venerdì 12 Settembre 2025

Aiuto, da chi vado (a educare, addestrare, fare un corso…)?

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Seguito quasi “fisiologico” dell’articolo di ieri sui corsi per addestratore: aiuto, da chi vado? A chi mi rivolgo? Come faccio a capire se il campo X è un buon campo, se il corso Y è un buon corso?
Me lo chiedono praticamente ogni santo giorno, e ogni santo giorno devo rispondere che la sfera di cristallo non ce l’ho.
Io posso dirvi come lavoriamo sul nostro campo, come sono impostati i nostri corsi e così via: ma come potete pensare che conosca tutti i campi e tutte le scuole italiane? E siccome, ovviamente, non posso dire a tutti di venire al Debù (non soltanto perché sarebbe un po’ difficile dirlo a chi sta a Palermo o a Bari, ma anche perché se arrivassero davvero tutti andremmo leggerissimamente in crisi…), le sole cose che posso dire (e che in parte ho già detto in passato, anche più volte, ma che ripeto per chi se lo fosse perso) sono le seguenti.

Per quanto riguarda i centri cinofili:

obedience_26971 – prima di ogni altra cosa bisogna capire quale strada si vuole seguire: tradizionale, gentilista o “new age” (e in questo termine raccolgo un po’ tutte le scuole di pensiero che sono andate oltre il gentilismo).
In questo caso almeno le sigle più conosciute danno già indicazioni abbastanza precise sui propri siti: tanto per fare esempi assai noti:  l’ENCI è di impronta tradizionale (ma preferirei dire “zootecnica”, visto che anche l’addestramento cosiddetto “tradizionale” si è evoluto moltissimo), il Gentle Team è gentilista, SIUA e Think Dog sono “new age”, nel senso che si parlerà più di empatia e di sensibilità che di tecnica.
Pur cercando di evitare qualsiasi giudizio, mi sembra innegabile che quando uno si chiede “di che cosa ho bisogno per vivere bene con il mio cane?” la risposta implichi già la direzione da prendere.
Sempre senza giudicare nessuno, è innegabile che frequentare un campo SIUA quando si ha intenzione di fare UD sia poco consigliabile; ma è altrettanto inutile frequentare un campo ENCI se ci interessa soltanto disquisire sulla mente del cane, sulle sue sensazioni, sulla sua sensibilità e così via.
Poi tutti vi diranno che si occupano “anche” (di tecnica o di psicologia o di filosofia): e in alcuni casi è sicuramente vero.
Ma tra “anche” e “soprattutto” c’è una bella differenza.

11701360_10207469795205808_899914484_o2 – bisogna imparare a distinguere tra realtà e fantasia (o meglio, tra realtà e sputtanamenti reciproci tra le varie scuole di pensiero).
Diciamola tutta (e qui non mi sforzo più di non dare giudizi, ma intanto ce n’è per tutti!): una ventina di anni fa, quando si cominciò a parlare di “gentilismo”, furono innegabilmente i gentilisti ad attaccare con veemenza di addestratori tradizionali, accusandoli di essere un branco di macellai.
Oggi non si può più dire che lo sputtanamento sia unilaterale; anzi, ormai è guerra aperta e nessuno, su nessuno dei due fronti (che ormai sono diventati quattro, cinque, sei fronti…), si tira indietro quando si tratta di sparlare degli altri.
Se è indubbio che la guerra sia stata iniziata dai gentilisti, è altrettanto indubbio che ormai siamo tutti qui col coltello fra i denti.  Su certi gruppi leggo attacchi all’arma bianca verso i cinofili new age che fanno realmente impallidire quelli che un tempo venivano rivolti agli addestratori.
Come è noto (almeno a chi legge abitualmente questo sito) io sto dalla parte dell’addestramento zootecnico: ripeto, NON “tradizionale”, se per “tradizionale” intendiamo “immutato da secoli, antiquato e magari anche violento”.
Per addestramento “zootecnico” intendo un addestramento (e prima ancora un’educazione, perché un cane ineducato non lo addestri proprio a nulla) basato sulla leadership umana e sulle doti caratteriali del cane.

11659068_10207469810206183_1434677409_oInutile anche aggiungere (almeno per chi capisce qualcosa di cani) che “leadership” e “violenza” non sono e non devono essere sinonimi.
Purtroppo per qualcuno lo sono, ed è innegabile: i macellai (strattonatori, impiccatori, calciatori o elettrificatori che siano) sono sempre esistiti e temo che sempre esisteranno (soprattutto se nessuno li denuncia).
Però l’accusa rivolta ai “tradizionalisti” di essere TUTTI così è falsa e fuorviante, frutto esclusivo di un tentativo di concorrenza sleale.
Ma devo dire che è altrettanto falso e fuorviante sostenere che tutta la cinofilia “alternativa” consista nel lasciar fare al cane quello che gli pare e nel corcarlo di “ammooooreee” e bocconcini.
Non è assolutamente vero. Ci sono approcci che, per quanto diversi dal mio, possono soddisfare pienamente le esigenze di chi vuole soltanto un cane sereno, con cui convivere in santa pace (e non mi sembra un delitto, volere solo questo).
Di sicuro non sono approcci adatti a tutti i cani, né a tutti i possibili sbocchi sportivi o utilitaristici: però, in molti casi, vanno benissimo per il “semplice proprietario”.
Anche qui c’è il rovescio della medaglia: lo stesso approccio, applicato a un cane problematico (o al cane di qualcuno che ha ambizioni sportive) rischia di diventare fallimentare o addirittura pericoloso.
Ma siamo sempre lì: prima bisogna capire esattamente cosa vogliamo dal nostro cane (e da noi stessi!), POI dovremo rivolgerci alla scuola più vicina al nostro modo di essere e di pensare, oltre che a quella che ci permetterà di seguire il percorso che abbiamo in mente. Dopodiché…

robot43 – non bastano sigle e “bollini blu”: ci vuole anche la competenza personale.
Ed è qui che solitamente casca l’asino, perché per giudicare la competenza altrui bisognerebbe che fossimo già competenti anche noi: ma la Sciuramaria che cerca una scuola per il suo cagnolino non può esserlo (altrimenti non le servirebbe alcun campo e si arrangerebbe da sola).
A questo punto il marketing esige che si faccia sfoggio di titoli: e qui mi tocca proprio citare (senza far nomi, per carità!) un membro della “fazione avversa” alla mia, che sul suo curriculum ha almeno una dozzina d’anni di corsi, stage, seminari frequentati. Un elenco da dieci pagine circa.
Uno legge e pensa: “Vabbe’, questo dev’essere bravo per forza!”.
Peccato che, nel corso di una conversazione su FB, questa persona abbia espresso il seguente dubbio: “Sono dodici anni che studio: secondo voi è il caso che cominci a lavorare con qualche cane?”
Perché non l’aveva mai fatto prima.

guerrini_aperSembrerebbe un caso isolato e particolarmente eclatante, ma in realtà non è così isolato: il nostro Paese è purtroppo pieno zeppo di persone che si sono formate solo teoricamente, leggendo tutto il leggibile e frequentando tutto il frequentabile, ma con esperienza pratica limitatissima (se non del tutto inesistente): e questo fenomeno riguarda soprattutto la cinofilia new age… ma non è che sul campo avverso manchino i problemi.
Il campo avverso, infatti, è altrettanto pieno zeppo di persone che si sono formate seguendo il macellaio di turno e che ritengono ancora che i cani si possano addestrare soltanto con la violenza. Questi magari l’esperienza ce l’hanno, ma è una pessima esperienza (e solo in rari casi sono abbastanza umili da ammetterlo e da cercare di cambiare, aprendosi a nuovi orizzonti).
Dunque, cosa può fare la Sciuramaria che non sa a chi rivolgersi e dove sbattere la testa?
Be’, intanto può informarsi: il “passaparola” solitamente funziona benino. Chi ha frequentato un campo senza ottenere uno straccio di risultato, o vedendo addirittura maltrattare il proprio cane, solitamente ne parla.
Chi è intenzionato ad inseguire risultati sportivi può anche verificare se il suo ipotetico istruttore ne ha ottenuti a sua volta… ma attenzione, questo non è sinonimo di “bravo insegnante”. Un po’ perché c’è sempre pieno zeppo di gente che vince, sì, ma con cani lavorati da altri… e un po’ perché “saper fare” e “saper spiegare” non stanno sempre insieme.
Conosco diverse persone stravincenti, ma del tutto incapaci di trasmettere un concetto a terze persone, così come conosco molte persone capacissime di comunicare con gli umani, ma piuttosto imbranate con un guinzaglio in mano.

dogma3Queste vere o presunte abilità vanno semplicemente verificate: dopo il passaparola deve arrivare l’esperienza personale, perché nessuno meglio di voi stessi può decidere se quel campo, quella scuola, quell’istruttore sono esattamente ciò di cui avevate bisogno.
Il punto critico, qui, sta nel fatto che quasi tutti i campi propongono “pacchetti” di lezioni prepagate: il che rende decisamente difficile fare prove e poi decidere.
Posso anche capire chi fa questa scelta, avendo ben presente il quantitativo di “pacchi” che si ricevono dai clienti: però non trovo del tutto corretto far pre-pagare qualcosa senza essere certi che sia proprio ciò che il cliente desidera. Io suggerisco di chiedere sempre un paio di lezioni extra-pacchetto: pagate, ovviamente, ma slegate dall’impegno (anche economico) di un intero ciclo.
Se l’istruttore è convinto di essere davvero bravo, credo che non dovrebbe fare difficoltà.
Un paio di lezioni dovrebbero essere già sufficienti (anche se non si è esperti in materia) a capire due cose: a) se i metodi utilizzati sono etici e rispettosi del cane, oppure no; b) se l’istruttore è in grado di far capire a NOI quello che dobbiamo fare; c) se si vede qualche risultato pratico, nel campo che ci interessa.
Questi tre piccoli punti mi sembrano già fondamentali per avviare (o meno) una frequentazione assidua.

4 – bisogna ricordare che “comodità” non fa sempre rima con “bontà”.
Mi sono venute letteralmente le bolle quando un cliente, qualche tempo fa, è arrivato al nostro campo col cane terrorizzato dai metodi violenti di chi l’aveva addestrato in precedenza. L’umano ne ha dette di cotte e di crude contro l’istruttore, ma ha anche ammesso che aveva continuato ad andarci per quasi un anno (nonostante gli fosse stato chiaro fin dalla seconda lezione che era un vero e proprio bruto) perché quel campo “stava a dieci minuti da casa sua”.
Giuro che stavo per morderlo.
Ma come? Ti rovinano il cane, tu sai benissimo che ti stanno rovinando il cane, e continui a frequentare lo stesso il campo perché è comodo?
Purtroppo questa, insieme a quella dell'”avevo già pagato dieci lezioni”, è una delle scuse che si sentono più frequentemente.
E non ho proprio parole per commentarle.
Lo stesso discorso vale un po’ per la “bellezza” del campo.
Proprio qualche giorno fa il proprietario di un campo “rivale” (non è proprio così, perché abbiamo buoni rapporti: però è abbastanza vicino al nostro, quindi un po’ di concorrenza c’è) ha detto a Davide Cardia: “Eh, da noi viene tanta gente perché il nostro centro è molto bello”.
Davide ha risposto sorridendo: “Eh, da noi invece vengono perché siamo bravi”.
Scherzava, eh… ma non del tutto!

Per quanto riguarda invece i corsi:

malin_salti1 – sigle e “bollini blu” contano relativamente poco.
O meglio, contano per lo stesso motivo visto parlando dei centri cinofili: se abbiamo una certa forma mentale, accertiamoci innanzitutto che il programma corrisponda a ciò che pensiamo e/o desideriamo. Altrimenti ci daremo la zappa sui piedi da soli.
Detto, questo, qualsiasi sia la strada che ci interessa… a contare davvero sono i docenti: se sono bravi, imparerete molto. E viceversa.
I nomi dei docenti solitamente sono riportati sui programmi (così come gli intenti): ed è vero che la solita Sciuramaria, ovvero la neofita (in questo caso neofita aspirante cinofila), probabilmente non li conoscerà tutti… ma è anche vero che siamo nell’era di Internet e che basta digitare un nome e un cognome su Google per avere fin troppe informazioni su chicchessia.
“Fin troppe”, perché è anche vero che in rete si può incappare in discussioni, litigi e scanni vari: in questo caso, su ogni docente si potrebbero leggere le peggiori infamie (tanto per dire, se uno cerca il mio nome e incappa nel sito dell’AIDAA, leggerà che sono una torturatrice armata di fruste e collari elettrici!). Però basta scremare un po’, stare alla larga dagli scanni, leggersi i curricula, cercare di distinguere la realtà dalle blaterate a vanvera.
E ancora una volta, la cosa migliore sarebbe quella di parlare con qualcuno che conosce personalmente quei docenti: chi ha già fatto un corso con loro vi potrà essere molto utile nel valutarli.

luring_samba2 – se vi è possibile (anche economicamente), non limitatevi ad un corso (qualsiasi esso sia), ma provate a sentire più campane.
Questo non significa che dobbiate spendere duemila euro ogni volta: esistono gli stage, i work shop, i seminari di uno o due giorni, a prezzi sicuramente più accessibili di quelli di un corso.
Frequentarli permette, molto spesso, di valutare possibilità alternative, altre visioni della cinofilia che possono anche essere in contrasto con ciò che avete imparato al corso… ma non sta scritto da nessuna parte che uno abbia “sempre” ragione e un altro “sempre” torto!
Faccio un esempio personale citando un personaggio famoso: io non approvo metodi (si fa per dire) e modi di Cesar Millan, ma concordo con alcune delle sue convinzioni e dichiarazioni.
Così come concordo con alcune convinzioni di Roberto Marchesini, giusto per andare all’estremo opposto.
In cinofilia non dovrebbero esistere “sette” né “guru”, ma solo punti di vista, opinioni e anche possibili tecniche diverse, che tanto per cominciare bisognerebbe conoscere.
POI si potrà decidere: questo mi piace; questo proprio no, è contrario alla mia etica e quindi non lo farò mai; questo… chissà, posso provare e vedere come va. E magari ci provo su questo cane ma non su quest’altro, perché con quest’altro non credo che possa funzionare.
“Cinofilia” dev’essere assolutamente sinonimo di apertura e di elasticità mentale.
Senza questo requisito non si va da nessuna parte e non si diventa bravi in niente.
Quindi, last but not least (anzi!):

3 – gli unici corsi (così come gli unici campi) da evitare come la peste sono quelli settari, elitari, totalmente chiusi ad ogni alternativa.
In una parola, state alla larga dai guru. Sono pericolosissimi e sono loro la vera rovina della cinofilia.
Chi cerca di raccattare adepti non-pensanti ma semplicemente obbedienti (e poi magari vi racconta che “il cane non è uno schiavo e non deve obbedire a nessun ordine”:  invece voi sì!) non è un cinofilo, non tiene nè al vostro benessere né a quello del vostro cane.
Gli interessa solo spennarvi, spremervi il maggior quantitativo possibile di euro.
Fate molta attenzione, perché i più bravi “spennatori” sono anche i migliori affabulatori: quindi è facilissimo cadere nelle loro reti. Però qui non è questione di sigle né di scuole di pensiero: è questione di onestà. Più vi diranno “non ascoltate MAI quello che dice Tizio, non fate MAI quello che fa Caio, seguite me e solo me!”, più intensamente dovrete annusare l’aria.
E anche se non siamo cani, anche se a olfatto siamo messi maluccio… la puzza di fregatura, ad annusare per benino, non è poi così difficile sentirla.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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7 Commenti

  1. Bell’articolo 😉

    e e e e e e .. e se il campo che vorremmo tanto tanto tanto frequentare si trova a 197 Km da casa cosa si può fare?????? xD

  2. Per tutta una serie di motivi ho fatto corso cuccioli e corso di educazione di base in Svizzera (praticamente i loro corsi OPAn), finiti questi e volendo proseguire con una qualche attività cinofila sono andata a curiosare in alcuni campi vicino casa:
    1. nel primo volevano a tutti i costi farmi fare agility perché “il cane è proprio adatto” – un molossoide di 28 kg e io con un ginocchio scassato, certo certo il binomio del secolo proprio, subito.
    2. nel secondo trovo il sedicente istruttore con giacchetta piena di pecette che manco un generale di corpo d’armata, dopo un po’ di bla bla arriva la sua fidanzata con il di lui cane. Assalto, scodinzolo, abbaio forsennato, salta addosso a tutti, corsa forsennata, due comandi suoi e il cane che se ne infischia bellamente proseguendo il suo show. Timida spiegazione, “sa è giovane, poi è poco che ci lavoro, solo due anni”. Sì vabbé, ciao.
    3. nel terzo il tizio passa tutto il tempo del primo incontro a parlare male dei colleghi e a tentare di convincermi (o convincersi?) che è bravo solo lui. Viva la deontologia! Ciaone anche a te.
    Poi, al quarto tentativo, ho trovato e sto benissimo e non mi muovo da dove sono, però per un neoproprietario cinofilo inesperto non è per niente facile districarsi e discernere fra persone competenti e venditori di fumo per cui ben vengano gli articoli come questo!

  3. Ho voluto essere un po estremo ma il concetto di fondo che ho voluto
    esprimere e che ci sono tra gli educatori, addestratori ecc sicuramente
    delle persone competenti e purtroppo moltissimi venditori di fumo.
    Non
    è facile orientarsi ma il problema più grosso a mio parere e che la
    gente spesso non si rende conto che cosa significhi avere un cane.
    Tempo
    fa un amico mi ha detto che era intenzionato a prendere un border
    collie, ebbene la mattina tutta la famiglia va a lavorare il pomeriggio
    in palestra, vivono in un’appartamento, tempo non ne hanno nemmeno per
    loro, sono riuscito a convincerli a non prenderlo, in caso contrario il
    povero cane che vita avrebbe fatto?
    Poi magari andavano dall’educatore perchè il cane gli sfascia la casa.
    Credo
    che se il cane vive serenamente in contesti appropiati e con persone
    responsabili diventi anche più facile abituarlo alle regole basilari.
    Poi l’attività agonistica o il lavoro sono tutta un’altra cosa ma okkio a chi incontri

    • Hai ragione, il problema sta nel fatto che chi da un giorno all’altro decide di prendere un cane non ha assolutamente idea di cosa stia effettivamente facendo, semplicemente perché la cultura cinofila in Italia è una conoscenza di nicchia, che al grande pubblico è completamente sconosciuta… chi dovrebbe diffonderla (leggi ENCI) non se ne occupa, e per quanto siti come questo contribuiscono a questo scopo rimarrà sempre un qualcosa oscuro alle varie sciuremarie e sciurmari che si svegliano dicendo: “oggi prendo un cane”. Poi sulla professionalità o meno dei vari addestratori purtroppo si può fare poco, come in ogni ambito professionale c’è gente capace e gente incapace, puoi trovare il medico scarso o l’avvocato che non sa neanche un articolo del codice civile (sto estremizzando), qui è compito di chi si approccia ai campi saper valutare bene, ma questa valutazione può essere fatta solo se c’è una buona cultura cinofila alle spalle… secondo me il problema sta tutto li.

  4. Bell’articolo, utile, però posso aggiungere una cosa che tu hai dato per scontata ma troppo spesso scontata non è?
    E lo dico da non addetta ai lavori ma da ex-sciuramaria (si dai mi son autopromossa :p ) che parla con la gente al parchetto…
    Ancora prima di iniziare a scegliere campo, istruttore o qualsiasi cosa sia, il primo passo è mettersi in testa che, qualsiasi sarà la scelta, si dovrà lavorare col proprio cane, seguendo le indicazioni date, anche fuori dal campo, dopo la lezione/il corso/workshop.

    No perchè non sai quanti ne ho incontrati che “ho portato il cane a fare addestrare ma non fa nemmeno seduto, è scemo!” poi scopri che a casa non ci han mai lavorato, o quelli che han chiamato l’educatore ma il cane continua a tirare. E allora l’educatore è incapace… anche se in realtà sono loro a non impegnarsi.

    Se non si prevede di lavorare col proprio cane anche fuori dal campo è totalmente inutile cercare un istruttore/educatore quel-che-è

    • Secondo me è più importante giocare e passare del tempo con il proprio cane piuttosto che cercare un istruttore
      Cani stressati che passano tanto tempo da soli in spazi limitati e poi si spera che la scuola dell’istruttore di turno li renda gestibili.
      Ora attirerò le critiche di molti ma se una persona non ha un cane problematico o non è interessato all’agonismo non credo occorra un master in addestramento nell’educare il proprio cane si risparmia tempo e denaro

      • Passare del tempo con il proprio cane è fondamentale, ma ignorare completamente l’addestramento secondo me va contro gli interessi del cane stesso… faccio un esempio pratico: se il mio cane non è educato/addestrato, quindi tira al guinzaglio, salta addosso a chiunque e se gli do un “resta” non mi si fila di striscio, di certo se devo andare a fare compere in centro, girare per negozi o anche solo portarlo in ufficio ci penso due volte, non è di certo facile e piacevole avere 3/4 sacchetti di roba e il cane che ti fa fare le piroette per strada… quindi alla fine rimarrà a casa, e si perderà svariati aspetti della vita di “coppia” cane-padrone che nella quotidianità con un cane educato/addestrato sono una parte bellissima del rapporto con il peloso.. Poi condivido assolutamente il tuo discorso se parliamo di gente che di esperienza ne ha già avuta, per esempio ho un cane di 10 anni ben addestrato, quando tra qualche mese arriverà la nuova cucciola saprò già io stesso darle delle basi che ho precedentemente appreso, perchè con il mio primo cane ho lavorato tanto su questo aspetto, io poi il corso lo farò a priori, perchè voglio lavorarci con la pelosa, ma se non avessi questa necessità e desiderassi semplicemente non avere un cane senza regole potrei pensarci senza problemi io senza dover consultare un professionista. Invece chi non ha mai avuto a che fare con i cani, ed è alla sua prima esperienza con un quadrupede secondo me DEVE farsi aiutare da un professionista, ne va del benessere dell’animale e della famiglia che lo ospita.

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