sabato 4 Ottobre 2025

Doggy bag: eticamente corretta, ma… per il cane va bene?

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

doggybag2di VALERIA ROSSI –  Oggi argomento un po’ più leggerino, tanto per rilassarci un po’.
Mi segnalano un articolo sul Corriere che parla della “doggy bag”, ovvero il contenitore con gli avanzi che i ristoranti di molte nazioni offrono con naturalezza ai clienti, come cibo da portare al cane.
Nell’articolo ci si chiede perché in Italia questa usanza sia poco diffusa e perché “ci si vergogni” di chiedere la doggy bag, facendo poi un’interessante e sicuramente corretta disquisizione sugli sprechi alimentari, che andrebbero sempre evitati.
Nè l’articolista, né i numerosi commenti (con poche eccezioni) si soffermano a chiedersi quante persone destinino effettivamente al cane il contenuto del pacchettino: che ovviamente è l’unica cosa che interessa a noi.
E’ evidente che il termine di “doggy bag” – letteralmente, “sacchetto per il cane” – è stato coniato proprio perché era un po’ più elegante di  “sacchetto degli avanzi da portarsi a casa e mangiarsi il giorno dopo”: ma lo scopo reale è esattamente questo. Il cibo umano non consumato al ristorante se lo dovrebbero rimangiare gli umani a casa loro.

doggybagIl fatto che si chiami “doggy bag”, purtroppo, potrebbe invece far pensare a qualcuno che proprio questo sia l’uso più normale degli avanzi: il che mi induce a ricordare che il cibo destinato agli umani non è sempre adatto al cane.
Potrebbe sembrare strano, detto da una che sta per pubblicare un libro dedicato alla “cucina a sei zampe”: ma in questo libro, scritto con l’amica Katya Cervio (una vera cultrice della cucina “da cani”, sempre supervisionata dal marito veterinario), abbiamo fatto l’operazione contraria. Ovvero, siamo partite dallo studio di tutto ciò che fa bene al cane e da lì ci siamo divertite a creare ricette che soddisfacessero anche il palato umano, mantenendole identiche o con piccole variazioni (per esempio, la quantità di sale).
Il risultato, a mio avviso, è divertente e soprattutto appetitoso: ma lo scoprirete quando il libro uscirà, e qui chiudo l’autospammata preventiva perché non era di questo che intendevo parlare oggi. Quello che invece tengo a dire è che normalmente, in un ristorante, nessuno pensa di stare cucinando per un cane e che quindi non si preoccupa di inserire nei piatti solo alimenti ben tollerati dall’animale.
I cibi umani, in genere, sono troppo salati, troppo speziati e potrebbero anche contenere elementi addirittura tossici per il cane (tipo il cioccolato, l’uva e l’uvetta sultanina, la noce moscata…): quindi, se intendete davvero destinare la “doggy bag” al quattrozampe di casa, vi consiglio di esaminare per benino il cibo che vi è contenuto, prima di darglielo con troppa leggerezza.
Se invece avete l’abitudine di farvi impacchettare ciò che avanzate e di portarlo a casa per vostro consumo personale, posso solo dire che per conto mio la trovo un’ottima abitudine, eticamente correttissima e di cui non bisogna certo “vergognarsi” (semmai ci si dovrebbe vergognare di tutti gli sprechi tipici della civiltà occidentale). Però questo non è un argomento cinofilo e quindi mi fermo qui.

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  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

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34 Commenti

  1. Vale anche per la pizza??………..la settimana scorsa hanno diagnosticato al mio pelosetto – uno shihtzu, l’intolleranza alla carne………e qua ahimè…..è dura, perché non l’ho mai abituato alle crocchette…..:-(
    ma quando vado a mangiare la pizza in compagnia, c’è se sempre qualcuno, me compresa, che lasciamo nel piatto la “cornice” della pizza, e non mi vergogno di dire al cameriere di mettere il tutto in un sacchettino che me la porto a casa…..questi sono veri avanzi!! il mio pelosetto ringrazia… 🙂

  2. Buongiorno a tutti e buongiorno Valeria,
    Sorvolo sulla doggy bag ma passo direttamente al punto. Finalmente una pubblicazione sulla dieta casalinga del cane! Ho comprato alcuni libri ma devo dire che con una tirannosaura di 45 kg in casa affetta da mortefamismo (è un pozzo senza fondo, la fossa delle Marianne, un buco nero!!), essendo stata, secondo me e le reazioni del tubo digerente di Olly, la dieta industriale un vero fallimento, non posso che accogliere con trepidazione l’uscita del libro.. Ho sempre paura di sbagliare, in alcuni libri si parla di integrazione vitaminica, il vet mi dice che i cani le sintetizzano quasi tutte le vitamine.. Insomma ho urgente bisogno di chiarezza visto che continuerò a cucinare per la mia cagnona (che, nel mentre, sta ai miei piedi guardandomi con adorazione con l’espressione e il musone che dicono “dammi qualche cosa dammi qualche cosa ti prego mamma un pezzettinoooo)..
    Quindi attendo news sull’uscita del libro che spero sia il prima possibile!
    Saluti..

  3. Non chiedo avanzi per i miei cani né li trafugo dal piatto imboscandoli nel sacchetto mimetizzato ma non per vergogna o disagio (fossero tutti questi i mali del mondo!:-)))) e neanche perché come dicono gli esperti alimentaristi, tali cibi potrebbero non essere bilanciati, adeguati alle necessità del cane, ecc ecc , ma semplicemente perché non vorrei che assaporando “il ciccio” mi rifiutassero poi le crocchette. In tal caso sarei proprio nei guai poiché detesto cucinare, sono una pessima cuoca e rischierei di sentirmi avanzare richieste culinarie eccessive dal marito ;-)))

  4. Questo articolo mi ricorda tanto quella volta in cui andammo in un noto ristorante a mangiare una quantità industriale di carne (eravamo una 20ina di persone), ovviamente più della metà della megagrigliata era rimasta sui vassoi, al momento di tornare a casa, con un po’ di imbarazzo chiediamo di poter recuperare la carne rimasta “per il cane” (cani rigorosamente bipedi), il cameriere con nonchalance risponde “nessun problema!” E svuota gli avanzi del vassoio in una busta con tutti gli ossi rosicchiati e rimasugli recuperato dai piatti 🙁
    Da quella volta i cani non saranno più stati messi in mezzo nelle scuse di inutili imbarazzi 😀

  5. Ma sono l’unica a cui non avanza mai niente? Cmq se penso ai cani dei nonni che mangiavano minestrone, pane vecchio e topi morti (a volte decisamente croccanti) non penso che un avanzo ogni tanto sia così deleterio, considerando quanto si frequentino i ristoranti di questi tempi.

    • Ma perche chiamarli “avanzi”? Per me gli avanzi sono ossi e bucce, non quello che lasciamo nel piatto perche non abbiamo piu fame. Faccio un esempio; se io vado in pizzería e ordino una pizza al piatto ma ne mangio solo mezza, l’ altra meta’ non e’ un avanzo. E’ come se la avessi divisa in due porzioni, una da consumare al momento e una per il giorno dopo. Cosi come non si possono chiamare “avanzi” gli alimenti rimasti nel piatto di portata.

      • Credo sia una pura questione di termini, io chiamo avanzi anche quelli che avanzo e mangio il giorno dopo cucinati da me, ma non lo intendo affatto come un termine spregiativo. Anche perche’ cucino abbastanza bene 😀

        • Il fatto e’ che (almeno per la mia esperienza) la gente da al termine “avanzi” un significato spregiativo. Anche quando si tratta di cose buone e lasciate volutamente nel piatto di portata (o nella padella).
          A questo punto devo fare un piccolo o.t. Qui a Citta del Messico il giorno dopo un matrimonio (o battesimo o prima comunione…) se il pranzo (o cena) e’ stato fatto in casa) si fa un altra festa chiamata “recalientado” durante la quale si riscalda cio che e’ rimasto dellla festa (non cio che e’ rimasto nei piatti, ma cio che non e’ stato servito). E si invitano solo le persone piu vicine ai festeggiati (invece di far tornare tutti gli invitati). Io sono stato a molte di queste feste e devo dire che non vengono serviti “avanzi” (nel senso spregiativo del termine) ma si mangia normalmente.

  6. …Ma sono veramente l’unica scema che porta effettivamente gli avanzi (di carne/pesce/verdure, ovviamente) al cane ed al gatto, nel caso si avanzino cose al ristorante? XD

    • No, no, io mi faccio sempre dare la bustina… o metto gli avanzi direttamente nei sacchetti portapupù… tanto ne ho sempre in tutte le tasche e borse… E quando torno a casa il lupastro mi accoglie ficcando il muso dentro la borsa (e suppongo benedicendo di essere un lupoide… così il muso si infila benissimo!! 🙂

      • Anche tu ti dimentichi di lasciare a casa i sacchetti portapupu quando non porti con te il cane… allora non sono il solo…
        Comunque e’ comodissimo averne sempre qualcuno dietro, proprio perche non si sa mai quando dovremo imbustare qualcosa

  7. l’idea delle ricette da condividere con il cane mi sembra GENIALE. Tienici informati.
    Sul non dargli il nostro cibo, sono ovviamente d’accordo, ma ogni tanto mi vengono in mente i cani della mia infanzia che mangiavano solo avanzi e non avevano mai un’intolleranza o una diarrea, mentre i nostri appena passi dalle crocche super extra premium di agnello a quelle maintenance di agnello della stessa marca, sta malissimo… a tutti i cani che mangiano solo riso e pesce o solo patate e maiale o solo struzzo e tapioca, alla ricerca di cibi a cui non siano ancora intolleranti…
    Insomma senz’altro è più sano quello che mangiano ora, e vivono anche di più, ma in qualche maniera che mi è oscura, questo causa loro più frequenti intolleranze…

    • Guarda, io sono troppo giovane, ma mia mamma è un po’ più… Vintage? 😀 e mi diceva che i cani dei suoi tempi ( anni ’50, in un paese della val belluno di 100 abitanti ) non è che vivessero proprio di avanzi: erano pochissimi ( prima di dare qualcosa al cane, ti assicuarvi di non poterlo proprio mangiare in nessun modo ) e non sarebbero bastati nemmeno per cani molto piccoli, figuriamoci i cani di taglia media/grande da caccia o da guardia.
      Gli avanzi erano una minima parte, il resto erano piccole prede tipo ratti, oppure animali trovati morti; questo perché il cane stava fuori, girava attorno a casa, anche nei boschi, e li riusciva a trovare qualcosa da mangiare ( specie carcasse ).
      Mangiare prede intere è l’alimentazione naturale per un cane ( o almeno, per quei cani di sicuro, visto che mangiavano così da sempre! ) perciò stavano in salute.

      • Pur essendo altrettanto vintage, i miei ricordi sono diversi… cani di montagna e cani di città (o di giardino) 🙂
        Magari agli avanzi propriamente detti ci si aggiungeva un bel po’ di pane vecchi bagnato con l’acqua… certo che carogne ne potevano trovare ben poche: non abbastanza per sfamarsi senz’altro

        • Sciuramaria, probabilmente siamo Vintage quasi della stessa epoca…anche i cani della mia infanzia campavano ad avanzi e pane secco e acqua con magari una goccia di latte per ogni litro…
          Ma come dici tu, erano “pellacce” dure.
          Adesso effettivamente senti parlare di dermatiti, allergie, disturbi intestinali…
          Sai che faccio io? Alla Totò…. “me ne frego!” Sarà che il mio lupastro per i primi due anni della sua vita è vissuto come i cani di una volta… quindi è una pellaccia dura… ma io gli avanzi raramente li butto. Solo che li chiamo “integratori alimentari”…. mi sembra più raffinato…
          Ovvio che qualcosa che gli procura qualche “movimentino” c’è, e cerco di evitarlo, ma non vado in paranoia per una cacchetta molle occasionale.
          E’ un cane.
          Il MIO e lo adoro… ma è pur sempre un cane.

          • Maria Grazie il mio cane ha ennemila intolleranze: soprattutto pollo e pane. Se ne mangia anche un pezzettino sta male: a parte che mi dispiace per lui, mi dispiace anche per me perché, non volendo sporcare in casa si agita tantissimo, finché io capisco e gli apro la porta della terrazza (magari è l’una di notte) e lui ci sta malissimo a liberarsi lì… e io intanto aspetto e un po’ gli dico che è bravo, un po’ vado via perché si sente più tranquillo se non guardo in queste occasioni… e ok. Torniamo a letto, e dopo mezz’ora si agita di nuovo… non vado in paranoia, non morirà per questo, ma cerco in ogni modo di evitare…

        • mah, io ti parlo di zone rurali, pienissime di boschi: le lepri davanti a casa te le trovi anche adesso, figuriamoci una volta.
          Presumo che in altre zone magari non sia così 😉 per quel che riguarda allergie/intolleranze, ho sentito molti medici ( sia in umana che in veterinaria )dire che queste non siano altro che risposte del sistema immunitario che, a causa della troppa igiene di oggi, lavora poco e finisce per attaccare agenti esterni normalmente ignorati.
          Questo quello che ho sentito, io non sono un esperta quindi non posso commentare

          • Sciuramaria, non mi permetterai mai di dare giudizi o sottovalutare i disagi di un cane, il mio “me ne frego” è riferito al mio cane, che io definisco pellaccia dura per essere sopravvissuto alla dura selezione di Madre Natura, lui è finito in canile che aveva già un anno e mezzo, ovviamente niente chip, niente vaccini , niente trattamenti per vermi, pulci e compagnia bella e suppongo quasi niente cibo… niente ripari (a due anni, quando lo abbiamo adottato, non era MAI stato in una stanza chiusa…se non è una roccia lui…). Certo che se il tuo Oscar (che conosco attraverso queste pagine e lo adoro) ha delle intolleranze serie “me ne frego” non si può assolutamente dire. Il mio lupastro a dire il vero le intolleranze le mostra verso le crocchette, pelo opaco, alito che puzza, flatulenza; magari può essere anche dovuto allo …ehm… chiamiamolo svezzamento…ricevuto. Io sono molto fortunata con il mio cagnone dal punto di vista alimentare, al massimo davvero una cacchetta molle e un pò di forfora, soprattutto se mangia una patata cruda, un cucchiaio di legno, una pagnotta di pane da 3 etti, una mezza presina di cotone, qualche biscotto, dei datteri e un filetto ancora mezzo congelato perchè mi sono dimenticata di chiudere la porta della cucina prima di andare al lavoro…. (ma è successo una volta sola nei primi mesi che era con noi… adesso la fase famelica è passata da tempo…).

  8. Al mio cane non ho mai dato avanzi umani ,non perché disdegni il cibo ma perché i condimenti le spezie il pomodoro molto spesso presenti non sono cibo adatto ad un cane ..anzi io vado su tutte le furie quando qualcuno mi dice il mio cane è vissuto sempre con gli avanzi di pasta al sugo ! E mi prendono per scema perché cerco di trovare il giusto mangime x la mia nina ! Gli rispondo che anche un bambino camperebbe con patatine e hamburger ma a sette anni avrebbe il fegato spappolato ! E così x il cane che è carnivoro ! Io pur essendo VEG non mi sogno certo di cibare nina con i cavoli ! Anche perché il mio vet mi dice sempre che mi denuncia !!! 🙂 doggy bag ???? Ma anche no !

  9. Credo che solo qui in Italia la doggy bag venga interpretata come borsa degli avanzi per il cane. In America non è così. Quello che avanzi al ristorante si porta via per essere consumato il pasto dopo. Addirittura la bibita ti danno da portar via in un contenitore di plastica…

    • Da me in Messico e’ normale farsi incartare cio che non si e’ mangiato per portarlo a casa. E forse cio che causa il problema e’ la parola “avanzi”; se io chiedo una porzione abbondante e ne mangio mezza, l’ altra mezza non e’ “un avanzo”, e’ cibo che ho lasciato per il pasto successivo. Lo stesso discorso vale a casa; se io cucino di piu per farmi durare quanto preparato per due giorni il primo giorno me ne serviro’ una parte e il secondo giorno il resto (che non sono avanzi).
      Discorso diferente se uno si fa incartare ossi e bucce, ma in tal caso uno potrebbe anche provvedere da solo con un sacchettino, prendendo solo cio che al cane andrebbe bene

  10. Io non la chiedo quasi mai, tranne alla steak house. In quel caso è festa grande! (Sempre avanzi di manzo o stinco di maiale, col pollo non mi fido nel caso ci siano ossicini)

    • Ecco io… ho fatto di più! Morti i miei tre gatti per insufficienza renale e per un tumore alle ossa, mi sono ritrovata con due o tre cucciolate in giardino di gattini allampanati e ferocissimi, inavvicinabili. Ho inventato acrobazie assurde per spulciarli tutti senza farmi sbranare (ma un bel po’ mi hanno sbranato) e astuzie da faina per riuscire ad avere contatti più amichevoli… e in parte ci sono riuscita. Al ristorante, specie se frequentato per la bistecca particolarmente buona, mi vedevano aggirare

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