mercoledì 17 Settembre 2025

Che dire sulla morte di Diesel?

Dello stesso autore...

Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – “Cane eroe”, dicono.
Falso. Un eroe è qualcuno che rischia coscientemente la vita in una qualsiasi azione, civile o militare, per quello che ritiene essere il bene altrui. E dico “ritiene” perché personalmente sono convinta che in un’azione di guerra NON possa esserci alcun “bene”, né del singolo né comune.
Se questa è un’opinione personale, però, è invece un dato di fatto che un cane non possa sapere che nella casa in cui viene mandato c’è un pazza fanatica pronta a farsi esplodere.
Quindi “eroe”, proprio no.  Sorry.
“Vittima”, dicono.
Sicuramente vero.
Diesel è morta, quindi più vittima di così… però i significati della parola “vittima” possono essere diversi.
Prendo (riassumendo un po’) dal vocabolario Treccani:

1. Essere vivente, animale o uomo, consacrato e immolato alla divinità: consacrare, sacrificare, uccidere o immolare la v.; condurre la v. all’altare.

In teoria non dovrebbe essere questo il senso, per i cani usati in azioni di guerra… anche se a volte il dubbio mi sorge.

2. Chi perisce in una sciagura, in una calamità, in seguito a gravi eventi o situazioni: le v. del terremoto; le v. dell’ultima guerra; le v. del terrorismo; le v. di un disastro ferroviario, di una sciagura aerea; morire vittima di una epidemia, di una grave infezione, della droga; vittime della strada, della montagna, ecc., i morti per incidenti stradali, per incidenti avvenuti in montagna, ecc.; v. del dovere, chi perisce nell’adempimento del proprio dovere.

Ecco, qui il senso è sicuramente corretto (v. del terrorismo, nel caso specifico): però ci vorrebbe anche una distinzione tra la calamità naturale e la calamità non soltanto indotta dall’uomo, ma anche prevedibile dall’uomo.
Se arriva un terremoto e ti muore il cane, è indubbio che sia una vittima ma è anche vero che tu non potevi evitarlo. Se mandi il cane in avanscoperta in un covo di terroristi, e lui viene ucciso, tu avresti potuto benissimo evitarlo.
Ora resta da chiedersi se sia lecito o meno mandare in avanscoperta un cane per salvare un umano (perché è evidentemente QUESTO l’unico motivo per cui lo si fa: nessuno si diverte a far ammazzare un cane con cui ha vissuto, lavorato, condiviso tanti momenti).
Tra i vari commenti che ho letto qua e là su FB, ne ho trovati diversi in cui il conduttore di Diesel veniva insultato: mi piacerebbe sapere, nella stessa situazione, quante di queste persone si sarebbero volutamente immolate al posto del cane.
Ho provato a mettermi in panni non uguali (non potrò MAI avere una mentalità militare e quindi non provo neppure a capire come la possa pensare chi invece ce l’ha), ma similari.
Diciamo che devo assolutamente entrare in una casa perché dentro c’è mio figlio, impossibilitato ad uscire da solo: però c’è il serio dubbio (NON la certezza: solo un dubbio, ma piuttosto concreto) che in quella casa siano state liberate delle sostanze tossiche.
Ho il mio cane con me. Che faccio? Mando avanti lui e vedo se esce sano e salvo prima di entrare, oppure rischio io in prima persona?
Ci ho pensato su per un’ora, prima di arrivare a una conclusione: e la conclusione è che non lo so.
Non sono sicura di cosa farei in una situazione simile, perché si fa presto a fare gli eroi da tastiera… ma quando si tratta di scegliere tra la tua pelle e quella del tuo cane, credo che ci si debba proprio trovare per sapere esattamente cosa significhi e quale decisione si finirebbe per prendere.
Una cosa, però, è certa: chi ha un addestramento militare (che si tratti di esercito o di forze dell’ordine) non ha scelta e deve mandare avanti il cane. Diciamo che quelli “sono gli ordini”.
Ma che lo faccia a cuor leggero non lo credo e non lo crederò mai: per questo io rispetto il conduttore di Diesel e rispetto anche chi, trovandosi di fronte ad una responsabilità immensa come quella di decidere delle vite altrui, scelga di sacrificare un animale prima di un umano. No, perché a questo punto io mi metto, invece, nei panni della madre del conduttore di Diesel: e mi chiedo come mi sentirei se qualcuno mi dicesse “Ci dispiace, suo figlio è morto in un’esplosione. Sa com’è, ci dispiaceva mandare avanti il cane, quindi è entrato per primo lui ed finita così”.

3. Chi soccombe all’altrui inganno e prepotenza, subendo una sopraffazione, un danno, o venendo comunque perseguitato e oppresso: restare v. di un intrigo, di un tradimento; essere v. della prepotenza altrui; vittime della barbarie, della tirannide; anche in riferimento a chi si danneggia da sé stesso: quell’uomo è v. del suo eccessivo attaccamento al lavoro, della sua ambizione. In usi iperb., chi è costretto a subire le imposizioni altrui, a essere succube di altri.

Forse il significato più vicino al vero è proprio questo: vittima della prepotenza altrui (perché noi umani siamo prepotenti, considerandoci superiori agli altri esseri viventi), vittima della barbarie (e su questo non ci piove: nessuna barbarie è più barbara del terrorismo, ovvero del colpire gli innocenti)… e anche “costretto a seguire le imposizioni altrui”, perché in quella casa Diesel non ci sarebbe entrata da sola: ce l’hanno mandata.
E a questo punto, cos’abbiamo risolto? Nulla, se non decidiamo se fosse giusto o sbagliato mandare un cane allo sbaraglio in un’azione militare.
Ma se ci poniamo questa domanda, siamo noi a non uscirne vivi (fortunatamente per noi, solo in senso metaforico): perché ognuno di noi avrà una sensibilità diversa, opinioni diverse, visioni diverse.

dieselPer qualcuno Diesel sarà stato “solo un cane”. Per qualcun altro “sono meglio i cani delle persone, quindi l’umano è sacrificabile e il cane no”. E poi ci sono un sacco di vie di mezzo.
Ecco, io sono sicuramente una da “via di mezzo”: amo i miei cani forse un filino meno di come amo le “mie” persone (mio figlio, la mia quasinuora, il mio compagno… anche se pure tra loro qualche differenza c’è: è fuori discussione che il figlio lo amo un po’ di più).  Amo sicuramente di più “i cani” in generale de “gli umani” in generale, o meglio: i cani li amo tutti, sugli umani faccio distinzioni. Qualcuno merita amore, rispetto, stima… qualcun altro per me può crepare domani senza che io faccia una piega. Per dire: leggendo sui giornali che hanno ammazzato alcuni dei terroristi che hanno causato le stragi di Parigi, ho pensato “benissimo”. Se leggo della morte di qualsiasi cane, anche del morsicatore killer, penso che mi dispiace. E il motivo è molto semplice: i terroristi sapevano quello che facevano, il cane no.
Ma basta essere meno intelligenti, meno raziocinanti e pure meno stronzi, se vogliamo, per essere considerati “inferiori” e quindi sacrificabili?
Questo è uno dei Grandi Quesiti a cui è impossibile dare una risposta univoca: ognuno la pensa a modo suo, ognuno sente a modo suo e non credo che sia possibile cambiare nessuna di queste idee, per diverse che siano dalle mie. Quindi neanche ci provo.
Io una cosa sola mi chiedo: se è vero, oppure no, che al posto di Diesel avrebbe potuto essere impiegato un essere NON animato. Il drone, il robottino, una qualsiasi delle cose di cui millemila persone hanno parlato in millemila commenti.
Non so dare una risposta perché nulla so di operazioni militari, quindi sparerei solo cazzate: la risposta la chiedo a chi invece “ne sa”, ammesso che ce ne sia qualcuno tra i nostri lettori (e intendo qualcuno di veramente qualificato a saperne, non a chi le cose  le ha lette su Internet).
Dopodiché, se Diesel è stata sacrificata solo perché “costava meno” del robottino di turno… allora è veramente un insulto e una vergogna che sia morta: perché è morta inutilmente e perché è stata vittima dell’avidità umana, non di altro. In questo caso, ci sarebbero davvero in ballo dei pezzi di merda, delle carogne, degli esseri sub-umani: ma sicuramente non il conduttore di Diesel, perché non credo proprio che sia stato lui a poter scegliere.
Se invece non c’erano davvero alternative (ovvero, se l’unica alternativa possibile era “o il cane o l’uomo”), allora credo che chiunque debba essere libero di pensarla come gli pare, e che l’unico sentimento che debba unirci tutti sia il rispetto.
Personalmente, l’ho già detto, provo rispetto, e dolore, e rabbia per Diesel, che ha dovuto morire non “per amore”, come qualcuno ha scritto, ma per idiozia umana.
Perché gli umani sono così profondamente stupidi da rendere, a volte, necessarie le azioni di guerra, quando “guerra” è la parola più orrenda, e più lontana dal concetto di “necessario”, che si possa immaginare.
Provo, però, rispetto anche per il conduttore di Diesel, che per me equivale ad un qualsiasi proprietario di cane che abbia perso il suo amico.
Credo che ci stia male, credo che sia profondamente addolorato. E mi dispiace anche per lui.
O meglio: nei suoi confronti sento un misto di rabbia e di compassione. Ma la rabbia è rivolta soltanto al lavoro che ha scelto, e che a mio avviso nessuno dovrebbe mai scegliere (ma siamo “costretti” ad avere dei militari, non è vero? Perché siamo umani, e come tali tanto stupidi da ammazzarci a vicenda).
Per il resto, mi dispiace per lui e mi dispiace per tutti i conduttori che hanno perso i loro cani in azione. E’ evidente che mi dispiace molto di più per i cani stessi: ma mi consola il fatto che almeno loro non possono più provare né dolore, né rimorsi.

 

Autore

  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

    Visualizza tutti gli articoli

Nella stessa categoria...

53 Commenti

  1. Nella guerra non ci sono sentimenti, Il cane da sempre divide con l’uomo le sofferenze, le miserie della vita e anche gli orrori della guerra. Ho conosciuto un conduttore militare e posso assicurare che quello che lega i due è veramente profondo,
    Il cane è vittima inconsapevole? Non lo so non ne sarei troppo sicuro, ovviamente non è in grado di capire tutta la dinamica che lo ha portato in zona di guerra, ma avverte la tensione, la paura, capisce che non è li per giocare come in un campo di addestramento.
    Ci sono cani addestrati per scopi militari e servono tanto.Serve la loro agilità e velocità durante una pattuglia, il loro udito e abbaio per allertare una base, il loro fiuto per trovare l’esplosivo prima che passi una colonna o per rintracciare un pilota disperso e ferito e anche la loro aggressività durante particolari azioni, ma spesso purtroppo essi muoiono per servirci e per salvare le nostre vite con il loro amore e la loro dedizione

  2. Quale compagna di un militare che ha avuto a che fare anche con i cani, sì, ti assicuro che il conduttore di Diesel ci sta male, come tutti loro, quando perdono un cane che sentono commilitone, fratello e compagno di (s)ventura.
    Poi sulla ‘necessarietà’ delle guerre, posso solo dire che sono necessarie ad una razza di stupidi superiori, incapaci persino di quel minimo di ritualizzazione che in natura evita gli esiti peggiori.

  3. Al momento non sappiamo molto sulla dinamica dei fatti, quindi è difficile dare giudizi… però un fatto incontrovertibile c’è: Diesel era un cane antiesplosivo, e questa era la sua funzione.
    Quindi: non è stata mandata “in avanscoperta” allo sbaraglio giusto per vedere se c’era qualcuno che sparava… per situazioni del genere esistono soluzioni più efficaci… ed anche meno costose (avete idea di quale sia il valore puramente economico di un cane come Diesel?!?)
    Presumibilmente è stata mandata avanti per segnalare eventuali booby traps (trappole esplosive). E a questo scopo non c’è robottino che tenga: il cane è di gran lunga più efficace (per lo sminamento usano anche i ratti, ma sinceramente di ratti antiterrorismo non ho ancora mai sentito parlare… 😀 )
    Era rischioso? Certamente si.
    Ma il suo conduttore non è che l’ha mandata avanti chiuso in un bunker, eh! Era lì, fuori della porta… se la terrorista avesse avuto una cintura esplosiva fatta di T4 anzichè di materiale comprato in drogheria, in questo momento si piangerebbe non solo per Diesel, ma anche per il suo conduttore ed una mezza dozzina di altri agenti.
    Era lecito farla rischiare?
    E’ una domanda che mi sono posto tante volte riguardo i cani da macerie: già le esercitazioni sono moderatamente rischiose, gli interventi operativi sono sicuramente MOLTO rischiosi per il cane… la risposta che mi sono dato, alla fine, è “si: è lecito rischiare. Ma dobbiamo prepararci ed addestrarci per ridurre questo rischio al minimo”
    Infine, riguardo al fatto che Diesel fosse inconsapevole… non voglio umanizzare il cane, ma neanche sottovalutare le sue capacità empatiche. Ho già avuto modo di notare che i cani, quando si lavora “sul serio”, se ne rendono conto benissimo, e si comportano molto meglio di quanto ci si potrebbe aspettare… ed ovviamente dipende da noi, dal nostro maggior coinvolgimento emotivo, dal nostro nervosismo… il cane “sente” questi nostri sentimenti, e reagisce di conseguenza.
    Credete veramente che un cane possa trovarsi in mezzo ad una dozzina di agenti ovviamente tesi (che sanno benissimo che stanno rischiando la buccia anche loro) e che sprizzano adrenalina da tutti i pori, e non rendersene conto? o che possa non percepire lo stato d’animo alterato di un pazzo fanatico che sta per farsi saltare in aria?
    No, sicuramente Diesel si rendeva che non era un’esercitazione come tutte le altre, che non era un gioco, e che tutto era maledettamente serio…
    Concludo mandando una coccola a Diesel sul ponte… se la merita tutta.
    Ma anche un abbraccio al suo conduttore, che in questo momento sta sicuramente di merda, ed a cui mi pare nessuno abbia ancora dedicato un pensiero.

    • no ti sbagli: al condutture abbiamo dedicato più di un pensiero. Perchè pur essendo consapevole che quello era il suo mestiere ed il mestiere di Diesel, ho detto e ripetuto che solo all’idea di quel che deve aver provato vedendo la cagna ferita…. mi fa venire un magone tale da non riuscire a scrivere. Stavano facendo entrambi un mestiere rischioso in una situazione indescrivibile. ( e vorrei tanto che gli umani rinsavissero e che tutto questo non capitasse più…però… ) Forse, anzi sicuro, Diesel ha salvato qualche umano. Ma non credo che questo riesca a far sentir meglio colui che con lei ha diviso ore ed ore di vita. E che le ha dato il comando che l’ha mandata la. Comando ovvio e necesserio. Logica conseguenza del loro lavoro e del loro addestramento…. ma essere nelle sue scarpe deve essere devastante, adesso.

      • Mi sono spiegato male: non mi riferivo tanto ai commenti presenti qui (questo sito rappresenta una piccola oasi in un enorme deserto di ignoranza ed insensibilità cinofile), ma ad una situazione generale sulla rete e nell’informazione in genere: trovi forse qualche altro articolo o post che spenda un solo pensiero per il conduttore di Diesel? Mentre ce ne sono tantissimi che lo coprono di camionate di (quasi sicuramente immeritata) merda…

        • Non avevo capito. Immagino che sia più facile urlare “dagli all’untore” in questo caso “dagli al bastardo” che non provare, come abbiamo fatto noi ,a mettersi in scarpe scomode in una situazione scomoda. Che in fin dei conti dimostra ancora una volta che gli unici esseri che conoscono la cattiveria ( non indotta da malattie etc etc ) sono gli esseri umani. E meno male che dovremmo essere i più evoluti. Concetto sul quale a volte mi viene qualche dubbio. Più di qualche.

  4. Temo che l’uso di mezzi non umani in questo caso non si potesse prendere in considerazione.. la differenza sta nei tempi di reazione e di intervento… in situazioni ad alto rischio come queste, dove x altro non si ha idea chi e cosa ci sia oltre la porta, ‘neutralizzare’ velocemente la minaccia prima che abbia il tempo di reagire è determinante… un robottino ci mette un quarto d’ora a fare 2 gradini ahime…
    Il fiuto e i riflessi di un cane con questo tipo di addestramento sono impareggiabili.
    Aggiungerei (e questa è una supposizione) che molto probabilmente l’uomo fosse molto al seguito della cagnona… non vedo motivo e logiche tattiche x mandare un cane avanti da solo allo sbaraglio….

    • I motivi e la logicità c’è. Un esempio? se c’è qualcuno nascosto pronto per fare un’ “imboscata” il cane lo sente prima e lo disarma o comunque lo aggredisce

      • Si certo… fiuto e riflessi come dicevo infatti. intendevo che cane e uomo si scosteranno di pochi metri… non vedo il senso di star tutti fuori ad aspettare che torna il cane da una palazzina con dentro chissà cosa…
        Poi ci sarebbe molto da dire, specie x un cinofilo sociopatico e militarizzato come me
        🙂

  5. Io dico solo una cosa. .. sapere di cinofilia non ti da cognizione delle tecniche e delle regole d’ingaggio dei reparti speciali e/o di polizia… p.s.: che il cane sia entrato in ricognizione lo dice la stampa… ma sappiate che il cane antiterrorismo lavora in binomio con l’uomo… da solo non ha senso alcuno! Saluti!

  6. Vorrei fare una semplicissima domanda. Perchè se un malintenzionate vi aggredisce e il vostro cane muore nel tentativo di difendervi è un eroe, mentre se un cane poliziotto muore nello svolgimente del proprio compito, salvando civili e compagni, allora viene considerato un sacrificio e i suoi compagni assieme all’ addestratore sono degli “aguzzini”?
    Non è un po da ipocriti la cosa?

    • Sinceramente, non so come mi comporterei in caso di aggressione…ci sono passata senza cane e so che le reazioni non sono prevedibili. Puoi preparartici quanto ti pare,ma poi il “durante ” è tutta un’altra cosa.
      So per certo che anche se il mio cane ( che pure è un cane da difesa: ma preferisco che faccia il “deterrente” a distanza … è un ‘esperienza che non voglio ripetere, azzie , e per dirla tutta preferisco che neppure il mio cane corra rischi….) fosse solo ferito per difendermi, mi sentirei uno stracetto…per questo la sola idea di quel che deve aver provato il tizio, mi fa venire il magone.
      Credo però che la differenza stia nel fatto che se… il canetto di X, si ferisce – morire non ci voglio manco pensare- per difendere X, spesso è l’istinto del cane a guidarlo, il cane poliziotto esegue un ordine. Segue un addestramento.
      Nel primo caso è l’istinto del cane ( lasciando perdere i cani addestrati alla difesa; rientrerebbero nel secondo caso ) nel secondo è l’addestramento impartito dagli umani.
      Spero che in un futuro i nostri pelosi possano fare certe attività solo per divertimento o per sport. Nel frattempo purtroppo ci saranno ancora casi come questo . ( Negli Usa, dopo il caso di un cane polizziotto accoltellato, hanno dotato i cani di giubbotti come quelli dei colleghi umani….).
      Quanto all’ipocrisia… è uno dei nostri più grossi difetti. E purtroppo non è il solo.

    • Semplicemente ti rivolgi nel posto sbagliato, QUI nessuno ha parlato male del conduttore o dell’addestratore, anzi massimo rispetto soprattutto per il dolore che sicuramente prova il primo. Al massimo qualche dubbio ” ma è proprio necessario usare gli animali in azioni di guerra?” perchè un’aggressione è un fatto imprevedibile un’azione del genere è pianificata e per gli ignoranti come noi chiedersi ” ma un drone no?” è lecito, se poi la risposta, che qualcuno ha dato, è “no, il drone non può fare quello che fa il cane” allora resta solo il dispiacere per l’ennesima morte di un’innocente a causa del terrorismo, eroe o vittima che sia

      • Il problema che ci sono molti animalisti che pensano che i suoi compagni, commilitoni e addestratore sono dei carnefici che se ne fregano del cane e che il cane sia uno “scudo”, un apri pista o carne da macello per non far rischiare la vita all’uomo! Insomma lo vedono come una vittima e non come un eroe. Invece è stato proprio un eroe! Secondo il mio punto di vista la sua morte ha lo stesso identico valore di un militare che muore per salvare compagni e civili come ha fatto Diesel. Con il mio post stavo cercando di dire che molta gente è ipocrita, mi sa che sono stato frainteso! Oltre al fatto che mi chiedo perchè alla parola EROE vengano scritte 6 righine e per tutto il resto dell’articolo spicca la parola VITTIMA con citazioni dal vocabolorio e la cosa non mi sembra equa e giusta!

        • Alla parte “eroe” vengono dedicate poche righe semplicemente perché chi ha scritto l’articolo non lo considera eroe perché non ha deciso coscientemente di fare quello che ha fatto, posizione condivisibile. Pur togliendo il termine eroe (se gli si vuole dare il significato di colui che rischia coscientemente la vita per….) resta la morte di un valoroso poliziotto, perché questo era indipendentemente dal numero di zampe, VITTIMA (perché è innegabile sia vittima) dei terroristi. Io volevo solo rimarcare che gli ipocriti non sono su questo sito, ma so che purtroppo ne è pieno il mondo, era l’orgoglio di appartenere ad una comunità virtuale equilibrata e sensibile e non a quella parte di mondo pseudocinofilo che in realtà è solo umanofobo

          • I cani addestrati sanno riconoscere un pericolo o meno quindi quello che Diesel ha fatto lo ha fatto con “coscenza” perchè è addestrato a riconoscere cos’è pericoloso e cosa non lo è

  7. Hum… Vittima ed eroe sono concetti che appartengono a noi, non al cane. Ovvio e scontato, ma non e’ cosi’ scontato che si riesca a distinguere tra il mondo reale e la tastiera e dietro la tastiera sembra sempre tutto semplice e cristallino. Nessuna incertezza: e’ necessario fare il giusto e se si agisce secondo giustizia si fa sicuramente bene e fare bene vuol dire fare la cosa giusta. Tutto quadra.

    La realta’ e’ diversa: cio’ che ci sembra giusto e cio’ che ci sembra necessario non sempre coincidono, i due criteri di valutazione vanno ognuno per la sua strada e capita che la necessita’ ci costringa a scegliere tra due ingiustizie o di fare cio’ che ci sembra giusto pensando di far bene e poi scoprire che abbiamo combinato un casino. Perche’ anche la nostra capacita’ di valutazione nel mondo reale fa difetto, le cose non sono per niente semplici e cristalline e gli ideali mal si adattano al bisogno del momento.

    Discorso complicato e anche in po’ pericoloso perche’ se portato all’estremo potrebbe finire per giustificare qualsiasi cosa ma, se c’e’ qualcosa da imparare, per quel che e’ alla nostra portata, e’ che il mondo visto dalla tastiera e’ un mondo di cartone, fatto di eroi e di cattivi di cartone, dove tutto e’ etereo; buoni sentimenti, coscienza e resposabilità li si puo’ fare grandi quanto si vuole tanto non pesano niente, nessuno sbaglia davvero e nessuno si fa male davvero. Una sorta di giardino dell’infanzia dove ci si puo’ vestire da Zorro o da pirata tanto poi la merenda arriva per tutti.

    La realta’ e’ un po’ piu’ complessa di cosi’: i buoni sentimenti non bastano a fugare il dubbio di poter sbagliare e coscienza e responsabilita’ pesano come macigni ancor prima di averli presi sulle spalle, insomma appartiene a un mondo adulto dove uno ha gia’ un coraggio da leone se riesce a fare quello che puo’ come puo’ e anche quando non puo’ scegliere cio’ che vorrebbe ma deve farlo lo stesso. Un po’ di rispetto, almeno quello, non ci starebbe male.

  8. O, Valeria! Appena ho visto stamattina la notizia sulla morte della Diesel e vari commenti su fb, ho pensato subito a te e di andare a vedere, appena mi era possibile in “tipresentoilcane”, cosa avresti scritto tu sull’argomento, perché ero sicura di trovare un tuo articolo. E come quasi sempre quello che scrivi e una semplice ordinata, pensata e analizzata e messa per iscritto riflessione di tutti miei pensieri che attraversano la testa a mille alla lettura della notizia. Concordo con ogni virgola.
    e a Diesel vorrei dire da parte mia (se non da parte di tutti gli umani) solo: “mi dispiace tanto, scusaci….”

  9. Apprezzo molto quanto dici, sempre equilibrata e capace di mediare raziocinio ed emotività (del resto ci si riferisce sempre all’essere equilibrato come la dote che sintetizza un buon cane eppure nei padroni questo equilibrio lo si legge raramente).
    Mi permetto di interpretare diversamente il concetto di eroe, per me lo è chi compie un gesto eroico, non è indispensabile avere coscienza di sé o volontà, ne credo che l’avessero tanti eroi umani che in quelle circostanze magari non ci sarebbero mai voluti essere ma ci si sono trovati. L’unica differenza è che un eroe è colui che messo davanti all’occasione sceglie la via dell’azione eroica invece che sottrarcisi e in questo i cani, per incoscienza ma anche per indubbia indole coraggiosa, sono più avvantaggiati nel scegliere le gesta eroiche.

  10. Premetto di essere contro ogni atto di guerra e sapere di un cane morto in questo modo mi fa male. Però io resto dell’idea che Diesel sia un eroe e come tale vada ammirato per il suo lavoro e non solo pianto come una vittima. È vero non ha scelto consapevolmente di svolgere quell’azione, ma sono convinta che, anche di fronte ad un chiaro pericolo di morte, avrebbe seguito le indicazioni del suo conduttore senza esitazioni. Diesel ha sicuramente salvato almeno una vita umana ed io la ricorderò per questo; la rabbia c’è, ma per chi l’ha inviata e poi persa nel blitz, provo comunque rispetto.

  11. Chiunque ami il suo cane sapendo di Diesel è stato male. Lei non ha scelto quel mestiere- come un dobermann non sceglie di fare il cane da difesa, o un bracco il cane da caccia. Li abbiamo creati noi così. Prendiamoci le nostre responsabilità. Se avessero la libertà di decidere di loro stessi sarebbero canis lupus, non canis canis…- ma concordo con che dice che lei nei suoi sette anni ha espresso al meglio la sua caninita’. È stato un cane membro di un branco, membro di un binomio. Un cane che ha fatto il cane. Credo pure un cane sereno e felice.
    Poi che gli umani abbiano sbagliato tatticamente… forse,non me ne intendo. Ma non avrei mai voluto essere nelle scarpe del suo conduttore quando è tornata da lui ….mi viene il magone solo a scrivere.
    Vorrei che gli uomini rinsavissero e la smettessero di maltrattare il pianeta e se stessi,che sparissero cattiveria e guerre. Ma la vedo difficile. Spero invece che si riesca con la tecnologia ad impedire la morte di esseri viventi ( tutti : per scopi bellici vengono usati anche altri animali, vedi delfini…) quali che siano in situazioni di pericolo. Che siano naturali o provocate dall’uomo (sperando appunto che costui diventi migliore).E forse a questo arriveremo prima.
    Mi dispiace per Diesel e per il suo umano. Ma proverò ad fare protezione civile col mio cane. Per dare un senso più profondo alla mia ed alla sua vita.

  12. vedendo il titolo mi sono detta: oh nooo, leggo la valeria rossi x farmi due risate (nel senso che gli articoli sono piacevoli) e ecco in un mese il terzo articolo tristerrimo… invece tanto per cambiare ho letto con piacere anche questo 😀 …per l’urgenza di mandare il cane anzichè un drone o robottino immagino che non si potesse evitare. sono unità che operano in momenti di “urgenza” e devono essere veloci in tutto, anche nell’esporsi a un pericolo purtroppo 🙁 e spesso si prendono anche gli insulti per mettersi a rischiare in prima linea per la stessa gente che dopo magari da loro contro. anche io sono una donna dalla nulla mentalità militare cmq quindi di nessuna utilità in questa discussione

  13. Ciao a tutti.
    Condivido l’articolo quasi in toto. Credo che il punto vero sia a monte: se mi trovo in una azione di guerra col mio partner a 4 zampe, DEVO fare delle scelte…ma se mi trovo lì è perché ho deciso di essere in esercito/forze armate e ho deciso di lavorare in copia col cane, quindi ho la consapevolezza di potermi trovare in situazioni difficili. Ecco, questo “scagiona” il conduttore, poiché la sua decisione iniziale NON è quella di lavorare col cane perché così un giorno lo vedrà sadicamente morire al posto suo, ma è – immagino – quella di lavorare col cane perché crede fortemente nelle sue capacità, nella forza del binomio, nella collaborazione millenaria tra cane e uomo e nella possibilità di essere ancora più utile, sperando di non doversi mai trovare in circostanze come quella che riguardato Diesel.

    A questo punto, non può più esserci un puntare il dito contro il conduttore. A questo punto c’è solo da chiedersi, in base alla propria sensibilità, se si sarebbe capaci di fare quel tipo di lavoro. Io no, non ce la farei. Ciò mi autorizza a condannare il conduttore di Diesel? No. Ad auspicare che le nostre menti superiori creino qualche marchingegno in grado di sostituire il cane in azioni estreme? Si, questo si. Con tutto il cuore.

  14. Buongiorno Valeria!
    Condivido molto e non condivido qualcosa.
    Quando si lavora con il cane in un ambito militare o anche nella ricerca persone disperse non ci si addestra con l’intenzione di adottare un cane per evitare che muoia un uomo, ma perchè le doti del cane nessun uomo le può neppure imitare.
    Mandare il cane in avanscoperta serve a “scovare” persone presumibilmente nascoste per non farsi trovare dall’uomo!
    Non si mandano i cani sulle macerie non in sicurezza perchè “mors tua vita mea” ma perchè sono l’unica chance per persone ancora vive sepolte sotto le stesse. Conosco unità cinofile da tantissimi anni e non c’è uno solo di questi che pensi di immolare il suo cane per salvarsi la pelle. Io sarei disposta a rischiare la mia stessa vita per salvare il mio cane, ma se dovesse succedere un incidente durante il nostro intervento, non sarei disposta ad accettare chi pensa che io l’ho mandato a morire
    Chi lavora con i cani in questo ambito li ama li rispetta li protegge li vive li aiuta, la collaborazione è la vittoria
    Ho visto unità cinofile salve grazie alla collaborazione, sotto le macerie in un tunnel il cane ha costretto il proprio conduttore ad uscire perchè sapeva che sarebbe sopraggiunto un nuovo terremoto. Questa è l’immagine dell’unità cinofila: collaborazione e rispetto. Ciò che si legge in questi giorni è vergognoso e ridicolo. Continuate a mettere lo smalto ai vostri cani ma non pensate neppure lontanamente che loro vi amino quanto Diesel amava il suo conduttore. Loro erano un binomio una unità cinofila
    Riflettete sulla parola unità (un’unica cosa in due corpi di due generi differenti) So che molti vengono in protezione civile a fare le unità cinofile solo per farsi “belli” e poi quando ci sono gli allertamenti per dispersi reali devono andare all’università oppure a lavorare………Per me non sono soccorritori ma fanno solo parte della “fiera delle vanità”
    Compreso il Sig. Perrotti (non ricordo bene il nome del signore di cui hai pubblicato sfogo giorni fa sulla protezione civile). Quel signore non voleva fare il soccorritore ma solo soddisfare il suo egoismo nel fare del bene. Io ho speso migliaia di euro per formarmi in questo ambito, stage corsi esercitazioni ……essere unità cinofila non è ne semplice ne economico e nascondersi dietro il dito del volontariato è ridicolo.
    Noi siamo professionisti non retribuiti perchè il nostro premio è la soddisfazione di quello che siamo insieme al nostro cane.

    • eviterei di fare sfoggio delle proprie scelte e disponibilita’ per criticare altre persone di cui si sa poco o nulla. Tra l’altro l’esperienza della persona di cui parli mi pare sia stata condivisa da altri per cui, almeno la parte finale del tuo intervento dove parli delle vanita’ altrui ma evidentemente non ti avvedi della tua, non mi e’ piaciuta per niente.

  15. Purtroppo l’operazione è stata condotta davvero male, chi ha un minimo di competenza in questione si è messo le mani nei capelli nel vedere le immagini del raid (è esemplare lo sfondamento della porta della chiesa).
    Nel caso concreto il punto è che il cane non doveva essere utilizzato, perchè era fallita l’apertura esplosiva della porta e i terroristi avevano avuto tutto il tempo di prepararsi a sparare su chiunque fosse entrato, per questo lo scontro è durato per ore.
    Speriamo solo che si riesca ad imparare da questi errori per evitare di ripeterli.

  16. Che dire….intanto vorrei ringraziare Valeria per aver gettato sul tavolo delle considerazioni nuovi ed interessanti punti di vista. Grazie a questo articolo ho forse dato più definizione anche ad alcune mie riflessioni. Il primo pensiero che ho avuto ieri è stato senza dubbio chiedermi se non sarebbe stato possibile fare un maggior uso delle tecnologie militari per ridurre al minimo le perdite umane e animali..in fondo è comodo buttare nel covo di quei folli un cane per guadagnare un po di tempo, cosa si aspettavano che succedesse? Il cane non è armato se non dei suoi denti, quindi era ovvio che da lì Diesel non sarebbe uscita viva. Dal momento che era un blitz pianificato, ho pensato, non si sono curati di trovare soluzioni alternative, e questo mi ha riempito di disprezzo. Poi però ho realizzato che ciò che so di procedure militari si limita alle produzioni di Hollywood..e che di solito tra militari e cani c’è un rapporto decisamente stretto, quindi forse in questo sacrificio ci sono molti elementi che non sapremo mai. Ho fatto però una riflessione…ovviamente il cane soldato non sceglie di fare quel mestiere, a differenza del soldato umano. Tuttavia credo fermamente che la migliore vita che un cane possa desiderare sia quella impegnata nel lavoro e nella collaborazione accanto all’essere umano, ovviamente se amato e rispettato. E molto probabilmente questa è proprio la vita che ha condotto Diesel, svegliandosi ogni mattina convinta di avere un leader infallibile che l’avrebbe guidata e un compito preciso da svolgere. Era inserita in una squadra dove tutti hanno messo in gioco tutti i giorni la pelle. Lei certo, non sapeva di rischiare la vita, ma sapeva di essere la metà di un binomio, di avere un lavoro da fare. L’ha fatto, e prima di chiudere gli occhi ha avuto il suo conduttore vicino, quello che ogni cani vorrebbe al momento di morire.
    Ci sono moltissimi cani lasciati a morire sa se stessi, per le strade, senza mai aver conosciuto nulla se non le pedate della gente, alcuni addirittura macellati e mangiati, altri torturati… Insomma , Diesel è stata vittima del suo compito, della guerra degli uomini, di ciò che le è stato insegnato a fare. Ma ha avuto un leader, uno scopo nella vita ed è morta con chi amava vicino

  17. Purtroppo l’operazione militare in questione mirava a stanare questi delinquenti nascosti nell’appartamento e il cane addestrato per questo ( scovare odore umano) è l’unica risorsa possibile, non esistono droni in grado di captare odori, il cane oggi è ancora insostituibile per certi lavori. Io mi occupo di ricerca persone scomparse o travolte da terremoti e vi assicuro che il cane è l’arma migliore che si possa utilizzare per fare questo. In questo caso” purtroppo “. Massima solidarietà al conduttore perchè sono certo che sarà addolorato da quanto successo perché credetemi non è comunque facile inviare il tuo cane in situazioni del genere. Io lo vedo anche solo quando devi mandare il tuo cane in un crollo per cercare delle persone coinvolte, vorresti piuttosto andare tu ma non sempre è possibile e quando lo mandi, almeno personalmente, un po di paura ce l’hai..

    • Ma non esistono robot con sensori in grado di individuare il calore umano e rislaire quindi alla fonte che lo genera? Lo chiedo da ignorante, perchè non so nulla su questo tipo di tecnologia, magari sono solo cose da film, però se si potesse utilizzare un simile robot si eviterebbe di far rischiare la vita a qualcuno, umano o cane che sia.

      • Gli unici robot del genere si sono visti nei film di fantascienza.
        pensa un attimo: negli aeroporti, per la ricerca di stupefacenti si usano ancora i cani… eppure sarebbe l’ambiente ideale per usare un qualsiasi altro strumento tecnologico… se solo esistesse.

        • Grazie delle risposte. Speriamo che un giorno sarà possibile allora. La ricerca di droga però almeno non è pericolosa per il cane, almeno credo.

  18. Mi è successo di avere qualche scambio di opinione sul discorso “cane eroe”, capisco che dire che un cane che muore in una azione militare, vedi il Bardo, vedi ieri, non è un eroe perchè se avesse saputo che poteva lasciarci i peli probabilmente avrebbe fatto al suo conduttore il gesto dell’ombrello ringhiandogli un “vacci tu!!” può risultare impopolare. Ma la realtà non è sempre come la vorremmo dipingere.
    In questi casi io penso al conduttore, perchè da quel poco pochissimo che so e che deduco, il rapporto tra questa persona ed il suo cane deve essere davvero simbiotico, in fondo affidano la propria vita l’uno all’altro.. non è esattamente come portare il cane a mordere la manica il martedì ed il giovedì.. si crea un rapporto di fiducia ed abbandono reciproci, se pensiamo solo al fatto che il cane probabilmente deve obbedire ad ordini gestuali magari impercettibili (per lui ovviamente no), in situazioni di adrenalina altissima, rumori e compagnia bella.
    Ecco, io penso a quel conduttore, che cosciente del pericolo ha dovuto mandare il SUO cane e che se l’è visto tornare indietro ferito a cercare le sua protezione per poi morirgli tra le braccia – non c’è romanticismo sia chiaro, il cane è tornato da lui perchè in una condizione di dolore ha cercato l’appoggio del suo leader, atteggiamento che avrebbe avuto anche se si fosse preso una storta anzichè una pallottola – , penso al dolore di quella persona che credo sia davvero davvero molto vicino a quello impensabile di chi perde un figlio.
    Insultare il conduttore vuol dire non avere la minima idea (e i credo di averne solo una pallidissima, evanescente consapevolezza) di cosa significhi addestrare un cane da guerra e come si può arrivare ad avere un cane pronto per una azione militare. E del legame che si crea.

  19. Cara Valeria, immaginavo e speravo che questo fosse l’argomento di uno degli articoli di oggi. Immaginavo perché sei sempre pronta a “stare sul pezzo” e speravo perché le tue parole aiutano a riflettere e stemperare l’emotività che ovviamente assale con più o meno veemenza. Leggendo la notizia ieri ho pensato esattamente questo: se il conduttore/militare amava il suo cane – con il quale ha condiviso un percorso di addestramento ed un pezzo di vita – oggi sarà distrutto, come tutte le persone che hanno perso un proprio compagno. E’ sua la coscienza con la quale dovrà fare i conti per una decisione/ordine che gli ha portato via Diesel. Nostro può essere solo il cordoglio ed il rispetto per una vittima di questa orribile realtà che è il terrorismo.

  20. prima di sparare sentenze mentre si e’comodamente a casa in pantofole sorseggiando annoiati un caffe’ ci sarebbe da considerare che Diesel, il suo conduttore (che non immagino nemmeno come si stia sentendo adesso) e gli altri erano li’ per un motivo decisamente serio e mettendo a rischio la propria vita (non solo quella di Diesel che pero’ non ha scelto di fare quel lavoro) per il bene di TUTTI. A me qualcuno comincia davvero a stimolare istinti non proprio di umana comprensione …
    Proposta: mandiamo sti tizi dalla calunnia facile al posto dei cani e delle teste di cuoio. Cosi’ almeno facciamo un po’ di pulizia

    Dio solo sa se voglio bene al mio cane e se da quando ho lui mi innamoro di tutti quelli che vedo ma c’e’ gente che non sta bene e proietta sugli animali tutte le proprie frustrazioni e lacune e vanno di veleno come io mangio fette di torta. Si facciano curare (io il mio diabete cerco di tenerlo a bada)

  21. A me da fastidio vedere mischiata la morte del cane con Oriana Fallaci, Magdi Allam, invocazioni a un tal Zio Benito e altri rifiuti indifferenziati che in questi giorni occupano stabilmente le pagine FB.

  22. Finalmente qualcuno in campo cinofilo che pensa prima di parlare, e sopratutto prima di dare del pezzo di merda ad un conduttore che ha appena perso il suo cane.
    E il cretino in questione che fa tanto il sapientone su facebook non è un signor nessuno purtroppo, ma uno dei tanti guru cinofili di successo.

      • “L’eroe è colui che DECIDE di morire per una causa, non chi ci viene mandato spinto da un comando.
        Mi dispiace cari CINOFILI: “Diesel” è una VITTIMA; non un eroe. Ed il suo conduttore è un grandissimo pezzo di merda.
        L’uomo lo sa che può andare a morire, il cane no: questa è la differenza.
        Piangete la VITTIMA, ma limitatevi a quello!
        Adesso mandatemi pure affanculo che tanto il mio pensiero non lo cambiate.”
        Queste sono le parole di Claudio Mangini.

        • Non ti mandiamo affanculo. Ma ti manderemmo volentieri a combattere i terroristi sul campo, a provare la paura e la disperazione di chi a differenza di te si è trovato in quella situazione. E poi già che ci siamo proviamo a vedere se saresti disposto ad andare tu a rischiare di farti ammazzare nel covo dei terroristi. Poi se ti va bene magari torni a commentare e vediamo cosa scrivi, a quel punto E SOLO ALLORA, potrai farlo con cognizione di causa. Questo era il senso dell’articolo di Valeria in sostanza…

  23. prima di dare giudizi bisognerebbe sapere “davvero” come si è svolto il tutto e non penso che le squadre di assalto te la vengano a dire proprio tutta… robotini, droni ecc non è che possano intervenire ovunque efficacemente; inoltre il cane è addestrato per quel tipo di azioni e va considerato come un membro di una squadra in cui ognuno ha il proprio compito, quello era il suo compito.
    non è questione di essere sacrificabili… se non ci fosse stato il cane e il compito di andare in avanscoperta fosse toccato ad un altro menbro della squadra stavolta umano cosa si faceva? tutti fermi perchè non si può rischiare?
    Quello delle forze dell’ordine è un lavoro pericoloso e deve avere il massimo rispetto e non si può chiedere di intervenire e poi ipocritamente dire incoscenti non dovevate farvi male

    • Sono d’accordo, il ragionamento non è : Se sono col mio cane cosa faccio ?Perchè la situazione non è la stessa, quelle sono azioni studiate, con fasi e tattiche … banalmente anche nel famoso telefilm Rex, capita che il cane entri per primo dove ci sono dei sospetti, solo che quello è un film e finisce sempre bene, la realtà purtroppo non è così !! Sono certa che anche per il conduttore del cane è stato un grandissimo dolore, paradossalmente il legame che si crea è ancora più forte di un normale rapporto cane-padrone !!

    • Sono d’accordo con te. In un mondo perfetto ogni vita ha lo stesso valore e va rispettata al pari di tutte le altre ma nella vita pratica non è così. Certo che stando in casa e temendo ogni istante che il telefono squilli preferirei che mi venisse detto che è morto il cane piuttosto che mio marito/figlio/fratello….per ragioni etiche (spero) si fanno certe scelte….diesel è solo l’ultima della lista dopo cane e poi scimmia mandate per prime nello spazio, pecora clonata e cose varie….parlare di sacrificabilità penso che significhi iniziare un discorso che non avrà mai fine……..

  24. Sono belle parole Valeria, la penso come te.
    Rispetto. La parola giusta è rispetto.
    Purtroppo le cose dovrebbero cambiare alla radice …

    Provo a contattare una persona che conosco che fa questo mestiere, forse avrà voglia di rispondere:)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultimi articoli

Scarica la nostra app!

E' gratuita e potrai rimanere facilmente aggiornato su tutti i nostri contenuti!

Scarica l'app per sistemi Android
Scarica l'app per sistemi Apple

Ti presento il cane
Condividi con un amico