di VALERIA ROSSI – Vedi il cartello e – specie se sei cinofilo – ti parte il sogghigno.
Sì, perché un ristorante romano, “La Fraschetta del pesce”, ha pensato bene di inibire l’ingresso ai minori di 5 anni, “a causa di episodi spiacevoli dovuti alla mancanza di educazione”.
Parte immediatamente il sollevamento popolare, come si può leggere su Repubblica, su Leggo (dove hanno sbagliato il nome del locale, ma questo è irrilevante), sul Messaggero… e su un sacco di altri giornali. Eh, sì: perché il cartello che vedete qui sotto ha fatto scalpore.
Pur avendo espresso, il “Comandante”, ovvero il proprietario del locale, un suo sacrosanto diritto, è stato tacciato addirittura di razzismo.
Ahò: e com’è che nessuno si è mai indignato per i cartelli “io non posso entrare” che avevano come bersaglio i cani? E che sono ancora numerosissimi, nonostante la legge oggi dia il via libera all’ingresso di animali di affezione nei locali pubblici?
Perché i cani “sono sporchi e antiigienici”, risponderà qualcuno.
Ma sporco sarà il cane di tu’ sorella, ribatto io.
Che tutto il tempo che ho passato a lavare, spazzolare e pettinare i miei husky, per esempio… di sicuro non l’ho passato a spazzolare e pettinare il figlio (neanche quando i capelli ce li aveva); e nemmeno a lavarlo, direi (voce fuori campo della fidanzata: “E si vedeee…”), visto che lui non doveva andare in expo ogni domenica e i cani sì.
Antiigienici, poi… è evidente che (per forza di cose, eh: per colpa della natura, qui, e non dei genitori) lo sono più i bambini che i cani: perché è arcinoto che moltissime malattie sono specie-specifiche, quindi agli umani possono attaccarle solo altri umani. Le zoonosi, al contrario (ovvero le malattie che l’uomo può prendere dagli animali) sono rarissime.
In altre parole: un cane al ristorante potrebbe al massimo attaccare le pulci – se ce l’ha – a qualcuno che vada proprio a strusciarglisi addosso (ed è mooolto difficile, perché le pulci hanno buon gusto e preferiscono stare sul cane); un bambino che sta incubando la varicella (perché se già ce l’ha si spera proprio che non lo portino al ristorante… ma se i sintomi ancora non sono palesi, magari sì), in un locale pubblico sarebbe un vero e proprio untore.
Fatta piazza pulita dei pregiudizi cretini, dunque, veniamo a quelli giustificati: e cioè alla maleducazione.
Ora, senza voler sembrare fanatica (forse un po’ lo sono, vabbe’: ma almeno cerco di motivare il mio fanatismo): non mi è mai, e dico MAI, capitato di trovare un cane rompicoglioni al ristorante.
Primo, perché i cani vengono sempre e solo tenuti al guinzaglio; secondo, perché anche il più menefreghista dei proprietari, se ha un cane rompicoglioni, al ristorante non ce lo porta. E non ce lo porta perché, dovendolo tenere appunto al guinzaglio, le palle le romperebbe soprattutto a lui. Un cane abbaione abbaierebbe nelle sue orecchie, prima ancora che in quelle degli altri; un cane che salta sul tavolo salterebbe sul tavolo suo, perché a quelli degli altri non ci potrebbe arrivare… e così via.
Per questo, praticamente ogni volta che ho visto cani al ristorante, ho visto cani bene educati e civilissimi.
Posso dire lo stesso dei bambini?
AHAHAHAHAHAH!!! (risataccia sarcastica).
Pur essendo a mia volta madre di quello che fu un bambino (e adesso è uno yeti, ma vabbe’), sono costretta a dire che di pranzi e cene fuori i bambini me ne hanno rovinate a carrettate. Così come di viaggi (tra l’altro ho una maledetta calamita: se c’è un bambino piccolo in agguato alla stazione o in aeroporto, potete scommetterci che avrà il posto di fronte o accanto al mio), di spettacoli e di qualsiasi altro evento pubblico che possa venirmi in mente.
Che li si ami o no, i bambini sono millemila volte più rompicoglioni dei cani. Punto.
Urlano, ridono sguaiatamente, lanciano cose, corrono, ti sbattono addosso…
Sono anche “la cosa più bella del mondo”, come si legge in un indignato commento al cartello di cui sopra? Ma certo che sì.
I bambini una cosa in comune con i cani ce l’hanno: sono innocenti e puri. Peccato che poi crescano, ma vabbe’.
I bambini sono divertenti, adorabili, fantastici… però, fino a una certa età, sono anche durissimi da reggere perfino per i genitori. E figuriamoci per gli estranei.
Se voglio stare in mezzo ai bambini vado al parco, vado alle giostre, vado nei posti dedicati a loro: ma NON al ristorante.
Perché in viaggio… passi: se devi volare fino a XY, non è che puoi mollare il figlio in pensione e ciao. Tu te lo devi porta’ e gli altri devono sopportarlo, se è piccolo-piccolo.
Se invece ha già l’età per capire, e rompe i coglioni lo stesso, allora è colpa tua che non l’hai saputo educare: però capisco che tu sia costretto a portartelo appresso.
Ma al ristorante?
Al ristorante nessuno ti obbliga ad andarci: se hai il figlio insopportabile, o paghi una baby sitter o te ne stai a casa pure tu. Non c’è proprio storia.
Detto questo… mi piace così tanto, il cartello de “La Fraschetta del pesce”?
Risposta: NO.
Anche se la mia prima reazione è stata una standing ovation di pura ripicca cinofila, riflettendoci meglio penso che il cartello sia effettivamente troppo discriminatorio: e che se avessi un figlio bene educato e civile me ne risentirei esattamente come quando mi obbligano a restar fuori con i miei cani educati e civili.
Non è mai giusto fare di tutta l’erba un fascio: che si tratti di bambini, di cani, di professioni, di etnie o di qualsiasi altra cosa. Fare di tutta l’erba un fascio è davvero razzista, e il razzismo mi fa venire le bolle, a chiunque sia rivolto.
Qual è, allora, il cartello che vorrei leggere sulla porta di qualsiasi esercizio pubblico? Più o meno questo: “Bambini e animali sono ben accetti: ma se si dimostrano ineducati e incivili verranno cortesemente invitati ad uscire SUBITO”.
E se poi comprendiamo anche gli adulti… tanto meglio. Che tra lanciatori di molliche, cantanti da karaoke (laddove il karaoke NON c’è), ruttatori liberi e palpatori sbronzi di culi… anche di umani adulti ne ho incontrati a bizzeffe, che sarebbero dovuti uscire all’istante (e che non sono mai usciti).
Concludendo:
a) se abbiamo cani o figli maleducati (o se siamo maleducati noi stessi), mangiamo a casa nostra, che è meglio;
b) se abbiamo cani/figli educati, non stiamo troppo ad incavolarci con chi si è esasperato, ma cerchiamo di capire perché è arrivato a questi punti… e poi andiamo dove ci sopportano, ma magari cerchiamo di far sì che l’educazione civica torni di moda, invitando anche amici, parenti e conoscenti ad educare chi ha da essere educato, indipendentemente dal numero di zampe;
c) se abbiamo un esercizio pubblico… magari mettiamo un cartello come quello che ho proposto io, o come quello nell’immagine a sinistra (l’ho trovato su google e non so da dove provenga: essendo in inglese, non penso che stia in Italia… purtroppo), anziché uno discriminatorio a priori.
Certo, è più faticoso mettersi a discutere (e probabilmente a litigare) ogni volta: però è più giusto e più corretto che non tagliare fuori anche i “buoni” per colpa dei “cattivi”… visto che in questo modo, sinceramente, di essere buoni passa pure un po’ la voglia.
Perché se intanto ci escludono lo stesso… allora a che serve?
Siamo andati al cena tempo fa in una catena italiana di finta cucina Americana (uno dei tanti diner a tema anni 50) verso le 21.30 perché eravamo appena stati al cinema poco distante. Ore 22 entrano due coppie con “conigliolata” di bambini al seguito più
un neonato in passeggino- minimo 5, non sono riuscita a contarli perché non stavano MAI FERMI.
I bambini cominciano a protestare di non avere fame e uno sui tre anni si mette a piangere dicendo di voler tornare a casa (ricordo che sono le 22) e non ha smesso per tutta la durata della cena. Siamo andati via alle 23.30 e loro erano ancora lì e il bambino ancora piangeva.
Verso le 22.30 abbiamo sentito un distinto odore di pannolino sporco (sporco molto, molto, male) e fino alle 23 la madre non si è nemmeno degnata di cambiarlo (sono dovuti arrivare i vicini di tavolo a lamentarsi perché lei facesse qualcosa). Il bagno era dotato di fasciatoio, ma lei ha pensato bene di mettere su una traversina su un tavolo vuoto e cambiarlo lì, di fronte a tutti. Si è messa a litigare con la cameriera che pazientemente la invitava ad andare in bagno (“ORMAI HO FATTO!”).
Nel ristorante è vietato l’accesso ai cani di grossa taglia.
Ieri siamo stati ad una gara di atletica del mio “atletico” figliolo, quello su due zampe; vicino alla pista c’è un prato curatissimo, con tanto di cartello “Vietato calpestare l’erba” e recinto. Sif si accuccia al sole vicno alla mia caviglia, occupa sì e no il posto di una bottiglia da un litro. Intanto, orde di fratellini-sorelline dei gareggianti si riversano, urlando sul nonpiùbellissimo prato…corrono, strillano, raccolgono le pratoline. I genitori sfumazzano, le cicche vanno a decorare l’erba. Qualche nonno scatarra. Arriva il custode che mi fa “Signora, il cane in braccio!!!” Eh?? Ah, scusi. Tiro su il cane. T.T
Non condivido il cartello, ma per altre ragioni.
Valeria mi trova d’accordo in massima parte, quello però che non ho letto su alcuna testata giornalistica è la seguente considerazione:
ma un bambino sotto i 5 anni che caxxo ci fa in un ristorante dopo le 21 di sera?
Mi spiego meglio: io i miei figli non li portavo al ristorante, in primo luogo, perché – a mio avviso – dopo le 21 dovevano dormire e non stare in mezzo 100 persone a cena, e l’epoca alla quale io mi riferisco era quella in cui nei ristoranti era, pergiunta, consentito FUMARE.
Sempre e solo a mio avviso, un bambino, specie sotto i 5 anni, alle dieci di sera dovrebbe dormire, ammesso e non concesso ci si riesca a convincerlo, e già i miei sul punto hanno protestato sempre, figuriamoci se fossero pure stati al ristorante.
Per il resto non uno ma 1000 cartelli del seguente tenore: “i rompicoglioni, di qualunque età, verranno buttati fuori”.
W la buona educazione.
Secondo me il “problema” sta anche nel concetto di educazione….definirne uno oggettivo è dura…o meglio, lo sarebbe per molti (genitori e proprietari di cani…). Ci sarebbe da discutere anche sulla capacità di tolleranza di ognuno…alcuni per un bau potrebbero andare a lamentarsi dal titolare, altri ancora per un miniscuolo capriccio “risolto” immediatamente…
A me non piacciono i bambini (mai mi permetterei di non rispettarli, anzi! al peggio li ignoro…altrimenti cerco di essere educata e alcuni di loro sono davvero simpatici – a me infastidiscono comunque ma è un problema solo mio – l’unica che fa eccezione, fino ad ora, è la “mia” sorella minore bielorussa (anche se potrebbe essere mia figlia, per l’età….) e il pianto di un neonato mi fa impazzire….ecco, un termine di paragone del genere non può essere considerato…
Si dovrebbe cercare una linea guida per determinare un comportamento “non rispettoso”…tolti gli estremi come cane senza guinzaglio che corre con la palla per il locale e bambino che mette le mani nei piatti o disturba apposta i camerieri…
ricordo questa scena: ero seduta al tavolo (esterno) di un bar…la mia cagnolina abbaia ad un altro cane (baubaubau)..le ho detto:”No!”….dall’altro tavolo se ne esce l’asilotto a dire, a voce alta:”Cagnolino maleducato”…..ehh, per così poco…allora tu taci che mi stai disturbando e ti stai impicciando….vorrei far notare tutto il rumore che proveniva dalla strada…
Sono titolare di una struttura ricettiva (agriturismo) e devo dire che ultimamente i cani dei clienti mi stanno causando grandi dispiaceri.
Una struttura come la mia, li attira cani e bambini. Ma mentre i bambini possono essere molesti e maleducati -e vabbè, anzi, va mà- purtroppo i cani non si limitano ad essere molesti, ma arrecano anche danni di varia entità, che vanno ben al di là della molestia,
Vi risparmio decine di aneddoti sia su cani che su bambini allucinanti, ma i veri soldi ho dovuto rimetterceli più per i cani che per i bambini.
Sia chiaro, non vieterò mai l’ingresso a cani o bambini.
Fino ad ora non ho mai applicato le extra spese di pulizia per le stanze occupate da chi ha animali, ma penso che da questa stagione mi adeguerò a molti miei colleghi. E cercherò per organizzarmi meglio per i cani in sala.
Comunque sia chiaro: la maggior parte dei bambini e dei cani non sono affatto, ma proprio affatto molesti!!!
(premetto che sono tra quelle che in stazione spera che la ”signora col bambino” non salga nella stessa mia carrozza quindi forse sono poco obbiettiva)
a me il cartello piace ma si, forse il suo è più costruttivo. E’ che vedo di continuo zone inibite ai cani (anche quando create come aree di sgambamento) perchè ”i bambini vanno nel prato e si sporcano” ecc. ma nessuno che vieta ai bambini di dare fastidio in ogni luogo. Non so se sono i genitori moderni che proprio non hanno capito il concetto di educare o la mia famiglia è stata un eccezione. 1 non ricordo di uscite al ristorante 2 negli eventi (tipo cenoni in caserma ecc) io e mio fratello non muovevamo il sedere dalla sedia, e parlavamo a un volume civile. Quello che vedo ora è l’anarchia pura. Bambini sui tavoli..perchè loro possono.
Effettivamente non riesco a comprendere perché un cane debba essere considerato antigenico. “Sta a terra”, le tue scarpe no? Il cane rimane per terra, se ben educato, non si allunga sul tavolo, e difficilmente in un ambiente così pieno di stimoli e odori pensa ad abbaiare. Peccato che supermercati, negozi alimentari e risto-pizzerie vogliano vietare l’accesso a questi animali, peccato che il cane ti dicano di “legarlo fuori”. Ma non solo nei ristoranti, anche nei servizi di trasporto! Ogni volta che prendo un autobus, un treno o una metro mi ritrovo a dover discutere non solo sul mio DIRITTO di portarmi il cane, guinzaglio e museruola, ma anche sulla mia scelta di portarmelo appresso! “Se sapevi di dover prendere la metropolitana, perché te lo sei portato?” Mi chiedono spesso alcuni passeggeri, chiaramente infastiditi dal cucciolo steso a terra tra le mie gambe. Uno un giorno mi chiese di scendere perché la moglie, dall’altro lato del vagone, aveva paura dei cani. Però bisogna dirlo, per fortuna i luoghi accessibili ai cani stanno aumentando assieme al buonsenso di molte persone, e sapendosi muovere a dovere nella propria città (in un piccolo paesino so bene che non sia altrettanto facile) si riescono a trovare quei tre, quattro posti dove si riesce a passare una serata in compagnia del tuo compagno di vita.
Affisso alla porta della farmacia vicino casa mia c’è n cartello con la sagoma del cane (stilizzata nel cerchio rosso su sfondo bianco, come nei divieti, ma senza essere barrata), che riporta la didascalia “io POSSO entrare”. Il personale è cordialissimo e molto rispettoso anche nei confronti del cane (nel senso che pur accogliendolo volentieri non parte a smanacciare rulando “ammmmoreeeeecccheccarinoooo!”, ma chiede il permesso di fare una carezza -se ce n’è tempo e modo, ovviamente non in caso di pienone e gente in fila-), eppure spesso mi trovo di fronte a occhi sgranati ed espressioni di disappunto che lasciano chiaramente intendere “guarda questa come si permette di entrare col cane”; finchè si limitano a questo, taccio, ma quando un signorotto borioso ha brontolato prima tra sè e poi apertamente sostenendo che i cani portano malattie, io non ce l’ho fatta e gli ho risposto che poteva star sereno: il mio cane purtoppo ha un carcinoma a stadio terminale, non lo lascio volentieri a casa solo, men che meno fuori al freddo ad aspettarmi e in farmacia ci devo andare per comprargli le medicine, ma il cancro non è contagioso, mentre non sarei stata altrettanto sicura non lo fosse la sua tosse stizzosa con cui ha condito l’aria per tutto il tempo d’attesa, quindi meglio andarmene presto… Sarò stata maleducata, ma di rimando, non per prima.
infatti! orgogliosamente posso dire che mia figlia a un anno e mezzo – quasi due già si è vista un concerto di musica classica alla filarmonica di vilnius… in platea… senza rompere le scatole a nessuno. purtroppo in italia però non sarebbe stato possibile perchè… i bambini non li avrebbero fatti entrare! io da sempre ho portato mia figlia ovunque ma da sempre sono stata attenta a che non rompesse le palle alla gente, visto che appunto anche a me i bambini piccoli maleducati hanno sempre dato fastidio. ad esempio a pochi mesi io non è che rinunciavo al ristorante però mangiavo un panino prima di uscire di casa perchè c’era la possibilità alta che prima dell’arrivo dei piatti mi dovessi alzare con la neonata in braccio… e infatti accadeva, io e lei quanti cortili, androni e meandri di ristoranti che ci siamo godute intanto che gli altri miei amici mangiavano! e andava benissimo così perchè i figli esattamente come i cani hanno bisogno di stimoli quindi di essere portati in quanti + posti possibile soprattutto durante la crescita e allo stesso tempo devono in maniera naturale e “positiva” ricevere l’imprinting che non si rompono le scatole agli altri quindi questo si fa andando nei posti affollati e nel momento in cui arriva il bisogno di muoversi o urlare ci si alza e ci si apparta, il tutto con estrema calma… io ero fortunata e non mi stressavo un po’ per carattere mio che se mi cade una casa a fianco mi sposto, un po’ perchè mia figlia ha il mio cognome e non ho mai avuto lo stress aggiuntivo di dover pensare anche a eventuali compagni o uomini che reclamassero la mia presenza e i miei servizi, quindi non mi faceva differenza stare qui o li… ho iniziato a fare viaggi in aereo da sola con mia figlia quando aveva 2 mesi… e non dormiva mai… eppure facevo tutto e lei non ha mai rotto le scatole a nessuno eccetto a me ma io la adoravo quindi andava bene così.
In effetti, io non sono completamente d’accordo col cartello, se proprio si vuole essere precisi, bisogna salire con l’età, quindi, fino agli 11-12 anni perchè bene o male rompicoglioni lo sono anche a quell’età, anzi, hanno l’uso della parola e linguaggio parecchio…..volgare, sboccato, sono ancora più insopportabili (te li raccomando io quelli lì da grandi)…Scherzi a parte (e sfoghi), purtroppo i cafoni sono in ogni dove e di tutte le età, bisogna cercare di avere più tolleranza…ha ragione Valeria su come, volendo, spuò esporre il cartello!!!
Mio padre prima di portarmi al ristorante, mi ha educata A CASA stare a tavola nelle ore dei pasti, a mangiare e conversare civilmente, non da 7 anni in poi, ma da SUBITO, tant’è che ogni fine settimana andavamo al ristorante e facevo la stessa cosa che mi era stata insegnata. Il problema oggi è la totale mancanza di educazione dei genitori. La mancanza di distinzione tra “momento e luogo in cui si può giocare” e “momento e luogo in cui non si può”. Cioè … non è che i bambini sono stupidi. Lo capirebbero benissimo se solo venisse loro insegnato.
Parlando di cani … qualche mese fa sono stata in una città del nord per un raduno e l’ultima sera, essendo rimasti solo io, il mio compagno e il nostro cane, siamo andati a mangiare una pizza. Abbiamo chiesto se era possibile entrare con il peloso e ci hanno detto di si, ma a patto che ci mettessimo nel posto più isolato per non dar fastidio ai clienti. Arrivata in sala una lunga tavolata di gente con bambini chiassosi, uno di loro dopo aver visto il mio cagnolone accucciato sotto la sedia, dice GUARDANDOMI:”Non se ne può più di cani nei ristoranti, hanno rotto!” Il mio compagno, visibilmente infastidito dal chiasso dei bambini, grazie al cielo non ha sentito. Ho fatto finta di nulla, e non appena finito, siamo andati via. Io, chiaramente, piuttosto schifata.
Chiaramente schifata.Ammiro il tuo self control.Io lavorando nella ristorazione ho i brividi non appena un bimbo varca la soglia del locale.Quando sono io il cliente,invece, non ho scrupoli nel far notare ai genitori sciagurati il fastidio che procurano i loro “frugoletti”,per non parlare delle volte che ho dovuto chiedere ai camerieri di riconsegnare ai legittimi proprietari fastidiosi bimbetti illecitamente migrati al mio tavolo…
Il mio self control era d’obbligo. Il mio compagno ne avrebbe avuto molto meno, e ci saremmo rovinati la serata e la vacanza per un idiota. Beh, immagino il tuo, invece, nelle ore di lavoro! Voi che lavorate nella ristorazione siete tra i più bersagliati dalla maleducazione di questa società.
Ah,dimenticavo. In tanti anni di lavoro non è mai capitato di aver ospitato un cane che procurass fastidio a parte quello visivo dei poveri topini in borsa.
Come sempre si tratta di buon senso. Se il cucciolo, bipede o quadrupede, è educato a stare in pubblico ed al rispetto per gli altri ( che per un bimbo o per un cane può significare anche solo stare al proprio posto composto o andarsene a giocare per i fatti propri…) dovrebbe avere libero accesso ovunque. Ma… e qui casca l’asino e pure malamente… si torna al punto dolente di quanto e come ( per tacere del modo in cui…. gentilisti? Tradizionalisti? Con lo strozzo? Con taantoooo ammmmoreeee? Strozzo a parte, i sistemi possono essere molto simili… ma semplice autorevolezza no,eh???) le persone siano capaci di trasmettere appunto l’educazione ed il rispetto.
E come sappiamo dai risultati sia sui bipedi ( ho incontrato bambini allucinanti e genitori peggio) che sui quadrupedi … ecco, caliamo un velo pietoso, va…
Ma quanto mi piacciono i tuoi articoli!!!! TUTTI! Grazie grazie grazie per condividere con noi i tuoi pensieri/scritti/blog…ecc…
Condivido Valeria.
E il cartello in inglese è fantastico! Da proporre
Io, pur non avendo troppa simpatia per i bambini, mi indigno a leggere un cartello del genere…mi dispiace tanto (sono persone anche loro…)….mi dispiace esistano simili divieti (o “inviti a non….”).
Secondo me, per quanto riguarda i cani, spesso il motivo per cui in certi locali non possono entrare, non è l’assenza di educazione (se non rare volte)…non sono graditi a priori (chi non sa nulla di cani o crede alle solite leggende leggende metropolitane di sicuro non va a distinguere tra cane educato/cane ineducato)…in alcuni posti i cani non entrano perchè il gestore ha paura o perchè fanno schifo….
p.s. l’unico posto in cui vieterei l’ingresso ai bambini se non educatissimi, con la capacità di rimanere fermi senza urlare è la sala d’attesa del veterinario….esperienza personale (ho dovuto aspettare fuori per evitare che la mina vagante in questione facesse “danni”, un giorno, durante l’attesa, prima del mio, anzi nostro (mio e dellla mia piccoletta a quattro zampe) turno…nemmeno fuori si poteva stare…la madre doveva giocare col bocia (avanti e indietro, fuori e dentro….)…erano anche loro lì con il loro cane….
In un’altra occasione una cagnolona, messa a “terra” e legata ha cominciato a ringhiare perchè due bambine grandicelle andavano avanti e indietro, sempre nella sala d’attesa (di pochi metri quadrati)….e state ferme invece che muoversi quasi correndo (vabbè saltellando) da un lato all’altro…
Ah, non si cucca dentro trasportino con gatto….senza chiedere…
Parlo da mamma di due bipedi e una quadrupede: perfettamente d’accordo con l’articolo, soprattutto con la seconda parte (l’apertura mi ha spaventata un po’, ma poi si capisce meglio la provocazione e il vero pensiero dell’autrice). È come sempre questione di buon senso. Quando avevo le bambine piccole, andavo al ristorante di rado e sceglievo quelli più adatti a loro (ce ne sono che ti portano tovagliette di carta e pastelli, quelli con piccole aree gioco, quelli che servono velocissimamente i bambini, ecc.). Non avrei mai scelto un ristorante con spazi angusti e pesce crudo per il bene delle bambine e mio che altrimenti sarei sclerata! Idem per la quadrupede: di norma non la porto perché si rompe le scatole sotto il tavolo (anche se non disturba), però se è bel tempo e dopo la mangiata ho in mente di farmi una bella passeggiata… beh, me la porto appresso. Tutto qui: buon senso per tutti, tolleranza da una parte ed educazione dell’altra.
Totalmente d’accordo con Valeria.
Quest’estate ero nel gazebo esterno di una pizzeria al taglio con fidanzato e alcuni amici, con il nostro cucciolo di 4 mesi tranquillamente steso sotto di noi. Dopo un po’ nel tavolo vicino al nostro (ed era PIENO di tavoli vuoti) si siede una famiglia con due bambini abbastanza piccoli. Non appena vedono il cucciolo iniziano a stuzzicarlo con la pizza, facendogliela vedere ma senza dargliela e correndo avanti e indietro davanti a lui. Lui ovviamente si è agitato, ha iniziato a tirare e piagnucolare e tutto ciò divertiva i bambini e a quanto pare pure i genitori. Alla fine mi sono dovuta alzare io e allontanarmi con il cane, perché stava iniziando a dare fastidio anche agli altri clienti. Quando poi mi sono lamentata sono passata per una strega che odia i bambini, perché loro volevano solo “giocare con il cagnolino”.
Così come io non porterei mai il mio cane (che non è più il cuccioletto di 4 mesi ma un bestione di quasi 40 kg) in un posto dove so che potrebbe dare fastidio visti i suoi modi ancora da cucciolone, penso che un genitore dovrebbe evitare di portare il proprio figlio in posti come il locale di cui si parla nell’articolo e scegliere magari un posto attrezzato con un’area giochi o un agriturismo, soprattutto se è un bambino che fermo a sedere non ci sta più di qualche minuto.
L’intento dei ristoratore mi sembra quello di avere un po’ di pubblicità gratuita, cosa in cui è riuscito benissimo. Circa la sua domanda ” com’è che nessuno si è mai indignato per i cartelli “io non posso entrare” che avevano come bersaglio i cani?” Mi stupisce che una blogger come lei, sempre presente sui social possa dire che “nessuno si è mai indignato” , a me pare che l’argomento ” i cani non possono entrare” sia fra i più gettonati di tutto il web cinofilo/canaro/animalista con toni ben più accesi di quelli usati nel commentare il divieto del trattore pedofobo.
Nota margine, il “comandante” non è nel suo diritto, il locale è pubblico e non il salotto di casa sua, quindi una esclusione a priori di chiunque oltre ad essere poco elegante ( e rientriamo nel giudizio personale) è contraria alle legge, se qualche buontempone con voglia di litigare si presenta magari in numerosa compagnia con bambini a seguito e si rifiuta di accoglierlo oltre alla pessima figura rischia pure il ritiro della licenza, così tanto per …
Visto che il mondo è pieno di attaccabrighe puntigliosi io ci penserei a dar diffusione a tali cartelli ameni.
Non è un luogo pubblico, è un luogo aperto al pubblico.
Mentre in un luogo pubblico non potrebbe mettere limiti, non essendo suo, in un luogo aperto al pubblico si può accedere rispettando i limiti decisi dal proprietario/gestore… quindi anche senza bambini o cani, se decide questo.
Quindi se il proprietario decidesse di non far entrare le persone di colore ( in quel caso probabilmente scriverebbe “negri”) quelli non entrano?
Quello è razzismo. Non credo che tu non capisca la differenza… quindi non iniziamo discussioni sterili. Tra l’altro, non ho mai detto che abbia fatto la scelta giusta. Ho detto che è suo diritto, che è diverso.
Beh sono sicuro che se un qualsiasi ristoratore decidesse di non servire clienti di una determinata etnia in quanto in passato hanno dato problemi ( esempio tutt’altro che accademico) in breve vi sarebbe una sollevazione ed una scandalo mediatico tale da costringerlo alla chiusura. Per definire razzismo non si può non considerare il pregiudizio come discriminante. Ovvero presumere che un individuo abbia comportamenti inadeguati ( rubi, sia molesto, chiassoso o maleducato) prima che le esprima. Rimane validissimo il concetto già riportato per i cani “io resto fuori” e restano fuori dal locale anche i miei soldi. direi che è la forma di pressione più democratica ed incisiva, quando stante la crisi si vedrà costretto a rivedere la sua politica magari considererà che i ragazzini tanto schifo non fanno visto che fanno casino ma i genitori portano soldi.
Ah post scriptum io per lavoro faccio il dentista ed ho una gran numero di pazienti infantili, vi assicuro che facile non è, ma visto che ogni adulto che si rompe adesso degli urletti a sua volta è stato bambino considero che un minimo di pazienza in più non guasta. Tra l’altro avendo pazienza magari succede che i genitori del bambino medesimo non accolto da altri colleghi che “si scocciano” decidono di cambiar dentista, Così tanto per….
bè certo che ci sarebbe sollevazione e scandalo perché è un reato bello e buono! Ma se un ristoratore decide che nel suo locale non si può andare vestiti di verde e mette un chiaro cartello fuori, puoi sollevarti fin che vuoi ma lui lo può fare (con tutte le conseguenze positive o negative sui suoi affari…)
Fuori da un ristorante vegano di Firenze dove vado ogni tanto, c’è un bell’adesivo con un disegno di una signora impellicciata e la scritta “Io non posso entrare”. 😀
non conosco le leggi precise, ma alcune cose ricadono nella discriminazione razziale (quindi reato) ed altre no…tutto sta nel non valicare questo sottile confine. Ad esempio alle terme di Pre San Didier è vietato l’ingresso ai minori di 14 anni (vado a memoria) perché disturbano, mentre le terme di Champoluc si pubblicizzano con l’immagine di un neonato e la scritta “io posso entrare”…fra le due, io scelgo le prime 🙂
Ciò che rende possibile o meno un divieto è la normativa (nazionale, regionale e così via), intesa in senso lato (leggi, regolamenti…), con il suo “ambito” di validità ed applicazione. Si dovrebbero reperire i “testi” e valutare in base a quelli. è dura districarsi. Nel caso in cui una fonte del diritto contrasti con la Costituzione allora è possibile, con i mezzi che la legge prevede, cambiarla (con procedure più o meno complesse – Tar compreso).
Chiaro che legge non equivale sempre ad equità di trattamento….importantissima anche la distinzione del tipo di luogo (come diceva Bear)…pensiamo solo, per fare un esempio che non ha niente a che vedere con cani e bimbi, all’applicabilità o meno del codice della strada in un luogo pubblico o aperto al pubblico. Insomma, si deve essere degli esperti di diritto per interpretare a dovere tutti quei commi!
p.s. rispetto ad un luogo privato, “aperto” (a volte una recinzione cambia tutto…)…morirei a lavorare nel settore!
Ciao Valeria, quest’articolo mi fa sorridere e pensare alla volta che io e mia moglie ti abbiamo accompagnata in agriturismo (Castelfranco Veneto) e ti abbiamo messo vicino alla bimba (all’epoca di 8 mesi) e ha iniziato a piangere….comunque concordo, stiamo abituando Sara a restare seduta durante i pranzi e mi rendo conto che per loro è una cosa tediosa, come lo è per il cane (anche se penso che il cane abbia molta più pazienza). Mia figlia non ha ancora 2 anni e a volte è difficile che non si incapricci per qualcosa, a quel punto la prendo e la porto via, ma immagino che quando sarà un pò più grandicella riuscirà a stare a tavolta tranquilla perchè è così che abbiamo già impostato l’educazione.
Ahahahah!!! Ma a otto mesi è NORMALE che una bimba pianga… quello che non mi sta bene è che siano cafoni e rompiballe a 4-5 anni, perché lì sì, che è colpa dei genitori! 🙂
“Bambini e animali sono ben accetti: ma se si dimostrano ineducati e incivili verranno cortesemente invitati ad uscire SUBITO”. completamente d’accordo con te.. non avrei saputo esplicitare meglio il mio pensiero. Io e mio marito da quando abbiamo max (il cane) abbiamo deciso, per nostra scelta, di evitare come la peste tutti i ristoranti che non accettano cani (che hanno quel simbolo odioso all’ingresso e/o i cui proprietari ti guardano come se avessi la peste) a prescindere dal fatto che decidiamo di portarlo con noi oppure no. Ciò nonostante li capisco perché capisco che non tutti siamo uguali e che non viviamo in un mondo perfetto in cui tutti i proprietari di cani educano bene il proprio cane. Allo stesso modo e per gli stessi motivi evito i ristoranti o cmq i luoghi in cui ci sono troppi bambini. Ad esempio scelgo di andare in palestra, soprattutto se quel giorno voglio fare piscina, solo di mattina o max fino alle 16. Perché io in palestra ci vado anche per non pensare, per rilassarmi e non mi rilasso in mezzo a 100 bambini urlanti. Non voglio fare ovviamente, come dici tu, di tutta un’erba un fascio. Non è giusto, e non è giusto nei confronti di chi educa i propri pargoli in maniera rispettosa verso il prossimo (idem per i cani) ma se posso scegliere, almeno fino a quando saranno in circolazione genitori incapaci di dare delle regole ai propri figli, allora scelgo consapevolmente di evitare certi posti. Per questo non mi sento di puntare il dito e condannare questo ristoratore, così come non mi sento di farlo nei confronti degli esercizi commerciali che non accettano cani. Scelgo consapevolmente di evitarli. Certo è che, per non sfociare in razzismo e in mere discriminazioni la cosa migliore da fare sarebbe proprio quella di accettare TUTTI, cani bambini e adulti, ma riservandosi il diritto di invitare ad uscire le persone che non rispettano il prossimo. perché di questo si tratta. E questo vale, per quanto mi riguarda, invitare ad uscire anche una persona troppo ubriaca, urlante e che crea fastidio nel ristorante, indipendentemente dal fatto che abbia con se un bambino, un cane o sia da solo.
Condivido quasi totalmente quello che lei scrive. Alla Fraschetta ci vado ogni tanto perchè si mangia superbamente il pesce crudo e si spende il giusto. Premesso questo, il locale è pieno di tavoli ed effettivamente una carrozzina o un seggiolone faticherebbero ad entrarci. Il “comandante” ha 5 o 6 nipoti, che ama incondizionatamente per cui evitiamo di immaginarlo come un mangia bambini. Semplicemente anche i suoi nipoti, al ristorante non li trovi mai. Io lo trovo straordinariamente semplice e assolutamente coerente il cartello di invito attaccato alla porta. Ho un figlio grande, che è cresciuto senza problemi e senza ristoranti fino ai 6 anni.Ci sono posti dove un bambino non andrebbe mai ed uno di questi è un ristorante, in mezzo al cemento, senza nulla se non tavoli e cibo. Il problema, sono i genitori non i bambini ed essere messi di fronte alle proprie incoerenze da un altro essere umano che ci dice in faccia, quello che mai vorremmo sentirci dire, al genitore e non certo al bambino da fastidio. Portatelo in un bel agriturismo fuori Roma, in mezzo al verde e magari in mezzo agli animali a 4 zampe perchè è li che il bambino vorrebbe andare e non alla Fraschetta a mangiare il pesce crudo !! PS Ai miei due maremmani di 6 mesi, che barfano da 3, il pesce crudo ogni domenica lo preparo io !!
Mica vero che non dovrebbe andarci!
Io per esempio andavo volentieri al ristorante, stavo seduta composta al tavolo, non urlavo… e mi piaceva. Preferivo il ristorante all’agriturismo col prato dove giocare (agli animali no, vero: se c’erano animali era il top :P).
A quanto mi dicono ci andavo anche da neonata, dove stavo tranquilla e buona (io ero una bimba che non piangeva mai e dormiva molto)
Al contrario mia sorella detestava stare seduta, quindi quasi sempre (quasi, perchè la volta dove si andava al ristorante capitava e le toccava stare buona) si andava in posti con un area giochi per bambini di fianco, in modo che potesse giocare senza dare fastidio a nessuno tra una portata e l’altra. Ci sono bambini e bambini 🙂
Un genitore, come un proprietario di cane, dovrebbe in primis insegnare l’educazione al suo piccolo, poi evitare, per quanto possibile, situazioni stressanti per lui.
Poi liberissimo il ristorante di fare le sue scelte, che in un certo senso capisco: si dovrebbe dire allontaniamo i maleducati, ma penso che se uno provasse a fare allontanare un bambino maleducato i genitori sarebbero capaci di fare una scenata non da poco… diciamo che ci vorrebbe più coraggio 🙂
Vedi Bear, il punto è proprio questo: ci sono bambini e bambini come genitori e genitori. Fuori dal ristorante non puoi mettere un ” comportamentista” che selezioni i bambini all’ingresso. Semplicemente ci sono ristoranti e ristoranti. La Fraschetta non è un posto per bambini,punto. Non fanno la pizza, non fanno gli hamburger e la specialità è il pesce crudo. Ma quale è il bimbo che la sera, quando tra le altre cose dovrebbe essere in casa a dormire e non certo al ristorante, vorrebbe mangiare per 2 ore seduto pesce crudo ?Mi spiace ma caro genitore, hai voluto il bimbo, allora impara prima tu le regole di base. Io sono un papà e per rispetto nei confronti di chi un bimbo non c’è l’ha e non vuole certo sorbirsi i figli degli altri, in un certo tipo di ristorante, mio figlio fino ad una certa età non è mai entrato.
la “selezione del cliente”, secondo me, può essere fatta anche a posteriori. Non si può essere certi del comportamento di nessuno in un bar o ristorante, una volta preso posto all’interno, a priori. Si tratterebbe di “richiamare” i clienti che non hanno un comportamento consono (che siano o meno accompagnati dal cane o dai propri bambini)…
Un po’ come la cinema: succede che, durante la proiezione, qualche spettatore parli..allora ogni tanto parte un “Silenzio…”….se il disturbatore continua allora ci si va a lamentare e chi di dovere potrò prendere provvedimenti (anche quello di allontanare dalla sala chi non si comporta a dovere)…
non so, da non madre mi sembra proprio bruttissimo non permettere ai bambini di entrare a priori…
altrimenti in un locale non potrebbe entrare più nessuno…
Proprio questo volevo dire!
Ci vuole buon senso: tu genitore non ce l’hai? Bene, appena me ne rendo conto ti mando fuori.
Ci vuole più “coraggio” a fare così che a mettere divieti generali e fare di tutta l’erba un fascio, certo. Però secondo me è la cosa più giusta.
Nessuno deve sorbirsi niente a priori (ne bambini ne cani) ma, a meno che tu non consideri “sorbirsi” il solo vederli (che anche no), un bambino/cane educato non lo imponi a nessuno.
E nessuno deve essere limitato nelle proprie scelte, finchè con queste non rompe le scatole agli altri.
Carlo Mancini, ripeto: esistono bambini che preferiscono stare seduti due ore a mangiare pesce, piuttosto che in pizzeria o a prendersi un hamburger (plurale voluto). E se anche non fosse la loro cosa preferita, se stanno al tavolo senza disturbare nessuno, non esiste che sia un altro a decidere che non possono.
La mia libertà finisce dove inizia la tua, ma vale anche il contrario: io non posso rompere te con mio figlio/cane (e hai tutto il diritto di pretendere che io lo porti via se sta infastidendo), tu non puoi decidere dove devo lasciare mio figlio/cane se non ti sta dando fastidio (ne tanto meno dirmi che dovrebbe essere a letto)
Il gestore ha tutto il diritto di impedire l’ingresso dei bambini… ma poteva fare altre scelte, che sarebbero state decisamente migliori.
Sacrosanto. I miei complimenti. 🙂
Ci sono posti e tempi giusti. I genitori devono imparare ad accettarlo e a farsene carico in maniera responsabile e rispettosa degli altri.
condivido, è tutta una questione di educazione perchè anche io non mi muovevo dal tavolo e zero rumori molesti
Ciao! Io ho un cane e non ho figli…ma sono stata bambina.
Ecco io praticamente da sempre..ho adorato andare al ristorante. Già da piccolissima volevo assaggiare tutto quello che prendevano i miei..e dai tre anni in poi adoravo l’idea di andare in un bel posto a farmi portare buonissime cose da mangiare.
Tutto questo mi ha portata, già alla tenera età di 5 anni e mezzo, a sopportare bambini urlanti, corridori, lancia oggetti, piagnoni……un giorno, prima di andare al ristorante avevo voluto andare al negozio di animali a coccolarli (facevo già volontariato a modo mio) dove ho trovato un gattino nero di neanche due mesi a cui avevano tagliato le corde vocali, a detta del negoziante perché miagolava troppo, e glielo avevano portato delle persone che lo avevano salvato ma non potevano tenerlo (col senno di oggi so che stava abbellendo una storia di torture….ma il punto ora non è questo). Arrivata al ristorante…c’erano i classici bimbi insopportabili che urlavano e piangevano sgolandosi.
Al che io serissima ho chiesto ad alta voce a mia madre: “Perché quel povero gattino che non faceva del male a nessuno aveva le corde vocali tagliate? E questi bambini invece le hanno ancora? Vengono qui a mangiare cose buonissime..dovrebbero solo essere felici, invece danno fastidio a tutti!!”
Ora non entro più nei negozi di animali..e sono contenta che quello sia stato chiuso. Ma continuo a farmi la stessa domanda di allora xD
Il punto è che si…avrei gradito anche l’agriturismo (i miei genitori no xD ), ma lo apprezzo di più ora..e comunque io ADORAVO andare al ristorante. Altro che incoerenza genitoriale.
Ps..a mia sorella non piaceva…non ci mangiava mai…ma mai si è sognata di fare la iena. Mangiava prima e poi stava con noi. In piena educazione e coerenza familiare.
Fine. XD
Ciao Clover, io ho due cani e un figlio adesso grande. Non metto in discussione i bambini, perchè come i cani, sono il frutto dell’educazione che gli si da e non metto nemmeno in discussione il fatto che non possano andare al ristorante, ci mancherebbe. Il problema è, in questo caso doppio: primo il ristorante che io conosco, non ha spazi per seggioloni,carrozzine etc…secondo, nella società civile è d’obbligo l’idea del ” sopportare” come dici tu, ma in casa mia no. Il titolare del ristorante, ha il sacrosanto diritto di decidere quale tipo di clientela può entrare nel suo locale e questo fa parte di quella accettazione dell’altro di cui tu parli. Esistono posti in cui non entri se non sei vestito adeguatamente, esistono regole che comunque bisogna rispettare. Detto ciò è chiaro che questo porta ad una discriminazione generale anche se il singolo è certo di avere i requisiti. Purtroppo come dici tu, esistono bambini maleducati,urlanti,piagnoni etc…ed il fatto che tu abbia l’intelligenza e la capacità di sopportarli, ciò non obbliga il padrone di casa a fare altrettanto e nemmeno a chi, figli non li ha e va al ristorante magari una volta al mese e quella volta vuole stare tranquillo. Pensa se io, per rispetto lasciassi i miei figli alla baby sitter e poi mi ritrovo al ristorante orde di bambini selvaggi ed urlanti. Io mi alzerei e serenamente me ne andrei…Ci sono ristoranti e luoghi,vedi il Mc Donald dove i bambini li cercano..basta andare li per qualche anno e poi in seguito anche in posti come la Fraschetta.