di VALERIA ROSSI – Alè! Ci risiamo col pit bull killer… che però lascia un segno da cagnolino.
Ora, io dico: NON mettessero la foto, uno potrebbe anche credere al “feroce attacco”.
Invece no. Mettono la foto e poi scrivono (copincollo testualmente): “Attimi di puro terrore: si ritrova davanti un Pit Bull che l’aggredisce a morsi in strada (questo è soltanto il titolo: il bello viene dopo) – Se sia stato il coraggio unito all’accortezza, o magari l’ovvia paralisi per il terrore, non si sa. Ma è rimasto in piedi di fronte a quell’aggressione feroce, nonostante la pressione delle mandibole e la paura che deve avergli provocato un interminabile brivido in ogni cellula del corpo. E questo forse gli è servito a salvarsi la vita. Se fosse caduto per terra, avrebbe rischiato di essere azzannato al collo. E ora, probabilmente, si starebbe narrando una tragedia“.
Tadannn! Ecco il processo alle intenzioni (che non manca mai, così come è immancabile il cane “uscito di senno”). Il tutto lo trovate su “Lecceprima”. E ci trovate anche commenti che evito di riportare, perché di vomitare al mattino presto (e di far vomitare voi) non ho troppa voglia.
Comunque: di fronte a cotanta prosa iper-drammatica, la foto che vedete qui a sinistra diventa quasi comica.
Samba, giocando, mi lascia segni peggiori, giuro.
Ma soprattutto, lascia segni diversi: decisamente più ampi e soprattutto girati nel verso giusto.
No, perché se davvero tu sei fermo in piedi, come si racconta nell’articolo, un cane per lasciarti quei segni lì deve prima saltare e poi avvitarsi su se stesso, lanciando i posteriori verso l’alto: spider dog.
In più la dimensione della bocca non sembra certo quella di un pit bull: e non parliamo della “pressione delle mandibole”, che evidentemente non sono neppure entrate in gioco.
Questa è la solita pinzatina che fino a qualche annetto fa non sarebbe finita sui giornali neanche per sbaglio, mentre adesso va in prima pagina.
Sulla differenza tra una pinzatina e un vero e proprio attacco ho già scritto un intero articolo, quindi non sto a ripetermi: ricordo solo che la pinzata può essere o una minaccia, o la reazione a un gesto che ha spaventato il cane.
Quindi alla storia del feroce pit bull impazzito che esce da un podere e attacca senza motivo un ragazzo che non sta facendo niente di niente, semplicemente non credo.
Non ho ovviamente modo di sapere come siano andate davvero le cose, e altrettanto ovviamente non può raccontarcele il cane: mentre il ragazzo può raccontare ciò che più gli aggrada, visto che era l’unico presente al momento del morso.
Chi è poi intervenuto (e cioè i due elettricisti che hanno spinto il loro furgone contro il cane, spaventandolo e facendolo fuggire verso casa sua) è arrivato quando l’attacco era già in corso; sono arrivati invece a cose fatte “l’ASL, gli agenti di polizia locale, i vigili del fuoco e il 118” (mancavano solo l’esercito e l’FBI!).
Comunque: oggi è uscito un secondo articolo che forse appare un filino più realistico.
Si legge infatti che il ragazzo “all’improvviso s’è trovato la strada sbarrata da quel cane. Stando al suo racconto, l’animale ha iniziato a saltellargli intorno. Sembrava volesse lanciarsi verso la gola” (e da cosa l’ha dedotto? Io quando vedo un cane che “mi saltella intorno” penso che voglia giocare…). Ma soprattutto, il ragazzo “è riuscito, grazie alla prontezza di riflessi della giovane età, a tenerlo a bada con qualche calcio“.
Toh! Il quadro sembra cambiare, rispetto al primo articolo.
Parrebbe infatti che le cose siano andate più o meno così: il cane – appartenente a un anziano che lo teneva sempre a catena (complimenti) e che non gli ha mai fatto mettere il microchip (ri-complimenti) – fugge da Alcatraz, arriva in strada, si trova di fronte un ragazzo e, forse per gioco o forse perché diffidente, comincia a girargli intorno.
Il giovane, pensando che abbia cattive intenzioni, cerca di allontanarlo con un calcio… e il cane lo morde.
Ma se le cose fossero andate così, chi dei due sarebbe “uscito di senno”?
Tra l’altro, ieri sembrava che il ventiduenne fosse stato morso soltanto al fianco, mentre oggi si parla anche della caviglia: il che però rafforza l’idea dell’autodifesa nei confronti dei calci, visto che il cane morde sempre quello che gli viene “proposto”, ovvero messo a portata di bocca. E se uno rimane fermo in piedi, la caviglia è proprio l’ultima cosa che un cane pensa di mordere.
Dunque: questo illuminatissimo giornalista, come si permette di parlare del cane come di un potenziale killer e del ragazzo come di una “povera vittima”, quando sembra assai più credibile che ad attaccare per primo sia stato proprio lui?
Altri piccoli particolari interessanti: al ragazzo hanno dato una prognosi di dieci giorni, eppure stamattina “si è presentato puntuale presso il comando di polizia locale”. Quindi sta bene, è in piedi, va a spasso: il che la dice lunga sulla gravità delle sue ferite.
Poi: la foto del cane non si è mai vista. Eppure hanno fotografato perfino il podere in cui viveva (è quello nella foto di apertura), quindi sul posto ci sono andati.
Ce lo vogliono mostrare, questo terribile “pit bull nero” che nei commenti viene definito “quel bestione“, ma che lascia segni attribuibili ad un cane di meno di dieci chili?
No, perché (scusate lo splatter, ma quando ce vo’ ce vo’…) quelle che vedete nella foto a destra sono le ferite causate dal vero attacco di un pit bull (spero solo che il giornalista, che ha definito “una scena impressionante” quella della foto riportata sopra, non legga “Ti presento il cane” e non veda questa, di immagine: perché come minimo dovrebbe cadere a terra svenuto).
Mi pare che la differenza sia abbastanza evidente, ed è per questo che insisto sempre tanto sul fatto che un conto sia un morso e un altro una pinzata. Perché un cane che lascia segni come quello sul fianco del ragazzo di Lecce NON VOLEVA FARE DAVVERO MALE: e la distinzione mi sembra molto importante.
Infine: “Lecceprima” chiude l’articolo di oggi con una frase che mi ha fatto rizzare i capelli in testa.
Dopo aver spiegato che l’anziano proprietario è stato denunciato per lesioni colpose e omessa custodia di animali (il che va benissimo), il giornalista conclude così: “il molosside per ora si trova ancora presso il canile, dove vi starà almeno nove giorni altri (e qui glissiamo sia sul “molosside”, visto che si tratta semmai di un terrier di tipo bull, sia sul fantasioso italiano usato in tutta la frase). Il 76enne, una volta ammessa la proprietà dell’animale, è stato chiamato a cercargli un luogo più consono, ma bisognerà capire se intenderà ancora tenerlo in custodia. Per ora gli ha procurato una montagna di guai”.
Cioè: ‘sto vecchietto lega l’animale alla catena, non microchippato, incustodito, tenuto chissà come… e sarebbe stato IL CANE a causare guai a LUI?!?
Tipico esempio di mondo che va totalmente a rovescio, visto che quella povera bestia dovrebbe essere immediatamente sequestrata per salvarla da un proprietario incompetente e incosciente come questo!
Invece no: glielo ridanno. E se il tizio rifiuta di riprenderselo, il cane resta in canile: laddove è facilmente immaginabile quante possibilità di adozione troverà, dopo il modo in cui è stato dipinto dai giornali.
A me viene tantissimo da piangere. Non so a voi.
Soliti giornali italiani… per come parlano di politica non mi stupisce che parlino così dei cani… ho un rott e la gente mi guarda come se al guinzaglio avessi il demonio sotto forma di cane… ma visto che il mio cane non sa nemmeno cosa sia una catena ed ha un padrone responsabile, non farebbe male nemmeno per sbaglio… I giornali hanno infamato i rott, i dogo, i pittbull tanto da farli sembrare il male della terra… perché un fondo ‘volpino morde vecchietta” non sarebbe poi un gran titolo…
p.s. a chi pensa che quello sia un morso manato, assicuro che un pittbull che manca il morso non lascia die segni tondi ma dei graffi, quella è una pinza bella e buona.
Ho letto l’articolo da “lecceprima”, tanta roba eh… giornalismo da premio Pulitzer.
Roba da domandare spiegazioni all’ordine dei giornalisti per vedere se e` la “norma” scrivere cosi tante minchiare ed esagerazioni in un articolo cosi corto.
a naso direi che è probabile che il cane, che era sempre stato a catena e per stessa ammissione del proprietario che ha detto che è un porta-guai, non avesse intenzioni proprio amichevoli. l’articolo è esagerato ma non credo che al mondo l’umanità sia tutta scema e che un ragazzo di 22 anni capace di intendere e volere e che cmq qualche morso se lo è preso, non sia in grado di capire se un cane che gli si piazza davanti alla strada voglia fargli le feste o se invece magari non sia un cane da cui bisogna guardarsi bene… io adoro gli animali e so benissimo che spesso gli attacchi di un cane sono riconducibili a nostri comportamenti malinterpretati dal cane. ma purtroppo non sempre. esistono anche i cani disturbati, addirittura esistono cani che sono disturbati dalla nascita e non solo perchè sono stati tirati su male. (ne conosco uno, anche ben trattato).
Valeria , oggi hai fatto filotto. L’articolo sul povero border… fra rabbia e tristezza ciao al mio fegato, poi questo.. e per la rabbia fra giornalista, padrone e ragazzo… parte anche lo stomaco! A volte mi domando in quale buco si siano nascoste la civiltà e l’intelligenza che dovrebbero essere tipiche della specie umana. Poi si stupiscono se qualcuno dice “più conosco gli uomini, più amo gli animali”.
Credo sia abbastanza inutile disquisire, come e’ gia’ capitato, sul fatto che quello sia un morso, un morsetto, una pinzatina, pinzatona con intenzione, senza intenzione etc…
Il problema e’ che questo tipo di giornalismo alimenta e si alimenta di una realta’ fantasiosa che poi rischia di diventare reale nella percezione delle persone e le persone finiscono per pensare che il mondo giri cosi’ come viene raccontato dal giornalista provetto. Questo vale per gli articoli che si basano sull’allarmismo, sul sensazionalismo e sul riporto di sonore e clamorose panzane che sembrano andare per la maggiore da un bel po’ di tempo a questa parte, ma vale in generale per la professione di cialtroneria che nei mondi immaginari dove tutto e’ interpretato a piacere ci sguazza.
Il rischio, per chi ci crede, e’ quello di finire per vivere in un guazzabuglio di mondi immaginari e di farsi del gran male ogni volta che girando l’angolo sbatte la faccia contro il mondo reale del quale non sa piu’ niente da un pezzo. Ecco, io di responsabilita’ del cane, del padrone, del ragazzo etc… non ne voglio proprio parlare, non perche’ non esistano o non possano esistere, ma perche’ preferisco concentrarmi sulla responsabilita’ di chi scrive e pubblica non-notizie in questo modo nei confronti di un pubblico presso il quale si gode di un credito sufficiente a influenzarne il giudizio. Questo vale in generale, non solo per l’ennesimo articolo su un evento comunque spiacevole, ma ogni volta che si dipinge una realta’ che non ha niente a che vedere col mondo reale se non per l’occasionale spunto iniziale.
Ora, e’ vero che tra tutti c’e’ chi e’ piu’ sveglio e chi meno; chi lo e’ di piu’ legge in modo critico e chi lo e’ di meno si beve qualunque panzana. Ora, non si puo’ fare una colpa al bevitore di panzane di essere poco sveglio, ma a chi gliele propina si’: chi scrive questi articoli e’ responsabile della coglionaggine indotta in chi li legge e ci crede.
Che poi la perla di saggezza “…tenuto a bada con i calci”, quante vittime (vere) fara’..?
E infatti e’ proprio cosi’. Chi si fa una “cultura” su queste perle di saggezza prima o poi si scontra con una realta’ per la quale e’ totalmente inadeguato. E’ per questo che io ce l’ho con i cialtroni (questa e’ la settimana della mia personale campagna contro la cialtronaggine), perche’ i cialtroni non sono innocui, ma al contrario sono dannosi perche’ inducono gli altri a credere di aver acquisito delle informazioni che si trasformano in competenze in realta’ inesistenti.
Fuori dai giri di parole, se mai uno dovesse trovarsi di fronte a un affare a quattro zampe che mostra i denti, quando il tipo si mette a scalciare come se avesse una crisi epilettica l’affare a quattro zampe se ne fotte se il tipo lo ha letto sul giornale e il massimo che puo’ pensare e’ che il tipo che scalcia tanto normale non deve essere quindi una sgagnata tanto per non saper ne’ leggere ne’ scrivere male non fa.
Lacrime a fiumi… Anche perché l’imbecille giornalista, l’imbecille proprietario e l’imbecille umanità in genere – passatemi il termine – parte dalla considerazione che un qualunque cane (un pitbull, un pastore tedesco, uno yorkshire, ecc.) ragioni come un essere umano. Quindi un cane che ti gira intorno lo fa perché ti vuole aggredire. Ora, non sono un esperto di comportamento canino ma mi sembra di aver capito che l’approccio tra due cani (di qualsiasi razza) parte proprio da un avvicinamento non diretto e laterale… cioè si girano attorno. Se quindi l’imbecille giornalista avesse chiesto al cane “quali erano le tue intenzioni?” magari il cane avrebbe risposto “ma… ho visto il ragazzo là… sono sempre solo e volevo vedere se potevo farmi un amico”. Invece no: il cane brutto e cattivo lo voleva aggredire. Punto! Senza pensare, tra l’altro, che un cane “morsicatore” rischia la soppressione… solo perché, magari, voleva farsi un nuovo amico
Valeria sinceramente parlare di autodifesa del cane e del ragazzo “il primo ad attaccare” mi sembra eccessivo: se un cane estraneo mi salta su può essere (ma anche no) perché è il cane più felice del mondo che vuole condividere la sua gioia per la ritrovata libertà, ma io mi spavento e reagisco (lo so, sbagliando)…
Con 10 giorni di prognosi è normale andarsene tranquillamente a spasso e un morso al costato difficilmente può andare oltre la pinzata per lo spessore e durezza della parte. Nessuno saprà mai se quella era una pinzata di avvertimento o un morso mancato
Che l’articolo sia spropositato è vero, incompleto anche, che il cane non sia l’unico colpevole sicuro, ma è anche vero che quel cane probabilmente ha bisogno di una seria rieducazione a causa del suo passato e non è paragonabile ai cuccioloni che han morso in spiaggia giocando quest’estate
Io credo che se il cane (di qualsiasi razza)avesse voluto aggredirlo sul serio ci sarebbero state ben altre conseguenze.Credo che a tutti sia capitato l’incontro col cane che ti abbaia e ringhia contro finché non ti allontani (continuando a camminare con calma)da quel tratto di strada che considera il suo territorio.Certo è che se lo prendi a calci quello reagisce:è cane,mica scemo.
Non mi meraviglia nulla.A te viene da piangere,a me torna su tutto lo schifo accumulato osservando certi comportamenti.Trattandosi di Lecce,poi,questo modo di trattare gli animali è la norma.
eh già, perchè nel civile nord di stronzi che tengono per una vita i cani relegati in serraglio (catene qui da me sono rare, sarà che su quelle magari denunciano davvero), poi li sbattono in canile quando decidono che “gli hanno procurato un sacco di guai”, non ne esistono…Un attimo che vado a controllare se il ridente paesino a 35 km dal confine svizzero in cui risiedo non sia per caso stato appena trasferito in territorio leccese…
Seriamente, la mancanza di rispetto per il cane e cani che vivono in situazioni assurde, sono distribuiti per tutta Italia, poi magari al nord sono più paraculi perchè l’opinione pubblica è apparentemente più sensibile all’argomento (ma solo apparentemente: perchè, la catena NO, NO, NO, ORRORE E RACCAPRICCIO; ma il cane che vive perennemente in serraglio lungo 3 volte lui, però ha cibo e acqua è mediamente più che accettato e i pazzi sono quelli che lo contestano) ma (soprattutto nei paesi) di esempi di malacinofilia estrema, è pieno.
io non concordo.
io vivo in una città vicino lecce, o meglio non proprio vicino dato che siamo quasi ai capi opposti della puglia, ma comunque mi sento offesa dal tuo commento.
come dal fatto che tenere il cane alla catena sia maltrattamento, tante volte in puglia i cani che vivono in garage o alla catena sono tenuti meglio di quelli liberi per casa.
mia nonna teneva un incrocio spinone maremmano alla catena morto alla veneranda età di quasi 18 anni con il quale sono cresciuta e vi assicuro che era ben tenuto, la notte veniva tenuto dentro e di giorno era legato fuori e quando era possibile (almeno due tre volte al giorno) veniva lasciato libero per una mezzoretta e passa (anche se sotto c’era una ragione in quanto aveva quasi causato un aborto e più di una volta aveva morso degli estranei).
mentre il cane del nonno di mia cugina era tenuto in garage e me lo ricordo bene ed era tenuto in ottime condizioni.
a questo punto mi permetto di dire:
1) che ti credi che anche al centro o al nord i cani non vengono tenuti legati alla catena? no perché io lo dubito seriamente
2) legato alla catena o in garage non è per forza sinonimo di maltrattamento. trovo più simile a un maltrattamento in cui una mia amica tratta i suoi due barboni lavandoli ogni settimana e dando sculacciate quando annusano il posteriore di un altro cane e pure vivono per casa!
Confermo ed appoggio.
ma che vi credete che siccome vivete al nord siete meglio di chi vive al sud. no! è una cosa che mi manda in bestia, facile dire siete terroni e voi che siete? dei super so tutto io, per me chi la pensa così è……
Commento non inerente al contenuto dell’articolo. Visto che tpic è abbastanza popolare e letto da persone di ogni genere, consiglio vivamente di aggiungere ad inizio articolo un avviso che informi della presenza di immagini sensibili che potrebbero turbare i più piccoli oo i facilmente impressionabili. Ovviamente mi riferiscono alla seconda immagine poiché come dicevi giocando con amici a quattro zampe mi son ritrovato con “ricordi” peggiori della prima foto 🙂
Si potrebbe andare in quel canile a vedere la belva…