di VALERIA ROSSI – Argomento triste, ma che vale la pena di trattare perché purtroppo è una delle cose che “possono succedere” e che spesso non si sanno come affrontare.
Abbiamo due cani vissuti insieme, cresciuti insieme oppure uno “allevato” dall’altro come se fosse un figlio o un fratello minore…e improvvisamente uno dei due viene a mancare.
Cosa può succedere?
Innanzitutto, nel cane superstite possiamo avere reazioni che variano moltissimo da un caso all’altro: c’è quello che sembra non rendersi neppure conto di aver perso il suo amico e c’è quello che lo cerca disperatamente.
C’è quello che smette di mangiare e sembra volersi lasciar morire e c’è quello che sembra più allegro e contento di prima (cosa che, immancabilmente, lo rende “antipatico” agli occhi dei suoi umani, che non si spiegano questa mancanza di reazioni luttuose… proprio perché ragionano solo in termini umani).
La spiegazione a questi diversi comportamenti è, almeno in parte, legata alle gerarchie: se il cane che viene a mancare è di grado inferiore o di pari grado, l’altro accetta spesso la cosa con “filosofia”.
La morte è – ahinoi – un fatto naturale, a cui gli animali sono programmati a reagire con una certa indifferenza: ovviamente non potrebbe esistere un vero e proprio “periodo di lutto” in natura, perché la vita in natura è dura e spietata e non ci si può permettere di fermarsi.
Anche nei casi in cui si vedono animali che “piangono” un compagno, o un figlio perduto, la disperazione dura poche ore: dopodiché il superstite se ne fa una ragione e riprende le proprie abitudini.
Anche per i cani, mediamente, è così: magari il superstite “cerca” per qualche giorno l’amico che non tornerà più (specie se non l’ha visto morire e quindi, giustamente, si chiede dove sia finito) , ma poi tutto torna alla normalità.
Le cose possono diventare più serie qualora il cane scomparso fosse, invece, il cosiddetto “capobranco” dell’altro, ovvero non solo un superiore gerarchico, ma anche il suo principale punto di riferimento: in questi casi cane superstite può andare veramente in crisi, perché non sa più che fare della propria vita.
Al contrario, se il cane scomparso era un superiore gerarchico, sì, ma del tipo arrogante che “schiaccia” l’altro anziché guidarlo (e in questo caso non si sarebbe trattato di “capobranco”, ma semplicemente di un cane un po’ schizzato a cui interessava solo ribadire in continuazione una superiorità di cui lui stesso non era così sicuro), la reazione di chi resta può essere, anche comprensibilmente, un sospirone di sollievo.
Faccio notare solo di passaggio, senza dedicarci troppo tempo ma invitando i lettori a farci un pensierino, che le stesse identiche reazioni si possono vedere nel caso in cui a mancare sia un familiare umano.
Nessun cane vessato e trattato come uno schiavo reagirà mai “alla Hachiko” (o, se italiano, “alla Fido”), andando ad attendere il padrone alla stazione per anni o – nel caso sappia quello che è successo – andando a sdraiarsi disperato sulla sua tomba: la reazione più comune, in questi casi, sarà un pensiero del tipo “finalmente si è tolto dalle palle!”.
I cani che “amano anche dopo la morte” sono sempre e solo cani che sono stati a loro volta amati… ma soprattutto sono cani per i quali lo scomparso era davvero la guida sicura, il faro illuminante, insomma il “capobranco” come lo intendo io e non come lo intendono Cesar Millan & soci.
Resta, comunque, il fatto che nessun cane “pianga” realmente la scomparsa di un amico – umano o animale che sia – per più di qualche ora: se continua a disperarsi anche dopo, questo significa solo che il cane ha perso tutti i suoi punti di riferimento. Quindi va in crisi.
Che fare, allora?
Premetto che, sempre che sia possibile, ovviamente, io consiglio sempre di far sapere al cane cos’è successo esattamente: ovvero, di permettergli di vedere e annusare il corpo dell’amico scomparso.
Non so – e credo che nessuno possa sapere – quanto i cani capiscano della morte in senso, diciamo così, “culturale”: ma l’esperienza mi insegna che sono in grado di afferrare il “concetto” di morte. Insomma, si rendono conto che l’animale morto non tornerà più: e per quanto ho potuto vedere in tutti questi anni (scusate se qui antropomorfizzo un po’, ma non saprei in che altro modo dirlo) se ne fanno rapidamente una ragione.
I cani che “cercano”, magari mugolando e straziando il cuore degli umani che già stanno soffrendo per conto loro, non sono cani che “hanno capito tutto” (come si tende a pensare), ma al contrario sono cani che proprio NON hanno capito. Non sanno dove sia finito il loro compagno e quindi cercano di scoprirlo.
Per quanto riguarda il “dopo”… spesso si pensa che la cosa più giusta sia prendere subito un altro cane: ma non è detto che funzioni.
Il cane infelice a volte sembra tornare a nuova vita quando gli portiamo un cucciolo, ma altre volte lo accoglie con indifferenza o addirittura con fastidio: penso dipenda esclusivamente da quello di cui in realtà sente la mancanza.
Se gli mancano la compagnia, i giochi insieme, il “calore canino”, allora può funzionare: se gli manca la guida, la sicurezza, il punto di riferimento… allora no, non funzionerà perché il cucciolo non potrà offrirgli nulla di tutto questo.
Inutile specificare, credo, che questa situazione non si sarebbe dovuta verificare fin dall’inizio: perché il principale punto di riferimento di un cane dovremmo essere NOI, e non un amico-compagno-fratello a quattro zampe.
La disperazione post mortem di un cane è indice del fatto che abbiamo permesso ai due cani di creare, tra loro, un “branco” più efficace e più solido di quello che comprende gli umani: e questo è ovviamente un errore di gestione e di rapporto.
Ovviamente la mia personale esperienza non è la Verità Assoluta e forse qualcuno potrà smentirmi: ma in quarant’anni di cinofilia io posso dire di non aver mai visto un cane disperarsi più di tanto per la mancanza di un altro cane, quando aveva un rapporto corretto (ovvero di stima e di totale fiducia) con i suoi umani.
Per questo suggerisco, innanzitutto, di migliorare il rapporto tra umani e cane superstite, qualora si notino in lui segni di eccessiva disperazione: fargli fare esercizio fisico, insegnargli qualche nuovo trucchetto, magari iniziare a fare uno sport insieme, possono essere “cura” estremamente efficaci (non solo per il cane, ma anche per gli umani!), molto più che precipitarsi a prendere un nuovo cucciolo che farebbe sicuramente bene al nostro morale, ma non è detto che ne faccia anche al cane rimasto.
Un’altra cosa da evitare assolutamente è quella di rinforzare i comportamenti “luttuosi” (o apparentemente tali) coccolando e viziando il cane quando ha “l’aria triste” e pensiamo che soffra: questo potrebbe fargli pensare che questi atteggiamenti gli procurino attenzioni e quindi potrebbe indurlo a ripeterli anche se dell’altro cane non si ricorda nemmeno più.
In questo modo, a volte, sono proprio gli umani a “costruire” quello che sembra un “lutto infinito” e che invece è una semplice – e logica, se la osserviamo con un minimo di distacco – reazione opportunistica.
Detto questo, è anche evidente che nessuno di noi sa veramente quello che succede nella mente di un cane (anche se spesso ci illudiamo di aver capito tutto) e quindi potrebbero esserci sensazioni e sentimenti che sfuggono alla nostra analisi.
Gli animali hanno pensieri ed emozioni sicuramente assai più complessi di quanto non siamo in grado di afferrare: però, in linea di massima, quello che possiamo osservare suggerisce le azioni di cui ho parlato fin qui. E mi scuso se l’analisi è stata un po’ fredda ed apparentemente cinica: non ci ho messo, forse, abbastanza “ammmmore”…ma in tutta sincerità, quello che mi preme di più non è commuovere i lettori ma far stare meglio i cani.
E’ mia profonda convinzione che per far stare meglio un cane rimasto solo la cosa migliore da fare sia indubbiamente quella di diventare NOI la sua guida e il suo punto di riferimento: se poi riusciamo a farlo anche prima che succedano le tragedie, le cose si semplificano ancora di più.
sono cresciuta con due cani, amici da più di 13 anni, mesi fa uno dei due è venuto a mancare. l’altro cane che sarebbe il “capobranco” diciamo che non è proprio indifferente. la tomba del mio cane è nel mio giardino, adesso, tutte le volte che il cane esce, si siede sempre nello stesso punto, e si guarda in giro. lo fa SEMPRE. tra l’altro ora quando lo porto fuori e vede altri cani, si, cerca di avvicinarsi, ma non abbaia mai, cosa molto strana dato che ha sempre fatto molto casino. le manca molto. sono felice che i miei vanno abbiano imparato ad amarsi.
Phoebe e Leo due fratelli vissuti insieme per 6 anni, poi unoLeo e’ andato avivere in Germania, Phoebe in Italia. Il 28/01/2021 inaspettatamente senza apparente motivo si accascia e passa il ponte (tumore silente morta in sala operatoria per arresto cardiaco) .Ieri 0 6/02/2021 mi giunge notizia che anche il fratello morto, aspettiamo notizie per sapere come e in che giorno e’ successo.
La mia domanda e’ puo’ succedere questo? Erano molto legati tra di loro, ma mi senbra cosi’ assurda la loro dipartita,grazie se potete darmi una spiegazione.
saluti Assunta Marzo
Ottima constatazione etologica sulle motivazioni più che plausibili, la gerarchia e inoltre si ha un comportamento accentuato negli animali domestic cani e gatti ch vivendo nelle comodità umana, rimangono una sorta “di adolescenti”.
Vedere centinaia di commenti sotto certi video mi nausea: ” gli uomini devoni imparare dagli animali ecc ecc… Ciò non toglie che provino sentimenti basilari paura allegria ….
Valeria, mi chiedevo come potrebbe reagire la mia cagnolina (1 anno) alla mia assenza. Io per motivi di lavoro e studio devo andare a vivere all’estero, e lascerei Melina a casa con l’altro nostro cane di 2 anni e mia madre, con cui ha sempre vissuto. Non mi preoccupavo particolarmente della sua reazione alla mia partenza perché si è sempre comportata in modo indipendente, ma di recente ho dovuto assentarmi da casa per 4 giorni, e lei a quanto pare ha risentito molto della mia mancanza. Mi cercava continuamente ed era decisamente mogia. Rischio che si deprima alla mia partenza, o secondo te può abituarcisi? Grazie mille
è brutto dirlo ma in effetti… quando è venuto a mancare “nonno” leo… agli altri non ha fatto molta differenza. poi vabbè magari essendo in 7 e non in 2 è diverso…però…
ah…hanno avuto anche modo di annusarlo… morto…
solo la cucciola di 4 mesi probabilmente non capiva e andava a darli i leccotti al muso comunque… gli altri hanno capito eccome… ma il giorno dopo era tutto come prima tranne che c’era un po più posto…
Come al solito, un articolo molto interessante e ben scritto! A questo proposito voglio raccontarti una mia esperienza personale che mi ha molto toccato e che, tuttora, spesso mi torna alla mente.
1978: alla mia mamma venne un grave ictus che la costrinse prima in Ospedale e poi in un Centro di Riabilitazione per circa 2 mesi. Tornò a casa, ma era quasi completamente paralizzata e, quindi non poteva più uscire né fare le cose abituali della vita. Mamma aveva un piccolo meticcio, Giò. I due erano legatissimi: dove era una era l’altro e viceversa. Mamma era solita giocare spesso con il suo cagnolino (aveva poco più di 4 anni ed era sanissimo). Da quando in casa non ci fu più mamma Giò rimase ad aspettarla, di giorno in giardino vicino al cancello e di notte in camera, accanto a papà. Non smise di mangiare, ma non giocava più (aveva anche una femmina con lui, Lilla..). Insomma attendeva e basta. Quando la mamma finalmente ritornò a casa lui impazzì di felicità e si mise accanto a lei fisso.. ma lei non poteva muovere più nemmeno una mano per accarezzarlo.. Gli parlava, per quel poco che poteva. Il cane faceva la spola tra il suo letto ed il giardino.. Chissà forse sperava ce lei potesse seguirlo per giocare ancora! Fu a quel punto che il cane ebbe un forte cambiamento: mangiava poco, stava immobile per ore accanto a lei, appoggiava il suo muso sul letto, cominciò a dimagrire: era straziante vederlo in quello stato!! Dopo circa 1 mese al cane venne un ictus, ma non riuscimmo a salvarlo. Secondo me aveva scelto di seguire la sua padrona anche nella malattia…. senza il suo capobranco non voleva più vivere!!
I primi di luglio, dopo uno stage tra l’altro proprio con Valeria e Claudio, è mancata la mia cucciola di tre mesi per una displasia renale infantile. Tornati a casa senza la cucciola che era in clinica Miss l’ha cercata ovunque e non si rassegnava al fatto che l’avessi dimenticata allo stage -secondo lei. A parte il primo giorno Miss sembrava poi la stessa: calma in casa, pazza furiosa fuori quando usciamo o giochiamo. Tuttavia qualcosa era diverso: si guardava spesso attorno in casa, cercava d’infilarsi sotto il letto -dove si nascondeva Dea- tergiversava sulla pappa -come se si aspettasse che la piccola mostra spuntasse fuori a cercare di rubargliela come al solito.. Stavamo ancora attendendo il referto dell’autopsia quando è arrivata Pam, ma Miss ha tirato un sospiro di sollievo e si è calmata del tutto solo quando ci hanno fatto riportare a casa la piccola Dea e, tutti assieme, siamo andati a seppellirla al limitare del bosco..
E’ come se, allora, avesse capito che non sarebbe tornata mai più.. la cosa che mi ha colpita particolarmente di questa faccenda è che Miss è abituata a vedere cani entrare e uscire di casa, fermarsi per periodi più o meno lunghi e non rivederli.. invece sapeva che Dea none era in pensione, non era di passaggio, ma parte della nostra famiglia..
beh, in effetti quando il mio cucciolo è morto stava giocando con una cagnetta…lui era pancia all’aria e lei sopra, giocavano a mordersi…il padrone della cagnetta mi ha detto “c’è qualcosa che non va” quando lei ha iniziato a leccargli il muso. e in effetti il cane era già morto. poi lei ha cominciato a girarci intorno uggiolando. quindi non so come, ma in qualche modo l’ha capito.
Riporto la mia esperienza. Cinque mesi fa è morta (fortunatamente nella sua cuccia mentre dormiva) la mia barboncina di 15 anni. La mattina, sofferenza a parte, abbiamo fatto una sorta di “funerale” e l’abbiamo sepolta in giardino. L’altra mia cagnolina di 2 anni, che vedeva nella barboncina un punto di riferimento, l’ha annusata 2 secondi in bocca, ci ha seguiti quando la portavamo nel punto di sepoltura e poi è andata a rintanarsi in camera. La particolarità è stata che tutti i cani del vicinato hanno ululato per 1 ora seppur non vedessero la barboncina… Sembrava surreale! Per questo motivo penso ci sia un odore particolare che fa loro capire che è successo qualcosa di brutto. In ogni caso, l’altra mia cagnolina nel giro di 2 giorni è tornata “normale”, semplicemente non va più a fare i bisognini dove è sepolta la sua amica.
esiste l’odore di morte? secondo me sì. pochi giorni fa ho dovuto far sopprimere la mia gatta vecchietta (un persiano di 17 anni). quando ho riportato a casa il trasportino vuoto gli altri 2 gatti lo hanno annusato, poi si sono rifugiati sul mio letto….la mattina dopo li ho trovati ad annusare, perplessi, ogni angolo di casa. Cosa che fanno ogni giorno, da quando la vecchietta non c’è più. poi il maschio (che è il più grande, e che ha adottato la femminuccia più piccola) mi guarda e mi parla…(giuro, facciamo lunghi dialoghi) come a dire “dove è finita quell’altra gatta????”. per carità, non voglio antropomorfizzare….ma giuro, l’idea che mi danno è questa….tra l’altro il maschio, da sempre supercoccolone quando ti metti a letto la sera, da quando non c’è più la vecchietta non viene più sul letto. forse sono film che mi faccio io…ma forse no.
Io ho già raccontato (credo) questo episodio: cucciolo muore a poche ore della nascita, in sala parto. Nessuno degli altri cani poteva vedere né sentire nulla perché erano abbastanza lontani.
Mio marito passa davanti ai box col piccolino avvolto in uno straccio e tenuto sotto la giacca, per andarlo a seppellire: TUTTI i cani, che normalmente facevano un casino infernale non appena ci vedevano, sono rimasti zitti, muti e immobili. Qualcosa deve significare per forza.
Per chi cercasse una storia d'”ammmmore” (ma senza gusto patetico, per carità) posso rimediare io, senza voler pretendere di capire cosa sia successo davvero nella testa dei cani.
Quando ero proprio tanto ma tanto sciuramaria, anzi, sciurinamaria, perché avevo 13 anni, feci una cosa per la quale vi prego di non lapidarmi, considerando l’epoca assai poco cinofila e la mia giovane età: feci cioè “sposare” la mia Penny, cockerina semimeticcia (senza pedigree)con un altro cocker, di vicini di casa, pure lui semimeticcio, ma che a differenza della mia aveva una certa libertà d’azione: era cioè abituato a girare libero per il paese. Non sapendo molto di riproduzione canina tenni insieme i due cani per tutto il periodo del calore, con qualche ilarità dei vicini di casa e con un certo commosso interesse da parte mia, non per l’atto sessuale in sé, ma per tutto il corteggiamento, durato, appunto, diversi giorni. La cagna ebbe i cuccioli, passai l’estate ad accudirli, riuscimmo a darli via a persone fidate, tutto ok.
Da allora Charlie, il maschio che l’aveva coperta, prese l’abitudine di venire a trovare Penny ogni tanto. Non spessissimo: potevano passare due, tre mesi o anche di più. Ma venne sempre. Continuò a venire quando la cagna non era in calore, anche dopo che fu sterilizzata, per ben sei anni. Ce lo trovavamo in giardino, sapeva infatti saltare la recinzione, passava un po’ di tempo con lei e poi se ne andava.
Verso i 10 anni la mia Penny, che a dire il vero era invecchiata abbastanza precocemente, un po’ perché era grassa(nutrizione sciuramariesca, questa volta colpa di mia madre, che riuscirebbe a rendere obeso persino un levriero, figuriamoci una cocker), un po’ perché era ormai cieca e quasi sorda, finì i suoi girni in modo abbastanza tragico (sotto le ruote dell’auto di mia madre, dove si metteva a dormire). E qui, oltre il dolore, ci fu la sorpresa. Mio padre aveva appena portato via il corpo, quando ci ritrovammo Charlie in giardino. Venne, si guardò intorno, rimase un po’ lì e se ne andò. Non tornò mai più benché sia vissuto altri tre o quattro anni. Era amore, era simpatia, era una sorta di imbrancamento con quella cagna che non viveva insieme a lui? Non lo so. E come fece a sapere che era morta proprio quel giorno? Non credo nella telepatia, credo piuttosto che abbia percepito qualcosa, forse degli odori. Esiste l’odore di morte? Scusate il termine crudo, ma non mi spiego la cosa altrimenti.
Comunque mi piace molto raccontare questa storia. Charlie visse certamente la sua vita senza lutti per gli anni a seguire e sicuramente si fece una ragione della fine di Penny, ma è come se fosse venuto a renderle omaggio un’ultima volta, antropomorfizzando molto (ma neanche troppo: gli elefanti lo fanno) è come se fosse venuto al suo funerale.
Grazie mille per l’articolo Valeria, come ti dicevo io ho perso da 5 giorni la più grande (2 anni e mezzo) delle mie carline. Alla piccolina (due anni), l’abbiamo fatta vedere ed annusare dal veterinario e devo dire che non l’ha cercata a casa. Abbiamo solo l’impressione che si annoi… Quando è arrivata, avendo trovato compagnia canina, ha sempre giocato con lei, insieme a noi ma con lei. Per il resto non ci sembra particolarmente diversa, nessun rifiuto del cibo, insomma più o meno la stessa. Farò leggere attentamente l’articolo a mia moglie, per evitare ulteriori stravizi. Grazie ancora.
Ciao Valeria grazie per il tuo articolo. Ho appunto due cani una di 15 e il secondo di 2 anni. Mi chiedevo appunto come potrebbe reagire il piccolo visto che al suo arrivo due anni fa circa all’eta’ di sette mesi da canile ha visto nella veterana un punto di riferimento. Mi chiedevo pero anche come.potrebbe reagire alla mia di sofferenza. Potri essere io non in grado di getire l’eventuale suo smarrimento.
Grazie
Francesca