mercoledì 10 Settembre 2025

Così piccolo… e così “bullo”!

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

bulletto3di VALERIA ROSSI – No, non “bullo” nel senso di molossoide, o terrier di tipo bull: proprio “bullo” nel senso più corrente del termine, ovvero carognetta che attacca tutto e tutti, abbaione indisponente,  piccola peste rissosa, arrogante e a volte pure mordace.
Quanti ne conosciamo? Quanto ci stanno antipatici, specie se partono all’attacco dei nostri cani (magari di taglia medio-grande) cercando apparentemente in ogni modo di farsi uccidere?
E quanto ci stanno antipatiche (per non dir di peggio) le loro umane (quasi sempre donne) che ci urlano: “Metta la museruola a quel cagnaccio!”, quando il cagnaccio si stava facendo gli affarissimi suoi in santa pace, senza cercare nessuno, mentre il vero “kanekiller” veniva lasciato libero con la scusa che “tanto è piccolo, poverino!”?
Non rispondetemi: sono domande retoricissime di cui conosco già le risposte.
Dietro a tutto questo, però… che cosa c’è?
Errori umani, bambinizzazioni e maleducazione? Problemi legati alle razze?  Problemi del singolo soggetto?
C’è quasi sempre un mix di tutto questo, nel comportamenti dei micro-bulli: anche se, di base, c’è spesso un’insicurezza dovuta al fatto che i microcani non è proprio che “si sentano rottweiler o dobermann”, come ripetiamo tutti scherzando. In realtà loro sanno benissimo di essere microscopici e quindi tendono ad essere aggressivi per autodifesa.

bulletto9E’ vero che poi si lanciano senza (apparente) paura contro cani dieci volte più grandi di loro: ma è più un “coraggio della disperazione” che un coraggio reale. Un cane davvero sicuro di sè non è mai rissoso, anzi tende a farsi gli affari suoi e a non andare a cercar rogne con nessuno.
Ricordiamo che i cani – esattamente come i lupi – NON sono animali “da rissa”: il quieto vivere è la loro massima aspirazione, e vengono meno a questa tendenza pacifica solo quando si sentono in pericolo (o per altri motivi comunque validi, almeno dal loro punto di vista).

bulletto11Che fare, dunque, quando si è alle prese con un bulletto di tre-quattro chili (o anche meno)?
E’ evidente che se il problema numero uno è l’insicurezza, la cosa giusta da fare è dare sicurezza al cane: purtroppo molti umani scambiano la sicurezza con la protezione, che in realtà ne è quasi l’ esatto opposto.
Per acquisire sicurezza e autostima il cane deve imparare a superare i piccoli stress a cui lo sottopone la vita di ogni giorno: non è certo evitandoglieli che si migliora la situazione.
L’importante è sempre quello di discernere tra eustress e distress: l’eustress (o stress “buono”) è quello in cui il cane affronta un problema con un’iniziale reazione di allarme (con attivazione della corteccia surrenalica, grazie all’azione della midollare del surrene e del sistema simpatico) a cui subentra la cosidetta “fase di resistenza” nella quale l’organismo, grazie all’azione combinata dell’ipotalamo, del surrene e delle catecolamine, trova una nuova condizione di equilibrio.
Ovvero: il cane riesce ad affrontare lo stressor, a trovare la soluzione al problema e a superarlo, ritrovando l’omeostasi  (e cioè la sua stabilità psicofisica).
Ma è tutto qui?
No, perché il superamento dell’eustress aumenta la capacità di resistenza allo stesso tipo di stressor, qualora il cane si ci ritrovasse di fronte in futuro, ed anche a stressor simili.
Inoltre aumenta l’autostima del cane, che si rende conto di “potercela fare” a superare un problema anziché aspettare che qualcuno lo risolva per lui (o subirlo passivamente).

bulletto8Passando agli esempi pratici, che succede quando un cane di piccola taglia incontra uno stimolo preoccupante (umano sconosciuto, cane più grande di lui e così via)?
Subisce un iniziale stress e quindi reagisce mettendosi in allarme, come è normale che sia.
Se a questo punto viene preso in braccio dall’umana apprensiva che lo sottrae al possibile incontro con altri esseri viventi, oppure gli fa superare “meccanicamente” l’ostacolo,  il cagnolino:
a) non acquisisce alcuna competenza;
b) rimane dell’idea che quello stimolo fosse effettivamente qualcosa di brutto/pericoloso/preoccupante (convinzione che si rafforzerà assai di più se l’umana accompagna il gesto di prenderlo in braccio con un suo personale stato ansioso (molto frequente quando lo stimolo è rappresentato da un altro cane) e/o gridolini di puro panico;
c) non ritrova l’omeostasi, perché non è stato lui ad affrontare e superare lo stressor, ma ha semplicemente aggirato il problema (e per di più per scelta non sua: gli è stato imposto di farlo).
Tutto questo porta ad un accumulo di stress, e non certo a un evitamento dello stesso: accumulo che molto spesso si traduce in un continuo stato ansioso e quindi in atteggiamenti aggressivi o eccessivamente paurosi (e in questo secondo caso, ovviamente, le “mammine apprensive” peggioreranno la cose tenendo definitamente il cane sotto la campana di vetro rappresentata dal loro abbraccio protettivo).

bulletto12La cosa giusta da fare sarebbe quella di cominciare ad insegnare al piccoletto ad affrontare e risolvere i problemi da solo, anche se sotto la guida (e non sotto l’ala protettiva) del suo umano. Sono due cose molto diverse, che producono risultati molto diversi: soprattutto nell’incontro con cani più grandi, che verranno approcciati con educazione e rispetto anziché con l’aggressività e l’arroganza tipiche di chi è convinto di avere comunque sempre le spalle coperte.
Attenzione, però: perché se il cane pensa di non averle, le spalle coperte, non diventerà necessariamente più tranquillo ma potrebbe diventare aggressivo per “disperazione” autodifensiva. Potrebbe pensare, cioè, che quando non sta in braccio a qualcuno rischia la vita: ed è questo, molto spesso, a portare i piccoletti sciolti ad aggredire cani dieci volte più grossi di loro.
E’ la paura di ciò che non conoscono a spingerli ad attaccare, specie quando non hanno avuto modo di socializzare e di imparare i normali segnali che caratterizzano la comunicazione canina.
Se alle Sciuremarie di turno vien voglia di sparare, quando se la prendono con il nostro innocuo cagnone mentre è il loro tappetto che cerca rogna, non possiamo invece prendercela col cane, che pensa di lottare per la vita.

bulletto1Oltre agli errori umani, comunque, ci sono anche predisposizioni individuali e di razza al bullismo: per esempio i cani selezionati per avere aggressività alta e tempra dura, come i terrier e i bassotti (che non sono selezionati così per sfizio, ma perché sono cacciatori da tana che devono affrontare avversari molto più grossi di loro) tenderanno al bullismo più di un cane da compagnia, che invece aggressivo non dovrebbe esserlo mai.
Il fatto che siano proprio pinscher nani e chihuahua a manifestare più frequentemente atteggiamenti da bulli ci fa capire quanto le Sciuremarie si impegnino (inconsapevolmente) nel rovinare il carattere dei loro cani.
Il brutto è che i cani mignon spesso hanno un ego smisurato (se non l’avessero, probabilmente si suiciderebbero…): quindi, una volta assodato che il bullismo paga, non lo riservano più soltanto agli sconosciuti, ma anche ai membri della famiglia e – in casi più rari, ma non così infrequenti come si potrebbe pensare – perfino allo stesso proprietario.
Se ci pensiamo un attimo, è abbastanza normale: si sono permessi per mesi o anni di ringhiare o abbaiare contro tutto ciò che li preoccupava/indisponeva, ottenendo vittorie su vittorie  (venivano sempre e comunque protetti)… e la prima volta che entrano in conflitto con un membro del loro branco, perché non dovrebbero comportarsi nello stesso identico modo?
Sanno che funziona! Quindi spesso i cagnoli iperprotetti e trattati con “tanto ammmmore” finiscono per rigirarsi anche alla “mammina” di turno, scatenando così l’umanissima (e sbagliatissima reazione) indignata: “Ma come? Osi ringhiarmi dopo tutto quello che ho fatto per te?!?”
In realtà quello che “mammina” ha fatto, senza saperlo e senza capirlo, è stato proprio tutto il possibile per “costruire” un cane aggressivo e nevrotico.
Vi invito caldamente a rileggere, o a leggere qualora ve lo foste perso, l’articolo di Denis Ferretti “Come addestrare un cane da combattimento” (che recentemente è stato preso sul serio da un pirla che evidentemente ha letto solo il titolo ed ha coperto di insulti via email l’autore e tutto il sito, augurandoci di morire sbranati, maledicendo i nostri figli eccetera). L’articolo è – ovviamente! – umoristico, ma spiega tutti i possibili errori che si possono commettere rendendo così aggressivo un cane che – in quanto cane – avrebbe voluto soltanto vivere in pace col mondo.

bulletto13Ma cosa si può fare, quando il cane ha già deciso (magari da molto tempo) che il bullismo è la risposta a tutti i suoi problemi?
Intanto si deve riazzerare tutto ciò che si è fatto fino a quel momento: soprattutto l’iperprotettività.
Poi bisogna correre ai ripari per quanto riguarda la socievolezza con gli altri cani: in questo caso i “cani tutor” possono essere preziosi, ma si può ottenere qualche buon risultato anche con l’educazione e il controllo.
La cosa più difficile, per gli umani, è sempre superare l’apprensione che porta all’iperprotettività: anche perché un cane abituato a vivere in braccio diventerà insopportabilmente insistente nel volerci tornare. E’ probabile che passi metà della sua giornata su due zampe, implorando di essere sollevato, con gli occhioni languidi e disperati… e alle Sciuremarie che hanno sbagliato per troppo amore riesce davvero difficilissimo resistere.
Però devono farlo, per il bene del cane.
Devono capire che quello che hanno di fronte è un piccolo nevrotico che ha bisogno di cure, e che l’unica cura accettabile è quella di restituirgli la sua caninità.
Lui è un cane, non un bambino peloso: trattarlo da bambino gli ha tolto la sua dignità di cane e questo è il torto peggiore che potessimo fargli.
Lasciandolo con le zampe per terra il povero piccolino correrà dei rischi?
Certo che sì! E’ inutile negarlo: l’eventuale scontro con un cane grosso tre volte lui, lo stesso scontro che ad un altro cane procurerebbe al massimo un buchetto, a lui può essere fatale. Però, attenzione! Un cagnolino equilibrato e ben socializzato, che sa approcciare i suoi simili in modo corretto, rischierà infinitamente meno di quello che va a cercare continuamente la rissa (e che prima o poi la trova).

bulletto10I microcani sono impegnativi proprio perché bisogna stare attenti a non mandarli troppo allo sbaraglio, a selezionare bene i loro compagni di giochi (adeguand quindi i propri orari a quelli in cui sapremo di poterlo portare a giocare con i cani “giusti”), a badare alla loro integrità fisica anche solo quando corrono in un prato (che non deve avere insidie come buche o dislivelli eccessivi) e così via.
Più il cane è piccolo, più dovremo proteggerlo: questo è verissimo.
Ma lo si deve proteggere prevenendo le situazioni troppo a rischio, e non certo infilandolo sotto una campana di vetro. I suoi piccoli stress deve subirli e imparare a superarli, come succede a qualsiasi essere vivente equilibrato e sano di mente: sta a noi far sì che siano “piccoli” e che si tratti sempre di eustress e non di distress.
Il microcane richiede attenzioni, tempo, impegno per farne un vero cane fiero e orgoglioso di essere tale, capace di sbrogliarsela da solo in diverse circostanze perché noi gli abbiamo spiegato come fare, e non perché abbiamo eliminato le circostanze stesse.
Se non si è disposti ad affrontare l’impegno di rendere cane un cane, allora è meglio evitare le taglie XXXS e prendersi qualcosa di meno fragile e meno delicato. Ma NON si dovrà mai, per nessun motivo, prendere un cane piccolo e poi impedirgli di vivere una vita normale.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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24 Commenti

  1. Molto interessante. Ho una bichon frisè di un anno e mezzo rimasta più piccina del normale, 2,8kg, presa in un allevamento ke non merita di essere ritenuto tale..ringrazio ke sia ancora qui perché aveva poche speranze di vita. Ma è molto provata e impaurita con lei serve pazienza quando vede cani grandi vi si avventa rabbiosa..poi scappa..pur essendo piccola cerco di farla vivere da cane il più possibile e farla socializzare ma ammetto ke è dura..anke perché ha rischiato di farne incavolare un paio belli grossi..mi piacerebbe seguire un corso di socializzazione sarebbe di aiuto. Poi ci prendono in giro dicendo ke è un pitbull travestito da agnellino xD

  2. houston we have a problem:la nostra rottcucciola ormai di 15 mesi si è ribellata alla dittatura della vecchia pinscher,capobranco.come posso aiutare questo spodestamento impedendospargimenti di sangue(troppa differenza di taglia per la libera tenzone)? aiuto

  3. Questo articolo è davvero interessante, e anche divertente da leggere. Sono la proprietaria di un cucciolo di Spitz di Pomerania, che da grande arriverà a 2,5 Kg, grasso che cola. Adoro questa razza, ma l’unica perplessità, per l’appunto, è su questo problema di carattere, odiosissimo, che i cani di piccola taglia a volte sviluppano. Siccome non voglio diventare anche io una Siuramaria del cavolo, mi puoi dare qualche consiglio pratico di educazione, prima di far involontariamente danni?

  4. Io ho due cani uno grande e uno piccolo, ma il piccolo e’ un terrier, lui si fa gli affari suoi, non cerca rogne, ma se lo sfidano o cercano di sottometterlo, non teme niente e nessuno parte(incoscientemente) a razzo.
    In casa con il golden e’ lui che comanda, non so se perche’ se sia perche’ e’ piu’ vecchio o cosa, ma hanno fatto tutto da loro io non sono mai intervenuto.
    Credo che per i piccoli attaccabrighe di natura oltre la paura che possono avere, molto incida l’iperprotezione umana.
    Piuttosto ho il problema contrario, il golden che geneticamente dovrebbe essere pacifico, sta assumendo in tutto e per tutto gli atteggiamenti dello yorkie e se trova qualcuno che lo sfida risponde come un terrier.

  5. Le poche volte che porto in paese i miei cani corsi( cerco di portarne uno alla volta la guinzaglio)se incontro un piccolo ringhiante con relativo padrone o padrona al guinzaglio ,vedo un comportamento diverso fra il maschio corso e la femmina corsa, Pioggia la femmina quando è vicino a me al guinzaglio è molto protettiva nei miei confronti e al avvicinarsi di persone con un piccolo cane che abbaia o ringhia fa vedere subito i denti con un profondo ringhio che vene su dal interno che mi fa tremare pure il guinzaglio(e di solito è sufficiente per fare scappare il piccolino) mentre con Arion il maschio la faccenda è diversa,lui è un cagnone molto sicuro di se stesso,e naturalmente quando vede un piccolo che ci ringhia contro non pensa minimamente che possa rappresentare un pericolo per il sottoscritto e se stesso,in questi casi io allento il guinzaglio di Arion e lui si limita ad avvicinare il suo musone( ma molto vicino quasi sopra) al piccolo bulletto il quale vedendo questa montagna di cane che lo osserva senza reagire si blocca e il piu delle volte anzi tutte le volte se la coglie ritornando dal suo padrone con la coda fra le gambe e con un sano rispetto per il grosso cagnone che non lo è filato mezzo,ma questo lo posso fare con Arion perche è un cane che non avendo paura di niente pensa che non sia dignitoso prendersela con un piccolo isterico male educato ciao a tutti a sentirci Aquila della notte

  6. Io devo stare particolarmente sulle scatole ai chihuahua. Ogni volta che ne incontro uno per strada mi si scaglia contro con la ferocia di un topo inxxxto! eppure dentro di me li trovo tutto sommato adorabili, buffi e carini, sono anche ben disposto verso di loro… Ma hanno quel carattere insopportabile che alla fine me la prendo con chi ha inventato questi cani da 1 chilo e mezzo! c’è bisogno di comprimere cuori, polmoni, sistema digestivo in tutto quello spazio???

    • Tommaso purtroppo non è colpa del cane come tu già saprai, quando giro con i miei tutti si meravigliano di quanto sono affettuosi e socievoli ed io non sono un grande esperto, ho solo studiato un po’. Secondo me gli allevatori dovrebbero educare un minimo i futuri proprietari al momento dell’acquisto con qualche indicazioni sulla corretta gestione ed educazione del piccolo.

  7. Io ho un west highland maschio e purtroppo sono abbastanza ansiosa dato che lui, se l’altro cane (maschio) gli sta antipatico, non le manda certo a dire (soprattutto se è grosso e minaccioso)… per carità non lo prendo in braccio (non pesa 2 chili nè ama farsi prendere) però se posso cambio strada, cercando di evitare che non si accorga della presenza dell’altro (se non lo sopporta fa l’aggressivo anche a distanza), infatti spesso la passeggiata è per me una fonte di ansia, ho sempre 1000 occhi ed il radar avvista cane a distanza… mio marito è invece meno pauroso e catastrofico ed in tali casi non evita l’incontro, inoltre pensa che il comportamento del nostro cane sia abbastanza nella norma (classica rivalità tra maschi) e non si debba intervenire in altro modo… chi avrà ragione?

  8. Articolo interessante e ben fatto, complimenti!
    Ho due chihuahua e mi dispiace molto che i piccoli cani si siano fatti la nomina di bulli, ma purtroppo è così, molte persone li trattano come bimbi e questo è il risultato. I miei due piccoli non stanno mai in braccio, hanno le loro zampette e camminano sempre al mio fianco, come fanno tutti i cani!
    Il primo arrivato non ha più paura dei più grandi (tranne se sono vivaci e comunque non abbaia, se ne va e basta) ma ci sono voluti mesi di lavoro, socializzazione e tanta pazienza. Con la seconda ci sto ancora lavorando, per questo avrei gradito che l’articolo fosse completato con qualche consiglio pratico in più.

  9. Io vivo questo problema dal lato opposto; ossia come “vittima” di tanti imbecilli “microcanemuniti”. Balrog ha raggiunto i 65 chili il giorno in cui ha compiuto un anno e sicuramente continuera a crescere (e’ un mastino spagnolo).
    E quando lo porto al parco o semplicemente camminando per strada e’ un susseguirsi di minicani isterici (con proprietari incapaci al seguito) che gli abbaiano contro in modo minaccioso; e per me sta diventando uno stress il doverlo trattenere tutto il tempo per paura che ne ammazzi qualcuno. Anche perche pure se lui non ha mai reagito alle provocazioni (convive pacíficamente pure con i gatti e non caccia i topi ne le lucertole), se un giorno si dovesse stancare…
    Come faccio ad evitare problema del genere? Che devo fare se un chihuahua o uno yorkshire isterici (o un meticcio di pari taglia) ci si avvicina minaccioso? Come faccio per evitare che Balrog decida che e’ ora di smettere di subire pasivamente le loro minacce?
    A volte sento che sto danneggiando il nostro rapporto, visto che lo trattengo con il guinzaglio impedendogli di rispondere ai “minicanisterici” liberi che lo sfidano.

  10. “Un cane davvero sicuro di sè non è mai rissoso, anzi tende a farsi gli affari suoi e a non andare a cercar rogne con nessuno.”

    Non sono completamente d’accordo con questa frase. In particolare i molossoidi più crescono mentalemente e fisicamente più sono consci delle proprie potenzialità, per cui i soggetti più territoriali e dominanti (se lasciati liberi e non controllati dal padrone) tenderanno ad aggredire quei cani che non si sottomettono spontanemente a loro

    Spero in una sua risposta perchè reputo questo argomento particolarmente interessante

    • I cani lasciati liberi che pensano di controllare territori che in realtà non sono affatto “casa loro” sono cani di persone che andrebbero prese per il coppino e portate di peso a farsi un mesetto di galera…
      Detto questo, e presumendo che le persone rispettino la legge (sì, vabbe’…però non possiamo prendere i criminali come “regola”…), concordo sul fatto che un molossoide (ma non solo) possa diventare aggressivo per territorialità. Se però non si trova in casa sua e non ritiene di dover difendere nessuno, resto dell’idea che un cane equilibrato e sicuro, anche se molossoide, non vada a cercare rogne in giro.

      • “I cani lasciati liberi che pensano di controllare territori che in realtà non sono affatto “casa loro” sono cani di persone che andrebbero prese per il coppino e portate di peso a farsi un mesetto di galera…”

        Questo è naturalmente giustissimo.

        Quello che volevo dire è che molto spesso noto che cani(nello specifico molossoidi) definiti agressivi non vadano a cercar rogna, ma bensì quest’ultima venga da loro. Anche al di fuori del proprio territorio un molosso adulto emetterà certi segnali che per semplificare potremmo definire di dominanza, ma una volta incontrato un cane più grosso e forte di lui tendenzialmente si farà da parte. La stessa intelligenza evoluzionistica non è presente per esempio nei terrier che, seppur di taglia inferiore, la maggior parte delle volte andranno a cercare lo scontro(trovandolo) con il suddetto molosso.

        • Leggo assiduamente gli articoli e provo a mettere in pratica i giusti suggerimenti forniti da Valeria. Ho un cane puro ‘meticcio’ (pincher+bassotto) di un anno, prima esperienza in casa con un cane e tra l’altro quando lo abbiamo accolto aveva già subito delle prove non facili, allontanato presto dalla madre, lei aveva solo 9 mesi e lui la mordeva, poi abbandonato dal padrone per tre giorni e tre notti senza cibo e senza acqua… Non sapevo quello che so oggi sui cani altrimenti come prima esperienza non lo avrei preso ma adesso è parte della nostra famiglia e nonostante le varie difficoltà attraversate, morsi etc. etc. ci siamo affidati ad un comportamentalista davvero competente e sono arrivati tanti risultati. Però lui è aggressivo con alcuni cani più grandi di lui non con tutti e soprattutto se è al guinzaglio (non lo prendo MAI in braccio anche perchè non ama farsi prendere in braccio da me) ma il problema più grande è che ‘mostra’ i denti alle persone -uomini soprattutto con vocione etc che provano ad avvicinarmi o con i quali scambio due parole mentre facciamo la passeggiata… Quando abbiamo ospiti in casa, per un certo periodo lo chiudiamo nel suo trasportino/cuccia e solo dopo che si è tranquillizzato che ha accettato l’ingerenza delle altre persone allora lo liberiamo altrimenti lì resta. Con l’educatore il percorso non è ancora terminato, abbiamo in un certo qualmodo risolto la convivenza in casa adesso affronteremo le passeggiate ma voi cosa mi suggerite? Grazie per questo sito mi è davvero di grande sostegno e se casco nella trappola della sciuramaria cerco sempre di correggermi

          • Cristina, sei seguita da un educatore, stai ottenendo buoni risultati, sei ancora a metà del percorso… qualsiasi cosa ti dicessi potrebbe andare in contrasto con un lavoro che, a quanto dici, sta avendo i suoi frutti. Quindi continua così! Completa il percorso con il tuo educatore, e se alla fine ci dovessero essere ancora dei problemi, magari ne riparliamo 🙂

  11. Sono d’accordo con te mog, fortunatamente però, io sto anche notando una forte spinta al cambiamento. I cani li adoro tutti, dal più minuscolo al più grosso,da quello pacifico a quello scorbutico, e vedere che, ultimamente, anche i cani di piccole dimensioni (anche se con più fatica rispetto ad un cane di grande mole), cominciano ad essere finalmente trattati da “cani”, mi fa sperare in bene 🙂

  12. A me dispiace sinceramente quando vedo che tante razze di cani di piccola taglia si sono fatte la reputazione di “nevrotiche” e “isteriche” immeritatamente.
    Mi rincresce particolarmente poi quando si parla di cani tendenzialmente coraggiosi, curiosi e spavaldi che invece sono stati resi dei poveretti insicuri, infelici e aggressivi.
    Purtroppo i “nanetti felici di vivere, solari e in pace col mondo” sono una luminosa minoranza in una gran massa di insicuri, rissosi, depressi, kamikaze canini con “mammina apprensiva” a traino.
    Non aiuta la società che affibbia a certe razze un target d’acquisto assolutamente “a rischio bambinizzazione”, non aiuta la taglia contenuta che per alcuni equivale a una licenza che solleva dall’onere dell’educazione perchè “eh tanto che vuoi che faccia!” e non aiuta il fatto che questi siano tra i cani maggiormente acquistati in negozi e\o presi un pò dove capita purchè “restino piccoli, piccolissimi”.

  13. Il Mio Ian è spesso “preda” di cagnolini di questo genere.. Di solito non se ne cura molto, anche perchè spesso gli da un gigantesco ed imperioso “BAU” e il cagnolino se ne scappa… Comunque il mio cane è “sociopatico” a lui del resto del mondo canino frega molto poco. Lui ha da fare, deve correre dietro le lucertole e le farfalle, insomma è un tipo impegnato!

  14. Io ho un microcane (4 kg di yorkie), e ovviamente abbaia solo ai cani grandi (e neri). Se riesco la lascio avvicinare e smette quasi subito. Ma non riesco a farlo sempre…..i padroni dei cani grandi ci evitano eppure…..facciamo solo tanto rumore, nulla di più. E’ l’approccio giusto? Io non la prendo mai in braccio.

  15. bellissimo articolo…una nostra amica ha una cagnolina proprio così…con tutti i cani che incontra è aggressiva…abbiamo provato, per forza di cose perchè andiamo in vacanza insieme, a metterla a contatto con i miei due bordercollie (maschio e femmina). è andato tutto benissimo a parte l’inizio in cui eravamo un po’ preoccupati..
    Siamo partiti con i nostri due camper e abbiamo deciso di lasciare liberi i miei cani e questa cagnolina mignon …..si sono annusati e si sono capiti….alcune volte la piccolina rogna a i miei due cani e loro la ignorano..tutto fila liscio. è proprio vero che se non c’è tensione , da parte dell’umano , tutto va bene….

  16. La mia li evita proprio i microcani, li considera delle rotture di scatole e, pur non essendo un gigante (18Kg), preferisce dare una annusata e fare due zompetti con un cane di 50 Kg piuttosto che con uno di 3Kg. Proprio l’altro giorno ho incontrato un chihuahua, classico bulletto di cartone, che ha cominciato ad abbaiare da 15-20 metri di distanza. La mia ovviamente si e’ fatta i fatti suoi, anche quando siamo passati vicino (la strada era per forza quella, e la signora era ben piantata e non intenzionata a muoversi). Appena siamo giunti vicino il bulletto ha comunque lanciato qualche segnale di calma, per poi ricominciare ad abbaiare come un forsennato, e poi terrorizzarsi perche’ nel frattempo si era avvicinato uno Shiba che l’ha annusato fregandosene proprio del suo parere.

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