mercoledì 8 Ottobre 2025

Cuccioli low cost, last minute e km zero

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

cane-e-gatto-dog-cat-1024x768di VALERIA ROSSI – Mi scrive Silvia, Allevatrice seria e appassionata, dopo aver letto l’articolo sui bei tomi che prima comprano il cane dal cagnaro e poi telefonano o scrivono all’allevatore per avere consigli.
Purtroppo la sua email, che riporto qui sotto quasi integralmente, mi ha rammentato un’altra “piacevolissima” categoria di Sciurmari e Sciuremarie: quelli che si sentono autorizzati a “visitare l’allevamento” senza farsi preannunciare da uno straccio di telefonata, o comunque dando per scontato ci siano “orari di apertura” stile negozio e che tu sia assolutamente tenuto a ricevere chiunque si presenti al tuo cancello.
Ma lascio subito la parola a Silvia, perché la sua lettera dice già quasi tutto:

cockerino

Allevo, con riconoscimento ENCI, Cocker Spaniel Inglesi.
Non è un’attività lavorativa nel modo più assoluto, i miei cani sono prima di tutto i miei compagni di vita, il numero massimo di cucciolate l’anno è due e dal 2005 ad oggi ho ceduto complessivamente un totale di diciassette cani, tra vendite ed affidi… numeri piuttosto “amatoriali”, anche se questo è un termine convenzionale ma non corretto.
Le scrivo perché mi piacerebbe tanto che riuscisse a mettere nero su bianco una realtà che capita a me ed ad amici “colleghi” di vivere giornalmente; ho letto ieri il pezzo riguardo la richiesta di consigli agli Allevatori quando si acquista da terzi, cosa che capita con una certa assiduità, spesso senza neanche un “grazie”.
Personalmente, in questo 2014, ho avuto anche l’invio di materiale fotografico di cuccioli a basso costo (non voglio dire di cagnari, ma sicuramente di cucciolate “ad capocchiam”) per un “consiglio tecnico”: ovviamente dileguati quando ho iniziato a parlare di test, pedigree, cessioni oltre tot giorni.
Volevano sapere solo se fossero “carini” o meno.
Mi sono rispecchiata in ogni singola parola scritta, quindi speravo che potesse descrivere un’altra situazione…
Sono siciliana, amo la mia terra e la mia gente, ma la cultura cinofila è molto arretrata, non tra i cinofili, ma tra i profani!
La routine qui è comprare cani a 200-300 €, non c’è voglia di andare oltre. Sì lo so, è così in tutta Italia! Ma da noi le assicuro che bisogna fare salti mortali per affidare anche la semplice cucciolata annua.
Il mio sito è anche divulgativo per la mia razza, cerco di fare un po’ d’informazione: ma non leggono nulla.
Cercano cani, come dico io, “low cost”, a “km zero” e spesso anche “last minute”… tutti ottimi presupposti per avere poi cani “a tempo determinato”.
Vogliono il cane bello e sano, hanno pretese, ma  senza voler pagare il giusto.
Ultimamente anche a chilometri zero: noi viviamo nel Palermitano, abbiamo avuto persone di Catania che chiedevano “ma dobbiamo venire fino da voi per vedere i piccoli?”
E dove ci saremmo dovuti incontrare? In autogrill?
Personalmente sono anche disposta ad avvicinarmi per accompagnare un bimbo nelle nuova casa, quando ci sono i presupposti… ma per vederli?!?
O ancora, da Ragusa:  “Ma voi li consegnate a domicilio?”
Come la pizza!
Si resta di sasso.
Per un buon soggetto noi difficilmente facciamo meno di 1000 km, ma Palermo-Catania è una gita fuori porta!
Infine, il “last minute”: abbiamo parecchie richieste tipo “mi serve un cane per sabato! –  (telefonata il giovedì sera) – Ho girato tutti i negozi di Palermo (tu sei il ripiego), pensavo fosse più semplice trovare il cucciolo”…
Parliamo di persone anche serie professioniste (nel loro settore), quindi non è giustificabile tutta questa disinformazione, soprattutto quando ormai i mezzi divulgativi ci sono.
Ma veniamo al punto: “le visite!”
Ovvero, i perditempo.
In ogni pagina del mio sito in cui ci sono i recapiti ho dovuto mettere la seguente dicitura: “Visite solo sulla base di un reale e motivato interesse verso uno dei nostri cuccioli, PREVIO esaustivo contatto telefonico”… ma fanno orecchie da mercante.
Riceviamo continuamente chiamate:  “Siete aperti oggi?”
La nostra non è un’attività lavorativa, abbiamo una vita extra-cinofila, dobbiamo far coincidere il tutto, quindi riceviamo solo su appuntamento (siamo stati costretti a rimuovere l’indirizzo perché le persone si presentavano come si fa in qualsiasi pet shop, senza neanche annunciarsi… o chiamandoci all’ultimo: “siamo per strada, sulla via…”, chiedendo indicazione per arrivare.  Questo qualsiasi giorno, a qualsiasi ora).
Se c’è un reale interesse, e soprattutto se capiamo dal primo approccio che possono essere persone a cui vorremmo affidare uno dei nostri pupilli, siamo il più possibile disponibili: ma come ricevere una persona che al telefono neanche si presenta con nome e cognome, che non “apre” una conversazione ma chiede soltanto “sono interessato ad un cucciolo (sesso, colore sono optional), possiamo venire a vederli?”
La ricerca di un contatto è spesso senza esito, sembra quasi una scusa nel non volerli ricevere:  ma se dovessi far entrare TUTTI quelli che vogliono venire “in gita” all’allevamento dovrei annullarmi completamente, togliere tempo ai cani in primis, ai miei impegni, alla vita di ogni giorno…
Oltretutto, quando debuttano così, non hanno alcun interesse reale: quindi, perché dover ricevere tutte queste persone?
Vogliono passare il tempo “per vedere i cuccioletti carini”, o ancora peggio sono “itineranti domenicali” (che poi sono anche pericolosi, perché non distinguono cagnari, negozi e allevatori e quindi rischiano di portarti scomodi souvenir delle loro precedenti gite).
Vengono, guardano i cani, spesso ti ritrovi tu a dover elencare le caratteristiche del “prodotto”, stile rappresentante di aspirapolveri… ma loro bramano di sentire l’unica informazione che gli interessa: “quanto costa un cucciolo?
Ovviamente salutando poi con un “complimenti per la professionalità e per i vostri cani, le faremo sapere”… e non facendosi sentire mai più.
Anzi, no:  magari dopo un po’ ti contattano per avere info sul cane comprato chissà dove a pochi euro.
Nella loro concezione noi dovremmo aprire le porte a tutti, senza che lascino neppure  trasparire la loro motivazione, senza essere realmente consapevoli di cosa comporti prendere un cane, senza alcun interesse nel voler essere informati al riguardo (perché così almeno la visita potrebbe avere un’altra finalità, quella divulgativa).
L’altra sera abbiamo ricevuto una chiamata da numero anonimo, abbiamo chiesto alla signora come mai questa necessità e lei ha risposto essere una questione di privacy e tutela: però voleva sapere esattamente la nostra ubicazione.
Già è un punto di partenza sbagliato, se vuoi un mio cane io DEVO sapere chi sei!
Avrò ripetuto mille volte, durante la conversazione: “io sto parlando con la signora???”… non ho avuto un nome neanche per scherzo, ma insisteva per venire “a far approcciare la bambina con la razza”!
Per molti di loro è un semplice “do ut des”:  pensano che pagando possano pretendere, ti trattano da commerciante mancandoti fortemente di rispetto.
Quando programmi una cucciolata per anni, fai nottate su nottate, vivi i cuccioli a 360° … non daresti mai  un cane al primo che capita, col rischio che sia qualcuno che vuole sfruttarlo.
Mi piacerebbe anche che molti capissero che la realizzazione dell’allevatore è più il cane che tiene per sé, o quello che cede alla persona che lo valorizza, piuttosto che quello che viene dato alla semplice famiglia: il nostro scopo non è “produrre cani da vendere”.
La vendita  è solo un mezzo per poter portare avanti il proprio progetto, anche se non si può prescindere da una giusta attenzione nel farlo, perché i cuccioli non possono essere vittime delle proprie ambizioni.

goldenAvevo premesso che Silvia aveva “già detto tutto”… e infatti ben poco ci sarebbe da aggiungere.
Ma siccome sono notoriamente logorroica, qualcosa devo dire anch’io. Anche a costo di ripetere concetti già espressi da Silvia, che tanto non fa male ribadire.
Quindi rammento a tutti coloro che amano i cani, e magari vorrebbe prenderne uno, che:

a) L’allevamento non è uno zoo, né un negozio di animali.
Non ci sono “orari di apertura”, bisogna prendere un appuntamento come quando si ci rivolge a un qualsiasi  altro professionista. Per di più, per la stragrande maggioranza degli allevatori seri questo non è il primo lavoro: nonostante ciò che molti pensano, se allevi con passione e serietà  NON puoi “vivere di cuccioli”.
Puoi vivere “di cani” se sei cagnaro (ma quella è un’altra categoria di persone), o  se abbini all’allevamento qualche altra attività, come l’addestramento, la pensione o la toelettatura: ma su ogni cucciolata (come abbiamo cercato di spiegare in questo articolo ormai molto datato, ma che forse non è ancora stato capito da tutti) “guadagni” cifre irrisorie, che al massimo ti permettono di mantenere i tuoi cani senza finire sotto i ponti ma di sicuro non ti arricchiscono (anzi, di solito non ti fanno neppure arrivare a fine mese).
Poi, per carità, c’è anche chi ci marcia: ho sentito di cifre veramente allucinanti riferite (guarda caso!) soprattutto alle “razze di moda”. Però queste sono le eccezioni e non la regola.
L’Allevatore serio, normalmente, alleva come secondo lavoro (definirlo “hobby”, con tutto l’impegno che richiede, mi sembra un po’ una bestemmia): quindi non può essere sempre lì pronto ad aprire la porta a tutti. Telefonate prima e prendete un appuntamento, perché l’allevamento (sempre quello serio)è casa dell’allevatore.
E’ un’abitazione privata, santiddio!
Quando andate a far visita a un amico, vi presentate senza uno straccio di preavviso? Oppure telefonate prima, ma solo per chiedergli in che orari “sia aperto”?
Mi auguro di no.
Ecco, lo stesso rispetto dovreste riservarlo all’allevatore, che oltretutto non è neppure vostro amico. Magari lo diventerà (anzi, succede spessissimo con i proprietari dei cuccioli venduti): ma al momento, per lui, siete un perfetto estraneo.

malteseb) L’allevamento non è un circo, né un cinema.
Voi vi presentereste a casa di un perfetto estraneo (vedi sopra) chiedendo di entrare perché volete “vedere i suoi figli”, o “farli vedere ai vostri bambini”?
Di nuovo, spero di no (e lo spero soprattutto per voi, visto che non oso immaginare le reazioni dell’estraneo a fronte di una simile richiesta…).
Ma allora, perché trovate normalissimo andare a scassare le palle all’allevatore, in casa sua, pretendendo di “vedere i suoi cani”?
D’accordo, tra cani e figli c’è un po’ di differenza: i figli non si vendono, i cuccioli sì. Ma il concetto di base è lo stesso: si tratta di creature che abbiamo fatto venire al mondo, a cui vogliamo bene e di cui siamo orgogliosi.
Per noi non sono animali da mostrare come in uno spettacolo di paese, di quelli con l’imbonitore che invita a “venire a vedere le bestie vive!”.
Se preferite un’altra metafora, i cuccioli sono le nostre opere d’arte.
Voi suonereste il campanello del famoso pittore, dicendogli: “Buongiorno, ho portato la bambina a vedere i suoi quadri?”
A me sembrerebbe il minimo che il famoso pittore vi facesse volare giù dalle scale: eppure anche lui li vende, i suoi quadri!  Ma – proprio come l’allevatore – li rispetta. Ed esige lo stesso rispetto dagli altri.

labrador_tantic) l’allevamento non è una pizzeria che consegna a domicilio, come giustamente ha sottolineato Silvia.
Personalmente, non solo voglio vedere in faccia le persone a cui affido le mie creture (e non solo vederli, ma anche fargli il terzo, quarto e quinto grado), ma non venderei MAI un cucciolo a chi non fa neppure lo sforzo di salire in macchina e farsi qualche chilometro per conoscerlo. Che se gli pesa già il culo per venirlo a vedere, figuriamoci quanta passione e quanta dedizione ci metterà nel seguirlo.

Purtroppo sappiamo tutti benissimo cos’è che a volte spinge anche persone colte e  bene educate a comportarsi in modo incredibilmente cafone: è la confusione dilagante tra Allevatori e cagnari, commercianti e canivendoli di varia fattura (confusione, ahimé,  alimentata a tutto spiano dalle campagne animaliste contro il presunto “sfruttamento” dei cuccioli).
Ovvio che se nessuno ti spiega la differenza tra le due categorie, e se gironzolando su FB trovi quintalate di pagine in cui ti promettono cuccioli “di tutte le razze, pronta consegna”, con “allevamento aperto tutti i giorni dalle ore X alle ore Y”… poi tu trovi normale presentarti in casa della gente pretendendo di entrare. Perché hai in mente un commercio e non un’arte.
Anche i “km zero” sono una diretta conseguenza di tutti i cagnari che – moooolto gentilmente – si offrono di “portarti il cucciolo al casello più vicino” (senza che a nessuno passi per l’anticamera del cervello l’idea che facciano così perché non vogliono che tu veda il capannone pieno di cuccioli dell’Est che tengono dietro casa).
Il gran proliferare di proposte di questo tipo fa anche sì che lo stesso cucciolo venga visto più come un “oggetto in vendita” (e quindi anche “in mostra”) che come un essere vivente che merita rispetto: il che, se possibile, è ancora più grave. E la “domanda standard” che viene premessa a tutto il resto, ovvero il classico “quanto costa un cucciolo?” la dice lunga sulla superficialità con cui molti pensano di prendere un cane.

corgiPer carità: “quanto costa?” lo chiedo anch’io, quando parlo con un allevatore. Ci mancherebbe.
Ma è l’ultima domanda che faccio.
Prima chiedo notizie sui genitori dei cuccioli, sui test genetici a cui sono stati sottoposti, sui risultati in expo e/o in prova di lavoro, perfino su cosa mangiano: POI mi informo sul prezzo.
Anche perché, senza queste informazioni preliminari, il prezzo non significa un beatissimo nulla.
Se l’allevatore mi spiega che la cucciolata è figlia di due campioni, che la monta è stata presa a duemila km di distanza, che padre e madre sono stati testati per tutte le malattie ereditarie immaginabili, che mamma e cuccioli mangiano il famoso mangime  Orocolatum Superpremium… e poi mi chiede duemila euro… be’, ci può stare.
E’ da vedere se posso permettermi di spenderli o meno, ma il prezzo ha la sua giustificazione.
Se invece mi dicono che i cuccioli sono figli di Fufi e Bubi, che non sono mai stati in expo, che Fufi e Bubi vivono entrambi a casa dell’allevatore, che non hanno mai fatto neanche una lastrina per la displasia e che mangiano Schifezzil Premium… allora, se mi chiedono duemila euro, gli rido in faccia (e anche se me ne chiedono mille, se è per questo).
Ma chi è davvero in grado di fare questo tipo di ragionamento? Solo chi è già cinofilo.
Sciuremarie e Sciurmari non hanno letteralmente idea di quanto costi allevare BENE una cucciolata, né dell’impegno che comporta.
Sciuremarie e Sciurmari pensano che allevare cani di razza pura significhi prendere un maschio e una femmina e “lasciar fare alla natura”, poi guardarsi serenamente la cucciolata mentre viene accudita, sfamata, pulita eccetera dalla mamma (senza che tu faccia un accidenti di niente) e infine, appena i cuccioli sono in grado di mangiare da soli, mettere un bell’annuncio su Subito.it e levarseli di torno prima che cominciano a scagazzarti in giro.
Fine.

ronfIl punto è che Sciuremarie e Sciurmari FANNO esattamente così quando decidono di far accoppiare la cagnetta di casa (perché nessuno gli ha mai spiegato che allevare è tutta un’altra cosa). O hanno visto fare così da genitori, nonni o zii.
Non hanno la più pallida idea di cosa sia l’Allevamento serio, quindi non si capacitano neppure del fatto che possano esistere enormi differenze di prezzo, legate all’enorme differenza di qualità dei cuccioli.
In compenso sono pronti a bacchettarti se usi il termine “qualità”, che ancora una volta legano – non so perché – al concetto di “merce” (presumo che non abbiano mai letto “L’uomo senza qualità” di Musil, né abbiano mai pronunciato la frase “quella è una persona ricca di qualità”).
Non c’è cultura, non c’è cultura, non c’è cultura: lo ripetiamo centodue volte al giorno. Molti di noi cercano, in qualche modo, di crearne un po’: contemporaneamente, però, i cagnari (e gli animalisti talebani) fanno il possibile per distruggere ciò che viene creato.
Si tira avanti lo stesso, ci si continua a provare (nell’interesse dei cani): ma vi assicuro che è frustrante, scoraggiante, demoralizzante.
E allora, per favore: se proprio trovate così faticoso informarvi un pochino e farvi un briciolo di cultura cinofila, fateci almeno la grazia di fare uso di buona educazione.
Che quella dovrebbe avervela insegnata la mamma da piccoli, quindi non dovreste essere un grande sforzo quello di metterla in pratica.
Non irrompete in casa d’altri senza neppure annunciarvi: e se proprio volete portare i bambini “a vedere gli animali”, andate al bioparco (e non allo zoo: che  pure quelli, per me, dovrebbero sparire tutti).

 

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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27 Commenti

  1. Dani sei stato chiarissimo e condivido :-))))

    Personalmente quando ricevo telefonate in momenti inopportuni (che ovviamente gli altri non possono conoscere) attuo alcune strategie:

    chiedo cortesemente se possono chiamare più tardi;
    non rispondo;
    ho sempre attiiva la segreteria.

  2. Sì, tutto vero, però… se gli allevatori seri scoraggiano tanto il possibile acquirente poi è abbastanza naturale che quello si rivolga ad allevatori poco seri, per non dire cagnari.
    Ovviamente capisco tutto ciò che riguarda il prendere appuntamento ecc., mi secca di più il fatto che il prezzo non si possa chiedere (Santo cielo, la sciuramaria deve pur capire se se lo può permettere o no, poi se non può dovrebbe piuttosto rinunciare, ma almeno il diritto di sapere glielo lasciamo?)
    Poi la questione del mostrare i cani. Ho un’amica, sono da anni cliente del suo negozio di fotografia, ho condiviso con lei la prima maternità perché abbiamo avuto i figli nello stesso periodo, mio figlio gioca insieme alla sua quando andiamo a ritirare le foto, insomma ci conosciamo bene. Più volte le ho chiesto gentilmente se potesse mostrarmi una cucciolata dei border collie che alleva (quando e come volesse lei, eventualmente anche sottoponendomi ai rituali igienici richiesti). Ha sempre evitato l’argomento facendomi capire che la cosa non era gradita. Ora, è vero che non vado lì per comprarli, ma… i suoi figli posso vederli e pure spupazzarmeli un po’. Ai cani non posso nemmeno buttare un’occhiata?
    La frase “questo non è uno zoo”. Detesto questa frase che mi è stata rivolta, non da un’allevatore, ma dalla volontaria di un canile. Perché? Mi ero presentata e avevo chiesto di vedere i cani per decidere se, eventualmente, prenderne uno. La risposta “non è uno zoo” significava che ero autorizzata ad entrare solo se ero convinta di portar via qualcosa, altrimenti non dovevo presentarmi lì. Ma come si può chiedere ad una persona di sapere già in anticipo se troverà il cane adatto alla sua famiglia, situazione ecc? Sarebbe come voler rifilare cani a caso: il miglior modo per sistemarli male o vederseli tornare indietro! (Io uscii da lì con Diana, nonostante varie altre sgradevolezze della volontaria). OK, era un canile, ma se uno non può sapere il prezzo, non può vedere i cani se non col lanternino, non dovrebbe fare richieste su sesso e colore, dovrebbe essere disposto ad aspettare anche due anni, a sposatarsi di 1000 km, a pagare qualsiasi prezzo… Poi vi meravigliate che la gente vada dai cagnari? La gente inesperta tende a fidarsi di chi la tratta bene (beh pure a quella esperta piace, ma il cinofilo esperto non farà mai la domanda sbagliata, spero). Ora, è comprensibile che si debba attendere, informarsi, percorrere chilometri, però almeno nel frattempo essendo trattati gentilmente! Se devo aver paura di avvicinarmi all’allevatore, o di telefonargli, sentirmi sotto esame qualsiasi cosa dica perché mi considererà una m… se gli farò la domanda sbagliata… eh beh… ma chi me la fa fare? Lo so che questo mio intervento non sarà gradito ma i cinofili dovrebbero pur sapere che non tutti leggono da anni Ti presento il cane, non tutti sanno come si alleva un cane. Chi compra il suo primo cane di sicuro non lo sa. Che facciamo? Lo facciamo andare dai cagnari o gli diamo un po’ di informazioni armandoci di pazienza?
    PS Ovviamente non sono giustificati coloro che comprano il cane da una persona e poi chiedono consigli ad un’altra (anche se in casi seri può esser meglio accontentarli per il bene del cane).

    • Diciamo che Valeria Rossi, ci stà facendo da Ponte, per capire meglio e per farci incontrare senza malintesi o fraintendimenti, ho contatti con allevatori degni di nota, perfino Dottori veterinari appassionati del loro lavoro, tanto da desiderare perfino essere allevatori, e sono persone eccellenti, basta una e-mail per iniziare ad avere un contatto con loro e farsi conoscere, poi si vede se un domani, quando le cose andranno meglio economicamente si potrà fare un pensierino, perchè no?
      Ma nel frattempo ci si guarda intorno e si bada bene a non farsi fregare in tutte le salse e soprattutto a cercare un canino/a che abbia veramente bisogno di noi come noi di lui/lei, altrimenti non lo avremo cercato, non trovate?
      C’è chi come me ha fatto la sua scelta che ha ritenuto più idonea nel frattempo per le sue capacità educative e preparazione nonchè le sue tasche: incroci di piccola taglia: 2, capitati a famiglie private, non di certo che lo fanno per mestiere, prima che finissero in uno squallido canile dove a volte non ti fanno entrare facilmente e devi passare come un “esame”, a volte giusto a volte esacerbato, con criteri alquanto disuguali a seconda dei volontari ed a seconda della loro preparazione psicologica, che sanno tutto, ti giudicano in pochi secondi e ti possono anche negare una adozione accarezzata già da tempo.
      Non ce la siamo sentiti, di adottare un cane nè di grande taglia, di cui avevamp già fatto una meravigliosa esperienza per ben quasi 18 anni, salvato dalla strada, (classico cartone) nè di un cagnolino proveniente da maltrattamenti o abbandoni, bisogna essere preparati e farsi aiutare da comportamentisti, altre spese…ho preferito dei cuccioli tranquilli casalinghi, che avevano ricevuto il latte materno, cure veterinarie e prima sverminazione, senza insetti addosso, pre-vaccino corredati da libretto sanitario ITALIANO, ed hanno avuto anche la felicità di poter giocare nei primi loro mesi cruciali, con i propri fratellini e sorelline, e siamo felici della nostra scelta, come anche loro, che stanno serenamente crescendo insieme ed in piena salute, i soldi li stiamo spendendo comunque e senza fare il braccino solo perchè sono dei meticetti, a mano a mano per assicurargli il massimo del benessere sia nell’alimentazione, sia nella scelta delle attrezzature da passeggio che non gli arrechino danni alle articolazioni, non di certo i made in cina, sia nella scelta del veterinario, senz’altro il migliore della nostra zona, che ha seguito il grande e che li seguirà anche nella sterilizzazione della femminuccia, non troviamo la necessità di castrare il maschietto, poichè nel paesello dove viviamo le canine le si fanno sterilizzare TUTTE, a prescindere dalla razza e dalla provenienza, anche se fosse costata 2000 0 3000 euri, poichè senza la femmina in calore il cane maschio è un pacioccone!

    • Cristina questo tuo intervento, secondo me, non è assolutamente sgradito ma pieno purtroppo di verità.
      Il prezzo si può e si deve chiedere indipendentemente che siamo imparentati o meno con emiri arabi…. Che sia la richiesta primaria appena dall’altra parte della cornetta ci rispondono “pronto” certo che no ma informarsi anche su aspetti economici è lecito e legittimo. Se l’allevatore si scandalizza probabilmente è del tipo che al mercato delle erbe contratta per un cespo di insalata……..
      Cristina sei sicura che la tua amica sia una sincera amica?……
      Le volontarie dei canili poco inclini ad accogliere potenziali e/o futuri adottanti (in orari di apertura al pubblico) forse hanno una considerazione di loro stesse eccessiva…..

    • Cristina, il tuo intervento è graditissimo, te l’assicuro, perché è sempre bene sentire tutte le campane. Che una volontaria di canile ti dica “questo non è uno zoo” è abbastanza assurdo… tu non puoi sapere cosa troverai in un canile, quindi è normale guardare che cani ci sono e poi – eventualmente – decidere se ce n’è qualcuno che ti interessa. In allevamento è diverso: sai già perfettamente che cani ci troverai, e la richiesta di “far vedere i cuccioli al bambino” (che è la più frequente) è davvero un po’ offensiva perché fa MOLTO “visita allo zoo”.
      Diverso il caso in cui la persona ti dica “mi interesserebbe un cucciolo, posso vederli?”. In questo caso nessuno risponderà mai “non siamo allo zoo”, ma al massimo si chiederà gentilmente (e senza trattar male nessuno) di prendere un appuntamento, spiegando i motivi per cui non puoi fare entrare in casa tua chiunque si presenti al cancello. Sono sfumature, lo so… ma ti assicuro che la frase: “Siamo venuti a vedere i cani”, senza neppure far balenare la pallidissima idea di volerne uno, fa davvero saltare la mosca al naso.

      P.S.: la tua amica… non la capisco. Quando parlo di “zoo” parlo ovviamente di estranei… ma agli amici i cuccioli io li ho sempre fatti vedere (ovviamente con tutte le precauzioni igieniche del caso).

    • tutto quello che scrivi è correttissimo e degno di riflessione.
      rimane che (almeno x come sono io) quello che mi fa ‘sbattere’ la cornetta con un invito incluso è la maleducazione.

      quando telefoni a uno che neppure sia chi è, puoi avere la decenza di…

      – Buongiorno è l’allevamento?
      – si, buongiorno
      – sono TIZIO, ha un attimo da dedicarmi (o qualsiasi altra formula di cortesia vi venga in mente)?
      – si, prego mi dica (anche se ho 8 cani che stanno abbaiando x cenare, 3 cuccioli che si picchiano e 2 attaccati ai calzoni, i piedi a bagno in una cacca, e devo fare la pipì)

      qualsiasi cosa mi chieda questa persona, avrà le sue risposte.

      – oh, senti, a quanto li vendi i cani?
      anche se sto dando lo smalto alle unghie dei cani, lo mando a quel paese.

      Spero, con questo esempio, di aver chiarito… 😀

    • Amica un po’ strana, dal mio punto di vista.
      Le mie migliori cucciolate sono state quelle ultra socializzate “usando” dei bambini (bravissimi ed educatissimi) che venivano a giocare con i cuccioli, aiutandomi anche a tenerli d’occhio, dato che la mia recinzione è molto approssimativa…
      All’inizio erano loro a farsi problemi di non disturbare, poi li ho convinti che in realtà mi stavano aiutando (ed era assolutamente vero!).
      Descritta così, sembra l’allevatrice del border di miei amici. Cane bravissimo e ubbidientissimo, ma abbastanza timoroso sia delle persone estranee che degli altri cani… Mah.

  3. Grazie a Valeria Rossi ho conosciuto anche io il mondo degli allevatori professionisti, non ero al corrente di tante problematiche e tanti affanni per far quadrare da un lato la burocrazia che esige anche e certamente delle Tasse sui guadagni di tali allevatori altamente professionali, dall’altro spese mediche e di peedigre e dall’altro la competizione dei cagnari, mi dispiace leggere e sentire certe cose, come mi dispiace che un canino sia venduto come una gallina a chiunque basta che abbia i soldi a sufficienza, persone benestanti, senz’altro, per poter spendere anche 3000 euri per un cucciolotto, di certo non per le tasche della maggior parte degli italiani monostipendiati.
    Dovrebbe, secondo me, cambiare tutto questo sistema economico, che obera sia gli allevatori seri sia le famiglie al collasso economico, per poter schiacciare finalmente gli importatori esteri, altrimenti tale mercato infame per i cucciolotti continuerà alla grande, basta dare una occhiata ai motori di ricerca che pullulano di annunci tipici per la massa della popolazione che ci rimane impigliata con grande dispiacere quando dopo solo una settimana od al massimo una quindicina di giorni ti muore il cagnolino, infettandoti la casa di cimurro e per alcuni mesi sei anche costretto a doverla disinfettare in maniera quasi maniacale e te lo sogni nel frattempo un altro canino che appena ti entra in casa ti muore subito della medesima infame malattia.
    Ma ciò è avvenuto, purtroppo ultimamente anche in una adozione presso un canile, pertanto penso che ci voglia anche tanta fortuna perchè le cose ti vadano per il verso giusto, e pure i tanti soldi in tasca, perchè tenere un cane veramente come si deve COSTA soldi, prima, durante e dopo.

    • Grazie Rita! Purtroppo è molto vero anche quello che ha scritto Denis (ho letto solo ora).

      Infatti, in 22 anni di cani, ho fatto solo 6 cucciolate. Sarebbe il lavoro che amerei di più al mondo. Adoro i cuccioli, vedere il loro crescere e insegnare loro a andare in macchina, piuttosto che sopportare il guinzaglio, ecc.
      Ma avere a che fare con le persone che vogliono prendersi un cane è un incubo. Trovare le famiglie giuste è sempre un problema. E allora si fa altro. Mi concedo una cucciolata ogni tanto. Magari l’anno prossimo…

      • Ciao Adriana,
        sei una persona fantastica secondo me, detesto i cagnari che sfruttano quelle povere canine fin dalla loro più tenera età, non le fanno neanche riprendere da un parto che subito dopo gliene impongono un altro, senza pietà, e le trattano come bestie come loro!
        Nella mia zona, purtroppo esiste di tutto, anche ciò, e pensa che il mio sogno un domani è un cuccioli di shih-tzu, dai cagnari anche 200 euri, da chi ho scelto nel mio Cuore ci dovrò mettere uno zero vicino, ma ama le sue canine e mai le farebbe del male, è un veterinario addirittura, figurati se le sfrutterebbe a scopo di lucro, in primis non ha affatto bisogno di quei soldi, perchè è un professionista affermato, e poi vedessi dalle foto come sono belli, purtroppo tocca farli su prenotazione quando non si ha una grande utenza, in tal modo, invece già si sa prima del tempo a chi affiderai i tuoi gioiellini e quando sarà una gioia per te e per chi verrà a prenderseli. Ciao!

        • Grazie Cherì.
          Infatti uno al quale ho detto di no era proprio perché voleva fare cucciolate a nastro. (Ero andata a vedere come l’avrebbe tenuta: aveva i box esterni, una femmina di labrador bionda senza pedigree e che mi ha detto che non era rimasta incinta, una femmina di golden senza pedigree con i cuccioli e non so cos’altro). Insomma, c’erano tutte le premesse per i rovinatori di razze.
          Quello che mi fa dannare è che alla fine c’è riuscito lo stesso: ha preso ben due femmine da qualche allevamento del pit e sta usando uno dei miei maschietti per farle cucciolare. A niente serve il mio disdegno verso i proprietari del maschio. E qui mi chiamo pentita di averla pensata come Valeria ed essere stata contraria al farlo sterilizzare, come era stato loro consigliato da un comportamentista. Pensavo fossero ragazzi in gamba, invece il dio soldo…
          Per quanto riguarda la cifra chiesta dal veterinario, beh, alquanto impegnativa, se mi posso permettere. Spero faccia chilometri per andare dal maschietto giusto e che siano (anche le femmine) cani ultra sani e titolati…
          Buona fortuna!

          • Comunque se ci sono ancora i cagnari è anche colpa dei veterinari compiacenti, altrimenti come farebbero con le povere canine chiuse in gabbia e sfruttate fino all’osso?
            C’è sempre un veterinario dietro ad un cagnaro che ci guadagna, è inutile prendersela solo con la massa ignorante che manco è a conoscenza dei maltrattamente e delle situazioni truci che sono nascoste dietro quelle 200 euri!

            Incontrai qualche tempo fa dal mio veterinario una signora che aveva un maltesina incinta, l’avevano fatta accoppiare appositamente perchè i loro parenti stretti ne desideravano un cucciolotto, ma era una tantum, come anche un’atra che incontrai al supermercato la settimana scorsa, ha una bassottina graziosissima di razza pura con Pedigree e facendo un raduno a Roma di canini della madesima razza ha incontrato una persona con un maschietto tale e quale, entrambi in ottima salute, e li faranno accoppiare forse quando giungerà il momento, ma non di certo per guadagno, ma perchè già sono prenotati da entrambe le parti da amici e parenti, in questo caso, il veterinario sa con chi ha a che fare ed è anche giusto che faccia il suo dovere.

  4. Personalmente, sono andata a consegnare 3 cuccioli a 2 ore e mezza di strada. Due delle nuove famiglie erano state a vedere e scegliere il cucciolo; la terza , dopo la prima telefonata che mi aveva lasciata dubbiosa, mi ha convinta con una seconda telefonata molto lunga e più particolareggiata. Punto di ritrovo: l’allevamento dove viveva il papà dei cuccioli, quindi, la possibilità per i nuovi proprietari di vedere con i propri occhi mamma e papà (oltre a ricevere tutte le fotocopie dei documenti e certificati dei genitori). Istruttivo per i neo proprietari, oltre che aver dimostrato la serietà mia e dell’allevamento del maschio (molto disponibili in quell’occasione a riceverci tutti per alcune ore).
    Inutile dire che sono passati quasi 4 anni e quando capito dalle loro parti ci vediamo e stiamo insieme (a casa loro o fanno strada per incontrarci) e che siamo diventati amici, nonostante la distanza..
    Ci sono situazioni e situazioni. Il prezzo che decido per i cuccioli non è trattabile, non cambia se vengono a prenderlo o se vado a consegnarlo. Sono contenta di vedere dove va a vivere il cucciolo. Piuttosto dico di no a chi si presenta con prepotenza, lo vuole perché lo vuole (i più svariati motivi e di solito più lo vuole, più sconto vuole!!! Ma si può? Se io voglio avere assolutamente qualcosa, eventualmente gioco al rialzo, non al ribasso!)
    Insomma, bisogna valutare le situazioni e le persone. Preso più fregature dai “raccomandati” che da illustri sconosciuti.

  5. Standing ovation per Silvia anche per me… Mi riconosco perfettamente in ogni punto della descrizione.
    Io però ho troncato la mia carriera di allevatore sul nascere….
    Non si può neanche fare una colpa agli acquirenti… E’ tutto un sistema che non va. L’allevatore serio non vive di quello e non ha l’obiettivo di reddito… Lo stato tende a privilegiare invece chi si struttura come produttore di reddito (per tassarlo) e fa passare come “serio” chi ha un attività economica.
    Il compratore soppesa qualità e prezzo, mette tutto su una bilancia… ma valuta anche con un “metro” da consumatore. Se vai alla “casa del cucciolo” allevamento multi razze, alla domenica mattina, ti accoglie una commessa o personale pagato… ti fa visitare lo “showroom”, vedi i cagnolini… lo trovi sulle pagine gialle, è iscritto al registro delle imprese, ti fanno la fattura soddisfatti o rimborsati, ti vendono anche il mangime, e ti danno l’export pedigree se lo vuoi… che per quello che deve farci l’acquirente vale tanto come quello orignale… Cani che a volte sono solamente fuori tipo…. tanto da cuccioli non si vede. Però se il confronto è con l’allevatore (serio) indisponente che risponde scocciato, che ti guarda sospettoso, che non sa se a te un cucciolo lo dà… E’ cosi’… c’è poco da fare. Tenuto conto del fatto che ci sono cani da allevamenti seri, con affisso, test genetici ecc. ecc. che poi si ammalano lo stesso… che hai conoscenti che hanno preso il cane a duecento euro di cui sono contentissimi e con cui tutti si complimentano… Ci sono tanti fattori.
    Io capisco benissimo le ragioni di chi alleva con la motivazione di Silvia (che sarebbe anche la mia se allevassi), ma bisogna anche guardare in faccia la realtà…. e gli allevatori seri e non motivati al reddito, ma alla qualità di cani dovrebbero trovare un sistema per essere competitivi con le altre offerte.
    Da un lato bisognerebbe fare pressione perché lo stato smetta di tutelare l’allevamento di cani come attività imprenditoriale, favorendo i grandi allevamenti, con le famose strutture a norma di legge che si fanno passare per funzionali per il benessere animale e invece sono degli allevamenti in batteria. E agevolare invece l’allevatore amatoriale che si attrezza per far vivere il cane in famiglia. Non parlo di quello che alleva la cucciolata sul balcone o in bagno… certi requisiti professionali sono imprescindibili. Ma la tutela dovrebbe essere per l’hobby e la passione. E gli allevatori motivati da hobby e passione dovrebbero smetterla di essere in competizione e sentiri avversari ma unirsi… I club di razza anziché scegliere i giudici e pensare a come ripartire i CAC per non sconvolgere i delicati equilibri, dovrebbero fare il lavoro che l’utente si aspetta…. Quindi l’allevatore può anche avere altre cose da fare nella vita, ma il club potrebbe organizzarsi in modo da accogliere, rispondere alle domande, organizzare momenti di conoscenza anche reale della razza e gestire la domanda dei cuccioli indirizzando le persone tra gli affiliati, trattandoli alla pari… Questa potrebbe essere una strada… chissà che un giorno.

  6. Beh… io sono del nord, eppure tutte le cose raccontate nella mail di silvia sono successe anche a me, di tutto e di più…

  7. Secondo me il problema è che le persone sperano sempre di fare l’affare, appena sentono la parola sconto, (ho scoperto che li fanno anche sui cuccioli ) non capiscono più niente, il cervello va in stand by
    Prendere il cucciolo salvato dal cagnaro di cui si parla in tv “così ho il cane di razza gratis”
    Prendere il cane di pseudo razza al mercato che costa poco
    Non spendere ore e ore di macchina (e benzina) per un cane quando i negozi sono pieni di cuccioli
    Non c’è l’idea dell’impegno, della fatica, anche se spieghi loro del traffico dell’est non ti stanno ad ascoltare, tentano la sorte e vanno lo stesso in negozio, “non saran mica tutti malati?”, il tutto per risparmiare!
    I politi vincono così le elezioni, promettono di togliere la tassa e poi la rimettono con un altro nome, a la gente li vota lo stesso!

  8. La gente è anche, semplicemente, molto maleducata. Il mese scorso mi era stato dato appuntamento per far visita alla cucciolata di 20 giorni. Dovevamo andare io ed il mio fidanzato; all’ultimo è tornato a casa anche mio fratello maggiore e ha insistito per venire anche lui a vedere i cuccioli. Non mi sono permessa di dirgli di sì finchè contattata l’allevatrice ha detto che non c’era problema se eravamo in tre. Capisco che ci sia ignoranza cinofila, è un Paese di ignoranti, ma santo cielo, almeno la semplice educazione di avvertire prima di andare a casa di qualcuno!

  9. Non so, Mariachiara, non sono così sicura….
    La gente, meglio, alcune persone non ascoltano perchè non vogliono sentire, non vogliono ascoltare, non vogliono pensare, ragionare, mettersi in discussione…
    Leggere/ascoltare un articolo di Valeria, ad esempio, vuol dire, a volte, provare a guardarsi oggettivamente da fuori, guardare e valutare il proprio operato con occhi diversi…
    E quanti hanno voglia di sentirsi dire che magari c’è qualcosa che non va…
    E questo, secondo me, vale per tutto…
    Purtroppo abbiamo perso la capacità di ascoltare, di riflettere. Il silenzio fa paura…

  10. grazie. in questo periodo ne stan capitando di ogni.. e sono veramente STANCA, FRUSTRATA E, sinceramente, anche parecchio stufa.
    La lotta quotidiana per far quadrare il bilancio, la presenza di cucciolate di qualità che non riesco a sistemare nelle mani giuste e, dall’altra parte, quella per infondere un minimo di cultura per ridurre, non dico interrompere, un poco il flusso dei cuccioli dell’est e dei cucciolatori.
    Che non è, come qualcuno malignamente mi ha fatto notare, ‘gelosia’ per la loro vendita, ma è per completa assenza della parte ETICA oltre che la totale mancanza di selezione e di rispetto verso il cane che ci sta dietro..
    La battaglia contro l’ignoranza mi pare quella di don chisciotte vs mulini a vento..
    mi fai sentire meno sola. Grazie ancora

    • Lunedì di Pasqua, mercatino del paese. Io e Vita, la mia cana. Ci avviciniamo ad una coppia sui 40-45 con un cucciolone di barbone con strozzo e guinzaglio a catena. Il ragazzino si spertica per conoscere Vita, che non si fa pregare. Mi avvicino. “Medio?” “No, nano” mi fa lui, cercando di non farsi amputare le dita dalla catena del guinzaglio. “Sa, altrimenti lo mangia”. “Ma…con lo strozzo si trova bene?” faccio io. “Eeeehhh….è troppo agitato. Non sta fermo un attimo. Ci vuole lo strangolo, come con la nostra precedente belga. Altrimenti finisce che dovremo farlo addestrare, come la belga”. “Ah. E dove l’avete preso?” “In un negozio, a XXX, da un ragazzo che li importa”. “Quindi è così agitato forse perchè l’hanno tolto troppo presto dalla mamma…” “Eh sì! Ma cosa ci vuol fare, io mi sono innamorata! Appena l’ho visto mi sono innamorata e non potevo lasciarlo lì!” “Ma chi compra alimenta un traffico fatto di morte e sofferenza, i genitori rinchiusi per la vita, 1 cucciolo sopravvissuto ogni 10…” “Ah, lo so, ma io ho salvato lui, che ci vuol fare…”
      Ecco, se pensiamo che la gente non sappia, non illudiamoci. La gente sa e se ne frega. Salvo poi mettere il collare a strozzo ad un cucciolo di barbone iperattivo perchè magari è stato tolto alla madre a 20 o 30 giorni. L’ha visto, si è innamorata, come giustamente ha scritto Silvia lo vuole just in time, che problema c’è? quello che non vedo non esiste. Tristezza.

  11. Standing ovation per Silvia, Allevatrice che -telematicamente- conosco e stimo tantissimo!!!! Purtroppo però credo che il problema siamo anche NOI, noi cinofili, che non riusciamo a comunicare, a trovare le cinghie di trasmissione corrette per far capire la differenza tra Allevatore e cagnaro, come tra cane di razza e cane maltrattato geneticamente. La gente non ascolta perché noi non sappiamo farci sentire nel modo giusto… considerando che sono una giornalista, questa è soprattutto un’autocritica 😉

    • A me sembra invece che la maggior parte della gente senta quello che vuole sentire e ignori il resto. Quando sono in giro con la mia cucciola (corgi cardigan) la prima domanda che mi fanno tutti è “quanto l’hai pagata?” e si fanno subito i conti di quanto avrà intascato l’allevatrice con 5 cuccioli, e anche se spiego che il papà è inglese e un famoso stallone in nord europa, che la mamma è testata e vince in expo, che i cuccioli sono sani e ben allevati in casa, loro fanno si con la testa e poi “è una femmina, puoi farla accoppiare e guadagnare con i cuccioli”. Ma io che parlo a fare? E’ frustrante per me, figurarsi per un allevatore che magari ci rimette pure e si vede fare i conti in tasca da degli emeriti ignoranti

    • brava, io che non appartengo al mondo dei cinofili di allevamenti/cagnari non so nulla se non quello che ho scoperto qui. è anche vero però che se decidi di comprare una cane dovresti cercare informazioni oltre che sui suoi bisogni anche su come funziona il mondo dell’allevamento, prendendoti il tempo necessario per capirci qualcosa, e che una persona un minimo educata, prima di presentarsi a casa di qualcuno telefona per chiedere come funziona.
      e purtroppo chi chiede una consegna a domicilio sarebbe meglio che il cane non lo prendesse. proprio ultimamente notavo che la maggior parte dei cani che incontro sono giovanissimi. ieri per es. ho incontrato 4 cani, un adulto e tre sotto l’anno e mezzo. è una mia impressione o ci sono pochi cani adulti e anziani in giro? ho avuto un brutto pensiero.

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