di VALERIA ROSSI – Ci sono giorni in cui mi alzo pensando di scrivere un articolo magari un pochino tecnico, che so, qualcosa sul riporto piuttosto che sull’invio in avanti… poi leggo le email e mi cascano le braccia. Riporti, condotte, invii in avanti? Ma a chi vuoi che interessino, di fronte a problemi giganteschi come la malasanità veterinaria, la malacinofilia (dal cagnaresimo al racket delle importazioni), l’altro fiorentissimo racket del randagismo, i maltrattamenti e le uccisioni impunite?
Solo che, sui grandi temi… posso anche scrivere da qui all’eternità, ma non so a cosa possa servire.
Tra ieri e oggi, in email, mi sono trovata:
a) il caso di un bulldog in ottima salute, amato e coccolato, che “per farlo stare ancora meglio” (parole del proprietario) è stato operato per la sindrome del brachicefalo senza utilizzare l’anestesia gassosa: il cane è morto a 12 ore dell’intervento;
b) le foto raccapriccianti e il racconto drammatico di una golden di allevamento, incinta, uccisa a pugnalate per aver avuto il torto di avvicinarsi, come sempre faceva, al muretto del suo giardino per prendere coccole dai passanti. Stavolta ha trovato un pezzo di merda umano che ha ucciso lei e ferito l’altra cagna che forse ha tentato di aiutarla (se avete abbastanza pelo sullo stomaco da leggere l’intera storia, la trovate qui);
c) la storia meno drammatica, ma non meno sgradevole, di una bella bidonata ai danni di un acquirente che si è preso un giovane adulto in un allevamento che alleva una razza sola (un tempo questo sembrava essere il primo requisito che distinguesse l’allevatore dal cagnaro). Non vi racconto la storia perché l’acquirente mi ha chiesto di tenerla riservata, ma vi assicuro che è un esempio di cagnaresimo DOC se mai ce n’è stato uno.
Qui non siamo in presenza di scanni tra gentilisti e tradizionalisti, collaristi e pettorinisti, fanatici dell’agility o fissati con l’UD.
Il cane è vittima di una vera e propria delinquenza sempre più diffusa, sempre più generalizzata e regolarmente impunita: perché la cosa più tragica è che resta impunita anche quando il colpevole viene beccato (caso raro, ma ogni tanto succede), viste le pene assolutamente ridicole che vengono comminate in questi casi.
Per contro, a pagare multe salate e a rischiare la galera (rischio del tutto teorico, in Italia… ma tant’è) sono i poveri cristi che magari lasciano il cane in macchina dieci minuti per andare a comprare le sigarette e si trovano il finestrino sfondato e i carabinieri pronti ad arrestarlo, perché il fanatico animalista di turno si è fatto prendere dal panico vedendo il cane chiuso e sicuramente a rischio di morte. E’ successo anche a un mio amico, cinofilo fino all’osso, per di più in una giornata di pioggia in autunno: il cane in macchina avrebbe potuto restarci anche 24 ore senza patire il minimo disagio… e infatti dormiva beatamente. Ma al pazzo furioso che ha sfondato il finestrino era sembrato “svenuto”.
Può essere che a una persona che ama i cani, che ha dedicato la vita a lavorare con i cani e a scrivere di cani… prenda ogni tanto una bottarella di sconforto?
Penso di sì. Penso che possa succedere, anzi sarebbe strano se non succedesse: e quando mi prendono ‘ste botte di sconforto, me le tengo.
Ma è giusto “tenersele” e basta?
Io mi ribello a questa idea, mi ribello al pensiero di dover dire “Non ci possiamo fare niente“. Eppure non ci faccio proprio niente, anche perché non saprei da che parte cominciare a fare qualcosa.
Posso scriverne, come spesso mi chiedono: il proprietario del bulldog me l’ha chiesto, una lettrice che ha letto la storia della golden barbaramente uccisa me l’ha chiesto.
Scrivine, parlane, denuncia queste orrende brutture, falle conoscere a tutti i lettori del tuo sito, che sono tanti.
Sì, ok… ma dopo che ne ho scritto?
I risultati già li conosco, avendolo fatto più volte: indignazione generale, una sfilza di “crepa, bastardo” (e affini) su Facebook, lettrici che piangono e che ci informano, sul sito o ancora su FB, del numero esatto di lacrime che hanno versato, lettori che promettono “se lo trovo, questo qua… lo faccio pentire io di quello che ha fatto!”; ma intanto non lo trovano, anche perché “quello lì” magari sta a cinquecento chilometri di distanza.
La cosa peggiore in assoluto, però, non sono gli sfoghi (più che leciti e comprensibili): è il fatto che dopo aver spaccato tutto su Internet, quindi del tutto virtualmente, ci sentiamo in qualche modo appagati. Pensiamo di aver “fatto qualcosa”.
A volte ci spingiamo fino a firmare la petizione di turno (lo faccio spesso anch’io, pur sapendo che 99 volte su cento non servono a una beatissima): e ci sentiamo ancora più gratificati perché in questi casi pensiamo di aver fatto qualcosa di veramente concreto. Sì, proprio. Abbiamo scritto un nome e un cognome e fatto un click.
Anch’io, in questo momento, sto facendo una cosa inutile (sì, lo so: è la mia settimana dell’autoflagellazione): scrivo un po’ più di righe rispetto al nome-cognome, ma il risultato sarà ugualmente nullo.
Magari farò riflettere qualcuno, okay: è il mio compito di scribacchina. MA POI?
Poi anche quelli che magari hanno riflettuto si troveranno di fronte lo stesso muro di gomma che mi vedo davanti io: una politica che se ne stracatafotte dei cani, salvo il periodo strettamente pre-elettorale nel quale diventano tutti animalisti per una settimana e si fanno fotografare con i cagnolini abbandonati in braccio (rigorosamente abbandonati, perché ben sanno che gli animalisti e protezionisti vari sono ben più numerosi e hanno più peso politico dei cinofili); una lobby (o quasi: una lobbetta, suvvia) veterinaria che pensa solo a parare il culo ai colleghi che si sono resi colpevoli di malasanità, anziché punirli per quelli che in certi casi sono veri e propri reati con tanto di prove incontestabili; un grande pubblico che non sa più da che parte girarsi quando deve comprare un cane, perché ormai il cagnaro è diventato indistinguibile dall’allevatore, e questa è anche colpa di un’ENCI che non soltanto non fa abbastanza per aiutarci a distinguere, ma accetta e continua ad accettare i cagnari tra i suoi Soci. E se invece il cane lo adotta, il povero sciurmario di turno rischia di agevolare il racket del randagismo (è uscita una bella inchiesta su Repubblica a questo proposito) o semplicemente di finanziare i furbetti che vivono di collette strappalacrime o di improbabili staffette strapagate nelle quali i cani subiscono trattamenti del tutto equiparabili a quelli dei cuccioli che arrivano dall’Est.
Da che parte si può cominciare, a fare qualcosa per davvero?
Lo chiedo a voi, perché io non lo so.
Io so solo che c’era un tizio, qualche annetto fa, che cantava “Libertà è partecipazione”. Il tizio si chiamava Giorgio Gaber ed era un genio, ma anche lui temo si sia scontrato di muso con il fatto che “partecipare” è diventato sempre più difficile. Già ai suoi tempi cominciava a mancare il senso di appartenenza, il senso di collettività: oggi siamo messi pure peggio, perché l’appartenenza (che un tempo si donava ad un ideale, ad un sogno politico o sociale) oggi è diventata l’iscrizione ad un gruppo chiuso su FB nel quale si passa il tempo a sparlare degli “altri”.
Solo che un altro tizio ha cantato “Gli altri siamo noi” (vabbe’, c’è Sanremo: concedetemi ‘sta botta di canterinità).
Questo era Umberto Tozzi, forse un po’ meno genio ma pur sempre dignitoso rappresentante dell’umanità musicofila: e in questo caso aveva ragionissima. Gli altri siamo davvero noi.
Tranne nel caso in cui “gli altri” siano delinquenti, criminali, assassini: perché lì sì che può esserci una distinzione netta tra noi e “loro”. E dovrebbe esserci una lotta senza quartiere, tra noi e “loro”: ma finché la facciamo su FB, loro sghignazzano e continuano a delinquere.
E non basta denunciare, né giornalisticamente né “dal vivo”, rivolgendosi proprio alle Forze dell’ordine: perché quando si parla di delitti nei confronti dei cani, si viene guardati subito con un misto tra compassione e sfottò (mi è capitato un paio di volte).
Le denunce le prendono, per carità: ma ho come l’impressione che siano già state archiviate – almeno nella mente di chi le sta scrivendo – prima ancora di essere uscite dalla stampante. Ho sentito poi di innumerevoli casi in cui persone che segnalavano casi di maltrattamento (o peggio) si sono sentiti rispondere già per telefono che le forze dell’ordine del caso “avevano cose più importanti da fare”. Il che è indubbiamente vero, visti i continui delitti che vengono perpetrati a danno di umani (ammesso e non concesso che certi umani valgano davvero più di un cane): ma non mi sembra una buona scusa per non muoversi. E’ evidente che nella vita di tutti – e nel lavoro di tutti – ci siano delle prioirità: ma se tra i tuoi compiti tu hai quello di salvare il mondo, ma anche quello di preparare la cena a tuo figlio, non è che puoi lasciarlo morire di fame perché “hai cose più importanti da fare”. Ti ingegni e trovi il tempo di preparare la cena: poi salvi tutti i mondi che vuoi.
Ma tornando a bomba… come si ci può difendere, e come si può vincere, contro di “loro”, quando i loro sono veri cinodelinquenti?
Sicuramente con la cultura, l’informazione, l’approfondimento. A volte basta “sapere le cose” per evitare di finire tra le loro grinfie, e se tutti evitassero di finirci le grinfie resterebbero sempre vuote, costringendo “loro” a dedicarsi ad altro. Questo vale sicuramente per tutta la cinodelinquenza che si muove dietro all’acquisto e anche all’adozione di cani.
Per quanto riguarda la malasanità, dovrebbero essere l’Ordine dei veterinari, e magari anche i sindacati di categoria, a darsi una mossa, a finirla col corporativismo più gretto e a cominciare ad indagare davvero sui proprio colleghi che hanno compiuto palesi reati, anziché difenderli per partito preso. E qualora si riscontrasse un vero reato, le punizioni dovrebbero essere esemplari.
Come si fa a sentir dire che “la radiazione sembrerebbe eccessiva“, come si è sentito e letto di recente di fronte a un caso che ha fatto grande scalpore? La radiazione dall’Albo mi sembrerebbe il minimo, per chi si è comportato in un certo modo! Invece c’è questa tremenda tendenza a chiudere tutte le pratiche a tarallucci e vino, cosa che fa malissimo alle vittime (in questo caso i proprietari dei cani, perché loro – porelli – sono ignari anche di essere vittime) e che invoglia tutte le categorie a far sempre più uso di superficialità e menefreghismo (tanto, anche se sbaglio, non succede mai niente).
Infine, per quelli che sono davvero i Grandi Temi (soprattutto tutto ciò che convolge la criminalità organizzata), temo non ci siano molte speranze: sono soltanto le istituzioni a potersene occupare, e le istituzioni hanno dimostrato fin troppe volte di sbattersene allegramente (almeno fino a quando, in casa del delinquente di turno, non arriva “Striscia la notizia”: allora si attivano. Ma si può aspettare che sia la televisione a creare legalità?!?). Bisognerebbe scegliere bene per chi votare, ma alla fin fine… chi li conosce davvero, i nostri politici? La loro “carta d’identità” sono le promesse elettorali, e sappiamo tutti fin troppo bene quanto riscontro trovino poi nella realtà: soprattutto quando si parla di animali. In campagna elettorale tutti col cagnolino in braccio, il giorno dopo tutti ad occuparsi esclusivamente di come vincere le elezioni successive (perché è questo che fanno, 24 ore su 24, ogni santo giorno che dio mette in terra).
Avete qualche altra idea? Qualcuno di voi può proporre, a me e a tutti quelli che vorrebbero far qualcosa di più che piangere o insultare su Facebook, qualche brillante soluzione che ci consenta di partecipare in modo davvero costruttivo alla lotta contro la cinodelinquenza?
Attendo – a braccia aperte – qualsiasi suggerimento.
Cosa si potrebbe fare? Cerchiamo di dare un minimo di serietà, a questa cinofilia. Di essere cinofili e sembrare persone esperte e preparate, non quattro invasati isterici. Se qualcuno spara una cugginata o stronzate varie sui cani, cerchiamo di comportarci come farebbe un professionista davanti a un neofita, spiegando con pazienza e prendendola con serenità, non sbraitando come degli invasati. Evitiamo uscite da tredicenni isteriche del tipo “tizio usa il collare invece che la pettorina, è un brutto stronzo bastardo che non capisce nulla!!!!”.
Sforziamoci di comportarci da persone normali!! Io parlo proprio in prima persona e per esperienza pratica: smettiamola con i fanatismi e, miracolo, magari i non cinofili inizieranno a prenderci sul serio.
Valeria, tu fai già TANTISSIMO!! Grazie al tuo lavoro, gente che non sa nulla di cani impara e impara continuamente ed evita errori tremendi!! Purtroppo né te né nessun altro può salvare il mondo, ma un piccolo contributo per uno fa la differenza! Da quando ho un cane in famiglia, anch’io mi sento parte degli “altri”. La maggior parte delle persone non capisce come e perché ci si possa legare a un cane, e questo perché li considera “bestie”, e basta. Finché non si riconoscerà a queste creature un minimo di dignità, continueranno ad esserci maltrattamenti, abbandoni, uccisioni e soprattutto indifferenza totale da parte della gente. Informazione e cultura, quello che fai tu, secondo me è la strada migliore. I politici lasciamoli stare, a cambiare le cose dovremmo essere noi, ognuno facendo la sua parte.
Valeria, tu fai già TANTISSIMO!! Grazie al tuo lavoro, gente che non sa nulla di cani impara e impara continuamente ed evita errori tremendi!! Purtroppo né te né nessun altro può salvare il mondo, ma un piccolo contributo per uno fa la differenza! Da quando ho un cane in famiglia, anch’io mi sento parte degli “altri”. La maggior parte delle persone non capisce come e perché ci si possa legare a un cane, e questo perché li considera “bestie”, e basta. Finché non si riconoscerà a queste creature un minimo di dignità, continueranno ad esserci maltrattamenti, abbandoni, uccisioni e soprattutto indifferenza totale da parte della gente. Informazione e cultura, quello che fai tu, secondo me è la strada migliore. I politici lasciamoli stare, a cambiare le cose dovremmo essere noi, ognuno facendo la sua parte.
i problemi sono due. tutta la gente a cui non frega niente degli animali, e che quindi non ha interesse nel far rispettare le leggi. e tutta la gente che ha rispetto per gli animali, che vorrebbe dire qualcosa ma che viene prontamente surclassata dagli animalisti (anche se questo termine non mi piace per loro) che si protestano, ma in maniera assolutamente esagerata/ridicola e imbarazzante. e queste persone gettano cattiva luce su quelli che invece vorrebbero solo un minimo di rispetto per gli animali. poi ovviamente ci sono pure personaggi televisivi come Stoppa, che fanno servizi falsi e ridicoli, ma che trovano l’appoggio di queste persone e quindi fa share.
per questo a mio parere l’informazione e la cultura sono l’unico modo per risolvere il problema. con l’informazione si può far conoscere questo bel mondo anche a tutti i cinofobi che lo sono per punto preso e senza reali motivi. se sempre con l’informazione si possono far ragione quegli animalisti-talebani che creano più problemi di quelli che risolvono.
Cantava un tizio abbastanza famoso, parafrasandone un altro anche più famoso ( almeno lo spero:spererei che Gandhi fosse più famoso di Michel Jackson …almeno lo spererei…ma non ne sono mica sicura..) che se vuoi cambiare il mondo devi cominciare dall’uomo nello specchio.
Cara Valeria, è vero, contro i massimi sistemi abbiamo poco da dire e poco da fare. Una trentina di anni fa sbraitavo parlando di cambiamenti climatici e di uso eccesivo delle risorse, che da me significa anche veder sparire le montagne nel giro di un ventennio, come ahime documentano le foto alle mie amate Apuane, ed ero non una voce che urla nel deserto ( se non ti ascolta nessuno, nessuno tenta di menarti…) ma una pazza da TSO nel migliore dei casi. Ora che acci mi danno pure ragione – e la ragione è degli scemi , si dice qui – dopo che negli stessi ultimi vent’anni madre natura ci ha dato una serie infinita di sberloni sul muso, dalle innondazioni alle trombe d’aria, dai terremoti agli incendi, che non s’eran visti negli ultimi duecento anni, dimostrando l’assioma di fondo… mi sono accorta che aver urlato nel deserto in realtà qualche cosetta ha cambiato.
Qualche giovane pazzo come me dell’epoca c’è. Qualcuno in più – qualcuno molti, per fortuna! – che va nel verso giusto.
Quindi continua a fare quello che fai – e molto bene – tirando dritto per la tua strada.
Se ti può consolare, ti riassumo un bellissimo libretto che ho letto tempo fa. Un ragazzino un giorno decise di applicare la “regola del tre”. Quando gli facevano una cosa carina, che so , sorridergli oppure offrirgli un gelato, lui si impegnava a ripeterla tre volte, chiedendo alle persone coinvolte di fare altrettanto. Non succedeva sempre che tutte le persone applicassero la regola, ma dai oggi dai domani, nel giro di un paio d’anni la regola del tre aveva raggiunto quasi tutti gli abitanti del pianeta. Cambiandolo non poco.
Ora forse non tutti gli italiani leggeranno TIPC o attingeranno alle perle di saggezza che questi contiene. Ma se anche solo un paio di persone distrattte ogni tanto leggendoti diventeranno consapevoli, sarà stato un gran lavoro che porterà frutti inaspettati.
Le botte di sconforto ci sono ci stanno e fanno male.
Ma è come quando al campo al tuo cagnaccio saltano i freni ( sempre ammesso che freni) e ti ritrovi travolta da un insolito destino a mangiar l’erba… hai preso una bella musata ma ti alzi, imprechi, smadonni, e continui quello che stavi facendo. Perchè il destino avrà pure la crapa dura, ma chi crede in qualcosa di buono spesso ce l’ha più soda ancora.
Direi che molte situazioni di questo genere (cagnari, importatori, canili lager, etc) derivano principalmente dalla fame di soldi; …ho scoperto l’acqua calda, lo so… Pensiero piuttosto ingenuo: ma se anziche’ raccogliere denaro per collette e canili – che nella maggioranza dei casi finisce in tasca alle persone sbagliate – fossimo autorizzati a fornire solo materiale? Niente soldi, manco un centesimo. Hai bisogno di mangime per i cani? Bene, io, sindaco responsabile, ti faccio trovare un camioncino fuori con il cibo. Vi servono vaccini, operazioni, cure mediche? Io, sindaco sempre responsabile, vi mando un veterinario (pagato da me con le vostre tasse, che una volta tanto non userò per farmi l’abbonamento a teatro)…ho un debole per la fantascienza, si nota?
Sapete che c’è? Che il mondo NON è perfetto perché l’uomo NON è perfetto. E quindi, direte voi, che facciamo? Ci arrendiamo? No: cerchiamo di essere singolarmente “il cambiamento che vorremmo vedere nel mondo” (citazione). Tutti vanno a destra? Se io sono convinta che non sia giusto, vado a sinistra, pure se costa ed è impopolare e mi si ritorce contro. Di sicuro non si risolveranno i problemi in campo cinofilo ne’ più in generale i problemi del mondo (perché il mondo NON è perfetto in quanto l’uomo NON è perfetto), però potremo dire a testa alta di non aver contribuito allo sfacelo. Altre soluzioni non ne ho, mi spiace. Scusate il commento un tantino disfattista e forse ingenuo, ma è quello che penso e che cerco di mettere in pratica ogni giorno.
per me non è ingenuo, suonerà semplicistica come cosa ma questo basterebbe a fare del mondo un posto migliore.
Standing Ovation
Quello che fa più rabbia è proprio che anche persone che “dovrebbero” amare gli animali come gli allevatori ormai siano spesso dei cagnari. Anche quelli famosi, anche quelli che vincono e stravincono di tutto e di più. Dopo mesi di ricerca di un allevatore serio, ne individuo uno che passa per il “migliore”….Cerco di farla breve : volevo una femmina e ho dovuto prendere un maschio perchè le femmine le vendono solo a chi si impegna a farle riprodurre (ovviamente ciò è stato detto solo dopo che avevano in ostaggio un congruo anticipo). La cucciolata dei genitori che mi sono stati fatti vedere, misteriosamente “sparisce” a 3 o 4 giorni dalla data presunta del parto (come se un allevatore non riuscisse a capire prima del parto se la cagna è incinta o meno) e le ecografie non vengono fatte per non turbare inutilmente la cagna… Dopo altri due mesi di attesa si degnano di farmi vedere una cucciolata (genitori mai visti, niente ztp ecc.)che definire pietosa è essere generosi…metà dei cuccioli sottopeso e assolutamente apatici (a 45 giorni), ma ovviamente “tutto sotto controllo…è solo il cambio di alimentazione, lo svezzamento…” ” ma non sono con la mamma?”….silenzio imbarazzato…”nno…me li hanno portati per farveli vedere…la cagna è da una mia amica….” “e andare dall’amica non era più semplice che spostare un’intera cucciolata il 28 di dicembre???”….silenzio…
Mi rendo conto di essere davanti ad una pessima persona, ma quei poveri cuccioli mi fanno pena, per cui a fine gennaio di due anni fa mi sono portata a casa un doby di circa 75 giorni che pesava la metà di quello che avrebbe dovuto un cucciolo della sua razza a quella età. Sottotaglia, porello è rimasto, ma sarebbe il meno, purtroppo è che è scarsa anche la salute…siamo fissi dal vet ormai da un paio di anni…
Senza parole !!!
Provare ad avviare un’iniziativa di legge popolare per l’inasprimento delle pene per questo tipo di reati, con ipotesi di pena anche alternativa al carcere (ad es.: oltre alle pene pecuniarie, l’obbligo di svolgere servizio nei canili comunali).
In alternativa, provare a sensibilizzare qualche parte politica sul tema, affinché si avvii un’attività parlamentare sul tema.
Ma parliamo di sensibilità e politica italiana: come fare UD con un barboncino…
Per quanto impervia, la prima strada sarebbe quella con maggiori probabilità.
Cara Valeria… hai già detto tutto tu, cercare di aggiungere qualcosa di anche lontanamente intelligente è un’impresa.
Le persone normali – quelle definite “gente comune” – che sono la maggioranza, contano come il due di picche e sempre più se ne rendono conto. Si sono arrabbiate, hanno protestato, hanno provato a cambiare qualcosa e poi – spesso per non soccombere al senso di impotenza – hanno lasciato perdere.
Se provi a fare qualcosa ti schianti contro – magari – il volontario fanatico che capeggia un branchetto di volontari inquadrati in turni fissi superstrutturati, quindi se tu puoi ogni tanto non va bene perché sei solo di intralcio, così ti arrabbi, ci rimani male e non ti fai più vedere pensando: caspita, sarei una risorsa comunque, mica voglio fare di testa mia, dimmi che fare e io obbedisco. Una volta al mese? Ma ti fa schifo? Sono due mani in più, no?
Lo Stato è il primo predatore e la “gente comune” è la sua preda di elezione, sbrana tutto ciò che è commestibile, lasciando solo le briciole con la pretesa che il popolo sopravvissuto si nutra di esse e sia satollo. Ma non è così, la gente fa fatica a trovare per sé strumenti per proseguire, quindi non ha – comprensibilmente – lo spazio mentale per accorgersi di bisogni che non siano i propri.
Hai già detto tutto tu… non ho strumenti per aprire le porte che hai chiuso in questo mondo reale che è l’esatto opposto del mondo ideale.
Ma tu fai un gran lavoro, continua a farlo, i tuoi lettori possono diventare buoni “cinocitadini” e ti assicuro che non è poco.
(Non so se il mio tab si è mangiato il mio commento) Dicevo che le leggi anche se ridicole ci sono,quindi almeno andrebbero fatte rispettare.Anche caso per caso ,saltando addosso al bastardo di turno,e facendolo in gruppo. (Non sto suggerendo pestaggi, intendo azioni tipo class action)..nel caso io ci sono.
Purtroppo è proprio così …