di VALERIA ROSSI – Hai scelto il tuo cane in un Allevamento con la A maiuscola. Ti sei comportato da umano responsabile e attento, sei andato a vederlo due o tre volte in allevamento, ne hai seguito la crescita, gli hai scattato millemila foto dal “giorno zero” (il primo in cui l’Allevatore ti ha permesso di fargli la prima carezza) al giorno in cui finalmente lo porti a casa.
Lui, ormai, è il tuo cane e pensi che la cosa sia reciproca. Pensi di essere anche tu il suo umano.
Ma siamo sicuri che le cose stiano davvero così?
Ecco alcuni esempi abbastanza tipici (ahimé) di situazioni in cui il cucciolo la pensa in modo drasticamente diverso da quello che noi immaginavamo.
L’uscita dall’allevamento
Il cucciolo: “Che succede? Dove mi portano? Chi sono questi? Il loro odore non mi è del tutto nuovo, ma non mi è neppure abbastanza familiare da fidarmi. Dove andiamo? Che vogliono? Aiutooooo! Che posso fare? Scappare non è possibile. Per morderli sono troppo piccolo. Ok, io mi freezo: resto immobile, magari pensano che sia morto e mi lasciano perdere“-
L’umano: “Guarda che amore, si sta addormentando tra le mie braccia! Sa già di essere con i suoi nuovi padroni!”
Il viaggio in macchina
Il cucciolo: “Questa cosa si muove: fermatela! Blearrrrghhh… mi viene da vomitare. Meglio che mi addormenti, prima che mi si rovesci del tutto lo stomaco.”
L’umano: “Dorme… non soffre affatto la macchina, meno male! Questo cucciolo è proprio adorabile!”
Il giro di visite ad amici e parenti per mostrare il nuovo arrivo
L’umano: “Guarda che meraviglia… l’ho appena preso! Accarezzatelo tutti, così socializza!”
Il cucciolo (preso a pacche sulla testa e sulla schiena): “E questi altri chi sono? Perché mi vogliono dominare? Ma cos’ho fatto di male? Io mi facevo gli affari miei… aiutooooo! Voglio tornare dalla mammaaaaa!”
A casa
Il cucciolo: “Come si esce da qui? Devo trovare una via di fuga. Arghhhhh!!! Riecco i mostri, mi stanno dando la caccia… ora mi nascondo!”
L’umano (prima ora): “Checcarino, esplora la sua nuova casa…”
(seconda ora): “Be’, ma cosa fai sotto il letto? Perché non esci più? Non le vuoi le coccole? Guarda, ho un bocconcino buonooo… ma cos’hai, paura? Ma sei scemo?”
(terza ora): “Pronto? E’ l’allevamento? Senta, ma che cane mi ha dato? Ha PAURA! (tono seccato/deluso) Non doveva essere una razza coraggiosissima?”
L’allevatore: “Certo che sono coraggiosi: da adulti! Ma questo ha due mesi… cosa pretende?”
L’umano: “Eh… va bene, che non sia proprio un leone ci può anche stare, per adesso. Ma non mi AMA! Scappa quando voglio fargli le coccole. Si è infilato sotto il letto e non esce neanche col bocconcino! Non sarà mica pure malato?”
L’allevatore (sbuffando tra sè e sè): “Non è malato… è solo un po’ stressato: la sua vita ha subìto un cambiamento molto drastico…”
L’umano: “E certo… ma è cambiato in meglio, no? Ha una casa tutta per sé, una famiglia che lo ama… e lui che fa? Si nasconde!?! Guardi, io non so più se lo voglio, eh, ‘sto cane… non mi vuole bene! Non è mica normale, per un cane!”
Purtroppo questi equivoci sono assai più frequenti di quanto non si creda: sempre per colpa della solita “retorica del cane fedele”, di cui ho parlato anche in questo articolo riferendomi però al cane adulto.
Con il cucciolo, il fraintendimento nasce soprattutto dal fatto che molte persone si aspettano che lui le ami “in automatico”.
Ma come? Ho fatto millemila chilometri, pure più volte, per farmi conoscere da te, e adesso non mi fili di pezza? Ho pagato fior di quattrini per averti, e tu mi eviti?
Quasi inconsciamente, nel neo-proprietario nasce una forma di vero e proprio risentimento.
Qualcosa tipo “Come osi non amarmi, dopo tutto quello che ho fatto per comportarmi da proprieario ideale?”
E’ un sentimento molto simile a quello che prova chi adotta un cane in canile, e si meraviglia (ma soprattutto si incavola) se il cane non si inginocchia al suo cospetto baciandogli le mani, col fumetto sulla testa che grida: “Oh, mio salvatore!”.
Ma salvatore DE CHE?
Sia l’adulto preso al canile, sia il cucciolo portato via dall’allevamento e dalla sua famiglia di origine, non hanno la più pallida idea di essere stati portati in una nuova casa dove vivranno una nuova vita piena d’ammmmore e di coccole.
Sono (entrambi) felici e rilassati come il tizio che stava dormendo nel suo letto e si risveglia in Aspromonte circondato da rapitori armati e mascherati.
Non capire che la mente del cane ha dei limiti, e che lui sta vivendo questa esperienza in modo traumatico e non certo sereno, crea un pericolosissimo circolo vizioso: l’umano si sente “offeso” dal comportamento del cane, il cane sente la tensione dell’umano e si spaventa ancora di più, l’umano cerca di costringerlo ad apprezzare coccole, cibo e quant’altro, il cane si chiude in se stesso pensando qualcosa tipo: “Adesso mi sveglio e scopro che è stato tutto un incubo”.
Se il cane manifesta un (sacrosanto) timore ma non mostra aggressività, ed appartiene a una razza da guardia o da difesa, l’umano lo considera “malriuscito” perché dovrebbe essere un cuor di leone; se per caso decide di lottare per la vita e quindi ringhia – o addirittura morde – per sfuggire a quello che per lui è davvero un incubo, allora gli umani pensano che sia un piccolo (o grande) stronzo irriconoscente.
Tutto questo perché si è profondamente convinti che un dobermann debba “fare il dobermann” già a sessanta giorni, che un cucciolo sia in grado di leggere la cifra che è stata scritta su un assegno, che qualsiasi cane preso in braccio una volta da qualsiasi umano debba consegnargli il proprio cuore incartato e incellofanato, per sempre.
Ma stiamo scherzando?
Chiunque rilegga le frasi che ho appena scritto penserà, ovviamente, che siano assurde cavolate: certo che un cucciolo è solo un cucciolo! Certo che un cucciolo non può sapere di essere stato pagato fior di soldoni! Certo che l’adulto preso in canile non può immaginare che stava in una situazione infame e che adesso andrà a stare meglio: mica può prevedere il futuro!
Eppure, in moltissimi casi, incosciamente ci aspettiamo proprio che queste assurdità siano assolutamente realistiche.
E ci offendiamo pure, quando le cose non vanno come nel romanzetto rosa (assurdo) che ci siamo fatti nella testa.
L’unico consiglio che posso dare a chi si ritrova in queste situazioni, e comincia a pensare di “aver sbagliato cane” (sia che l’abbia adottato, sia che l’abbia acquistato) è questo: spegnete il cervello e riaccendetelo, mettendo in OFF la modalità “ammmore” ed attivando la modalità “pensiero raziocinante”.
Perché non ci vuole altro. Basta pensarci su un attimo, per capire che il cane non ha la sfera di cristallo e non può immaginare la vita che lo aspetta. Lui sa solo di essere stato portato via dal suo habitat, conosciuto e rassicurante (i cani sono estremamente abitudinari, ogni cambiamento per loro è uno stress) e di essere stato trascinato verso l’ignoto da persone altrettanto ignote.
Non è che per essere stati un paio di volte in allevamento, o al canile, siate diventati i “suoi umani”: per lui siete degli sconosciuti, o al massimo degli sconosciuti “che gli pare di aver già visto da qualche parte”. Ma il cane non può amarvi solo per questo: rassegnatevi.
Rassegnatevi, ma soprattutto resettate il cervello.
Comportatevi da “esseri superiori”, pensanti e raziocinanti: cancellate il risentimento (e non dite che non è vero che lo provate! Scavate un pochino più a fondo nella vostra psiche e lo troverete di sicuro: eccolo là, visto?), levatevi dalla testa la retorica del cane che alla prima carezza vi si appiccica come un francobollo (pensate solo che, se così fosse, il primo amico che domani gli fa una coccola avrebbe conquistato l’ammmmore del vostro cane per sempre! Ma vi pare normale?) e cominciate a lavorare per creare un rapporto che potrà richiedere pochi giorni nel caso del cucciolo, ma diverse settimane – forse anche mesi – nel caso dell’adulto, che essendo più smaliziato e meno ingenuo è assai meno disposto ad incartare e consegnare il suo cuore se non è ben sicuro che ne valga la pena.
Come creare questo rapporto l’ho già spiegato in altri articoli, e magari ne parleremo ancora… ma ora come ora, non è la cosa più importante: la cosa importante è che vi rendiate conto della necessità di crearlo, mettendoci impegno e possibilmente competenza, senza aspettarvi che tutto succeda in automatico. Tanto meno che succeda nel giro di dieci minuti.
Specialmente se avete a che fare con un cucciolo, è assai probabile che sia un processo veloce: ma immediato, proprio no.
Se un cucciolo vi mostrasse ammmmore incondizionato cinque minuti dopo che l’avete strappato alla sua famiglia di origine, caricato di peso su un mostro a quattro ruote che gli fa venire il mal di mare, tirato giù (sempre di peso) e magari sbattuto in mano a diversi perfetti estranei che si sono accaniti su di lui a forza di gridolini e pacche sulla testa, infine scaricato in un posto del tutto sconosciuto, pieno di odori che non ha mai sentito e di oggetti che non ha mai visto… embe’, forse sarebbe LUI il cane da riportare indietro. Perché sarebbe, come minimo, un pazzo incosciente.
Bel articolo! Mi hai fatto sorridere! L ‘ ingresso dei miei cani in casa è sempre stato tranquillo! Si sono adattati in fretta e la compagnia di altri cani credo abbia aiutato molto! Si sono dimostrati dei terremoti dopo 🙂
il mio Ares ( mastino napoletano) ha solo sofferto l’auto per il suo primo trasferimento dall’allevamento a casa. arrivati a casa non gli abbiamo assolutamente fatto fretta, ha avuto tutto il tempo di fare conoscenza con i suoi amici a due e quattro zampe. nel giro di 24 ore si era già perfettamente ambientato.
speriamo bene per il futuro 😀
Grande e perfetto. E sbaglia qualche volta, Vale’! 🙂
Leggendo questo articolo non mi ci ritrovo molto. Ricordo il giorno in cui sono andato a prendere Balrog; arrivo dal privato che aveva avuto la cucciolata e iniziamo a parlare, poi vediamo la mamma (di Balrog) e continuiamo a parlare con il tizio, per decidere se avremmo preso uno dei cuccioli e nel caso quale. Ebbene abbiamo scelto il piu grosso della cucciolata e lui appena libero di muoversi si e’ allontanato dai fratellini, si e’ avvicinato a me ed e’ entrato da solo nel mio zaino (che mi ero portato con me per trasportarlo fino a casa). Nel percorso e’ stato tranquillo e una volta a casa si e’ ambientato da súbito; ha súbito mangiato, non si nascondeva, mi rimaneva accanto… quindi mi e’ toccato un cane strano o che?
La mia cagna allora è stata una pazza incosciente..O quasi,daiXD..
Però su,non esageriamo: ci sono cuccioli che si abituano subito senza problemi,e mi sembra brutto dire che loro dovrebbero essere riportati indietro per questo motivo!
La mia da cucciola non si è mai fatta alcun problema: in macchina non si è addormentata,per quel che ricordo,ma con la linguetta di fuori e rilassata stava sopra le mie gambe. Arrivata a casa(o meglio,fuori casa) ha cominciato ad esplorare i dintorni,sempre tranquilla e sicura di sè..Poi,solo mentre stavamo giocando,si è addormentata di COLPO,e quando ero via,piagnucolava un po’. Ma niente di che,in pochissimi giorni s’è adattata alla grande.
Ora,è un male tutto ciò per un cucciolo? E io che ero contenta di avere una cucciola serena e sicura di sè… :/
Sono in biblioteca, per fare una pausa mi metto a leggere il tuo articolo….ho dovuto smettere perché.come al solito è scritto in modo da far troppo ridere e mi avrebbero presa per pazza. Contino a casa che è meglio 🙂
La mia cucciola è una pazza incosciente. Sul serio: presa sabato a 300km da casa. Tutta la trafila: macchina, trasportino, arrivo a casa con altri due cani ad attenderla. Tutto il companatico di cose nuove, sovrastimolata fino all’inverosimile. Eppure: serena e solida come una roccia, nemmeno un briciolo di timore. Curiosa, vivace, fin dal primo microsecondo ha scelto me come punto di riferimento e mi segue in stile mamma oca ma allo stesso tempo si rende indipendente il giusto nella scoperta dell’ambiente e nella gestione di se stessa con gli altri cani adulti. Perfino la prima cacca, dopo viaggio e snallottame, è bella solida, normalissima. Insomma: forse sono fortunata, forse la devo riportare indietro 😀 Di certo darà filo da torcere ;P
Ah! ci voleva questo articolo! anni fa un`amica mi ha telefontato verso le 11 di sera proprio perche` in crisi con la cucciola appena presa. La poverina era spaventatissima! E la mia amica di piu` ^o^ … e` finita che abbiamo dormito tutte e tre sul divano, mooooolto scomode, la cucciola, Baba`, pero` si e` dimostrata molto collaborativa, evidentemente era solo spaventata dalle novita`. La mattina seguente, dopo averla fatta sul tappeto, per fortuna ha mangiato la pappa (la sera non aveva voluto mangiare e la mia amica stava per tagliarsi le vene) e poi siamo uscite tutte e tre per una passeggaitina. Rientrate in casa Baba`e` saltata sul letto passando sulla valigia che era li` vicino e si e` messa a fare la nanna mentre noi facevamo colazione coi resti della cena del giorno prima, avvisata dall`odore che stavamo mangiando e` venuta in cucina e ha cercato di arrampicarsi sulle gambe della mia amica mugolando che si e`..come dire…sciolta?…dopo di che e`stata tutta in discesa. Per la cucciola. Essendo diventata in quella sola prima notte la signora della casa era riuscita a rendere assolutamente felice la mia amica schiavizzandola. Pero` devo dire che hanno avuto una vita bellissima insieme per 19 anni. E solo l`arrivo di un altro cucciolo due anni fa ha consolato la mia amica della perdita di Baba`.
Bell’articolo, mi ricordi i primi giorni con Nala… Noi non l’abbiamo vista mai prima del fatidico giorno, c’erano due cucciole e abbiamo scelto quella che non ci filava di pezza, altro che essere i suoi umani.
L’allevamento sta in una valle tra i colli dietro LaSpezia, per arrivarci tanti di quei tornanti che stavamo male perfino noi. La cucciola ha pensato “ho il mal di mare… BLEARGH” e ci ha riproposto la pupù della sorellina che si era mangiata mezz’ora prima. Ottimo :p
Arrivata a casa ha dovuto fare i conti con il gatto carciofo nel mondo tutto suo e la gatta isterica.
In realtà Nala non si è mai nascosta, non ha avuto problemi di ambientamento e non si è dimostrata timorosa con noi, ma con la gatta non son state rose e fiori quindi la seconda sera, con Nala che dormiva pacifica e la gatta che la guardava con odio, ho avuto la crisi del “stava meglio in allevamento, con noi non sarà mai felice, abbiamo fatto del male a lei e alla dakota che gia non si fidava del mondo, ora sarà del tutto traumatizzata, ho rovinato la vita a tutti”
Intanto il marito mi dava della cretina.