di VALERIA ROSSI – Di recensioni, ultimamente, mi capita di scriverne parecchie: non proprio moltissime, perché se un libro non mi piace preferisco evitarne di parlarne, piuttosto che parlarne male… ma insomma, tantine.
Non è altrettanto frequente che, dopo aver letto un libro, provi l’impulso irrefrenabile di farlo leggere a viva forza a tutti quelli che conosco: invece stavolta sì.
Ed è anche per questo che l’ho fortissimamente voluto per il nostro negozio online: perché “Nata sotto una buona Stella” prometteva benissimo già dal sottotitolo (“Cercavo un fidanzato: per un colpo di fortuna ho trovato un pastore tedesco”)… ma ha superato abbondantemente tutte le mie aspettative.
E’ una delle cose più divertenti, commoventi, ironiche e coinvolgenti che abbia letto negli ultimi dieci anni. Ed è una vera vergogna che una penna di questa qualità sia stata costretta a stamparsi il libro in proprio: perché se vivessimo in un Paese serio, con la giusta attenzione alla cultura, le case editrici avrebbero dovuto fare a pugni per accapparrarsi questa autrice e il suo libro avrebbe dovuto essere un super best seller, visto che è di gran lunga superiore a Marley & affini.
Lisabetta (senza “E”) Mugnai è, decisamente, una pazza. Ma proprio pazza furiosa, eh!
Dopo aver trascorso l’infanzia con Kim il pastore tedesco del nonno (che a pagina 20 muore già e già mi ha fatto consumare una scatola di Kleenex…e non è uno spoiler, perché se era il cane dell’infanzia mica poteva campare cinquant’anni…), sogna un cane tutto suo e si ritrova, invece, a prendersi cura di Stella, la lupacchiotta amata (poco) e trascurata (molto) dei vicini di casa.
Questo libro è la storia di un amore travolgente, per il quale l’autrice fa cose che una persona normale non avrebbe fatto, forse, neppure per un figlio (ve l’ho detto che è pazza).
Però riesce ad essere una pazza: a) dalla simpatia travolgente, autoironica, pronta a scherzare anche sui peggiori casini che le combinano gli animali (perché non c’è solo Stella: ci sono anche i gatti…); b) capace di infilare nel libro un sacco di nozioni cinofile (correttissime) senza mai dare l’impressone di salire in cattedra a fare la maestrina. Anzi, di solito ce le infila spiegando che “avrebbe dovuto fare così” quando in realtà ha fatto il contrario, divertendo il lettore e interessandolo alle nozioni tecniche, senza che si sia neppure accorto di leggerle; c) tenerissima, perché questo libro “spara” proprio amore, anzi Amore per gli animali, ad ogni pagina, ad ogni riga, facendo apparire del tutto normale quello che, ripensandoci a mente un po’ più fredda, è un comportamento davvero da Santa & Martire. Tenuto, però, con leggerezza e naturalezza, senza mai farlo pesare, senza quell’aria da “guardate come sono stata brava e buona” che tanto mi innervosice in chi il bene per i cani sembra che lo faccia più per autoincensarsi che altro.
Se vivessimo in un Paese intelligente, “Nata sotto una buona Stella” dovrebbe diventare un libro di testo obbligatorio in tutte le scuole italiane. Altro che “stampato in proprio”.
Ho detto, all’inizio, “commovente, divertente, coinvolgente”: si, vabbe’. Quando un libro ti fa ridere e piangere (più ridere, eh: perché Lisabetta chiude il suo racconto senza giocarsi la facile carta del piantino finale sulla morte del cane – anche se Stella effettivamente non c’è più – e ce la fa salutare quando è ancora viva, simpatica e ironica come l’autrice stessa: solo per questo meriterebbe di diventare un best seller!), gli aggettivi a disposizione sono quelli e non hai neppure una gran scelta di sinonimi.
Però questi aggettivi sono limitativi, perché la particolarità di questo libro è di essere… empatizzante, forse, è il termine più adatto.
Fa decisamente schifo, come definizione… eppure è questo l’effetto che fa: ti fa entrare, poco alla volta, nella personalità dell’autrice, ti fa provare quello che prova lei. Ma non solo: a volte ti ci fa anche litigare. Vorresti prenderla e scrollarla e dirle: “Ma non puoi sopportare tutto questo! Reagisci! Incazzati! Spacca tutto!”
Non so se sono capace di spiegarlo: tutto quello che posso dire è che a me ‘sto racconto ha dato emozioni intense, addirittura violente, in certe pagine (e non vi dico quando e come, perché allora sì che sarebbe spoiler), come mi è successo davvero in pochi altri casi.
E se pensate che i libri di narrativa cinofila io li affronto sempre con clamoroso cinismo (per la serie: “Vabbe’, vediamo se è la solita storia strappalacrime, o il solito barbosissimo temino scolastico su “oh che cane meraviglioso che ho avuto”), potrete immaginare il vero e proprio choc che ho provato trovandomi davanti a un vero piccolo capolavoro, sia di narrativa che di cinofilia.
Si capisce quanto mi è piaciuto, se dico che avrei voluto scriverlo io?
Anche se in realtà sono contenta di non averlo scritto io, perché probabilmente l’avrei scritto dalla galera, se mi fossi trovata nei panni di Lisabetta.
Boh, che altro posso dirvi?
Leggetelo.
Regalatelo.
Visto che il Paese intelligente non ce l’abbiamo, fatelo leggere voi ai bambini: che intanto è scritto in un italiano correttissimo (con incursioni, qua e là, di locuzioni prettamente toscane… ma il toscano “è” l’italiano correttissimo!), mai volgare (c’è un solo ed unico “cazzo”, a un certo punto: ma quando ce vo’ ce vo’ – e lì ce voleva – e poi i bambini ormai ‘sta parola la sentono già all’asilo, quindi…) e modernissimo, pur non essendo l’autrice di primissimo pelo.
Insomma: fate un po’ quello che vi pare e fatelo leggere a chi vi pare.
Ma se amate i cani, datemi retta: non perdetevelo.
Nata sotto una buona Stella

Ma dove posso ordinarlo???
L’ho cercato nelle librerie online, ma o sono imbranata come la classica “vacca incinta” (ma saranno poi così imbranate le povere mucchine in gravidanza???) o sono totalmente sprovvisti e ignoranti (nel senso che non lo conoscono, quindi lo ignorano).
Attendo ansiosamente istruzioni.
Adriana.
Alt, fermi tutti… ho avuto piccolo lampetto di genio, l’ho trovato nel negozio, l’ho acquistatooooo.
Visto che, ogni tanto, il cervello passa dallo standby in on???
Valeria, mi hai fatto proprio venire la voglia di leggerlo, adesso vado ad ordinarlo!
Ma lo ordino subito dopo una così appassionata recensione 😀
Fattooo 😀 spero che arrivi presto!
Scusate, rileggendo il mio commento non so se si capisce ma il mio invito a leggerlo riguardava “La porta di Merle” eh! Non il mio…;D
ho letto il primo capitolo appena appena è arrivato…l’ho scartato e ancora freddo ho cominciato a leggere…
Riguardo all’ultima frase del capitolo non sai quanto posso aver sempre desiderato l’infanzia che hai trascorso tu!
Bravissima! hai descritto ogni emozione perfettamente è come se le avessi vissute anche io!
Grazie Elisa (con la E, tu sì…), spero ti continui a piacere anche nei capitoli seguenti. ;D
AAAh ho finito di leggerlo un paio di giorni fa e ora ti scrivo!!
L’ho trovato davvero molto bello davvero! Quoto in tutto quello che ha detto Valeria!!!
In più posso dirti che il mio acquisto è stato spinto anche dal fatto che ho una cagnolona che si chiama proprio Stella che coincidenza!!
E se devo dirla tutta è con me da pochi mesi e ha la bellezza di 10 anni…quindi devo proprio dirti che mi sono trovata molto partecipe soprattutto quando dicevi “se ci avessi lavorato fin da subito ora non avrebbe certi problemi” e non sai QUANTO ti ho capito quella frase..davvero!
Mi sono immedesimata un sacco e apprezzo anche io come hai concluso la storia..
Grande!!
Grazie Elisa… grazie di cuore!
Una arruffatina di pelo alla tua Stella ;D
E anche alla tua!! 🙂
Io l’ho letto…. trovandolo meraviglioso. E l’ho riletto, trovandolo sempre meraviglioso. In parte mi ha fornito lo spunto per inserire nel mio libro argomentazioni più tecniche, diciamo così, anche se io non mi ritenevo all’altezza di Kerasole.Più che altro quando ho iniziato a scrivere è stato per non perdere la mia esperienza di vita con Stella che poi s’invecchia, si rincoglionisce e la memoria se ne va per i fatti suoi. Il resto è venuto da sè… Ma leggendo il suo libro mi aveva colpito e mi era piaciuto molto, l’ho trovato utile oltre che commovente, ben scritto, emozionante.
Perciò leggilo!!!
Ciao,
certamente sono stata invogliata a leggerlo e ancor più a regalarlo!
Una curiosità, però, mi piacerebbe sapere se “La Porta di Merle” (di Ted Kerasote, immagino tu lo abbia letto, altrimenti non importa) è finito nel cassetto dei libri da “solito barbosissimo temino scolastico su “oh che cane meraviglioso che ho avuto”.
Solo curiosità 🙂
Mi dispiace, ma non l’ho letto e non lo conoscevo neppure! Devo rimediare quanto prima 🙂
Io l’ho letto… e l’ho trovato semplicemente meraviglioso! Anche se non mette nozioni cinotecniche, direi…
Ciao Filia (Marta), ieri sera me lo sono risfogliato un po’ perché mi son detta che forse sono andata o sono sulla strada per… perché ricordavo diversamente. Beh, io ho trovato che Kerasole cita studi e/o teorie di molti da Skinner, a David Mech, a Lorenz, alla teoria neuronale, ai Coppinger, alla McConnell, parla della chimica e della plasticità anatomica del cervello dei cani e di tanto altro.
Ci racconta, in mezzo alla sfrenata e coinvolgente storia d’amore con Merle, tutti i tentativi che ha fatto di applicazione dei vari sistemi, dal collare a strangolo a quello (ahimè) elettrico, parla del rinforzo positivo, insomma davvero oltre che un testo di narrativa cinofila, a mio parere, è anche ben altro.
Ma concordo pienamente con te sul fatto che, al di là di tutto, sia un libro davvero splendido!