giovedì 23 Ottobre 2025

Il cane che scappa

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Una convinzione purtroppo ancora molto diffusa vuole che il cane che entra adulto a far parte della famiglia debba essere sempre tenuto al guinzaglio o in aree recintate.
A quell’età molti ritengono non sia più possibile ottenere un richiamo sicuro, né ci si aspetta che il cane sappia riconoscere i confini della casa del padrone e non si allontani.
Indubbiamente la gestione di un cane adulto, se passato dal canile o con educazione compromessa da insegnamenti sbagliati, non è una cosa semplicissima.
Per non avere problemi dovremo prendere misure particolari e intraprendere un percorso d’educazione mirato, consapevoli che non esiste la formula magica universale, ma che potremmo dover cambiare approccio se constatiamo che i risultati non arrivano.
Con un po’ di pazienza, comunque, tutti i cani arrivano a un comportamento più che accettabile.
Come molti sapranno, i cuccioli seguono istintivamente l’uomo.
Non lo perdono mai di vista, anzi, addirittura sono sempre tra i piedi.
Pur con le dovute differenze individuali si può affermare che tutti i cuccioli, se cresciuti liberi di esprimersi, imparano in modo naturale a non allontanarsi dal proprio territorio e rispondono al proprio nome già dopo un solo giorno trascorso col nuovo proprietario.
Il richiamo, infatti, è di solito il primo insegnamento che s’impartisce al cucciolo, proprio per la sua naturalezza.
Se vogliamo che un cane scappi, dobbiamo insegnarglielo.
E questo è ciò che fanno, magari involontariamente, molti proprietari di cani che non rispondono al richiamo.
Se si trascura la comunicazione uomo-cane, la dipendenza dal padrone viene meno e le cose si fanno molto più difficili.
Un cucciolo che, malgrado la sua naturale obbedienza, viene messo in uno spazio recintato dal quale non esce mai o sta rigorosamente al guinzaglio fino all’età adulta, in pochi mesi perde il legame istintivo col suo proprietario e, liberato in uno spazio aperto, avrà molto probabilmente l’istinto di approfittare della libertà tanto sognata, di allontanarsi e di prolungare il più possibile il tempo di riscatto dalle imposizioni umane.
Molti cani che hanno avuto una vita povera di esperienze, legati a catena, rinchiusi in un recinto o perennemente rinchiusi tra quattro mura domestiche, alla prima occasione di fuga finiscono poi per perdersi, spesso cacciandosi nei guai, non avendo coscienza dei pericoli circostanti.
Perciò non possiamo fare affidamento sulla possibilità di prendere un cane al canile e, il giorno stesso, liberarlo nei prati, o prendercelo in casa lasciando le porte aperte, come potremmo fare con un cucciolo.
Tuttavia non c’è nemmeno tempo da perdere.

I primi giorni che seguono l’adozione sono fondamentali ai fini delle possibilità future di instaurare un rapporto corretto.
Il cane, in genere, non ci mette tanto a farsi un’idea del tipo di persone con cui ha a che fare e ad etichettarle come maestri da seguire, semplici amici, persone da temere o servitori al suo completo servizio.
Se non mettiamo in chiaro da subito che ci sono certe regole, perché vogliamo lasciare al cane il tempo di abituarsi, rischiamo che il cane equivochi il nostro ruolo: sarà molto difficile in seguito far sì che il cane riconosca la nostra leadership.
Inoltre non dimentichiamo che, provenendo da un abbandono, il nostro cane sarà molto più recettivo nei primi tempi, quando ancora, non conoscendo il territorio, si sente sperduto e dipendente e quando è ancora molto forte il desiderio di essere accettato.

Insegnare il richiamo

A differenza di quanto avviene nel cucciolo, il richiamo non dovrebbe essere il primo insegnamento impartito al cane adulto.
Lo si potrà fare solo se ci accorgiamo di avere di fronte un cane ancora molto provato, con una forte sindrome da abbandono, che cercherà morbosamente la presenza dell’uomo e, persino liberato in uno spazio molto ampio, non si allontanerà da noi più di qualche metro.
In questo caso l’insegnamento è molto semplice.
Basterà ripetere il comando che abbiamo scelto (“vieni”, “qui”, “andiamo”) nel momento stesso in cui il cane accorre da noi.
L’associazione tra la parola e l’azione avverrà in pochissimo tempo.
Per questi cani la nostra presenza è la più bella ricompensa che si possa offrire.

Alcuni cani invece, per motivi di istinto (es. i cani da caccia) o perché, dopo diversi mesi trascorsi in canile senza riferimenti stabili, hanno maturato una personalità indipendente, possono, in molte occasioni, essere attratti da stimoli più allettanti del richiamo.
Questo capita soprattutto quando siamo “padroni” di nome, ma non di fatto, dal momento che il cane ci considera ancora come perfetti estranei.
Di fronte a questi casi di effettive difficoltà dovremo impostare un programma di rieducazione.
Le misure che possiamo prendere sono diverse e possono essere personalizzate in base al carattere del cane, ma anche alle nostre preferenze, a seconda di come preferiamo impostare il nostro rapporto. Alcune persone esigono obbedienza dal proprio cane, altri non amano i comportamenti troppo servili.
Tutte le misure che possiamo prendere possono essere ricondotte a due tipi di approccio e l’educazione personalizzata sarà un mix tra questi principi generali.
Sostanzialmente, dovremo lavorare per:

– costruire o rafforzare la nostra leadership;
– modificare le preferenze del cane.

La leadership

Uno dei principi base cui si rifanno molti addestratori è il seguente: “non date mai nessun comando se non siete sicuri che il cane obbedirà”.
Impostare una leadership significa sostanzialmente insegnare al cane che non è mai permesso disobbedire, per nessun motivo.
Ad alcune persone quest’impostazione potrà non piacere.
Molti si sentono crudeli a dare imposizioni a un cane reduce da tristi esperienze di abbandono.
“Poverino, lasciamogli il tempo di ambientarsi” è il commento più comune.
“Non lasciamogli il tempo di prendere cattive abitudini”, aggiungo io, che pur non amando questo tipo di approccio, riconosco che molti cani non sono affatto dispiaciuti di trovarsi di fronte a una guida coerente.
Ricordo, inoltre, che un cane ben educato e gestibile potrà beneficiare di maggiori possibilità di svago in un secondo tempo.
Vive meglio un cane che può seguirci ovunque in quanto obbediente, piuttosto di uno che deve essere lasciato a casa o rinchiuso perché ha preso la peggior abitudine che può prendere un cane: quella di non obbedire.
In ogni caso vorrei ricordare che quest’approccio non richiede un atteggiamento particolarmente severo, ma solo molta pazienza e determinazione.
Si può essere dolcissimi, ma allo stesso tempo intransigenti.

Il metodo del guinzaglione

Volendo applicare la teoria precedente al richiamo, dovremo fare in modo che il cane “non possa”, in nessun caso, allontanarsi dopo essere stato richiamato.
Ciò che deve entrare nella mente del cane è il seguente concetto: “se il padrone chiama, si deve andare da lui. Non ci sono altre possibilità”.
Com’è possibile essere sicuri che il cane accorra, quando questi è libero a parecchi metri da noi?
All’inizio poteremo lavorare solamente col cane al guinzaglio.
Si dovrà utilizzare un guinzaglio molto lungo o una corda di dimensioni adeguate alla taglia dell’animale.
Il cane deve essere lasciato libero di allontanarsi, annusare e interessarsi a ciò che più lo aggrada.

Lo si richiami inizialmente nei momenti in cui non è distratto e quando sembra maggiore la probabilità che il cane obbedisca spontaneamente.
In ogni caso, se non presta attenzione al nostro richiamo, lo costringeremo a obbedire tirandolo verso di noi per mezzo del guinzaglione.
In seguito lo premieremo per aver obbedito con carezze, giochi o bocconcini. Con l’aumentare dei progressi (cioè quando obbedisce spontaneamente) inizieremo a richiamarlo in situazioni via via più a rischio, cioè quando il cane è interessato a odori particolari o ha percepito la presenza di altri animali e altre cose per lui interessanti.
Col tempo si arriverà a un obbedienza molto sicura anche in presenza di distrazioni.
Valuteremo quindi quando poter togliere il guinzaglione.
Anche per questa tappa successiva seguiremo lo stesso criterio: dapprima lo si libererà in situazioni tranquille prive di stimoli esterni che istigano alla disobbedienza e solo in seguito lo si metterà alla prova in contesti più rischiosi.
Quando il cane non obbedisce, alcuni addestratori suggeriscono di colpirlo con sassolini, catenelle o di spaventarlo col rumore di una lattina piena di ghiaia, per punire il comportamento errato.
Il tutto andrebbe fatto senza che il cane si accorga della provenienza della punizione.
L’alternativa sarebbe di farlo punire da un amico, in modo che la punizione non venga associata al padrone.
A mio avviso questo metodo è troppo rischioso per i rescue.
Si tratta spesso di cani che hanno subito traumi che hanno compromesso la loro fiducia nel padrone e nel genere umano in generale.
La possibilità che il cane si accorga della provenienza della punizione è troppo alta e non si può rischiare di rovinare un rapporto non ancora del tutto consolidato.
Il cane deve prendere fiducia nel padrone e quindi sarebbe opportuno punire il meno possibile. E’ sufficiente obbligare all’obbedienza.
Molto utile è, invece, un passaggio intermedio in cui si lascia il guinzaglio agganciato al collare (magari solo un metro di corda) lasciando la presa.
In questo caso sarà molto facile recuperare il cane se si allontana, convincendolo ancora di più dell’impossibilità di disobbedire, e allo stesso tempo il cane sarà meno portato a fare tentativi di insubordinazione, sentendosi molto più controllato.
Ma allo stesso tempo capirà che il guinzaglio non è più trattenuto e si abituerà gradualmente a essere libero.
E’ importante non richiamare mai il cane per più di una volta. Gli si lascerebbe intendere che se non ha voglia di obbedire c’è sempre una seconda possibilità.
E perché non una terza o una quarta?
Quindi, se il cane non arriva subito, lo recupereremo senza dare ulteriori ordini.
Un altro piccolo segreto del mestiere è quello di indietreggiare richiamando il cane, come se volessimo aspirarlo verso di noi.
Non è corretto avanzare verso il cane andandogli incontro. E’ lui che deve venire da noi.

Il successo di questo metodo è molto variabile in funzione dell’indole del cane.
Paradossalmente i cani più “intelligenti” sono quelli che obbediscono meno. Ci sono cani bonaccioni, ingenui o comunque molto dipendenti dall’uomo che si rassegnano molto presto al fatto di dover sottostare alle richieste del padrone.

Altri, più perspicaci, arrivano molto presto a distinguere le situazioni in cui sono in condizione di poter disobbedire senza che il padrone possa correggerli.
Sono i cani che si comportano benissimo tra le mura domestiche o quando sono legati al guinzaglione, ma cambiano completamente atteggiamento negli spazi aperti.
Con questi cani sarà molto utile aggiungere altri accorgimenti che descriveremo in seguito e che prescindono dall’impostazione autoritaria della leadership.

Rispetto per il comportamento naturale del cane

L’atteggiamento di qualsiasi animale in completa libertà è quello di ricercare benessere, svolgendo l’attività ritenuta più interessante e stimolante.
Se ciò che maggiormente desidera il nostro cane è la compagnia dell’uomo, dobbiamo ritenerci particolarmente fortunati (solo al fine dell’insegnamento al richiamo, ovviamente).
Se il cane mira ad altro, dobbiamo fare in modo di renderci più interessanti dell’attività ambita.
Oppure dobbiamo far capire al cane che il metodo più veloce per fare ciò che vuole fare è quello di rivolgersi a noi.
Il cane che se ne va per i fatti suoi non va in giro a caso. I cani non fanno niente a caso.
Ognuno si prefigge sempre una meta.
Che poi riesca a raggiungere l’obiettivo, è tutto da dimostrare. Ma almeno ci prova.
Il cane abbandonato di recente, catturato randagio e vissuto in un canile, potrebbe allontanarsi alla ricerca del vecchio padrone.
In questo caso il problema si risolve dando sicurezze al cane, proponendosi come padroni molto appetibili, sicuri e coerenti.
Sarebbe utile poter portare il cane in situazioni dove i pericoli sono minimi e lasciare che la sua ricerca abbia esito negativo.
Mi rendo conto che è una cosa difficilmente attuabile. Servirebbe una zona recintata ma molto ampia.
Oppure si può dare fiducia al cane quando già ha imparato a conoscere una certa zona a guinzaglio.
Non sempre si può rischiare, ma a volte è un passaggio necessario.
In ogni caso, se dovesse succedere che il cane si allontana e non risponda al richiamo, è assolutamente controproducente rincorrerlo o avanzare nella sua direzione.
Istintivamente andrebbe sempre più lontano.

Piuttosto si cerchi di prevenire il suo percorso e si faccia un sentiero diverso per raggiungerlo incontrandolo di fronte.
Ancor meglio però, se non ci sono pericoli, è aspettare che il cane ritorni da solo e premiarlo al ritorno.
In poco tempo il cane si rassegnerà alla perdita del primo riferimento umano e si accorgerà di quanto sia stupido cercare un padrone mediocre che non c’è più, avendone a disposizione uno nuovo praticamente perfetto.
Altri cani, spesso quelli che non hanno instaurato un legame sufficientemente forte col primo proprietario, maturano durante la permanenza al canile una personalità più indipendente.
Molti sono attratti solo dai loro simili e, una volta liberati, si occuperanno soprattutto di seguire le tracce olfattive lasciate dagli altri cani, per raggiungerli e confrontarsi con loro.
I cani da caccia molto spesso hanno invece un forte istinto predatorio che li porta ad allontanarsi per inseguire animali selvatici.
Se vogliamo migliorare la risposta al richiamo dobbiamo innanzitutto far sì che questo non venga considerato come un’imposizione che contrasta l’attività desiderata, bensì un metodo più veloce per raggiungerla.
Al contrario la disobbedienza dovrebbe condurre a risultati opposti a quelli che il cane si è prefisso. Ancora una volta, quindi un metodo molto valido è quello di lavorare col cane.
I cani da caccia possono trarre beneficio dall’esercizio dell’attività venatoria o da un’attività sportiva sostitutiva basata sul predatorio.
Nel caso di cani orientati alla ricerca di propri simili sarà utile, invece, impostare alcuni esercizi, al termine dei quali verrà dato il permesso di annusare, di esplorare il territorio ed eventualmente incontrare altri cani “amici”.
Prima di passare al richiamo possiamo dedicarci a esercizi più semplici da farsi col cane vicino a sé, ma comunque utilissimi, come il “seduto” e la sua naturale progressione, il “terra”.
Esercizi utilissimi a far capire al cane quale sia il nostro ruolo, facendolo quindi sentire parte integrante della nostra famiglia.
Molti cani, del resto, non hanno come principale interesse la ricerca della compagnia umana solo perché hanno avuto esperienze con padroni incapaci. L’inserimento in una famiglia cinofila con persone coerenti e conoscitrici della psicologia canina farà sì che l’interesse verso l’umanità possa aumentare ed arrivare a eguagliare o superare l’istinto predatorio.

Un metodo infallibile: il “resta”

Al comando “seduto” ed eventualmente “terra”, può seguire il “resta” (o “fermo” o “stai”…..ognuno usi le parole che più piacciono).
Questo esercizio non è difficile da insegnare e quasi tutti i cani intuiscono ciò che chiediamo loro di fare.
E’ un insegnamento molto facile anche per l’uomo e solitamente riesce bene a tutti i padroni che lo insegnano affidandosi al proprio intuito: sostanzialmente si tratta di far stare fermo il cane, bloccandolo se cerca di muoversi.
L’unica malizia: se il cane avanza, lo si rimetta qualche centimetro più indietro rispetto al punto in cui lo si era lasciato.
E’ un’ ottima lezione di comportamento generale, utile per ogni successivo insegnamento: il cane impara che disobbedire è sempre controproducente.
Insegnare correttamente il “resta” è uno dei metodi migliori per insegnare il richiamo.
Infatti tutti i cani che eseguono correttamente quest’esercizio, solitamente hanno un richiamo impeccabile. Il comando “resta” ha molte ripercussioni a livello mentale sulla percezione del comando “vieni”, che assume il valore di liberazione e non più di imposizione.

Quando il cane ha obbedito, infatti, lo si premia permettendo di venire da noi (comando “vieni”) per ritirare il premio (gioco, cibo o carezze).
Il richiamo, associato al premio, assume quindi una valenza sempre positiva. Ma c’è di più: non si “obbliga” il cane a venire da noi, ma il cane ha l’impressione che gli si “permetta” di venire da noi.
In questo modo è il richiamo stesso che diventa un premio: il premio per la corretta esecuzione del “resta”.
Seguendo questo schema tutti i cani con un minimo di equilibri psichico sviluppano un richiamo affidabile e possono essere gestiti senza guinzaglio in moltissime situazioni.

Cani problematici

Ci sono cani che faticano più di altri nell’apprendimento del richiamo.
Sono soprattutto quei cani la cui educazione è stata compromessa da comportamenti errati da parte del proprietario precedente.
Al primo posto vi sono tutti quei cani che sono stati picchiati (o anche solo sgridati) per aver risposto al richiamo con ritardo.
E’ incredibile come ancora oggi siano così numerosi i cani che sono vittime di cotanta ignoranza.
I cani che sono stati puniti in un periodo successivo al compimento di una marachella pensano di essere stati puniti per essere ritornati dal proprietario. Per questo tendono a non tornare più.
Correggere comportamenti molto radicati non è una cosa semplice.
Come è possibile premiare il cane quando torna, se questi ha paura e non si avvicina?

Un metodo ritenuto valido è quello di lanciare bocconcini al solo avvicinarsi dal cane (è sufficiente che il cane muova un passo nella nostra direzione) premiando ogni progresso e pretendendo ogni giorno un po’ di più.
Occorre tantissima pazienza. Soprattutto all’inizio si può avere l’impressione che occorrano anni per avere risultati decenti.
Invece i primi giorni sono i più difficili.
Quando il cane arriva a collegare che più si avvicina, più viene premiato, il gioco è fatto e i progressi saranno rapidi.
Alcuni cani, però, non tollerano nemmeno il lancio di bocconcini, spesso perché in passato sono stati scacciati a sassate o comunque si mostrano intimoriti dai nostri movimenti bruschi.
Nei casi più gravi, la soluzione migliore è quella di affidarsi all’aiuto di una persona molto esperta. Molti casi sono stati risolti da addestratori competenti per mezzo del clicker.
Ancora una volta vorrei però rassicurare sul fatto che i casi più problematici sono sempre riconoscibili ed evidenti.
I volontari dei rifugi lo sanno benissimo e non li affidano a persone alle prime armi o con determinate esigenze.
Ciò non toglie che persone esperte e competenti, spesso prendendola come una battaglia personale, riescono comunque, con pazienza e costanza, a ottenere risultati sorprendenti persino dai cani più maltrattati, portandoli a livelli di obbedienza e di comunicazione davvero notevoli.

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48 Commenti

  1. salve
    io ho un Labrador di due anni
    Lo abbiamo preso che aveva 3 mesi Abitavamo ina casa con 6000 mq di parco e non era nemmeno recintato e a parte qualche giretto fuori porta difficilmente se ne andava via
    Ora abbiamo cambiato casa..di parco ne abbiamo 1 ettaro,
    il cane è libero di stare in casa tutto il tempo che vuole e di sera sta sempre dentro anche di notte
    Ma da quando siamo qui spesso non lo trovo, lo chiamo e non risponde e poi magari torna dopo 1 ora o i vicini mi chiamano dicendo che è a casa loro che magari hanno il cane legato fuori
    oggi dopo due ore che lo cercavo mi ha chiamata il vicino che lo hanno trovato al campeggio degli olandesi che è a 3 lm da qui e pure stradine di campagna..Non so come abbia fatto a finire la. Sono disperata..Non so che devo fare..Mi viene spontaneo sgridarlo quando fa cosi anche se so che non va bene ma qualcosa non va
    Eppure sta sempre con noi Io sono fuori e lui invece magari sta in casa e allora lo faccio uscire con me ma poi a volte scappa..
    ho notato che quando sono arrivata qui che era febbraio per un paio di mesi scappava,,poi arrivato il caldo non l ha piu fatto
    ora che il tempo e cambiato ha ricominciato
    Che devo fare?

  2. Bello articolo, ma io vivo in campagna e ho 7 cani, tutti rispondono al richiamo e accettano di buon grado la mia leadership, però ho 2 fuggiaschi (madre e figlio). Trovano o scavano un buco nella recinzione e vanno in giro per campi (dietro ai selvatici) e dopo 27 fughe mi sono convinta che lo fanno perché è divertente, perché piace.. a me un po’ meno…
    Però non ho mai capito perché piangono quando ritornano, principalmente la femmina (la capo branco) abbassa la testa piangendo e cerca il contatto con me.

    • Salve, ho letto oggi questo articolo, che sembra fare al caso mio. Infatti ho un cane di 3 anni e mezzo adottato da 6 mesi, segugio, che risponde al richiamo solo in area cani ma non lo fa in spazi liberi e per lui allettanti.

      • Sabato scorso ci ha fatto prendere uno spavento. Eravamo a fare una passeggiata in 6 cani + umani in posto nuovo. Lui è stato un’ora a tornare ogni 2 minuti. Ho pensato, essendo il posto nuovo, forse teme di perderci…sta andando tutto bene…Si infilava nei rovi a fianco del sentiero, lo chiamavo, rispuntava…ma poi è scomparso. Forse si è incastrato in un rovo ad una distanza di 150/200 metri (lo sentivamo abbaiare ogni tanto), forse ha seguito un animale….Insomma, per farla breve, dalle 17,30 che non si è più visto è tornato solo alle 22,45, bagnato e tremante per la paura (tremava anche la mattina, la domenica di Pasqua, una volta che si è risvegliato, che poi lo abbiamo portato dal veterinario), pieno di zecche e graffi…. C’è da dire che purtroppo, dopo un po’ che era buio, pensando di non poter fare nulla perché la boscaglia era talmente fitta che ci volevano luce e attrezzature (macete ecc) ed avendo cellulare scarico e vedendo un viavai di gente sospetta (posto isolato, giro di droga), siamo andati via (8 di sera); alle 23,40 però sono tornata perché aspettare l’alba mi sembrava una follia ed ecco che è ricomparso quasi subito…
        Da lì ho iniziato di nuovo a passeggiare con la lunghina (infatti lo stavo sciogliendo solo da pochi giorni perché mi sembrava migliorato). Ora penso proprio di aver sbagliato qualcosa con lui e devo iniziare di nuovo a lavorarci, ed in questo l’articolo mi sarà utilissimo. Ho fiducia che un giorno riuscirò a scioglierlo, ma ho anche capito che non devo avere limiti di tempo, cioè potrò farlo tra qualche mese come tra due anni…

  3. Certo che la differenza tra i cani nordici o anche lupoidi stretti e i molossoidi per quanto riguarda la fuga, è abissale !!!
    Nella mia citta’ il 70 % dei randagi che circolano da un po’ di anni sono tutti derivati Husky e Pastore Tedesco …..che nelle loro evasioni non disdegnano l’accoppiamento .
    Un Mastino Napoletano non scapperebbe neanche se buttato fuori di peso 🙂
    Al massimo se ne stara’ appiccicato al cancello in attesa della “mamma/proprietario” .
    Alla base di tutte le fughe oltre alla cattiva educazione di base c’è comunque una forte attitudine all’indipendenza e al bisogno spasmodico di liberta’ tipico di alcune razze .

  4. Volevo aggiungere che c’è un’altra razza, oltre all’husky, che scappa e si fa volentieri gli affaracci suoi: il cane lupo cecoslovacco.
    La mia lupacchiotta sa benissimo cos’è un richiamo e cosa deve fare, infatti si gira mi guarda ma se ha un interesse più forte continua tranquillamente per la sua strada…
    prima o poi crescerà nel frattempo cerco di non arrabbiarmi e costruire un buon rapporto con lei
    ciao

  5. io ho una Hovawart femmina, compie 1 anno fra pochi giorni. Lezioni da educatrice professionale fin dal giorno che è arrivata, ma nonostante tutto l’impegno “scappa”, nel senso che vivendo in campagna ha preso l’abitudine di inseguire i caprioli (ce ne sono molti, e quando non ci sono va a seguire le tracce olfattive) e le cornacchie. Quando è in modalità “capriolo” non risponde a nessun richiamo. Va in giro e torna dopo una mezzora, stanca ma felice. Appena sente il cancello elettrico del passaggio auto che si apre vola via di corsa, a caccia. Il problema è la strada molto trafficata a 200metri dalla nostra proprietà. Ha a sua disposizione oltre 10.000 metri di giardino recintato (dove ha rosicchiato impianto di irrigazione e frecce della mia automobile), dove può giocare con il suo amico pastore tedesco di proprietà dei miei parenti ( e che non scappa con lei). Quando è motivata risponde perfettamente ai comandi (seduta vieni terra ecc), quando è distratta è totalmente “sorda”. Che fare?

    • Preciso che non è certo un cane abbandonato in giardino: vive (mangia in casa, dorme in camera con noi, ha il “suo” divano in veranda, gioca con grandi e piccini, va pure abbastanza d’accordo con gatto,….)

  6. Salve, sono la proprietaria di un boxer di due anni e 10 mesi, ho avuto ed ho diversi cani, ho preso lui in un canile per pura passione del boxer (bianco) e perché mi ha colpito da quando l’ho visto. Il cane proveniva da un allevamento, era stato adottato da una ragazza che lo ha tenuto a casa con sé fino a quando il cane aveva un anno e mezzo e poi lo ha affidato ad un canile. Quando l’ho visto la prima volta mi sono resa conto subito di quanto fosse emotivo il cane di suo e di quanto fosse segnato da tutto ciò che gli stava accadendo. Premetto che nella mia famiglia non abbiamo cani in casa, per loro abbiamo dei recinti con un terreno, ma con lui ho fatto un’eccezione rendendomi conto dei problemi del cane ho preferito per i primi giorni tenerlo in casa con me, non è stato facile all’inizio non mangiava, quando poi si è legato a me non si staccava, mi seguiva quando andavo in bagno, quando uscivo piangeva e grattava sulla persiana per tutto il tempo. Poi si è calmato, l’ho portato al recinto e lì si è abituato a dormire nel box e a correre nel terreno senza uscire dalla recinzione, se non con me. A volte però in mia assenza ha tentato la fua, saltando la recinzione e restando lì al terreno oppure recandosi nella nostra abitazione.
    Da poco mi sono trasferita in un’altra città, ho trovato una sistemazione che andasse bene anche per lui,infatti h preso una stanza in affitto con l’uso di un’immensa terrazza e di un giardino al piano inferiore, dove il cane può accedere. Bene è di nuovo un problema, immaginavo avesse avuto delle ripercussioni su di lui il trasferimento per questo l’ho fatto in un periodo libero per me, ma non è facile. Quando l’ho portato nella nuova casa si è di nuovo rifitato di mangiare oppure lo fa se mi metto io vicino la sua ciotola, non va in giardino, sta tutto il tempo sulla terrazza dove spesso ci sono ioe dove dà la mia finestra; in giardino scende solo se scendo io con lui , nonostante lì ci siano varie distrazioni per lui, quindi non dorme neanche nella cuccia in giardino ma passa tutta la notte davanti alla finestra. Alle sette di mattina mi sveglia sbattendo e non si calma finché non esco, mi faccio vedere e lo porto in giardino a fare un giro. Se mi sente uscire, oppure se lo chiudo in giardino impedendogli di salire in terrazza lui scappa saltando un alto cancello (è spaventosamente agile) con il pericolo che finisca il suo salto su qualche passante! Quando scappa si fa un giro lì intorno per poi sedersi e aspettarmi o ad un bar che è lì sotto o di fianco la bancarella della frutta che si mette di fianco il nostro giardino. Volevo chiedere a voi, come faccio a fargli capire che se io sono di sopra e lui in giardino non c’è motivo di scappare, e che se mi sente uscire tornerò sicuro? Non mi va di metterlo a catena, sono contro questo facile rimedio ma dall’altraparte vivo con la paura che gli possa accadere qualcosa quando esce o che mi piombi su qualcuno!
    È un cane obbediente, socevole con gli altri cani e con le persone, ma ho la sensazione che vive con il costante timore che io non torni.. sono quasi due anni ormai che è con me,io è vero a volte mi assento per brevi viaggi all’estero ma c’è mio padre con lui, al quale è molto affezionato anche se non lo vede come il suo leader. Come posso fare per fargli capire che quella è la nostra nuova casa e che non deve saltare il cancello? Come posso fare per farlo vivere più tranquillo e senza il timore che venga abbandonato? Ah dimenticavo un particolare, ci sono altri coinquilini nella casa, ciò può avere effetti negativi su di lui?

    • Lo tieni in casa con te e lo fai andare in giardino quando ci sei tu. I cani amano stare in casa coi loro umani, volerlo tenre fuori non mi sembra una buona idea. C`e` un interessante articolo di Valeria proprio su “ti presento il cane” che approfondisce l`argomento “cane in casa o in giardino”

      • Fosse per me non sarebbe un problema, perché come ho detto l’ho tenuto anche in casa, e quando sto sola ce lo porto a casa con me. Lui è abitutato, non fa bisogni, non tocca nulla, sà quali sono i spazi in cui può andare e quelli no come la camera da letto.. ma come ho detto ci sono altri coinquilini nella casa con me, nonposso tenerlo dentro per il rispetto nei loro confronti. Credevo che con il giardino e il terrazzo avrei risolto, ma il problema di benny è che vive costantemente con la paura di essere di nuovo abbandonato. Forse devo lasciarlo qui con mio padre, nel posto che lui ormai conosce e si sente sicuro.. ma anche così mi sembra di fargli un grosso torto, perché comunque mi vedrebbe poco, forse una volta a settimana.

      • Non è mio, quell’articolo: è di Gianmarco Lombardi (solo per dare a Cesare quel che è di Cesare, visto che l’avevi definito “un articolo di Valeria) 🙂

        • Oh si! Scusa! Tendo a pensare che tutto quel che e` pubblicato su “Ti presento il cane” e` tuo ^o^. bhe spero che possa essere utile a Valentina

  7. Ho adottato un cane di 9 anni al canile e il padrone che aveva prima deve sicuramente averlo maltrattato. Si avvicina a me solo se mi abbasso e non mangia mai in mia presenza. Ha paura di tutto e non so se sto sbagliando qualcosa. Gli faccio tante coccole (stando seduta accanto a lui) e sembra felice, pero’ non si fida di me. Appena mi alzo scappa e quando lo chiamo non viene. Di giorno lo lascio libero in cortile mentre la notte dorme con me in camera. Ha paura del buoi quando dorme dentro. Ogni suono lo fa scattare e io passo la notte a tranquillizzarlo. Dorme solo se lo accarezzo. Mi segue quando sono di spalle ma se provo a girarmi e toccarlo, scappa. Inoltre ha una cuccia enorme, con dentro una cesta in vimini e un cuscino, che pero’ non usa. Anzi, quando piove non si ripara nemmeno. Non so se sto sbagliando io… ho chiesto ai ragazzi del canile e mi hanno detto di avere pazienza. Io ne ho molta (passo anche tutta la notte sveglia quando vedo che trema perche’ sente le macchine passare) pero’ forse sto sbagliando modo di educarlo. Per favore aiutatemi!

  8. Bellissimo articolo!
    Abbiamo adottato da poco un cane dal canile ed ha una paura terribile degli umani.
    Dopo un paio di mesi si è abituato a noi, ma ha ancora paura degli estranei.
    A distanza di mesi il richiamo è ancora debole e il cane viene solo quando vuole lui.
    Il mio cane si comporta proprio come dici tu nel tuo articolo: “Sono i cani che si comportano benissimo tra le mura domestiche o quando sono legati al guinzaglione, ma cambiano completamente atteggiamento negli spazi aperti.
    Con questi cani sarà molto utile aggiungere altri accorgimenti che descriveremo in seguito e che prescindono dall’impostazione autoritaria della leadership”.
    In cosa consistono questi accorgimenti?
    Grazie della risposta, spero potrai aiutarci!!!!
    Valter e famiglia

  9. Bellissimo articolo, purtroppo anch’io ho lo stesso problema con uno dei miei 2 cani, questa cosa va avanti da 2 anni l’ho preso al canile che ne aveva 5, è molto attratto dagli odori degli animali e stando in campagna ogni volta lo porto a fare una passeggiata è un vero casino. Proverò con i consigli su scritti, speriamo che vada bene ma sono molto fiducioso…Grazie

  10. Ieri ho slegato il cane e come al solito l’ho lasciato correre per un po sul campo incolto attaccato a casa mia.
    Andiamo lì, io cammino, lui corre, tornando sempre vicino, ma tenendosi a distanza di sicurezza per non farsi prendere e mettere il collare.
    Ieri a un certo punto è spuntato un vicino (che il cane non conosce), risalito dal greppo, e me lo sono trovato lì senza avere il tempo di fare niente. Lo avessi visto arrivare mi sarei allontanata così da farmi seguire dal cane e magari manco non si accorgeva di questo che passava.
    Invece era lì e quando lo ha visto, in un primo momento ha iniziato a scodinzolare, ma poi forse percependo che il signore era terrorizzato, o non so cosa gli è scattato in testa, ha cominciato ad abbaiare e andargli contro. Io mi sono messa davanti al signore, dicendogli di starmi dietro e non fare niente e cercando di dissuadere il cane, ma non c’era verso. Non riuscivo a prenderlo, non si faceva avvicinare, ma continuava a puntare l’intruso ( che poi intruso non era perché non eravamo a casa) ed abbaiare in malo modo. Era una brutta situazione e non sapevo come uscirne.
    Siamo stati così per qualche minuto, fin quando il cane è riuscito ad attaccarsi alla manica del giubbotto del signore. A quel punto sono riuscita a prenderlo per il collare e, pur continuando ad abbaiare ferocemente,sono riuscita ad immobilizzarlo. Il signore a quel punto si è allontanato velocemente. Io ho riportato subito il cane a casa.
    Non so se riuscirò più a slegarlo. Perché libero non lo potrò più lasciare e al guinzaglio, senza farlo correre e sfogare un po, non riuscirò a tenerlo.
    Che brutta situazione

    • Forse meno brutta di quel che pensi. Il cane probabilmente non si fa prendere perchè ha imparato che quando lo prendi lo leghi e lo porti a casa; ti consiglierei di cercare un luogo sicuro dove portarlo, che sia recintato(in alcuni parchi per esempio puoi tenere il cane libero in certe ore poco affollate, oppure puoi chiedere a amici/parenti/conoscenti/vicini che abbiano uno spiazzo recintato da prestarti)e li insegnargli il richiamo: semplicemente quando sia allontana corri nell’altra direzione (anche trotterellando, non serve essere velocisti!), poi quando arriva corri ancora da un altra parte, poi di nuovo, ecc. Quando smetti accucciati, lascia che si avvicini, accarezzalo piano e parlagli, senza cercare di prenderlo. Il punto chiave è giocare e passare del tempo assieme, rilassandosi e divertendosi, per migliorare la relazione tra te e il cane: dopo qualche giorno vedrai che si avvicina più volentieri, ti presta più attenzione,ecc. Allora puoi aggiungere una parola quando giocando ti corre incontro, così impara a avvicinarsi velocemente quando la sente, poi man mano che aumenta la fiducia e il rapporto puoi aggiungere nuovi giochi, insegnargli nuove cose, compreso camminare bene al guinzaglio (come ti ho scritto sopra). Comunque ancora ti consiglio di tenerlo in casa: si può avere un buon rapporto con un cane che vive fuori… ma non c’è minimamente paragone col grado di fiducia, attenzione e obbedienza del cane che vive in casa rispetto a uno tenuto in giradino; questo perchè il cane si sente parte più attiva del branco e, come da sua natura, si impegna al massimo per contribuire al benessere del gruppo

      • Ti ringrazio Alice, ma io questa cosa del cambiare direzione la facevo già da qualche giorno, non correndo ma camminando. Per fargli capire che è lui che deve seguire me e non il contrario. Ma quando mi fermo lui resta sempre a distanza di sicurezza. Vorrebbe avvicinarsi ma non lo fa.
        E non è che appena riuscissi a toccarlo io gli mettessi subito il guinzaglio per portarlo a casa. Lo tocco per accarezzarlo, e dopo 2/3 volte che si avvicina gli metto il guinzaglio e “camminiamo” insieme ancora per una mezz’oretta.
        Ma lui il guinzaglio non lo vuole, dopo un po comincia a dare segni di insofferenza. Lo prende con la bocca e lo tira, per farmi capire che gli ha rotto.
        Infatti riesco ad avvicinarlo sempre meno, perché sa che prima o poi glielo metto.
        Una zona recintata per farlo correre libero non ce l’ho e non mi pare di conoscere nessuno che ce l’abbia.
        Il cane non si fida di me e io, da ieri, non mi fido di lui. Non pensavo potesse aggredire qualcuno e questo è un problema serio.
        Non so che fare.

        • Gabriella, tu sapresti esattamente che fare: devi costruire un rapporto con il tuo cane. Solo che non vuoi farlo, anche perché la cosa prevede un vissuto in comune (cane in casa) che tu rifiuti. E purtroppo i miracoli non si possono fa’…

          • Se costruire un rapporto con un cane vuol dire solo ed esclusivamente tenerlo in casa, no questo non posso farlo. Il cane ha quasi 6 anni, è sempre vissuto fuori, a parte i disastri che farebbe in un appartamento di 65 mq, come la mettiamo quando arriva qualcuno, oltretutto dopo l’aggressione dell’altro giorno?? Lo chiudo in bagnocol rischio che mi distrugga la porta? Credo che si debba abituare da piccolo a vivere in casa, ora è troppo difficile.

          • No, non e’ necessario che si abitui da piccolo. Un cane puo’ imparare moltissimo a qualunque eta’, molto piu’ di una persona, praticamente qualunque cosa. Io ho insegnato al mio cane a portare la museruola quando aveva 4 anni, e non ci sono stati problemi, e la museruola e’ coercitiva, mentre stare in casacol padrone e’ il contrario. Se fa attività regolarmente non ha motivo di fare danni in casa. Insegnargli a non sporcare dentro e a non rosicchiare i mobili e’ molto piu’ facile con un adulto, perché ha una mente piu’ sviluppata e capisce piu’ in fretta. E poi, se un giorno hai ospiti, puoi:
            – metterlo in una stanza con qualcosa da rosicchiare
            – legarlo fuori e riportarlo dentro quando gli ospiti sono usciti

          • @Gabriella:

            – 65mq bastano e avanzano, non è un problema di spazio (io ho una casa da 40mq e ci tengo una pitbull e ora sto tenendo temporaneamente pure una seconda pitbull insiemke e non c’è alcun problema di spazio: se uno dei cani si piazza in una strettoia gli dico di spostarsi e amen..e stanno comunque la maggior parete del tempo nelle loro cucce a sonnecchiare)!
            – Certo un cane in casa lascia peli, ma un buon aspirapolvere già risolve come lo spoazzolare il came almeno una vpolta a settimana e il lavarlo ogni 2-4 mnesi circa o se è sporco con shampoo x cani: poi se gli concedi solo alcune stanze e lo fai stare su una brandina e non sul divano limiti molto le parti dai casa da pulire dai peli e l’ingombro del cane che anzi in pochi giorni sarà quasi invisibile x gran parte del tempo (la stanza da concedere non è lo sgabuzzino o l’ingresso, ma il soggiorno o comunque la stanza dove la famiglia sta + a lungo sennò non ha senso e non risolvete nulla: il problema che hai è che i cani sono animali sociali e se il cane sta fuori non vi considera parte del suo branco è frustrato e tende a non ubbidire e a fare il matto..mentre se sta con voi ALMENO 3-4 ore al giorno regolarmente, in soggiorno con voi oltre alle passeggiate QUOTIDIANE vi ascolterà molto di + e vivrete molto meglio)…

            – hai paura che aggredisca un ospite?
            ok, se viene un ospite fino a che non sarai sicura del cane lo leghi fuori come hai sempre fatto, ma se non ci sono ospiti lo tieni a casa quando voi o uno di voi è a casa, e INSIEME a chi è in casa, non chiuso in una stanza da solo sennò è chiareo che fa il matto (vedrai che in pochissimo tempo quando sarà ion casa con voi starà tranquillo a dormire sulla sua brandina, ma solo se la bramndina è ciciona a dove state voi e non in una stanza a parte, l’ideale è che la brandina sia ad es ai piedi delo doivano dove stare o della scrivania dove lavorate/leggete o simili: + è vicina a voi + il cane starà fermo e tranquillo, + è lontana + si agiterà sino a distruggere porte se lo chiudete in una stanza adiacente)!

            – hai paura che lasciato in casa la disrtugga?
            ok, se tutti e 2 siete via lo leghi fuori come hai sempre fatto, ma se uno di voi è a casa il cane sta in casa e gli comprate una brandina (cosa sui 20 euro: il cane deve starci comodo steso su un fianco con le zampe stese completamente, tanto x dirvi la misura, ed è consigliabile coprirla con un lenzuolino da cambiare ogni 7-15 giorni x evitare che si sporchi troppo soprattutto se il cane è stato fuori sotto la pioggia o non è pulitissimo) e gli fate capire che deve stare li e non ad es sul dovano o sul letto e che ad es in camera da letto o in cucina non può andare (così non passate da un cane che sta fuori a un cane che sta in tutta la casa, ma che sta ad es con voi in soggiorno quando vedete la TV ma che non può stare con voi in camera da letto o o in cucina mentre cucinate con il rischio che rubi il cibo, ma anche il rubare è una cosa che si insegna a non fare in breve tempo)..

            – Anche se ha 6 ani si abituerà presto, soprattutto se evitate di lasciarlo solo in casa fino a che non si è ben abituato (e comuqnye meglio le prime volte provare a lasciarlo da solo in casa solo qualche minuto x vedere la reazione e poi allungare i tempi, tanto al massimo quando siete tutti be 2 fuori lo mettere legato dove vè stato sino ad oggi) e magari lo fate correre prima di portarlo dentro casa in modo che sia + stanco (questo è MOLTO IMPORTANTE: un cane che ha corso starà 100 volte + tramnquillo in caswa, quindi soprattutto le prime volte mettetelo dentro casa con voi solo al termine di una passeggiata o di un po’ di gioco).

            – evita di lanciargli le pietre: possono spaccargli i denti (la sdcottish di mia madre pure giocava con pietre lanciate e si è spaccata e consumata tutti i denti in modo impressionante!!), non solo quando le prende, ma quando le rosicchia: credo che non gli lanci le palline perchè non gli hai insegnato a risportarle e lasciarle a comando (in rete trovi come si fa ed è molto semplice da insegnare anche ad un cane di 6 anni se comunque insegue già qualcosa anche se sono sassi: è difficile insegnare a riportare la pallina a cani che non inseguono nulla invece…), però fino a che mnon gli insegni a gicarecon delle palline o simili puoi raccigliere tanti bastoncini di legnoi e lanciargli quelli che almreno se kli risicchia o li prende al volo non gli danneggiano io denti (se si spacca iun dente o gli viene una carie o un ascesso devi farlo operare in anestesia generale..e magari capita quando il cane ha già 8-10 anni e quindi ci sono + rischi x la salute e non mangia e peggiora sempre +; quindi è una spesa e un rischio, cose che sono + frequenti se il cane gioca con sassi rispetto che con bastoni visto che i sassi danneggiano i denti).

            – quando lo porti fuori portati in un sacchettino dei pezzettini di wustel di pollo tagliati a quadrettini minuscoli e danne uno ogni volta che il cane si avvicina a te in modo che associ l’avvicinarsi a te al ricevere un premio gustoso (NON va bene usare le crocchette del cane, grissini o pezzetti di pane secco o altra roba simile sennò il cane magari si avvicina e mangia, ma se ha una cosa + bella da fare se ne frega e non risolvi nulla o quasi…l’ideale è usare un cibo che adora e che non mangia MAI se non quando gli dai qel cibo come premio perchè viene vicino a te, i wustel di pollo sono pratici e utili ma fegato passato in padella o cuore o trippa o simili sarebbero ancora meglio, o anche avanzi a quadretti di bollito misto di manzo; mentre evita la carne di maiale che se non è ben cotta fa male ai cani perchè può contenere germi pericolosi x loro; evita carne anche di mucca molto magra perchè non è molto gradita ai cani e costa tanto quindi è uno spreco a memo che non ti sia avanzata: meglio carne grassa o cotica di prosciutto o altro salume o grasso di prociutto tagliato a cubetti che ti fai tenere dal macellaio ecc; ed evita assolutamente i biscotti x cani o altri premietti confezionati x cani (anche se nei negozi di articoli x animali ti diranno che “sono la cosa migliore + adatta e + sana x premiare un cane e i cani ne vanno tutti matti”, ma solo perchè vogliono venderli e non gli frega nulla se il tuo cane si impegnerebbe molto + x avere come premio pezzetti di scarti di macelleria che magari ti hanno regalato dal macellaio di fiducia..) che costano tanto sono troppo grossi e malsani e poco appetibili x il cane che quindi non si impegna x guadagnarseli: servono cubettini di meno di 1cm quadrato di dimensione ma molto appetibili x un cane..prova vari premi e vedi quale è + gradito perchè + gli piace + otterrai risultati veloci e duraturi: devi far capire al cane che se ti ubbidisce gli conviene! sennò non ti ubbidirà mai se non quando non ha nulla di meglio da fare..).

            Insomma, se vuoi ottenere risultati devi modificarte la gestione del cane, e scoprirai che ciò non è cosi’ traumatico o devastante come pensi..mentre se non lo fai potrai ottenere solo qualche risultato marginale faticando molto e contiuerai a venire matta ogni volta che devi anche solo passare vicino al canbe, figurati scioglierlo o portarlo al guinzaglio..

            Infatti hai detto tu che del corso di educazione/adestramento che avete fatto il vostro era l’unico cane che a fine corso tirava ancora come un trattore al guinzaglio?!?!
            ..e non era perchè avete un cane “stupido o testardo o ribelle o cattivo o simili”, ma solo perchè non avete un rapporto con il vostro cane perciò non riuscite a comunicare con lui e lui non capisce perchè dovrebbe ascoltare dei quasi sconosciuti che banalmente lo legano e gli danno il cibo tot volte al giorno..

        • Diminuisci la lunghezza delle passeggiate al guinzaglio, devi rislegarlo prima che si rompa.
          Inizia a legarlo, fai dieci passi e lo sleghi, la volta dopo lo sleghi subito, i
          improvvisa, sorprendilo … oltre tutto il resto che ti hanno detto

      • A proposito del parco, ti pare che dopo lo spavento di ieri possa azzardarmi a portarlo in un posto dove può arrivare gente o un altro cane??
        Tu dici che il punto chiave é giocare e passare del tempo con lui rilassandosi e divertendosi. Il punto è che Ettore divertire si divertirà pure a correre e a riprendere i sassi che gli lancio, ma il rilassarsi non fa parte del suo vocabolario.
        Dopo un po che stiamo in giro e quando Io sono stremata dal tenerlo al guinzaglio, mi siedo sul dondolo davanti casa (per fortuna che fa freddo)e lo lascio libero. Lui va avanti e dietro, non si ferma un attimo a sedersi o sdraiarsi. Lui cammina, mi passa vicino, si prende una carezza e cammina cammona. Non si rilassa mai.

        • Devi avere pazienza, conquistare la sua fiducia passo per passo, mostrandogli di non essere pericolosa, anzi piacevole. Prova a fare qualcosa, tipo accucciarti e giocare con dell’erba,e lasciarlo annusare quando si avvicina. Oppure portarlo fuori( se proprio non hai posti sicuri puoi andare in zone molto isolate, anche se non recintate; magari le rive di un fiume, se ce ne sono li vicino, che di inverno sono pochissimo frequentate. Il parco lo avevo proposto solo perchè da me in certe ore è svuotato del tutto, ma ovviamente se da te non è così non ci andare)e fai finta di interessarti moltissimo a un certo cespuglio, o muretto, e lascia che si avvicini, senza fare nulla. Così impara a avvicinarsi senza paura. Se facevi già il gioco di andare avanti e indietro facendoti seguire coninua, ma ti consiglieri di lasciar stare il lanciare sassi, perchè è abbastanza “impersonale”(cioè il cane si fissa sull’oggetto da seguire, ma non costruisce nessuna intesa e fiducia verso il padrone). Certe volte fermati, aspetta finchè non si avvicina un po’ (ottimo trucco è dargli le spalle o almeno non fissarlo), accarezzalo piano e riprendi a camminare; fallo più volte, in modo da intaccare la sua sicurezza “fermarsi+carezza=guinzaglio”.Il tuo è un cane, a giudicare da ciò che scrivi, piuttosto diffidente con gli estranei: so che non ti piace, ma è necessario che tu lo tenga in casa. Pensa a ciò che ha fatto all’estraneo ieri. Se il cane sta fuori, non considera i padroni molto più che estranei… per questo non si avvicina e non si fa prendere. Un cane non riesce a considarare qualcun altro come amico affidabile se non ci vive sempre o quasi a stretto contatto; capisco che a te non piaccia tenere dentro il cane, però mi sembra che la situazione stia diventando del tutto insostenibile, e rischiosa. Che ne diresti almeno di provare, per un mese/mese e mezzo, a tenere dentro il cane, portandolo ogni giorno fuori, giocando e provando a mostrarti interessante per lui come ti ho suggerito sopra, e vedere se la situazione può cambiare?

        • @Gabriella:

          è normale che faccia così:
          vive praticamente sempre alla catena a parte quando viene brevemente slegato…allora è logioco che un cane, ancor + se non vecchio e di conformazione saimile ad un cane da lavoro(e quindi cane con molta energia da usare), appena libero tenda a correre avanti e indietro di continuo finchè può, e che se messo al guinzaglio tiri come un trattore senza freni (che visto che non gli è stato insegnato a considerare il guinzaglio un mezzo x andare a spasso, ne gli è stato insegnato a camminarci lentamente, x lui è solo una corta catena attaccata ad un umano che poi lo lega alla catena fissa)!

          Se il tuo cane non si comportasse così sarebbe malato o strano…

          MA QUESTO NON VUOL DIRE CHE DABBA COMPORTARSI SEMPRE COSì O CHE SIA UN CANE INGESTIBILE (anzi, da comsa dici sembra decisamente equilibrato) O PERICOLOSO (l’episodio con la persona non era grave in realtà, e può avere tanre spiegazioni fra cui l’atteggiamento percepito come minaccioso da parte di quella persona, o il fatto che magari il cane non è abituato a vedere estranei ecc..comuqnue non l’ha realmente attaccato, ma gli ha solo mordicchiarto la manica della giacca dopo aver abbaiato e si è lasciato prendere da te nonostante tuu abbia poco controllo su di lui..un cane veramente aggressivo fa ben di peggio)!!!

          Devi solo gestirlo meglio, tenerlo in un modo + adatto ad un cane (i cani sono animali sociali quindi soffrono a vivere solo in un recinto o alla catena o in una stanza, non importa quanto sia lunga la catena e comoda la cuccia..è una situazione che frustra l’animale rendendolo meno gestibile e potrebbe realmente renderlo aggressivo x via della frustrazione accumulata, infatti on è raro che cani tenuti sempre alla catena mordano ospiti che si avvicinano nel raggio d’azione..ma questo non vuol dire che dovete isolare ancor + sta povera bestia, lui non è aggressivo e non lo diventerà se lo aiutate a sfogarsi un minimo) e insegnargli cosa vuoi da lui in un modo x lui comprensibile (premiandolo ad es con cibo appetitoso quando fa ciò che vuoi ed evitando di sgridarlo se non ubbidisce visto che è probabile che se non esegue un ordine semplicemente non abbia capito cosa gli chiedi: i cani ragionano come cani e spesso nnoi gli spieghiamo le cose come umani, infatti esistono anche manuali di educazione di base del cane che spiegano come insegnare al cane i comandi di base in modo a lui comprensibile, io ad es ho usato “”Guida pratica all’educazione gentile del cane” di A.Capra con la mia pitbull, e visto che è un libro piccolo con tante foto e ben spiegato e che usa un metodo x cui anche sesi fanno errori non si fanno danni, ho avuto buoni risultati in breve tempo e l’ho uisato anche x altri 2 cani di cui uno aveva già + di 6 anni).

          Antrimenti non otterrai mai nulla (anzi, se non fai nulla avrai un cane sempre meno gestibile e + frustrato e agitato…e non sarà colpa del cane..)…!

  11. L’uomo non sceglie affatto di andare in fabbrica, ma é obbligato ad andarci per poter viere.
    Ma a parte questo mi pare di capire che non ho nessuna possibilità di riuscire ad abituare il mio cane a uscire col guinzaglio. Forse dovrei limitarmi a slegarlo e farlo correre libero fin quando ne ha voglia.

    • No, non e’ questo il punto. Certo che puoi abituare il cane a camminare al guinzaglio. Il punto e’ che la catena non e’ un problema perché il cane “non e’ libero”, ma perché e’ fuori da solo. Anche se fosse in un recinto, in un giardino, o in cantina, da solo, non andrebbe bene. Questo non per fare i talebani del tipo “i cani vanno tenuti come bambini” ma proprio perché, etologicamente, dopo i bisogni fisiologici, per il cane i due bisogni principali sono:
      – avere un branco unito con cui condividere spazi e attività
      – svolgere delle attività (giochi, camminate, corse, addestramento, qualunque cosa) con il branco per sviluppare l’intesa e unione tra compagni
      se al tuo cane garantisci questo, risolvi immediatamente il problema delle fughe, e, per camminare bene al guinzaglio, basta che lo sopporti ancora solo le prime volte, per portarlo in qualche posto sicuro a correre (all’inizio avrà bisogno di sfogare molte energie); poi quando la situazione sara’ stabilizzata (cioe’ e’ diventata un routine uscire e fare attività ogni giorno, il cane e’ certo che cio’ accadrà) puoi insegniarglielo usando un guinzaglio lungo, in modo da non strattonarlo, portandolo fuori e quando tira, lo chiami allegramente e cambi direzione (poi quando ha imparato puoi tornare al guinzaglio piu’ corto). Pero’ prima ci vuole, appunto, come ho scritto sopra che il cane condivida la vita con i proprietari e che con loro svolga qualche attività ogni giorno, altrimenti non funziona… Semplicemente perché, per lui, il mondo esterno sara’ sempre piu’ interessante dei suoi proprietari!
      P.S. Il cane in casa fa danni solo se e’ sempre lasciato a dormire e non fa mai niente (giochi, passeggiate) tutto il giorno: allora si sfoga facendo casino in casa. Altrimenti anche un cane enorme, anche se non abituato, se ne sta tranquillo (al massimo i primi giorni annusa dappertutto, ma appena vede che nessuno gli da corda e sono tutti tranquilli si metterà tranquillo anche lui). L’unico problema puo’ essere il pelo, il trucchetto che uso io coi miei cani (pelo folto) e’: spazzolata profonda ogni giorno, ma breve, tipo 2/3 min. (proprio perché fatta ogni giorno!) + bagno una volta al mese, se necessario sciacquata veloce (tipo quando torno da camminate molto fangose) quando serve (le ho abituate al phon, perciò sia asciugano in fretta). Ciao!

    • Gabriella, io non vado in fabbrica, ma finora son vissuta. Ovviamente ho fatto altre cose: lavorare si deve. Però il “come” e “dove” lavorare lo scegli tu (anche se a volte la scelta è limitata da fattori esterni, come la famiglia, gli studi, la condizione sociale ed economica). In ogni caso, l’umano una scelta ce l’ha: il cane no. Quindi il tuo paragone non può reggere.
      Per il resto, nessuno ha detto che non puoi abituare il tuo cane ad andare correttamente al guinzaglio: ci devi semplicemente lavorare sopra. In questo stesso sito troverai articoli che trattano la condotta al guinzaglio e spiegano come fare. Il problema è che il tuo cane, quando lo liberi dalla catena, ha solo voglia di sfogarsi, di correre, di sentirsi libero almeno per qualche minuto: quindi le cose diventano immensamente più difficili. Se facesse una vita più serena e rilassata, sarebbe più semplice anche insegnargli la condotta e qualsiasi altro esercizio. Tutto qua.

  12. Si siamo contrari al cane dentro casa. E,considerando anche che viviamo in 65 mq, un cane così grande….. non mi pare il caso tenerlo dentro. Poi lui non è abituato e penso distruggerebbe tutto.
    Lo so che un cane a catena può non essere felice, ma un umano in fabbrica per caso lo è?

    • Gabriella, l’umano in fabbrica sceglie lui di andarci: che poi sia felice o meno, è un problema suo. E comunque, quando non è al lavoro, da bravo animale sociale vive con la famiglia, gli amici ecc.ecc.
      Anche il cane è un animale sociale, quindi dovrebbe vivere in famiglia almeno quando non lavora (l’umano in fabbrica fa otto ore, non 24…).
      Il fatto che non sia abituato si risolve…abituandolo, tenendolo in casa quando ci siete voi ed insegnandogli a comportarsi bene. Se poi siete proprio contrari, non mi metto a farvi nessuna morale, ripeto: però tu non pretendere botte piena e moglie ubriaca. Il tuo cane si sente prigioniero, e almeno “l’ora d’aria” se la gestisce un po’ come je pare!

    • Quando esce dalla fabbrica va a fare un salto al bar o a giocare a calcetto: come il tuo cane.

      ps: anche nelle carceri esiste “l’ora d’aria”

  13. No, purtroppo non c’è modo di cambiare la situazione.
    Abito in campagna e non ho il recinto. È un pastore tedesco maschio,di 5 anni,è un cane, ma ha la forza di un leone.
    Lo tengo legato con una catena lunga 5 mt che scorre su un cavo a terra lungo 15 mt circa. So che per questo mi tiro addosso le ira di chi legge, so che non si dovrebbe tener legato un cane, ma non posso fare altrimenti.
    Quando ancora era cucciolo lo scioglievo spesso, ma crescendo è diventato sempre più forte e non riesco più a trattenerlo. Mio marito è sempre a lavoro, così è stato sciolto sempre meno.
    Siamo stati a fare un po di addestramento, a circa un anno d’età. Gli altri cani dopo un po avevano imparato a camminare senza tirare, ma lui niente. Tornavamo a casa che mio marito aveva il braccio mezzo slogato tutte le volte. Io non so, sarà colpa nostra, ma son stati soldi buttati.
    Ora sto cercando di recuperare il rapporto con lui ma so bene che non è facile. Quando mi avvicino mi salta addosso per giocare,l’ha sempre fatto con me. Quando lo slego e comincia a correre, non si allontana molto, ma quando torna da me si tiene a distanza di sicurezza. Cioè più lontano della lunghezza del mio braccio. Quando è ormai stremato e riesco a mettergli il guinzaglio, deve sempre camminare davanti a me. So che il lavoro sarà lungo, ma devo farcela.

    • Scusa, so che la domanda sembra stupida…ma se non hai il recinto, avrai pure una casa. Perché il cane non potrebbe viverci?
      Siete contrari al cane dentro casa, o è proprio lui che combina casini?
      Tenere il cane alla catena significa fargli un grosso torto: nessuno vuole farti la morale, sia chiaro, e non scateni nessuna “ira”…solo, se sei intenzionata ad avere un miglior rapporto con lui e a superare certi scogli, la cosa migliore è partire dalla base. E la base è che un cane alla catena non è un cane felice: quindi mi piacerebbe sapere cosa ti impedisce di tenerlo all’interno del suo nucleo familiare.

  14. Il mio non è un cane problematico, é un pastore tedesco adulto che vive chiuso nel suo spazio. Quando lo libero per farlo correre un po, non è facile che torni da me per farsi mettere il guinzaglio(come dargli torto)e, quando riesco a riprenderlo, tira che quasi mi trascina. Gli piace un sacco che gli si lanci i sassi,lui corre a riprenderli, ma solo quando è stremato si riesce ad avvicinare per mettere il guinzaglio. La leadership nel mio caso ce l’ha lui, sto cercando di cambiare le cose ma non è facile. Qualche consiglio?

    • Be’…i consigli presumo che tu li possa già immaginare: un cane che “vive chiuso nel suo spazio” (ma quale? di che tipo di spazio stiamo parlando?) non può essere molto contento della vita che fa.
      Ovvio che quando sente profumo di libertà faccia un po’ il matto, ovvio che tiri al guinzaglio e che non torni facilmente a un richiamo che significa “si torna in galera”. Non è problematico, dici: ma mi pare che di problemi ne abbiate diversi, e che li abbiate entrambi. Tu non hai la leadership, lui non mi sembra molto felice di vivere così.
      Non c’è modo di cambiare?
      Dare consigli senza conoscere esattamente la situazione è praticamente impossibile, però è certo che la situazione non sembra ottimale.E conquistarsi una leadership su un cane che, quando esce, pensa solo “libertààààà!”, e non riesce a concentrarsi su nient’altro, non è certamente un’impresa facile. Se ti va, raccontaci qualcosa di più.

  15. Buddy (akita americani 9 mesi) ubbidisce a molti comandi (incluso resta con le spalle girate verso di lui) ma sono apprensiva a lasciarlo libero anche tra i campi per tutti i pericoli in cui potrebbe incorrere …. Uffa vorrei mollarlo ma ho fifa

    • @Diana:

      pure io sono una persona apprensiva che molla il cane solo se x i miei parametri non ci sono ne pericoli ne possibilità di imprevisti (ad es x imprevisto intendo un gatto o un’altra preda che spunta fuori all’improvviso o un cane sconosciuto che arriva inaspettato o bambini che arrivano x giocare ecc), ma x insegnare ad un cane, soprattutto se cucciolo (ma anche adulto) a rispondere al rischiamo anche in ambienti non recintati senza metterlo a rischio, si usa il GUINZAGLUONE:
      è una lunga corda di 5-10 metri (x un cane veloce meglio 10m) con un moschettone attaccato al collare o a una pettorina (mai ad un collare a strozzo) e all’altro capo un grosso nodo (si può comprare ma non è facilissima da trovare neio pet shop,m è + facile comprare un buon moschettone o prenderne uno da un guinzaglio rovonato e cpomprare una corda da alp’inista del diametro che passa nell’asola del moscettone e legarcelo facendo poi uno spesso nodo all’estremità opposta, io ho fatto banalmente così).

      Si usa x insegnare al cane a rispondere al rischiamo in zone non recintate, prima tenendo l’altro capo del guinzaglione in mano, e dopo che il cane ha imparato si prova a lasciarlo libero con il guinzaglione lasciato strisciare a terra (eliminare eventuali cacche e schifezze dal perimetro e portarsi un sacchetto di plastica richiudibile in cui riporre il guinzaglione lurido, perchè sarà sempre lurido anche se striscia pochi minuti su un asfalto apparentemente non sporco, figurati se striscia nel fango in un prato di campagna con erba alta e fango..e io consiglio anche di portaresi salviette umidificate in modo da poterci ripulire le mani dopo l’uso del guinzaglione, visto che anche se non va sui qualcosa di inenarrabile sarà comunque sporco e ci sporcherà le mani..), in modo che in caso di mancato ritorno al risvhamo si possa ripescare il cane insegnandogli che al rischiamo non si può disubbidire, ed evitando che si allontani: è assai + facile acchiappare la fine di una corda di 10m tirata da un cane che corre, piuttosto che un cane che corre…ma questa è solo al peggiore delle ipotesi o una delle peggiori; in realtà il guinzaglione ci da quel po’ di sicurezza x lasciare di + il cane libero e insegnargli a migliorare il rischiamo senza troppa apprensione (e senza rsporlo a rischi inutili!!!)!

      Poi quando ci si sente ragionevolmente sicuri della risposta al rischiamo del proprio cane si può prima passare ad un guinzaglione di 5m, poi di 2, poi un guinzaglio lasciato a terra (che sarà + un deterrente psicologico) e poi senza nulla, affidandosi solo al richiamo (ma calibrando le situazioni in cui liberarlo, passando cioè prima a lasciarlo libero in zone senza distrazioni e poi se risponde ai comandi si può passare via via a zone con + distrazioni: x un cane un conto è ubbidire in un parcheggio deserto di notte, altro è ubbidire allo stesso comando in un prato dove si sentono caprioli nelle vicinanze, topini di campagna, lepri, bisce, miriadi di piste odorose lasciate da selvatici e da cani da caccia ecc…bisogna andare con estrema gradualità essendo consci del fatto che alcuni stimoli possono essre veramente irresistibili (e li torna il guinzaglione)…

      GUINZAGLIONE!!!
      è uno strumento semplice e utile x insegnare ai cani il ruichiamo (“VIENI”) in sicurezza, fossi in te lo userei in modo da poter lasciare libero il tuo cane senza troppa apprensione: tanto pupoi sempre “ripescarlo”, e intanto lui impara a tornare a comando e tui impari a fidarti di + di lui.

  16. anni fa a san remo vidi correre a 100all’ora in un vialone in mezzo alla gente un siberian husky grigio chiaro seguito qualche decina di secondi dopo da 2 ragazzi, immagino i padroni, che lo rincorrevano..Chiedo a Lei se con queste razze il discorso sulla fugacità sia differente, e le precauzioni siano un po’ diverse. Grazie

    • chiedo scusa, ma vedo questo commento solo ora… comunque rispondo. In tutta onestà non ho molta esperienza con questo tipo di cani. Al canile ne sono capitati solo un paio in sedici (urgh!) anni. Entrambi accasati in pochi giorni. Mi sembra di intuire però che seppur per motivi diversi siano assimilabili ai cani da caccia da grande cerca: sono cani progettati per muoversi su grandi spazi aperti: grandi distanze ma riferimenti abbastanza semplici e identificabili. In città succede spesso che la voglia di correre ed esplorare, esaltata da una vita troppo spesso povera di stimoli e costrittiva, li porti ad allontanarsi parecchio dai loro riferimenti per poi ritrovarsi sperduti in un ambiente in cui non si ritrovano piu’. Perché un conto è allontanarsi in una vallata in cui dopo dieci chilometri riesci a vedere ancora il punto da cui sei partito (e in ogni caso hai gli stessi riferimenti, i monti o la pianura in lontananza… e poi tutto il mondo di odori in cui i cani si orientano benissimo), un conto è allontanarsi in un groviglio di strade di città dove in pochi metri si incontrano centomila cose diverse e a un solo isolato di distanza non riesci piu’ a trovare un solo elemento in comune con l’ambiente a te famigliare che ti possa far intuire dove ti trovi.
      Ciò che cambia rispetto alle altre razze penso sia soprattutto la percezione di distanza… non la definirei “tendenza alla fugacità”. Le intenzioni non sono quelle di fuggire per non tornare piu’… penso che a un certo punto vorrebbero tornare. Solo che magari non ci riescono…. ma nella loro testa si composrtano come il volpino che si fa il giro davanti al palazzone e si spinge ad annusare fino a tre case in là. Loro si spingono per parecchi isolati o in caso di aperta campagna per parecchi chilometri, ma le intenzioni sarebbero le stesse.
      E forse molte volte la paura che non sappiano tornare è solo umana…. magari loro saprebbero tornare e lo stanno facendo nei loro tempi che sono diversi dai nostri.
      Porto come esempio un caso “fresco fresco” di un cane *scappato* dal rifugio dove faccio volontariato. Non si trattava di un husky ma di un beagle-harrier (o piu’ probabilmente un incrocio beagle per generico segugioide). Durante la passeggiata si è sfilato la pettorina (no comment) ed è partito per i campi…. la sfortuna ha voluto che passasse una lepre proprio da quelle parti. Ore di inseguimento di volontarie disperate e in lacrime…. Donne a piedi e in auto con cappi, tasche piene di pezzi di carne e formaggio a chiamare a squarciagola. Solo io e un’altra volontaria storica solitamente piu’ ottimisti: vedrai che torna.
      Finita la giornata quando il sole stava per tramontare, finito di pulire tutto, parto con la macchina e lo vedo sfrecciare. Accosto e lascio la macchina con le quattro frecce e corro a spalancare il cancello di entrata… Come per magilla il cane è entrato ed è andato a sedersi davanti al cancello del suo recinto ad aspettare che qualcuno aprisse.
      Sospiro di sollievo generale e i primi commenti: “d’ora in poi i cani non escono piu’!!”
      Credo che poi la cosa sia stata dibattuta spero con menti piu’ “rilassate”. Non so come sia andata a finire, essendo la cosa recente e io reduce da una vacanza all’estero. Se è cosi’ veramente giuro che cesserò la mia attività di volontariato. Voglio fare il volontario in un canile non in un carcere.
      Mi rassicurano però le parole della volontaria piu’ in linea con le mie idee, che alla fine della vicenta ha commentato “almeno si è fatto una corsa”.
      Le precauzioni diverse per me sono quelle di capire che non sono pechinesi e occorre un impegno notevole per metterli in condizioni di soddisfare il loro bisogno di libertà, moto e curiosità. Ci vuole molto impegno e molto tempo per seguirli affinché arrivino a conoscere un grande territorio, a capire i pericoli e a orientarsi comunque anche in un ambiente che non è *esattamente* quello previsto dalla selezione umana per questo tipo di cani… allo stesso tempo sarebbe però anche opportuno che questi cani finiscano nelle mani di chi si adegua a ricercare un ambiente “il piu’ possibile” adatto alle loro esigenze. La nostra massima ambizione nel tempo libero è fuggire il piu’ lontano possibile dalla folla e lanciarci in una passeggiata nelle campagne piu’ sperdute o precipitarci nelle vie piu’ affollate della città alla ricerca dei saldi? Non vediamo l’ora di mettere i soldi da parte per comprarci la casa da contadini dismessa da ristrutturare con vigna, frutteto, podere a due passi dal bosco dei cento acri, o ci interessa piuttosto l’appartamento in centro, andare in vacanza e viaggiare in cento città. Ci sono cani adatti a tutte le eisgenze, ma queste domande dovrebbero farci capire se siamo tipi da gente da setter o gente da barboncino. Per gli husky non mi voglio pronunciare visto che qui sopra scrivono persone che hanno molta piu’ esperienza di me… ma le precauzioni dovrebbero essere quelle di far sentire il cane “a casa” e non “in prigione”.

      • Grazie per la risposta. Per cani da grande cerca si intendono tutti i cani da caccia o solo alcuni? gli springer spaniel per esempio?

        • Solo alcuni. Ma non è che ci sia un confine netto… è come dire “auto di grossa cilindrata”. Dove finisce la piccola e inizia la grossa? E un Doblò per esempio?
          Gli springer negli stati uniti e nel nord Europa sono molto piu’ diffusi che da noi e là ci sono anche varie correnti di sangue che comprendono cani con utilizzo piu’ disparato… anche in varie discipline sportive. Qui da noi sono prevalentemente per l’impiego venatorio e…. sono dei diavolacci abbastanza difficili da gestire. Non ne conosco di persona e i cacciatori delle mie parti me ne hanno sempre parlato molto “male”… cioè con un cane molto difficile, da usare in battute di caccia dove ci vogliono dieci cacciatori per seguire un solo cane che però ti può passare anche un intero bosco a setaccio. E’ un cane per lavorare nel “chiuso”, nel fitto, ma non lo definirei di cerca ristretta… perchè spazia parecchio. Comunque queste difficoltà le percepiscono i cacciatori “medi”, che cercano il cane da carniere piu’ che apprezzare lo stile e che sono abituati col braccosetter. Che come cerca secondo me ce l’ha piu’ ampia dello springer però ha il vantaggio di avere l’istinto della ferma. E quindi sanno che a un certo punto si fermerà e questo lo fa percepire molto piu’ gestibile. Come cane da compagnia, forse in termini di sicurezza del richiamo non credo ci sia una grande differenza rispetto ai cani da caccia piu’ dinamici (rispetto a bracchi e spinoni sicuramente si’!). Ma ripeto… non lo conosco molto bene lo springer. L’ho visto cacciare e ho sentito discussioni da cacciatori al bar.

      • @denis:

        purtroppo la reazione dela maggior parte delle persone ad un cane che una volta libero (o liberatosi in qualche modo) corre via allontanandosi npotevolmente e torna dopo alcune ore, è dio evitare in tutti i modo che stia libero in futuro, non importa se il cane lo ha fatto perchè vive in canile e quindi passa 7 giornbi su 7 in un recintino+box e fa al massimo un ora di passeggiata a setimana o poco +, e se magari NESSUNO gli ha MAI insegnato che quando si è liberi si deve stare VICINO agli umani e tornare a comando (c’è chi fa così credendo che “se il cane scappa e non torna a comando non merita di stare libero/uscire” e chi invece ha banalmente timore che il cane che si allontana possa perdersi o farsi male)…

        Che poi, è comprensibilissimo soprattutto da parte di volointari di un canile, pensare “non possiamo pèortare i cani fuori se rischiano di scappare e perdersi o peggio scappare e ferirsi-essere investiti/uccisi”; ma la fuga (finita bene, anche visto che non era una fuga, ma una “scampagnata canina” fatta x fortuna in ambiente non troppo antropizzato e quindi non eccessivamente pericoloso) è avvenuta con UN SOLO CANE (quindi x quale motivo non portyare mai + fuori nemmreno gli altri acni che magaruii mai si allontanerebbero? ok la prudenza, ma non quando è immotivata e rischia x di+ di rendere i cani ancor + infelici e nevrotrici e quindi pure meno facili da fa adottare), e x giunta tenuto al guinzaglio con una pettorina che si è SFILATA, quindi la soluzione BANALE è usare collari che NON SI SFILINO, come dei bei (ede economicio) SEMISTROZZO DI FETTUCCIA REGOLABILI (così si passano puure da un cane all’altro e ne servono di meno), che sono sicuri come ub collare fisso ma in + se regolati bene sono praticamente impossibili da sfilare x qualsiasi cane anche tendente ad indietreggiare x sfilarsi colalri e pettorine (e cpostano assai meno di una pettorina, senza fare danni al cane anche in mani non esperetissime essendo collari che non possono stringersi + d9i tanto e solitamente piuttosto spessi e morbidi).

        Pure mia madre ha un cane che si sfila le pettorine (e in + lo fa quando si spaventa ed è un cane pauroso, in pratica mia amdte vive vicino a dove c’è+ la caccia quondi quando la caccia è aperta c’è sempre il ruschio che il cane si sfili la pettorina e fuhgga terrorzzato chissà dove, e un cane terrorizzato si che mentre fugge può perdwersi o farsi male, infatti sto camne è stato trovato anni fa da una sua amica perchè probabilmente si era perso nei boschi, ma l’amica di mia madre credendolo sicuramente abbandonato da “gente cattiva” non ha messo annunci di ritrovamento ne ha cercato oi precedenti proprietari in altrio modo..e poi visto che sto cane non andava d’accordo con uno dei suoi dopo 3 anni di cani separati lo ha dato a mia madre che lo adora), e anche se le ho detto mille volte di mettergli un collare a semistrozzo messo largo lei non ci sente: non vuole risvhiare di “tirargli il collo” anche se il cane non tira, quindi è una suia fisima e basta (infatti voleva comprargli uno stupèido vcollare fisso strano credemndo che x qualche magia non tirasse il collo del cane se si torava il gionzaglio perchè l’anello dove si annancia il guinzaglio era in un’asola…bah…le ho spiegato che se si tirava era come un qualsiasi collare fisso ma non era convinta…boh..ciò però spiega perchè tanti collari fatti malissimo e pettoreinepessime vengino comprate da gente che non capisce che siano pessime e si fa film mentali assurdi sul perchè abbiano forme assirde e controproducenti dandogli le spiegazioni che + gli aggradano come il “non tira il collo deò cane”, ma seè un colare come diavolo potrebbe fare? conn un campo di forza tipo Star Treck?). In pratica preferisce rischiare che il cane si sfili la pettorina spaventato e rischio di scappatre o esere investito che metergli un senistrozzo…

        ..ma spero che nel canile dove fai volontariato non siano così talebani da preferiore il non portare + i cani fuori piuttosto che sostituire le perttorine con dei senistrozzo di fettuccia (che poi vanno regolati molto + larghi di un collare fisso vist0o che si striiungono se il cane arretra x sfilarseli, quindi soino assai + comodi x il cane soprattutto se vemgono tenuti anche quando il cane è nel box o comuqnue x varie ore al giorno: in pratica x regolarli bisogna che quando sono stretti al massimo non possano assolutamente sfilarsi dal collo del cane, e solitamente passa cira un dito fra collo e collare nella parte + alta e stretta del collo del cane a collare stretto che poi quando si allarga farà passare solitamente almeno 3 dita o + fra parte bassa del collo e collare cioè molto + di un collare fisso, e molti cani li tollerano meglio delle pettorine x non parlare del fatto che molte pettorine sono malfatte e possono danneggiare i cani anche solo indossate)..

        In un canile impedire che i cani possano essere portati a spasso (qualsiasi sia il motivo) è assurdo e controproducente (se si vuole farli adottare e vivere decentemente; infatti cani nevrotici e carichi di energie represse non sono facili da piazzare ed è pure impoissibile x i volontari lavorare x migliorare il comportamento dei cani se non li si può far uscire, conmtando che un cane che non tira al guinzaglio x l’umano medio non cinofilo che non sa insegnare a non tirare, è un cane molto appetibile di x se mentre un cane che tira soprattutto se di taglia media o garnde puyò essere scartato a priori anche se magari tira solo perchè non esce mai)…in + una persona di buon senso non si prende un cane che non ha potuto nemmeno portare a fare un giretto di 10 minuti intorno all’isolato (anche accompagnata da un volontario)…

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