di VALERIA ROSSI – Sono in partenza per Bari e ho l’aereo tra poco… ma due righe su questo argomento devo scriverle, perché l’accusa di “rovinare le razze” fatta all’ENCI non è soltanto appena apparsa in un commento, ma la sento ripetere in continuazione.
Allora, pur NON essendo certo io la fan N.1 del nostro Kennel Club… credo che un paio di punticini vadano chiariti:
1) l’ENCI non è un Ente “a se stante”, ma dipende dall’FCI (Federazione Cinologica Internazionale). Regolamenti, regole e affini sono tutti FCI e non strettamente “targati ENCI”; per altri versi l’ENCI dipende dal Ministero dell’Agricoltura, e di nuovo non ha autonomia su certi temi;
2) gli Standard di razza vengono redatti esclusivamente dai Paesi d’origine delle razze stesse: quindi l’ENCI, semmai, potrebbe “rovinare” solo le razze italiane, perché sulle altre non può mettere becco;
3) Guarda caso, gli Standard italiani sono stati per anni ed anni un esempio di meticolosità, puntigliosità e perfezione senza pari: solo recentemente sono stati “snelliti” un po’ (erano lunghissimi e complicatissimi, tanto che toccava essere “veri” cinologi per capirli: e la cosa forse non entusiasmava alcuni giudici, chiediamoci perché… );
4) Anche se vogliamo restare alle razze italiane (visto che con le altre l’ENCI “nun c’azzecca proprio”), esaminandoli (se ne siamo capaci, ovviamente!) vedremo che sono ancora modelli impeccabili di Standard cinotecnici, ovvero capaci di descrivere il cane ideale per la funzione che deve svolgere. In esposizione si vedono – e vengono premiati – anche cani che in realtà non hanno più molto a che vedere con lo Standard? Verissimo! Però come si può dare la colpa all’ENCI, se qualche giudice parte per la tangente e comincia a premiare il cane più scenografico, o peggio ancora quello dell’amico? Il percorso di formazione degli Esperti Giudici è estremamente tecnico, è lungo, complesso e – nell’insieme – molto ben fatto.
Però non è umanamente pensabile che l’ENCI possa poi sorvegliare tutti i suoi Giudici esposizione per esposizione, controllando il loro operato! Sarebbe come dire che se uno prende la laurea in medicina, poi l’Università che gliel’ha conferita dovrebbe stargli addosso ad ogni paziente che visita.
E’ ovviamente impossibile.
Certo, se poi un medico sbaglia, il paziente potrà ricorrere alla giustizia ordinaria. Se un giudice sbaglia, visto che sbagliando non ammazza nessuno, la giustizia ordinaria se ne impippa: è invece possibile fare ricorso proprio all’ENCI (diciamo che è un po’ l’equivalente della giustizia sportiva per i fattacci del calcio)… ed è vero che, in molti casi, le denunce vengono ignorate. Però, diciamolo, è anche vero che ne vengono fatte ben poche (perché il mugugno facile è più comodo), e che alcune sono dettate solo da invidie, ripicchette e affini, senza alcun rapporto con la cinofilia vera.
Un Kennel Club può fare anche del suo meglio per migliorare la cinofilia, ma se poi le singole persone fanno di testa loro, è impensabile che possa controllarle tutte. Quello che noi possiamo guardare sono i regolamenti, gli Standard, i codici etici e deontologici: e quelli a me sembrano impeccabili. Di sicuro non mi sembra che contengano alcuna indicazione tesa a “rovinare le razze”;
5) Dov’è che l’ENCI è davvero lacunoso?
Nella concessione degli affissi (troppo facile: ormai, praticamente, basta pagare e non sei neppure tenuto a sapere cos’è un gene), nella comunicazione/informazione e nel rigore che dovrebbe avere – mentre effettivamente manca – nel controllo delle malattie genetiche.
Però c’è anche da dire che la maggior parte degli allevatori tende a “sperare in Dio”, piuttosto che a fare test, perché i test hanno prezzi esorbitanti. Oggi allevare bene, con serietà e coscienza, non può essere un lavoro professionistico, perché se allevi bene non ci cavi un centesimo. Ma non ce lo cavi anche perché, ad approfittarsene, sono in tanti: dai veterinari (che a loro volta hanno spese esorbitanti anche solo di tasse, per non parlare di strumenti e affini… quindi, a loro volta, avrebbero i loro “colpevoli” da indicare, se si fanno pagare troppo) ai produttori di mangime, a chi vende strutture (provate a metter su un allevamento e poi mi saprete dire…) e a tutto ciò che ruota intorno al cane.
Per ottenere un allevamento riconosciuto davvero selettivo bisognerebbe cambiare gran parte del mondo… cosa che non ci si può certo aspettare solo dall’ENCI.
Se vogliamo cambiare il mondo, dovremmo essere NOI i primi a riunirci, a proporre, ad esigere certi cambiamenti (e nel frattempo, magari, a lavorare seriamente).
Altrimenti faremo come certe forze politiche che trovano grandi consensi dicendo no a questo, no a quello, siete tutti scemi, siete tutti morti… ma quando poi arrivano al potere, di concreto, non fanno nulla o quasi.
Criticare è facilissimo: è facilissimo anche raccogliere consensi gettando fango a destra e a manca: poi, però, bisogna anche AGIRE per far capire che si può fare di meglio, e come si può fare.
Al momento io non ho ancora visto nessunissima alternativa credibile all’ENCI, almeno in Italia. All’estero qualcosa si fa: in America, chi si è dissociato dall’AKC ha creato altri Kennel Club e ognuno è libero di aderire a quello che vuole. Ora che c’è la legge europea che vieta i “monopoli”, un altro Kennel Club italiano potrebbe pure nascere: però sto ancora aspettando di vederlo. Finora, come ho detto anche nella mia risposta al commento di cui sopra, l’unica alternativa che ho visto è stata quella di un’associazione privata che promette di rilasciare pedigree guardando una fotografia del cane. Maddài. Non scherziamo!
…Non voglio entrare nel merito della polemica sull’ENCI, ci sarebbero troppe cose da ridire, mi limito solo a questa osservazione, Allevare Cani (animali d’affezione) non è la stessa cosa che allevare maiali (animali da reddito). L’allevamento/selezione di cani deve essere considerata una PASSIONE alla stessa stregua di chi ha la passione delle corse in moto, in macchina in bici, la passione della pesca ecc ecc…pensate che tutte queste passioni siano a costo zero?…..Nessuno ci obbliga a fare delle cucciolate…a partecipare alle Expò….ormai è qualche anno che mastico in quest’ambiente e parlo per me…..le regole del gioco le conosco e se voglio giocare mi adeguo se no me ne sto a casa!!! E’ brutto da dirsi ma è così…..
I cani devono venire allevati in base della loro funzione,cosa che negli ultimi anni ENCI non ha mai fatto,se un allevatore vuole pertecipare alle mostre e allevare cani per vincere padronissimo di farlo,ma allevare cani solo in base alla morfologia basata su un ipotetico standar idealizato da persone che della funzione non ne sanno una mazza porta alla fine ad avere razze che non servono a niente, solo dei bei bamboloni con molte tare genetiche sia mentali che fisiche,e se un allevatore si diverte a fare questo e vincere le gare di bellezza con dei cani,che almeno allevi cani piccoli da compagnia cosi spende mano a mantenerli,ma vedere delle splendide razze da lavoro che dovrebbero essere funzionali(specialmente cani da guardia o da pastore) lifatici ad una mostra che si fanno toccare e maneggiare da tutti fa veramente tristezza,(quando vedo due maschi di cane corso ad una mostra che stanno vicini e si leccano uno con l’altro mi fa veramente schifo)per questo L’ENCI deve andare a cagare,e io non la riconosco come ente a protezione e sviluppo delle razze canine,e quelli che dicono che dobbiamo accontentarci perche c’è solo L’ENCI, è come dire che abbiamo solo questo come governo e dobbiamo accontentarci,ma cacchio!!se stiamo sempre a dire cosi e ci accontentiamo sempre sarà sempre cosi,e fra 10 anni(dico 10 per essere buono) le razze saranno solo dei bei peluche da tenere in in casa ,ciao a sentirci Aquila della notte
Dissento sul fatto che gi Standard siano “idealizzati da persone che della funzione non ne sanno una mazza”. Gli Standard sono stati redatti (in tempi quasi sempre lontani) da persone che della funzione sapevano TUTTO, e infatti qualsiasi Standard tu legga vedrai che è fortemente zootecnico (soprattutto quelli italiani) e non certo “cosmetico”. Semmai te la devi prendere con gli Esperti Giudici, che troppo spesso fanno vincere cani disfunzionali, ma solo esteticamente belli… ma anche in questo caso, NON è l’ENCI che li indirizza in questo senso. L’esame da giudice è un severo e serio esame zootecnico. Il problema sta in ciò che viene dopo (leggi, mafie e mafiette varie, favori personali, scambi eccetera eccetera)… che però dubito sia facilmente controllabile dall’ENCI.
Di solito i tuoi giudizi li condivido ma che gli standar siano scritti bene permetti posso non essere d’accordo(vedi la razza che io sostengo)che ci siano giudici cha fanno vincere cani che non servono a una pippa è sempre accaduto, quello che è grave sta nel fatto che questa cose sono sotto la visione di tutti i capochiam ENCI ma nessuno fa niente segno di un mal costume instaurato molto difuso,che al sottoscritto ENCI faccia schifo non è una novita e oramai l’avrai capito bene e quando parlo di loro mi lascio andare forse un po troppo ma che ce voi fà schifo mi fanno,e sono anche convinto che l’esame da giudice si è severo ma anche li ci sono i favoritismi, e passa gente che non merita perche capita molte volte di vedere giudici che di certe razze che giudicano non ne capiscono una sega,ma anche li bisognerebbe che un giudice giudicasse solo una razza,e per giudicarla la dovrebbe avere allevata,solo cosi c’è formazione,invece ora si assiste ad un accozaglia di giudizi che fa paura (sono piu bravi e professionali la FOI con i canarini),per il resto poi ogni uno è libero di pensarla come vuole, io L’ENCI la mando a cagare ciao a sentirci Aquila
Su questo argomento ci sarebbe una caterva di cose da dire. Ne verrebbe fuori un discorso cinotecnico infinito che qui non si può affrontare. Sul sito dell’Enci ci sono gli standard ufficiali delle razze canine riconosciute. Chiunque può andare a leggerli. Se andiamo a leggerli, leggiamo delle incongruenze strampalate che mi fanno dire che i redattori degli standard seguirono più spesso l’impulso del cane bello da vedersi piuttosto del bello in quanto funzionale. Se abbiamo in casa una decina di monografie ( ma tanto una monografia vale l’altra ), scopriremmo che il dibattito, in sede di discussione e approvazione dello standard, spesso si incentrò sull’armonia e l’eleganza per “l’occhio che guarda” che non sulla efficienza della locomozione. Cioè sulla plasticità delle forme come criterio selettivo più importante sopra ogni altra considerazione. Chi erano i redattori degli standard? erano sì appassionati, ma erano cinotecnici? all’epoca in cui gli standard furono redatti a quale stadio di sviluppo era la cinotecnia internazionale? le conoscenze dell’ epoca hanno superato il vaglio del controllo sperimentale? o alcuni erano convincimenti su base empirica e non scientifica? La prima mostra canina ha fatto da spartiacque tra il passato e il presente. I cani passarono dai campi di lavoro ai ring di esposizione. Il controllo operativo lasciò il posto al controllo estetico-morfologico. Il cane passò da ausiliare nel lavoro a compagno di affezione. Oggi il cane di razza viene sì chiamato cane da lavoro ma è più precisamente un cane sportivo: e sport e realtà/necessità danno forma a cani differenti. Lavoro, inteso come utilizzo originario, e sport sono due realtà diverse. I cani di razza possono e devono cambiare e adattarsi alla moderna dimensione ma dovrebbero rimanere il più fedeli possibili ai prototipi originari. Altrimenti smettono di essere la ragione per cui un gruppo iniziale di appassionati decise a suo tempo di allevarli e salvarli dall’abbandono. Abbandono dettato dal mutare della storia e dall’ingresso della tecnologia nelle società avanzate e tecnologiche come la ns. Insomma gli standard della Fci sono standard morfologici, non operativi. Qualche standard morfologico, in qualche punto del testo, può essere assimilabile ad uno standard morfologico-funzionale ma è più l’eccezione che la regola. Alcuni standard non stanno né in cielo né in terra. Mi metto nei panni dei giudici che giocoforza cadono in confusione, poiché a loro spetta il compito di applicarli nel giudizio. Come può un trottatore di resistenza avere una schiena “cob”, corta, e degli arti lunghi? e per di più essere di piccola taglia? Come può un levriero avere un torace così sviluppato quando per produrre velocità ci vogliono capi distali lunghi e una muscolatura in zona prossimale? ma altre e simili osservazioni sarebbero tantissime.
Al’ENCi e sopratutto ai suoi capi organizzatori della salute delle razzze canine non frega una mazza,l’importante è reperire soldi per manterere in piedi tutto il loro andebaran Tipo governo ITALIANO,e mantenere lo stato delle cose attuali per convenienza,di fatto andare alle mostre con un Bolognese o con un pastore del caucaso non deve cambiare niente devono avere tutti lo stesso carattere, essere degli stupidoni che si fanno maneggiare da qualsiasi giudice ,ne deriva che le linee di sangue selezionate per le esposizioni siano molto maneggiate caratterialmente(per non dire peggio)ma di meglio non c’è e chi con i cani ci lavora e ci deve anche guadagnare(si deve pure mangiare!)cioe venderli o addestrarli e menate varie,deve per forza fare affidamento su questo ente, e chi sostiene il contrario o è un illuso che ancoora non ha aperto gli occhi o è uno che per convenienza tiene su il calderone ,e tutto il resto è noia ,ciao e saluti Aquila della notte
L’impressione generale è che l’Enci sia più impegnata a reperire i ( tanti ) soldi per la sua macchina organizzativa che per tutelare il cane di razza in tutti i suoi aspetti: salute in primis, campagne di educazione e informazione cinofila dulcis in fundo.. I regolamenti enci sono limitati nell’apprezzare il reale valore cinotecnico del campione. L’equilibrio caratteriale è rimesso all’onestà e professionalità dell’allevatore che presenta il cane, dal momento che in sede di giudizio la morfologia ( quella estetica, non quella funzionale ) oscura tutti gli altri aspetti anche più importanti: salute ed equilibrio caratteriale (senza dimenticare la tipicità caratteriale che gli allevatori sacrificano sull’altare della morfologia estetica, la sola che conta per vincere secondo i regolamenti vigenti). I database dove registrare i riproduttori portatori sani delle malattie genetiche non esistono, gli allevatori non possono lavorare con un “collega” straniero che non conoscono: la conseguenza è che le parentele si restringono sempre più dopo più di mezzo secolo di forzata “purezza” per la maggior parte delle razze canine esistenti. Il best in show è altamente spettacolare ma dal valore cinotecnico risibile: con quale parametro il giudice decreta il vincitore tra cani differenti per taglia e, soprattutto, funzioni differenti? sembra più una trovata per approcciare il pubblico alle expo ( che non è male, anzi basilare ) che per individuare il riproduttore ideale attraverso le procedure ufficiali. I giudici “all rounder” non possono umanamente conoscere tutte le quasi 400 razze canine ufficiali: non è possibile che conoscano il movimento e lo stile di movimento di tutte le razze canine oggetto del loro giudizio; razze affini del medesimo gruppo sono quanto mai distanti quando si arriva a valutarne il movimento; ogni razza ha il suo movimento e la sua tipicità di cui i giudici alla rounder non possono essere esperti. A me pare che molto ci sia da fare, tanto per cominciare l’Enci dovrebbe impegnarsi ad uscire dal proprio isolamento culturale e cominciare ad aprirsi alla cinotecnia ( non sono forse i giudici che si definiscono cinotecnici ? ), quella comprovata e non di stampo intuizionistico che ancora domina nei ring. Poi dovrebbe creare una scuola di allevatori ( giacché sono loro che detengono il futuro delle razze ) affinché ci sia una tradizione nazionale certa e prodotti di allevamento certi. Il confine tra deregolamentazione e anarchia a volte è molto labile.
In fin dei conti allevare bene è roba da ricchi, ed effettivamente un tempo era così e i risultati si vedevano.
Oggi non ci si può stupire che le razze vadano a “donne di facili costumi” chi può permettersi di allevare bene accumulando quindi debiti spaventosi se non è facoltoso? Quale allevatore può veramente anteporre la qualità all’apparenza, ad esempio? Quanti acquirenti sono disposti a spendere il triplo per avere un cane selezionato benissimo? E’ colpa dell’enci se la gente vuole campare facendo l’allevatore? E’ colpa dell’enci se la gente acquista basandosi sul prezzo? si acquistano i cani come si fa con le merci al supermercato, manca solo che chiedano: “quanto all’etto?”
L’enci avrà qualche colpa ma è il capro espiatorio per il problema principale della cinofilia italiana: l’ignoranza.
Io tempo fa ho cercato di spiegare perchè acquistare una razza delicata come il Bulldog inglese su internet era una pessima idea, e che un Bulldog ben selezionato è normalissimo che costi un occhio della testa….secondo voi dove ha comperato il cane il mio interlocutore (hint la risposta termina per “gnaro”)?
Sui reclami: sicuramente il mugugno è sport facile, ma diciamo anche che l’ENCI non ti invoglia certo a far reclamo.
Esempio pratico, alla nazionale di milano per fare reclamo la procedura era: mandare all’ENCI una raccomandata accompagnata da prova del VERSAMENTO di TASSA DI RECLAMO di 51,65€ per i soci e 61,97€ per non soci. Tale tassa resta all’enci se il reclamo risulta infondato.
Dato che si sa che buona parte dei reclami resta ignorata, come dici tu, e intanto i soldi se li son presi, chi butterebbe via 50-60 euro?
L’allevatore con tutte le spese che ha penso di no, anche perchè pensa vabbè, settimana prossima andrà meglio. Il privato nemmeno, per lui magari è gia stata una spesa partecipare.
Il mugugno non è più comodo, è solo più accessibile. Sarebbe bello vedere cosa succederebbe se lo fossero anche i reclami.
già…così è!