martedì 26 Agosto 2025

Tolga subito quella foto! (strascichi polemici, ma anche quesiti interessanti)

Dello stesso autore...

Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAdi VALERIA ROSSI – Ieri, dopo la pubblicazione dell’articolo “Addestratori macellai, ma famosi e intoccabili”, ci sono state reazioni iperpolemiche che mi hanno lasciato un po’ perplessa. Alcune me le aspettavo, altre proprio no.
La prima ha riguardato una delle foto che avevo scelto per illustrare l’articolo: foto ovviamente “illustrativa” e null’altro, che – siccome si parlava di un giudice – ritraeva appunto dei giudici: di spalle, per non poter dare ad alcun possibile equivoco e affinché qualcuno non potesse pensare che avevo messo proprio l’immagine del personaggio “incriminato”.
Si sono invece inalberate (per usare un eufemismo) le persone ritratte di fronte, che ovviamente non potevano avere nulla a che fare con l’articolo, visto che NON si parlava nè di conduttori, né di figuranti. Tale “Alberto” me ne ha dette di ogni (tra le altre cose, nella foto lui non c’è proprio…) chiudendo con queste parole:  “intimo la Signora a togliere SUBITO le foto in essere e chiedere pubblicamente scusa agli interessati“.
Nel frattempo arrivava la telefonata di un amico (questo, però, gentile e cortese) che mi suggeriva di inserire un disclaimer spiegando che le foto non ritraevano le persone accusate di maltrattamento. L’ho fatto subito, ma non è bastato. Infatti mi sono ancora arrivati msg furibondi su FB da parte del figurante ritratto – che pensavo fosse “Alberto”: invece è il figlio – e anche un msg estremamente cortese e civile da parte del proprietario della foto, che mi ha posto un problema ben diverso dalla “folle idea” di poter essere identificato come maltrattatore, e cioè quello di non voler essere associato in alcun modo, neppure involontariamente, a un articolo in cui si polemizza con l’ENCI, pur precisando “la sua condanna verso i maltrattamenti”.

polemica3Quesito interessante numero uno: MA se si condannano i maltrattamenti, l’uso e soprattutto l’abuso di strumenti incompatibili con il benessere del cane… allora come si fa a non polemizzare con l’ENCI, che nulla sta facendo per controllare gli addestratori e per eliminare dalla faccia della terra i maltrattatori?
Perché, attenzione… io non penso certo che l’ENCI, come istituzione, sia favorevole a chi utilizza certi mezzi.
Però mi sembra evidente che non fa neanche nulla per contrastarli.
La polemica fine a se stessa non interessa neanche a me (anche se qualcuno è convinto del contrario…): se ho scritto quello che ho scritto, se ho pubblicato la testimonianza che ho pubblicato, è solo perché si avvicinano le elezioni e  a me piacerebbe che il prossimo Consiglio Direttivo dell’ENCI prendesse una posizione forte contro chi utilizza mezzi inaccettabili in una cinofilia consapevole, etica, rispettosa del cane.
Mi sarei aspettata, quindi, che arrivasse un’altrettanto forte presa di posizione da parte degli “addestratori etici”, che dovrebbero essere i primi a chiedere a gran voce l’allontanamento (e in certi casi anche la denuncia penale, magari!) dei loro  “colleghi” barbari e violenti. Anche perché questi  rovinano  l’immagine dell’addestramento, l’immagine dell’UD, l’immagine di tutta la cinofilia tecnica.
Ieri sera un amico, via sms, ha commentato così le polemiche relative all’articolo: “Considera che ci sono tremila attacchi ingiustificati alla categoria e che molti ormai sono così prevenuti da peccare di lucidità”.
Ma sono davvero così “ingiustificati“, gli attacchi che riceviamo? (sì, parlo in seconda persona plurale perché, pur avendo smesso da anni, io mi sento ancora addestratrice, così come mi sento ancora allevatrice. La passione non è una cosa che si può appendere al chiodo, anche se problemi di vario tipo ti inducono a smettere con un’attività).
Gli attacchi sarebbero ingiustificati se di macellai ce ne fossero uno-due al massimo: allora sì, si potrebbe dire che un paio di figure vengono strumentalizzate  per attaccare un’intera categoria. Ma stando a quel che vedo/sento in giro, stiamo almeno al fifty-fifty. Metà degli addestratori italiani sono persone stupende, che adorano i cani e che mettono il loro benessere al di sopra di ogni altra cosa; l’altra metà, però, è composta da personaggi che – nella migliore delle ipotesi – sono rimasti indietro di centodue anni e non si sono neppure accorti di quanto siano progrediti metodi, strumenti, tecniche. Nella peggiore delle ipotesi, invece, usano violenza e coercizione con l’unico scopo di arrivare più in fretta ad un risultato, sportivo o privato che sia.

polemica2Ora, qui ci sono diversi problemi da affrontare: il primo è sicuramente il confine tra lecito e illecito, tra il vero “maltrattamento” e quello che può apparire tale solo agli occhi di chi si è lasciato fuorviare dalle cinofilosofie buoniste e dai vari “guru” del gentilismo.
Ormai (ma per colpa di chi?…) si trovano persone che, al solo apparire di un collare a strangolo, ti puntano il dito contro urlando “assassinaaaaaaaaaaaaaaa!”.
Ma per forza: con tutta la strada che ha fatto, in rete, il manifesto allarmista in cui si dice che solo “indossando” un collare a strangolo il cane si ritrova con la trachea a pezzetti, gli occhi fuori dalla testa e così via… è ovvio che le Sciuremarie reagiscano di conseguenza.
Nel corso di tutti i seminari che abbiamo tenuto l’anno scorso Claudio Mangini ed io, c’è stato qualche partecipante (col cane rigosamente impettorinato) che gli occhi fuori dalla testa se li è fatti uscire LUI, quando abbiamo tolto la pettorina al suo cane (ingestibile, schizzato, aggressivissimo) e gli abbiamo messo un guinzaglio da retriever (che, di fatto, è un collare a strangolo). Quando poi si sono resi conto del fatto che nessuno impiccasse nessuno, che il cane fosse molto più sereno e rilassato, che non ricevesse alcuno strattone e così via… tutti, indistintamente, hanno fatto la faccia da bambini che fanno “ohhhh”.
“Ohhhhhhhh!!! Ma è così che si usa?!?”, “Ahhhh… ma io credevo che…”
Quasi non credendo ai propri occhi (nel frattempo rientrati dentro alla testa).
E certo. A forza di sentir dire che tutti gli addestratori usano lo strangolo per impiccare i cani, è normale che reagiscano con meraviglia vedendolo usare in modo corretto e non coercitivo.
Ma perché cinofilosofi & affini hanno potuto fare la loro campagna criminalizzatrice contro gli addestratori (causando danni gravissimi, perché adesso la gente crede che per risolvere un problema di aggressività grave bastino una pettorina e un kong… )?
Perché i macellai esistevano, ovviamente.
Gli strattonatori/impiccatori/violentatori esistono e sono anche parecchi: e finché continueranno ad esistere, sarà impossibile urlare in faccia ai cinofilosofi “MA CHE CAZZO STATE A DI’?”
Perché dicono cose fondate.
Perché una buona metà degli addestratori, quella criminalizzazione, se la merita.
Ed è inutile che l’altra metà faccia semplicemente musetto e si ritiri offesa sull’Aventino: l’altra metà dovrebbe scendere in campo in prima persona e dire chiaro e tondo, a lettere cubitali, che prende le distanze da quei personaggi e che non vuole più vederseli tra i piedi!

polemica4Invece no. Se si scrive – come nel caso di ieri – un articolo che punta il dito (dito monco, per l’impossibilità di fare nomi senza beccarsi una querela… ma sempre meglio una falange che il nulla) sui maltrattatori, l’unica cosa di cui ci si preoccupa è di far togliere una foto e/o di non pestare i piedini all’ENCI.
Ma l’ENCI, porcaccia la miseriaccia, siamo noi.
L’ENCI è fatto dai soci, e se questi soci hanno a cuore il benessere dei cani, questi soci devono chiedere ai candidati alla prossima presidenza di mettere nero su bianco, nei loro programmi, i propri intenti su questo argomento.
Questa a me non sembra polemica sterile: mi sembra l’unico modo per uscire da un’impasse che si trascina da decenni.
E’ difficile stabilire il confine tra lecito e illecito?
Sì: per la Sciuramaria, però! Non certo per un tecnico.
Io sono la prima ad ammettere che non esistano “strumenti del demonio”: escluso il collare elettrico, che trovo aberrante in addestramento – e che al massimo posso accettare, se usato da un professionista – nell’ambito del recupero comportamentale, ma SOLO dopo che ogni altro mezzo ha fallito.
Per il resto, si può usare tutto e il contrario di tutto: anche il collare a punte, che in alcuni casi fa sicuramente meno danni ed è sicuramente meno coercitivo di quello a strangolo. Però il collare a punte, per esempio, NON si usa su cuccioli di otto-nove mesi (uno dei temi dell’articolo di ieri).
La Sciuramaria può anche inorridire alla sola vista, io certamente no (inorridisco solo di fronte alle punte limate): ma se lo vedo mettere a un cucciolo, inorridisco pure io.
Lo stesso vale un po’ per tutto: la strattonata, come ho ripetuto mille volte, può avere un senso in alcuni casi particolari… ma se viene usata per “insegnare” al cane la condotta al guinzaglio, è una stronzata. E così via.
Ovvio che non ci si può fidare della parola di un neofita, quando ti dice “quello lì è un maltrattatore”: ma a fronte di un articolo come quello di ieri, per esempio, io mi sarei aspettata che qualche “signor ENCI” (chiunque ricopra incarichi istituzionali, insomma) mi chiedesse privatamente “ma chi sono queste persone?” e si premurasse di andare a vedere con i suoi occhi quello che succedeva effettivamente su quel campo.
Se poi non succedeva nulla… tanto meglio. La mia lettrice avrebbe preso un abbaglio. Ma se avesse avuto ragione, invece?
Se la potrebbe mettere in tasca, perché nessun tecnico si è sognato di informarsi su quali fossero i campi “incriminati” (e l’articolo l’hanno letto, eh? Altroché, se l’hanno letto).
E’ tanto azzardato, a questo punto, sostenere che l’ENCI rifugge le proprie responsabilità in materia?

polemica6Punto interessante numero due: il simpaticone che mi praticamente messo in croce perché appariva la sua faccia, che secondo lui avrei dovuto oscurare così come avevo oscurato quella della bambina (ma quella era appunto una bambina! E i minori vanno comunque tutelati, mentre gli adulti si presume che sappiano difendersi da soli), mi ha anche accusato di aver istigato i miei lettori a commettere un reato, perché ho detto loro di riprendere i macellai con telecamere o telefonini.
Sostiene, infatti, che “non si possono riprendere persone in un ambiente privato senza autorizzazione”.
Il che è verissimo: ma a me un campo di addestramento risulterebbe essere luogo aperto al pubblico, quindi non privato.
E qui mi farebbe piacere se qualche esperto in materia legale potesse chiarirmi questo punto.
Un campo di addestramento, all’aperto, sul quale si tengono lezioni pubbliche, è “filmabile” oppure no?
E ancora: riprendere un eventuale reato… è reato?
No, perché se fosse davvero così, non se ne verrebbe mai a capo.
Se denunci pubblicamente un maltrattamento facendo nomi e cognomi, ti querelano.
Se filmi un maltrattamento, sei in torto tu.
Se denunci alle autorità giudiziarie senza prove, ti ridono in faccia (successo a me personalmente).
Se chiedi alle forze dell’ordine di fare “loro” la posta al maltrattatore (che non starà ovviamente sempre lì col tele in mano dal mattino alla sera), ti rispondono che hanno altro a cui pensare (successo sempre a me personalmente, sempre nel caso di cui sopra).
Se denunci un maltrattatore all’ENCI, la pratica viene insabbiata (indovinate un po’ a chi è successo? Bravi, ci avete preso).
Ma allora? I maltrattatori di cani sono intoccabili?
Bisogna prendere atto e stare zitti?
Qualcuno mi faccia capire, grazie.

NOTA: le foto inserite in questo articolo sono – stavolta per davvero – polemiche. Ma immagino che piaceranno molto a chi pensa soprattutto a tutelare la faccia sua. Vorrà dire che d’ora in poi, quando dovrò criticare qualcuno o qualcosa, userò sempre immagini di pinguini, violette, gibboni e parrocchetti. Giornalisticamente la cosa fa cagare, ma si fa prima e non si offende nessuno. Che volere di più?
(Ora aspetto solo che qualcuno mi accusi di aver fatto propaganda elettorale con la foto in home page, perché potrebbe far pensare a quelli che “non sono mica qui a smacchiare i giaguari”)

Autore

  • Valeria Rossi

    Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

    Visualizza tutti gli articoli

Articolo precedente
Articolo successivo

Nella stessa categoria...

130 Commenti

  1. forse mi sono persa qualcosa…..ma prima non era “Sonia” e adesso “Bianca”….
    quante parole inutili ……

  2. Volevo dire un paio di cose, su questo sito ho sempre potuto scrivere senza alcuna censura anche quando le mie idee erano molto diverse da quelle della Redazione e dagli altri utenti, e questo rende merito a Valeria.

    Per la privacy esistono delle normative ma per mia esperienza se c’e’ la persona rompiballe puo’ crearti problemi sul rispetto della privacy pur non avendone diritto semplicemente perche’ la pretende e bisogna stare ad ascoltare cosa dice e cosa vuole.

    Se io mi metto all’esterno del campo a 300 m di distanza con il teleobiettivo a fare foto (come i paparazzi) a quelli che usano il collare elettrico sfido chiunque a dimostrare di avere infranto il diritto alla privacy.

    A me e’ successo a due stage di non avere il permesso di scattare foto, in uno me l’hanno detto prima, ci sono rimasto un po’ male ma poi mi e’ passata, con la motivazione che la persona che volevo fotografare in passato era stata messa su internet senza il permesso con commenti non tanto belli.
    Nel secondo stage avro’ fatto 200 fotografie e me lo hanno detto alla fine che non potevo metterle su facebook con la motivazione di evitare critiche di altre persone invidiose, ora che me ne faccio di tutte queste foto? Voglio dire che in caso di stage,seminari, incontri, riunioni o semplici lezioni dovrebbero dire prima se si possono fare foto e in che modalita’ (ad esempio si puo’ fare la foto al cane se il proprietario lo consente).

    Per quanto riguarda l’uso di telecamere per studiare un esercizio e’ diverso, il conduttore del cane non si vede e con il filmato puo’ vedere la sua postura, quella del cane e tutti gli errori che sono stati fatti. Il problema e’ che ci vuole tantissimo tempo a guardare i filmati se si filma tutta la lezione.

  3. Internet libero e gratuito, che bello…
    Ma non è che tu e Alberto usate la linea di una istituzione pubblica (ovvero anche nostra), per farvi gli affari vostri, invece di lavorare? No eh?

      • Bianca, prima o poi pensa anche di scrivere qualcosa che sia di vago interesse per chi la legge, o intende continuare con queste inutili e fastidiose perle di sarcasmo?

      • 15:28, 15:38, 15:42… sempre orario d’ufficio.
        Quanto è duro portare il pane a casa…

        Per quanto riguarda i tuoi decreti, puoi farne l’uso che suggeriva il Principe De Curtis.

  4. Buongiorno Sig.ra Rossi,
    ho letto che mi cercava!!!
    Stia tranquilla, non sono scappata; ho solo avuto qualche impegno professionale che mi ha distratta.
    Intervengo per manifestarLe ancora una volta il mio disappunto riguardo le Sue “dinamiche relazionali”.
    Vista la Sua passione per lo scrivere, mi chiedo a cosa possa servire la divulgazione delle Sue idee se poi non è disposta a tollerare i dissensi di chi esprime, con lo stesso diritto di cui gode Lei, le proprie considerazioni.
    La crescita umana è data dal confronto, o mi sbaglio?
    In questo sito però, ed in particolare relativamente a questo articolo, Lei tenta, infruttuosamente, di “redarguire” la controparte, più che motivare le Sue idee per smentire le convinzioni altrui.
    Tralasciando le “qualifiche” ed i “titoli” che permettono o meno di scrivere, e rimanendo nell’esercizio della libera espressione sancita dalla nostra costituzione (per fortuna!!!), è palese che Lei, reagisca in modo aggressivo agli attacchi ideologici, utilizzando minacce del tipo: “se continui ti butto fuori”, “questa è casa mia e quindi sono io che decido…”, “te ne vai tu o lo faccio io”, ecc….
    Ma come, un campo di addestramento, per Lei!!!, è un luogo pubblico, e questo sito no?
    Mi sorge il dubbio che la Sua sia una tecnica di autodifesa scelta per risolvere un Suo disagio relazionale con i Suoi “conspecifici”.
    Sarebbe utile a chi legge “crescere” attraverso il dialogo e non obbedire subendo!
    In ultimo, ma di non minore importanza, La informo che utilizzare in molti lo stesso ID non significa appartenere allo stesso albero genealogico (cosa che Lei ha insinuato nei miei riguardi e nei riguardi del Sig. Alberto). Esiste, ma forse Lei non ne è ancora al corrente, la possibilità che un’istituzione pubblica metta a disposizione del personale, degli utenti e dell’intero quartiere, un accesso internet libero e gratuito. Ciò consente a chiunque si trova nella zona di accedervi, anche dalla strada!!!!

    Certa di rileggerLa a breve.
    Bianca

    • “La informo che utilizzare in molti lo stesso ID non significa appartenere allo stesso albero genealogico (cosa che Lei ha insinuato nei miei riguardi e nei riguardi del Sig. Alberto). Esiste, ma forse Lei non ne è ancora al corrente, la possibilità che un’istituzione pubblica metta a disposizione del personale, degli utenti e dell’intero quartiere, un accesso internet libero e gratuito. Ciò consente a chiunque si trova nella zona di accedervi, anche dalla strada!!!!”

      Oh certo, e guarda caso abitate nello quartiere se non addirittura nella stessa strada, ma guarda un po’ che combinazione…ROTFL. Quella della “rete libera condivisa” è la scusa più abusata dai trolloni che usano più nick, cercane una più originale, suvvia…

    • Bianca, non mi sembra di averla né cercata, né chiamata in causa, se non in risposta al suo ultimo commento di qualche giorno fa.
      Questo sito è un luogo pubblico, sì, perché io ho pensato che fosse opportuno così: però resta “casa mia”, nel senso che è uno spazio che “io” pago per utilizzare, che è ospitato da un server pagato da me eccetera eccetera. Quindi, se voglio cacciare qualcuno, lo caccio quando e come mi pare.
      Come avrà potuto vedere (e sperimentare anche personalmente), non uso sbatter fuori la gente con troppa facilità: anzi, ho una soglia di sopportazione sicuramente più elevata della media.Il che non significa che io sia una deficiente che sta qui a farsi insultare senza reagire dal primo troll che passa… ergo, conviene non approfittare esageratamente della mia tolleranza.
      Per quanto riguarda l’IP… ma sì, certo che molte persone possono scrivere dallo stesso luogo: però mi permetta di dubitare che a tutta ‘sta gente fregasse qualcosa di quale foto fosse stata messa dove.
      Bianca, per favore: non insulti la mia intelligenza, né quella degli altri frequentatori di questo sito.

      P.S.: un campo di addestramento lo ritengo “luogo pubblico” nel senso che penso che sia possibile fotografare le lezioni: non certo che uno possa andar là e mettersi a dare del cretino al titolare, o a sostenere che spera che tutti i cani crepino all’istante. Se lo fa, e se il titolare lo sbatte fuori a calci in culo, avrà sicuramente il mio plauso.

      P.P.S.: che Alberto fosse il padre della persona ritratta non l’ho dedotto dall’IP: mi è stato detto da un amico comune. Il mondo è piccolo di suo, ma quello cinofilo è più piccolo ancora.

      • Quante certezze…quanta presunzione…stia tranquilla, non è certo ciò che scrivo io ad insultare la Sua intelligenza e/o quella altrui. P.S. E’ vero, il mondo è veramente piccolissimo…

  5. Tra un commento e una risposta, mi porgo semplicemente una domanda…..
    Ma se io non stimo/ condivido / reputo un’ emerita idiota etc etc la sigra valeria rossi ma perche’ spreco il mio tempo a leggere i suoi articoli / nefandezze etc etc e a rispondere a quelli che la seguono?
    Semmai posso controbattere con le mie idee alle sue, portando la mia esperienza, la mia conoscenza….
    O sbaglio?

  6. >>> Poiché vivo di giornalismo e sempre e solo quello ho fatto nella vita, io mi ritengo comunque sempre una giornalista (se preferisce altri termini quali scribacchina, imbrattacarte o simili che non contrastino con l’iscrizione all’Ordine, si accomodi pure a scegliere quello che più le aggrada). <<>> Chi non è iscritto all’Ordine non può ai sensi della legge definirsi giornalista. Da un punto di vista pratico però, diversamente dalle altre professioni normate (avvocato, medico…), chiunque può svolgere un’attività simile a quella del giornalista che si estrinseca nella libera manifestazione del pensiero, (diritto sancito anche costituzionalmente), ma non ha la possibilità di definirsi “giornalista”. <<< [Cit. Wikipedia]

    Per citare Denzel Washington in Philadelphia (e lo cito in originale perchè sono troppo figa): "I don't see a case." Tradotto liberamente: "di che stiamo a parlà?"

  7. Esercizio abusivo della professione, si chiama così?, io ne so poco, ma questo lo so di certo. …. Signora Sara, mi fornisca i libri sui quali sta preparando l’esame….. Ma va là. Comunque verifico anche questo. Peccato che a quest’ora gli uffici siano chiusi. Basta chiedere per essere sicuri

    • Se già che ci sei, tra una trollata e l’altra, usa il tastino “rispondi”, così eviti di inserire commenti a caso in fondo alla pagina e rispondi agli interessati, così oltretutto faciliti a tutti la lettura delle tue insinuazioni. Grazie :), restando ovviamente in attesa di sapere quando e dove hai sostenuto l’esame da “troll di internet”, per essere sicuri che tu non stia esercitando abusivamente la professione.

    • Guardi, lasci pure perdere il “signora”, please:-) per quanto riguarda i libri sono “Corso di diritto pubblico” di Barbera-Fusaro, “Le regole dell’informazione” di G. Gardini, gli altri due non li ho sottomano, provvederó a scrivere titolo e autori… Non capisco il “ma va là”… Sono una studentessa, si fida o le mando una foto del mio basge universitario? Comunque… A parte questo mi sembra che sia scritto chiaramente che questo sito non è una testata giornalistica e che se qualcuno chiede le foto possono essere tolte…

    • l’affermazione “lavoro presso una tipografia quindi so tutto di giornalismo”, come logica, è equivalente a “lavo le scale all’ospedale pertanto sono in grado di eseguire una colecistectomia”. mangiare un po’ di pane e volpe, al mattino, farebbe molto bene, sopratutto a chi non è nemmeno in grado di rendersi conto che sto trollando con nomi diversi sempre dal medesimo indirizzo IP.

    • Magari Valeria Rossi ha sostenuto l’esame di Stato e quant’altro, ma tanto pour parler, esiste anche la figura del giornalista pubblicista, che è sufficiente per definirsi giornalista e per la quale non sostieni alcun esame, ed è comunque una figura parte dell’Ordine dei giornalisti.

      Diverso sarebbe se Valeria si fosse definita “giornalista professionista”, ma non l’ha fatto mi pare, a tirar fuori la “qualifica” sei stata tu…fermo restando che credo a nessuno dei lettori del sito importi sapere se sia o meno iscritta all’Ordine, se fosse pubblicista o professionista, quanto che le informazioni che trovano negli articoli su questo sito siano interessanti e tornino loro utili.
      Il resto mi sembra abbastanza aria fritta, piatto con cui a giudicare da tuoi ultimi commenti potreti tranquillamente presentarti alla prossima edizione di Masterchef!

      • Il pubblicista fa un altro lavoro, metti l’imbianchino, e scrive, ma lo fa saltuariamente. Così mi dice un mio amico iscritto. Chiunque puó scrivere, ma senza definirsi giornalista professionista se non lo è. Lavoro in una tipografia e ho a che fare con molti di loro. La signora Rossi lo sa bene. reato penale. Infatti non risponde. Le va bene finché resta chiusa nel suo piccolo blog. Ma lontano dai dilettanti, la musica cambia. Almeno secondo me. Io faccio la tipografa, scrivo anche, ma non mi spaccio per giornalista. Mi dicono che qualcun altro le ha già chiesto se ha fatto l’esame di Stato, ma lei accuratamente svicola sempre. Haha. Avevano ragione. Come adesso.

        • Stai continuando a sparare fregnacce, il pubblicista è una figura regolamentata dall’ordine dei giornalisti e per essere pubblicista devi aver ricevuto almeno due anni di contributi dai giornali per cui scrivi, il che mi sembra abbastanza “continuativo”.
          La signora Rossi, che ti ha già risposto, ti risponde col suo nome e cognome mentre tu fai insinuazioni trollesche ridicole e ti stai sempre più scavando la fossa, ma tranquilla, sicuramente crediamo tutti più a te e ai tuoi “amici” e alle tue illazioni ridicole 🙂
          E guarda che l’unica a parlare di “giornalista professionista” sei stata tu, Valeria Rossi ha semplicemente detto che ha fatto la giornalista per un sacco di tempo e che si ritiene ancora tale. Ti stai rendendo abbastanza ridicola, giusto per fartelo notare eh.

        • Evviva!!! Finalmente! Mistero svelato, giustizia è fatta!
          Grazie Sonia! Stretta di mano, bacio accademico e pacca sulla spalla didattica.
          Direi che siamo a posto… Arrivederci!
          Mi raccomando, torna a trovarci! 🙂 *wave

          • ahaha un mistero degno del miglior Mariello Prapapappo. Vuoi vedere che in realtà la nostra sonia è proprio Gianluca Impastato!! ahah 😀

        • Ma sei pure cecata, trolletta? Io ho risposto a TUTTI i tuoi interessantissimi quesiti, pur sapendo che sei un troll da quattro soldi, perché non ho assolutamente niente da nascondere.
          Ah, mo’ sei tipografa che scrive nel tempo libero? Eppure, con il nick “Claudia Bacchi”, ti sei definita “giornalista”. E l’hai dato l’esame di stato?
          Ma ti accorgi o no che sei stata sgamata e che stai continuando a fare una figura da cioccolataia? E appropo’…sei iscritta all’Ordine dei Cioccolatai?
          Ahahahahah!!! Ma almeno, quando trollate, trollate un po’ megliooooooooooooo!!!

          • Ora, come tutti i troll beccati con più nick, dirà che non è una stessa persona che usato più nick, ma che
            a) sono più persone in famiglia
            b) sono più amici che usano lo stesso pc
            c) per una congiunzione astrale hanno avuto lo stesso indirizzo ip nei commenti ma abitano ai capi opposti del mondo

            Io mi vedo anche tutti ‘sti “amici” di Sonia, tra miriadi di giornalisti pubblicisti, gente all’ordine dei giornalisti, altri che passano il tempo chiedendo a Valeria Rossi “l’hai fatto l’esame di Stato?” mentre Valeria svicola disperatamente tra un commento e un articolo…

            Dopo la serie “The following”, si stanno gettando ottime basi per la nuova “The trolloning” …

          • Il vero problema è che i troll beccati spariscono 🙁
            A proposito, qualcuno ha visto la Sig.ra Bianca? Sono un po’ in pensiero.

  8. Beh, raccontata così, uno che non ne sa nulla ci può anche credere. Per definirsi giornalista professionista si deve superare un esame di Stato, come medici, avvocati, notai. E non si viene certo cancellati perché non si versa la quota. Al massimo si prende una multa. Mai visto un medico tolto dall’albo perché nn ha pagato la tessera. Peró naturalmente, se lei avesse sostenuto l’esame di Stato, sono pronta a ritirare tutto.

    • A quanto so io… La radiazione per morosità esiste eccome… e basta che il giornalista richieda di rientrare tant’è che viene riammesso immediatamente senza penalizzazioni… Che è quelli che Valeria ha detto di non aver fatto per ragioni sue… So queste cose perchè rientrano nel mio ambito di studio, ma basta una ricerchina online per informarsi senza sparare accuse… P.s. Scusa Valeria se mi sono intromessa… Sarà che sono immersa in un esame che tratta questi argomenti e non ho potuto resistere 🙂

      • Sara, a dire il vero c’è stato pure un momento della mia vita in cui sarei (obtorto collo) rientrata per necessità, visto che pubblicavo due riviste e che mi seccava assai dover pagare un direttore responsabile perchè io, non essendo più iscritta, non lo potevo fare. L’Ordine di Genova (al quale ero iscritta) mi ha risposto che avrei dovuto rifare tutta la trafila dall’inizio (presentazione di tot articoli, dimostrazione di aver ricevuto i relativi pagamenti ecc. ecc.). Li ho rimandati a quel paese e ho continuato a pagare il collega. Se tu stai studiando questa materia e ti risulta che sia possibile la riammissione senza penalizzazioni, fammi conoscere le fonti, please…perchè è la volta che vado a prendere i signori di Genova per il coppino!

        • Sto facendo un esame di “Istituzione di diritto pubblico (Diritto dell’informazione e della comunicazione)” e per quel che riguarda la radiazione per morosità viene, appunto, specificato che, su richiesta, il giornalista puó essere reintegrato, conservando anzianità di servizio e quant’altro. È vero peró che alcuni mettono limiti di tempo per la richiesta (24 mesi). Cercheró esattamente il passaggio che riguarda questa questione sui miei libri (sono dei mattoni) o scrivo direttamente al prof. :-))).

    • Sig.ra Rossi, la prego di fornire prova del superamento dell’esame di Stato da giornalista, o mi vedrò costretta a rimuovere dai miei preferiti i link ad alcuni suoi interessanti (ma illecitamente pubblicati) articoli e a farmi rasare via dal cervelletto le cose che ho appreso dal Suo sito in quanto portatrici di menzogna&vergogna.
      E ora mi scusi, ma da ingegnere non iscritto all’albo vado a scavarmi un buco nel quale rinchiudermi.

    • Mai sostenuto l’esame di Stato, visto che ero iscritta all’ordine come pubblicista. Mai sentita nominare questa categoria? Strano, da parte di una persona informata come lei!
      Ma lei, mi scusi, all’Ordine come è iscritta? Come Claudia Bacchi o come Sonia Vattelapesca?
      Io almeno ho sempre usato un solo nome, in vita mia…e per di più quello vero. Vada a farsi friggere, cara trollina da quattro soldi.

      • Ma chiara bacchi chi? Sgamata de che, come scrive non so dove. Hahaha. Sono bianca, sono luigi, sono gianni, sono marco e giovanni. Hahaha. Meno furbi di quanto pensassi!

      • Chiedo scusa, io mi sono laureato in scienza della comunicazione in italia (dovendo quindi imparare come funziona il giornalismo) poi dopo essermi trasferito in messico ho iniziato a lavorare come fotoreporter per una rivista messicana tramite la quale ho ottenuto il tesserino come giornalista (le leggi messicane sono diverse). Posso definirmi giornalista avendo il tesserino messicano? Che e’ unico sia per giornalisti che per fotoreporter. Oppure visto che non ho mai fatto il giornalista in italia c’e’ gente che non mi accetterebbe come tale?

    • Visto il livello di molti giornalisti iscritti all’albo, che da come scrivono pare non siano riusciti a prendere neanche la licenza elementare (altro che esame di stato!) forse è un onore non appartenere all’ordine.

      • Mi viene in mente una giornalista (o almeno lei dice di essere tale) che ha fatto una scena vittimistica incredibile (nei commenti di un articolo di tpic) perche ho fatto notare che aveva confuso il diritto di scatto con quello di pubblicazione e che da una giornalista ci si aspetterebbe oggettivita. Ma un giornalista serio non dovrebbe smentire pubblicamente ogni volta che sbaglia? E chiedere scusa se dice cose inesatte? E avere l’ obbligo morale di “fare informazione”? A questo punto mi sento onorato di non appartenere allo stesso albo della persona in questione.
        Poi la signora rossi e’ stata allevatrice e addestratrice cinofila, quindi e’ preparatissima per parlare di cani, indipendentemente dall’ iscrizione all’ albo dei giornalisti (che non rappresenta assolutamente una qualifica in campo cinofilo). A me sinceramente non interessa se sia mai stata iscritta all’ albo, conosce la materia e scrive in modo piacevole; che altro dovremmo chiedere? Piuttosto mi scandalizzerei se scoprissi che non ha mai avuto un cane

        • Eros, mi hai fatto fare un conto che non avevo mai fatto in vita mia: stavo per dirti “no, guarda, questo proprio no…ne ho avuti…” ???
          E lì mi sono fermata, perché mi sono accorta che non avevo MAI tenuto il conto preciso dei miei cani.
          Intendo “miei-miei”, non contando ovviamente i cuccioli perché altrimenti lì si andrebbe fuori scala, ma non varrebbe.
          Bene, mi son messa lì a contarli tutti, uno per uno. Se non mi sono dimenticata qualcuno (e spero proprio di no) di cani proprio “miei-miei” ne ho avuti 47.
          La cosa non mi ha comunque impedito di iscrivermi all’ordine dei giornalisti nel 1991 (tessera numero 64122 dell’elenco pubblicisti) e di mandare a cagare lo stesso ordine nel 1996 dopo la mia radiazione per morbillo…ops, pardon, per morosità.
          Gli spettinatori di cazzi che non si fidassero della mia parola possono prender visione della suddetta tessera (che ho tenuto per ricordo, ad imperatura memoria di quanto son stati stronzi questi) a questo link: https://www.tipresentoilcane.com/wp-content/uploads/2013/03/ordine_giorn_tot.jpg
          Così facciamo contenti pure loro, eh!

    • Ecco l’ennesima scopritrice dell’acqua calda… nel senso che questa storia l’ho già raccontata infinite volte. Comunque, siccome non tutti sono tenuti a leggermi… la ripeto: no, non sono più iscritta all’albo, dopo che mi hanno radiato per morosità perché, essendo a letto con il morbillo (beccato dal figlio) e avendo mia madre in ospedale in fin di vita, non sono riuscita a pagare la quota annuale nel 199…e qualcosa, non ricordo neanche più che anno fosse. Poiché avevo pure telefonato per avvisare che avrei semplicemente pagato con qualche giorno di ritardo, quando mi è arrivata questa simpatica comunicazione ho deciso che MAI PIU’ avrei aderito ad un organismo così inutile, mangiasoldi e pure profondamente STRONZO.
      Parole che ho detto all’allora Presidente dell’Ordine e che ribadisco con forza ancora oggi.
      Poiché vivo di giornalismo e sempre e solo quello ho fatto nella vita, io mi ritengo comunque sempre una giornalista (se preferisce altri termini quali scribacchina, imbrattacarte o simili che non contrastino con l’iscrizione all’Ordine, si accomodi pure a scegliere quello che più le aggrada).

      • Bene. Risposta dell’Ordine di Roma: non si cancella mai dall’albo per una sola morosità, ma dopo parecchie morosità, anche una decina.
        Una domanda alla signora Rossi: ha fatto l’esame di Stato?

        • Sinceramente mi risulta difficile credere che l’Ordine rinunci ai propri introiti per una decina d’anni… Insomma sarebbe quanto meno sleale nei confronti di chi paga diligentemente… Per il resto… Serre sono d’accordo con te :-)…

      • minchia… l’ordine dei chimici ti radia sì per morosità dopo un solo anno, ma ti rincorre per SVARIATI MESI prima di rassegnarsi a non vedere qui soldi e radiarti (questi tempi bilici di ostinazione tributaria sono il solo motivo per il quale ancora non sono stata radiata, vista la mia capacità di rimozione/procrastinazione/dimenticanza totale/mancanza cronica di sghei quando si tratta di pagare le bollette)

  9. E no eh, e no! Qui si sono inalberati solo i gibboni (giustamente), ma io che sono parrocchetto non vengo mai opportunamente tutelata: ci siamo anche noi, negli obiettivi dei fotografi indiscreti e nei copia-incolla di giornalisti, bloggari e affini! Dignità ai parrocchetti e ciò che rappresentano!
    B-)

  10. A me prima di una gara ENCI di agility il giudice ha detto di non mettere il mio ginocchio davanti al cane (senza guinzaglio) alla partenza perche’ e’ una forma di maltrattamento.
    Se questa e’ la posizione ufficiale dell’ENCI a me sembra un po’ esagerata verso il benessere del cane.

    Secondo me L?ENCI che e’ un ente ufficiale dovrebbe prendere provvedimenti con un certa cautela, per iniziare potrebbe fare un censimento obbligatorio degli addestratori che usano il collare alettrico e renderlo pubblico per informare i potenziali clienti. Sarebbe una scelta di grande trasparenza che farebbe bene all’ENCI, inutile nascondere il problema.
    Chi usa il collare elettrico e non lo avesse dichiarato dovrebbe essere allontanato all’istante dall’ENCI.
    Poi una volta fatto il censimento di chi usa il collare elettrico si dovrebbe abolirne l’uso da una certa data in poi.
    Questo per consentire a chi usa il collare elettrico di adottare altri metodi in modo non traumatico.

  11. Eros. E’ vero che la legge sulla privacy punisce la diffusione e non le riprese, ma se non puoi mostrare a nessuno (DICO, NESSUNO) le tue riprese, è come non averle. O no

    • Dopo avere letto i due articoli e tutti i commenti ad essi rivolti deduco che nessuno ha intenzione di fare il proprio dovere a viso aperto. nessuno si vuole esporre. nessuno vuole rischiare; caratteristiche queste di molti italiani che pretendono che giustizia sia fatta con le mani di altri e non le proprie. a riguardo esprimo la mia grande tristezza perchè emerge palese l’assoluta indifferenza, nei confronti dei cani che subiscono violenza, proprio da parte di chi sa, accusa ma non parla. in italia non cambierà mai nulla, neppure ciò che è abbastanza semplice, ma non facile ovviamente, risolvere.
      Sig.ra Rossi, ho già dato due alternative che evidentemente non ha preso in considerazione:
      -denunciare i fatti “in corso d’opera” telefonicamente senza alcun rischio (dai cellulari si possono effetuare telefonate senza che il numero appaia a chi le riceve). a tale proposta seguono due voti negativi!!!! quindi è proprio il concetto di denuncia che disturba.
      -disertare persone, campi, gare, riunioni, mostre, e tutto ciò che consente a chi delinque di acquisire consensi diretti od indiretti (includo nella lista le elezioni dei rappresentanti sia dei gruppi/club/associazioni privati sia di quelli istituzionali)
      Mi riservo comunque di avvicinarmi a questo mondo competitivo della cinofilia in modo da rendermi conto di persona di quanto accade così da poterne parlare con più competenza e chissà…ho fatto tanto di quelle denunce nella mia carriera nei confronti di genitori che abusavano i figli (e vi assicuro che questo tipo di denunce comportano rischi altissimi sia personali che professionali!) che farne qualcuna a tutela di un animale sarebbe per me come ricorrere contro una contravvenzione.
      buona continuazione a tutti

      • Ma lei veramente giudica il consenso/dissenso alle sue idee in base ai pollici su o giù?
        Ma dove siamo, all’asilo?
        Se scrive delle proposte per Valeria Rossi, le interesserà l’opinione di Valeria Rossi, non di anonimi spolliciatori. E mi sembra che l’opinione di Valeria alle sue proposte è: Non sono sufficienti a smuovere un ciufolo di polvere nell’ufficio di autorità di pubblica sicurezza che definisce questi come “reati minori”. E non è un’opinione dettata dalla pigrizia bensì da esperienza personale. E se l’ho capito io, ci arriva pure lei, per quanto il disturbo per il turpiloquio la costringa a non leggere per intero i commenti della Redazione.

      • Bianca, evidentemente lei non legge le mie risposte: in due diverse occasioni ho denunciato personalmente dei maltrattamenti, ottenendo uno ZERO spaccato da parte delle autorità a cui mi ero rivolta.
        Lei evidentemente non ha capito una cosa: non è che l’addestratore macellaio si alzi al mattino, metta il collare elettrico a tutti i cani e continui a dar loro scosse fino a sera. Lo fa per due, tre, cinque minuti: poi la cosa finisce lì. Chiunque venisse avvisato per telefono, anche se si trovasse a cinque minuti di distanza e partisse immediatamente (cosa già difficilotta, trattandosi di cani e non di persone…), arriverebbe comunque quando il reato si è consumato ed è finito… e non lo si può più neppure provare, perchè il fatto che su quel campo esistano collari elettrici NON è un reato, e il fatto che vengano utilizzati NON è un reato! (tutto questo grazie al TAR che ha dato ragione ai produttori di questi simpatici strumenti). Quello che bisogna dimostrare è che non c’è stato “uso” (legale), ma “abuso” dello strumento. Testimoniare significa sentir dire, all’altra parte: “Ma no, era un normalissimo e lecito uso addestrativo”. Io potrei dire “No, era maltrattamento”…e sarebbe la mia parola contro quella del macellaio. Ha mai visto qualcuno vincere una causa con queste premesse? Io no.

        P.S.: a proposito di genitori, figli, cognati e parenti vari… vorrei farle notare che io vedo gli IP di partenza dei messaggi, e che il suo IP è lo stesso di Alberto. E’ una riunione di famiglia, o che altro?

      • Scusi, bianca, per curiosità, in quale pianeta vive, dove le forze dell’ordine se chiamate in causa tramite una chiamata anonima dal cellulare per dei maltrattamenti su un campo cinofilo corrono a fare accertamenti ? Perchè mi sembra che qui sulla Terra si legga quotidianamente di casi contrari dove c’è disinteresse o scaricabarile, e non esattamente delle corse ad accertare le denunce (anche quando non anonime…)

    • Simone tu hai centrato in pieno il punto, e forse rileggendo il mio commento avrei dovuto fare la precisazione fatta da te per essere piu chiaro. Pero’ non si puo dire che sia vietato farle.

  12. PS: mi permetto di sottolineare che il vocabolario italiano consente di esprimere le proprie opinioni attraverso l’utilizzo di termini specifici che non trascendano nel volgare attraverso un turpiloquio gratuito ed inflazionato che fa scadere qualunque concetto meritevole di considerazione. chi si rivolge ad un qualsiasi interlocutore aggredendolo verbalmente ed offendendolo dimostra di non avere altri mezzi per difendere le proprie sacrosante opinioni. questo sito è di facile accesso, sia agli addetti ai lavori sia a coloro che invece lo visitano anche per caso. “cultura cinofila online” si legge giusto? allora mi permetto di aggiungere anche che chiunque metta a disposizione la propria cultura deve farlo in modo convincente, portando a supporto delle proprie teorie prove tangibili e verificabili scientificamente. La volgarità ed il turpiloquio non rientrano tra questi ultimi, o sbaglio?!

    • Bianca, ognuno porge la cultura che crede come meglio crede.
      Se io ritengo di dover usare un vaffanculo per rendere più incisivo un concetto, lo faccio. Se a qualcuno la cosa non aggrada…così come è facile accedere a questo sito, è altrettanto agevole uscirne.
      Volgarità e turpiloquio gratuiti non sono neppure nelle mie corde: però sono anche profondamente convinta del “quando ce vo’ ce vo'”. E ne faccio uso.
      (Questo per quanto riguarda me e i miei articoli. Lo spazio commenti è uno spazio di libera espressione nel quale ci si può esprimere così come la propria intelligenza, sensibilità e cultura consente. Anzi, normalmente il tipo di espressione utilizzato è proprio indicativo di tutto questo…e magari, a volte, può anche essere indicativo di qualche goccia che ha fatto traboccare qualche vaso. E ci sta. Questo è un sito di cinofili, non di moralisti).

    • Per favore non cadiamo nel “politically correct”; gia hanno eliminato la parola “bidello” (adesso cooperatore scolastico o roba del genere), la parola “spazzino” (divenuto “operatore ecologico”) e tante altre (come se bidello e spazzino fossero degli insulti gravissimi). Non chieda che uno sia obbligato a dire “poco educato” invece di “cafone”, non vieti di dire “stupido” obbligando a sostituirlo con un giro di parole dello stesso significato. Una delle cose belle di questo sito e del modo di comunicare di Valeria Rossi e’ proprio questa “irriverenza” e “colloquialita” che si perderebbe obbligandola ad utilizzare solo espressioni “politically correct”.
      Per esempio, come dovremmo definire chi abbandona un cane? Sarebbe poco correct dire “lurido bastardo” (pur se renderebbe al meglio l’ idea) ma questo non significa che bisogni cambiarlo per “persona con scarsi valori cinofili e di poco senso civico” che non mostrerebbe lo stesso senso di disgusto

  13. Intervengo in quanto ritengo che l’argomento sia molto delicato e soprattutto andrebbe discusso con civiltà. Divertirsi schernendo chi chiede di avere tutelata la propria privacy rende tutto molto meschino. Sottolineo inoltre che l’introduzione al presente articolo fa sì che la persona tanto contestata possa essere facilmente individuabile adesso in questo articolo molto più di priama in considerazione anche del fatto che la sig.ra Rossi ne coinvolge addirittura un genitore, cosa che invece non sarà mai per tutti coloro che adesso attaccano senza sapere. Sig.ra Rossi, mi perdoni ma non le sembra di agire un pò troppo d’impulso e soprattutto con un pericolosa leggerezza? perchè non convoglia tutto il suo impulso dando gli stessi facili indizi per individuare i colpevoli delle nefandezze che denuncia nel suo sito invece di scagliarsi contro chi le contesta il suo modus-operandi? Sig,ra Rossi, Lei è proprio sicura che la persona appartenga alle forze dell’ordine? perchè se così fosse è possibile che , nel momento in cui le due figure, di cinofilo e di “servitore dello stato”, si dovessero effettivamente sovrapporre ed a queste si colleghi inequivocabilmente un nome ed un cognome , un eventuale danno all’immagine ricadrebbe forse più sul secondo ruolo che non sul primo!!! Può darsi che mi sbagli ma secondo me tutta questa polemica dovrebbe finire. sta prendendo una piega poco corretta perdendo di mira l’obiettivo primario che è quello di denunciare chi delinque attraverso gli organi competenti che sono appunto le forse dell’ordine! Ah dimenticavo: e chi lo sa che magari la persona tanto presa in giro nei commenti, non faccia il suo dovere riguardo i maltrattamenti più di quanto non lo si faccia scrivendo tante parole inutili e istigando a commettere reati per interromperne altri? Un ultimo dettaglio sul quale ho preso le dovute informazioni del caso: un qualunque posto dove si svolga attività sportiva ( e mi pare che di questo parliamo giusto?) in cui si allenano e/o gareggino semplici cittadini tesserati, è un luogo privato! motivo per cui chiunque voglia fare foto o filmati con l’intenzione di pubblicarli deve prima chiedere l’autorizzazione al proprietario della struttura e poi ad ogni singolo soggetto la cui immagine è stata immortalata. Non ci sono sconti per nessuno; neppure per chi filma o fotografa un reato! In tribunale non si possono portare come mezzo di prova foto e/o filmati acquisiti con l’inganno e soprattutto senza il mandato di un giudice!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! non scherziamo con le cose serie. è tutto molto più semplice: chi ha visto va a sporgere denuncia, punto. altrimenti è tutto un blaterare inutile che fa pensare che tutto ciò sia frutto dell’immaginazione e quindi chiacchiere da caffè!

    • Per quanto mi riguarda non ho individuato la persona in questione, però attaccarsi alla privacy in questi casi è,secondo me, un’ammissione di colpa. Solo chi ha qualcosa ( o tanto ) da nascondere non vuole essere filmato o fotografato durante lo svolgimento del suo lavoro. Il codice civile e penale possono dire quello che vogliono, e purtroppo di fatto tutelano più i delinquenti che i cittadini onesti, ma almeno sarà concesso avere una propria opinione: chi agisce correttamente e onestamente, in qualsiasi campo, non teme telecamere nè riflettori.

      • Il concetto è molto, molto diverso: nessuno può essere ripreso o fotografato se non vuole. Non c’è altro da dire. Il diritto all’immagine ti dice nulla? Non c’entra cosa stai facendo e dove e con chi lo stai facendo. Ma poi vorrei sapere: chi tra voi è qualificato a stabilire che in una certa situazione si sta commettendo un reato? NESSUNO!!!!! Ci sono gli organi competenti che hanno l’onere di indagare, catturare, processare, condannare! Il cittadino DEVE denunciare, altrimenti è moralmente responsabile come chi delinque!

      • Vorrei suggerire una possibilità alternativa: telefonare mentre si stanno svolgendo i reati. crea problemi a qualcuno? le forze dell’ordine arrivano e colgono le persone mentre maltrattano gli animali. così si può fare o ci vogliamo inventare qualche altra giustificazione a riguardo?

      • Alessandra, abbandono un attimo il mio stile moderato e ti rispondo da “politically scorrect”, come va di moda oggi. Se uno si azzarda a venirmi a riprendere o fotografare a casa mia o nel mio posto di lavoro (luogo privato) prendo lo strumento e glielo spacco in due. Io non sono un personaggio pubblico, non vado al Grande Fratello e ho tantissimo da nascondere, in pratica, tutta la mia vita privata: da quando vado a letto assonnato, a quando mi sveglio con le occhiaie, da quando mi faccio la barba a quando maneggio la saldatrice, da quando dico una parola in più perché ho bevuto qualche bicchierino di troppo a quando mi rilasso davanti alla tivù, da quando mi siedo a tavola a quando mi attacco al computer.
        Se invece giro per strada baciando la mia fidanzata vestito da spaventapasseri, mi si può riprendere; colpa mia che non me ne sono stato a casa.
        A te è concesso avere la tua opinione e mettere in piazza la tua immagine, se vuoi. Ma chi non la pensa come te ha diritto di avere la sua opinione e difendere la propria immagine. Il set del Grande Fratello sta a Cinecittà, e solo chi ci entra là rinuncia alla sua vita privata. Puoi anche fregartene del civile e penale, salvo poi pagarne le conseguenze.

        • Io non stavo parlando di fotografare le persone mentre si fanno la barba o girano in mutande in giardino, cioè si fanno i fatti loro, ma di avere il diritto di documentare un reato o quanto meno un’azione scorretta a cui si assista e che sta avvenendo in un luogo aperto al pubblico. E’ vero che le indagini le fanno le forze dell’ordine, ma non si può pretendere che siano ovunque e in qualsiasi momento; oltretutto con tutto il lavoro che hanno, certo non si mettono a fare appostamenti e simili per reati “minori”. Se maneggi la saldatrice sono sicuramente fatti tuoi, ma se con la saldatrice ci stai torturando qualcuno, oltre a chiamare immediatamente i carabinieri, io se ne ho la possibilità cerco di documentare in qualche modo i fatti ( e magari anche di aiutare il malcapitato ) mi sembra un dovere oltre che un diritto. Ovviamente è un esempio per assurdo, non ti sto accusando di essere un mostro ! 🙂
          Altro esempio: se nel magazzino di un azienda, dopo ripetuti furti, viene installata, seguendo scrupolosamente tutte le norme di legge,una telecamera secondo voi chi protesta ? Secondo me coloro che erano responsabili dei furti, chi non ha niente di illegale da nascondere la telecamera la ignora.
          Io sono felice che ad es. fuori dalle banche o dalle poste, ci siano delle telecamere, probabilmente mi riprenderanno anche quando entro in filiale vestita come uno spaventapasseri , ma almeno potranno filmare anche un eventuale rapinatore. E questo mi sembra ripaga ampiamente il disturbo di essere visti in condizioni non ottimali.

          • si, ma se in banca non mettono “area videosorvegliata” il rapinatore può denunciare la banca.
            Il concetto è lo stesso del ladro che ti entra il giardino e ti può denunciare se non hai il cartello “Attenti al cane” ogni quindici metri. Io purtroppo sono parecchio disillusa su come vanno queste cose in Italia.

    • Bianca, io ho parlato del genitore DOPO aver tolto la foto, quindi chi ha letto quel commento non poteva più sapere chi fosse figlio o padre di chi.
      In realtà l’obiettivo è sempre quello di trovare un modo efficace (le denunce senza prove NON lo sono, come l’esperienza ha insegnato a me e ad altri) per riuscire a fermare i macellai.
      Quindi, se ha delle proposte che ritiene possano essere funzionali…le faccia, per favore!
      “Chi ha visto vada a sporgere denuncia”, ahimé, NON sembra essere la soluzione.

    • Veramente la legge sulla privacy vieta la divulgazione delle immagini, non la loro ripresa. Praticamente uno puo fotografare chi vuole e quando vuole, ma poi non deve far vedere le foto a nessuno (a meno che ne abbia il permesso, che puo essere diretto o indiretto a seconda dei casi). A meno di divieti extra (tipo zone militari, possibili bersagli stategici, ecc…) e sempre che per fotografare non violi altre leggi (invasione di propreita privata, disturbo della quiete pubblica, intralcio a indagini…).
      E comunque la persona di cui si parla ha fatto outing fornendo lui questi dati in un commento all’ altro articolo, quindi non e’ stata valeria Rossi chi ha divulgato le informazioni in questione. E visto quello che diceva fa sorgere dei dubbi sul fatto che il maltrattamento degli animali gli interessi piu di tanto. Per favore rilegga la discussione che ha avuto con me la persona in questione per farsi un idea.

  14. le opinioni le ho espresse ma lei non accetta quando gli si dice che spara minghiate a raffica!la saluto e tolgo il disturbo PS non l’ho detto e non lo penso che lei è una bimba scema,altrimenti non sarebbe capace di tenere testa a certe cazzate!!lei è solo arrogante e spocchiosa del nulla,L’è TUTTO DA RIFARE!!!!!quando esprime un concetto ,non deve essere certezza,ma un’opinione e basta,in giro c’è gente che ne sà piu’ di lei quindi scenda dal piedistallo e comunichi con tranquillità!e poi,di calci nel culo ne ho presi tanti nella mia vita che uno in piu’non incide piu’ di tanto,l’importante che faccia centro sa li’ vicino ci sono i coglioni!!!vada a verificare il suo linguaggio,è identico al mio!!!!!un abbraccio sincero giuseppe

  15. sig.ra valeria,secondo il mio punto di vista,il”TELE” o si adopera o no!è sempre come dice lei un attrezzo del diavolo,anche se adoperato x il recupero comportamentale!il cane viene sempre disturbato!quindi non dica STRONZATE!!!!non voglio mancarle di rispetto,la parola poco fine vuole essere un rafforzativo dell’argomento.la deve smettere di paragonare gli animali con le persone ed attribuire ad essi ogni ogni sorte di ragionamento,il cane agisce agli stimoli e nel riuscire a portare a termine un’azione lo fa x tentativo!!!a mai visto un cane con un bastone in bocca che vuole passare attraverso l’apertura di una porta e questa è piu’ stretta del bastone?ebbene il cane dopo qualche tentativo riesce! altrimenti ragionando sarebbe riuscito al primo tentativo.non si elevi a sapientona come è sempre stata anche quando non ne capiva un cazzo!anche questa mia parola scurrile,ma importante,è un rafforzativo al concetto!mi scuso xla mia sfacciataggine ma non ipocrita.le recordatio ,un addestratore se lo fa dire dal cane come vuole essere addestrato,è una metafora,ma è la verità.non vede nei campi scuola che tutte le razze vengono manipolate con la stessa metodologia?ma dove sono i professionisti?sono tali perchè si fanno pagare!L’E’TUTTO DA RIFARE!!!!!

    • Pranzitelli, siamo più o meno coetanei: ho guardato sul tuo profilo hai tre anni più di me. Un po’ pochini per atteggiarti a paparino che sgrida la bambina scema.
      Ergo, giusto per parlare un linguaggio che forse sei in grado di capire: ma chemminchia vuoi?
      Vuoi esprimere delle opinioni? Fallo senza offendere degli altri. Altrimenti ti arriva un calcio in culo che ti spara fuori da questo sito. Visto che sei ospite in casa mia, comportati educatamente (se ne sei capace). Altrimenti, sai dov’è la porta.

  16. io ho la simpatica vicina di casa che grida ai miei figli, “vi brucio il cane”, col bastone alzato, ma non posso riprenderla mentre lo fa, con la fotocamera, mi dicono i vigili, devo solo aspettare che trapassi per sopraggiunti limiti di età. 🙁

  17. ATTENZIONE:
    Cara Sig.a Rossi,
    La prego di voler IMMEDIATAMENTE togliere la foto della scimmia presente in questo articolo.
    MIA SUOCERA non le ha dato alcun autorizzazione alla diffusione !
    🙂

  18. diciamo… che lo so che fai prima così ma quando prendi e pubblichi foto non tue magari prima chiedere… così si evitano i casini, a prescindere dal perchè, sta volta, della polemica…

    • Faccio così: a) perché non sempre è possibile risalire ai proprietari; b) perché io metto online da uno a cinque articoli al giorno, con una media di 4-5 foto ognuno: se dovessi chiedere il permesso a tutti prima di usarle, farei (forse) un settimanale…; c) perché c’è un chiaro disclaimer in home page dove mi dichiaro pronta ad eliminare qualsiasi foto per problemi di copyright piuttosto che di fastidio personale… quindi, più di così, che devo fa’? Per me le foto sono una rottura di palle: se non le usassi ci metterei un terzo del tempo a metter su gli articoli. Però leggere a monitor delle paginate tutte scritte è fastidiosissimo…quindi lo faccio per rendere più agevole la lettura.
      In due anni, comunque, questa è la terza volta in totale che mi si chiede di levare una foto. Le prime due volte, dopo un veloce chiarimento, i proprietari mi hanno poi dato il permesso di lasciarle online. Stavolta la questione evidentemente non riguarda solo le foto…

      • Non è una questione di quantità ma di qualità! Il tempo, ma soprattutto la fretta, non sono parametri valutativi affidabili, anzi proprio no(ricordo un vecchio proverbio molto attinente alle sue affermazioni: la gatta frettolosa fa i gattini ciechi)! Se Lei considera il tempo che “perderebbe” (l’ho virgolettato appositamente per evidenziarne l’importanza nel contesto) più importante di ciò che pubblica, sia dal punto di vista contenutistico che mediatico, beh…accetti qualunque effetto boomerang che si verificherà! le regole però non può stabilirle lei, sono quelle dettate dalle leggi. oltretutto intravedo un suo sospetto pericoloso riguardo le intenzioni altrui, diverse dalla sola semplice richiesta di privacy. presumere qualcosa solo attraverso una legittima richiesta e poi addirittura innescare un meccanismo di sospetto in chi legge è professionalmente scorretto perchè insinua dubbi su terze persone chiamate in causa loro malgrado.

      • Sono piuttosto allibita da quanto leggo. Mi scusi signora Rossi. Posso capire la sua inesperienza. Lei d’altra parte è un’allevatrice. Sappia dunque che le foto non sono mai UNA ROTTURA DI PALLE. Le foto non si buttano a caso dentro un testo: questo lo fanno i dilettanti. I professionisti, attraverso le foto, corredano, aggiungono e completano il testo. Anch’io ho un sito internet, non butto dentro 4 articoli al giorno infilandovi foto a casaccio. Scelgo le foto con molta attenzione, scarto quelle che non so da dove vengono, pesco fra quelle gratuite informando comunque sempre gli autori, se richiesto cito l’autore e ne pesco altre a pagamento da siti online. Certo, questo richiede tempo. Se lei non ne ha potrebbe affidare il lavoro a una persona pagandola, come faccio spesso io. Certo, questo significa tirare fuori qualche palanca!!!! Non basta proteggersi rendendosi disponibili a togliere la foto coperta da diritti d’autore. L’autore avrebbe comunque diritto al risarcimento, visto che la sua foto è stata pubblicata. Mah! Secondo me questo web avrebbe bisogno di leggi più severe per evitare che ognuno faccia tutto quello che gli salta in mente, senza nessun rispetto per il lavoro degli altri, in particolare i fotografi, che campano proprio vendendo le loro foto.

        • Sonia, veramente io ho sempre fatto la giornalista. L’allevamento e l’addestramento sono sempre stati i miei hobby (o “secondi lavori”, se preferisce: ma avendoli fatti più per passione che per denaro, mi piace di più “hobby”).
          Il concetto, che evidentemente le è sfuggito, era il seguente: per illustrare un articolo in modo consono bisogna “rompersi le palle” cercando le foto giuste, che abbiano attinenza col testo, che “dicano qualcosa”. Perché se fosse solo per riempire dei buchi, allora andrebbero bene anche gibboni e pinguini (quelli che ho inserito polemicamente in questo articolo).
          Purtroppo non sono in grado di pagare una persona per cercarmi le foto (né per fare altro): visto che questo sito è gratuito, e che con quei quattro sponsorini che ho ci pago a malapena il server, e visto che non sono milionaria (anzi!), mi arrangio come posso. Già spendo abbastanza palanche sui siti di foto a pagamento, che utilizzo in gran parte: ma provi lei a trovare su uno di questi siti una foto che ritragga giudici di UD, o di obedience, o magari volontari di canile…
          Quello che tratto è un settore molto specialistico in cui, per forza di cose, bisogna cercare un po’ in tutto il web per trovare le foto adatte. Se comunque un autore mi chiederà un risarcimento per la sua foto pubblicata senza chiedergli il permesso, vorrà dire che cercherò un accordo con lui.
          Detto questo… ho per caso pubblicato qualche foto di sua proprietà? Perché in caso contrario non capirei questa sua lezioncina di morale, tra l’altro partita da una palese incomprensione di ciò che avevo inteso con “rottura di palle”.

  19. Cara Valeria.
    In risposta alla tua richiesta ritengo che la norma di riferimento sia l’art. 615 bis del c.p. “interferenza illecita nella vita privata” la quale, al primo comma recita: ” chiunque, mediante uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata SVOLGENTESI NEI LUOGHI INDICATI DALL’ART. 614 C.P. è punito…”. Il secondo comma punisce con la stessa pena chi diffonde o rivela le le notizie o immagini OTTENUTE NEI MODI INDICATI NEL PRIMO COMMA.
    Ora. i luoghi indicati nell’art. 614 c.p. sono SOLO “l’abitazione altrui, o altro luogo di privata dimora o nelle appartenenze di essi.”
    Bisogna quindi capire se un campo di addestramento può rientrare nei luoghi definibili come privata dimora (all’interno dei quali la giurisprudenza fa rientrare – almeno per quanto riguarda il reato di violazione di domicilio- anche i luoghi di lavoro – intesi come l’azienda per l’imprenditore o lo studio per il professionista).
    Sul punto direi che la giurisprudenza della Cassazione ha assunto una posizione ragionevole, ritenendo di non estendere la definizione di “privata dimora” ai luoghi, diciamo, di lavoro, all’interno dei quali non si esplica la vita privata della persona ed anche se, di fatto, sono luoghi di proprietà del soggetto. A ciò deve aggiungersi il fatto che il reato di interferenze illecite nemmeno si configura quando le riprese si svolgono in un luogo di privata dimora che tuttavia è liberamente osservata ed osservabile dagli estranei senza ricorrere a particolari accorgimenti.
    In sintesi. Se un paparazzo si arrampica sul muro di una abitazione e con un teleobiettivo fotografa una persona in casa o anche nel suo giardino non visibile all’esterno se non, appunto, arrampicandosi su un muro, commetterà un reato. Se invece il giardino è visibile all’esterno può riprendere la persona.
    Detto questo, in linea di massima, la ripresa dell’addestratore nel campo di addestramento a cui il soggetto che riprende ha libero accesso non dovrebbe comportare la commissione del reato di cui all’art. 615 bis. Allo stesso modo, qualora le azioni riprese configurassero un reato, sarebbe senz’altro possibile recarsi alla polizia od ai carabinieri per denunciare il fatto.
    D’altra parte questo è ciò che vediamo succedere spesso anche in televisione.
    é evidente che sarebbe meglio riprendere alla luce del sole, non con telecamere nascoste ma se chi è ripreso ha la coscienza sporca difficilmente acconsentirà a farsi riprendere. Ciò detto, bisogna anche far presente che assistere, quale testimone, alla commissione di un reato, consente di sporgere denuncia anche se non si è ripreso l’accaduto. Ciò è vero per quei reati procedibili d’ufficio, come sono quelli a tutela del sentimento degli animali (da art. 544 bis ad art. 544 sexies c.p.)
    L’art. 544 ter c.p. “maltrattamento di animali” recita ” chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate oppure li sottopone a trattamenti che procurano una danno alla salute ( e qui si dovrebbe aprire un capitolo sulle sperimentazioni … ma lasciamo perdere.
    Se io vedo uno che maltratta un animale (anche in un campo di addestramento) lo posso riprendere senz’altro, ma se non ne ho la possibilità posso denunciarlo lo stesso, riferendo ciò a cui ho personalmente assistito.
    Concludo dicendo anche un’altra cosa.
    Tu hai scritto: “Se denunci pubblicamente un maltrattamento facendo nomi e cognomi, ti querelano.”
    Se denunci un maltrattamento denunci un reato. Non solo questo è un tuo diritto ma, soprattutto, è un dovere. Se lo denunci davanti all’autorità giudiziaria si aprirà un procedimento nei confronti del denunciato che seguirà il suo corso.
    Se lo denunci pubblicamente, sul tuo sito, facendo nomi e cognomi le possibilità sono le seguenti. Potrebbe aprirsi un procedimento comunque. Ed infatti per tutti i reati procedibili d’ufficio l’autorità giudiziaria può aprire un procedimento penale anche se viene a conoscenza per caso ( o in autonomia) della notizia. Pensa, per dire, a quanti servizi della Gabanelli hanno portato alla apertura di procedimenti penali. Il PM guarda Report e decide di verificare.
    Può succedere che la persona di cui tu hai fatto nome e cognome ti quereli per diffamazione. Ma non è che la spunti lui per forza. Ed infatti se la notizia che tu hai dato è vera, ha un interesse pubblico ed il linguaggio da te utilizzato non è di per sè offensivo, tu stai esercitando un diritto, quello di libera manifestazione del pensiero che si estrinseca nelle forme del diritto di cronaca nel diritto di critica ed anche in quello di satira a seconda della attività che svolgi. Quindi la notizia è si diffamatoria. “Tizio utilizza tecniche di addestramento che comportano l’inutile ed ingiustificato maltrattamento dell’animale.” MA se la notizia è vera ed ha un interesse pubblico (e ce l’ha visto che viene inserita all’interno di un sito che si occupa dell’argomento ed è pertanto visitato da migliaia di persone che si interessano a quell’argomento specifico) la tua condotta diffamatoria è scriminata (non è illecita) in quanto tu stai esercitando un tuo diritto. Poi è ovvio che il processo te lo cucchi e i soldi per l’avvocato li devi cacciare….ma l’epilogo non è mica tanto scontato!!
    Va beh…ho concluso!

    • Grazie mille, Agnese: anch’io ho sempre inteso la legge nello stesso modo, ma mi ha un pochino preoccupato l’attacco del signor “levilamiafoto”, soprattutto perché appartiene alle Forze dell’Ordine e quindi presumevo che potesse essere informato in merito. Quindi le riprese si possono fare: poi magari vedremo come utilizzarle.
      Sul “denunciare senza prove”, purtroppo posso dirti che quando ci ho provato, non mi hanno filato di striscio. Mi hanno proprio detto chiaramente che c’era bisogno di prove concrete. Anche perché l’alternativa sarebbe quella di “piantonare” un centro di addestramento in attesa che si reiteri il maltrattamento…ma proprio perché il campo di addestramento è aperto al pubblico (e solitamente anche dal di dentro si vede quel che succede fuori e chi c’è!), i macellai, quando vedono che c’è uno sconosciuto, ben se ne guardano dal fare uso di certi mezzi.
      Per quanto riguarda la parte del “fare nomi”… il problema è proprio questo: che il processo te lo cucchi e i soldi dell’avvocato li devi cacciare.
      E di ‘sti tempi, cacciare i soldi per una denuncia – non per avere un tornaconto, ma solo per aiutare i cani – sarebbe già pesante per chiunque: figuriamoci se ci mettesse in testa di “fare pulizia” di tutti i maltrattatori italiani! Ci vorrebbe Bill Gates…oppure l’ENCI, che tanto per cominciare, visto che quello può farlo senza spendere una lira, dovrebbe togliere ogni incarico ufficiale e ogni qualifica ENCI a questi personaggi. Poi, volendo, potrebbe anche denunciarli, eh… che gli avvocati l’ENCI ce li ha e se li può permettere. Ma anche senza arrivare a questo, sarebbe MOLTO bello poter arrivare su un campo, leggere che è un campo “riconosciuto ENCI” e pensare “ohhhh, qui sono tranquillo che il mio cane verrà trattato con rispetto!”. Così come sarebbe bello poter andare da un allevatore con affisso ENCI e pensare “ohhhh, qui sono tranquillo che non mi ritrovo davanti un cagnaro”.
      Basterebbe un po’ di impegno, non ci vorrebbe mica la rivoluzione…ma questo impegno, da parte dell’ENCI, io non l’ho mai visto. Mi piacerebbe vederlo dopo le prossime elezioni, visto che sono apparse forze nuove (e anche forze vecchie, ma “ripulite” – o almeno così sostengono – dagli errori passati).

      • brevissima perchè non voglio mica rompere le palle!
        Il fatto di denunciare senza prove…..ma la testimonianza è una prova anzi, nel processo penale è ancora considerata la prova madre. Poi diciamo così. Tu da sola vai a denunciare che Tizio nel suo campo maltratta gli animali. Non ti cagano. Allora tu ed altre persone che hanno frequentato il campo o che sono a conoscenza dei maltrattamenti per averli appresi direttamente o anche indirettamente da altri comunque disponibili a venirlo a raccontare, andate a fare denuncia. Quando più sono i testimoni la prova ha un certo valore. Anche perchè a fronte di una denuncia ben circostanziata la Polizia Giudiziaria o i Carabinieri possono poi si loro porre in essere una attività investigativa tesa ad ottenere altre ed ulteriori prove.
        Poi non voglio mica passare per la pirla di turno che crede a Babbo Natale….che certi tipi di reati lo so che sono considerati di serie B…. ma si denuncia lo stesso, per rispetto nei confronti della nostra personale coscienza….!
        Per quanto riguarda l’ENCI che dire….è Stato….e abbiamo detto tutto…

  20. Concordo totalmente con le parole scritte oggi e con quelle dell’articolo “incriminato”.
    Anche io sottoscrivo: ma l’ENCI cosa fa in questi casi ?
    Dove si è rintanata a girare il capo da un’altra parte?
    Anche io ho denunciato allevatori killer od addestratori macellai e . . . niente assolutamente.
    Mentre quelle stesse persone continuano a fregiarsi del “marchio di qualità” dell associazione.
    pure io, con i miei tanti anni, ne ho vedute di tutte e (confesso= qualche volta ho anche ammirato i risultati “mirabilanti” di certe persone, ma poi ho sempre applicato un metodo che prima di tutto preservasse la salute dei miei amici cani.
    Cosa fare ?
    Partiamo intanto, visto che appunto anche l’ENCI è in periodo elettorale, col valutare bene chi saranno i nuovi “pezzi grossi”, cercare dal basso di smantellare questo macigno di omertà che sotterra tutte le “storture” e portare alla luce del sole gli scandali e gli abusi svolti sulla pelle dei cani !!

    Valeria, continua così che di “figuranti che non voglio fare brutta figura” se ne può anche fare a meno !!
    E dei loro amici addestra-macella-tori.

    • A questo punto vorrei sapere chi e’ il figurante che tanto ama i cani da aver messo su su una scena cosi drammatica per una foto (con minaccia di denunce) invece di preoccuparsi del benessere dei cani. In modo da biocottare (se tornero’ in italia) le manifestazioni a cui partecipa il tizio in questione. Perche obblgare Balrog ad avere a che fare con un figurante del genere potrebbe dargli fastidio

  21. purtroppo credo sia vero che non si possa riprendere di nascosto, difatti nei negozi (privati ma aperti al pubblico) è obbligatorio apporre “area videosorvegliata” e distruggere ciclicamente il materiale video in memoria. Teoricamente è un provvedimento per garantire la privacy, in pratica è un modo per proteggere i delinquenti. Ricordo ad esempio il caso di una dipendente ripresa mentre rubava dei progetti nell’ufficio del suo titolare (dove non sarebbe potuta nemmeno entrare) che vinse la causa con tanto di risarcimento danni dato che la telecamera non era segnalata. La realtà è che bisognerebbe trovare il coraggio di fare i nomi anche a rischio di crearsi terra bruciata attorno.

    • pero’ il passaparola con mail privata non e’ assolutamente reato. E con questo mezzo i nomi si possono fare. E piu vengono fatti piu persone si allontaneranno da campi e allevamenti non idonei per il benessere dei cani. Per esempio valeria potrebbe avvisare con mail private di tutta una lista di campi, addestratori, allevatori… che andrebbero evitati. E ognuno di noi che la riceve avviserebbe familiari e conoscenti. Se la legge ci impedisce di fare nomi via internet, nulla puo contro il vecchio potente passaparola. Dire “non andare li, me ne hanno parlato male” non e’ affatto vietato e da sempre ha ridimensionato innumerevoli attivita commerciali.

  22. Salve sono la scimmia della foto.
    Gradirei che togliesse la mia immagine in quanto ritengo che la mia dignità scimmiesca venga gravemente compromessa visto che mi trovo accostato a creature tanto subdole e indegne quali gli esseri umani.

    Se non asseconderà la mia richiesta la farò parlare coi miei amici gorilla (tuttaltro che gentilisti mi creda).

    in fede

    Mr Gibbone

        • uh bambin no state bravi… sono la zia di Gibbone e Gibbone, venivano sempre da me in villeggiatura a borghetto santo spirito, gli è che son cuginetti, si son sempre presi per i pelini! fin da quando andavano all’asilo! eeeeh i loro papà son fratelli, figli della mia povera sorella, si assomiglian tanto e anche loro ve’… me li prendevano sempre per gemellini! su ragazzi non litigate che mi fate venire mal di cuore

  23. Queste parole mi preoccupano molto :

    “Io sono la prima ad ammettere che non esistano “strumenti del demonio”: escluso il collare elettrico, che trovo aberrante in addestramento – e che al massimo posso accettare, se usato da un professionista – nell’ambito del recupero comportamentale, ma SOLO dopo che ogni altro mezzo ha fallito.
    Per il resto, si può usare tutto e il contrario di tutto: anche il collare a punte, che in alcuni casi fa sicuramente meno danni ed è sicuramente meno coercitivo di quello a strangolo. Però il collare a punte, per esempio, NON si usa su cuccioli di otto-nove mesi (uno dei temi dell’articolo di ieri)”

    io , non mi stancherò mai di ripeterlo, non voglio mai passare per saccente, ne tantomeno mi permetto di giudicare direttamente queste parole. Esprimo però una profonda paura e penso, se una persona ben conosciuta in Italia nel settore cinofilo scrive queste parole, io ho paura e ti giuro Valeria, non lo scrivo per polemizzare. Non sono un polemizzatore, non voglio passare per saccente, vivo nel mio mondo fatto di animali, non mi interessa il business o la notorietà.. quindi se vorrai spiegazioni del perché, trovo molto preoccupante quel passaggio, le troverai in privato.

    ciao, Buona giornata.

    • ma perchè paura? non credo che Valeria intendesse dire “non esistono strumenti del demonio, quindi andate tutti a comprare un collare a punte” …mi pare che il messaggio sia ben altro…

  24. Valeria buongiorno, vorrei intimarti gentilmente di togliere la foto delle violette perche’ riconosco chiaramente i fili d’ erba che sono quelli del mio giardino. Questo per non voler assolutamente essere associata a un tuo articolo…

    ….hihihihihu….

    • Ach Barbara, mi hai battuta sul tempo! Io volevo intimare di togliere la foto dei pinguini perché mi riconosco in quello a sinistra e non voglio essere associata a quell’altro che è un sadico maltrattatore. E pure brutto. E grasso.

  25. buongiorno, sono il gibbone della foto e le intimo di rimuovere immediatamente la mia immagine, giacchè mi sono appena tesserato enci.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultimi articoli

Scarica la nostra app!

E' gratuita e potrai rimanere facilmente aggiornato su tutti i nostri contenuti!

Scarica l'app per sistemi Android
Scarica l'app per sistemi Apple

Ti presento il cane
Condividi con un amico