con tale impegno che, uscendo poco dopo per fumarmi la mia immancabile sigaretta, mi sono ritrovata la faccia congelata (faceva, è il caso di dirlo, un freddo “cane”).

slap

Ecco: questi sono i cani “pericolosi”. I cani killer. I mostri a quattro zampe, che secondo alcuni dementi (purtroppo anche alcuni dementi politici, che poi fanno le leggi e le liste nere) andrebbero fatti estinguere.
Io avrei una vaga ideuzza su certe “razze” che veramente dovrebbero sparire dalla faccia della terra: ma quelle non hanno quattro zampe.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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22 Commenti

  1. Io non ho mai frequentato campi di addestramento perchè ero solo un bambino quando mi fu consegnato il mio APBT. Ora mi hanno regalato un Jack Russell, con un carattere molto quieto, anomalo ma facilissimo da educare (non mi interessa il circo per un cane da compagnia).
    Lui era ubbidiente ma con lo stesso sesso mi limitavo solo a gestirlo, quindi prevenire è meglio che curare. Ebbe una buona socializzazione e come cane era tranquillo, con un livello di eccitabilità che scese nel tempo. Con i cani maschi c’era poco da fare, non mi sono mai fidato, avrebbe risposto a qualsiasi provocazione, piccoli o grandi che siano. Ho visto dei Pit essere cani da parchetto e allora mi chiedo:
    Quella è la mano del selezionatore che affida a seconda delle persone cani tranquilli, più inclini alla remissività che alla dominanza oppure hanno fatto un super lavoro di addestramento?
    Conoscendo da vicino il tipo di carattere mi sembra difficile che solo la socializzazione possa rendere il cane tollerante verso lo stesso sesso.
    Vi ringrazio delle risposte.

  2. Per tutti quelli che mi hanno accusato di “eccessivo buonismo”, ho scritto oggi un altro articolo per spiegarmi un po’ meglio 🙂

  3. Pensa se venivo e portavo il mio “killer”… il mio West Highland, a questo punto mi sa che sarebbe stato l’unico ringhioso della serata con tutti quei grossi maschioni :-))

  4. cara valeria in questo momento l’onderino nazionale si sta rimangiando le castronerie di dieci giorni fa(stessa trasmissione) VITTORIA!

  5. Mannaggia, sarei voluto venire anche io, visto che mi trovavo da quelle parti, ma credo che la mia cucciola avrebbe creato non poco scompiglio (giocherebbe fino allo sfinimento con cani di qualsiasi taglia e sesso), dato anche il poco spazio…

  6. I passanti che preferisco sono quelli che mentre pastrugnano la testa al cane, ti guardano e chiedono “Ma morde? Perchè se ne sentono tante!” -.- mi sono messa come proposito di portare in passeggiata dei piccoli trofei da regalare ogni volta che mi succede. 🙂

  7. Bell’articolo, da proprietaria di meticcia simil APBT sono contenta di questa “pubblicità” positiva. Sono cani splendidi la forza e la dolcezza in un mix perfetto, ma ricordiamoci la loro origine la loro storia e la loro selezione.
    L’aggressività intraspecifica è nella loro indole (sicuramente una buona educazione e una buona socializzazione può fare molto, ma anni e anni di selezione non si cancellano con una puppy Class) questo al neofita che si avvicina alla razza va detto e ricordato. Bisogna far si che non pensi di comprare una cagnolino da parchetto da poter portare in area cani e sguinzagliare in mezzo ad altri maschi adulti per tutta la vita del cane. Il pitbull/amstaff è un cane eccezionale ma ogni pane ha la sua crosta e l’aggressività intraspecifica è la crosta del pitbull. Bisognerebbe cercare di selezionare un carattere più tollerante ( mantenendo alta la tempra altrimenti lo si snatura totalmente), ma fino ad allora non si può dire al neofita “socializzazione ed educazione rendono i terrier di tipo bull assolutamente sicuri”.

    Facciamo informazione corretta e non buonismo verso il famigerato pitbull.

    PS: Gira giusto in questi giorni su FB l’appello di una amstaff di un anno e mezzo che rischia il canile dato che “ha smesso di andare d’accordo con le femmine”.
    L’eccesso di buonismo porta a questo. Facciamo attenzione

    • Concordo. Ma vorrei sapere cosa ha esposto l’allevatore di American Staffordshire Terrier, e da quanto tempo alleva e come.
      La gente ha bisogno del proprio bagaglio di esperienza nella razza non di frasi che non dicono nulla se non fare disinformazione. Non mi riferisco a quello che ha scritto l’ autrice, prevalentemente, ma ai concetti sicuramente espressi e che mi hanno riportato.
      E’ una razza che va di moda e la stanno distruggendo, avremo i cani che quando qualcuno ti importuna scapperanno, demolendo quell’insieme di caratteristiche di temperamento, attenzione, tenacia che ne fecero il migliore compagno che l’uomo potesse desiderare..per quanto riguarda il cane.
      20 circa American Staffordshire Terrier pressochè a contatto e nessun accenno di rissa, questo è scritto, perdonatemi ma è la mancanza di rispetto verso la razza. Questo e nulla più.

    • a Francesca:
      concordo al 99,9% con te!
      Anche secondo me bisogna smitizzare l’immagine dei pitbull come kanikiller, ma senza rischiare di far credere che siano caratterialmente equiparabili ad un Labrador o ad un Beagle come aggressività intraspecifica (qualunque sia la loro educazione, anche se l’aggressività verso gli altri cani varia molto fra i soggetti)…e spiegando bene alla gente che aggressività verso i cani NON VUOL DIRE aggressività verso le persone (ne attitudine alla guardia o alla difesa: ancora tanta gente li crede cani da guardia e difesa quando un buon pitbull è decisamente inadatto a tali scopi).

      l’unica cosa con cui non concordo pienamente è l’idea di mitigare l’aggressività intraspecifica del pitbull, poichè credo ci sia il rischio di perdersi x strada anche altre sue caratteristiche (la tempra o altro, la genetica e l’intreccio fra caratteri fisici e psichici dei cani è un bel casino) “depitbullizzandolo”.
      O meglio, nell’ADBA che è e deve essere come erano i pitbull oroiginali da combattimento, io non toccherei nulla ne di estetico ne di caratteriale, mentre UKC o ancor + gli Amstaff che sono già diversi dai “veri pitbull”, allora volendo si può anche tentare (ed è già stato fatto, sia perchè in show non aiuta se il tuo cane cerca di papparsi quello davanti a lui sul ring sia perchè non selezionandoli x il combattimento tale tratto come ogni tratto non selezionato tende a virare verso la media) di mitigarne l’aggressività intraspecifica ulteriormente (alla fine se prendi un UKC o ancor + un Amstaff medio sono già molto meno “caldi” di un “ADBA medio”, poi se si confrontano ad un ADBA di linee provenienti da paesi dove i combattimenti sono ancora legali la differenza è ancora maggiore).

      ciao
      by
      AliceOltreLoSpecchio
      https://www.facebook.com/aliceoltrelospecchio

      • Non mi trovo molto d’accordo con voi. È vero che bisogna sempre stare attenti, soprattutto con cani dello stesso sesso, ma con quale razza non è così? Ho avuto una pit femmina e ora sono la felice “mamma” di un bull terrier. Mai avuto problemi, la pit era consapevole della sua forza e mai l’ho vista utilizzare appieno il suo potenziale, nemmeno nelle situazioni più “disperate” (cani incontrollati e ringhiosi in giro senza guinzaglio).

        Non credo ci sia molto da “mitigare”, mi fa quasi ridere il commento, semplicemente sarebbe il caso di rendersi conto che si ha a che fare con un essere vivente con le sue caratteristiche, che ha bisogno di una guida sicura. Io prima di passare ad una o l’altra razza mi sono informata per anni, ho frequentato club di razza, addestratori, letto e riletto libri su libri, parlato con chi la razza già la conosceva. E poi ho deciso: fa per me? Faccio io per lui? E mi sono presa il tempo e ho sempre avuto cani fantastici.

        Selezionare cani con un’aggressività intraspecifica preponderante mi pare ridicolo a parimerito, a chi potrebbe mai interessare una fiera bavosa e ringhiante, peraltro inutilizzabile da un punto di vista di utilità? Fa figo andare in giro con un cane che tira e ringhia se ne vede un altro e che impossibilmente si puó lasciare libero di sfogarsi e giocare con i suoi simili? Personalmente preferisco l’immagine del rude e muscoloso buono, ma è questione di gusti.

        E no un pit non è un labrador… Ma pensate: un yorkshire non è un galgo e un tibetan terrier non è un pastore tedesco! Peraltro ho come l’impressione che il paragone con il dolce portatore di “scottex” sia destinato a finire dal momento che grazie alle selezioni a c**o, tra poco il labrador lo posso usare come cane da difesa.

      • Sapevo che qualcuno avrebbe obbiettato sul concetto di mitigare il carattere. Non credo che limitare l’intolleranza intraspecifica limitetebbe la tempra… ma anzi darebbe ancora più possibilità al pitbull per applicarsi in discipline sportive che necessitano più cani al lavoro.
        Ma questa è solo una mia opinione naturalmente…
        Io credo che l’importante sia che al neofita si spieghi che il pitbull non è un cane da slegare in area cani a caso… va fatta attenzione. Su questo non c’è dubbio…
        Ma a mio parere l’intolleranza intraspecifica non ha più applicazione non vedo perché continuare con tale selezione

        • Francesca, i cani non sono fatti coi Lego: quando vai a toccare una caratteristica, rischi di portarti dietro una serie di effetti collaterali talora del tutto imprevedibili. La genetica non è roba facile da maneggiare e di solito, quando si vanno a pasticciare secoli o millenni di selezione (naturale, umana o un misto di entrambe) pensando di ottenere un risultato X, ci si ritrova poi a dover fronteggiare i risultati Y, Z e va’ a sape’ quali altri, che magari proprio NON erano desiderati. Per questo io preferisco, in linea di massima, che si lascino i cani come sono: ci sono 500 razze circa tra cui scegliere, quindi non vedo proprio il motivo per voler prendere un pit bull e trasformarlo in un golden (o viceversa). Se ti piace il carattere del golden, pigliati il golden (e, di nuovo, viceversa)!

  8. Salve, bellissimo questo articolo!!!! era ciò che pensavo!!!
    Penso che non sia possibile dire che una razza è pericolosa, bisognerebbe classificare l’umano “tipo” che prende una certa razza per spingerla ad essere aggressiva..
    Normalmente, in passeggiata, guardo il cane che mi si presenta davanti e poi guardo attentamente l’uomo che lo conduce..io temo più quest’ultimo..
    Buona giornata a tutti…bellissime le foto!!!!!!!!

  9. scusate il commento da sciuramaria DOC…ma CHECCARINIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!

    (ok, ora potete bannarmi… ma non so resistere a quei testoni a pentola!!!)

  10. Ancora una volta si dimostra quello che noi amici dei terrier tipo bull andiamo dicendo da sempre: SONO CANI !!

    Non macchine per uccidere, killer sanguinari, armi improprie usate dai malavitosi ecc. ecc. , solo cani! Certo il loro potenziale offensivo deve tenere sempre all’erta i proprietari, ma usando le precauzioni che dovrebbero essere usate con ogni altra razza (come giustamente si legge nell’articolo) sono e rimangono solo cani 🙂 .

    Quando mi chiedono se il mio cane è pericoloso io faccio sempre un esempio: anche un mattarello per tirare la sfoglia può uccidere se usato come arma, non per questo qualcuno ha richiesto l’obbligo di porto d’armi per la massaia che lo usa per fare le lasagne o i tortellini, nemmeno si è chiesta un’estinzione dai menù di tutta Italia dei piatti che si preparano usando il pericoloso attrezzo !!

    Sulle “razze bipedi” che meriterebbero una seria riflessione sull’eventualità di attuare una loro estinzione . . .immagino di trovarmi in pieno accordo con la signora Valeria 😉 .

    • Accidenti, mi hai fatto prendere uno spavento…. poi ho riletto con calma…fiuuu meno male che per il mattarello non ci vuole il porto d’armi! Io l’ho sempre al mio fianco in auto 😉

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