martedì 30 Settembre 2025

Nonsolocollie: adesso abbiamo anche i Labrador “americani”…

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

Colpa di Marley, ovviamente: quello del film. Che non è un “Labrador americano”, ma un brutto Labrador.
Bravo, ben addestrato, simpaticissimo… ma bruttarello anzichenò.
In questa razza, infatti, sta succedendo un po’ la stessa cosa di cui abbiamo già discusso nel caso dei collie: cagnari e cagnaronzoli, quando devono rifilare al cliente un cucciolo che si avvicina solo vagamente allo Standard di razza (magari perché è un cane dell’Est, magari perché è solo il classico “figlio di Fufi e Bubi” allevato accoppiando il cane del cugino col cane del vicino), si inventano provenienze esotiche per giustificare la poca somiglianza con i soggetti che si vedono in esposizione.
Ovviamente il fenomeno è generalizzato e non riguarda solo l’America: abbiamo improbabili Mastini tibetani che arrivano dritti dritti dal Tibet (strano, perché la razza nel suo Paese d’origine è praticamente scomparsa, forse perché il povero Tibet ha altro a cui pensare), abbiamo shar pei cinesi che, guarda caso, hanno una tale marea di rughe da farceli inciampare dentro, quando le “vere” linee cinesi sono quasi “lisce”, abbiamo i chihuaha così messicani che si chiamano addirittura “mexicanini” (di questi spero di potervi parlare prossimamente, sempre se trovo il modo di farlo senza beccarmi la consueta querela, perché c’è un commerciante che sta impazzando su FB con queste razze inventate di sana pianta) e così via.

Ma stavolta parliamo di Labrador, giusto per ribadire che i cani “alla Marley” (parlo ovviamente del cane che nel film interpreta il Marley adulto almeno nella maggior parte delle scene – perché non c’è un cane solo  – e cioè un soggetto alto sugli arti, troppo alto al garrese, di ossatura leggera, con stop insufficiente, due metri di coda…e con svariati altri difetti che non sto ad elencare) non sono affatto “di linea americana”.
Tantomeno sono “americani” in senso stretto, ovvero provenienti dagli USA (come qualcuno ha la faccia tosta di raccontare ai clienti creduloni…), anche perché, di solito, costano meno di un cane di allevamento italiano.
Secondo voi il viaggio di un cucciolo dagli USA lo regalano?
Importano i cani dall’altra parte del mondo, ma poi vi fanno lo sconto perché gli siete simpatici?
Eddai. A volte basta ragionare un attimino per capire che certe panzane non possono essere altro… che panzane. E se è vero che di fronte a un cucciolo si perde la testa, almeno un briciolo di raziocinio bisognerebbe tenerlo attivo, per evitare le fregature.

A parte le clamorose barzellette dei cani che arrivano direttamente dagli USA, comunque, la storiella più diffusa è – ancora una volta – quella della “linea di sangue americana”.
Ma che significa?
Una linea di sangue non c’entra mica nulla con la nazionalità!
Una linea di sangue – detto proprio in soldoni – è frutto di una selezione basata sull’analisi genetica e soprattutto sulla consanguineità: quindi si può parlare di “linea di sangue XY (nome di un allevamento)”, o di “linea di sangue Z (nome di un riproduttore)”, ma non certo di  “linea di sangue americana”, “inglese” o “italiana”.
Altrimenti vorrebbe dire che tuuuuuutti gli americani avrebbero usato i discendenti di uno stesso cane,  tuuuuutti gli inglesi di un altro e così via (o al massimo di due o tre cani diversi).
Pensate un  po’ che daffare avrebbero avuto quei riproduttori!

Alcuni cagnari, forse perché sanno di spararla troppo grossa parlando di “linee” (o forse perché non sanno proprio che esistono: a scelta) utilizzano un altro termine: il “tipo”. Termine che fa rabbrividire ancora di più i cinofili, perché il suo significato in cinofilia è proprio quello di “insieme di caratteristiche che identificano l’appartenenza di un cane a una data razza”; tant’è vero che un cane fuori Standard viene anche definito “atipico”. E secondo voi,  un “tipo” può essere atipico?
Purtroppo mi rendo conto che qualcuno non avrà neppure capito la battuta, perché il  linguaggio da addetti ai lavori sconcerta il lettore medio, che non lo mastica e quindi non ci si ritrova.
Quindi proviamo a spiegare il tutto in un linguaggio più accessibile, aiutandoci con le immagini.

Secondo i cagnari, i cavalloni da “tre metri sotto la pancia” (bisognerà suggerire questo titolo a Moccia!), intesi ovviamente come tre metri di spazio che non ci dovrebbe essere (“aria”, in cinotecnia) sarebbero di “tipo americano”.
Bene: a parte il fatto che non esiste alcun “tipo americano”, perché lo Standard americano è pressoché sovrapponibile a quello inglese, basta guardare i cani per capire che quelli americani non sono affatto dei “mostrini” alla Marley.
Come al solito, il web ci viene facilmente incontro mettendoci a disposizione le foto…ed ecco qualche esempio di Labrador americano:


Ecco, invece, Marley:


Vi sembrano uguali? Anzi, vi sembrano cani della stessa razza?
Mi auguro che qualche Sciuramaria non stia rispondendo entusiasticamente di sì, perché mi sentirei davvero male… ma credo che sia evidente anche agli occhi del perfetto profano che si tratta di cani tragicamente diversi.

Quelli in alto sono Labrador:  “Marley” è un simil-labrador (evidentemente la cosa più somigliante ad un Labrador che avesse a disposizione l’animal trainer, perché un cane che debba fare la parte del protagonista assoluto in  un film, girando anche scene come quella – spassosissima ma certamente non facile – della foto a sinistra,  non si crea da un giorno all’altro: si prende quello che si ha già a disposizione).

Curiosamente, tra i due cani che interpretano Marley alla fine della sua vita, almeno uno è decisamente più corretto di quello di cui abbiamo parlato finora: ma nessuno lo vede, perché arrivati a quel punto del film abbiamo gli occhi pieni di lacrime e se avessero usato un San Bernardo non ce ne saremmo neanche accorti.
Limitandoci, quindi, a parlare del Marley giovane, quello che ci fa ridere e non piangere come fontane: e ricordiamo che è un Labrador al limite della tipicità (anzi, decisamente più di là che di qua) e che, volendo un cane di razza pura, non è assolutamente questo che dobbiamo cercare.
O meglio, questo va benissimo, come qualsiasi altro cane di razza e non, se vogliamo un amico e un compagno di vita: ma se vogliamo un soggetto da esposizione, o addirittura un riproduttore, per l’amor del cielo non facciamoci raccontare la storia del “tipo americano”, ma andiamo a cercare un cane che il “tipo” ce l’abbia davvero…e che, tanto per cambiare, si troverà solo in un allevamento serio.
Italiano, americano, turco o cinese che sia.

P.S.: prima che uscisse il film “Io e Marley”, i cagnari si giocavano un’altra carta, che era quella della “linea” o del “tipo” da lavoro. Presumo che, finito l’effetto-film, torneranno a ripescarla…ma purtroppo è un’altra palla galattica, perché i Labrador da lavoro devono essere Labrador, esattamente come gli altri.  Facendo più movimento, forse saranno un pochino più “asciutti” di quelli esclusivamente da show…ma la seconda foto dall’alto, quella che mostra un riporto, spero faccia capire chiaramente che tra un cane “da lavoro” e un Marley c’è davvero un abisso.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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67 Commenti

  1. Il mio rientra di certo tra i labrador “americani”, “da lavoro”… si, l’ho sempre saputo che non era un esemplare che rispettasse i canoni di esposizione e a volte mi invento le migliori storie quando mi chiedono la razza. 🙂

  2. e allora vorrei sapere come mai nello standard del labrador si parla di 35 kg massimo per il maschio e quelle vacche da show che si vedono in giro arrivano sopra i 4 se non addirittura ai 45 50 kg ,seguendo k’ evoluzione dello standard si e’ pensato solo a far diventare il labrador sempre piu’ grosso e tozzo e poco funzionale considerando che ‘ e’ un cane da caccia! per quel che mi riguarda e’ piu’ labrador marley che i labrador simil terranova che vedo in giro!

  3. Ma chissene frega dei canoni! Un cane lo ami per la sua unicita’ ! Non sono animali da laboratorio! E’ come pretendere che un figlio t nasca con caratteristiche che decidi a tavolino! Tu ami un figlio, una madre, un amico, un parente solo se tu lo ritieni ” figo”????
    Il tuo modo di parlare delle “razze” e’ vergognoso. L’ Hitler dei cani.
    Capisco perche’ ci sono cani nei canili.. Perche’ secondo te sono troppo bruttarelli per essere amati!
    Vorrei vedere una tua foto e vedere che grande opera d’arte sia tu! Per essere un essere umano ” perfetto”,secondo i tuoi canoni, dovresti assomigliare a Brad Bitt!
    E comunque se vuoi il mio parere i labrador americani non sono cosi perfetti visto che nella maggior parte dei casi sono dei tappi obesi!
    Ma con lo stesso diritto di essere amati di tutti i cani belli e brutti del mondo.
    Impara da loro, che non c scelgono come padroni da laboratorio! Non scelgono il padrone in base ai canoni estetici, all’eta’, al sesso, alla simpatia, all’ altezza, alla magrezza o all’obesita’…. Ci amano incondizionatamente per quello che siamo, per quello che gli diamo, per la nostra unicita’!

  4. Verissimo! Il mio era uno ‘sfogo’ … Così dovrebbe essere! Purtroppo tanti allevatori, anche blasonati, non la pensano così….

  5. Nuovo commento a vecchio post…
    Era ora! Evviva! Perchè io adoro i labrador (quelli veri)! Basta con le linee ‘da lavoro’! Ma perchè poi per essere buoni cani è INDISPENSABILE essere brutti?????!!!!!!!
    E in quelle razze (boxer ad esempio, sperimentato in prima persona…) dove se ti allontani un po’ dal tipo non riconosci più che animale hai davanti….. le linee ‘da lavoro’ non esistono, quindi i cani ‘buoni’ non lo sono mai, al massimo belli….
    Cristina

    • No, Cristina, frena… le “linee da lavoro esistono eccome”: si chiamano “labrador” :-).
      Semmai sono le “linee da show” che non esistono: i cani mucca, i cani che hanno perso ogni interesse per il riporto, i cani che – tout court – NON sono labrador (ma magari vincono lo stesso).
      Un cane dovrebbe essere SEMPRE e SOLO bello & bravo (e sano). Altrimenti è la “versione peluche” del cane originario.
      i cani brutti sono cani brutti e basta: non sono né “da lavoro” né “americani”, “cinesi” o “thailandesi”.
      Sono brutti cani, punto. Che poi qualcuno sia così furbetto da spacciare le ciofeche per “linee da lavoro” o per “linee di questo o quel Paese esotico”, è un altro discorso…

    • manuela… non so che tipo di riconsocimento aspettasse dall’enci visto che il silver appunto è un errore, o meglio una variante del mantello del labrtador che può verificarsi in alcuni casi… ma non è riconoscoiuto in standard appunto come il boxer bianco.semrpe che, visto l’elemento, sia davvero un labrador uscito silver per caso genetico e non un paciugo strano.comuqnue sia il buon allevatore anceh ammesso che voglia arrotondare lo stipendio vendendo per rari cani fuori standard … siamo semrpe li… l’etologia e il rispetto delle alter forme di vita e del lor benessere andrebbe semrpe e comunque tenuto in mente. per cui… per qualsiasi motivo ceh l’abbia tenuto 3 annis to cane… ma doveva socializzarlo come si farebbe con qualsiasi altro cane. io quando avevo i cuccioli e non sono riuscita a venderli tutti nei soliti 2 mesi canonici, quelli rimasti con me di più me li portavo al parco e non solo… hanno fatto mobility, sono venuti al mare e al lago con i miei ecc… poi io me lo posso permettere perhcè faccio una cucciolata ongi tanto, immagino che chi ha decine di cani, uno non in standard si permetta di dimenticarselo in box finchè non trova modo di rifilarlo. o chissà da dove viene sto cane magari non era suo per i primi 3 anni e l’ha recuperato da qualcuno che appunto lo teneva in box e chi ha visto l’occasione d’oro …

      • siamo ovviamente d’accordo su tutta la linea.
        Che riconoscimento aspettassero non lo so (lui ha detto quelle parole) poi che fosse un silver ne so ancora meno, non aveva la morfologia del labrador, aveva la struttura più magra, slanciata, piuttosto alto (anche io appena visto ho pensato a un incrocio weimaraner) e non so quindi quale allevamento glielo abbia “rifilato”. Ciò detto è stato veramente triste vedere quel cane a disagio, con la cosa fra le gambe che si nascondeva dietro le gambe del ragazzo, tesa e impaurita anche solo per una carezza (oddio il ragazzo dava più delle pacche che delle carezze…) cercando di farla sentire a suo agio (e anche su questi argomenti di approccio ce ne sarebbe da dire)..mi ha fatto veramente tristezza e se la storia è vera (e non lo posso sapere) che l’allevatore l’ha tenuta 3 anni a “far la muffa” in un allevamento senza farle vivere nient’altro ci sarebbe da dirgliene quattro

    • Ma povere bestie…lui e il suo umano 🙁
      Sarebbe carino scoprire dove ha preso ‘sto cane, eh… ma scommetterei che il presunto “allevamento” è uno di quelli da “cento razze disponibili subito, spedizioni in tutta Italia”…

  6. Grosso parco cittadino di una città del nord italia. Io e una collega stiamo facendo una lezione con una famiglia e il suo cane. Si avvicina un ragazzo, al guinzaglio una cagnolona il colore è del weimaraner, la struttura quella di un labrador alto slanciato (tanto per intenderci simile alle foto pubblicate in questo articolo del cane/attore Marley). Il nostro cliente incuriosito chiede se è un incrocio weimaraner/labrador, il ragazzo spiega che è un labrador silver “ma non è riconosciuto, è un labrador americano!”..io proprio pochi giorni avevo letto questo articolo e data la coincidenza mi scappa un sorrisino e tra me e me penso “ma non esistono i labrador americani”, ma me lo tengo per me. Non ho intenzione di fare polemiche “da giardinetto”, ma il pensiero mi rimane….e mi chiedo: è meglio tacere o è meglio spiegare come stanno in realtà le cose? meglio precisare o lasciar correre?

    • Grande idea!
      Invece che spiegare a tutti la storia del mio cane e dei suoi presunti e variegati antenati da ora in poi dirò che è un “golden setter, ma non è riconosciuto, è una razza australiana” 🙂

        • le volte che ho spiegato che hanno preso una sola… hanno fatto la faccia da chi dice si si va bene pensando però…ma questa qui non sa un cazzo di cani! non conosce il famoso labrador silver che ho pagato ben 3000 euri perchè è un esemplare raro!che in effetti esiste eh,ed èp anche raro che esca ma capita con certe combinazioni genetiche. è solo che è un colore non riconosciuto. un po’ come vendere un boxer bianco a 2000 euro in quanto raro quando andrebbe ceduto a rimborso spese in quanto in teopria di valore cinotecnico pari a zero… solo che vallo a spiegare alle sciuremarie al parco. che poi se a loro piace e che se lo godano, tanto ormai l’hanno preso perchè farli sentire dei cogl… anche per questo… negano la realtà dei fatti e come biasimarli…

          • un’altra cosa che mi ha lasciato senza parole…cane di 3 anni che è cresciuto in allevamento, mai uscito perchè aspettavano il riconoscimento Enci (queste le parole del ragazzo), lui lo ha da 10 giorni e il cane è spaventato da tutti e tutto. Altro dubbio: e per aspettare il riconoscimento Enci si lascia crescere un cane in un allevamento per 3 anni semza fargli fare la minima esperienza esterna e lo si “butta” fuori nel mondo a 3 anni? sono sempre basita da queste dinamiche….

          • Ma è sempre il labrador silver, questo?!?
            Se è lui, siamo decisamente in presenza di cagnari DOC che hanno raccontato al poveraccio tutte le favole che potevano per rifilargli la sola. Se è un altro…embe’, siamo in presenza di DUE esempi di cagnari DOC 🙁

        • Manuela, anche se il mio cuore cinofilo griderebbe “diglielooooo!!!”, l’esperienza mi dice che è meglio lasciar correre. Tanto nessuno ammetterà mai (tranne rare eccezioni) di aver preso una bidonata. Al massimo si dovrebbe girare con le fotocopie del mio articolo (e di tutti gli altri che spiegano le differenze tra un cane di pura razza e un paciugo venduto come “cane raro”, perché non sono certamente la sola a parlarne!) e dire distrattamente al tizio di turno: “Toh, guarda, CASUALMENTE avevo in tasca questo: magari, quando hai tempo, dagli un’occhiata…”
          Dopodiché, però, è meglio filare via, per evitare di farsi un nemico 🙂

          • la prossima volta tiro fuori l’articolo! ah ah ah ah ma se è il ragazzo del labrador evito di consegnargli anche i commenti con i riferimenti a lui eh eh eh 🙂

  7. ciao a tutti… quello che leggo sui blog a proposito degli standard e le diatribe che SEMPRE nascono, è quello che succede quotidianamente. a proposito di labrador mi è successa una cosa, dal mio punto di vista, deprimente: due clienti hanno comprato entrambi i rispettivi labrador da un ALLEVATORE VERO ed entrambi man mano il cane è cresciuto hanno iniziato a “dannarsi” perchè rimaneva “troppo basso”! si… basso rispetto alla moltitudine dei simil-labrador che PURTROPPO si vedono normalmente. perciò quello che succede è che il simil labrador diventa QUELLO VERO, sarà per la legge del “vince la maggioranza”. io stessa sono non poco incasinata così abituata a vedere simil-cani, quando capita di parlare dell’argomento al lavoro, mi devo andare a rileggere lo standard di turno. tutto ciò, secondo me, è deprimente… perchè il bello di vivere con un cane è l’amicizia e la relazione che si crea con lui. ci sono cani di razza che hanno un certo costo GIUSTIFICATO, sennò ci sono i canili che straripano di veri-meticci. quello che non riesco a capire è cosa spinge certe persone all’acquisto del cane simil-razza-in saldo!

  8. Gianni hai centrato quello che mi ha sempre affascinato, ho visto diversi labrador da lavoro leggeri e assai scattanti, ottimi, mi hanno detto, rappresentanti della “working class” (passatemi la battuta) allora mi chiedo, se la bellezza cinognostica è funzionale e se le linee da lavoro non sono tutte botolose di dolcezza.. mi nasce una grande domanda: dove finisce il labrador? per istinto e non amando molto expo e non avendo mai capito fino in fondo la logica di valutazione della razza (ci ho provato facendo il commissario di ring 😉 ), è più importante in una razza l’attidudine oppoure la morfologia? Valeria mi ha ben risposto che quando si esce dallo standard, si esce dallo standard punto ma allora un buonissimo labrador da lavoro viene escluso dalla riproduzione perchè fuori standard? fino a quando questa situazione viene riequilibrata dall’allevatore? . Personalmente trovo molto molto molto differente avere un meticcio di Labrador (intendo per meticcio incrocio di Labrador con X non Labrador) e un Labrador con la struttura incerta. Il mio mezzo Labrador è anche un mezzo cane da pastore, nè ha la testa e gli algoritmi comportamentali. Un Labrador dalla struttura incerta invece ha la testa e gli algoritmi di un Labrdor ma una struttura diversa ;).La mia non è polemica è davvero curiosità

    • Marina, guarda che di cani da lavoro che proprio “escono dallo standard” io ne ho visti pochi: ci sono molti più labrador da bellezza che secondo me escono dallo Standard (che NON descrive una vacca da latte). Il fatto che vincano non è imputabile allo Standard, ma alle logiche perverse delle expo moderne.
      Non confondiamo lo Standard con i risultati in expo… perché non sempre vanno a braccetto, purtroppo!

  9. “…perché i Labrador da lavoro devono essere Labrador, esattamente come gli altri. Facendo più movimento, forse saranno un pochino più “asciutti” di quelli esclusivamente da show…”
    eh, insooomma…non è che costringendo un labrador da show a fare movimento, otteniamo un labrador da lavoro.
    Lo standard del labrador poi! talmente vago che ognuno ci vede il labrador che vuole. I giudici sono stati invitati dal Kennel Club inglese a non premiare cani pesanti, vista la deriva nei giudizi. Ma sempre secondo un metodo “occhiometrico” che rimane del tutto personale. I cani botoli da show non sono solo grassottelli, hanno una testa e un torace enormi, un’ossatura da mastino…eppure, secondo i giudici, sono perfettamente in standard e si beccano CAC CACIB BOB come se piovesse. Purtroppo la bellezza funzionale selezionata nel ring, è solo una bellezza teorica, spesso frutto di convenzioni e adattamenti dell’occhio e del “gusto”. Qualsiasi allevatore bellezzaro ci racconterà che il labrador “deve” avere quella cassa toracica, quello strato di grasso, quelle ossa, perché dovendo lavorare su terra e in acque spesso fredde è necessaria quella struttura. Peccato che un botolo da show in acqua quasi affoghi!
    Tralasciando alcuni cani da lavoro (troppi?)che si vedono durante i field trials, con una struttura davvero incerta (qualsiasi cane da pagliaio nero potrebbe esservi sovrapposto, perché i labrador da lavoro spesso son neri)
    gli altri, sempre da lavoro, sono cani bellissimi e non hanno niente in comune con i meticcioni e meticcetti di labrador; però hanno poco in comune anche con i botoli.
    Quindi, rovesciando l’assunto iniziale, tutti gli altri labrador dovrebbero essere labrador da lavoro.
    (((che poi, a dirla tutta, escludendo “difetti” come il piede non proprio di gatto e altre cosucce, io i labrador li ho visti molto di più durante le prove di lavoro che non durante gli show, sempre se facciamo riferimento ai “vecchi” labrador)))

  10. Il problema e’ che come in tante altre razze nei soggetti da show si e’ andati verso l’ipertipo. Labrador con la testa di un rottweiler, zampe di 20 centimetri e tronco da cinghiale…cani che pesano 37/38 Kg, lenti, dall’andatura impacciata, perennemente con la lingua di fuori.

    Il “field bred” esiste ed e’ semplicemente un cane la cui selezione ha seguito criteri funzionali anziche’ estetici. Significa che se il cane e’ bravo a caccia lo riproduco lo stesso anche se non ha lo stop perfetto, e’ alto sulle zampe o ha la coda piu’ sottile. Non significa incrociare Labs con pointer o bracchi semplicemente seguire il criterio di selezione che viene comunmente adottato che so…sui border collie.

    Questi Labs saranno decisamente medo aderenti allo standard estetico (che non significa piu’ brutti…io preferisco di gran lunga il marley delle foto al soggetto nero che riporta nella foto seguente) e a volte anche meno fissati caratterialmente ma non e’ detto che siano frutto di una selezione cagnara…

    Ciao!

  11. ih ih…. io preferisco Marley [_] !
    però se mettiamo da parte il termine “bellezza” (la bellezza è soggettiva) e parliamo di “tipicità”, hai ragione tu. Lo standard del labrador per quanto vago e possibilista come tutti gli standard inglesi e aperto a tante interpretazioni, NON descrive Marley. Riguardo allo stop è chiaro… l’altezza al garrese è un dato oggettivo e misurabile… come tutti gli altri particolari che hai descritto. Quindi per quanto mi riguarda, diciamo che il labrador non è la mia razza… e il meticciomarley che almeno non è tozzo, lo trovo “meno peggio” 😀
    Comunque, ho avuto modo di parlare con giudici inglesi che si sono ritrovati a giudicare a expo e raduni qui in italia e si sono dimostrati anche piuttosto inorriditi dal tipo che qui da noi sembra andare per la maggiore… direi che lo stesso “orrore” che tu manifesti nei confronti del presunto tipo americano loro lo hanno dimostrato nel presunto “tipo italiano da expo” che ha eccessi opposti: troppo pesante, troppo rasoterra con avambraccio cortissimo… e si chiedevano come facessero a lavorare e ad essere atletici cani cosi’ massicci. Penso però che comunque che non avessero in mente il tipo Marley, cosi’ come chi vorrebbe il collie vecchio stampo non ha in mente il cane di 64 cm con orecchie erette e pelo da border.

  12. La cosidetta diatriba tra Labrador da Show e Working Labrador esiste più o meno da che si sono cominciate le prove di lavoro per Retrievers alla fine dell’ ‘800 circa. Già nel 1900 prima della prima guerra mondiale gli “sportsman” dell’epoca si scambiavano lettere di fuoco e si interrogavano sulla selezione del retriever e dell’aspetto che essi dovessero avere. Nel 1915 naque il primo dual champion BANCHORY BOLO (mi piacerebbe linkare una foto ma basta digitarne il nome su google) se guardate le foto QUELLO è un labrador 100% rappresentante della sua razza e quello è un cane da lavoro che abbiamo tutti quanti nei pedigree. Fate il confronto tra quel cane e un cosidetto Show dog odierno… Essere fedeli allo standard non significa selezionare per morfologia delle caricature di cani…

      • secondo me in questi “antenati” non bisogna vederli più simili a questo o a quello, ma per quel che sono, Labrador tipici, ottimi cani, bilanciati, esposti in working condition, che ogni settimana andavano alle battute a fare picking up.

        • ma come prima era un ottimo esempio da guardare di cane bello e che lavora e che ha dato tanto alal razza, che è in tutti i pedigree e tante belle cose, ma adesso che ho fatto notare che con malrey non c’azzecca una cippa…non bisogna più guardarci?
          facciamo mirrorclimbing?

          • hai capito male, io penso che sto benedetto “marley” morfologicamente non è un gran chè, come penso che non siano un granchè certi ippopotami che si vedono in giro…

  13. come dicevo in altre occasioni, un cane bello cioè ben costruito in linea di massima potrà essere un buon cane da lavoro, un cane brutto cioè costruito male potrà lavorare ma rimarrà sempre un brutto cane, poi potete tirar fuori ancora la storia dei cani dei pastori dei border e delle pecore e chi più ne ha più ne metta la storia non cambia:
    1)cane senza pedigree uguale a meticcio
    2)cane con pedigree mal costruito uguale a cane brutto
    3)cane ben costruito con pedigree uguale a cane bello

  14. Cara Valeria, informati i cani secchi secchi alti alti con le teste piccole piccole e sfilanti il ventre da levriere la coda sottile sono esattamente “labrador da lavoro”! E ovviamente sono particolarmente selezionati e… indovina un pò? COSTANO DI PIU’… Ciao!! 😉

  15. Ma non ha allevato per tanti anni Pastori Tedeschi ?
    I “veri” pastori tedeschi quali sono, quelli con il culo rasoterra che pigliano eccellentissimo eccellente in uno show o i grigioni che fanno IPO ?
    Quali sono i simil-pastori ?
    Circa i labrador mi permetto di linkare alcune foto di field trial …

    http://www.retrieversclub.it/lavoro/Notizie.aspx

    http://www.questing.it/news/21-field-trial-sutri-09-gennaio-2011/

    http://penn-thoughtsandthings.blogspot.com/2010/10/black-labrador-field-trial-champion.html

    ce ne sono molti altri eh … se vuole togliersi la curiosità basta digitare field trials so google ed appiaono molte immagini e descrizioni, o usano i meticci per ste gare o i conti non mi tornano, a me ( che non ne capisco nulla) sembrano più secchi, le teste più piccole, più alti sulle gambe… si direbbe quasi che somiglino a quel racchio di Marley…
    Può pure essere che il vero scopo del labrador non sia quello di riprendere uccelli caduti e riportarli al padrone ma di sfilare su di una passerella.. discutiamone ..

    PS Come spesso accade credo che lei abbia ragioni da vendere, ma che si lasci trascinare come dire.. dalla foga narrativa, buttando il bambino con l’acqua sporca

    • Caro Luc, i “veri” pastori tedeschi sono quelli che hanno un pedigree da pastore tedesco. I “bei” pastori tedeschi, invece, sono quelli che oltre ad avere un pedigree rispecchiano lo Standard del pastore tedesco. Non è questione di opinioni; c’è uno Standard, dove è ben descritto il cane da pastore tedesco. Chi sta dentro è un bel cane, chi sta fuori è un cane atipico (anche se di pura razza, qualora abbia il pedigree: se invece non ce l’ha, è ufficialmente un meticcio).
      Le regole della cinofilia sono queste (e non le ho fatte io): se non ci piacciono possiamo provare a cambiarle, ma non certo a ignorarle. Ciò che vale per i pastori tedeschi vale ovviamente anche per i labrador e per tutte le razze che abbiano prove di lavoro.
      Purtroppo per chi vorrebbe spaccare le razze in due, esistono cani che vincono in expo E in prova di lavoro: esistono anche cani che fanno il campionato assoluto. Belli e bravi, dual purpose, chiamiamoli come ci pare… m quelli sono gli unici cani a cui dovrebbe tendere l’allevamento serio. Solo che non è facile ottenere il bello-e-bravo…e allora ci si arrampica sugli specchi con i cani che non riportano manco le ciabatte (“ehhhh però ha fatto il CAC all’expo di Pusterlengo!”), o che non somigliano neppure vagamente a un Labrador “Ehhhh però riporta da dio!”).
      Purtroppo questi discorsi, per chi crede ancora in una cinofilia fatta di bellezza, salute E carattere, sono pura fuffa DOC.
      E Marley è un brutto cane DOC 🙂

      • Discorso corretto, coerenza vorrebbe che non si pecchi quindi nell’eccesso opposto ovvero che si mostri dei cani da show ipertipici dicendo che quella è la razza ed il resto sono meticci.
        Ed il “riporta da dio” non mi pare un accessorio un un cane che si chiama retriever…. ed i suo discorso era sui cani brutti come il peccato non su quelli che non riportano le ciavatte, di solito uno parla di quello che più ha a cuore, le stanno a cuore più i riporti o lo stop fatto impeercosì ?
        Riallacciandosi al discorso che faceva della “bellezza funzionale” se il labrador è bello perchè fa il labrador, nelle prove da lavoro dei labrador vincono cani differenti rispetto al “bello da show” credo che sia palese che il bello da show non è funzionale al lavoro.
        Non ne capisco di cani ma la logica aristotelica non ha la coda …
        Qui una galleria dello scorso campionato per retriever…. se le linee da lavoro non esistono credo che qualcuno si debba precipitare ad informare i proprietari di questi cani …. che il loro cane non esiste

        http://picasaweb.google.com/Hundfotografier/TheRetrieverChampionship2010#5549966494196097218

        • No, Luc: il bello da show (ovvero il cane descritto dallo standard, perché SOLO quello è il “bello” in cinofilia) è funzionalissimo al lavoro. Se poi su alcuni ring vincono le mucche senza gambe, non è un problema mio (e neppure dello Standard). Vogliamo dire che ci sono giudici che premiano i cani-mucca? Pienamente d’accordo.
          Ma il mio discorso verteva sui cani “da cagnaro”: che non sono mai ipertipici, perché l’ipertipo è comunque frutto di una selezione (sbagliata, per quanto mi riguarda: ma selezione). L’ipotipo, al contrario, è il frutto della mancata selezione morfologica. Che poi lavorino, può essere: ma un cane “solo” da lavoro, se non è anche in Standard, non è un rappresentante decoroso della sua razza (come non lo è il suo opposto).

          • Non faccia la politica che svicola la domanda 😉 i cani che le ho mostrato, li trova quasi in esclusiva ( nel senso che ci sono solo quasi labrador di quel tipi) nelle prove di lavoro dei labrador … hanno un pedigree e quindi sono labrador, nel lavoro che dovrebbero fare i labrador ( riportare) sembrano più bravi degli altri ( altrimenti ci troveremmo gli altri e non loro)…
            Ora la ragione da quale parte sarà ?
            E perchè definiamo Marley un brutto labrador ?

          • Ancora?!? Luc, se non riesce a distinguere “bello” da “con pedigree” possiamo passarci la nottata…
            Ci riprovo. Definizione di “cane di razza pura” = cane munito di documenti ufficiali (pedigree).
            Definizione di “cane bello” = cane che si avvicina il più possibile a quello descritto dallo standard.
            Ergo: un cane da lavoro può essere di razza pura, ma brutto come la notte. Ed è quello che succede a molti cosiddetti cani “da lavoro”, laddove si seleziona solo l’attitudine al lavoro, o il carattere, o comunque le doti psichiche a discapito di quelle fisiche, solo perché si è incapaci di selezionarle entrambe (e sia chiaro che è difficilissimo selezionare cani sani, belli e bravi: ma soprattutto, bisognerebbe accontentarsi di avere dei “bei cani” e non dei superfighi, e dall’altra parte dei cani “bravi” e non cani che vanno a trecento all’ora: perché andare oltre i limiti non si può!).
            Marley è un brutto labrador perché con lo Standard di razza non ha niente da spartire: non so se sia un cane con pedigree o meno. Se ce l’ha, è un Labrador, altrimenti è un meticcio che gli somiglia (questo sempre secondo regolamenti e norme cinofile, non perché lo dica io). Ma anche se fosse figlio di megacampioni ipergalattici, morfologicamente resterebbe un cesso!

          • Se posso citare Emanuela Ruggero (Allevamento Acquelucenti) Il Labrador è una razza moderna e molto difficile da allevare, se si mal seleziona (o non si seleziona affatto vedi cucciolata dei vicini di casa senza pedigree) immancabilmente si tenderà al cane ancenstrale al segugioide “tipo Marley”. I Labs da lavoro “tendono” a quell’aspetto morfologico perchè chi li seleziona guarda alla loro performance unicamente sui campi di gara e durante i picking up e sono quindi tutti frutto di outcross totali e come tutti sappiamo di cosa esca da un outcross nessuno è sicuro. Di una cosa siamo sicuri che i lab da lavoro hanno drive da vendere una steady impeccabile stile nella caccia e hanno la bocca morbida. Si può dire lo stesso di Marley?

          • Ah beh .. allora bisognerebbe ritornare indietro ai sofisti, a Protagora di Abdera ed all’uomo misura di tutte le cose, il bello è soggettivo cosi come l’aderenza allo standar che sempre un uomo giudica.
            Nello standard si parla di un peso intorno ai 30-35 Kg per il maschio, lei ha postato esemplari che stavano ben oltre i 40-45, saranno belli saranno tipici ma a caccia si spompano, il rispetto dello standard non è solo morfologico ( ma in expo si può giudicare solo quello) ed un labrador che non riporta non è labrador RETRIEVER come e più di quelli con tre metri di cielo sotto alla panza.
            Poi scusi, prima dice che le linee da lavoro non esistono e sono una invenzioni del cagnari, le posto mille mila foto di prove di lavoro con cani che tutti cosi sono … si vede che nelle prove di lavoro prenderanno i cani dai cagnari, gli piacerà buttare i soldi, sarebbe doveroso informarli che sono meglio gli altri, pensa che fessacchiotti si scannano ad addestrarli e selezionarli quando basterebbe portare un labrador vero per vincere…
            Ma non sarà forse che i veri labrador erano fatti cosi (più si torna indietro nel tempo e più i labrador diventano leggeri nelle foto di repertorio) e poi visto che nello show “cane de panza cane de sostanza” si sono un po’ inquartati ?
            Baciamo le mani a vossia

          • Le linee da lavoro sono un’invenzione dei cagnari? Ma chi l’ha detto?
            Per favore, Luc, legga quello che SCRIVO, e non quello che lei pensa che intendessi scrivere: altrimenti non la finiamo più!
            Io ho detto che i cagnari prima giustificavano la bruttezza dei loro cani dicendo che erano “labrador da lavoro”; mentre adesso, dopo Marley, li chiamano “linee americane”.
            Mai sognata di dire che i cani da lavoro o i cani americani non esistono. Solo, non c’entrano una beata cippa con i cani dei cagnari!
            I cani americani somigliano a Marley? NO: e le foto lo dimostrano (che poi piacciano a lei o a me, non c’entra di nuovo un tubo: sono diversi, e questo mi interessava dimostrare).
            I cani da lavoro somigliano a Marley? Ma per l’amor del cielo! Le guardi LEI, le foto che mi ha linkato!
            Sono un filino più alti sugli arti di quelli da show, forse, ma NON sono certo segugiodi-cavalloidi come Marley! Le teste sono quasi sempre corrette, lo stop ce l’hanno, le code sono “di lontra” e non “di pastore tedesco”: insomma, se lei non è in grado di vedere la differenza, davvero non capisco di cosa stiamo discutendo.

          • Ah ma forse avrò capito male, ma se leggo che le linee di lavoro e i labrador americani sono le scuse de cagnari sono portato a pensare che dette linee non esistono e che i labrador debbano essere solo tozzi e tarchiati …
            Poi si sa il giudizio è sempre soggettivo, io la differenza in quelle teste ( show lavoro ) la vedo, cosi come non mi sembrano soltanto un filino più alti sulle gambe, e credo che quasi 6-7 ( fino a 10 ) Kg in meno di media per un cane che ne pesa una quarantina siano davvero tanti.
            Poi non ho capito … dobbiamo parlare di Marley e della sua tipicità o del fatto che esistano alcuni labrador di struttura più pesante ( che le sciure merie dicono inglesi) ed altri di struttura più leggera ( che le sciure marie dicono “americani”) io l film manco l’ho visto, questo è un blog di cinofili o di cinefili ?
            Infine please non si incacchi sempre, che ogni volta che la si contraddice o si ha una idea semplicemente diversa dalla sua, prima maternamente e professoralmente corregge con l’aria di chi spiaga le cose hai bambini, poi si stizzisce e comincia ad offendere, poi copre il post di voti negativi e sparisce ….
            Il blog è suo e non discuto, ma se pubblica qualcosa si aspetti anche che qualcuno non sia d’accordo
            Lunga vita e prosperità 🙂

          • Caro Luc, non ho mai – e ripeto MAI – dato un voto negativo ad alcun commento su questo blog.
            Ne ho dati alcuni positivi, questo sì, quando un commento mi sembrava particolarmente simpatico o quando mi ci trovavo in sintonia. Quindi prenda gentilmente la sua coda di paglia e la porti altrove, visto che non fa altro che travisare quello che scrivo, criticarlo, non capire – palesemente – quello che le viene risposto e tornare ad ironizzare su cose che ha capito solo lei.
            Il blog non è “mio”: è di tutti i cinofili, che siano o meno d’accordo con me. Però non è dei troll, né di coloro che come tali si comportano.

  16. innanzitutto voglio specificare che non mi sento affatto toccata dal suo articolo,non mi sento ne una sciuramaria ne mio cuggino:) e che il mio cane non assomiglia affatto ai vari Marley che sono stati utilizzati nel film,in effetti quello a cui si riferisce lei non ha le caratteristiche tipiche del labrador e che effettivamente non è bello a guardarsi,quando giusto appunto si hanno dei riferimenti..
    Il mio labrador,così registrato all’anagrafe canina nonostante non abbia il pedigree,è stato definito linea da lavoro,ora se poi un consigliere ENCI non sa dove mettere le mani io questo purtroppo non posso saperlo,ma così lo ha definito..il veterinario non è tipo da dare contentini giusto appunto per non perdere la cliente,innanzitutto perchè non è il tipo,secondo perchè comunque sono adulta abbastanza da accettare il fatto che il mio cane probabilmente non è puro,non essendoci il pedigree da parte di padre non posso avere certezze matematiche..certo è che la sua altezza parla chiaro..dico solo che forse questa famosa linea da lavoro è contemplata nel mondo cinofilo…Non mi interessa partecipare a mostre,e non mi interessa fare accoppiamenti per la continuazione della razza,so perfettamente che mettere al mondo cuccioli senza certificazione sia da grandi egoisti,e rifocillare il continuo lucro di cani non fa parte del mio credo..
    sempre affezzionata sua lettrice..

    • Ma se il suo cane non somiglia al Marley delle foto, se lei è comunque disposta a riconoscere che potrebbe non essere puro al 100%, se riconosce che il Marley delle foto non ha le caratteristiche di razza… insomma, se non si è sentita toccata, se – stando a quanto dice adesso – è pure d’accordo con quanto ho scritto, perché l’ha criticato definendolo “pretenzioso”? 🙂
      Io ce l’avevo soltanto (come nel caso del collie) con i cagnari che spacciano cani dell’Est e in generale cani di dubbia origine per “linee americane”…

  17. io ho un labrador da lavoro o linea americana o come dir si voglia,nato da due esemplari labrador,la madre è certificata il padre no,quindi posso presumere che nei geni del padre del mio cane vi sia un NON labrador,che abbia portato il difetto dell’altezza superiore alla media,sulla linea posso dire che mantenendo un certo tipo di alimentazione e di movimento,con grande orgoglio del veterinario,risulta abbastanza snello rispetto al classico labrador,il suo addestratore,perchè stiamo facendo il corso base,lo ha definito linea da lavoro,e quest’addestratore è un addetto ai lavori dell’ENCI…io seguo molto la sua rubrica,mi diverte molto con quanta ironia squisita lei si approccia al mondo cinofilo,però questo articolo lo trovo leggermente pretenzioso,visto appunto che sia veterinario che addestratore smentiscono ciò che lei ha scritto in questo articolo..per quanto riguarda il film Io e Marley,hanno scritto che sono stati utilizzati ben 11 cani differenti,giusto per farci seguire le evoluzioni nella crescita del protagonista,per cui mi sembra strano che questi 11 cani tutti diversi,ma tutti nello standard di marley ( perchè lo scrittore disse che il suo cane era di tipo snello) possano essere tutti meticci non trova?

    • Cara lettrice, si è risposta da sola: il suo cane è labrador puro da parte di madre e forse-labrador da parte di padre.
      Torniamo a litigare come abbiamo fatto per il collie? Per favore, no!
      Io non dico che questi cani siano da buttar via, non dico che siano dei cani di serie B e trovo giustissimo che i loro umani si scaldino nel prendere le loro difese… però NON sono soggetti da esposizione nè da riproduzione (sempre che si intenda mantenere la razza così come Standard comanda).
      Nel suo caso il problema neppure si pone, visto che il padre del suo cane non ha il pedigree e quindi non può averlo neppure il suo cane: il che lo esclude automaticamente da queste due possibilità (esposizioni e riproduzione di cuccioli di razza pura). Dunque, dove sta il problema? Lei ha un meraviglioso amico e compagno di vita: non le basta?
      I cani utilizzati nel film “Io e Marley” non sono tutti meticci, ma sono quasi tutti brutti Labrador dal punto di vista cinotecnico (esclusi i cuccioli, che sono discreti, mentre il cucciolone è ingiudicabile proprio a causa dell’età): in una singola scena appare un cane che sembra molto più corretto, ma poi sparisce e non si vede mai più.
      Io comunque mi sono riferita – e l’ho specificato – al cane che appare nella maggior parte delle scene che ritraggono Marley da adulto…e quello è veramente al limite del meticcio. Se il suo cane gli somiglia, non so che dirle…se non che essere un brutto labrador non significa né essere un “brutto cane”, né essere un cane di minore valore affettivo. Ci mancherebbe altro!
      Infine…non vorrei fare commenti maligni nè sul veterinario nè sull’addestratore… ma due cosette le devo dire: primo, nessuna delle due figure professionali è tenuta a conoscere gli Standard di razza.
      Secondo…posso assicurarle che nessun veterinario e nessun addestratore al mondo (nè nessun’altra figura professionale che si occupi di cani) diranno mai ad un cliente “che brutto cane che ha”. Perché il cliente, in media, reagisce piccato – proprio come sta facendo lei con il mio articolo – e cambia veterinario, o addestratore, o toelettatore, o qualsiasi cosa sia.
      Siccome un complimento in più non costa nulla, e perdere un cliente non fa piacere a nessuno…senza voler assolutamente criticare né offendere questi specifici due signori, le dico solo questo: se vuole un giudizio sincero – e da vero esperto – sul suo cane, deve rivolgersi ad un Giudice ENCI. Ad ognuno il suo mestiere!

      • Mi pare vidente che Marley non è un bel labrador… Però è un bellissimo cane. Esiste uno standard immaginario delle sciuremarie (forse più d’uno) che potremmo apparentare all’idea platonica di cane. E a questo immaginario standard Marley corrisponde benissimo, più ancora di un bel labrador.
        Il mio bastardone (sono abbastanza vecchia da non considerarlo un insulto) non pare bello solo a me, ma a tutti, proprio perché -io credo- è un cane molto “cane”. Un tipico cane… Tout court. E assomiflia abbastanza al Marley “brutto labrador”.
        Il che non toglie, ovviamente, che un cane di razza debba somigliare il più possibile alla sua razza, appunto.

      • ma magari solo perchè lavorano hanno più muscolo e meno panza…ho sentito spesso dire “lo devo fare ingrassare un po’ prima dell’expo” e non solo con i labrador…
        comunqe A ME piace più marley… perchè preferisco cani pià agili e prestanti. il labrado tracagnotto tipico non mi piace però…proprio per questo non ne prenderò mai uno, non è il mio cane e in effetti visto con l’occhio “da giudice exp” il marley della foto…non è un labrador…

    • Io non credo abbia capito bene ciò che ha ampiamente spiegato Valeria.. lei dice che presume che da parte di padre qualche avo ha portato il difetto dell’altezza che è superiore alla media.. bene, questo significa che lei ha un labrador fuori standard non che ha un labrador da lavoro o di linea americana.. non è che perchè è più alto della media automaticamente diventa labrador da lavoro o di linea americana mentre se magari fosse rimasato più basso era un labrador inglese.. per essere di linea americana dovrebbe essere nato da un’accoppiamento appositamente studiato con soggetti utilizzati per portare avanti le caratteristiche dello standard americano, certamente non perchè successo per sbaglio.. e visto che il papà neanche ha il pedigree non può assolutamente esserci stato uno studio sotto.. lei ha semplicemente un labrador fuori standard, come io del resto.. pure io ho un maschio molto alto e più snello ma a differenza sua il mio ha pure il pedigree e l’allevatore mi aveva detto che era di linea americana e fino non molto tempo fa l’ho creduto veramente e l’ho presentato a varie persone come tale, ho scoperto solo successivamente che in realtà le linee di sangue fino alla quarta generazione sono inglesi 🙂 Per quanto riguarda il vet.. io ho 2 labrador, una barboncina e una meticcia.. ogni volta che gli ho portato un nuovo cane sembrava non ne avesse mai visto uno più bello del mio.. tutt’ora quando vado per i controlli si complimenta ampliamente per la bellezza, mai visti cani così belli.. ora, ho una fortuna pazzesca ad aver azzeccato un cane più bello dell’altro o fa parte del trucco del mestiere.. e visto che difetti nei miei cani ne vedo pure io sebbene siano amoruccibellidimamma ho dedotto sia la seconda opzione!

  18. sulle linee da lavoro dei Labrador mi hanno detto davvero molte cose…
    quello che mi chiedo è se un cane è selezionato per un pool di caratteristiche che sono congeniali, quando si esce dal concetto di “razza”?
    a questo proposito consiglio un libro delizionso che si chiama la Storia sociale dei cani di McHugh Susan in cui si ripercorre la nascita e la declinazione del concetto di cane di razza, l’ho trovato molto interessante.
    (ps la mia cana fantasia ha la mamma labrador ma è decisamente una nanetta con la morfologia del Labrador, mi posso vendere la linea mini allora ha ah ah)

    • Marina, si esce dal concetto di “razza” proprio quando quelle caratteristiche non ci sono più: come nel caso dei simil-collie, simil-labrador e simil-qualsiasi altra razza.
      Tutte le razze canine sono state selezionate (a torto o a ragione) in base alla funzione che dovevano svolgere: quindi il cane era considerato “bello” quando era costruito nel modo più consono allo svolgimento di quella funzione. Ora che le esposizioni, anziché un momento di confronto zootecnico, sono diventate puro e semplice show, son saltati fuori dei cani che equivalgono, nè più nè meno, alle miss siliconate: tanta scena, tanta appariscenza… ma poi? La bellezza senza funzionalità è abbastanza sterile anche nell’essere umano (io vorrei vede’ ste fanciulle a fare un lavoro “normale”, non solo a star ferme davanti a una telecamera: che so, me le vedo in ufficio a piegarsi su una fotocopiatrice… e SDENG, sbattono le tette sulla macchina e devono fare le contorsioniste per infilarci un foglio. Oppure vorrei vederle ad allattare, col bambino che deve stare a mezzo metro da loro!): ma nel cane proprio non dovrebbe esistere.

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